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AFRICA - Rimanere vere testimoni della vita: un imperativo per le donne cristiane africane |
Kara (Agenzia Fides) – “Una delle grandi rivoluzioni nella storia della Pasqua è stata quella di scoprire che le persone che per prime hanno portato il messaggio della risurrezione al mondo sono state le donne. Improvvisamente si sono ritrovate investite dalla missione fondamentale di nutrire e infondere speranza per una società umana in preda al disordine e alla sofferenza”, dice a Fides padre Donald Zagore, teologo ivoriano attualmente in Burkina Faso per la terza Assemblea plenaria dei Vescovi dell'Africa occidentale che si terrà a Ouagadougou dal 13 al 20 maggio. “Dove gli uomini si lamentavano e piangevano - continua il sacerdote della Società per le Missioni Africane - le donne portavano sorrisi, speranza e vita. Essendo state loro le prime testimoni della risurrezione, sono diventate torce della luce della vita, che ora e sempre dissipano le tenebre, gli abissi e la morte". “Il ruolo fondamentale di ‘madre dei viventi’ che il creatore ha dato loro fin dalle prime ore della creazione acquista la sua pienezza con la risurrezione di Cristo. Dare vita al mondo è la loro vocazione, prime testimoni della nuova vita emersa dalla tomba. La risurrezione, infatti, è la festa dei vivi” aggiunge. Padre Zagore sottolinea che l’esperienza femminile nella Bibbia “deve diventare l'esperienza delle donne africane in generale, e di quelle dell'Africa cristiana in particolare”: “In un continente costantemente nella disperazione, nella sofferenza e nella morte, la donna deve confermarsi ‘madre dei viventi’ e non ‘madre dei morti’. Portare speranza ai popoli africani, rimanere vere testimoni della vita, in questo particolare momento storico in cui il linguaggio della morte sta diventando sempre più potente, rimane un imperativo per le donne cristiane africane. La figura femminile deve rimanete testimone permanente della risurrezione di Cristo nella vita quotidiana per l’intero continente africano.” (DZ/AP) (8/5/2019 Agenzia Fides) |
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ASIA/FILIPPINE - I Vescovi ai fedeli: "Votate responsabilmente, per contrastare la corruzione" |
Manila (Agenzia Fides) - "Occorre votare responsabilmente e con saggezza. La gente non può aspettarsi un cambiamento se continuerà a votare per i politici corrotti": è l'appello diffuso dal Vescovo Francisco De Leon, alla guida della diocesi di Antipolo, mentre si avvicinano le elezioni di medio termine, previste il 13 maggio. Afferma il Vescovo a Fides: "La corruzione è ancora un grosso problema nel paese, perché politici corrotti continuano a essere eletti. Se continuiamo a votare candidati che sono noti per atti di corruzione, non ci si può aspettare che le nostre vite miglioreranno". Il Vescovo De Leon si è lamentato per il modo in cui i politici spesso approfittano delle persone più povere e vulnerabili che "sono perfino disposte a vendere i loro voti per sopravvivenza", e stigmatizza la "compravendita di voti" o il "voto di scambio", fenomeno tristemente diffuso. Il Presule ha esortato gli elettori "a non vendere i loro voti, poiché ciò significa vendere la loro coscienza e la credibilità della nazione, per una somma di denaro". "Lasciandosi coinvolgere in pratiche corruttive dome questa - ha ribadito - nulla cambierà nel paese". Il Vescovo si appella "alla coscienza cristiana degli elettori, chiamati a discernere secondo i principi della fede, di giustizia, onestà e trasparenza, a non lasciare i valori cristiani fuori dalla cabina elettorale. Seguite la vostra coscienza. E seguiamo tutto ciò che Dio ci dice di fare". "L'appello per un voto saggio e responsabile, che è condivisibile, va rivolto in modo tutto speciale ai giovani", commenta all'Agenzia Fides Jayeel Cornelio, sociologo e direttore del programma di studi sullo sviluppo dell'Università cattolica "Ateneo di Manila", dei padri Gesuiti. In questa tornata elettorale, riferisce il sociologo, i giovani tra 18 e 30 anni costituiscono il 31% dell'elettorato registrato: sono circa 18,8 milioni i giovani filippini che possono influenzare o determinare il risultato del voto. (SD) (Agenzia Fides 8/5/2019). |
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ASIA/PAKISTAN - Asia Bibi è salva in Canada. I cristiani: "Giustizia è fatta" |
