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lunedì 29 gennaio 2024

Vatican News 28 gennaio 2024

 

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Vatican News

Le notizie del giorno

28/01/2024

La chiesa italiana colpita a Istanbul
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Dopo l'Angelus, Francesco ricorda quanto accaduto nella comunità della città turca, dove è rimasto vittima un cinquantenne durante la Messa. Il Vicario apostolico, monsignor Palinuro: "Chiediamo alle autorità di fare chiarezza, di ricercare la verità, giustizia per chi ha perso la vita. Chiediamo ... 

Un gruppo di sfollati del Myanmar in Bangladesh
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Il Pontefice chiede riconciliazione per il Myanmar e che possano transitare gli aiuti umanitari nel Paese, così come in Medio Oriente e in Ucraina. Sollievo è ... 

Papa Francesco all'Angelus dell'ultima domenica di febbraio
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All'Angelus Francesco mette in guardia su ciò che soffoca la libertà: dipendenze, mode dominanti, paura, "l'idolatria del potere, che genera conflitti e ricorre ... 

I due ragazzi di Azione Cattolica accanto al Papa per l'Angelus
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Affacciati accanto a Francesco dal Palazzo apostolico, per l'Angelus domenicale, una ragazza e un ragazzo di Azione Cattolica leggono una lettera in cui ... 

Monsignor Enrico Trevisi, vescovo di Trieste
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Il vescovo della città giuliana, monsignor Enrico Trevisi, esprime emozione per l'annuncio della visita del Pontefice prevista per il prossimo 7 luglio in ... 

SANTA SEDE

La dottoressa Helena Pyz, direttrice del Jeevodaya in India
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Da 55 anni Il centro Jeevodaya nello Stato di Chhatisgarth si occupa dei lebbrosi e dell'educazione dei loro figli. Fondato da un sacerdote polacco, il centro ... 

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S’intitola ‘La lama e la croce’ il nuovo libro del giornalista Francesco Comina, pubblicato dalla Libreria Editrice vaticana, che narra le vicende di alcune ... 

mercoledì 7 settembre 2022

Fies News AFRICA/MOZAMBICO - Uccisa una suora comboniana italiana nell’assalto alla missione di Chipene 7 settembre 2022

AFRICA/MOZAMBICO - Uccisa una suora comboniana italiana nell’assalto alla missione di Chipene
 
Maputo (Agenzia Fides) – Una suora comboniana è stata uccisa nell’assalto alla missione di Chipene, nella provincia di Nampula, nel nord del Mozambico, avvenuto nella notte tra il 6 e il 7 settembre. Si tratta dell’italiana suor Maria De Coppi, religiosa 84enne comboniana, originaria di Santa Lucia di Piave. La suora era in Mozambico dal 1963.
Secondo le notizie pervenute all’Agenzia Fides, gli assalitori hanno distrutto le strutture della missione, tra cui la chiesa, l’ospedale e la scuola primaria e secondaria. Suor Maria è stata colpita da un proiettile alla testa mentre cercava di raggiungere il dormitorio dove si trovavano le poche studentesse rimaste. Sono riusciti a mettersi in salvo due missionari della diocesi di Concordia-Pordenone. Si tratta di don Loris Vignandel, 45 anni, originario di Corva e già parroco di Chions (Pordenone) e don Lorenzo Barro, che è stato rettore del seminario diocesano della città della Destra Tagliamento.
“Le consorelle di suor Maria si sono messe in viaggio per raggiungere Chipene e prelevare il suo corpo per seppellirlo in un’altra missione” dice all’Agenzia Fides Sua Ecc. Mons. Inacio Saure, Arcivescovo di Nampula, di cui la diocesi cui fa riferimento la missione di Chipene, Nacala, è suffraganea. Sull’identità di chi ha perpetrato l’assalto, Mons. Suare afferma che “non siamo sicuri che siano terroristi islamici, anche se è molto probabile che siano stati loro ad assalire la missione”.
La provincia di Nampula, assieme a quella di Cabo Delgado, è vittima dell’instabilità causata dalla presenza di gruppi terroristici che si richiamano allo Stato Islamico. Mentre a Cabo Delgado si sono concentrate le operazioni dei militari del Rwanda e di altre nazioni, giunti a dare manforte ai soldati mozambicani, la provincia di Nampula ha visto negli ultimi mesi una recrudescenza degli attacchi jihadisti. “In realtà - dice Mons. Saure - i gruppi jihadisti continuano ad operare anche a Cabo Delgado, ma nella nostra provincia gli assalti hanno costretto la popolazione a fuggire. Non sappiamo quante persone hanno cercato rifugio nella foresta. È un dramma terribile e ancora difficile da quantificare.” (L.M.) (Agenzia Fides 7/9/2022)

