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mercoledì 11 agosto 2021

Parroco di trasaghis, capellano a San Giorgio di Nogaro

 

Addio a don Fausto Quai, parroco di Trasaghis

Originario di Susans, frazione di Majano, aveva 81 anni, 27 dei quali trascorsi in Germania dove era stato inviato dalla Curia

TRASAGHIS. È morto don Fausto Quai, parroco di Trasaghis e religioso emigrante in Germania. Don Fausto Quai è mancato domenica sera a 81 anni nella sua casa a Susans di Majano: un anno fa era stato colpito da una malattia che nonostante le cure dei parenti e dei sanitari non è riuscito a sconfiggere.

Quella di don Fausto Quai è stata una vita dedicata alla chiesa, nel corso della quale si è sempre distinto per la sua bontà e la volontà di aiutare chi aveva più bisogno. Fausto Quai era nato nel 1940 a Susans e nel 1966 era stato ordinato sacerdote dal vescovo Giuseppe Zaffonato: le sue prime esperienze di parroco le fece a Udine, in seguito a San Giorgio di Nogaro e poi a Liaris di Ovaro.

La Curia di Udine lo mandò a servire la comunità religiosa in Germania dove ha vissuto per 27 anni: tra le città in cui ha operato ci sono Rasstatt in Baden-Württemberg, Saarbrücken e Saarlouis nel Saarland. «Ci fu un momento – racconta Lisa Cagliotti, che si è presa cura di lui negli ultimi 28 anni – in cui interpellò il console di Stoccarda chiedendo una mano per potersi recare nelle carceri di Ravensburg a fare lezione ai detenuti che non avevano la terza media.

Don Fausto raccontava che faceva 90 chilometri per aiutare quelle persone: gli volevano tutti bene». Raggiunti i 60 anni, don Fausto avrebbe dovuto andare in pensione ma piuttosto che ritirarsi preferì tornare in Friuli per rimettersi a disposizione della comunità.

Tornato a casa, diede inizialmente una mano a Majano e per un breve periodo a Lignano, finché nel 2006, con l’assenso di monsignor Pietro Brollo, divenne parroco di Trasaghis. Don Fausto si diede da fare per sistemare la chiesa di Santa Margherita nel capoluogo ma servì anche le chiese di Braulins e Peonis. Uomo di cultura, era un grande lettore e amava occuparsi delle sue viti.

«La scomparsa di don Fausto – fa sapere il sindaco Stefania Pisu – ha suscitato grande commozione nella comunità: ci ha lasciato dopo aver combattuto fino all’ultimo contro la malattia ma noi vogliamo ricordarlo sorridente come in occasione del suo 80esimo compleanno che abbiamo festeggiato a febbraio 2020, a Braulins».

A farsi interprete del cordoglio nella comunità di Majano è il sindaco Raffaella Paladin. Don Fausto Quai lascia i nipoti Alessandra e Gianluca e la signora Lisa. I suoi funerali saranno celebrati mercoledì nella chiesa di Trasaghis alle 16.30: il suo corpo sarà tumulato nel cimitero di Susans. 

giovedì 24 settembre 2020

Agenzia Fides 24 settembre 2020

 

EUROPA/GERMANIA - Verso la Giornata Missionaria Mondiale: “in tempi di coronavirus la solidarietà è più importante che mai”
 
Monaco (Agenzia Fides) - La più grande campagna di solidarietà dei cattolici nel mondo – il Mese Missionario - nell’ottobre 2020 si svolge con la pandemia del coronavirus in atto. "Soprattutto in questi tempi di pandemia globale, è più importante che mai concentrarsi sui paesi in via di sviluppo, non dimenticando le persone che ci vivono e dimostrandoci solidali con loro", sottolinea mons. Wolfgang Huber, Direttore di Missio München, Direzione nazionale delle Pontificie Opere Missionarie.
Anche prima della pandemia del coronavirus, i paesi che quest’anno sono al centro della campagna di Missio in occasione del Mese Missionario - Niger, Mali e Burkina Faso - erano già tra le regioni più povere del mondo. Il duro lockdown causato dalla pandemia li ha colpiti con tutta la sua forza. “Il motto di quest'anno 'Solidarietà per la pace e la coesione' riafferma la nostra responsabilità reciproca, soprattutto ai tempi del Coronavirus, soprattutto come cristiani!” sottolinea il Direttore nazionale.
Le iniziative di Missio nel Mese Missionario quest’anno si svolgeranno in parte virtualmente. A causa della particolare situazione sanitaria globale, gli ospiti di Mali, Niger e Burkina Faso prenderanno parte a quattro conferenze virtuali organizzate da Missio in modalità online (informazioni dettagliate sul sito www.missio.com). Un ospite speciale sarà tuttavia presente in Baviera: S.E. Mons Jonas Dembelé, Vescovo di Bamako in Mali, arriverà a Monaco all'inizio di ottobre e prenderà parte a vari eventi e conferenze, dopo la quarantena obbligatoria.
"I nostri partner per i progetti in Africa occidentale stanno facendo tutto il possibile per la promozione della pace. Durante un viaggio di una nostra delegazione in Senegal, abbiamo visto che solidarietà e dialogo interreligioso non sono solo parole vuote. Fra cristiani e musulmani esiste uno scambio ravvicinato che avviene nella vita di tutti i giorni" sottolinea mons. Wolfgang Huber.
La Giornata Missionaria Mondiale è stata indetta da Papa Pio XI nel 1926. Da allora, ogni anno, in oltre 100 paesi del mondo, si svolge nella penultima domenica di ottobre la raccolta di offerte sostenere il lavoro della Chiesa cattolica nelle 1.100 diocesi più povere del mondo.
(MS) (Agenzia Fides 24/09/2020)
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AFRICA/KENYA - Una religiosa incaricata dai Vescovi di coordinare il progetto della televisione cattolica nazionale del Kenya
 