Karachi (Agenzia Fides) - Asia Bibi, la donna ingiustamente condannata a morte per blasfemia e assolta dalla Corte Suprema del Pakistan il 31 ottobre del 2018, è salva in Canada, dove si è riunita con la sua famiglia. Lo affermano fonti del Ministero degli esteri del Pakistan e lo conferma il suo avvocato Saiful Malook. In Pakistan la notizia ha generato commenti favorevoli tra i cristiani. Il Vescovo Samson Shukardin, alla guida della diocesi di Hyderabad, parlando all'Agenzia Fides dichiara: "È una decisione importante del governo lasciarla andare fuori dal paese, è anche un atto di giustizia verso la donna, che ha subito una forte ingiustizia e sofferenza per un decennio. Infatti Asia è stata dichiarata innocente e liberata dalla Corte Suprema del Pakistan e ha tutto il diritto di andare ovunque voglia, per la sua protezione, sicurezza e vita futura ". Il Vescovo inoltre afferma: "Non è mai facile lasciare la propria amata patria, il luogo dei propri antenati, dei propri cari e dei parenti. Ma quando non ci sono alternative, bisogna lasciare il Paese: infatti qui la sua vita sarebbe stata in pericolo anche dopo la decisione della Corte Suprema. Bisogna pensare alla sicurezza di Asia Bibi, auspicando per lei una vita sicura e felice. Preghiamo per il suo nuovo inizio, con la sua famiglia, in Canada". P. Abid Habib, frate cappuccino ed ex direttore della Commissione "Giustizia e pace" della Conferenza dei Superiori Maggiori in Pakistan, dice a Fides: "Per il suo bene, siamo felici che Asia Bibi sia ora in Canada in un luogo sicuro. Ci sono in Pakistan gruppi estremisti che non hanno accettato la decisione della Corte Suprema, ma la sentenza va rispettata. In Pakistan accade che, anche quando un tribunale libera una persona, prosciogliendola dalle accuse di blasfemia, non è facile per quella persona continuare a vivere normalmente. La vita di Asia Bibi in Pakistan non era una vita libera: l'unica soluzione era l'espatrio". P. Mario Rodrigues, Rettore della Cattedrale di San Patrizio a Karachi, parlando a Fides, rileva: "Siamo grati al Primo Ministro e al Governo del Canada perché hanno aiutato Asia Bibi e hanno facilitato il processo di concessione dell'asilo in Canada. Non è mai facile trattare questioni del genere: bisogna riconoscere che il governo del Pakistan e la Corte Suprema del Pakistan hanno fatto del bene e hanno ristabilito la giustizia per la donna, garantendole protezione e salvezza. Le auguriamo ogni bene. Esortiamo la comunità cristiana in Canada ad aiutare Asia Bibi e la sua famiglia in questa nuova vita". (AG) (Agenzia Fides 8/5/2019) |
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AMERICA/MESSICO - E’ crisi umanitaria: migliaia di persone senza cibo da giorni che dormono per strada |
Tapachula (Agenzia Fides) – La situazione dei migranti in Messico peggiora di giorno in giorno. Alla frontiera nord, con gli Stati Uniti, l'aumento dei migranti sta creando una crisi logistica nel tentativo di accoglienza, mentre al sud del Messico la situazione si presenta ancora più drammatica, per la presenza di gruppi di persone provenienti dai paesi africani e asiatici in cerca di mezzi di sussistenza per tentare il viaggio verso il nord. Poche ore fa è stato reso pubblico il pronunciamento della IX Corte d'appello degli Stati Uniti secondo cui l'amministrazione Trump può costringere i richiedenti asilo ad aspettare in Messico durante lo svolgimento del processo. Di conseguenza i comuni messicani alla frontiera nord dovranno accogliere tutti i centroamericani richiedenti asilo negli Stati Uniti fino a quando non vengano convocati dal tribunale di frontiera, cosa che può accadere dopo qualche mese, se tutto procede bene e velocemente. Ma la situazione nel sud presenta una "vera crisi umanitaria", nelle parole di Mons. Alfonso G. Miranda Guardiola, Vescovo ausiliare di Monterrey e Segretario della Conferenza Episcopale Messicana (CEM), commentando il comunicato della CEM pubblicato ieri sulla terribile realtà nel Chiapas: "Alle porte del confine meridionale ci sono migliaia di nostri fratelli, persone che sono senza cibo da diversi giorni e che dormono per strada. Ci sono bambini, anziani, malati e alcune donne vicine al parto!" Nel testo del comunicato, pervenuto a Fides, si