martedì 30 novembre 2021

AFRICA/NIGER - “La difficile strada che porta al confine”: aumentano le minacce verso le comunità cristiane

 


AFRICA/NIGER - “La difficile strada che porta al confine”: aumentano le minacce verso le comunità cristiane
 
Niamey (Agenzia Fides) – “E’ la prima volta che un ordigno esplosivo viene posizionato sulla strada che da Niamey porta al confine col Burkina Faso. Nell’esplosione sono stati registrati almeno tre morti e vari feriti, di cui alcuni gravi. E’ andato distrutto anche un pick-up di militari che partivano per Makalondi per dare man forte ai propri compagni che voci davano in difficoltà.” Padre Mauro Armanino, sacerdote della Società per le Missioni Africane, torna a scrivere all’Agenzia Fides di ennesimi attentati che persistono nei pressi della diocesi di Niamey.
L’episodio a cui fa riferimento il missionario è accaduto sabato 27 novembre e, secondo quanto raccontato, “ha impedito al parroco e alle religiose di visitare e consolare i numerosi fedeli della parrocchia di Makalondi. La celebrazione della prima domenica di Avvento è stata quindi guidata dai catechisti e dagli animatori delle comunità.”
Le comunità cristiane dei villaggi, seppure non siano le uniche a pagare in termini di minacce e intimidazioni a causa della fede, sono particolarmente prese come bersaglio. La diocesi di Niamey opera per assicurare cibo e rette scolastiche agli alunni delle scuole elementari del settore di Makalondi e Torodi, a meno di 100 chilometri dalla capitale. “Gli sfollati dei villaggi della parrocchia di p. Pierluigi Maccalli, rapito e poi liberato (vedi Agenzia Fides 9/10/2020), si stanno svuotando e i bambini sono costretti ad interrompere gli studi o ad andare altrove per continuarli” spiega il missionario.
Un convoglio militare francese è stato bloccato nella città burkinabè di Kaya, in viaggio dalla Costa d'Avorio al Mali, da centinaia di manifestanti arrabbiati per il fallimento delle forze francesi nel contenimento del terrorismo. Nel contesto di un sentimento anti-francese che dal Mali si è esteso al Burkina Faso e, almeno in parte, al Niger, si temono ulteriori prove per i contadini e in modo particolare per le giovani e fragili comunità cristiane. “L’utilizzo di ordigni esplosivi improvvisati lungo la strada che porta al confine è un fatto nuovo e preoccupante dell’accresciuta capacità dei gruppi armati di seminare morte e desolazione” ha sottolineato p. Armanino.
“Nell’altra zona della diocesi colpita, quella di Dolbel, qualche giorno fa è stato abbattuto un traliccio della telefonia mobile da parte dei gruppi armati. La paura cresce nella gente, che si sente ogni giorno un po' più abbandonata. Proprio adesso sembra essere giunto il momento di mettersi in piedi e alzare lo sguardo, perché vicina è la speranza della difficile strada che porta al confine”.
(MA/AP) (Agenzia Fides 30/11/2021)

giovedì 18 novembre 2021

Agenzia fides 18 novembre 2021

 