Nairobi (Agenzia Fides) – Una religiosa a capo del progetto per la creazione della prima televisione cattolica nazionale del Kenya. Si tratta di suor Agnes Lucy Lando, Direttore della ricerca e degli studi post-laurea presso la Daystar University, che è stata nominata coordinatrice e consulente principale per assistere la Conferenza dei Vescovi cattolici del Kenya (KCCB) nella gestione di Ukweli Television Kenya. L’emittente, il cui motto è "portare Cristo alle persone e le persone a Cristo", è stata lanciata sui canali online il 1° aprile di quest’anno ed ha appena ottenuta la licenza commerciale di trasmissione in chiaro dall'Autorità per le comunicazioni del Kenya (CA).
In una intervista a Ukweli TV, che ha sede presso il National Youth Center (Mji-Wa Furaha), suor Lando ha ringraziato i Vescovi per la fiducia a lei accordata per guidare il nuovo progetto televisivo nonostante il suo altro impegno alla Daystar University, che è un'istituzione non cattolica. Suor Lando ha detto che la chiusura delle chiese all'inizio dell'anno a causa della pandemia Covid-19 ha influenzato la creazione della nuova stazione televisiva. “Era desiderio dei Vescovi rimanere in contatto con i fedeli. Hanno quindi chiesto che l'istituzione di Ukweli TV venga accelerata in modo che possa essere utilizzata come strumento di evangelizzazione e per raggiungere i cristiani con messaggi di speranza e incoraggiamento".
"A nome dei Vescovi, sono entusiasta che finalmente abbiamo qualcosa da cui cominciare. Ringraziamo il team di Nairobi per il loro impegno nell'aiutare ad acquisire la licenza di trasmissione" ha detto il Presidente della Commissione per le comunicazioni sociali della Conferenza Episcopale del Kenya, Sua Ecc. Mons. Joseph Obanyi Sagwe, Vescovo di Kakamega, sotto la cui guida è stato realizzato il progetto della TV cattolica. Il Vescovo ha rilevato che i Vescovi sono felici di possedere finalmente una propria stazione televisiva nazionale.
Mons. Obanyi ha detto che Ukweli TV inizierà presto a trasmettere programmi e ha invitato i cristiani di tutte le diocesi a sostenere la nuova TV e il team incaricato di gestirla, infine ha reso omaggio a suor Lando per il suo impegno e per aver accettato di aiutare i Vescovi a realizzare il loro sogno. (L.M.) (Agenzia Fides 24/9/2020)

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AFRICA/NIGERIA - Le continue profanazioni costringono alla chiusura di una chiesa
 
Abuja (Agenzia Fides) – I continui sacrilegi commessi nella chiesa di San Pietro a Makurdi hanno costretto il Vescovo della diocesi nigeriana, Sua Ecc. Mons. Wilfred Anagbe, a sospendere a tempo indeterminato tutte le attività nella parrocchia. La sospensione, entrata in vigore il 15 settembre 2020, ha fatto seguito a due attacchi sacrileghi alla parrocchia, il 12 agosto e il 13 settembre, da parte di persone ancora da identificare.
Il decreto che sancisce la sospensione delle attività liturgiche e pastorali afferma: "La parrocchia d'ora in poi sarà chiusa per la celebrazione della Santa Messa e per tutte le altre attività pastorali in linea con il Canone 1211, con effetto da oggi, 15 settembre 2020, fino a nuovo avviso".
Gli assalitori sono entrati nella cappella dell'Adorazione perpetua del Santissimo Sacramento e nell'edificio principale della chiesa, profanando la Santissima Eucaristia e saccheggiando i calici sacri, per cui tutta la chiesa è rimasta profanata.
La chiusura, secondo il decreto, "è per consentirci di prepararci adeguatamente alla penitenza richiesta dalla legge per riparare il danno che questa profanazione ha arrecato al Sacro Corpo di Cristo".
“Le attività pastorali riprenderanno solo dopo che sarà stata fatta una riparazione proporzionale a questo sacrilegio e saranno pienamente garantite migliori strutture di sicurezza per la parrocchia, secondo i requisiti canonici. Fatto ciò, l'intera comunità di questa parrocchia, tra l'altro, dovrà partecipare ad una novena di riparazione che si concluderà con un rito di espiazione, secondo le norme liturgiche diocesane”, spiega il decreto firmato da Mons. Anagbe. (L.M.) (Agenzia Fides 24/9/2020)
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ASIA/KAZAKISTAN - La prima basilica in terra kazaka: “Qui le radici della Chiesa che ha attraversato la repressione sovietica”
 