legge: "Siamo preoccupati per la situazione al confine meridionale, in particolare quello che vive la città di Tapachula, in Chiapas. L'immenso numero di migranti continentali ed extra-continentali ha superato l'aiuto della Chiesa e l'azione del governo. Le strutture della stazione migratoria Siglo XXI sono sovraffollate e non consentono l’attenzione umanitaria, costringendo i migranti a girovagare per la città in cerca di aiuto". Secondo Mons. Miranda Guardiola a Huixtla (sempre in Chiapas) ci sono tanti migranti che arrivano da Congo, Camerun, Haiti, Sri Lanka, Bangladesh e Angola. "Come Chiesa, la nostra occupazione oggi è diventata una preoccupazione. Insieme ad altre chiese e gruppi della società civile, abbiamo partecipato e allo stesso tempo collaborato con le nostre autorità per l'emergenza umanitaria che vive il nostro paese, dinanzi al fenomeno migratorio manifestato nelle carovane che qui transitano e continuano a muoversi nella nostra nazione". "Noi messicani siamo sempre stati caratterizzati dalla gioia, dalla solidarietà, dall’ospitalità – prosegue il testo -. Tuttavia, dato il flusso di carovane di migranti, alcuni hanno assunto atteggiamenti di rifiuto, indifferenza, xenofobia, discriminazione e razzismo. Abbiamo chiesto l'intervento della Caritas nazionale per coordinare l'aiuto esistente nel nostro paese, allo stesso tempo motiviamo le diverse diocesi del nostro paese, in modo che sollecitino tra i nostri parrocchiani uno sforzo supplementare di generosità a favore dei nostri fratelli." Il documento invita infine il governo federale ad elaborare un Piano d'Emergenza al riguardo, in modo speciale per la città di Tapachula. "Vi esortiamo a rispondere adeguatamente a questo momento di crisi in cui il nostro paese ha l'opportunità di mostrare il suo vero livello di umanità" conclude il testo, firmato dal presidente della CEM insieme ai Vescovi responsabili della Commissione per la mobilità umana, e da Mons. Jaime Calderón Calderón, Vescovo di Tapachula. (CE) (Agenzia Fides, 08/05/2019) |
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AMERICA/BRASILE - Assemblea dei Vescovi: il Mese Missionario Straordinario esperienza di comunione con la Chiesa in tutto il mondo |
Aparecida (Agenzia Fides) - "La cosa straordinaria di questo Mese Missionario è che, per la prima volta nella storia, il Santo Padre, il Papa, indice un mese come questo per la Chiesa cattolica in tutto il mondo”: a sottolinearlo è stato Mons. Odelir José Magri, Vescovo di Chapecó e Coordinatore del gruppo di lavoro che prepara in Brasile le attività di animazione per il Mese Missionario Straordinario dell’ottobre 2019 (MMS). Il Vescovo ha parlato ai giornalisti durante una conferenza stampa nel pomeriggio del 6 maggio, convocata nell’ambito della 57 Assemblea generale dell’Episcopato brasiliano (CNBB), che si svolge ad Aparecida dall’1 al 10 maggio, e durante la quale il MMS ha trovato ampio spazio. “Noi abbiamo la tradizione in Brasile, in America Latina e in alcuni paesi europei, di celebrare ad ottobre il Mese Missionario, ma questa volta è un'esperienza che vivremo in comunione con la Chiesa in tutto il mondo” ha sottolineato il Vescovo ai giornalisti. Secondo le informazioni pervenute all’Agenzia Fides dalla CNBB e dalle POM, Mons. Magri ha ricordato che la preparazione al MMS in Brasile è iniziata all'Assemblea generale nel 2018, quando la presidenza della CNBB ha nominato un gruppo di lavoro, "per presentare alcune proposte, che poi sono state approvate dal Consiglio permanente per tutto il Brasile". Quindi il Vescovo ha presentato la Guida per il MMS, strumento di formazione e celebrazione per tutto il Brasile, a livello regionale, diocesano e parrocchiale. La mattina dello stesso giorno, 6 maggio, Mons. Magri aveva presieduto la concelebrazione eucaristica in ringraziamento per l’indizione del MMS. Nell’omelia ha citato la testimonianza di Stefano, che appariva nella prima lettura, e ha sottolineato che "oggi abbiamo bisogno di cristiani del calibro di Stefano. Di uomini e donne pieni di fede e di Spirito Santo. Capaci di una testimonianza coraggiosa e vera dall'incontro con Gesù". Quindi ha proseguito: "Da qui nasce tutta la forza della missione. La missione è nata solo dall'amore fontale del cuore della Trinità. Dio è una fonte inesauribile di amore che