Un'iniziativa per salvaguardare come meta mondiale di turismo e pellegrinaggio, sulle sponde del fiume Giordano, il luogo in cui Giovanni Battista battezzò ... (clicca per leggere l'articolo)
Filippesi 1,4 ... e sempre, in ogni mia preghiera per tutti voi, prego con gioia...
Un'iniziativa per salvaguardare come meta mondiale di turismo e pellegrinaggio, sulle sponde del fiume Giordano, il luogo in cui Giovanni Battista battezzò ... (clicca per leggere l'articolo)
Non riesci a vedere la newsletter? Guardala online Le notizie del giorno 10/11/2021 All'udienza generale in Aula Paolo VI, Francesco conclude il ciclo di catechesi sulla Lettera ai Galati e soffermandosi sulla figura di san Paolo e sulla sua "parresia" invita i fedeli a non cedere alla "tentazione di tornare indietro, alle vecchie schiavitù": "Nei momenti di difficoltà, svegliare ... Nell'intervista rilasciata a Paris Match, Papa Francesco usa parole forti contro i responsabili della produzione di materiale pedopornografico. Per lo scandalo ... Al Papa consegnata la fotografia "El Padre y el Hijo (Il padre e il figlio)", parte del reportage Emigración realizzato nel 1957 a La Coruña da Manuel Ferrol ... SANTA SEDE E CHIESA NEL MONDO La scuola superiore di perfezionamento e di specializzazione forense presso il Tribunale vaticano avvia le attività per il 2021-2022 con la prolusione del ... Il penitenziere maggiore ha offerto la sua riflessione presso la Facoltà di Diritto canonico San Pio X di Venezia sottolineando come nel continuo dialogo tra ... All’indomani dell’annuncio della data di canonizzazione, padre Bernard Ardura ricorda che il sacerdote francese "ha voluto imitare Cristo, ha voluto riprodurre ... Mentre rimangono ancora oscuri i contorni del sequestro dei salesiani e dei loro collaboratori, prelevati con la forza dalla periferia di Addis Abeba, arriva la ... Da Milano, una religiosa birmana delle Suore della Riparazione interviene stasera al Centro PIME nell'incontro "Myanmar, crisi dimenticata" che inaugura un ... Dalla prima domenica di Avvento le nuove linee si applicheranno in Palestina, Israele, Giordania e Cipro e consentiranno ai fedeli delle Chiese orientali e ai ... Un'iniziativa per salvaguardare come meta mondiale di turismo e pellegrinaggio, sulle sponde del fiume Giordano, il luogo in cui Giovanni Battista battezzò ... In vista della Giornata Mondiale dei poveri, nel Paese afflitto da grande povertà, l’invito delle organizzazioni promotrici è a sentire nel concreto la ... |
ASIA/GIORDANIA - Appello internazionale islamo-cristiano per la protezione delle comunità di preghiera e dei luoghi di culto |
Amman (Agenzia Fides) – Gli attacchi sanguinari a luoghi di culto che ospitano comunità di fede raccolte in preghiera o mentre prendono parte ad atti rituali, rappresentano “il vertice” di atrocità e violenze giustificate tirando in ballo argomenti “religiosi”. Di fronte al perpetuarsi di tali fenomeni, occorre favorire la creazione di una “rete globale” interreligiosa e inter-culturale, che operi a protezione dei siti di culto e di tutti i credenti che li frequentano, come contributo allo sviluppo di una “comune civiltà umana” alimentata dal riconoscimento e dalla condivisione di “valori umani comuni”. E’ questa l’urgenza rilanciata dall’Appello internazionale per la protezione dei Luoghi Santi da tutte le violenze e i soprusi che colpiscono le diverse comunità oranti e adoranti. L’iniziativa è promossa dal Principe giordano Hassan Bin Talal , che presiede l’Arab Thought Forum e anche