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sabato 14 settembre 2024

La Vita Cattolica: ch cosa ha detto il Vescovo di Udine ai Catechisti della Diocesi

 

L’Arcivescovo ai catechisti: «Facilitate le relazioni»

«Come gestiamo le relazioni tra catechisti? Con i ragazzi? Tra le famiglie? Dobbiamo essere dei “fluidificatori di relazioni”, perché è nelle relazioni che si vivono i valori del Vangelo». Così mons. Riccardo Lamba si è rivolto ai catechisti dell’Arcidiocesi, che tra mercoledì 11 e giovedì 12 settembre ha incontrato in tre momenti distinti: a Tolmezzo, Udine e San Giorgio di Nogaro. «Tutti noi abbiamo acquisito una mentalità commerciale – ha affermato Lamba -: siamo cioè sensibili ai numeri. “A catechismo erano 12, a Messa invece 2”. Io sono allergico ai numeri! Gesù però è l’uomo delle relazioni e questo è importante». Parole pronunciate nell’incontro di Udine, a tracciare linee esposte anche ai catechisti della montagna e ai “colleghi” della Bassa.

Il primo – attesissimo – appuntamento in cui il nuovo Arcivescovo ha potuto incontrare i catechisti si è aperto in modo molto sereno, con un sorridente «Grazie» da parte di mons. Riccardo Lamba. «Immagino abbiate tanti impegni in famiglia, sul lavoro, con parenti anziani. Ma ci siete. Grazie per il vostro servizio!»

L’intervento di Tolmezzo

Essere catechista? «Una vocazione»

Prendendo spunto dal brano scelto per l’occasione, la chiamata degli apostoli nel Vangelo di Luca (6,12-19), mons. Lamba ha affermato che «Essere catechista è una “vocazione”. E Gesù prega per noi Le radici della vostra vocazione a essere catechisti stanno proprio nella preghiera di Gesù». Un servizio, quello del catechista, che è davvero una chiamata. «Sì, a far incontrare ai piccoli il Signore Gesù». Un incontro che spesso si camuffa da travaso di nozioni. «L’obiettivo – ha ricordato il pastore – non è tanto trasmettere conoscenze, emozioni o esperienze. Il punto centrale è stringere un’amicizia sempre più profonda con il Signore Gesù. Questo è il fine. Ma come nasce l’amicizia? Con l’ascolto e lasciandoci “toccare” da Gesù. Un giorno, da giovane, un amico mi scrisse un messaggio: «Che tu possa essere toccato da Gesù». È un augurio bellissimo!»

Cristo anima la vita. «Che parla più delle parole»

Il presule ha ribadito con forza la centralità di Cristo nell’agire del catechista. Non solo durante il classico incontro in Parrocchia. «Il catechismo più efficace è il Vangelo stesso, vissuto nella nostra vita. Abbiamo tantissimi sussidi, ma il migliore di tutti è il Vangelo. Tutte le nostre iniziative, le abilità, le espressioni di creatività… non ci arriviamo: solo Gesù può camminare nella nostra vita. In questi tempi di cambiamenti volto veloci, che a volte ci disorientano perché abbiamo perso diversi punti di riferimento, Gesù appare essere l’unica certezza. È Lui il salvatore del mondo, la rivelazione piena dell’amore di Dio. Su questo non ci sono dubbi». Sembrano le parole di San Giovanni Paolo II: «Aprite le porte a Cristo!» affermò il pontefice all’inizio del suo pontificato. E Lamba ha solcato la medesima strada.

L’arcivescovo Riccardo Lamba nell’incontro con i catechisti di Udine

«Gesù è credibile», ha ricordato. «Ma perché è credibile? Perché ha vissuto ciò che ha detto. Tutti noi, ascoltando le persone, abbiamo imparato a fiutare se ciò che stanno dicendo lo vivono o se stanno esprimendo qualcosa di diverso da loro stessi. Difficile a farsi, ma lui ci chiede una conversione continua. Fino a dire, con San Paolo: «Cristo vive in me». Per i catechisti è un’occasione per crescere nel conformarsi a Cristo. In molte circostanze i ragazzi ci dicono che noi siamo “osservati”: le nostre vite parlano prima delle parole».