Karaganda (Agenzia Fides) - “Il titolo di Basilica minore concesso alla chiesa di San Giuseppe a Karaganda è un riconoscimento molto importante per i cattolici del Kazakistan. Si tratta di un vero Santuario: in tantissimi vi si recano in pellegrinaggio, perché al suo interno sono conservate le reliquie del sacerdote martire del comunismo Vladislav Bukovinskyin. Inoltre proprio qui si trovano le radici della presenza cattolica kazaka durante i decenni della repressione sovietica, quando non era possibile professare la fede. E’ una chiesa unica, perché è una delle prime registrate ufficialmente in Kazakistan, nel 1977. Il 29 giugno 1980, il Vescovo Alexander Khira la consacrò solennemente. Per questo, in occasione del quarantesimo anniversario della consacrazione, ho chiesto la concessione di titolo di Basilica minore, e Papa Francesco ha accolto la nostra richiesta”. Lo racconta all’Agenzia Fides Mons. Adelio Dell’Oro, Vescovo di Karaganda, che nei giorni scorsi ha ricevuto - e letto pubblicamente nel corso di una celebrazione eucaristica - il decreto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. Si tratta della prima chiesa riconosciuta come Basilica nel paese dell’Asia centrale.
Le origini della chiesa di San Giuseppe risalgono al periodo successivo alla morte di Stalin: nel 1953 alcuni sacerdoti liberati dai campi di concentramento raggiunsero la città di Karaganda. “Tra questi, padre Wladislav Bukowinsky, il Vescovo greco-cattolico Alexander Khira, padre Alexander Staub, padre Alexiy Zaritsy, padre Albinas Dumblyauskas e altri. Tutti questi sacerdoti battezzavano, confessavano, celebravano la Santa Messa e i matrimoni clandestinamente. La gente veniva da loro da regioni lontane per ricevere i santi Sacramenti. C’erano, inoltre, molte donne credenti: Gertrude e Valentina Detzel, Maria Becker, Thea Balter, Flora Stivikh e molte altre che, nonostante le crudeli persecuzioni, erano impegnate nella catechesi per adulti, bambini e adolescenti, che preparavano alla Prima Comunione e agli altri Sacramenti”, racconta mons. Dell’Oro.
Secondo quanto riferito dal Vescovo, grazie alla perseveranza di tanti cattolici, il 28 gennaio 1977, fu concesso il permesso di registrare la parrocchia della comunità romano-cattolica di Karaganda. Fu acquistata una “zemlianka”, cioè una casa-rifugio interrata, sul cui sito era previsto di costruire la chiesa. Lì, il 19 marzo 1977, festa di San Giuseppe, fu celebrata per la prima volta ufficialmente la Santa Messa. Le fondamenta della chiesa futura furono gettate nel novembre dello stesso anno. “Alla costruzione del tempio, iniziata nella primavera del 1978, parteciparono tutti, dal più piccolo al più grande, compresi invalidi e ammalati, e già l’8 settembre fu celebrata la prima Messa nella chiesa di San Giuseppe a Karaganda, appena edificata”, ricorda il Presule. Il 29 giugno 1980, il Vescovo Alexander Khira la consacrò solennemente.
“L’assegnazione del titolo di Basilica minore ha lo scopo di rafforzare il legame di questa chiesa con il Vescovo di Roma e di evidenziare la sua importanza nel territorio del Kazakistan. Questo è esteriormente riconoscibile dalle insegne pontificie sul portale di ingresso e all’interno della chiesa”, spiega a Fides il Vescovo. Per sottolineare l’unità con la Cattedra romana di Pietro, ogni anno, nella Basilica kazaka saranno celebrate diverse festività, come la solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo (29 giugno) e l’anniversario dell’elezione del Romano Pontefice (13 marzo 2013). I fedeli potranno lucrare l’indulgenza plenaria in quelle date e, una volta all’anno, anche in un giorno liberamente scelto.
(LF-PA) (Agenzia Fides 24/9/2020)
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ASIA/INDIA - Due statue di Gesù e Maria danneggiate e deturpate in Andra Pradesh
 