il Consiglio del Royal Institute for Religious Studies. All’appello hanno aderito più di 40 sostenitori musulmani e cristiani, compresi alti esponenti di comunità del Medio Oriente e rappresentanti di istituzioni accademiche, teologiche e culturali di diversi Paesi. Il testo dell’appello presenta accenti e contenuti originali, pur muovendosi nell’orizzonte già delineato nel Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, sottoscritto il 4 febbraio 2019 ad Abu Dhabi da Papa Francesco e dallo Sheikh sunnita Ahmed al Tayyeb, Grande Imam di al Azhar. In particolare, il nuovo appello insiste sulla necessità di favorire tra le diverse identità confessionali e culturali un dialogo che valorizzi la ragione umana e la condivisione di valori comuni. Gli attacchi perpetrati contro i luoghi di culto vengono collegati alle vicende che anche in tempi recenti hanno visto presi di mira siti di valore culturale, biblioteche e “altri centri rappresentativi della civiltà araba islamica”, in analogia a quanto avvenne già all’immensa Biblioteca Bayt al Hikma (Casa della Sapienza) a Baghdad, distrutta dai Mongoli nel 1258. I siti religiosi sono luoghi-simbolo “della nostra umanità, della nostra storia e delle tradizioni condivise delle persone in tutto il mondo”. E “senza la storia non possiamo sostenere il futuro. La storia e il suo patrimonio non sono altro che un pilastro del presente che cerchiamo di costruire”. Nei nostri tempi – rimarca l’appello promosso dal Principe Bin Talal - l'incitamento all'odio e le contrapposizioni che giustificano lo spargimento di sangue continuano ad aumentare, “accompagnati dal ricorso all'abuso di religioni e credenze come pretesto per violenza, esclusione e discriminazione”. Vengono presi di mira anche “siti storici e archeologici e il patrimonio architettonico, inclusi musei, biblioteche e manoscritti”, con l’intento evidente di “cancellare la memoria che preserva le civiltà dei popoli e il loro nucleo di valore dall'estinzione”. A tale paura e rimozione della memoria storica dei popoli – sostiene l’appello – si può rispondere riconoscendo e promuovendo “il concetto di valori umani comuni”, e sperimentando che “contrariamente a quanto qualcuno potrebbe pensare, il concetto di ‘valori umani comuni’, nel suo senso più profondo, non indebolisce le specificità insite nelle diverse credenze religiose”, né “confligge con le identità culturali o nazionali”. Nella lista di esponenti musulmani e cristiani che hanno sottoscritto l’appello del Principe Hassan bin Talal figurano, tra gli altri, il professor Ali Muhyiddin Al-Qura Daghi, Segretario Generale dell'Unione Internazionale degli Studiosi musulmani (Qatar); il professore turco Arshad Hormuzlu; il professore saudita Khalil al Khalil; il dottor Ahmed al Khamlichi, Direttore della Fondazione marocchina Dar Al-Hadith al Hassaniya; la studiosa libanese Nayla Tabbara, co-fondatrice della Fondazione Adyan; l’Imam Yahya Pallavicini, Presidente della Federazione delle Organizzazioni Islamiche Italiane; il dottor Martino Diez, Direttore della Fondazione internazionale Oasis; Atallah Hanna, Arcivescovo greco ortodosso di Sebastia; il Vescovo emerito Salim Sayegh, già Vicario patriarcale di Gerusalemme dei Latin per la Giordania; il sacerdote giordano Rifat Bader, direttore del Catholic Center for Studies and media. (GV) (Agenzia Fides 3/11/2021) |
Irraggiungibile da 1967, il luogo di culto sorge lungo la riva del fiume Giordano dove Gesù ricevette il battesimo e nei prossimi mesi sarà accessibile ai ...
