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martedì 25 febbraio 2020

agenzia Fides 25 febbraio 2020

EUROPA/SPAGNA - “Día de Hispanoamérica”: in comunione con i missionari spagnoli in America Latina
Madrid (Agenzia Fides) – Ricordare i missionari spagnoli in America Latina e collaborare con loro: questo è lo scopo del "Día de Hispanoamérica" che si celebra domenica prossima, 1 marzo. Quest'anno il motto sarà "Affinché in Lui possano avere vita". Si tratta di "una dimensione fondamentale della vita che Dio partecipa e ci invita a condividere, il nucleo vivente che anima e verifica il cammino missionario della Chiesa, della vita che diventa Vita” spiega la presidenza della Pontificia Commissione per l'America Latina nel suo messaggio per la giornata inviato a Fides.
Fra le diversi segnalazioni pervenute a Fides per questa circostanza, la Commissione per le Missioni e la Cooperazione fra le Chiese della Conferenza Episcopale Spagnola ha pubblicato diversi sussidi per la Giornata dell'Ispanoamerica, che comprendono fra altro il Messaggio della Presidenza della Pontificia Commissione per l'America Latina, un sussidio liturgico, un rapporto informativo, e un testo sul tema del Laicato Missionario scritto per l'occasione da Dolores Golmayo, Presidente del Gruppo Associazioni di Laici Missionari.
Le Pontificie Opere Missionarie (POM) della Spagna stanno preparando la celebrazione della Giornata con diverse attività sui social media, in modo organizzato e con ampia diffusione. Il programma televisivo "Tu eres Mision", programma delle Pontificie Opere Missionarie sulla tv TRECE, presenterà la Giornata, che ogni prima domenica di marzo la Chiesa spagnola celebra in tutti i paesi ispanici, ricordando in modo speciale le Chiese gemelle dell'America Latina. Padre Javier Pedraza, sacerdote diocesano di Madrid, membro della Obra de Cooperación Sacerdotal Hispanoamericana (OCSHA), parlerà dei suoi 18 anni di missione in Brasile, offrendo la testimonianza della sua esperienza missionaria nelle diocesi brasiliane di Feira de Santana e Ruy Barbosa, vicino a Bahia. Quindi seguità la testimonianza di una coppia di sposi missionari e di una religiosa colombiana che ha lavorato in Congo, ad Haiti e in Angola.
Il Progetto delle POM della Spagna per questa occasione riguarda una delle Chiese più giovani del mondo, la Mongolia, dove tre missionari arrivarono nel 1992, dopo la caduta del regime comunista. Attualmente ci sono più di 70 missionari di 24 nazioni.
Il rapporto della Obra per la Cooperación Sacerdotal Hispanoamericana (OCSHA) informa che attualmente ci sono 208 sacerdoti spagnoli in America Latina, mentre nel 2019 erano 237. In questo giorno vengono ricordati in modo particolare attraverso la preghiera e l'aiuto economico.
(CE) (Agenzia Fides, 25/02/2020)
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AFRICA/COSTA D’AVORIO - Land grabbing, i Vescovi: “Serve uno strumento giuridico per regolare le attività delle società transnazionali”
Abidjan (Agenzia Fides) - “Denunciamo con forza l'accaparramento della terra e l'espropriazione forzata della terra in tutte le sue forme. Le conseguenze sono incalcolabili: perdita del patrimonio culturale e ancestrale, sfollamento, disoccupazione, carestia, esodo, migrazione, ecc.” affermano i Vescovi del Comitato Permanente dell’Unione delle Conferenze Episcopali dell’Africa Occidentale (Cerao/Recowa), nella dichiarazione pubblicata al termine della loro riunione tenutasi a metà febbraio ad Abidjan.