«L’evangelizzazione è insieme»

La Chiesa ha nel suo Dna la missione evangelizzatrice. «”Guai a me se non annunciassi il Vangelo!”, dice San Paolo. Voi catechisti siete membra vive di questa evangelizzazione. Siamo tutti ministri, cioè servi: operiamo a nome di Gesù, a nome della Chiesa. Non siamo soli né autonomi. È stato per me bellissimo poter collaborare, in Parrocchia, con tante persone. E non perché dovessi farlo in quanto parroco, ma perché è proprio bello poter condividere con altri questa missione. Condividere tutto: sia le fatiche e le incomprensioni, sia le esperienze belle che si sono vissute. Per esempio i cammini fatti con singole famiglie.

L’incontro a San Giorgio di Nogaro

Il monito sui linguaggi della catechesi

«Spesso quando ero parroco a Roma – ha ricordato mons. Riccardo – mandavo i catechisti delle Cresime in giro per le chiese a contemplare gli affreschi. I sussidi e i dispositivi tecnologici non mandino all’aria la creatività. Sono senz’altro strumenti utilissimi, ma facciamo attenzione alle parole che diciamo, perché il nostro linguaggio spesso non viene recepito. Parliamo in modo semplice e comprensibile! Pensiamo all’arte, che davvero era la Bibbia per i poveri. Vi consiglio di attingere alla tradizione artistica della Chiesa».

«Senza lo Spirito, la missione è propaganda»

Infine, citando il teologo ortodosso Ignazio di Laodicea, mons. Lamba ha concluso ricordando che «Abbiamo bisogno che sia lo Spirito Santo, da dentro, animi tutto il resto. Senza lo Spirito, Dio è lontano, Cristo resta nel passato, il Vangelo è lettera morta, la Chiesa una semplice organizzazione, la missione propaganda, l’agire cristiano una morale da schiavi. Nello Spirito il cosmo si solleva: Cristo risorto è vicino a noi, il Vangelo diventa vivo, la missione è una Pentecoste, la liturgia memoria e l’agire umano è divinizzato. Agiamo sempre con lo Spirito di Dio».

lunedì 12 dicembre 2022

Fides News 12 dicembre 2022

AFRICA/NIGERIA - Assalti ai cantieri stradali nello Stato di Imo. Il Vescovo di Okigwe si chiede chi abbia interesse a bloccare lo sviluppo dell’area
 