Mandapeta (Agenzia Fides) - Due statue di Gesù e della Vergine Maria sono state deturpate e danneggiate in una parrocchia cattolica dell'arcidiocesi di Visakhapatnam, in Andhra Pradesh, stato dell' India meridionale. Le due statue erano collocate all'ingresso nel complesso della chiesa di Santa Maria Maddalena a Mandapeta. Come riferito a Fides, un gruppo di ignoti le ha danneggiate e bruciate il 22 settembre. “E' un incidente piuttosto spiacevole, una denuncia è stata presentata alla locale stazione di polizia” ha detto a Fides padre R. P. V. Prasad, Segretario della diocesi, riferendo che sono in corso ulteriori indagini della polizia.
Va notato che la scorsa settimana si sono verificati episodi di profanazione di templi indù e vi è stato l'incendio del baldacchino che trasportava la divinità principale indù per le strade del villaggio. Secondo gli inquirenti l'incendio di due statue cattoliche potrebbe essere una sorta di rappresaglia dopo l'incidente avvenuto nel tempio induista.
Padre Joseph Arlagadda, vice segretario del Consiglio dei Vescovi cattolici di Telugu (che comprende i Vescovi delle province ecclesiastiche di Hyderabad e Visakhapatnam e la diocesi di rito orientale a Telangana) osserva a Fides: "Questi gesti intendono disturbare la pace nel distretto. Non bisogna cedere alle provocazioni", invitando alla calma i fedeli cattolici della parrocchia locale di Mandapta che ha circa 3000 battezzati.
In India si sono registrati 31 episodi di attacchi a luoghi o personaggi cristiani nell'agosto di quest'anno. La maggior parte di questi attacchi è stata segnalata negli stati di Uttar Pradesh in Chhattisgarh, come riferisce il sito web "MapViolence", gestito dallo United Christian Forum (UCF), per segnalare e monitorare gli episodi di violenza e ostilità contro la comunità cristiana in India.
L'organizzazione segnala che spesso, alla base di tali violenze, vi è la diffusione di notizie false o di propaganda tendenziosa: si afferma, ad esempio che i cristiani starebbero cercando di convertire fedeli indù, anche offrendo denaro. Tali notizie, diffuse ad arte sui social media, innescano reazioni violente. "I fedeli cristiani sono rispettosi della legge e nutrono benevolenza nei confronti dei concittadini" ribatte l'UCF.
(SD-PA) (Agenzia Fides 24/9/2020)
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AMERICA/COLOMBIA - “Siamo sulla stessa barca, remiamo insieme”: Settimana del Migrante e del Rifugiato
 
Bogotà (Agenzia Fides) – Con lo slogan “Siamo sulla stessa barca, remiamo insieme”, dal 21 al 27 settembre si sta celebrando in Colombia la “Settimana del Migrante e del Rifugiato 2020”, che quest'anno si svolgerà virtualmente a causa della situazione sanitaria provocata dal Covid-19. Sensibilizzare sul "dramma degli sfollati interni, dramma spesso invisibile" e sulle diverse azioni che si realizzano a sostegno di questa popolazione, è l'obiettivo della Giornata mondiale, che si celebrerà domenica 27 settembre. Papa Francesco ha rilevato che “le persone in mobilità umana devono essere accolte, protette, promosse e integrate, soprattutto gli sfollati interni”. Gli scontri e le emergenze umanitarie, aggravate dai mutamenti climatici, aumentano il numero degli sfollati e colpiscono le persone che già vivono in uno stato di estrema povertà.
Nel caso della Colombia, la Giornata tiene conto anche della migrazione da altri Paesi, vista la situazione creatasi negli ultimi anni, sottolinea la nota della Conferenza episcopale colombiana pervenuta a Fides. Lo slogan della campagna invita a condividere la vita, riconoscere la ricchezza dei migranti al loro arrivo in diverse regioni, promuovere la loro integrazione e ridurre la xenofobia.
A causa della pandemia in atto, non si svolgeranno come nel passato incontri e attività in luoghi specifici, per cui il Segretariato Nazionale per la Pastorale Sociale/Caritas Colombia (SNPS/CC), mostrerà in forma virtuale il suo lavoro a sostegno dei fratelli migranti e rifugiati che anno dopo anno devono lasciare le loro case per cercare un futuro migliore.
Tra i sussidi preparati dal SNPS/CC ci sono: immagini per i social network; frasi di Papa Francesco per la 106a Giornata del Migrante e del Rifugiato; un opuscolo con alcuni consigli che faciliteranno le istanze dei migranti in Colombia; frasi bibliche che incoraggiano all'amore per il prossimo, soprattutto per la popolazione migrante; un libretto per i ragazzi che parla di integrazione e sostegno al fratello migrante; un video esplicativo della legge sull'immigrazione; testimonianze di migranti venezuelani e colombiani rientrati che hanno ricevuto aiuto dalla Chiesa cattolica; articoli che rendono visibile il lavoro svolto dal SNPS/CC; storie di vita di migranti; video testimonianze di sacerdoti che aiutano la popolazione migrante. "Possiamo tutti far parte di questa campagna, vivere questa celebrazione da casa, scaricando le nostre risorse comunicative e condividendole sui vostri social network" sottolineano gli organizzatori. (SL) (Agenzia Fides 24/9/2020)
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AMERICA/STATI UNITI - Chiesa cattolica e società americana devono riconoscere i contributi storici e attuali della leadership ispanica e latina
 