Rivolgendosi agli “Stati, aziende multinazionali e a tutti coloro che sono coinvolti nella disastrosa operazione di accaparramento del suolo e di espropriazione forzata della terra in Africa”, i Vescovi chiedono di ascoltare la parola di Dio: “Non depredare il povero, perché egli è povero, e non affliggere il misero in tribunale” (Pr.22,22). Oltre al “fenomeno del land grabbing da parte delle multinazionali, con la connivenza di alcuni attori locali”, i Vescovi denunciano “l’espropriazione forzata della terra degli agricoltori da parte dei pastori a fini di pascolo”, con “la caccia all'uomo, lo sfollamento forzata degli abitanti dei villaggi i cui terreni agricoli vengono distrutti. E la conseguente perdita di vite umane”.
“Nonostante ciò che si può dire dei benefici economici dell'estrazione mineraria in Africa, va notato che i suoi effetti dannosi sono incalcolabili per il popolo africano” afferma il messaggio. Tra gli effetti dannosi vi sono: il degrado dell'ambiente, lo squilibrio dell'ecosistema, la perdita di biodiversità, l'inquinamento di fiumi, mari, acque sotterranee, ecc.
I Vescovi dell’Africa occidentale chiedono pertanto “la creazione di uno strumento globale giuridicamente vincolante per regolare le attività delle società transnazionali. Chiediamo ai nostri rispettivi governi in Africa occidentale di lavorare collettivamente con altri Paesi per il raggiungimento di tale strumento di pacifica governance globale”
“Lavoriamo insieme per un nuovo ordine mondiale che garantisca alle diverse comunità dell'Africa occidentale il diritto a un ambiente favorevole allo sviluppo sostenibile, rispettoso della natura e delle risorse naturali. Seguendo il Santo Padre, invitiamo i governi dell'Africa occidentale a "correggere i modelli di crescita che sembrano incapaci di garantire il rispetto per l'ambiente" e i diritti delle comunità” conclude la dichiarazione. (L.M.) (Agenzia Fides 25/2/2020)
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AFRICA/TOGO - La sfida della democrazia in Africa: opposizioni deboli
Sokodè (Agenzia Fides) – In base ai risultati diffusi dalla Commission Électorale Nationale Indépendante (CENI), Faure Gnassingbé è stato appena rieletto Presidente del Togo per un quarto mandato, con quasi il 72,36% dei voti contro il 18,37% dell’avversario Agbéyomé Messan Kodjo, ex Primo ministro ed ex-presidente dell’Assembla nazionale, e il 4,35% di Jean Pierre Fabre, presidente del principale partito di opposizione del Togo, la National Alliance for Change.
Nonostante le proteste dell’opposizione, che ha denunciato brogli, il giorno delle votazioni l'accesso a Internet è stato limitato e molti cittadini non sono riusciti a votare. “Affrontare la sfida della democrazia in Africa non deve essere solo una prerogativa dei poteri esistenti, ma anche dell'opposizione. Il recente caso del Togo ne è un esempio perfetto” ha scritto all’Agenzia Fides p. Donald Zagore, sacerdote della Società per le Missioni Africane, missionario in Togo. “Eppure – prosegue - in Togo, l'opposizione ha commesso gravi errori di cui oggi deve assumersi la responsabilità.”
Il missionario fa notare quanto la campagna elettorale delle forze di opposizione fosse circoscritta al sud e visibilmente assente al nord del Paese. “Prima, incapace di parlare all’unisono, - prosegue Zagore – l’opposizione aveva invitato i suoi sostenitori a non partecipare al censimento elettorale che si è svolto dal 1 al 25 ottobre 2018. Non prendendo parte alle elezioni legislative del 20 dicembre 2018, si è ritrovata a non avere un rappresentante in Parlamento. Inoltre, durante la campagna elettorale, l'opposizione ha avuto come obiettivo prevalente l’allontanamento dell’attuale presidente più che proporre al popolo togolese un solido programma di governo.”
“La debolezza delle forze di opposizione rimane un grave problema per la democrazia in Africa: esso pregiudica la politica africana che registra, in linea generale, la mancanza di argomenti concreti, preferendo spesso un linguaggio di violenza e ribellioni armate per accedere al potere”, conclude il missionario.
