collegamento orari cp
Visualizzazione post con etichetta Europa. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Europa. Mostra tutti i post

sabato 5 agosto 2023

GMG 3 agosto 2023 Vatican News

 

L’aereo sul quale viaggia Francesco, un velivolo ad impatto ambientale zero CO2, è decollato dall’aeroporto di Fiumicino alle 8. Dopo tre ore l’arrivo a Lisbona per prendere parte alla Giornata Mondiale della Gioventù aperta ieri 1° agosto. Prima della partenza il saluto con una quindicina di ... 

Il Papa saluta i giornalisti che lo accompagnano sul volo verso Lisbona
article icon

Il Papa ha salutato, come consuetudine, i giornalisti di testate internazionali che lo accompagnano nel 42.mo viaggio apostolico. Con loro ha ricordato che si ... 

Pablo Alonso con i suoi genitori
article icon

Il giovane spagnolo è scomparso il 15 luglio scorso a causa del sarcoma di Ewing, dal quale era affetto da quando aveva 16 anni. Prima di morire è entrato ... 

L'arrivo del Papa in Portogallo e la sua benedizione di Margarida e José, i due bambini che gli hanno portato i fiori appena sceso dall'aereo
article icon

Francesco è arrivato in Portogallo in anticipo sull’orario previsto. Ad accoglierlo alla base aerea di Figo Maduro, il nunzio apostolico e il presidente della ... 

1690977496475.JPG
video icon

Nel suo primo discorso in Portogallo, all’incontro con le autorità, la società civile e il corpo diplomatico, il Papa invoca la pace e auspica che la Gmg sia ... 

Papa Francesco durante i Vespri presso il Mosteiro dos Jero'nimos
video icon

Una Chiesa sinodale, in dialogo con tutti, in missione in questo tempo di grazia. Francesco in Portogallo recita i vespri con vescovi, sacerdoti, diaconi, ... 

1690999688320.JPG
video icon

L'arrivo a Lisbona, atteso da migliaia di giovani di tutto il mondo radunati per la Gmg, poi l'incontro con le autorità civili e politiche del Paese nel Centro ... 

lunedì 27 giugno 2022

La “diplomazia dei corpi”: arriva a Odessa la carovana della pace

EUROPA/UCRAINA - La “diplomazia dei corpi”: arriva a Odessa la carovana della pace
 
Odessa (Agenzia Fides) - Arriva oggi in tarda mattinata a Odessa, la città portuale ucraina sul Mar Nero, la Carovana di pace e solidarietà partita sabato dalla città italiana di Gorizia dove, in rappresentanza della rete della società civile “StoptheWarNow”, si era data appuntamento per la partenza di un secondo convoglio di aiuti umanitari che raggiungono, per la seconda volta in tre mesi, le vittime del conflitto in Nord Europa. La carovana, sette veicoli con una quarantina di persone di diverse associazioni, cattoliche e non, è stata raggiunta a Galati (Romania) da mons. Francesco Savino, vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana (Cei) che, nei giorni scorsi, ha ufficializzato l’appoggio della Cei alla seconda iniziativa della rete “StoptheWarNow”. Nell’aprile scorso la coalizione aveva portato a Leopoli, nel Nord dell’Ucraina, oltre sessanta mezzi carichi di cibo e medicine per poi tornare in Italia con anziani, disabili e sfollati in fuga dalla guerra (vedi Fides 2/4/2022).
Questa volta la missione è ben più impegnativa proprio per la situazione sul terreno ma anche per questo è più significativa, come spiega all’Agenzia Fides Gianpiero Cofano, presidente dell’Associazione Giovanni XXIII, uno dei responsabili più attivi nell’organizzazione dei convogli: “C’è sempre più bisogno di pace – dice Cofano – e questo convoglio, con circa 40 tonnellate di aiuti umanitari, intende raggiungere Odessa e Mykolaiv. Perché quei due luoghi? Perché sono i punti nevralgici nei quali si decideranno in parte le sorti di questo conflitto, mentre una timida diplomazia si rivolge a Kiev, purtroppo soltanto a Kiev. Noi crediamo in una ‘diplomazia dal basso’ che è anche fatta di presenza fisica, di corpi, di persone appunto. Per noi l’incontro più importante sarà proprio quello con le vittime della guerra, per condividere con loro il dolore e fargli sentire quanto siamo loro vicini. Il fatto importante è che sono loro stessi ad averci invitato. Noi che pensiamo di essere la parte che accoglie, saremo invece accolti da loro, nelle loro case: sarà il nostro modo per dire che l’Europa non è sorda e cieca e che la nostra diplomazia dal basso – conclude Cofano - sa parlare di pace. E’ presente come segno di pace e sa ascoltare”.
Il mondo cattolico è presente a Odessa con diverse associazioni (Comunità Papa Giovanni XXIII, Nuovi Orizzonti, Mov. Focolari, Caritas Nazionale, Sulle orme e molti altri) mentre anche alte associazioni e movimenti cattolici stanno manifestando l’intenzione di aderire alla coalizione “StoptheWarNow”, che raccoglie già oltre 175 sigle dell’associazionismo italiano cattolico e laico. Una nuova Carovana della pace sarà organizzata a luglio (14-18 luglio) per proseguire il percorso iniziato in aprile con il primo viaggio a Leopoli e che da oggi fa tappa a Odessa.
(EG-PA) (Agenzi Fides 27/6/2022)

martedì 31 maggio 2022

EUROPA/RUSSIA - Don Canetta: un nuovo trattato per porre fine alla guerra in Europa

EUROPA/RUSSIA - Don Canetta: un nuovo trattato per porre fine alla guerra in Europa
 