Washington (Agenzia Fides) - Il “Mese del patrimonio ispanico negli Stati Uniti d’America”, dal 15 settembre al 15 ottobre, sta presentando interventi e proposte di riconoscimento sia da parte della Chiesa cha dalla società civile. "È particolarmente significativo per la Chiesa cattolica negli Stati Uniti, perché è a metà del cammino quadriennale iniziato con il Quinto Incontro Nazionale di Pastorale Ispanico/Latina, nel 2018" ha affermato ieri il Vescovo ausiliare di Detroit, Mons. Arturo Cepeda, che è presidente del Sottocomitato per gli affari ispanici della Conferenza dei Vescovi cattolici degli Stati Uniti (USCCB). “Sia la Chiesa cattolica che la società americana devono riconoscere i contributi storici e attuali della leadership ispanica e latina in tutte le sfere della Chiesa e della società” ha aggiunto.
Gli Incontri nazionali hanno riconosciuto come ispanici e latini si siano intrecciati nel tessuto stesso della Chiesa e della società negli Stati Uniti per molte generazioni. In occasione di questi ultimi eventi, è stata realizzata una ricerca sulla presenza dei latinoamericani nella Chiesa e nella società statunitense, da cui emerge che dal 1990 al 2016 la popolazione cattolica ispanica/latina degli Stati Uniti è aumentata di circa 13,7 milioni, mentre la popolazione cattolica del paese, nel complesso, è aumentata di circa 3,6 milioni. La percentuale di ispanici e latini statunitensi che erano cattolici, nel 2016, era del 52%, e poco più della metà dei cattolici di età inferiore ai 50 anni erano ispanici o latini.
Per evidenziare questo impegno da parte della Chiesa cattolica, la Sottocommissione per gli affari ispanici dell'USCCB ospiterà, in forma virtuale, il 9 e 10 ottobre, l’incontro di verifica dei rappresentanti di questa pastorale presenti in ogni diocesi. "Il processo avviato con il V Incontro ha dimostrato la profonda fede e l'impegno di ispanici e latini per la Chiesa" ha detto Mons. Cepeda. “Allo stesso tempo, ha dimostrato il loro spirito imprenditoriale, una profonda consapevolezza e preoccupazione per i mali sociali della nostra società, così come il forte impegno per la giustizia sociale, inclusa una vasta gamma di questioni sulla vita. Gli ispanici, e in particolare i cattolici ispanici, sono determinati a essere parte della soluzione ai problemi della realtà odierna: la pandemia da Covid-19, l'appello alla giustizia razziale e il continuo impatto del cambiamento climatico globale" ha concluso.
(CE) (Agenzia Fides 24/09/2020)

sabato 21 dicembre 2019

Agenzia fides 20 dicembre 2019

EUROPA/GERMANIA - Al via la Campagna dei Cantori della Stella 2020: “Portare la benedizione, essere benedizione. Pace! In Libano e in tutto il mondo”
 