si irradia e trabocca nell'intero universo, raggiungendo ognuno con la sua grazia misericordiosa". Al termine dell'omelia, sottolineando l'importanza del MMS per risvegliare la coscienza battesimale del popolo di Dio, Mons. Magri ha auspicato: "I nostri sforzi per guidare, vivere e celebrare questo Mese speciale ci rafforzino ancora di più nella convinzione che la Missione rinnova la Chiesa, rinvigorisce la sua fede e la sua identità. Gli dà nuovo entusiasmo e nuove motivazioni". Al termine della Messa, i Vescovi referenti dell'azione missionaria nelle 18 regioni in cui è suddivisa la CNBB hanno ricevuto la Croce missionaria del 5° Congresso Missionario Americano (CAM 5) e il materiale di lavoro, che poi sarà inviato ad ogni arcidiocesi e diocesi del Brasile, insieme alla Guida e alla bandiera con il logo del MMS. Lo stesso Mons. Magri ha parlato delle iniziative per il MMS all’assemblea dei Vescovi brasiliani, il 4 maggio, sottolineando le sei dimensioni che lo caratterizzano: incontro, testimonianza ed esperienza, formazione, carità missionaria, cooperazione e celebrazione. L'apertura del MMS avrà luogo il 1° ottobre nel Santuario di Aparecida, e particolare importanza verrà data alla Veglia missionaria, con la proposta di un gesto concreto di comunione tra tutte le realtà ecclesiali brasiliane. Successivamente il Vescovo si è soffermato sulle proposte per sviluppare il tema a livello nazionale, regionale, diocesano e parrocchiale, evidenziando la richiesta che comunque non sia “un’attività in più” rispetto alla pastorale ordinaria delle comunità. Dopo la presentazione di un video sul MMS, Mons. Giovanni Crippa, Vescovo di Estância, ha proseguito la riflessione su questo tema sottolineando l’unità della Chiesa, locale e universale, e la missionarietà: “La comunione di ciascuno di noi con le altre Chiese, la sollecitudine di ciascuno verso tutti è costitutiva dell'atteggiamento di ogni Chiesa particolare. La Chiesa è chiamata a manifestare l'ansia missionaria di Cristo, che non ha limiti. La Chiesa è vera se testimoniamo che Dio ama non solo noi, ma tutti". (SL) (Agenzia Fides 8/5/2019) |
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AMERICA/STATI UNITI - Jean Vanier: "missionario della tenerezza" |
Washington (Agenzia Fides) - “Quello che non vogliamo perdere di vista - e ciò su cui vogliamo riflettere, che vogliamo celebrare e proclamare - è che Jean Vanier era un missionario” afferma Donald R. McCrabb, Direttore esecutivo della United States Catholic Mission Association (USCMA), in un messaggio inviato all’Agenzia Fides per la morte del fondatore de L'Arche, comunità di accoglienza per persone disabili presente con 152 centri in 37 paesi. Nato 90 anni fa a Ginevra da genitori canadesi, Jean Vanier era ufficiale della Marina. Nel 1950 rinuncia alla carriera militare e inizia a studiare teologia e filosofia. Insegna all'Università di Toronto, ma presto lascia anche la carriera universitaria per dedicarsi ad incontrare Gesù nelle persone più deboli e abbandonate. Nel 1964 fonda l'Arche e nel 1971 contribuisce alla nascita del movimento “Foi et Lumiere” (Fede e Luce). Nel 2015 riceve il Premio Templeton. E' morto a Parigi all'alba del 7 maggio, in seguito ad una grave malattia. “Il missionario è un testimone dell'amore salvifico di Dio riversato in Gesù Cristo – scrive McCrabb -. L'amore di Dio per l'umanità ha assunto la carne umana. Jean ha incarnato questa verità; la sua prima regola per diventare più umano era essere a proprio agio con i nostri corpi. Jean era amico di Gesù e testimone del suo amore nell'integrità della sua vita, in quello che ha fatto e nelle parole che ha usato. I missionari vanno a vivere con le persone alla periferia della società. Jean viveva con uomini e donne con gravi disabilità. Voleva attraversare il confine costruito da parole come forti e deboli, abili e disabili, persone che parlano bene e muti, sordi e udenti. Jean viveva qui”. Il Direttore esecutivo della USCMA ricorda infine che “Papa Francesco ha detto che la missione è allo stesso tempo, una passione per Gesù e una passione per la sua gente. Jean Vanier incarnava questa passione. Jean Vanier, missionario di tenerezza, prega per noi”. (SL) (Agenzia Fides 8/5/2019) |
Filippesi 1,4 ... e sempre, in ogni mia preghiera per tutti voi, prego con gioia...