AFRICA/UGANDA - Attentato a Kampala: “Gli ugandesi sono uniti nella preghiera”, dice una missionaria
 
Kampala (Agenzia Fides) - “La situazione a Kampala è ancora di stato di allerta. Il Parlamento resta chiuso e non si sa quando riprenderà le sessioni di lavoro. Le forze dell’ordine hanno invitato i cittadini a rimanere il più possibile a casa, limitandosi agli spostamenti necessari. Le immagini dei kamikaze che si fanno saltare in aria, mostrate nei telegiornali, sono davvero scioccanti ma, nonostante ciò, la vita continua: la gente deve portare a casa il pane quotidiano. Si devono superare paura e barriere, e la preghiera è un’arma straordinaria”. A riferirlo all’Agenzia Fides è Suor Fernanda Cristinelli, missionaria comboniana che opera in Uganda come responsabile del "Comboni Children Center" per il recupero di bimbi vittime di tratta nella capitale Kampala, parlando della duplice esplosione avvenuta in città nei pressi della Centrale di polizia e del Parlamento (vedi Fides 17/11/2021).
Il bilancio delle vittime è salito a 5 morti e 33 feriti, “anche se il numero delle vittime – rileva suor Fernanda - potrebbe essere superiore a quanto riportato finora, poiché cinque dei feriti sono in condizioni critiche”. “Le autorità ugandesi - conferma la religiosa - stanno indagando sugli attacchi e, secondo le rivendicazioni giunte finora, la responsabilità della violenza dovrebbe essere delle Allied Democratic Forces” (ADF), che si dice abbiano legami con lo Stato islamico”. In uno scenario di panico e di generale sgomento per la brutale violenza, “in queste ore concitate - riferisce la suora - la risposta dei fedeli è molto sentita: tutti gli ugandesi sono uniti nella preghiera”.
L’Uganda, solitamente risparmiata dal terrorismo, è stata teatro il mese scorso di una recrudescenza di attacchi: il primo è avvenuto il 23 ottobre, quando una bomba è esplosa in un ristorante di Kampala; due giorni dopo, il 25 ottobre, una seconda bomba è esplosa su un autobus che percorreva l’autostrada Kampala-Masaka; una terza esplosione è avvenuta il 29 ottobre nel distretto di Nakaseke, a 60 chilometri a nord di Kampala. I primi due attentai sono stati rivendicati dallo Stato islamico.
Su 47 milioni di abitanti, i cristiani in Uganda sono circa l'85% della popolazione (40% cattolici, 32% Anglicani, 10% Pentecostali, e gruppi di altre confessioni), mentre il 13% della popolazione è musulmano, mentre minoranze seguono culti tradizionali.
(ES-PA) (Agenzia Fides 18/11/2021)
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AFRICA/TANZANIA - "Impatto ambientale sullo sviluppo umano sostenibile": i Vescovi lanciano la Plenaria Amecea 2022
 
