Filippesi 1,4 ... e sempre, in ogni mia preghiera per tutti voi, prego con gioia...
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lunedì 27 marzo 2023
Avvisi e orari nell'Ottavario della Beata Vergine Addolorata
domenica 13 dicembre 2020
giovedì 7 maggio 2020
Celebrazioni con il popolo dal 18 maggio
Cardinale Bassetti (ANSA)
Dal 18 maggio celebrazioni con la presenza dei fedeli
L'intesa siglata tra la Chiesa italiana e il governo punta a garantire sicurezza di ogni fedele e fruibilità da parte di ogni comunità ecclesiale. Un passo reso possibile da una collaborazione mai interrotta
Gabriella Ceraso - Città del Vaticano
"Ciascuno ha fatto la propria parte con responsabilità". Così il presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Gualtiero Bassetti, ha commentato la firma, questa mattina a Palazzo Chigi, del Protocollo che dà il via libera alla ripresa delle celebrazioni con la presenza del popolo a partire dal 18 maggio, ribadendo l’impegno della Chiesa a contribuire al superamento della crisi in atto. Il testo - fa sapere la Conferenza episcopale italiana - giunge a conclusione di un percorso che ha visto la collaborazione tra i vescovi, il Presidente del Consiglio, il Ministro dell’Interno - nello specifico il Prefetto del Dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione, Michele di Bari, e il Capo di Gabinetto, Alessandro Goracci - e il Comitato Tecnico-Scientifico.
Le misure da rispettare
Nel rispetto della normativa sanitaria disposta per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2, il Protocollo indica alcune misure da ottemperare con cura, concernenti l’accesso ai luoghi di culto in occasione di celebrazioni liturgiche; l’igienizzazione dei luoghi e degli oggetti; le attenzioni da osservare nelle celebrazioni liturgiche e nei sacramenti; la comunicazione da predisporre per i fedeli, nonché alcuni suggerimenti generali. Queste misure- ha spiegato il premier Conte - esprimono i contenuti e le modalità più idonee per assicurare che la ripresa delle celebrazioni liturgiche con il popolo avvenga nella maniera più sicura.
Nello specifico si parla di accessi ai luoghi di culto ordinati e contingentati con l'aiuto dei volontari, e di presenze di fedeli ammessi solo con l'uso di mascherine e rispettando le distanze di sicurezza per “almeno un metro laterale e frontale”. A coloro che presentano sintomi influenzali/respiratori, con febbre uguale o superiore ai 37,5 gradi o che sono state in contatto con persone affette da coronavirus, è vietato l’ingresso ai luoghi di culto. Ingressi e uscite dovranno essere quanto più possibile distinti e si dovranno prevedere luoghi appositi per l'accesso dei disabili. Gli ambienti saranno igienizzati al termine di ogni cerimonia così come tutti gli oggetti utilizzati. Vuote le acquasantiere e omesso lo scambio del gesto di pace. Per i riti della Comunione sono richiesti al celebrante l'igienizzazione delle mani e l'uso di guanti e mascherina, vietato venir in contatto con le mani dei fedeli.
Per ragioni di sicurezza sanitaria è ridotta al minimo la presenza di concelebranti e Ministri, è omesso il coro come la presenza di sussidi per il canto o altro, mentre è prevista la possibilità della presenza di un organista.
Le regole valgono per tutti i tipi di celebrazione oltre quella Eucaristica. Nello specifico il Protocollo fa riferimento anche al sacramento della Penitenza da svolgersi solo in luoghi ampi e areati e il rinvio della celebrazione del sacramento della Confermazione.
Ove il luogo non sia idoneo al rispetto di queste norme - che devono essere affisse all'ingresso delle Chiese insieme al numero dei fedeli ammessi in base alla capienza massima del luogo - l'Ordinario può valutare la possibilità di celebrare all'aperto.