(DZ/AP) (25/2/2020 Agenzia Fides)
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ASIA/PAKISTAN - Dialogo e fraternità: l'eredità della dichiarazione di Abu Dhabi in Pakistan
Lahore (Agenzia Fides) - Il dialogo senza pregiudizi, la cultura dell'incontro, la relazione fraterna con il prossimo, al di là delle diffierenze di cultura, religione o etnia, lingua o classe sociale, la collaborazione materiale e spirituale tra fedeli cristiani e musulmani: è questo il prezioso patrimonio che lascia al Pakistan lo storico documento sulla "Fratellanza umana per la pace e la vita nel mondo" firmato da Papa Francesco e da Ahmad Al -Tayyeb, Grande Imam di Al-Ahzar, il 4 febbraio 2019. E' quanto emerso da un recente incontro, tenutosi a Lahore, che ha voluto celebrare nella "terra dei puri" il primo anniversario di quella storica firma, che in Pakistan ha generato iniziative di scambio, dialogo, preghiera interreligiosa.
Alla commemorazione, organizzata dalla Commissione nazionale per il dialogo interreligioso e l'ecumenismo, in seno alla Conferenza episcopale cattolica del Pakistan, erano presenti, tra gli altri leader cristiani, l'Arcivescovo Sebastian Francis Shaw, Presidente della Commissione, e l'Arcivescovo Christophe Zakhia El-Kassis, Nunzio Apostolico in Pakistan. Accanto a loro, Chaudhry Mohammad Sarwar, Governatore della provincia del Punjab, Muhammad Abdul Khabir Azad, Imam della grande "Moschea reale" di Lahore e numerosi altri eminenti leader musulmani. Tra i partecipanti, anche membri della società civile, rappresentanti delle scuole, studenti di facoltà di college e università e un buon numero di fedeli di diverse religioni.
Scopo dell'evento era rinnovare il comune impegno per il dialogo e la fraternità in Pakistan ed esprimere solidarietà a Papa Francesco e ad Ahmad Al-Tayyeb per i loro sforzi nel promuovere la riconciliazione, la cultura del dialogo, la pace, la libertà e la giustizia nel mondo.
L'Arcivescovo Shaw ha affermato che "accettarsi e accogliersi reciprocamente è essenziale per vivere insieme in pace e armonia", guardando con favore il fatto che "tante persone di diverse religioni" fossero riunite "per commemorare il primo anniversario di quello storico documento". Il Nunzio Apostolico Zakhia El-Kassis ha riaffermato la visione di Papa Francesco per la pace, l'armonia e la convivenza nel mondo, ricordando che "è necessario promuovere la cultura del dialogo come percorso per il rispetto reciproco, l'accettazione, l'armonia, la giustizia, la libertà e l'uguaglianza".
L'impegno de cristiani e musulmani in Pakistan per il dialogo e la convivenza, nell'ottica del bene comune del paese, è stato apprezzato da Chaudhry Mohammad Sarwar, Governatore della provincia del Punjab, che ha detto: "Tutti siamo chiamati a dare il nostro contributo per rendere il Pakistan un paese migliore". La pace, ha ricordato, "non si può promuovere in una società senza la giustizia", promettendo che "il governo farà del suo meglio per promuovere l'armonia religiosa".
Anche Muhammad Abdul Khabir Azad e gli altri leder musulmani hanno espresso la loro visione favorevole al documento di Abu Dhabi, confermando l'impegno per "il rispetto reciproco, il dialogo, i diritti umani e la giustizia, basati sulla misericordia, per costruire una società prospera e pacifica in Pakistan".