Mwanza (Agenzia Fides) – "Abbiamo la responsabilità di evangelizzare prima noi stessi, in modo da poter cambiare il nostro atteggiamento nei confronti dell'ambiente e ricordare alle persone l'importanza di prenderci cura di ciò che ci circonda mentre evangelizziamo" ha affermato l'Arcivescovo Gervas Nyaisonga, Presidente della Conferenza Episcopale della Tanzania (TEC), in occasione della recente inaugurazione della XX Assemblea Plenaria dell'Associazione delle Conferenze Episcopali dell'Africa Orientale (AMECEA) che la Tanzania ospiterà a luglio 2022.
“La TEC sta coordinando i preparativi. Esortiamo a collaborare tutti i fedeli a livello diocesano e le agenzie governative - si legge in una nota pervenuta all’Agenzia Fides -, questo è il momento in cui mostriamo solidarietà come tanzaniani, per garantire una Plenaria di successo e per dimostrare che l'Africa è una” ha insistito il Presidente.
L’Arcivescovo Nyaisonga ha evidenziato l’importanza della tutela di tutto ciò che circonda l’uomo. “Questo pianeta è tutto ciò che abbiamo; se non lo proteggiamo, saremo in pericolo perché distruggere l'ambiente significa distruggere la vita umana. Siamo esortati come esseri umani, a cui è affidata la responsabilità di governare tutto il Creato di Dio, a riflettere su come possiamo rendere l'ambiente migliore per noi e per la prossima generazione.”
Il Presule ha inoltre confermato l’impegno della Chiesa cattolica nel paese a rendere la Tanzania verde, lanciando una campagna di rimboschimento familiare che consentirà ai membri di ogni famiglia di piantare tre alberi.
Nel documento dei Vescovi si evince inoltre che prenderanno parte alla Plenaria di 10 giorni i Vescovi di nove paesi dell'Africa orientale che rifletteranno sulla tutela dell'ambiente e assicureranno che la Madre Terra sia protetta dal degrado ambientale, in linea con il tema dell’incontro “Impatto ambientale sullo sviluppo umano sostenibile”.
Da parte sua, il Viceministro per il territorio, l'edilizia abitativa e lo sviluppo degli insediamenti umani, la signora Angelina Mabula, ha affermato che la campagna proposta dalla TEC aiuterebbe a salvare il paese dai pericoli della desertificazione. “Anche se il governo prevede di piantare 1.500.000 alberi in ogni distretto, non tutti potrebbero crescere, ma attraverso questa campagna crediamo che il successo della piantagione nel paese sarà visibile e il nostro paese sarà verde” ha detto la signora Mabula.
L'inaugurazione della Plenaria AMECEA è stata seguita da una cerimonia di piantumazione di alberi per illustrare la conservazione dell'ambiente. L’evento si è tenuto presso il centro di pellegrinaggio della Vergine Maria di Kawekamo nella diocesi cattolica di Mwanza. Ad inaugurarlo è stato l'Arcivescovo Nyaisonga, in collaborazione con il Segretariato AMECEA, rappresentato dal Direttore del Dicastero Pastorale AMECEA, don Emanuel Chimombo.
(AP) (Agenzia Fides 18/11/2021)
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ASIA/COREA DEL SUD - "L'amore nutre": solidarietà e gioia nel servire i poveri
 