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mercoledì 8 maggio 2019
Agenzia Fides 08/05/2019
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martedì 21 aprile 2015
Fides News, Bollettino del 21 aprile 2015
EUROPA/SPAGNA - Missione, emigrazione e crisi sociale: i Vescovi in assemblea
Madrid (Agenzia Fides) – E’ in corso la XCV Assemblea Plenaria della Conferenza Episcopale Spagnola (CEE), che si svolge dal 20 al 24 aprile. In questa occasione, l'incontro avrà una giornata speciale: venerdì 24, i Vescovi andranno in pellegrinaggio ad Avila, in occasione del V Centenario della nascita di Santa Teresa di Gesù.
L'Arcivescovo di Valladolid e Presidente della CEE, il Card. Ricardo Blazquez Perez, ha aperto l'incontro con un discorso programmatico, quindi Sua Ecc. Mons. Renzo Fratini, Nunzio apostolico in Spagna, ha portato il suo saluto ai partecipanti. Tra i punti centrali del discorso del Card. Ricardo Blázquez, possiamo segnalare: l'Anno della Vita consacrata e il V Centenario della nascita di Santa Teresa di Gesù; il compito della missione oggi: in Spagna si sta vivendo la "trasformazione missionaria" di chiese, parrocchie e comunità; la situazione sociale: "questa crisi sociale ed economica, si porta dietro una crisi antropologica, etica e religiosa"; la persecuzione dei cristiani; la tragedia dell'immigrazione; i motivi per la speranza. (CE) (Agenzia Fides, 21/04/2015)
L'Arcivescovo di Valladolid e Presidente della CEE, il Card. Ricardo Blazquez Perez, ha aperto l'incontro con un discorso programmatico, quindi Sua Ecc. Mons. Renzo Fratini, Nunzio apostolico in Spagna, ha portato il suo saluto ai partecipanti. Tra i punti centrali del discorso del Card. Ricardo Blázquez, possiamo segnalare: l'Anno della Vita consacrata e il V Centenario della nascita di Santa Teresa di Gesù; il compito della missione oggi: in Spagna si sta vivendo la "trasformazione missionaria" di chiese, parrocchie e comunità; la situazione sociale: "questa crisi sociale ed economica, si porta dietro una crisi antropologica, etica e religiosa"; la persecuzione dei cristiani; la tragedia dell'immigrazione; i motivi per la speranza. (CE) (Agenzia Fides, 21/04/2015)
AFRICA/EGITTO - L'Università islamica di Al Azhar condanna la strage jihadista dei cristiani etiopi
Il Cairo (Agenzia Fides) – Un “crimine odioso, commesso dal gruppo terrorista Daesh (acronimo arabo usato per indicare lo Stato Islamico,ndr), che va contro qualsiaso religione, legge o condotta umana”. Con queste formule senza appello l'Università di Al Azhar, massimo centro accademico dell'islam sunnita, ha condannato la strage di 28 etiopi compiuta dai jihadisti dello Stato Islamico che hanno diffuso sulle rete dei loro media i video delle barbare esecuzioni presentando le vittime come membri della “ostile Chiesa etiope”. La condanna è espressa in una dichiarazione, attribuita dai media egiziani all'Imam Ahmed al-Tayyeb e pervenuta all'Agenzia Fides, in cui si
richiama anche la comunità internazionale ad affrontare come una minaccia globale la rete jihadista che alimenta i conflitti in Medio Oriente. Nel comunicato, l'Università islamica porge le proprie condoglianze al governo e al popolo etiope e alle famiglie delle vittime. Lo scorso gennaio, nella visita da lui compiuta in Egitto, il Patriarca della Chiesa ortodossa Mathias I era stato ricevuto anche dal Grande Imam di Al Azhar.
Intanto, nella giornata di domenica 19 aprile, il Presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi ha ricevuto al Cairo John Brennan, direttore della Central Intelligence Agency (CIA), per uno scambio di considerazioni sulle tante emergenze che travagliano i Paesi arabi, e anche l'Arcivescovo di Canterbury Justin Welby, Primus inter pares della Comunione anglicana. Durante i colloqui, il Presidente egiziano ha insistito sul fatto che nell'Egitto in uscita dalle convulsioni delle “primavere arabe” i cristiani non vengono considerati in senso penalizzante e riduttivo come una “minoranza”, ma sono cittadini egiziani a pieno titolo, con gli stessi diritti e doveri di tutti gli altri. (GV) (Agenzia Fides 21/4/2015).
richiama anche la comunità internazionale ad affrontare come una minaccia globale la rete jihadista che alimenta i conflitti in Medio Oriente. Nel comunicato, l'Università islamica porge le proprie condoglianze al governo e al popolo etiope e alle famiglie delle vittime. Lo scorso gennaio, nella visita da lui compiuta in Egitto, il Patriarca della Chiesa ortodossa Mathias I era stato ricevuto anche dal Grande Imam di Al Azhar.