Salute, sicurezza e accessibilità
Nel predisporre il testo si è puntato - spia la Cei - a tenere unite le esigenze di tutela della salute pubblica con indicazioni accessibili e fruibili da ogni comunità ecclesiale. Il Protocollo - firmato dal dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e dal Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese - entrerà in vigore da lunedì 18 maggio 2020. Dal governo il grazie alla Conferenza episcopale per il sostegno morale e materiale che sta dando all’intera collettività nazionale in questo momento difficile per il Paese”. “Fin dall’inizio - ha affermato il Ministro Lamorgese - abbiamo lavorato per giungere a questo Protocollo : il lavoro fatto insieme ha dato un ottimo risultato. Analogo impegno abbiamo assunto anche con le altre Confessioni religiose”.
Dal 18 maggio celebrazioni con la presenza dei fedeli
L'intesa siglata tra la Chiesa italiana e il governo punta a garantire sicurezza di ogni fedele e fruibilità da parte di ogni comunità ecclesiale. Un passo reso possibile da una collaborazione mai interrotta
Gabriella Ceraso - Città del Vaticano
"Ciascuno ha fatto la propria parte con responsabilità". Così il presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Gualtiero Bassetti, ha commentato la firma, questa mattina a Palazzo Chigi, del Protocollo che dà il via libera alla ripresa delle celebrazioni con la presenza del popolo a partire dal 18 maggio, ribadendo l’impegno della Chiesa a contribuire al superamento della crisi in atto. Il testo - fa sapere la Conferenza episcopale italiana - giunge a conclusione di un percorso che ha visto la collaborazione tra i vescovi, il Presidente del Consiglio, il Ministro dell’Interno - nello specifico il Prefetto del Dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione, Michele di Bari, e il Capo di Gabinetto, Alessandro Goracci - e il Comitato Tecnico-Scientifico.
Le misure da rispettare
Nel rispetto della normativa sanitaria disposta per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2, il Protocollo indica alcune misure da ottemperare con cura, concernenti l’accesso ai luoghi di culto in occasione di celebrazioni liturgiche; l’igienizzazione dei luoghi e degli oggetti; le attenzioni da osservare nelle celebrazioni liturgiche e nei sacramenti; la comunicazione da predisporre per i fedeli, nonché alcuni suggerimenti generali. Queste misure- ha spiegato il premier Conte - esprimono i contenuti e le modalità più idonee per assicurare che la ripresa delle celebrazioni liturgiche con il popolo avvenga nella maniera più sicura.
Nello specifico si parla di accessi ai luoghi di culto ordinati e contingentati con l'aiuto dei volontari, e di presenze di fedeli ammessi solo con l'uso di mascherine e rispettando le distanze di sicurezza per “almeno un metro laterale e frontale”. A coloro che presentano sintomi influenzali/respiratori, con febbre uguale o superiore ai 37,5 gradi o che sono state in contatto con persone affette da coronavirus, è vietato l’ingresso ai luoghi di culto. Ingressi e uscite dovranno essere quanto più possibile distinti e si dovranno prevedere luoghi appositi per l'accesso dei disabili. Gli ambienti saranno igienizzati al termine di ogni cerimonia così come tutti gli oggetti utilizzati. Vuote le acquasantiere e omesso lo scambio del gesto di pace. Per i riti della Comunione sono richiesti al celebrante l'igienizzazione delle mani e l'uso di guanti e mascherina, vietato venir in contatto con le mani dei fedeli.
Per ragioni di sicurezza sanitaria è ridotta al minimo la presenza di concelebranti e Ministri, è omesso il coro come la presenza di sussidi per il canto o altro, mentre è prevista la possibilità della presenza di un organista.
Le regole valgono per tutti i tipi di celebrazione oltre quella Eucaristica. Nello specifico il Protocollo fa riferimento anche al sacramento della Penitenza da svolgersi solo in luoghi ampi e areati e il rinvio della celebrazione del sacramento della Confermazione.
Ove il luogo non sia idoneo al rispetto di queste norme - che devono essere affisse all'ingresso delle Chiese insieme al numero dei fedeli ammessi in base alla capienza massima del luogo - l'Ordinario può valutare la possibilità di celebrare all'aperto.