Seoul (Agenzia Fides) - "L'amore nutre" è il motto e il titolo di un libro in cui il missionario degli Oblati di Maria Immacolata, padre Vincenzo Bordo racconta la sua straordinaria storia ed esperienza di prossimità ai poveri in Corea. Il missionario ha fondato e dirige a Seongnam, periferia di Seoul, la "Casa di Anna", centro di accoglienza per senzatetto e adolescenti senza famiglia, oltre a una mensa che da 30 anni nutre 800 senzatetto ogni giorno. Lì, oltre a offrire cibo, "distribuisce sorrisi, abbracci e preghiera", raccontano a Fides i volontari impegnati con lui. Padre Vincenzo è l'incarnazione della "Chiesa del grembiule", e il suo nome coreano è padre Kim Ha-jong, ovvero "Servo di Dio".
"Con cuore amorevole si prende cura della dignità degli esseri umani, dei più poveri" raccontano i suoi collaboratori. Il pasto alla mensa si svolge in un'atmosfera amichevole e luminosa, in cui "è l'amore a nutrire, prima di tutto, ogni essere umano" afferma padre Bordo, che ha pubblicato in lingua coreana il testo dove racconta la sua esperienza, dall'arrivo in Corea come missionario nel 1990, fino ad oggi. Tutte le entrate ottenute con la vendita del testo, saranno devolute ai poveri e ai senzatetto. "Ogni volta che si vende un libro, si offre un pasto ad un senzatetto. E' l'amore che nutre, insieme con il pane" rileva.
La accresciuta sensibilità della Chiesa coreana verso i poveri si è espressa con chiarezza nella "Giornata mondiale dei Poveri", indetta da Papa Francesco, celebrata il 14 novembre in tutte le diocesi. L'Arcidiocesi di Seoul ha ideato una serie di eventi per celebrare la Giornata dei Poveri, annunciando che non saranno gesti isolati o compiuti solo per un giorno all'anno.
“Spero che questo servizio possa essere un'occasione per tutti noi di renderci conto che siamo poveri e vulnerabili davanti a Dio. Noi, come una famiglia umana, siamo chiamati a mostrare solidarietà con i poveri, condividendo e tendendo le nostre mani a coloro che sono nel bisogno” ha affermato l'Arcivescovo eletto di Seoul, Mons. Peter Chung, impegnato nel corso della speciale Giornata, accanto al Cardinale Andrew Yeom Soo-jung e ad altri Vescovi di Seoul, nel servire pasti ai senzatetto alla mensa "Myeongdong Babjib", presso il complesso della Cattedrale di Seoul.
I Presuli hanno espresso gratitudine ai volontari che hanno preparato i pasti fin dalle prime ore del mattino. Sono 874 i volontari registrati, e tra loro 72 non cattolici, a turno impegnati alla mensa. Il Cardinale Yeom ha detto: "In questa Giornata siamo tutti invitati dallo Spirito Santo a unirci come sorelle e fratelli. Questa occasione speciale ci ricorda il fatto che siamo davvero Fratelli tutti, chiamati a camminare insieme come un'unica famiglia”.
'Myeongdong Babjib' è una mensa per i poveri gestita dal Movimento "One Body One Spirit", che ha sede proprio accanto alla Cattedrale di Myeongdong. Nella struttura si offrono pasti gratuiti ai senzatetto ogni mercoledì, venerdì e domenica. Secondo i dati registrati, oltre 70.000 senzatetto hanno visitato la mensa fino al 30 ottobre 2021. Accanto alla mensa vi è la "Clinica Raphael Nanum" gestita dalla Fondazione Raphael Nanum, struttura medica gratuita che ha iniziato la sua attività il 13 giugno 2021 in cooperazione con la "Myeongdong Babjib". La Clinica ha fornito servizi di assistenza sanitaria a 2.160 senzatetto negli ultimi 4 mesi.
(PA) (Agenzia Fides 18/11/2021)
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ASIA/IRAQ - Kurdistan iracheno, passi avanti nella lotta alle espropriazioni illegali subite da proprietari cristiani
 