Intanto, nella giornata di domenica 19 aprile, il Presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi ha ricevuto al Cairo John Brennan, direttore della Central Intelligence Agency (CIA), per uno scambio di considerazioni sulle tante emergenze che travagliano i Paesi arabi, e anche l'Arcivescovo di Canterbury Justin Welby, Primus inter pares della Comunione anglicana. Durante i colloqui, il Presidente egiziano ha insistito sul fatto che nell'Egitto in uscita dalle convulsioni delle “primavere arabe” i cristiani non vengono considerati in senso penalizzante e riduttivo come una “minoranza”, ma sono cittadini egiziani a pieno titolo, con gli stessi diritti e doveri di tutti gli altri. (GV) (Agenzia Fides 21/4/2015).
AFRICA/SUDAFRICA - Uccisa suora nel KwaZulu-Natal: da 60 anni in missione, una vita dedicata ai bambini poveri
Johannesburg (Agenzia Fides) - Una suora missionaria austriaca di 86 anni, Suor Stefani Tiefenbacher CPS (Suore Missionarie del Preziosissimo Sangue), è stata uccisa nella notte tra sabato 19 e domenica 20 aprile nella sua camera, nella missione del Sacro Cuore di Ixopo, nella provincia del KwaZulu-Natal, nell’est del Sudafrica.
Secondo le notizie pervenute all’Agenzia Fides una consorella intorno alle 3 del mattino di domenica ha trovato il corpo di suor Tiefenbacher: era legata e imbavagliata. La religiosa è morta soffocata. Prima di morire avrebbe subito anche una violenza sessuale. Suor Tiefenbacher era in missione da 60 anni e si dedicava ai bambini poveri della locale comunità. (L.M.) (Agenzia Fides 21/4/2015)
Secondo le notizie pervenute all’Agenzia Fides una consorella intorno alle 3 del mattino di domenica ha trovato il corpo di suor Tiefenbacher: era legata e imbavagliata. La religiosa è morta soffocata. Prima di morire avrebbe subito anche una violenza sessuale. Suor Tiefenbacher era in missione da 60 anni e si dedicava ai bambini poveri della locale comunità. (L.M.) (Agenzia Fides 21/4/2015)
AFRICA/SUD SUDAN - Le aree periferiche abbandonate a sé stesse per il conflitto nazionale: si riaccendono gli scontri tribali
Juba (Agenzia Fides) - “Non è stato possibile celebrare il triduo pasquale a Malakal per gli scontri tra le tribù Shilluk e Dinka” riferiscono all’Agenzia Fides fonti missionaria dalla capitale dello Stato sud-sudanese dell’Alto Nilo. “Il conflitto tra il governo centrale del Presidente Salva Kiir e la ribellione, guidata dall’ex Vice Presidente Riek Machar, sta avendo pesanti conseguenze sulle periferie del Sud Sudan che sono abbandonate a loro stesse” spiegano le fonti di Fides che per motivi di sicurezza chiedono l’anonimato.
“Una delle conseguenze più gravi di questo abbandono è il riaccendersi di conflitti sopiti, spesso a carattere tribale, come quello tra queste due tribù che peraltro appoggiano entrambe il governo. Un diverbio sulla delimitazione di un’area comune è esploso in un conflitto proprio nella Settimana Santa. Questo avviene per la mancanza di un governatore in grado di coinvolgere i capi tribali e le altre autorità tradizionali in un dialogo per risolvere dispute di questo tipo” spiega la fonte.
“Quello che è avvenuto a nord di Malakal avviene anche in altre zone del Paese e ci fa comprendere la complessità della situazione del Sud Sudan, dove accanto al conflitto nazionale, si sono accesi diversi conflitti locali” concludono le fonti di Fides.
Il South Sudan Council of Churches (SSCC), l’organismo che raggruppa le principali confessioni cristiane del Paese, tra cui quella cattolica, ha presentato un piano di pace per risolvere la guerra civile, incentrato sulla riconciliazione tra le diverse componenti nazionali. I leader cristiani hanno inoltre annunciato di voler svolgere un ruolo guida nei colloqui di pace che si svolgono ad Addis Abeba, in Etiopia, con la mediazione dell’IGAD (Intergovernmental Authority on Development), l’organismo di cooperazione regionale al quale appartiene il Sud Sudan. (L.M.) (Agenzia Fides 21/4/2015)
“Una delle conseguenze più gravi di questo abbandono è il riaccendersi di conflitti sopiti, spesso a carattere tribale, come quello tra queste due tribù che peraltro appoggiano entrambe il governo. Un diverbio sulla delimitazione di un’area comune è esploso in un conflitto proprio nella Settimana Santa. Questo avviene per la mancanza di un governatore in grado di coinvolgere i capi tribali e le altre autorità tradizionali in un dialogo per risolvere dispute di questo tipo” spiega la fonte.