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AFRICA/CAMERUN - Speranza dal dialogo nazionale per mettere fine alla crisi secessionista nelle aree anglofone | |||
Yaoundé (Agenzia Fides) - “Tutti hanno potuto esprimere il proprio punto di vista e ognuno torna a casa con un risultato” ha affermato Sua Eminenza il Cardinale Christian Wiyghan Tumi Arcivescovo emerito di Douala, al termine del gran dibattito nazionale che si è tenuto in Camerun dal 30 settembre al 4 ottobre, per cercare di risolvere la crisi nelle due regioni anglofone del Paese (vedi Fides 24/9/2019). Sua Ecc. Mons. Abraham Boualo Kome. Vescovo di Bafang e Presidente della Conferenza Episcopale del Camerun, ha affermato di “aver partecipato alle sessioni di lavoro notando la libertà di discussione nelle diverse commissioni. Un dialogo basato sulla verità è destinato a portare buoni frutti”. Dal 2016 le due regioni, nel nord-ovest e nel sud-ovest, sono in preda ad una crisi secessionista nata dalla richiesta delle popolazioni locali anglofone di potere utilizzare la lingua inglese al posto di quella francese a scuola e nei tribunali. Una guerra che ha già provocato la morte di 2.000 persone, ha costretto alla fuga oltre 500.000 abitanti delle due regioni mentre oltre 600.000 bambini non sono potuti andare a scuola. Per facilitare il dialogo, il Presidente Paul Biya ha ordinato il rilascio di 333 separatisti e di alcuni oppositori politici, tra cui Maurice Kamto, che era arrivato secondo nelle elezioni presidenziali del 2018. Dopo quattro giorni di dibattito, si è pervenuti ad una proposta per la concessione di uno "status speciale" per le due regioni di lingua inglese, i cui contorni però sono ancora vaghi. Al dialogo hanno partecipato alcuni esponenti della società civile ma non i leader dei gruppi armati separatisti. Sul terreno la situazione rimane comunque difficile, come dimostrato dal ripetersi di rapimenti di civili a scopo di estorsione da parte dei separatisti, Tra i rapiti c’è pure don Augustine Nkwain, Segretario per l’educazione cattolica dell’Arcidiocesi di Bamenda, che è stato trattenuto per 24 ore per essere poi liberato il 4 ottobre. (L.M.) (Agenzia Fides 8/10/2019) | |||
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ASIA/GIORDANIA - 150 anni di “missione” delle scuole cattoliche in Giordania | |||
Amman (Agenzia Fides) – Le scuole cattoliche del Patriarcato latino di Gerusalemme celebrano i 150 anni dall’inizio della loro avventura nelle terre oggi governate dal Regno Hascemita. E con l’occasione riaffermano la loro missione culturale e spirituale al servizio della popolazione locale, in larga maggioranza musulmana, portata avanti anche grazie al contributo dell’Ordine del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Alla cerimonia per il 150esimo anniversario dalla fondazione delle prime scuole cattoliche nelle terre oltre il fiume Giordano, svoltasi sabato 5 ottobre a Amman, presso il Centro Nostra Signora della Pace, hanno preso parte, tra gli altri, il vice-Primo Ministro giordano Marwan Moasher, il Vescovo William Shomali (Vicario patriarcale del Patriarcato latino di Gerusalemme per la Giordania), e il Patriarca latino emerito di Gerusalemme, Fouad Twal. Padre Wissam Mansour, Direttore generale delle scuole del Patriarcato Latino in Giordania, ha riferito che attualmente le 25 scuole e i 18 asili che in Giordania fanno capo al Patriarcato latino di Gerusalemme servono una popolazione scolastica di 11mila allievi e studenti, cristiani e musulmani. La prima scuola cattolica nel territorio dell’attuale Giordania, fu fondata nella città di Salt da don Alessandro Macagno, il mitico Abuna Skandar, che predicava il Vangelo alle tribù di beduini cristiani sperduti oltre il Giordano vivendo come loro nella tenda, e portandosi dietro un altare mobile per celebrare l’Eucaristia. A quel tempo il governatore ottomano non voleva concedere il permesso: furono gli abitanti del luogo, cristiani e musulmani insieme, a vincere le resistenze. Anche i beduini musulmani avevano capito che potevano aspettarsi solo cose buone da quell’uomo che insegnava loro a leggere e a scrivere. Nella seconda