Abuja (Agenzia Fides) –Il Vescovo di Okigwe, Mons. Solomon Amanchukwu Amatu si è rammaricato per gli assalti all'impresa edile che lavora al potenziamento delle strade Owerri-Umuahia e Owerri-Okigwe, nello Stato di Imo, nel sud-est della Nigeria. Nel corso dell’omelia della messa di domenica 11 dicembre, l’Ordinario di Okigwe si è chiesto chi abbia l’interesse a bloccare i lavori di un progetto che mira a contribuire allo sviluppo dello Stato di Imo.
Tra il 9 e l’11 dicembre bande armate hanno ucciso due poliziotti e un ufficiale dell'esercito che assicuravano sicurezza ai lavoratori edili lungo la strada Owerri-Okiigwe e la strada Owerri Umuahia. Nel corso dell’assalto alla strada Owerri-Okiigwe, gli assalitori, giunti a bordo di tre veicoli, hanno aperto il fuoco e ucciso due persone incaricate della sicurezza per poi rapire due operai, che operavano per conto dell’azienda incaricata del potenziamento della via di comunicazione.
I due uomini sono stati liberati oggi, 12 dicembre. In una dichiarazione le autorità dello Stato di Imo affermano che le vittime del rapimento hanno riconquistato la libertà grazie a uno sforzo congiunto delle forze di sicurezza.
Il potenziamento della rete stradale dello Stato di Imo è al centro della politica di sviluppo avviata dal governatore Hope Uzodinma. Oltre al miglioramento delle strade esistenti, ad aprile il governatore ha annunciato la costruzione di 10 nuove strade per collegare diverse aree, rurali e non, nello Stato di Imo.
Mons. Amatu ha elogiato il miglioramento delle infrastrutture stradali che, a suo dire, hanno reso "facilitato e reso più rapidi i movimenti nello Stato". Il Vescovo ha espresso l'apprezzamento della comunità della diocesi di Okigwe per la ricostruzione della strada Owerri-Okigwe, in particolare per il completamento della prima fase della superstrada di 56 chilometri, già commissionata dal Presidente Muhammadu Buhari, affermando che ha reso la vita più agevole per gli abitanti delle zone rurali.
Gli assalti ai cantieri stradali in uno Stato come quello di Imo inquadrati nelle tensioni crescenti in vista delle elezioni presidenziali e politiche del prossimo anno.
Dalla fine del 2020 nello Stato si susseguono attacchi da parte di "uomini armati sconosciuti" inizialmente concentrati prevalentemente contro agenti delle forze di sicurezza tra cui polizia, esercito, dogana, protezione civile e DSS (il servizio di sicurezza). Gli attacchi si sono poi estesi a funzionari governativi e della Commissione elettorale nazionale indipendente (INEC) e a leader religiosi, politici e comuni cittadini.
(L.M.) (Agenzia Fides 12/12/2022)
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ASIA/PAKISTAN - "Conversione senza consenso": una piaga per la società pakistana
 