Dohuk (Agenzia Fides) – Nella Regione autonoma del Kurdistan iracheno prosegue senza interruzioni la raccolta di documenti e denunce sugli espropri illegali di beni immobili – case e terreni – subiti negli ultimi lustri da proprietari cristiani. Comitati locali hanno avviato le procedure per realizzare una mappatura dettagliata delle proprietà espropriate illegalmente e acquisire informazioni relative ai titoli di possesso dei legittimi proprietari e alle circostanze concrete in cui sono avvenuti gli espropri illegali.
Mercoledì 17 novembre Reber Ahmed, Ministro dell’interno nel governo della Regione autonoma, ha dato conto in una conferenza stampa dei riscontri avuti durante la visita da lui compiuta nel governatorato di Dohuk, per verificare sul campo le procedure di raccolta dati avviate dalla Commissione istituita ad hoc lo scorso aprile, su input del governo regionale, con l’intento di contrastare il fenomeno degli accaparramenti abusivi di beni immobiliari appartenenti per lo più a membri di comunità etniche e di fede minoritarie, a partire dai cristiani (vedi Fides 14/4/2021).
Il Ministro ha confermato ai media di aver avuto ragguagli incoraggianti sull’acquisizione di denunce e materiali acquisiti in questa fase istruttoria dai comitati costituiti in loco, e negli incontri avuti con i rappresentanti delle amministrazioni locali - compresi quelli del governatorato di Dohuk e della città di Zakho – ha confermato la risoluta intenzione del governo regionale di procedere a un integrale ripristino per via legale dei diritti di proprietà violati negli ultimi lustri a danno di cittadini cristiani e appartenenti ad altri gruppi minoritari. Il materiale raccolto dai comitati locali sarà sottoposto all’attenzione della Commissione governativa competente, che dovrà poi definire le procedure concrete per restituire ai legittimi proprietari terreni e case espropriati illegalmente, sia prima che dopo la caduta del regime di Saddam Hussein.
L’istituzione di una Commissione governativa ad hoc incaricata di verificare e frenare i sistematici espropri illegali subiti negli ultimi anni da proprietari cristiani nel Kurdistan iracheno (e soprattutto nel governatorato di Dohuk), ha concretizzato un input espresso dal Governo della Regione autonoma nell’agosto 2020. Il compito affidato alla Commissione è quello di raccogliere documentazione, ascoltando anche le istanze e le giustificazioni delle parti coinvolte, in modo da tracciare una vera e propria mappatura delle proprietà dei cristiani fatte oggetto di esproprio abusivo negli anni in cui tutta l’area nord-irachena viveva la drammatica esperienza connessa alle conquiste delle milizie jihadiste di Daesh e alla creazione dell’auto-proclamato Stato Islamico.
Gli espropri su vasta scala di terreni e beni immobiliari appartenenti a famiglie cristiane sire, assire e caldee della regione del Kurdistan iracheno, come riferito dall'Agenzia Fides, furono denunciati con particolare veemenza nel 2016 (vedi Fides 14/4/2016 e 7/7/2016). Secondo le denunce presentate, gli espropri illegali venivano messi in atto da concittadini curdi, che operavano singolarmente o in maniera coordinata con altri membri del proprio clan tribale. Già a quel tempo il dottor Michael Benjamin, direttore del Centro Studi Ninive, riferiva che nel solo Governatorato di Dohuk esisteva una lista di 56 villaggi in cui l'area di terreno sottratto illegalmente a famiglie cristiane era pari a 47.000 acri. Il 13 aprile 2016, alcune centinaia di cristiani siri, caldei e assiri, provenienti dalla regione di Nahla (Governatorato di Dohuk) avevano organizzato una manifestazione davanti al Parlamento della Regione autonoma del Kurdistan iracheno (vedi foto) per protestare contro le espropriazioni illegali dei propri beni immobiliari subite negli anni precedenti ad opera di influenti notabili curdi, già più volte denunciate senza esito presso i tribunali competenti.
Negli ultimi anni, gli espropri illegali hanno preso di mira in maggior parte terre e case appartenenti a cristiani che hanno lasciato l'area soprattutto a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, per sfuggire ai conflitti regionali e alle violenze settarie e tribali esplose con maggior virulenza dopo gli interventi militari delle coalizioni internazionali. (GV) (Agenzia Fides 18/11/2021)
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AMERICA/VENEZUELA - Elezioni: “non rimaniamo nella diatriba e nel conflitto, ma lavoriamo per superarli in nome di un bene più grande”
 