Aachen (Agenzia Fides) - “Portare la benedizione, essere benedizione. Pace! In Libano e in tutto il mondo” è il motto della prossima campagna dei Cantori della Stella 2020 che come paese simbolo quest’anno ha scelto il Libano. La campagna verrà inaugurato a livello nazionale sabato 28 dicembre a Osnabrück.
Indossando i vestiti dei Re Magi, con la stella cometa ed i loro canti, nei giorni precedenti all’Epifania i “Cantori della Stella” bussano alle porte delle case tedesche. Circa 300mila bambini delle parrocchie cattoliche della Germania porteranno la benedizione “C+M+B” (“Christus mansionem benedicat - Cristo benedica questa casa”) alle famiglie, raccogliendo offerte per i loro coetanei che soffrono in tutto il mondo.
Ogni anno, dal 1984, i Cantori della Stella portano la loro benedizione “C+M+B” anche alla Cancelleria federale, a Berlino: 108 Cantori della Stella verranno nella capitale tedesca con le loro stelle dorate e le loro corone lucenti. Martedì 7 gennaio la cancelliera Angela Merkel accoglierà i piccoli e grandi membri dell’Infanzia Missionaria tedesca per la 15esima volta. I Cantori vengono da tutte le 27 diocesi tedesche in rappresentanza di circa 300.000 ragazze e ragazzi di circa 10.000 parrocchie che partecipano alla 62a campagna dei Cantori della Stella (Aktion Dreikönigssingen). Il giorno dell'Epifania, lunedì 6 gennaio, saranno accolti anche dal Presidente federale, Frank-Walter Steinmeier, nella sua residenza.
Rappresentanti degli Sternsinger di Germania, Austria, Svizzera, Slovacchia, Romania, Ungheria e Italia (Alto Adige) parteciperanno il 1° gennaio alla celebrazione della solennità di Maria Madre di Dio, Giornata Mondiale per la Pace, con Papa Francesco nella Basilica di San Pietro.
“Sono grato per questo nuovo compito e non vedo l'ora di conoscere e affrontare le nuove sfide. Insieme allo staff di Missio Aachen e dell’Infanzia Missionaria (Kindermissionswerk/'Die Sternsinger') continueremo a mettere in pratica la solidarietà universale della Chiesa per darle un volto credibile e vicino alle persone" aveva affermato il nuovo Direttore nazionale dell'Infanzia missionaria tedesca e di Missio Aachen, il rev. Dirk Bingener, dopo la sua nomina.
(MS) (Agenzia Fides 20/12/2019)
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AFRICA/NIGER - “Nella zona di Bomoanga minacce contro i cristiani e uccisioni mirate per gli altri”, riferisce un missionario
 
Niamey (Agenzia Fides) - Come va a Bomoanga? “Male. Le cose peggiorano”. “All’approssimarsi del Natale la domanda era scontata ma la risposta dell’animatore di comunità no” riferisce all’Agenzia Fides P. Mauro Armanino, delle Società delle Missioni Africane (SMA) da Niamey. Bomoanga è il villaggio dove il 17 settembre dell’anno scorso è stato rapito P. Pierluigi Maccalli, sempre della SMA (vedi Fides 18/11/2018), del quale non si hanno da allora notizie.
“L’animatore conferma con una serie di esempi concreti la sua affermazione. E cita, a titolo di esempio, la recente uccisione del capo villaggio e ‘consigliere’ nominato dal governo, del villaggio di Kouadjieni, ad appena una decina di chilometri da Bomoanga” afferma p. Armanino.
“Invece nel villaggio di Koutougou, a una quarantina di Km da Bomoanga, è stato ucciso lo ‘stregone’ locale, sul luogo stesso dove soleva fare i sacrifici rituali prescritti dalla religione tradizionale. La chiesa della comunità cristiana non è lontana dal luogo dell’assassinio. Poco dopo la sua uccisione, è stata la volta del nipote, cristiano, ad essere minacciato e ‘invitato’ dal capo del gruppo ad informare la comunità cristiana del villaggio che, se andranno a pregare in chiesa, le uniche persone a sopravvivere saranno le donne e i bambini”.
“Ciò che lascia perplessi in queste vicende - dice il missionario - è l’assoluta libertà di manovra e di azione di questi gruppi armati che, seppur localizzati, non sono minimamente disturbati dalle forze dell’ordine. Queste ultime sono stazionate nella scuola di Ngoula, ad appena una ventina di chilometri dal villaggio dove i cristiani sono stati minacciati. Testimonianze credibili dei contadini della parrocchia di Bomoanga attestano avvistamenti, in moto e armati, di elementi di questi gruppi terroristi”.
“Il prossimo Natale per la parrocchia di Bomoanga sarà molto vicino all’originale di Betlemme, con gli Erode del momento” conclude p. Armanino. (L.M.) (Agenzia Fides 20/12/2019)
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AFRICA/EGITTO - Sale a 1322 il numero di chiese e edifici ecclesiastici “condonati” dalle autorità egiziane
 