“Quello che è avvenuto a nord di Malakal avviene anche in altre zone del Paese e ci fa comprendere la complessità della situazione del Sud Sudan, dove accanto al conflitto nazionale, si sono accesi diversi conflitti locali” concludono le fonti di Fides.
Il South Sudan Council of Churches (SSCC), l’organismo che raggruppa le principali confessioni cristiane del Paese, tra cui quella cattolica, ha presentato un piano di pace per risolvere la guerra civile, incentrato sulla riconciliazione tra le diverse componenti nazionali. I leader cristiani hanno inoltre annunciato di voler svolgere un ruolo guida nei colloqui di pace che si svolgono ad Addis Abeba, in Etiopia, con la mediazione dell’IGAD (Intergovernmental Authority on Development), l’organismo di cooperazione regionale al quale appartiene il Sud Sudan. (L.M.) (Agenzia Fides 21/4/2015)
AMERICA/MESSICO - Attiva partecipazione in lingua Náhuatl della comunità indigena alla consacrazione del Vescovo di Orizaba
Orizaba (Agenzia Fides) – Per la prima volta nella storia della diocesi di Orizaba (Messico), durante il rito di ordinazione episcopale di Sua Ecc. Mons. Eduardo Cervantes Merino, che si svolgerà il 24 aprile, verrà imposto al nuovo Vescovo il Xochicostcatl, cioè una collana di fiori che è un ornamento indigeno tradizionale il quale simboleggia fiducia, onore e rispetto per chi offre un servizio alla comunità in nome di Dio, verrà eseguito un canto e verrà proclamata una lettura nella lingua madre degli indigeni, il Nahuatl.
La nota pervenuta a Fides da una fonte locale riferisce che un gruppo di rappresentanti laici della Sierra de Zongolica, zona indigena di questa diocesi, accoglierà il nuovo Vescovo nella piazza principale dell’abitato e gli imporrà il Xochicostcatl. Quindi i leader indigeni lo accompagneranno in processione verso la chiesa. Per questo evento, che riveste grande importanza per la Chiesa locale, si prevede la presenza di oltre 20 Vescovi provenienti da tutto il paese, oltre che del Nunzio apostolico, Sua Ecc. Mons. Christophe Pierre.
La popolazione indigena che parla il Náhuatl è molto numerosa in Messico, e la Chiesa cattolica segue molto da vicino la loro formazione nelle comunità (vedi Fides 2/10/2013). Attualmente il Náhuatl è la lingua nativa più parlata nel paese: si calcola da circa un milione e mezzo di persone.
(CE) (Agenzia Fides, 21/04/2015)
La nota pervenuta a Fides da una fonte locale riferisce che un gruppo di rappresentanti laici della Sierra de Zongolica, zona indigena di questa diocesi, accoglierà il nuovo Vescovo nella piazza principale dell’abitato e gli imporrà il Xochicostcatl. Quindi i leader indigeni lo accompagneranno in processione verso la chiesa. Per questo evento, che riveste grande importanza per la Chiesa locale, si prevede la presenza di oltre 20 Vescovi provenienti da tutto il paese, oltre che del Nunzio apostolico, Sua Ecc. Mons. Christophe Pierre.
La popolazione indigena che parla il Náhuatl è molto numerosa in Messico, e la Chiesa cattolica segue molto da vicino la loro formazione nelle comunità (vedi Fides 2/10/2013). Attualmente il Náhuatl è la lingua nativa più parlata nel paese: si calcola da circa un milione e mezzo di persone.