Caracas (Agenzia Fides) – Domenica 21 novembre si terranno in Venezuela le elezioni regionali e municipali per eleggere i Governatori dei 23 stati in cui è suddiviso il territorio nazionale, i Sindaci dei 335 municipi, oltre ai consiglieri regionali e municipali. Al voto anche 69 comunità indigene, che votano secondo proprie regole i loro rappresentanti. Il 49% dei candidati è rappresentato da donne.
Per l’appuntamento elettorale, la Commissione permanente della Conferenza episcopale venezuelana ha pubblicato un messaggio intitolato "Oltre le elezioni regionali" in cui propone alcune considerazioni sulla realtà nazionale e sulle prospettive dopo il voto. “Il Venezuela come nazione è ferita nei suoi aspetti umani, sociali e istituzionali – è scritto all’inizio del messaggio -, in larga misura conseguenza di un modello politico autoreferenziale, di vocazione totalitaria, che abbiamo più volte definito come ‘moralmente inaccettabile’, per la mancanza di rispetto per i diritti umani, riconosciuta a livello internazionale, per la distruzione della struttura produttiva e per un impoverimento senza precedenti della grande maggioranza della popolazione”.
Di fronte a questo panorama, prosegue il testo dei Vescovi, "siamo consapevoli che l’argomento elettorale ha provocato apatia in una grande maggioranza della popolazione, arroganza in una minoranza, e ha portato a una frattura di molte opzioni politiche partitiche". "In ogni caso – evidenziano -, la cosa fondamentale non è rimanere nella diatriba e nel conflitto, ma affrontarli e lavorare per superarli, in nome di un bene più grande, che è un presente e un futuro più degni del popolo venezuelano, la nostra nazione". L’obiettivo della consultazione elettorale, sottolineano ancora, “non è solo scegliere un gruppo di autorità, ma inviare un segnale inequivocabile di determinazione e impegno per la rifondazione della vita, della libertà, della giustizia e della pace di 30 milioni di persone”.
I Vescovi ricordano che "spetta a ogni cittadino assumere in questa situazione, la decisione di partecipare o meno, essendo consapevole che qualunque cosa accada, avrà un grande impatto sul futuro della comunità, della regione e del paese, in quanto ci troviamo in un momento di particolare gravità, e per questo di suprema importanza e responsabilità trascendentale, personale, familiare e civile, di fronte a Dio e alla Patria."
I candidati che saranno eletti in questa situazione, dovranno assumersi la responsabilità di rafforzare l’integrazione e non l’esclusione, l’amicizia sociale e non la vendetta, la creazione di opportunità e non la chiusura di strade; devono operare in modo che le risorse raggiungano realmente i destinatari e non si perdano nella corruzione e nell'appropriazione indebita; dialoghino con tutti, principalmente con i più poveri ed esclusi.
Esortando a evitare le reciproche denigrazioni tra oppositori politici, i Vescovi ricordano che “il bene omune implica rispetto e un dialogo permanente con le comunità e le istituzioni sociali, anche se la pensano diversamente o provengono da un partito diverso da quello al potere". “C'è la possibilità e la necessità che attraverso questo processo elettorale emergano nuovi leader sociali che dovranno proporre alternative nuove al progetto accentratore del governo nazionale, ma dovranno anche cercare vie di incontro per il giusto sviluppo politico, economico e sociale delle situazioni particolari regionali e locali”.
Il comunicato ribadisce, nella parte conclusiva, la necessità di “una buona e nuova politica, dove la cosa più importante sia l’interesse per le persone, specialmente le più vulnerabili, e coordinare il nazionale con il regionale e il locale”. L’astensione non porta a generare i cambiamenti necessari, tantomeno un voto cieco che non tenga conto della drammatica situazione della nazione. E’ necessario “recuperare la politica come luogo di partecipazione, esercizio dei diritti democratici e protagonismo civico”. “Per tutto questo è indispensabile raddoppiare la speranza umana e Cristiana, nella dignità e potenzialità di ognuno dei venezuelani, e nella bontà e misericordia di Dio nostro Padre – esortano I Vescovi -. Se ognuno metterà il meglio di sé, costruiremo, dal calore dei focolari, dalla solidarietà delle nostre comunità e dalle tradizioni della nostra regioni, le basi per l'auspicata ricostruzione nazionale”. (SL) (Agenzia Fides 18/11/2021)
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Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

Tutto sull'arrivo del nuovo arcivescovo Mons. Riccardo Lamba

  LA CHIESA UDINESE ACCOGLIE IL NUOVO ARCIVESCOVO MONS. RICCARDO LAMBA Un momento storico, di grande solennità e festa, sarà celebrato domen...