Milano (Agenzia Fides) – “Per provare a sbloccare un negoziato molto difficile occorre partire da una proposta che possa rappresentare una piattaforma di partenza. La proposta potrebbe essere quella si stipulare un nuovo trattato, sull’esempio della Collective Security Treaty Organisation" (CSTO), stipulato tra la Russia e alcuni paesi dell’ex URSS”: è la proposta rilanciata tramite l’Agenzia Fides da don Edoardo Canetta, ex Vicario Apostolico dell'Asia centrale, ed ex docente all'Istituto di Diplomazia della Repubblica del Kazakistan. Don Canetta è stato per vent'anni missionario in Kazakistan (cinque dei quali vissuti da Vicario generale dell’Asia centrale), dove ha insegnato all’Università di Karaganda, e poi all’Università Nazionale Euroasiatica Gumylyov di Astana.
Don Canetta, attualmente parroco a Milano e docente all'Accademia Ambrosiana a Milano, è attivo nell’accoglienza di rifugiati ucraini e oggi coinvolge la sua comunità nella preghiera del Rosario per la pace, con Papa Francesco.
Nota don Canetta a Fides: “Un nuovo patto per porre fine alla guerra in Europa dovrebbe coinvolgere Russia, Ucraina e alcuni paesi garanti (come ad esempio Turchia, India, Francia, Israele o altri); esso potrebbe prevedere la smilitarizzazione della Crimea e del Donbass, con la presenza di forze militari dei paesi garanti sopra citati. Tali paesi per un certo numero di anni assicurerebbero una sorta di ‘protettorato’ da sciogliersi poi attraverso un referendum popolare che lascerebbe alla gente decidere se appartenere all’Ucraina o alla Federazione Russa. Naturalmente le funzioni amministrative e di polizia locale resterebbero comunque affidate alle autorità del territorio”.
“Questa soluzione, come qualunque altra – rileva – avrebbe le sue difficoltà, ma forse è possibile almeno provare a metterla sul tavolo e attivare un processo negoziale, per cercare una via d’uscita che abbandoni la violenza e la guerra, portatrici di distruzione e morte”.
La "Collective Security Treaty Organisation" (CSTO), Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva è nata nel 2002, come sviluppo istituzionale del Trattato di sicurezza collettiva, che è un’alleanza militare difensiva stipulata nel 1992 tra la Russia e alcuni paesi dell'ex Unione Sovietica (Armenia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan). Il Trattato afferma l’impegno dei suoi membri a rinunciare alla minaccia o all’uso della forza nella risoluzione delle controversie tra loro e introduce una clausola di solidarietà per eventuali atti di aggressione esterna.
(PA) (Agenzia Fides 31/5/2022)

giovedì 26 maggio 2022


EUROPA/POLONIA - Prosegue nei centri di accoglienza dei Camilliani l’assistenza ai profughi e agli sfollati interni ucraini
 
Ursus (Agenzia Fides) - Verificare i bisogni e le esigenze primarie dei rifugiati ucraini è l’obiettivo primario della visita che i missionari del Camillian Disaster Service International (Cadis) effettueranno, dal 26 al 29 maggio, in Polonia per la prima valutazione del progetto che li vede coinvolti. La visita interesserà i due centri messi a disposizione dai Camilliani di Polonia a Ursus e Łomianki-Buraków, dove sono ospitati donne e bambini ucraini, al momento per un totale di 51 persone (vedi Agenzia Fides 4/3/2022).
Per la prima visita sul posto, lo staff Cadis è guidato dal direttore esecutivo, p. Aris Miranda, MI, che incontrerà il gruppo coinvolto nei due centri e impegnato alla stazione centrale di Varsavia Ovest. “La visita alla stazione ferroviaria di Varsavia Ovest, dove i volontari accolgono i rifugiati ucraini con aiuto e assistenza, sarà un momento per poter condividere sensazioni e impressioni legate al primo approccio in Polonia delle persone in fuga dalla guerra” ha dichiarato p. Miranda. “Nonostante il flusso migratorio sia rallentato rispetto alle prime settimane di guerra, è ancora consistente. Inoltre, da qualche settimana inizia a esserci un flusso di persone che fa la rotta inversa, per rientrare in Ucraina e provare a riprendere la normalità.”
Il progetto di accoglienza in corso ospiterà circa 70 donne e bambini nei due centri, provvederà a coinvolgerli in attività ludiche e psicosociali. E’ previsto inoltre aiuto alle persone sfollate all’interno del paese nelle città di Lviv e Kharkiv, in Ucraina.
(GC/AP) (Agenzia Fides 25/5/2022)

domenica 27 marzo 2022

Vatican news 25 marzo 2022

 


Non riesci a vedere la newsletter?  Guardala online

Vatican News

Le notizie del giorno

25/03/2022

Il Papa durante l'atto di Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria dell'umanità, in particolare di Russia e Ucraina
article icon

Francesco presiede la celebrazione penitenziale a San Pietro, al termine della quale recita la preghiera di Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria dell'umanità e in particolare dei popoli di Russia e Ucraina: "Non è una formula magica, ma l'atto spirituale di figli che ricorrono alla Madre". Il ... 

giovedì 17 marzo 2022

Aiutare l'Ucraina ....e il Tigray?

 

EUROPA/POLONIA - I seminaristi redentoristi interrompono gli studi per lavorare con la Caritas al confine ucraino
 
Roma (Agenzia Fides) - Da oltre una settimana, i seminaristi del Seminario Maggiore Redentorista di Tuchow, nel distretto di Tarnów, in Polonia, si sono offerti volontari per lavorare al confine polacco-ucraino, a Zosin. Quindi hanno temporaneamente interrotto gli studi per aiutare i rifugiati ucraini ad attraversare il confine e per fornire loro un sostegno iniziale. Come informa p. Maciej Sadowski, C.Ss.R. quattro seminaristi stanno aiutando i rifugiati, lavorando al centro Caritas sotto la supervisione di p. Maciej Ziębiec, C.Ss.R., membro della comunità redentorista di Varsavia, che si è anche offerto volontario per lavorare al valico di frontiera. Dal momento che più seminaristi hanno dato la loro disponibilità ad aiutare i rifugiati, è stato approntato un piano per consentire a piccoli gruppi di loro di andare per diversi giorni, a turno, a lavorare al confine, senza interrompere troppo a lungo le lezioni e la loro preparazione spirituale.
Il seminario e il monastero del Seminario Maggiore Redentorista di Tuchow, insieme a una parrocchia santuario locale, sono anche coinvolti nel coordinamento degli aiuti alle parrocchie in Ucraina dove prestano servizio i Redentoristi della Provincia di Lviv. Quelle parrocchie nell’Ucraina occidentale sono ora diventate centri di aiuti umanitari. Molte comunità redentoriste di tutto il mondo hanno risposto ai bisogni del popolo ucraino che soffre per la guerra. I confratelli, rimasti sul posto, continuano ad assistere la popolazione e a fornire loro gli aiuti umanitari ricevuti dall’estero.
(SL) (Agenzia Fides 17/3/2022)
 top^ 
 