Salute, sicurezza e accessibilità
Nel predisporre il testo si è puntato - spia la Cei - a tenere unite le esigenze di tutela della salute pubblica con indicazioni accessibili e fruibili da ogni comunità ecclesiale. Il Protocollo - firmato dal dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e dal Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese - entrerà in vigore da lunedì 18 maggio 2020. Dal governo il grazie alla Conferenza episcopale per il sostegno morale e materiale che sta dando all’intera collettività nazionale in questo momento difficile per il Paese”. “Fin dall’inizio - ha affermato il Ministro Lamorgese - abbiamo lavorato per giungere a questo Protocollo : il lavoro fatto insieme ha dato un ottimo risultato. Analogo impegno abbiamo assunto anche con le altre Confessioni religiose”.
sabato 17 marzo 2018
Giorno di pellegrinaggio a Pietrelcina e San Giovanni Rotondo
Le notizie del giorno
17/03/2018
Imitiamo san Pio e non lo ammiriamo soltanto: con la preghiera fiduciosa, con il servizio ai bisognosi e con l’incontro con Dio nel Confessionale. Così il Papa ai fedeli di san Giovanni Rotondo a cui indica l'eredità del santo da coltivare
Forte appello del Papa durante la Messa a San Giovanni Rotondo prima del rientro in Vaticano
A San Giovanni Rotondo, Francesco prega davanti la salma di padre Pio custodita nel santuario di Santa Maria delle Grazie.
La gioia dei fedeli e le forti parole del Papa sulla società di oggi e la cultura dello scarto: sono i temi dell’intervista con don Stefano Mazzone, vicario generale della diocesi di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo.
Nel suo primo discorso a Pietrelcina, la terra natia di Padre Pio, Papa Francesco ripercorre la vita del Santo sottolineandone l’amore per i poveri, la ...
A Pietrelcina, paese natale di Padre Pio, Papa Francesco sosta in preghiera nella cappellina del Santo che sperimentò sempre "la maternità della Chiesa", imparando a "riconoscere nei poveri la carne del Signore".
Ripercorriamo le tappe principali della vita di Francesco Forgione, san Pio da Pietrelcina, attraverso i luoghi visitati da Papa Francesco, dal piccolo paese ...
Le immagini della cripta della chiesa di San Giovanni Rotondo, visitata ogni anno da centinaia di migliaia di fedeli da tutto il mondo per pregare davanti alla salma del santo frate cappuccino, e quelle del primo omaggio alle spoglie mortali di padre Pio, dopo la morte avvenuta il 23 ...
domenica 25 febbraio 2018
giovedì 20 luglio 2017
Cina: Campeggio estivo
ASIA/CINA - Il campeggio estivo, scuola di fede e di vita per i ragazzi |
Pechino (Agenzia Fides) – C’e chi ha recitato per la prima volta il rosario imparando ad usare la corona, chi per la prima volta ha partecipato alla Messa dall’inizio alla fine, chi è diventato più disciplinato e giudizioso dopo pochi giorni di vita comunitaria nel campeggio estivo organizzato, come tutti gli anni, dalla comunità cattolica cinese continentale: sono le testimonianze dei genitori riferite alle suore e ai sacerdoti che hanno guidato il campeggio estivo 2017. I bambini così “hanno fatto esperienza della scuola di fede e di vita” sottolinea un sacerdote organizzatore. Secondo le informazioni raccolte dall’Agenzia Fides, nell’attività del campeggio estivo sono coinvolti non solo sacerdoti, suore e seminaristi, ma in alcune diocesi anche il Vescovo in prima persona, per preparare, organizzare e guidare il catechismo. Tra questi Mons. Giuseppe Han Ying Jin, della diocesi di San Yuan, nella provincia di Shaan Xi, che con 136 bambini quest’anno è stato il campeggio più numeroso. La diocesi ha messo a disposizione 9 seminaristi, 2 suore e diverse volontarie, dal 9 al 16 luglio, per il catechismo, le testimonianze, l’insegnamento, guidare la via Crucis, allestire uno spettacolo su tema biblico, organizzare il pellegrinaggio. Durante il pellegrinaggio in tre parrocchie, i ragazzi sono stati accolti con grande calore e generosità dai parrocchiani, così è diventato una testimonianza viva di fraternità e condivisione, soprattutto di altruismo e servizio. La soddisfazione vince la fatica, come