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domenica 26 settembre 2010

Radiovaticana: Chiara "luce" Beata!




◊ Una ragazza “dal cuore cristallino”, “dall’amore grande come l’oceano”: così mons. Angelo Amato ha ricordato Chiara Badano, beatificata ieri pomeriggio nel Santuario Romano del Divino Amore. Il Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi ha definito questa giovane legata al Movimento dei Focolari - morta a soli 19 anni per un osteosarcoma - “una missionaria di Gesù, un’apostola del Vangelo”, colei che “ci invita a ritrovare la freschezza e l’entusiasmo della fede”. Il servizio di Isabella Piro:

“Offrire più atti d’amore a Gesù”: è questo il proposito di Chiara Badano nel giorno della sua Prima Comunione. Un proposito al quale resta fedele per tutta la vita, una vita breve, ma colma di grazia. Era nata il 29 ottobre 1971 a Sassello, vicino Savona, figlia unica di genitori profondamente cristiani. A nove anni, incontra il Movimento dei Focolari e ne assimila in pieno il carisma, il fare la volontà di Dio, il vivere la Parola di vita, l’amare Gesù crocifisso e abbandonato. La fondatrice del Movimento dei Focolari, Chiara Lubich, le dà un secondo nome, quello di “Luce”, tanta è la gioia dello Spirito Santo che traspare dagli occhi e dal sorriso di questa ragazza. Ascoltiamo mons. Amato:

"Fin da piccola aveva una carità gioiosa e straripante, manifestata nei fatti e non nelle parole. Chiara durante le elementari dava la sua merendina a una compagna che ne era priva. Quando la mamma lo seppe gliene dava due. Ma Chiara continuò a darle ai bambini poveri, perché in essi vedeva Gesù".
Il 17 febbraio 1989 comincia il calvario di Chiara. La diagnosi è terribile: sarcoma osseo con metastasi. Ma la giovane non si arrende. Di fronte alla malattia che le impedisce di praticare lo sport, tanto amato, dice: “Dio mi ha tolto le gambe, ma mi ha dato le ali”. E nonostante i dolori, rifiuta la morfina perché vuole rimanere lucida ed offrire tutto a Gesù. La sua stanza, prima in ospedale e poi a casa, diventa luogo di incontro e di apostolato: in tanti vanno a visitarla per portarle affetto e consolazione, ma in realtà sono loro a ricevere conforto ed incoraggiamento. Ancora mons. Amato:

"Era una ragazza che difendeva con coraggio la propria identità cristiana. La vita di Chiara è di una straordinaria attualità soprattutto per i giovani, ai quali insegna a non rifugiarsi nel rispetto umano, ma a testimoniare con fermezza la propria fede e il proprio amore al Papa".
Negli ultimi giorni, Chiara non riesce quasi più a parlare, ma vuole prepararsi all’incontro con Gesù, ‘lo Sposo’: sceglie un abito bianco, suggerisce canti e lettura per le esequie, vuole che il suo ultimo rito sia una festa. Muore all’alba del 7 ottobre del 1990. Le sue ultime parole sono per la mamma: "Sii felice, perché io lo sono”. Ed il suo ultimo gesto è un atto di carità:

"L’ultimo suo dono furono le cornee, unici organi ancora trapiantabili, perché non intaccati dalla malattia. Furono espiantate e due giovani oggi vedono grazie a lei. Chiara diceva: 'Ora non ho più niente di sano, ma ho ancora il cuore e con quello posso sempre amare'”.

◊ Sull’esempio di Chiara non rimanete analfabeti del Vangelo: non soffocate l’anelito della vostra vita a cose grandi, ad un amore universale. E’ con questo invito che il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, si è rivolto ai tanti giovani che stamattina hanno partecipato, nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, alla Messa di ringraziamento per la Beatificazione di Chiara "Luce" Badano. Nella serata di ieri, in oltre ottomila si erano dati appuntamento nell’Aula Paolo VI, e molti anche in Piazza san Pietro, per una grande festa in onore di Chiara "Luce", che a loro ha inteso passare il proprio testimone. Sui due avvenimenti ci riferisce Adriana Masotti:

“I giovani sono il futuro. Io non posso più correre, però vorrei passare loro la fiaccola come alle Olimpiadi. I giovani hanno una vita sola e vale la pena spenderla bene”. E’ da queste parole pronunciate da Chiara "Luce" Badano negli ultimi giorni della sua esistenza terrena che l’omelia del cardinale Bertone prende il via. Ripercorre, poi, la storia di Chiara:

“Anzitutto, alla base della sua vita vi è una fede ferma e costante nell’amore indefettibile di Dio, che si riflette nell’amore verso il prossimo. La sua biografia attesta una vita gioiosa, segno che le esigenze del vivere cristiano non si oppongono alla brama naturale di felicità”.
Il cardinale Bertone accenna ai fattori che hanno contribuito alla sua maturità cristiana: la famiglia, la comunità ecclesiale, la spiritualità del Movimento dei focolari. “Chiara Badano – dice il cardinale Bertone – dà concretezza al recente messaggio di Benedetto XVI ai giovani per la prossima Gmg, in cui scrive: ‘Cari amici, spesso la croce ci fa paura perché sembra la negazione della vita. In realtà, è il contrario! Essa è (il sì di Dio all’uomo, l’espressione massima del suo amore e) la sorgente da cui sgorga la vita eterna”. “La testimonianza di Chiara è un invito che Dio rivolge soprattutto a voi, giovani”, conclude il porporato.

(Canto iniziale “Tu hai una vita sola…”)
I giovani presenti in Basilica avevano vissuto ieri sera momenti forti. Alle 21, l’Aula Paolo VI era stracolma. La fotografia del volto luminoso e sorridente di Chiara Luce campeggia sul palco davanti ad un pubblico attentissimo, pronto ad applaudire i passaggi più profondi e a scatenarsi accompagnando i ragazzi che suonano e cantano sul palco. Sembra felice di essere lì insieme a suoi amici per i quali ha offerto la vita. La sua è una presenza spirituale tangibile, che i ragazzi avvertono. La sentono amica, compagna di viaggio, modello, ma anche una di loro. Ci sono anche i suoi genitori e i suoi amici più stretti a ricordarla. Il papà Ruggero e la mamma Maria Teresa:

“Io non concepivo un matrimonio senza figli, no? Però… pregavo. Cercavo di pregare...

“Quando Chiara è arrivata ci è apparso subito un dono della Madonna. Ma avvertivamo nell’anima, fin da subito, che Chiara non era solo figlia nostra, ma prima di tutto era figlia di Dio”.
Ha solo 9 anni, Chiara, quando conosce la spiritualità dell’unità di Chiara Lubich e scrive:

Ho riscoperto il Vangelo sotto nuova luce. Ora voglio fare di questo magnifico libro il mio unico scopo della vita. Non voglio e non posso rimanere analfabeta di un così straordinario messaggio“.

E poi ancora:
“Ho riscoperto Gesù Abbandonato in modo speciale. Prima lo vivevo piuttosto superficialmente e lo accettavo per poi aspettarmi la gioia. Ho capito che stavo sbagliando tutto. Non dovevo strumentalizzarlo, ma amare Lui e basta. Ho scoperto che Gesù Abbandonato è la chiave dell’unità con Dio, e voglio sceglierlo come mio sposo e prepararmi quando viene. Preferirlo…”.
Un percorso, quello di Chiara "Luce", che si fa particolarmente intenso nell’ultimo anno di vita in un ripetuto “sì” a Dio nell’accettazione del dolore, nell’amore verso tutti. E’ ciò che, in forme diverse, tanti altri giovani del Movimento vivono come i ragazzi dell’Italia, Pakistan, Croazia e Giordania che offrono la loro testimonianza. Prende poi la parola Maria Voce, la presidente del Movimento. Ma a salutare i giovani alla fine è la stessa Chiara "Luce" in un audiomessaggio che aveva registrato durante la sua malattia:
(voce di repertorio di Chiara Luce)

"Ho capito che se noi fossimo sempre in questa disposizione d’animo, pronti a tutto, quanti segni Dio ci manderebbe! Ho compreso anche quante volte Dio ci passa accanto e non ci rendiamo conto. Adesso vi saluto anche se avrei tantissime altre cose da dirvi, ma ecco alla prossima puntata. Ciao a tutti!(canto)
La gioia di tutti è grandissima ed è un evento davvero straordinario, quello che si è vissuto. Ma quale significato ha per il Movimento dei Focolari? Ci risponde Maria Voce:

“Da un certo punto mi sono domandata anche: cosa cambia oggi? Per Chiara Luce, niente, perché noi siamo convinti che lei sia Beata dal primo momento che ha lasciato questa terra e che è andata in Paradiso. Per noi? Noi abbiamo vissuto insieme a lei questi momenti in cui lei ha guadagnato questa santità; ma cambia tantissimo, nello stesso tempo, perché è la Chiesa, adesso, che ce la ridà e la ridà non solo al Movimento ma la ridà a tutta la Chiesa, al mondo intero come garanzia che è possibile raggiungere la santità anche in una vita normale. Quindi, è questa spiritualità collettiva, questa santità di popolo che Chiara – Chiara Lubich – ha sempre desiderato che venisse in luce, proprio per questa possibilità che tutti hanno di puntare alla santità”.
Ma sentiamo alcuni dei ragazzi presenti in Aula Paolo XVI:

R. – Chiara Luce per noi è stata una compagna di vita, e con lei andiamo avanti, insieme, cercando di fare cose grandi nella vita perché Dio ci chiede questo: abbiamo una sola vita e vogliamo penderla per lui, per realizzare il meraviglioso disegno che Dio ha su di noi. E così, la nostra forza è questa: di essere insieme.

R. – Sono qui perché credo che una figura come Chiara sia veramente una testimonianza bellissima per noi giovani di oggi. Molto spesso, infatti, si tende a pensare come i santi siano qualcosa di lontano, qualcosa che non ci appartiene più, qualcosa del passato. Invece, Chiara è stata la testimonianza vivente di come anche oggi possiamo tentare di essere santi.

R. – E’ stato per me un’esperienza grandissima poter scoprire e poter sperimentare e toccare con mano che questa spiritualità che cerco di vivere ogni giorno è una cosa che porta alla santità. Ecco, per me è una spinta a fare questo ogni giorno della mia vita.

R. – Quello che mi colpisce particolarmente di lei è il fatto che sia una Beata ai giorni nostri, una Beata che sa essere figlia dei nostri tempi ma allo stesso tempo, autenticamente cristiana.

R. – Chiara, nonostante tutto il dolore che ha provato, ha accettato e ha fatto la volontà di Dio. Io sono una ragazza non tanto forte, ma pensando a questo riesco ad andare avanti ed a pensare positivo riguardo a tutti i problemi della vita.

R. – La cosa che più mi ha colpito di Chiara Luce è la sua semplicità, e questo ci spinge ad essere consapevoli che anche noi, nella nostra vita quotidiana, possiamo vivere come lei, possiamo essere tanti Chiara Luce e tanti Chiara Luce nel mondo. Quindi, il nostro è solo un “grazie”.

R. – Chiara Luce Badano mi ha fatto capire tante cose: che la santità non è irraggiungibile, ma molto tangibile, anche per i giovani. Basta fare come lei: semplicemente amare ogni prossimo che viene a noi.

R. – Non sembra vera che adesso sia una Beata! E’ una cosa di cui parlavamo anni fa, sembrava una cosa lontana, invece no: è una giovane come noi della quale possiamo dire che è Beata, che ce l’ha fatta! E’ un esempio per tutta la Chiesa, è un esempio anche formalmente. E’ veramente una gioia!

5 commenti:

  1. Siamo una coppia di sposi, sposati da 1O anni e non abbiamo figli,speriamo tanto che Chiara ci aiutasse!
    Chiara è una Santa che sta vicino a Gesù e noi speriamo tanto che lei ci aiuti a darci un po' di felicità nella nostra vita..!
    Cordiali Saluti. =)

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  2. Sabina S. Io credo che nella vita non è mai tardi trovare la fede dentro di noi però non bisogna aspettare che sia il male ad avvicinarci alla fede di Dio ma ben si seguire quella luce che abbiamo ognuno di noi dentro e imparare ad ascoltare il nostro cuore.....grazie di averti conosciuta.... 8 maggio 2012

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  3. Enrico
    Chiara Badano,restera' nel cuore di tutti,per la sua Fede nel Dio creatore. La sua forza d'animo,
    sostenuta da una fede incrollabile le ha permesso di sopportare il dolere della malattia e apprezzare
    l'amore della famiglia che le era acconto. Una ragazza che non si trova facilmente nella nostra societa'. Esempio UNICO DI EROISMO utile per tutti i giovani.
    GRAZIE CHIARA PREGA PER NOI - SII FELICE !!!
    ENRICO PIOVAN 13/09/2013

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  4. Chiara è tuo amico allevia la sua sofferenza

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