(CE) (Agenzia Fides, 21/04/2015)
AMERICA/COLOMBIA - Emergenza per violenze e aggressioni ai minori
Bucaramanga (Agenzia Fides) - Bucaramanga è una cittadina capoluogo del dipartimento di Santander, in Colombia. Da una recente comunicazione delle autorità locali risulta che nella città vengano denunciati 45 casi di maltrattamento di minori al giorno, ma la cifra corrisponde solamente al 30% delle aggressioni. Il restante 70% continua a rimanere anonimo. Il fenomeno è particolarmente grave e allarmante: dall’inizio di quest’anno già due bambini sono stati assassinati presumibilmente dai rispettivi genitori. Di una di queste due vittime, una di soli cinque mesi, si ha la quasi certezza che sia stata anche violentata. Secondo le stime, nel 2014 a Bucaramanga hanno subito violenze 60 bambini e 70 bambine. Nell’area metropolitana la cifra raggiunge i 241 casi. L’anno precedente 24 minori sono stati uccisi e tra questi, sei risultano coinvolti nelle guerre tra bande criminali della città. Dalle denunce raccolte risulta che oltre, alle aggressioni fisiche, i piccoli subisca no punizioni e umiliazioni corporali, abuso fisico o psicologico, totale trascuratezza e negligenza da parte dei genitori sin dalla gestazione. Oltre ai genitori, i principali carnefici di questo crimine sono fratelli, zii e nonni. (AP) (21/4/2015 Agenzia Fides)
AMERICA/EL SALVADOR - La povertà aggrava le condizioni di vita dei bambini sieropositivi
San Salvador (Agenzia Fides) - Le condizioni economiche e di povertà del Paese costituiscono una aggravante per la salute dei bambini sieropositivi, che spesso non possono seguire una terapia costante in quanto i familiari sono impossibilitati a portarli nelle strutture sanitarie. L’ospedale pediatrico Benjamín Bloom ha in cura 323 bambini affetti da Hiv. Secondo una raccolta dati sui piccoli in cura nel sistema sanitario pubblico, realizzata da “Fondazione Inocencia” e Unicef, il 41% delle famiglie dei minori affetti dal virus non ha neanche un reddito equivalente al salario minimo. Inoltre il 33% è privo di stabilità lavorativa e di conseguenza economica.
L’alimentazione è un altro fattore che incide sulla salute di questi piccoli: il 37% delle famiglie coinvolte nello studio hanno dichiarato di non avere alcun accesso ai generi alimentari basilari. Ad aggravare la situazione di alcuni c’è poi l’abbandono da parte di genitori o familiari. I piccoli sieropositivi non hanno accesso a ludoteche, computer e altri luoghi di educazione e rimangono emarginati nelle stesse scuole o comunità. Occorre un monitoraggio costante che assicuri loro le cure e che i genitori vengano economicamente aiutati. San Salvador è il dipartimento dove si registra il maggior numero di contagi, 120 bambini con Hiv, mentre Morazán è quello con il numero minore. (AP) (21/4/2015 Agenzia Fides)
L’alimentazione è un altro fattore che incide sulla salute di questi piccoli: il 37% delle famiglie coinvolte nello studio hanno dichiarato di non avere alcun accesso ai generi alimentari basilari. Ad aggravare la situazione di alcuni c’è poi l’abbandono da parte di genitori o familiari. I piccoli sieropositivi non hanno accesso a ludoteche, computer e altri luoghi di educazione e rimangono emarginati nelle stesse scuole o comunità. Occorre un monitoraggio costante che assicuri loro le cure e che i genitori vengano economicamente aiutati. San Salvador è il dipartimento dove si registra il maggior numero di contagi, 120 bambini con Hiv, mentre Morazán è quello con il numero minore. (AP) (21/4/2015 Agenzia Fides)
ASIA/INDIA - Nomina del Rettore del Seminario propedeutico “Christu Jyoti Gurukul” a Simla-Chandigarh
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Il Card. Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, in data 19 settembre 2014 ha nominato Rettore del Seminario Propedeutico “Christu Jyoti Gurukul” nella diocesi di Simla-Chandigarh (India), il rev. P. Kurian Emprayil, gesuita (SJ).
Il nuovo Rettore appartiene alla provincia gesuita di Calcutta, è nato il 23 febbraio 1954 in Kerala ed è stato ordinato sacerdote il 29 aprile 1985, ha emesso i voti finali il 28 febbraio 1993. Ha conseguito un Master in Social Work al Tata Institute di Mumbay. Inizialmente ha prestato la sua opera nel campo del lavoro sociale quindi è stato nominato responsabile della comunità gesuita del noviziato e dello juniorato a Dhyan Ashram. Per diversi anni è stato il Coordinatore per la formazione della provincia, accompagnando i giovani in formazione negli studi filosofici e teologici. (SL) (Agenzia Fides 21/04/2015)
Il nuovo Rettore appartiene alla provincia gesuita di Calcutta, è nato il 23 febbraio 1954 in Kerala ed è stato ordinato sacerdote il 29 aprile 1985, ha emesso i voti finali il 28 febbraio 1993. Ha conseguito un Master in Social Work al Tata Institute di Mumbay. Inizialmente ha prestato la sua opera nel campo del lavoro sociale quindi è stato nominato responsabile della comunità gesuita del noviziato e dello juniorato a Dhyan Ashram. Per diversi anni è stato il Coordinatore per la formazione della provincia, accompagnando i giovani in formazione negli studi filosofici e teologici. (SL) (Agenzia Fides 21/04/2015)
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