metà dell’Ottocento, quelle fondate oltre il Giordano dai preti del neoeretto Patriarcato latino di Gerusalemme furono le prime scuole aperte in un mondo chiuso e marginale, tutto definito dalle pratiche sociali del tribalismo. Insegnare agli ignoranti è un’opera di misericordia spirituale. E l’insegnamento offerto a tutti – cristiani e musulmani, poveri e ricchi, tribù del nord e tribù del sud – fu il passepartout che permise alla testimonianza apostolica di attecchire in zone rurali o desertiche, che per secoli non avevano visto nessuna iniziativa pastorale cattolica. Grazie alla loro opera educativa, le scuole cattoliche della Giordania hanno acquisito, da tempo, pieno diritto di cittadinanza nel Paese. Quando fu creato il Regno hashemita di Giordania, la rete scolastica del Patriarcato latino – presto affiancata dai grossi collegi inaugurati ad Amman da congregazioni religiose cattoliche – rappresentava ancora l’unico sistema educativo “autoctono” esistente. (GV) (Agenzia Fides 8/10(2019) | |||
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AMERICA/NICARAGUA - Il Card. Brenes: “Continuiamo a pregare per chi non è d'accordo con noi e ci perseguita” | |||
Managua (Agenzia Fides) – L'Arcivescovo di Managua, il Cardinale Leopoldo Brenes, dopo la celebrazione eucaristica domenicale del 6 ottobre, ha risposto alle domande dei giornalisti sulle provocazioni dei militari in alcune parrocchie in occasione delle celebrazioni liturgiche e sui commenti dei politici. Il Cardinale ha confermato che ciò non accade solo con padre Edwin Román (vedi Fides 29/08/2019), ma si verifica anche in diverse parrocchie del paese, e ha concluso: "Continuiamo a pregare per coloro che non sono d'accordo con noi, per coloro che parlano male di noi e ci perseguitano". Il Cardinale Brenes ha chiarito anche il paragone che gli era stato riferito, fatto da un politico, fra il presidente Ortega e Gesù: "Neanche i migliori uomini di Dio si sono mai paragonati a Gesù, proprio in questo Mese Missionario il Santo Padre ci ha offerto tanti esempi da seguire, di persone che hanno perfino donato la propria vita come missionari, ma nessuno, dico proprio nessuno, si è paragonato a Gesù. Queste persone (politici) non le conosco, ma può essere che lo abbiano fatto per ignoranza o per la voglia di farsi notare". Sulla situazione di violenza, specialmente sulla costa e in alcune comunità del nord del Paese, il Cardinale si è unito alle richieste fatte dai Vescovi della zona, chiedendo la fine della violenza. Ha sottolineato l'esistenza di gruppi armati, al di fuori della legge, che hanno commesso vari crimini in questa area. “Questa è una cultura della morte, della mancanza di rispetto per la vita” ha affermato, ricordando le oltre 48 donne uccise, cui si aggiunge l'ultimo caso della giovane nordamericana uccisa a Matagalpa. Secondo informazioni raccolte da Fides, è aumentata la violenza in diverse zone interne del paese, dove sono stati uccisi anche leader contadini. Nelle ultime due settimane il Movimento Contadino del Nicaragua si è fatto sentire con proteste e manifestazioni in seguito alle notizie sulla possibilità che venga ripreso il mega progetto del Canale Interoceanico (vedi Fides 15/06/2015, 22/04/2016, 30/11/2016), al quale il Movimento si è sempre opposto per molti motivi. Dalle dichiarazioni di Medardo Mairena, Coordinatore del Movimento Contadino, è venuta la conferma che agricoltori e contadini del Nicaragua sono mobilitati da 6 anni contro il progetto. La lotta è iniziata per la difesa delle terre e dall'aprile 2018 ha sostenuto le rivendicazioni degli studenti. Diversi di loro hanno subito l’esilio, la prigione e persino la morte per affrontare il regime di Daniel Ortega. Medardo Mairena ha ricordato alla stampa che il Movimento Contadino è una realtà viva, protagonista della vita economica e sociale del paese. (CE) (Agenzia Fides, 08/10/2019) | |||
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AMERICA/REP. DOMINICANA - Incontro nazionale di pastorale: un popolo di discepoli missionari, con esperienza personale di Gesù | |||