 
 
AFRICA/ETIOPIA - Il Tigray ancora senza aiuti umanitari: mancano cibo e strutture sanitarie
 
Addis Abeba (Agenzia Fides) – “La situazione in Tigray è catastrofica, la regione è isolata dal resto del mondo ormai da 500 giorni” accusa Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. “L’attenzione dell’opinione pubblica è prevalentemente concentrata sulla guerra in Ucraina ma dalla metà di dicembre 2021, nella regione settentrionale dell’Etiopia, non è stato consegnato alcun tipo di aiuto alimentare”, ha detto Tedros in una conferenza stampa, aggiungendo che circa tre quarti delle strutture sanitarie valutate dall'OMS nella regione sono state distrutte e che circa 40.000 persone con HIV sono prive di cure.”
“E’ vero, io provengo dal Tigray – ha detto Tedros - e questa crisi colpisce me, la mia famiglia e i miei amici in modo molto personale. Ma nel mio ruolo di direttore generale dell'OMS, ho il dovere di proteggere e promuovere la salute ovunque sia minacciata. E non c'è nessun posto al mondo in cui la salute di milioni di persone sia più minacciata del Tigray”.
Alla grave crisi tigrina, in tutto il continente africano si aggiunge la criticità che ancora rappresenta il Covid 19. Attualmente, secondo l’Africa Centers for Disease Control and Prevention (Africa CDC), il numero di casi confermati di Covid-19 in Africa ha raggiunto 11.287.599. L'agenzia sanitaria dell'Unione Africana ha affermato che il bilancio delle vittime a causa della pandemia in tutto il continente è di 250.422 persone. I pazienti guariti sono finora 10.555.195. Il Sudafrica ha registrato il maggior numero di casi di Covid-19 in tutto il continente, con 3.696.823 casi, seguito dai due paesi dell'Africa settentrionale, Marocco e Tunisia, rispettivamente con 1.162.236 e 1.029.762 casi.
(AP) (Agenzia Fides 17/3/2022)

lunedì 14 marzo 2022

Agenzia Fides 14 marzo2022

 

VATICANO - Papa Francesco: “In nome di Dio, vi chiedo: fermate questo massacro!”
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – “Fratelli e sorelle, abbiamo appena pregato la Vergine Maria. Questa settimana la città che ne porta il nome, Mariupol, è diventata una città martire della guerra straziante che sta devastando l’Ucraina. Davanti alla barbarie dell’uccisione di bambini, di innocenti e di civili inermi non ci sono ragioni strategiche che tengano: c’è solo da cessare l’inaccettabile aggressione armata, prima che riduca le città a cimiteri. Col dolore nel cuore unisco la mia voce a quella della gente comune, che implora la fine della guerra. In nome di Dio, si ascolti il grido di chi soffre e si ponga fine ai bombardamenti e agli attacchi! Si punti veramente e decisamente sul negoziato, e i corridoi umanitari siano effettivi e sicuri. In nome di Dio, vi chiedo: fermate questo massacro!
Vorrei ancora una volta esortare all’accoglienza dei tanti rifugiati, nei quali è presente Cristo, e ringraziare per la grande rete di solidarietà che si è formata. Chiedo a tutte le comunità diocesane e religiose di aumentare i momenti di preghiera per la pace. Dio è solo Dio della pace, non è Dio della guerra, e chi appoggia la violenza ne profana il nome. Ora preghiamo in silenzio per chi soffre e perché Dio converta i cuori a una ferma volontà di pace”. (Papa Francesco, Angelus, 13 marzo 2022)
(SL) (Agenzia Fides 14/3/2022)
 top^ 
 
 
 
EUROPA/SPAGNA - Da Pamplona e Madrid partono camion di aiuti per l’Ucraina
 
Madrid (Agenzia Fides) - Insieme alla Ong “Olvidados”, l’associazione “Acoger y Compartir”, sta collaborando per portare diversi camion al confine rumeno-ucraino con il materiale ricevuto da vari comuni e piccole Ong che non hanno i mezzi per trasportare ciò che hanno raccolto, spiega il redentorista Jose Miguel de Haro, CSsR.
La settimana scorsa diversi camion sono partiti da Pamplona e Madrid. Al confine con la Romania c’è un grande magazzino dove scaricano gli aiuti, per la distribuzione ci sono ucraini che lo portano alle diverse destinazioni. Uno dei punti di distribuzione è una comunità redentorista situata in Ucraina vicino al confine. Da Madrid, giovedì 10 marzo, due rimorchi sono stati caricati con cibo, forniture mediche, medicinali, prodotti per l’igiene, coperte, forniture di emergenza, ecc. La società SESE di Saragozza effettua il trasporto a un prezzo accessibile.
Per questa settimana è già stato raccolto materiale per altri due camion, che stanno decidendo il giorno della partenza. Non vogliamo restare solo alle parole, ma condividere con chi ha un grande bisogno. Siamo lieti di sapere che le Comunità Autonome stanno già programmando l’accoglienza dei rifugiati.
(SL) (Agenzia Fides 14/3/2022)
 top^ 
 
 
 
AFRICA/CONGO RD - Allarme per centinaia di sfollati interni nell’altopiano di Ruzizi
 
