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sabato 27 settembre 2025

Appello per la pace delle Chiese in Italia, Slovenia e Croazia (23 settembre 2025)

 

Appello per la pace delle Chiese in Italia, Slovenia e Croazia

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A 80 anni dalla fine della Seconda guerra mondiale, in un tempo sempre più dilaniato da conflitti violenti, noi, Chiese in Italia, Slovenia e Croazia, leviamo insieme, con forza, il nostro grido di pace e il nostro appello, perché ogni comunità cristiana sia protagonista di speranza, vigile e attiva nel promuovere e sostenere cammini di riconciliazione.
Siamo qui con i giovani, “germogli di pace”, in questa terra di confine che porta ancora i segni di tragiche esperienze di guerra e di violenza, ma che è anche crocevia di dialogo interculturale, ecumenico e interreligioso. Non a caso, san Giovanni Paolo II definì Gorizia «la porta dell’Italia, che pone in comunicazione il mondo latino con quello slavo: porta aperta sull’est europeo e sull’Europa centrale» (2 maggio 1992).
La nostra preghiera parte da questo territorio, si estende a tutti i Balcani e si allarga fino ad unire, in un unico abbraccio, Terra Santa, Ucraina e tutte le altre zone insanguinate dalla guerra. Non possiamo restare in silenzio di fronte alla drammatica escalation di violenza, al moltiplicarsi di atti di disumanità, all’annientamento di città e di popoli. Il grido che sale da molte parti del Pianeta è straziante e non può restare inascoltato.
Dio vuole la pace e noi siamo i suoi artigiani. Esprimiamo e incarniamo nel quotidiano questo anelito per superare frontiere e barriere, troviamo insieme la forza, il coraggio, la determinazione per spezzare ogni spirale di risentimento e di violenza.
Guardando oltre i confini nazionali – non più linee di separazione, ma luoghi di amicizia e incontro fra i popoli – comprendiamo che le identità culturali e spirituali nazionali si fondono oggi in un più alto e condiviso patrimonio identitario europeo. Questo richiama ed esige coraggiose e feconde esperienze di riconciliazione, per perdonare e chiedere perdono, dalle quali può sorgere il bene assoluto della pace, secondo le intuizioni dei “padri fondatori” dell’Europa comunitaria. Un’Europa di pace, aperta al mondo, capace di ispirare fratellanza e universalismo ben al di là della sua geografia.
Noi, Chiese in Italia, Slovenia e Croazia, ci impegniamo a essere “case della pace” e a promuovere – nei nostri territori, con i giovani, le famiglie, le scuole – proposte di educazione alla nonviolenza, iniziative di accoglienza che aiutino a trasformare la paura dell’altro in occasioni di scambio, momenti di preghiera e attività che favoriscano la cultura dell’incontro, del dialogo ecumenico e interreligioso, del disarmo e della solidarietà.
Noi, Chiese in Italia, Slovenia e Croazia, ci impegniamo per il rispetto dell’inalienabile dignità di ogni persona, dal concepimento alla morte naturale; per la vicinanza ai poveri, ai malati e agli anziani; per la verità e la giustizia come cardini della vita comune; per la libertà religiosa, diritto umano fondamentale; per la riconciliazione e la guarigione delle ferite storiche; per la cura del Creato, che siamo chiamati a custodire e a consegnare alle nuove generazioni migliore di come lo abbiamo ricevuto.
Unite dall’unico anelito di pace, riaffermiamo la nonviolenza, il dialogo, l’ascolto e l’incontro come metodo e stile di fraternità, coinvolgendo tutti, a partire dai responsabili dei popoli e delle nazioni, perché favoriscano soluzioni capaci di garantire sicurezza e dignità per tutti. Per questo, offriamo la nostra testimonianza e la nostra azione.