Karachi (Agenzia Fides) - "Conversion senza consenso" (“Conversion without Consent”): così si intitola il rapporto presentato ieri, 11 dicembre, dalla Ong pakistana "Voice for Justice" in collaborazione con la Ong internazionale "Jubilee Campaign". Nel rapporto, inviato all'Agenzia Fides, si prendono in considerazione 100 casi di rapimenti, conversioni religiose forzate, matrimoni forzati e precoci di ragazze e donne appartenenti alla comunità cristiana in tutto il Pakistan, avvenuti nel periodo di tempo tra gennaio 2019 e ottobre 2022. Secondo i dati, l'anno 2021 ha registrato 42 casi e ha mostrato un aumento del numero di casi formalmente segnalati nel 2019 (erano 27 casi) e nel 2020 (12 casi). I dati mostrano che il numero più alto di casi totali, l'86%, è segnalato nella sola provincia del Punjab.
Il presidente di "Voice for Justice", Joseph Jansen, affermato che "è comune sfruttare una posizione di potere per invogliare le persone emarginate a convertirsi, il che equivale a coercizione". Il diritto alla libertà religiosa non protegge dal "proselitismo improprio", ovvero l'offerta di vantaggi materiali o sociali o l'applicazione di pressioni improprie al fine di ottenere nuovi aderenti, un fenomeno che tocca i cittadini e le ragazze più vulnerabili.
"Il fenomeno delle conversioni forzate rivela l'incapacità dello stato di attuare e far rispettare le leggi esistenti che mirano a ostacolare i rapimenti, i matrimoni precoci e il matrimonio forzato, specialmente quando le vittime provengono da comunità di minoranze religiose", ha aggiunto. A tal fine non si devono lasciar cadere le denunce di conversioni religiose forzate, ma introdurre una legge per punirle e prevenirle, in conformità con gli standard dei diritti umani
Il rapporto “Conversione senza consenso” include in particolare i casi di alcune minorenni cristiane come Zarvia Parvaiz, Saba Nadeem, Chashman Kanwal e Sunaina James, vittime di conversioni di fede forzate. Zarvia Parvaiz ha rivelato di essere ststa “pesantemente drogata, violentata, picchiata con un bastone, bruciata con le sigarette". Allo stesso modo, Saba Nadeem ha testimoniato che “è stata rapita e violentata, e l'autore ha preso l'impronta del suo pollice sul certificato di matrimonio e conversione contro il suo libero arbitrio". Tali storie testimoniano il trattamento disumano a cui sono sottoposte le ragazze e le donne rapite, nell'impunità generale. Il rapporto mostra che il 61% delle ragazze è stato preso di mira prima di raggiungere i 16 anni di età, ma spesso la loro età viene falsificata per evitare la condanna penale ai rapitori.
In Pakistan "sono necessarie misure legali e amministrative per rafforzare lo stato di diritto, affrontare le violazioni dei diritti umani, contrastare l'impunità e garantire le libertà fondamentali per tutti senza discriminazioni", osserva Mons. Indrias Rehmat, Vescovo cattolico di Faisalabad. Di fronte a recenti casi di cronaca che vedono tuttora la violazione della dignità umana e l'abuso di diritti fondamentali, il Vescovo,ricordato che "l'intolleranza verso qualsiasi gruppo sociale o comunità danneggia tutta la società e mina i valori universali di uguaglianza e dignità umana". La recente Giornata Internazionale dei Diritti Umani, vissuta il 10 dicembre per la commemorazione della 74a Dichiarazione Universale Onu dei Diritti dell'Uomo - sottolinea mons. Rehmat in una nota inviata a Fides - deve far riflettere sull'impegno comune in Pakistan a promuovere coesione sociale: "Gli opinionisti, compresi i leader religiosi e gli insegnanti, devono adottare narrazioni positive per contrastare l'intolleranza, l'incitamento all'odio e la violenza, promuovendo tra i bambini e i giovnai il rispetto per la diversità all'interno e tra i loro rispettive comunità", afferma.
In occasione della Giornata, "Voice for Justice" ha organizzato a Karachi una conferenza dal titolo “Dignità, libertà e giustizia per tutti”. Prendendo parte all'incontro, Shazia George, ex membro della Commissione del Punjab sullo status delle donne, ha ricordato alcuni dati tratti dal Rapporto globale sul divario di genere 2022, pubblicato dal "World Economic Forum": su 146 paesi presi in considerazione, il Pakistan è classificato al 145° posto nella partecipazione economica delle donne, al 135° nel livello di istruzione, al 143° per la salute e sopravvivenza delle donne e al 95° nella loro emancipazione politica. La donna ha affermato che in Pakistan persistono matrimoni precoci e forzati che hanno effetti dannosi sull'istruzione, la salute e lo sviluppo delle ragazze: "Il governo - ha auspicato - dovrebbe approvare un disegno di legge per garantire che l'età minima per il matrimonio sia fissata a 18 anni sia per i ragazzi che per le ragazze, come nella provincia del Sindh, e il matrimonio di figli minorenni sia dichiarato legalmente inammissibile". La George chiede maggiore impegno per eliminare gravi forme di discriminazione nella vita sociale, economica e pubblica e promuovere lo sviluppo socioeconomico e la partecipazione politica dei gruppi emarginati.
Secondo dati della Commissione del Punjab sullo status delle donne, si registra, a livello generale, un aumento della violenza contro le donne: sono 9.734 casi segnalati nel 2021 nella provincia del Punjab, tra i quali 4.598 casi di stupro, 1.415 casi di violenza domestica, 34 ustioni con acido e 197 omicidi per "delitto d'onore". La violenza sulle donne, con il pretesto di conversioni di fede e matrimoni, non viene controllata e rappresenta una seria minaccia per il diritto alla libertà religiosa, nota la Commissione.
(PA) (Agenzia Fides 12/12/2022)
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ASIA/IRAQ - L’ex seminario accoglierà i rifugiati cristiani “sfrattati” dal “campo profughi della Vergine Maria”
 