Kinshasa (Agenzia Fides) – Sono diverse centinaia gli sfollati interni bisognosi di tutto nell’altopiano di Ruzizi, nel Sud Kivu, nell’est della Repubblica Democratica del Congo, secondo quanto comunicato all’Agenzia Fides da ACMEJ, un’associazione della società civile locale.
Nei siti d’accoglienza di Bulaga e Langala, negli altipiani medi, nel gruppo di Lemera, vi sono più di 400 famiglie in sofferenza, mentre nelle strutture di Katogota-centre e Kamonyi, nella piana di Ruzizi, nel raggruppamento Itara-Luvungi, 149 famiglie sono state recensite dalla ONG NRC (Norwegian Refugee Council) prima del secondo afflusso; altre 200 famiglie sono state recensite da AVSI.
Gli sfollati interni, accolti in strutture provvisorie nei pressi di villaggi i cui abitanti sono già in difficoltà, abbisognano di assistenza umanitaria in cibo, generi di prima necessità, medicine e tende.
Il ritorno nei loro villaggi di origine è molto difficile, perché gli scontri militari continuano, con gravi violazioni dei diritti umani: incendi di case, uccisioni di civili, saccheggio di beni, minacce di morte contro leader locali e difensori dei diritti umani.
“Gli sfollati continuano a sperare nei governi nazionali e provinciali e negli operatori umanitari internazionali che lavorano nel Sud Kivu perché accorrano in loro aiuto, soprattutto perché nella pianura di Ruzizi non è stato possibile effettuare il raccolto” afferma ACMEJ, che lancia un appello sia alle organizzazioni umanitarie sia alle forze di sicurezza perché proteggano la popolazione dalle violenze dei diversi gruppi armati che imperversano nell’area.
(L.M.) (Agenzia Fides 14/3/2022)
 top^ 
 
 
 
AFRICA/ZAMBIA - I Vescovi esortano le diocesi affinché il paese garantisca sicurezza e tutela dei minori e delle persone vulnerabili
 
Lusaka (Agenzia Fides) – “Tutte le diocesi cattoliche del Paese dovrebbero assicurarsi che i bambini comprendano il percorso del processo sinodale per poter assicurare loro una partecipazione significativa” ha affermato Fidelis Hamweemba, responsabile per la tutela dei minori della Conferenza dei Vescovi dello Zambia (ZCCB), in suo appello in merito al coinvolgimento dei bambini nel processo sinodale in corso.
“E’ importante che la collettività si concentri sulla creazione di strutture efficienti per la tutela dell'infanzia nelle nostre diocesi cattoliche” ha ribadito p. Francis Mukosa, Segretario generale della ZCCB, che ha esortato tutti a collaborare con il governo per garantire che lo Zambia sia sicuro per i bambini e per le persone vulnerabili.
P. Mukosa si è espresso a nome dei Vescovi in occasione della chiusura di un seminario di 4 giorni sulla salvaguardia dei minori, rivolto ai responsabili diocesani della protezione dei bambini.
La Conferenza episcopale dello Zambia (ZCCB) ha ribadito l'impegno a salvaguardare i diritti dei bambini e degli adulti vulnerabili attraverso la politica lanciata nel 2017 (vedi Agenzia Fides 7/10/2021) e ha incoraggiato un percorso legale statale efficace nell'affrontare i diritti umani.
(AP) (14/3/2022 Agenzia Fides)
 top^ 
 
 
 

 top^ 
 
 
 
ASIA/IRAQ - Razzi iraniani contro base USA a Erbil. Il Patriarcato caldeo: lo stallo nella formazione del governo mette a rischio il Paese
 
Erbil (Agenzia Fides) - Il Patriarcato caldeo deplora il lancio di missili che domenica 13 marzo ha sparso terrore tra la popolazione di Erbil, e alla luce del grave episodio richiama le forze politiche a superare lo stallo e i veti incrociati che in Iraq impediscono da mesi la formazione di un nuovo governo, indebolendo il Paese e esponendolo a operazioni destabilizzanti promosse da forze esterne. Le preoccupazioni del Patriarcato caldeo sull’attuale, incerta fase politica attraversata dall’Iraq, sono state espresse in un comunicato firmato dal Patriarca Louis Raphael Sako, e diffuso dai canali ufficiali del Patriarcato caldeo dopo il lancio di missili caduti sulla capitale della Regione autonoma del Kurdistan iracheno.
All’una del mattino di domenica 13 marzo, 12 missili balistici Fatih – 110, di fabbricazione iraniana, sono stati lanciati contro la base USA localizzata presso l’aeroporto di Erbil. Nelle vicinanze dell’area colpita si trova anche l’edificio di recente costruzione che ospita il Consolato USA nel Kurdistan iracheno. Il lancio di missili – come ha confermato ai media anche Omid Khoshnaw, attuale governatore di Erbil – non ha provocato vittime o feriti, ma soltanto danni materiali. Anche La sede della TV locale Kurdistan24 è stata danneggiata. L’attacco missilistico è stato rivendicato dal Corpo delle Guardie Rivoluzionarie iraniane. Nel messaggio di rivendicazione, i Pasdaran hanno fatto riferimento alla presenza di una “delegazione militare israeliana segreta” presso la base Usa colpita. Dopo la rivendicazione, le autorità di Baghdad hanno convocato l’Ambasciatore iraniano per esprimere la loro formale protesta in merito all’attacco, mentre due tra più rilevanti Partiti iracheni, l’alleanza elettorale “Saeroun” (che fa capo al leader sciita Muqtada al Sadr) e il partito Democratico del Kurdistan, hanno chiesto la formazione di una commissione d’inchiesta per confermare o smentire la presunta presenza di squadre israeliane a Erbil.
Anche l’attacco di Erbil conferma a suo modo la ormai cronica debolezza politico-istituzionale del Paese dei due Fiumi, sempre permeabile ad azioni terroristiche o incursioni organizzate o compiute in territorio iracheno da apparati militari e d’intelligence legati a forze straniere. Davanti a tale situazione, il Patriarcato caldeo ribadisce che i problemi del Paese possono essere affrontati solo attraverso il dialogo tra le forse politiche e sociali, “per garantire un futuro migliore per tutti, e non attraverso armi distruttive”. Nelle attuali circostanze critiche, il Patriarcato caldeo esorta tutti gli iracheni a “stringere i ranghi e unire le forze per giungere alla formazione di un governo nazionale in grado di assumersi tutte le sue responsabilità, al fine di preservare la sicurezza del Paese da qualsiasi ricaduta negativa, soprattutto ora che le relazioni dell'Iraq con molti Paesi, in particolare i Paesi confinanti, hanno iniziato a migliorare e c'è speranza che nuovi passi possano essere fatti in questa direzione”.
In Iraq, la spartizione su base etnico-confessionale delle cariche istituzionali prevede che il Capo dello Stato sia scelto tra i rappresentanti politici curdi, mentre il Presidente del Parlamento deve essere un sunnita e il Premier deve essere sciita. Le elezioni parlamentari tenutesi il 10 ottobre 2021 hanno visto una netta affermazione della alleanza elettorale guidata dal leader sciita Muqtada al Sadr, che in Parlamento ora occupa 73 dei 329 seggi disponibili. Dalle elezioni è uscito invece ridimensionato il peso parlamentare dei Partiti sciiti filo-iraniani, che hanno duramente contestato i risultati. Finora non è stato possibile procedere alla formazione di un nuovo governo, né all’elezione di un nuovo Presidente.
(GV) (Agenzia Fides 14/3/2022)
 top^ 
 