Santo Domingo (Agenzia Fides) – I Vescovi della Repubblica Dominicana, insieme a più di 300 operatori pastorali laici provenienti dalle 12 diocesi del paese, hanno dato vita al 37° Incontro nazionale di Pastorale, che si è tenuto dal 3 al 5 ottobre presso la Escuela de Evangelización Juan Pablo II. Promosso dalla Conferenza Episcopale Dominicana, attraverso il suo Istituto nazionale di Pastorale (INP), l’incontro aveva per obiettivo quello di dare risposta alle necessità fondamentali della Chiesa e della società, valutando il lavoro pastorale dell’anno in corso, e di pianificare quello del 2020, stabilendo l’itinerario nazionale di evangelizzazione secondo il Piano nazionale. Ogni anno l’INP, secondo le informazioni giunte all’Agenzia Fides dalla Conferenza Episcopale, riunisce Vescovi, sacerdoti, diaconi, religiosi, religiose e laici per verificare il Piano nazionale di Pastorale. Il Piano della Chiesa dominicana si estende per 30 anni, e si articola in 3 tappe di 10 anni ciascuna. Attualmente si sta lavorando nella prima fase della seconda tappa. “Noi, come leader del popolo di Dio, dobbiamo prendere sul serio l’esperienza della sequela di Dio” ha detto Mons. Rafael Felipe Núñez, Vescovo emerito di Barahona, illustrando il tema che guiderà l’anno pastorale 2020: “Un popolo, discepolo missionario, che ha un’esperienza personale e comunitaria di Gesù Cristo, Parola incarnata”. Mons. José Grullón Estrella, Vescovo di San Juan de la Maguana e Presidente dell’INP, ha presieduto l’invio degli operatori pastorali, esortandoli a “proclamare Gesù incarnato a tutti coloro che cercano il bene comune invece del bene particolare”. Ha anche richiamato l’attenzione sull’uso frequente della bandiera dominicana, nelle elaborazioni grafiche statali e di altri organismi, priva dello scudo centrale, circondato da rami di alloro, che riporta il motto dominicano: "Dios, Patria, Libertad" (Dio, Patria, Libertà). (SL) (Agenzia Fides 8/10/2019) | |||
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OCEANIA/PAPUA NUOVA GUINEA - Mese Missionario Straordinario in Oceania: i laici impegnati nella missione | |||
Rabaul (Agenzia Fides) – “E’ facile pensare che i missionari siano solo i sacerdoti Salesiani che ci guidano nella nostra fede, oppure i religiosi impegnati con i giovani e le suore che diffondono la Buona Novella. Ma non è così: la chiamata alla missione è per tutti, non dobbiamo dimenticarlo”: come appreso dall’Agenzia Fides, lo ha detto Matthew Nguyen, missionario laico Salesiano, riferendosi al contesto della Papua Nuova Guinea e delle Isole Salomone, e alle sfide dell’evangelizzazione in Oceania, in occasione della celebrazione del Mese Missionario Straordinario, indetto da Papa Francesco per l’Ottobre 2019. Rimarcando che la missione è compito di ogni battezzato, non solo di preti e religiosi, Matthew Nguyen ha riferito: “All’Istituto tecnico Don Bosco di Rapolo, nei pressi di Kokopo (provincia d Nuova Britannia Orientale) – prosegue – siamo grati per gli sforzi e l'impegno dei laici che servono in modo semplice ma straordinario. I volontari laici dedicano i loro fine settimana a tenere incontri di catechismo per i bambini della parrocchia appena istituita. I cooperatori salesiani condividono i loro talenti e doni in modo molto pratico. Ogni domenica, queste persone si recano in diverse comunità e offrono controlli medici di base agli abitanti del villaggio. Questo servizio aiuta le persone a creare un ‘piano di vita sano’ in modo che possano vivere a lungo e in salute”. “Questa è missione” ha insistito, ricordando il tema del Mese Missionario Straordinario "Battezzati e inviati: la Chiesa di Cristo in missione nel mondo". “L’amore verso Cristo e verso il prossimo spinge la missione nei nostri cuori a donarsi l’un l’altro. Preghiamo per tutti i nostri missionari, affinché possano essere benedetti e incoraggiati a continuare il loro ministero. ‘Vai e proclama la Buona Novella’, ci dice Cristo, e tutte queste persone, religiosi e laici, mettono in pratica l’invito di Gesù”. (AP) (8/10/2019 Agenzia Fides) | |||
XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B) Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo Grado della Celebrazione: SOLENNITA' Color...