Il Cairo (Agenzia Fides) - Il governo egiziano ha emesso nei giorni scorsi un nuovo decreto in cui riconosce la piena conformità di altre 37 chiese con gli annessi 50 edifici ecclesiastici alle disposizioni che regolano la costruzione dei luoghi di culto cristiani. Con la nuova risoluzione governativa, pubblicata sulla gazzetta ufficiale, sale a 1322 il numero di chiese e edifici di servizio ausiliari che sono stati condonati da quando è iniziato il processo di “legalizzazione” dei luoghi di culto cristiani costruiti in passato senza i permessi richiesti.
La cadenza alquanto ravvicinata degli incontri in cui vengono verificati e approvati i procedimenti che attestano la piena rispondenza dei luoghi di culto cristiani alle norme sulla costruzione di tali edifici (vedi Fides 29/9/2019) conferma la determinazione con cui le autorità egiziane portano avanti il progetto di regolarizzazione delle chiese costruite in passato senza i permessi richiesti.
Il processo di verifica e regolarizzazione è iniziato a partire dall’approvazione della nuova legge sulla costruzione e la gestione dei luoghi di culto, ratificata dal Parlamento egiziano quasi tre anni fa, il 30 agosto 2016.
Le chiese sottoposte al vaglio del Comitato governativo costituito ad hoc sono soprattutto quelle costruite prima che entrasse in vigore la nuova legge sulla costruzione degli edifici di culto cristiani. Il Comitato è incaricato di verificare se migliaia di chiese e luoghi di preghiera cristiani costruiti in passato senza le autorizzazioni richieste, rispondano agli standard stabiliti dalla nuova legge. La verifica si risolve ordinariamente nella regolarizzazione dei luoghi di culto.
Nei decenni scorsi, molte chiese e cappelle erano state costruite in maniera spontanea, senza tutte le dovute autorizzazioni. Ancora oggi proprio tali edifici, tirati su dalle comunità cristiane locali senza permessi legali, continuano di tanto in tanto ad essere utilizzati come pretesto dai gruppi islamisti per fomentare violenze settarie contro i cristiani.
La legge sui luoghi di culto dell’agosto 2016 ha rappresentato per le comunità cristiane egiziane un oggettivo passo avanti rispetto alle cosiddette “10 regole” aggiunte nel 1934 alla legislazione ottomana dal Ministero dell'interno, che vietavano tra l'altro di costruire nuove chiese vicino alle scuole, ai canali, agli edifici governativi, alle ferrovie e alle aree residenziali. In molti casi, l'applicazione rigida di quelle regole aveva impedito di costruire chiese in città e paesi abitati dai cristiani, soprattutto nelle aree rurali dell'Alto Egitto. (GV) (Agenzia Fides 20/12/2019)
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ASIA - La missione nelle società "post-umane": l'Asia ha sete di Cristo
 
Roma (Agenzia Fides) - "In Asia le grandi trasformazioni sociali, antropologiche, culturali, tecnologiche generano in alcuni casi, società post-umane. Accanto a questo fenomeno, vi è quello di persone che vivono in condizioni sub-umane. Intanto fenomeni come il nazionalismo religioso o l'intolleranza religiosa , già menzionati nel documento post-sinodale 'Ecclesia in Asia' vent'anni fa, continuano a crescere. In questa cornice la Chiesa cattolica annuncia il Vangelo all'uomo di oggi ed esercita la sua missione profetica": lo ha detto il Carmelitano indiano p. Benedict Kanakappally OCD, vice rettore della Pontificia Università Urbaniana, a margine del congresso "Transforming Asia", tenutosi il 18 e 19 dicembre a Roma, organizzato congiuntamente dalla Pontificia Facoltà teologica S. Bonaventura-Seraphicum, dalla Pontificia Università Urbaniana e dalla Pontificia Unione Missionaria. "Ci siamo interrogati su come, e se è possibile, contribuire a trasformare, e come rinnovare l'opera missionaria nel contesto del continente asiatico, così vasto e plurale. L'Asia ha sete di Cristo, diceva Ecclesia in Asia. A vent'anni da quel documento, le comunità cristiane in Asia possono riflettere e fare il punto sull'opera di evangelizzazione e su come è necessario trasformare anche la missione della Chiesa", ha spiegato il vice Rettore.
Ribadisce all'Agenzia Fides il prof. Dinh Anh Nhue Nguyen OFMConv, Preside della Pontificia Facoltà Teologica San Bonaventura e Direttore dell'Istituto Francescano di studi teologici asiatici: "Il continente asiatico è una realtà diversificata e complessa, in tutti i suoi aspetti e le sue dinamiche, nei diversi contesti regionali e nazionali. La Chiesa con il Sinodo e con l'Ecclesia in Asia ha compiuto un 'opera di riflessione sulla presenza della fede in quel continente. Oggi ci chiediamo se l'Ecclesia in Asia sia rilevante e quali sono le nuove sfide che oggi si pongono alla missione della Chiesa in Asia. Crediamo si debba ripartire dalla Bibbia, dalla centralità della Parola di Dio, vissuta, celebrata e annunciata".
"La sfida irrinunciabile - prosegue p. Anh Nhue - è l'annuncio del Vangelo, cui seguono altre sfide come l'inculturazione, la teologia missionaria, l'adattamento della pastorale ordinaria, a seconda dei contesti. Questo annuncio si fa carne nella testimonianza di vita, nelle opere sociali, nella prossimità verso ogni uomo. Queste attività non sono appannaggio solo della Chiesa, ma i cristiani le portano avanti per amore di Gesù Cristo, e questo fa la differenza. E' importante dirlo sempre con chiarezza, dando ragione della speranza che è in noi, senza paura di offendere le cultura o le altre religioni, riscoprendo la ragione profonda del nostro essere e operare".
Conclude il Preside: "L'annuncio del Vangelo in Asia passa anche attraverso il dialogo, ed è una missione molto delicata. Non bisogna avere paura del dialogo, ma rifuggire i due estremi: il primo è evitare il dialogo per non compromettersi; il secondo è compiere una sorta di autocensura della propria identità cristiana, per dialogare. In Asia i cristiani sono comunque ben riconoscibili nelle società: oggi sentiamo il bisogno di un rinnovamento e un ripensamento della missione, di fronte alle nuove sfide". (PA) (Agenzia Fides 20/12/2019)
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AMERICA/HAITI - Avviata la discussione tra governo, opposizione e società civile, ma una soluzione alla crisi è ancora lontana
 