 
 
AMERICA/CILE - Il Card. Aós: “Non dobbiamo aspettarci tutto da chi ci governa”, ognuno sia parte attiva nel soccorrere la società ferita
 
Santiago (Agenzia Fides) – “Affrontiamo ogni giorno la scelta di essere buoni samaritani o viaggiatori indifferenti, che passano a lato. Ogni giorno ci viene offerta una nuova opportunità, una nuova tappa. Non dobbiamo aspettarci tutto da chi ci governa, sarebbe infantile. Godiamo di uno spazio di corresponsabilità capace di avviare e generare nuovi processi e trasformazioni. Cerchiamo di essere parte attiva nella riabilitazione e nel soccorso della nostra società ferita". E’ un passo dell’omelia del Presidente della Conferenza episcopale del Cile, il Cardinale Celestino Aós, Arcivescovo di Santiago, durante il tradizione incontro di preghiera a carattere ecumenico e interreligioso, che si è svolto sabato 12 marzo, nella Cattedrale di Santiago, all’indomani dell’insediamento ufficiale del nuovo Presidente, Gabriel Boric (vedi Fides 11/03/2022). Oltre allo stesso Presidente, erano presenti le principali autorità del paese, i rappresentanti di
diverse confessioni religiose e i membri del Comitato Permanente della Conferenza Episcopale.
Assicurando la preghiera per il Presidente e per le Autorità, perché Dio illumini le loro menti “in modo che sappiano cosa è bene e cosa è male, cosa è giusto e cosa è ingiusto”, nell’omelia il Cardinale ha detto: "Vogliamo e cerchiamo un Cile in cui viviamo tutti insieme rispettandoci l'un l'altro, ascoltandoci a vicenda, dialogando, collaborando, prendendoci cura dei più poveri e trattando responsabilmente la natura". Quindi il Cardinale Arcivescovo di Santiago ha chiesto a quanti assumono delle responsabilità in ambito politico, a promuovere la fraternità e, allo stesso tempo, un'organizzazione sociale più efficiente, in quanto "i politici sono chiamati a preoccuparsi della fragilità, della fragilità dei popoli e delle persone”.
Sulle sfide che il Cile deve affrontare oggi, il Cardinale ha sottolineato che "Dio ha creato tutti gli esseri umani a Sua immagine e somiglianza. Siamo di Dio e non apparteniamo allo Stato. Dio ci ha dato diritti che lo Stato deve riconoscere e rispettare. Uomini e donne uguali in diritti, doveri e dignità; Dio ci ha chiamati e ci chiama oggi a convivere come fratelli tra noi". Quindi si è soffermato sulle difficoltà vissute dal paese negli ultimi anni, a causa della pandemia, della violenza politica e sociale, degli attacchi nella zona dell’Araucanía e della criminalità, "ci fa male, ci preoccupa. Seminare violenza non è vita ma morte, non è progresso ma regressione".
Superare le conseguenze di queste situazioni non è solo compito di coloro che esercitano responsabilità pubbliche, ma di tutti i cileni, ha sottolineato l'Arcivescovo di Santiago, citando le misure sanitarie per contenere la pandemia: "Siamo qui a rinnovare la nostra convinzione che non possiamo aspettarci tutto dai governanti, ma che ognuno di noi è responsabile del bene di tutti”.
Un appello particolare è stato lanciato infine dal Cardinale per la pace, minacciata oggi in tutto il mondo: "Il Cile ha bisogno di noi come artigiani di pace, come esempi di dialogo, pronti a generare processi di guarigione e ricongiungimento con ingegno e audacia”.
(SL) (Agenzia Fides 14/3/2022)
 top^ 
 
 
 
AMERICA/NICARAGUA - Il Nunzio apostolico lascia il paese, “sorpresa e rammarico”
 