A conclusione della commemorazione, nel giardino del Palazzo del Governatore del Punjab a Lahore è stato piantato un ulivo, simbolo di pace e prosperità nella Sacra Bibbia e nel Corano. (PA) (Agenzia Fides 25/2/2020)
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ASIA/PAKISTAN - Feriti tre cristiani che volevano costruire una cappella
Lahore (Agenzia Fides) - Tre uomini cristiani pakistani che stavano lavorando alla costruzione di una cappella a Sahiwal, nella provincia del Punjab pakistano, sono stati feriti in seguito ad una aggressione di persone che volevano fermare il progetto. Come appreso dall'Agenzia Fides, nei giorni scorsi i musulmani Muhammad Akram, Muhammad Liaqat, Aslam e i loro compagni hanno attaccato i cristiani, che avevano manifestato l'intenzione di costruire una piccola cappella, sulla loro terra, nel villaggio dove vivono, il "Chak 92-9L", nel distretto di Sahiwal. Il villaggio è composto da 150 case, mentre la popolazione cristiana totale è di circa 120 fedeli. Gulzar Masih, uno dei cristiani locali, proprietario di un appezzamento di terra (con tanto di certificato legale di proprietà), intendeva erigere una semplice costruzione da adibire a cappella per il culto dei cristiani locali, attualmente costretti a percorrere diversi chilometri per recarsi in una chiesa. Muhammad Liaqat si è opposto alla costruzione della chiesa, contestando la proprietà di quella terra e contestando, inoltre, l'idea di avere una chiesa cristiana nel villaggio. Ne è sorto un litigio conclusosi con l'arrivo della polizia che ha fermato le persone coinvolte nella rissa: Gulzar e suo figlio, Liaqat e i suoi compagni, tutti successivamente rilasciati.
Lo stesso giorno Muhammad Liaqat con i suoi complici, questa volta equipaggiati con armi da fuoco e da taglio, hanno iniziato a demolire il muro di cinta che i cristiani avevano cominciato a costruire, per poi edificare la cappella. All'arrivo di Gulzar Masih e di altri fedeli, che volevano impedire la demolizione, gli aggressori hanno aperto il fuoco ferendo gravemente tre cristiani: Azeem, figlio di Gulzar, Sajjad e Razaq, tutti poi ricoverati all'ospedale civile di Sahiwal. La polizia ha nuovamente fermato alcuni sospetti ma intanto anche gli aggressori hanno sporto denuncia contro i cristiani, sostenendo di essere stati aggrediti.
Secondo l'Ong CLAAS (Centre for Legal Aid, Assistance and Settlement) , che fornisce assistenza legale ai cristiani del villaggio, si tratta di "una patente violazione dei diritto al culto dei fedeli, e di un abuso compiuto da altri cittadini musulmani, che usano la violenza indiscriminata sulle minoranze religiose". (PA) (Agenzia Fides 25/2/2020) .
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ASIA/IRAQ - Parlamentari iracheni della componente cristiana: non voteremo la fiducia al governo Allawi
Baghdad (Agenzia Fides) – Il Parlamento iracheno si appresta a votare, giovedì 27 febbraio, la fiducia al governo designato dal Primo Ministro Mohammed Allawi, ma i membri dell’assemblea parlamentare che occupano i cinque seggi riservati alle minoranze cristiane hanno già annunciato la loro intenzione di far mancare il loro voto di sostegno al nuovo esecutivo. A rendere nota la posizione dei cinque parlamentari è stato il parlamentare Aswan al Kildani, appartenente alla formazione politica delle cosiddette “Brigate Babilonia”, che occupa il seggio riservato ai cristiani nella Provincia elettorale di Ninive.
Aswan Salem, fratello di Rayan al Kildani (il fondatore delle “Brigate Babilonia”), in una recente intervista rilasciata alla rete televisiva MBC Iraq ha dichiarato che i cinque deputati della “componente cristiana” non daranno il proprio voto di fiducia al governo Allawi perché il Premier designato non ha avuto consultazioni con i rappresentanti delle proprie rispettive formazioni politiche, e non ha reso noto il nome dell’esponente cristiano a cui intende affidare un ministero nella futura compagine governativa. Un altro parlamentare titolare di uno dei cinque seggi riservati ai cristiani ha chiarito il motivo della contesa, dichiarando che il Premier incaricato Allawi avrebbe intenzione di affidare un ministero a una personalità cristiana “indipendente”; senza tener conto delle indicazioni e dei desiderata delle formazioni politiche di appartenenza dei parlamentari che occupano i cinque seggi riservati ai cristiani.