afferma don Dou: “è faticoso e fa caldo, ma quando vedo i bambini con il rosario in mano, che pregano con grande devozione e concentrazione passano tutte le stanchezze”. Una settantina di bambini della diocesi di Na Chong, della provincia di Si Chuan, hanno stupito i loro genitori dopo una settimana vissuta insieme alle suore e ai sacerdoti, dal 7 al 14 luglio. Uno di loro ha commentato: “Mio figlio è diventato così bravo da non crederci, ora sa recitare il rosario, sa condividere con gli altri ed è autodisciplinato”. Nel campeggio della Mongolia Interna 24 bambini di Bao Tou hanno imparato a fare una buona confessione, e durante il campeggio hanno studiato la Bibbia, superando anche un piccolo quiz finale. Durante 5 giorni di campeggio, dall’8 al 13 luglio, 30 bambini della parrocchia di Yang Ge Zhuang, del distretto di Qian An della città di Tang Shan, nella provincia di He Bei, hanno imparato il significato dei dieci Comandamenti e dei sette Sacramenti. (NZ) (Agenzia Fides 20/07/2017) \ |
martedì 30 maggio 2017
mercoledì 1 marzo 2017
domenica 7 agosto 2016
Il Papa confessa alla Porziuncola(osservatore Romano)
Posted: 05 Aug 2016 06:30 AM PDT
dal nostro inviato Gaetano Vallini
Non era in programma, tuttavia il gesto del Pontefice resterà il cuore di questo breve ma significativo viaggio ad Assisi, perché compiuto alla Porziuncola, che il santo poverello aveva immaginato come “porta del paradiso” su questa terra. Papa Francesco, terminata la meditazione e dopo aver invitato i vescovi umbri e i frati presenti all’interno della basilica di Santa Maria degli Angeli a fare altrettanto, ha indossato la stola e si è recato in confessionale. Vi è rimasto circa un’ora durante la quale ha confessato diciannove persone, tra cui quattro ragazzi scout, due sacerdoti, un frate, un’anziana sulla sedia a rotelle, una giovane mamma accompagnata dal figlio con disabilità e alcuni volontari della Porziuncola. E così nel pomeriggio di giovedì 4, la basilica, con i confessionali tutti occupati, come alcune delle cappelle laterali, ha vissuto un lungo momento di perdono. «Ci farà bene riceverlo oggi qui insieme», aveva detto il Pontefice invitando i fedeli presenti, un migliaio, ad accostarsi al sacramento della riconciliazione.
Ma anche un altro gesto ha assunto qui ad Assisi, città della pace, un significato particolare in un periodo di grande tensione: l’incontro del Papa con Abdel Qader Mohd, imam di Perugia. Un colloquio brevissimo durante il quale il leader musulmano ha però espresso a Francesco gratitudine per le sue recenti parole, ovvero per aver sottolineato che terrorismo e islam non sono identificabili, assicurandogli di essere accanto a lui e alla Chiesa in questo difficile momento.
Perdono e pace, dunque. Nessun altro posto al mondo sembra più adatto per sperimentare la grandezza di tali doni. In particolare la gioia di ricevere la misericordia di Dio. Hic locus sanctus est, si legge varcando la soglia della Porziuncola. Questo luogo è davvero santo, e basta alzare lo sguardo sopra l’arco della porta per leggere un’altra scritta, più piccola, che aggiunge senso alla prima: Haec est porta vitae aeternae, questa è la porta della vita eterna. Varcarla significa sperimentare la promessa di paradiso fatta da san Francesco alle migliaia di pellegrini che qui vengono a chiedere perdono, a lucrare l’indulgenza.
E il Papa, che di quel santo ha preso il nome, ha voluto essere qui come un semplice pellegrino. Ma il suo varcare la porta della Porziuncola ha assunto un valore tutto particolare in questo anno santo straordinario che egli ha voluto dedicare proprio alla misericordia, e ancora di più perché avvenuto in una ricorrenza significativa: gli ottocento anni del Perdono di Assisi, concesso da Onorio iii su insistenza del piccolo frate che voleva mandare tutti in paradiso, come ha ricordato il Papa all’inizio della meditazione.
Nella chiesetta, dopo aver deposto dei fiori sul piccolo altare, Francesco è rimasto in preghiera silenziosa per circa un quarto d’ora, prima accompagnato dal canto della corale poi dal raccoglimento dell’intera assemblea.