Città del Vaticano – La Sala stampa della Santa Sede ha pubblicato il 12 marzo il comunicato che segue: “La Santa Sede ha ricevuto con grande sorpresa e rammarico la comunicazione che il Governo del Nicaragua ha deciso di ritirare il gradimento (agrément) a S.E. Mons. Waldemar Stanislaw Sommertag, Nunzio Apostolico a Managua dal 2018, imponendogli di lasciare immediatamente il Paese dopo la notifica del provvedimento. Tale misura appare incomprensibile perché nel corso della sua missione S.E. Mons. Sommertag ha lavorato con profonda dedizione per il bene della Chiesa e del popolo nicaraguense, specialmente delle persone più vulnerabili, cercando sempre di favorire i buoni rapporti tra la Sede Apostolica e le Autorità del Nicaragua. Va ricordata, in particolare, la sua partecipazione come testimone e accompagnatore del Tavolo di Dialogo Nazionale tra il Governo e l’Opposizione politica, in vista della riconciliazione del Paese e della liberazione dei detenuti politici. Mentre è convinta che tale grave e ingiustificata misura unilaterale non rispecchia i sentimenti del popolo del Nicaragua, profondamente cristiano, la Santa Sede desidera riaffermare la sua piena fiducia nel Rappresentante Pontificio”.
La Conferenza Episcopale del Nicaragua, in una nota del 9 marzo, aveva reso noto di essere stata informata dall’incaricato di affari ad interim della Nunziatura, che Mons. Waldemar Stanislaw Sommertag aveva lasciato il Nicaragua per Roma il 6 marzo. “Come Conferenza Episcopale del Nicaragua ribadiamo la nostra adesione e vicinanza a Papa Francesco, come anche ringraziamo il Signor Nunzio Mons. Waldemar, che ci ha sempre accompagnato nel nostro lavoro pastorale, rendendo presente il Magistero e la persona del Papa” hanno affermato i Vescovi. Riguardo all’accreditamento del Nunzio presso il Governo, la nota evidenzia che “si tratta di esclusiva competenza bilaterale della Santa Sede e del Governo del Nicaragua” per cui rispettando le competenze, la Conferenza episcopale “si astiene dal pronunciarsi su questo tema”. Infine i Vescovi si affidando all’intercessione della Vergine di Fatima, che sarà pellegrina di pace nell’arcidiocesi di Managua nel prossimo mese di maggio.
(SL) (Agenzia Fides 14/3/2022)

giovedì 10 marzo 2022

Agenzia fides: notizie dall'Ucraina 10 marzo 2022

 

EUROPA/POLONIA - Accoglienza per i rifugiati ucraini: i missionari Camilliani proseguono nella mobilitazione
 
Varsavia (Agenzia Fides) – “Dallo scoppio della guerra in Ucraina, abbiamo lavorato soprattutto nelle stazioni ferroviarie di Varsavia. Insieme agli assistenti sociali, aspettiamo lì i treni che portano i rifugiati dal confine polacco”. E’ quanto ha affermato il missionario Camilliano p. Miroslaw, Superiore Provinciale della Polonia durante l’incontro virtuale, tenuto l’8 marzo 2022, tra i partner coinvolti nel programma di risposta all’emergenza in Ucraina della Provincia Camilliana Polacca (vedi Agenzia Fides 4/3/2022).
Per i rifugiati più malati e disabili, abbiamo organizzato un rifugio temporaneo nel nostro centro per i senzatetto di Varsavia – prosegue p. Miroslaw -. Le persone che vengono al nostro centro hanno la possibilità di fare un bagno, cambiarsi i vestiti e mangiare cibo adeguato. Purtroppo, non ci sono ancora abbastanza posti per questo tipo di alloggio temporaneo per gli ucraini. Ringraziamo Dio per tutto l'aiuto che abbiamo ricevuto, perché senza di esso il nostro ministero sarebbe impossibile”.
Secondo quanto pervenuto all’Agenzia Fides, dopo una prima valutazione per identificare i bisogni e il numero di famiglie da ospitare, i Camilliani hanno creato tre programmi. Il primo prevede l’apertura del loro centro sociale per i senzatetto a Varsavia, dove verranno ospitati alcuni dei rifugiati ucraini. Il centro offre tutti i tipi di assistenza: alimentare, non alimentare, medica, psicosociale. Attualmente sono state accolte già 30 famiglie. Un altro rifugio temporaneo pianificato per ospitare 55-60 famiglie è in preparazione a Lomianki. Si tratta di una ex casa del seminario che ha bisogno di alcune piccole riparazioni edilizie e di arredamento. Inoltre, la parrocchia di Tarnowskie Gory sta organizzando attività psicosociali e di apprendimento della lingua per i bambini rifugiati accolti dai loro parenti nella parrocchia.
Obiettivo finale della missione Camilliana è quello di aiutare i rifugiati a recuperare le loro forze, fisicamente, psicologicamente, moralmente, sostenendoli verso la stabilità in Polonia o in Ucraina.
(AP) (Agenzia Fides 10/3/2022)
 top^ 
 
 
 
EUROPA/ITALIA - Orionini: la staffetta della solidarietà per l’Ucraina conferma che “la carità non avrà mai fine”
 
Roma (Agenzia Fides) - Mentre i sacerdoti orionini don Egidio Montanari e don Moreno Cattelan a Leopoli, proseguono la loro missione assistendo e accogliendo i profughi in fuga dalle città in guerra (vedi Fides 25/2/2022; 3/3/2022), nelle realtà orionine in Italia e all’estero, è in atto una vera e propria staffetta della solidarietà, che coinvolge religiosi, religiose, laici, volontari, amici e benefattori vicini all’Opera Don Orione, ma anche tante tante persone che vogliono in qualche modo manifestare la propria vicinanza al popolo ucraino.
Don Giovanni Carollo, Direttore della Provincia religiosa orionina “Madre della Divina Provvidenza” (che comprende Italia, Albania, Romania e Ucraina) fa sapere che “tantissime persone hanno sentito parlare dell’azione dei nostri missionari e hanno voluto mettere a disposizione tutto quanto possibile per aiutarli: da beni di prima necessità, a intere strutture per l’accoglienza, e anche il proprio tempo e i propri mezzi, dando la disponibilità a recarsi fisicamente al confine ucraino con Romania, Polonia o Ungheria per accogliere i profughi che devono arrivare in Italia. In pochi giorni, senza una grande organizzazione iniziale, la volontà di volersi fare prossimo agli altri ha portato veramente a constatare con mano che, come diceva Don Orione, “la carità non avrà mai fine” e “salverà il mondo”.”
Attualmente sono 127 i profughi accolti presso le Case orionine in 7 località italiane. Ci sono poi altre strutture orionine che sono state predisposte per accogliere altre 124 persone. Altri 203 posti disponibili vengono da realtà orionine, comuni e famiglie. “Nel frattempo - ricorda Don Carollo -, proseguono anche le raccolte di beni materiali e contributi economici. Per i primi, in particolare viveri, medicinali e vestiti, abbiamo indicato tre centri di riferimento: Roma (Centro Don Orione di Monte Mario), Bergamo e Genova. Il materiale che viene raccolto verrà poi inviato in Ucraina grazie all’aiuto della onlus Need you di Acqui Terme (AL). Infine, per quanto riguarda la raccolta fondi, prosegue quella organizzata dalla Fondazione Don Orione Onlus e saranno destinate all’Ucraina anche le risorse che verranno raccolte nella Giornata Missionaria Orionina, prevista per domenica 13 marzo”.
(SL) (Agenzia Fides 10/3/2022)

venerdì 4 marzo 2022

Notizie da Konotop e dalla Polonia - Agenzia Fides 4 marzo 2022

 