Matteo Card. Zuppi 
Presidente della Conferenza Episcopale Italiana

Andrej Mons. Saje
Presidente della Conferenza Episcopale Slovena

Dražen Mons. Kutleša
Presidente della Conferenza Episcopale Croata

23 Settembre 2025

martedì 13 agosto 2024

Da Vatican News ...Il Card. Tagle presente a bibione, Inaugura il periodo della Perdonanza di Bibione

 

Il cardinale Tagle a Bibione per la PerdonanzaIl cardinale Tagle a Bibione per la Perdonanza

Tagle: il nostro mondo ha estremo bisogno di misericordia e perdono

Il pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione ieri a Bibione, nella Diocesi Concordia-Pordenone, per celebrare la Perdonanza e commemorare il cardinale Costantini. Dal cardinale un invito ai cristiani ad essere fautori di “un mondo in cui i deboli siano sostenuti anziché manipolati”, “in cui il dialogo prevalga sulla vendetta” e “tutti contribuiscono al bene di tutti”

Vatican News

L’invito alla misericordia, alla riconciliazione e al perdono in un mondo che anela alla pace ha caratterizzato l’intera visita del cardinale Luis Antonio Tagle, pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, che, ieri 3 agosto, ha presieduto la celebrazione di inaugurazione della Perdonanza nella città di Bibione in Diocesi di Concordia-Pordenone. La visita del porporato è stata motivata anche dalla commemorazione del cardinale Celso Costantini, primo delegato apostolico in Cina e segretario di Propaganda Fide, sepolto nella sua diocesi di origine, a cento anni dalla celebrazione del Concilium Sinense di Shangai, già celebrato con due grandi eventi a maggio e giugno presso l’Università Urbaniana.

L'apertura della Porta della Perdonanza

Accolto e accompagnato dal vescovo diocesano monsignor Giuseppe Pellegrini, Tagle ha aperto la Porta della Perdonanza e vi è entrato per primo portando il libro dei Vangeli seguiti da tutto il popolo. Quindi ha presieduto l’Eucaristia, concelebrata da numerosi sacerdoti, diocesani, ospiti e collaboratori per l’attività pastorale estiva nella nota località balneare del litorale veneto.


Doni di Dio

Proprio a partire dalla figura di Costantini, Tagle ha snodato la sua riflessione ricordandone “la fedeltà al Vangelo della misericordia” e lo “zelo missionario” che sono di ispirazione ancora oggi. Il cardinale si è poi soffermato sulle letture liturgiche, ognuna delle quali mostra un aspetto della misericordia di Dio: “Il nostro mondo ha un estremo bisogno di misericordia, di riconciliazione e di perdono che portino alla pace. Solo Dio può dare questi doni”, ha detto.

Testimoni e strumenti di misericordia

Noi, discepoli di Gesù, ha aggiunto, siamo chiamati non solo ad essere “destinatari della misericordia di Dio”, ma anche “suoi autentici testimoni e strumenti”: “Tanta misericordia abbiamo ricevuto da Dio, almeno in piccola parte cerchiamo di riversarla sui nostri fratelli e sorelle”.

Esame di coscienza

Riflettendo sulla quotidianità, il pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione ha esortato ad un esame di coscienza: “Come ci comportiamo con le persone che affrontano tempeste e confusione nella vita? Con preoccupazione o con indifferenza? Come affrontiamo i giovani e i critici che dubitano di noi e mettono in discussione le nostre posizioni? Con umiltà o con orgoglio vendicativo? Come rispondiamo alle richieste di aiuto che provengono da malati, anziani, rifugiati e persone diverse da noi? Con empatia o con un orecchio sordo? Impariamo da Gesù”.

Regola di vita

“La misericordia mostrata da Dio – ha sottolineato Tagle - dovrebbe essere la regola di vita nelle famiglie e nelle comunità cristiane e persino nelle relazioni tra le nazioni”. “Immaginate – ha detto - un mondo in cui chi commette errori viene corretto con misericordia anziché condannato e distrutto. Immaginate un mondo in cui i deboli siano sostenuti anziché manipolati. Immaginate un mondo in cui il dialogo prevalga sulla vendetta. Immaginate un mondo in cui tutti contribuiscono al bene di tutti piuttosto che cercare l’interesse personale”.

Da qui, un invito conclusivo: “Senza la misericordia il mondo non vedrà la giustizia, la verità, l'amore e la pace. Scegliete la misericordia. Diffondete la misericordia. Vivete la misericordia”.

mercoledì 16 febbraio 2022

Vatican News 16 febbraio 2022

 

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Vatican News

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16/02/2022

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