Sono stati i primi, intensissimi momenti di questa seconda visita ad Assisi — la prima il 4 ottobre 2013 — iniziata poco dopo le 15.30, quando, con un po’ di anticipo sull’orario previsto, l’elicottero con il Papa a bordo è atterrato al campo sportivo Migaghelli. Il Papa si è trasferito in auto alla basilica. Ad attenderlo sul piazzale, sotto il sole davvero cocente del primo pomeriggio, c’erano alcune migliaia di persone, che sono rimaste fino alla fine della visita, sfidando il gran caldo solo a sprazzi mitigato da leggere folate di vento. Francesco non ha deluso la loro attesa, salutandoli da vicino, accolto da canti e acclamazioni.
Subito dopo ha raggiunto l’atrio della basilica, attraversando l’infiorata realizzata da artisti di Spello, che hanno lavorato tutta la notte e l’intera mattina per realizzare la loro gigantesca opera. Quindi ha attraversato la navata centrale della chiesa, salutato con entusiasmo dai fedeli accalcati alle transenne.
Dopo la preghiera silenziosa all’interno della Porziuncola, Francesco ha preso posto su una piccola pedana accanto all’ingresso, da dove ha ascoltato la lettura del brano di Matteo in cui si viene invitati a perdonare non sette, ma settanta volte sette. Subito dopo ha preso la parola per commentare il passo evangelico che in questo luogo è risuonato più esigente e significativo. E reso concreto da quei confessionali aperti dal Papa, che della misericordia e del perdono ha fatto i cardini del pontificato. Parole che non si stanca mai di ricordare soprattutto ai sacerdoti. Come ha fatto anche ieri quando, presentato a un giovane frate che il 2 agosto, nel giorno della festa del Perdono di Assisi, aveva confessato per la prima volta, gli ha detto: «In confessionale sii misericordioso».
Finite le confessioni il Pontefice è tornato davanti alla Porziuncola dove, prima di impartire la benedizione, ha invitato i presenti a recitare il Padre nostro. È seguito lo scambio dei doni: una scultura di legno di una trentina di centimetri raffigurante san Francesco che abbraccia Gesù crocifisso quello al Papa, che ha ricambiato con un astuccio contenente i mattoni delle porte sante delle quattro basiliche papali di Roma. Due mattoni della porta santa di San Pietro Francesco li ha successivamente donati anche al vescovo diocesano e al custode del sacro convento.
Lasciata la chiesa, in un cortile laterale il Papa ha salutato i vescovi umbri guidati dall’arcivescovo di Perugia - Città della Pieve, cardinale Gualtiero Bassetti, i superiori generali degli ordini francescani, il segretario della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica, arcivescovo José Rodríguez Carballo, e l’imam di Perugia.
Successivamente si è svolto un momento che il Pontefice ha voluto fosse strettamente privato: l’incontro con tredici religiosi ammalati, avvenuto nel refettorio dell’infermeria. Tra loro padre Angelo Catalogna, 81 anni, frate minore della provincia umbra, per 40 anni missionario in Argentina, durante i quali è anche stato cappellano della polizia di Buenos Aires. Il Papa lo ha riconosciuto, salutandolo con affetto e ricordandone il carattere particolarmente dinamico. Ha quindi lasciato un pensiero scritto di suo pugno in spagnolo sul libro degli ospiti del convento: «Benediciamo il Signore, perché è grande la sua misericordia. Grazie per la vostra testimonianza e vi chiedo, per favore, di pregare per me. Fraternamente, Francesco».
Al termine della visita il Pontefice è uscito sul sagrato dove ha salutato nuovamente i fedeli presenti sulla piazza, rinnovando l’invito a perdonare, sempre, perché, «se perdoneremo, il Signore ci perdonerà». Dopo la benedizione, il Papa in auto ha raggiunto il vicino campo sportivo dove lo attendeva l’elicottero che lo ha riportato in Vaticano al termine di una visita durata circa tre ore.
(©L'Osservatore Romano – 6 agosto 2016) |
martedì 26 luglio 2016
sabato 23 aprile 2016
Confessare i ragazzi
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martedì 22 dicembre 2015
Nessuno resti fuori come uno scarto
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Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro
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