EUROPA/UCRAINA - Accoglienza, compassione, preghiera: “Viviamo con lo spirito di Giobbe”
 
Konotop (Agenzia Fides) - “In mezzo alla sofferenza , al disagio, alla guerra,oi, frati francescani della Provincia di San Michele Arcangelo, continuiamo a servire le persone più povere e sofferenti della città La città di di Konotop con una popolazione di 80.000 abitanti e dei suoi dintorni”, dice in un messaggio inviato all’Agenzia Fides Fra Romualdo Zagurskyi OFM, frate minore nella città di Konotop, nell’Ucraina nordoccidentale.
“La nostra giornata – osserva - inizia non con la preghiera della Liturgia delle Ore ma con l’accoglienza delle persone a noi affidate nel rifugio nei sotterranei del convento. Poi, con dei volontari facciamo la fila per ore nelle farmacie per i medicinali, e nei negozi di alimentari per il pane, il latte, ricevendo decine di richieste di aiuto, con segnalazioni di possibili bombardamenti”.
“E’ un servizio di supporto e compassione – dice il frate - verso chi è nel bisogno. Nonostante la difficile situazione psicologica, le scarse capacità fisiche e quelle materiali, sentiamo la Provvidenza di Dio come mai prima d'ora”, soprattutto nella ricerca e distribuzione degli alimentari, prodotti per l'igiene, abbigliamento e medicinali, che hanno salvato delle vite. E’ un miracolo constatare che non è mai successo che fossimo senza nulla per aiutare le persone che si rivolgono a noi, anche i rifugiati”.
Nell’offrire anche sostegno e conforto spirituale “abbiamo iniziato a regalare alle persone oltre al cibo e medicine anche i rosari, e tutti li accettano con un amore e con una fede che ci ispira e commuove”.
Nelle difficoltà e negli sportante, anche esposti a rischi, “come fedeli della Parrocchia di Nostra Signora di Fatima sentiamo sempre la protezione speciale della Madonna. Poiché proprio a Fatima Maria ha chiesto di pregare per la Russia, ci sentiamo tutti responsabili della mancanza di questa preghiera nel mondo e ne raccogliamo i frutti amari. Sperimentiamo, invece, la cura speciale della Madre di Dio per la nostra città, perché quasi tutti i nostri parrocchiani sono coinvolti in vari modi nel servizio per gli altri: dar da mangiare ai poveri, ospitare chi non ha più casa, condividere il cibo, consolare coloro che sono in preda alla disperazione. Nessuno di noi si è disperato e personalmente lo ritengo una straordinaria protezione di Maria”.
Conclude il francescano: “Mentre la guerra è in corso, viviamo ripetendo le parole del personaggio biblico Giobbe (Gb 2,10) ‘Se da Dio accettiamo il bene, perché non dovremmo accettare il male?’ E speriamo che, proprio come a Giobbe, grande uomo giusto, il Signore ci dia ancora più grazie di quelle che già abbiamo ricevuto prima di questa guerra”.
“Vorrei aggiungere che noi di Konotop sentiamo il sostegno di persone in tutto il mondo e la loro preghiera. Sperimentiamo la gioia profonda e la solidarietà delle persone di buona volontà ed esprimo indicibile gratitudine a tutti coloro che pregano, digiunano, inviano aiuti in qualsiasi modo si preoccupa del destino dell'Ucraina”.
(PA) (Agenzia 4/3/2022)


 top^ 
 
 
 
EUROPA/POLONIA - I Camilliani offrono un Seminario e una parrocchia a disposizione degli sfollati ucraini
 
Burakow (Agenzia Fides) – Anche il Camillian Disaster Service International (CADIS), in collaborazione con altre organizzazioni camilliane e non, si sta mobilitando per sostenere l’emergenza ucraina. Nello specifico la Provincia Camilliana in Polonia, sensibile alla situazione dei rifugiati di guerra, sta organizzando due importanti risposte di emergenza in previsione dell'afflusso di famiglie ucraine e non ucraine nelle città polacche.
Secondo la nota pervenuta all’Agenzia Fides, la Provincia prevede di riaprire il proprio seminario a Burakow (Lomianki) e di adattarlo come rifugio temporaneo per 50-55 famiglie. Oltre all'alloggio temporaneo le famiglie che sceglieranno di iniziare una nuova vita in Polonia saranno aiutate a trovare un nuovo appartamento, un nuovo lavoro e una vita indipendente. Fonti camilliane di CADIS riferiscono che a Tarnowskie Góry, nella storica parrocchia di San Camillo, si stanno organizzando attività di sostegno psicosociale per i bambini rifugiati che vengono accolti dalle famiglie della parrocchia.
“Il costo umano della violenza sta diventando più evidente ogni giorno che passa, i combattimenti continuano, le segnalazioni di vittime civili e di danni alle infrastrutture civili aumentano. Centinaia di migliaia di persone fuggono verso la parte occidentale del paese, c'è un disperato bisogno di cibo, acqua e riparo per integrare le sovraccariche capacità di risposta a livello locale”.
L'Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) stima più di un milione di persone fuggite nei paesi vicini e più di 100 mila sfollate all'interno del paese, con temperature invernali sotto zero.
(AP) (Agenzia Fides 4/3/2022)

mercoledì 2 marzo 2022

EUROPA/UCRAINA - I francescani vicini alla gente "con la preghiera, il pranzo e con parole di incoraggiamento"