Port au Prince (Agenzia Fides) – E’ purtroppo fallito il secondo incontro fra rappresentanti del governo e membri dell'opposizione per risolvere la drammatica crisi che vive il paese. Mercoledì 18 dicembre, su iniziativa di Helen La Lime, rappresentante speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite ad Haiti, si è tenuto il secondo giorno di discussione nella sede della Nunziatura apostolica, cui hanno preso parte leader di partiti e gruppi di opposizione politica, rappresentanti della società civile, autorità locali, della presidenza, la stessa Helen La Lime e rappresentanti dell'Organizzazione degli Stati americani (OAS), lontani da microfoni e telecamere, nel tentativo di trovare una soluzione consensuale alla crisi.
A questo incontro non era presente Rosemond Pradel, rappresentante del gruppo "Maché kontre", affermando che le discussioni non stavano andando nella giusta direzione e ricordando la posizione assunta da coloro che avevano stipulato l'accordo di Marriott, che richiede le dimissioni del Capo dello Stato come prerequisito.
Alla fine di questo secondo giorno di incontro, i partecipanti hanno rilasciato una dichiarazione congiunta, pervenuta a Fides e pubblicata dai media locali: “Noi, partiti, gruppi politici dell'opposizione, rappresentanti della presidenza, delle organizzazioni della società civile e delle autorità locali riuniti alla nunziatura il 17 e 18 dicembre 2019, abbiamo completato due giorni di riflessioni e scambi intorno della crisi politica, sociale ed economica che ha scosso il paese da diversi mesi. Questo è un passo positivo e un approccio costruttivo che deve continuare per riunire tutti i rappresentanti della società al fine di risolvere la crisi. Cogliamo l'occasione per ringraziare la Nunziatura Apostolica per la sua ospitalità e gli attori internazionali che hanno accompagnato questo sforzo, in particolare le Nazioni Unite e l'OAS. Petion Ville, 18 dicembre 2019".
Il documento è firmato dal senatore Joseph Lambert, coordinatore di Konbit Masyonal (KONA); dall’ex senatore Paul Denis, coordinatore di Inifos; da Éric Jean-Baptiste, segretario generale di RNPD, come testimoni di questo dialogo.
La nota inviata a Fides da un missionario, commenta che, sebbene l'incontro sia già un passo avanti perché il governo ha partecipato alla riunione, si vede che ancora non c'è una via di uscita chiara.
La situazione continua ad essere bloccata nonostante gli aiuti dall’estero per programmi sociali. L’ Unione Europea, attraverso il suo ambasciatore nella vicina Repubblica Dominicana, Gianluca Grippa, ha dichiarato una settimana fa che attende una soluzione veloce per riattivare i programmi di aiuti umanitari offerti ad Haiti da un decennio. Ieri la UE ha destinato più di 15 milioni di euro come aiuti per l'America Latina e i Caraibi, tra cui Haiti.
Due giorni fa la Commissione interamericana per i diritti umani (IACHR), ha iniziato la sua visita ad Haiti, rispondendo all’invito delle autorità, per verificare la segnalazione dell'ONU secondo cui si sono registrati più di 42 morti in due mesi per gli interventi della polizia alle manifestazioni che chiedono le dimissioni del Presidente Jovenel Moïse.
La Chiesa cattolica, presente anche con i missionari in tutto il territorio dell’isola, non riesce ad organizzare il proprio lavoro pastorale e sociale a causa della crisi, come testimoniano a Fides alcuni missionari presenti da tempo ad Haiti.
(CE) (Agenzia Fides, 20/12/2019)

martedì 25 settembre 2018

Vatican news 25 settembre 2018

Vatican News
Le notizie del giorno
25/09/2018
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