Dopo le ultime elezioni politiche, avvenute nel maggio 2018, anche il Patriarca caldeo Louis Raphael Sako (vedi Fides 16/5/2019) aveva denunciato le operazioni dei Partiti politici iracheni più influenti, che a giudizio di molti osservatori avevano piazzato i propri emissari anche nei seggi parlamentari riservati dal sistema istituzionale nazionale ai rappresentanti appartenenti alla componente cristiana.
Secondo indiscrezioni circolate sui media iracheni, e riportate anche sul website ankawa.com, il rappresentante cristiano scelto dal Premier designato Allawi per guidare il Ministero dell’immigrazione e dei rifugiati sarebbe Wiliam Warda. Giornalista e esponente di spicco del Partito Zowaa (Assyrian Democratic Movement), premiato nel 2019 dal Dipartimento di Stato USA all’International Religious Freedom Award.
Nei giorni scorsi, il Segretario di Stato USA Mike Pompeo ha chiamato il Premier designato iracheno Allawi per chiedergli di proteggere i 5200 soldati statunitensi di stanza in Iraq. Nel dibattito politico che precede il voto di fiducia, le componenti sciite chiedono di espellere dal Paese la presenza militare statunitense, mentre le componendi sunnite insieme a quelle curde chiedono di mantenere sul proprio territorio il contingente militare Usa, anche in considerazione del ruolo che i soldati statunitensi possono svolgere nella lotta alle cellule clandestine dei miliziani del sedicente Stato Islamico (Daesh) ancora presenti in Iraq.
Nella conversazione avuta con Allawi, Pompeo ha anche sottolineato l'urgenza con cui il prossimo governo iracheno deve porre fine alle uccisioni di manifestanti e dia risposte adeguate alle loro richieste.
Dallo scorso ottobre, l'Iraq è in preda a una rivolta segnata da quasi 550 morti e 30.000 feriti, per lo più manifestanti, e che ha portato anche alle dimissioni del precedente governo, guidato da Adel Abdel Mahdi.
il 3 gennaio 2020, gli apparati USA hanno ucciso a Baghdad il generale iraniano Qasem Soleimani. (GV) (Agenzia Fides (25/2/2020)
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AMERICA - I Vescovi di Messico e Paraguay: rispettare le donne, riconoscere i loro diritti, promuovere la loro dignità
Città del Messico (Agenzia Fides) – “Siamo profondamente addolorati dalla violenza contro le donne, che si è espressa in un modo nuovo e aggressivo, così crudele da generare confusione, dolore, amarezza, tristezza, pianto, indignazione, impotenza e molti desideri di vendetta”. Così scrive la Presidenza della Conferenza episcopale del Messico, in un comunicato dal titolo “Educare alla pace, urgenza nazionale”, che prende spunto dai recenti brutali crimini commessi contro donne e bambine, per affermare che “il grido di dolore delle vittime della violenza grida al cielo per ottenere giustizia. I cristiani non possono rimanere indifferenti”.
“Questa realtà ci mette di fronte ad un'autentica emergenza educativa perché abbiamo perso i riferimenti di base della convivenza umana: verità, bontà e bellezza” sottolinea il testo, pervenuto all’Agenzia Fides. I Vescovi sottolineano che l’educazione non può essere ridotta solo all'istituzione scolastica, pur importante, ma non sufficiente. “Riconosciamo la necessità di una base educativa che coinvolga la vita familiare” ribadiscono, mettendo in rilievo che le lezioni impartite nelle scuole “non possono sostituire l'educazione che la famiglia può dare”.
I Vescovi ricordano: “siamo tutti corresponsabili della soluzione della crisi di umanità che affrontiamo: la famiglia, la scuola, i media, le Chiese”, al fine di forgiare una cultura di speranza e di pace, unendosi alla responsabilità dello Stato. “Chiediamo a tutti i credenti e alle persone di buona volontà – concludono i Vescovi messicani - di fare tutto il possibile per impedire che la violenza cresca e si diffonda, in modo speciale invitiamo tutti a rispettare le donne e a riconoscere il diritto che loro hanno, a promuovere la loro dignità, garantendo la loro libertà e integrità nella nostra società”.