 


EUROPA/UCRAINA - I francescani vicini alla gente "con la preghiera, il pranzo e con parole di incoraggiamento"
 
Konotop (Agenzia Fides) - "Nonostante la grande tensione nella società, l'ansia e il panico diffuso, nel nostro Convento, insieme con padre Florian OFM, con volontari e i parrocchiani, siamo a servizio delle persone con la preghiera, il sostegno, offrendo il pranzo, il tè caldo e parole di incoraggiamento". Lo racconta in un messaggio inviato all'Agenzia Fides, il frate minore p. Romualdo Zagurskyi OFM, tra i francescani che vivono nella città di Konotop, nell'Ucraina nordorientale, a 90 km dal confine con la Federazione Russa. Il 24 febbraio scorso, alle 5:20 del mattino, sono iniziati i bombardamenti nel territorio della regione, i cui echi sono stati uditi anche dai residenti di Konotop. Secondo lo Stato Maggiore delle forze armate dell'Ucraina, la città di Konotop è stata presa dall'esercito russo la mattina del 25 febbraio 2022.
"Questa informazione - riferisce il frate - ha causato disperazione in molti residenti; i nostri parrocchiani hanno incontrato persone in preda al panico in mezzo alla strada. La gente continuava ad arrivare e abbiamo avuto un grande bisogno di comprare cibo. Molti anziani, soli e spaventati, sono rimasti rinchiusi nelle proprie case. Nella città occupata siamo riusciti ad acquistare solo parzialmente i prodotti necessari".
Padre Romualdo ricorda lo shock dell'inizio della guerra: "In quel momento, ero in ritiro con i miei fratelli a Zhytomyr, dove al mattino anche l'aeroporto è stato bombardato. Su richiesta dei parrocchiani, come parroco della parrocchia di Nostra Signora di Fatima, sono partito d'urgenza per Konotop. Il nostro Convento è aperto a chiunque abbia bisogno di protezione, riparo o cibo e già dal primo giorno abbiamo ospitato 23 persone rimaste per la notte, per lo più donne e bambini".
"La sera dello stesso giorno - prosegue il religioso - si è svolta una battaglia su larga scala nella nostra città. Alcuni edifici sono stati dati alle fiamme e le informazioni sui bombardamenti e sulla distruzione delle istituzioni educative, hanno attivato immediatamente i vigili del fuoco. Abbiamo visto che ardeva il centro della città, anche durante la Divina Liturgia, che veniva celebrata nel nostro Convento. Ora la classe di catechismo funge da luogo di pernottamento per le persone e stanza di rifugio per i bambini durante il giorno".
I frati ricevono richieste di aiuto urgente da persone fuggite da Konotop: "Noi, insieme ai residenti della città, organizziamo raccolte di cibo per i loro bisogni e acquistiamo prodotti per consegnarli a quanti possono essere un pericolo di vita", spiega,
Il francescano conclude con un accorato appello di pace : "Ora più che mai, il nostro carisma francescano di portare pace e bontà si rivela là dove c'è inquietudine, oscurità, guerra. I bambini che vengono nei nostri centri di accoglienza giocano, guardano cartoni animati e dimenticano persino che c'è una guerra intorno, e alcune persone adulte magari per la prima volta nella loro vita prendono il Rosario, pregano in ginocchio, imparano a cantare canti religiosi e sperimentano la vera pace, che non può essere raggiunta attraverso carri armati o altre armi. Noi crediamo nella pace che Gesù Cristo ha lasciato, come dice nel Vangelo di Giovanni (Gv 14,27): Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore. E non abbiate paura”.
(PA) (Agenzia Fides 2/3/2022)
 top^ 
 
 
 
EUROPA/UCRAINA - Missionarie Scalabriniane: è l’ora di accogliere, essere solidali e pregare per la pace
 
Roma (Agenzia Fides) - "Se non si dovesse raggiungere una tregua nei 27 Paesi dell’Unione Europea sono attesi circa 7 milioni di rifugiati. Un numero considerevole, visto che secondo l’Unhcr in tutto il pianeta sono in fuga 8 milioni di persone”. A sottolinearlo è suor Neusa de Fatima Mariano, superiora generale delle Suore Missionarie di San Carlo Borromeo/Scalabriniane, congregazione che sin dalla sua fondazione si occupa dell’assistenza a migranti e rifugiati, in una nota inviata all’Agenzia Fides.
“In Ucraina sono poco meno di 300mila le persone che hanno passato il confine con la Polonia, altri 200 mila sono già in Ungheria, Moldavia, Romania e Slovacchia. L’Europa è, ancora una volta, colpita al cuore. Il mondo è con il fiato sospeso. Ciò che possiamo fare è continuare ad accogliere, essere solidali e pregare. Secondo l’Onu è la peggiore crisi umanitaria che ha colpito l’Europa negli ultimi decenni ed è l’ennesima dimostrazione che l’intero pianeta deve mobilitarsi per la pace – prosegue la superiora generale delle Sclabriniane –. Una piattaforma solidale e di aiuti è la base per contenere gli enormi danni che ne stanno derivando”.
“Facciamo nostri gli appelli di Papa Francesco per porre fine a queste ostilità – conclude suor Neusa de Fatima Mariano -. Aderiamo convintamente alla Giornata di preghiera e digiuno di oggi e ricordiamo le parole del Pontefice ‘chi fa la guerra dimentica l’umanità’. Succede in Ucraina come in tantissime altre parti del mondo. È ora di pregare, essere uniti, offrirci gesti di solidarietà, educarci a gesti di pace nelle nostre realtà, aiutare la pace a risplendere nel pianeta”.
(SL) (Agenzia Fides 2/3/2022)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

Tutto sull'arrivo del nuovo arcivescovo Mons. Riccardo Lamba

  LA CHIESA UDINESE ACCOGLIE IL NUOVO ARCIVESCOVO MONS. RICCARDO LAMBA Un momento storico, di grande solennità e festa, sarà celebrato domen...