In occasione della “Giornata della donna paraguaiana” celebrata in tutto il Paese il 24 febbraio, in ricordo della prima assemblea delle donne americane, che si tenne in Paraguay il 24 febbraio 1967, i Vescovi del paese hanno pubblicato un messaggio in cui sottolineano che “le donne hanno sempre avuto un ruolo importante nella società e in particolare in Paraguay, le donne hanno persino dato la vita per salvare il loro paese in momenti critici. Le donne paraguayane hanno saputo forgiare un nuovo percorso per la ricostruzione della nazione paraguayana dopo la catastrofe che abbiamo vissuto tra il 1865 e il 1870. Nonostante il grande contributo, anche in questo caso, le donne sono state retrocesse”.
Sebbene l'apporto delle donne in diversi settori della società sia stato ampiamente riconosciuto, sottolineano i Vescovi, “la società machista del nostro paese ha sempre posticipato la loro partecipazione a vari aspetti della vita pubblica”. Oggi la Chiesa apprezza “l'incorporazione delle donne nelle aree di lavoro tradizionalmente occupate dagli uomini” e riconosce che “sono eroine coraggiose che salvano vite umane, amministrano la giustizia e lavorano per mettere fine alla corruzione”.
Nella conclusione i Vescovi del Paraguay constatano che “la violenza contro le donne continua ad aumentare e ad evidenziare il misconoscimento della dignità e del valore di molte donne, per questo è importante "parlare con loro", come ci chiede Aparecida, riconoscerle e creare spazi di partecipazione per camminare insieme verso un paese più inclusivo, cooperativo e solidale”. (SL) (Agenzia Fides 25/2/2020)
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ASIA/INDIA - Nomina del Vescovo Ausiliare di Tura
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Il Santo Padre Francesco, il 24 febbraio 2020 ha nominato Vescovo Ausiliare della Diocesi di Tura (India), il rev.do Jose Chirackal, del clero di Tura, finora Parroco di St. Luke’s Church e Direttore del Centro Pastorale Diocesano, assegnandogli la sede titolare di Acufida.
Il rev.do Jose Chirackal è nato il 14 luglio 1960 a Karukutty, Kerala, nell’Arcidiocesi Maggiore di Rito Siro-Malabarese di Ernakulam-Angamaly. Dopo gli studi secondari, ha lasciato lo Stato del Kerala, trasferendosi a Shillong nel 1976, per la formazione ecclesiastica. Ha frequentato il St. Paul’s Minor Seminary, prima di studiare Filosofia nel Christ King College e Teologia nell’Oriens Theological College, Shillong. Ha ottenuto un Baccalaureato in Arti, presso il St. Anthony’s College. Ha conseguito Licenza e Dottorato in Diritto Canonico all’Università Urbaniana, in Roma. È stato ordinato sacerdote il 29 dicembre 1987, per la Diocesi di Tura.
Dopo l’ordinazione sacerdotale ha svolto i seguenti incarichi: 1988-1991: Vicario parrocchiale di St. Joseph’s Church a Selsella; 1991-1995: Studi di Dottorato in Diritto Canonico a Roma; 1995-2004: Rettore del St. Peter’s Minor Seminary, Tura; 2004-2009: Cancelliere ed Economo diocesano; 2004-2011: Vicario Giudiziale e Portavoce diocesano; 2009-2011: Parroco della Cattedrale Mary of Help of Christians, Tura; 2011-2014: Rettore dell’Oriens Theological College, Arcidiocesi di Shillong e Segretario della Commissione per le vocazioni e formazione nella Regione Nort East; 2014-2019: Economo diocesano e Difensore del Vincolo del Tribunale ecclesiastico della Diocesi di Tura. Dal luglio 2019: Parroco nella St. Luke’s Church, Walbakgre, Tura e Direttore del Centro Pastorale. (SL) (Agenzia Fides 25/2/2020)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

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