Baghdad (Agenzia Fides) – Le strutture dell’ex seminario caldeo situato a Dora, sobborgo di Baghdad, sono state restaurate in tempi brevi per ospitare gli sfollati cristiani provenienti da Mosul e dalla Piana di Ninive che finora avevano trovato rifugio nella Capitale irachena, occupando i campo profughi che la pèopolazione aveva cominciato a chiamare “Campo della Vergine Maria”. E’ questa la soluzione pratica escogitata dal Patriarcato caldeo per affrontare una emergenza che richiama in tanti suoi dettagli e implicazioni le fatiche e le sofferenze attraversate dalle comunità cristiane irachene negli ultimi due decenni.
Le famiglie che troveranno ospitalità nella struttura risistemata per volontà del Patriarcato caldeo (vedi Fides 15/10/2022) erano dovute fuggire nel 2014 dal Mosul e dalle città della Piana di Ninive, nel nord dell’Iraq. Avevano abbandonato le loro case e tutti i loro beni davanti all’avanzata delle milizie jihadiste del sedicente Stato Islamico (Daesh). Avevano trovato rifugio a Baghdad, dentro e intorno a un edificio nel quartiere di Zayouna, in quello che da quel momento era divenuto noto come il Campo profughi “della Vergine Maria”. A sfrattarli dalla loro precaria sistemazione residenziale sono stati gli appetiti commerciali d imprenditori e i piani di sviluppo urbano della Capitale irachena. Le 120 famiglie cristiane, nei mesi scorsi, avevano ricevuto l’ordine di evacuare il complesso che li ospitava, collocato su un tereno demaniale. L’ordine era arrivato dalla Direzione degli investimenti di Baghdad. La giustificazione della disposizione faceva riferimento al fatto che in quell’area dovrà sorgere un centro commerciale.
Nelle prima metà di ottobre, il Patriarca caldeo Louis Raphael Sako aveva visitato il complesso della Vergine Maria per manifestare vicinanza alle famiglie di sfollati e farsi carico delle loro preoccupazioni.
La soluzione trovata è stata quella di risistemare a aprire ai profughi cristiani le strutture dell’ex seminario caldeo, ubicato nella zona conosciuta come “Makanik” a Dora, sobborgo meridionale di Baghdad. Quella struttura dismessa già un decennio fa aveva accolto sfollati provenienti da altre città. Attualmente, una parte delle famiglie lì ospitate sono emigrate o sono tornate alle loro case d’origine, e una parte delle strutture versava in stato di abbandono. Negli ultimi mesi, un’opera straordinaria di recupero e manutenzione realizzata anche grazie al contributo dell’ingegnere Jinan Khader ha consentito di predisporre il complesso all’accoglienza delle famiglie “sfrattate” dal Campo profughi della Vergine Maria. I lavori di recupero e restauro – riferiscono i mezzi di comunicazione del Patriarcato caldeo – hanno interessato anche la chiesa dell’ex seminario.
Nel sobborgo di Dora, prima dell’intervento militare USA in Iraq del 2003, vivevano almeno 150mila cristiani, perlopiù appartenenti alla Chiesa caldea e alla Chiesa assira d’Oriente.
Il seminario maggiore caldeo nel gennaio 2007 fu trasferito per ragioni di sicurezza da Baghdad ad Ankawa, sobborgo di Erbil, capoluogo del Kurdistan Iracheno. Negli ultimi quindici anni si è registrato un impressionante esodo della popolazione cristiana di Dora.
(GV) (Agenzia Fides 12/12/2022)
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AMERICA/COLOMBIA - Conclusa la prima fase dei colloqui di pace governo-Eln, la Chiesa colombiana “accompagnatore permanente”
 
Bogotà (Agenzia Fides) – La Chiesa cattolica della Colombia ha accolto l’invito a partecipare come “accompagnatore permanente” nei colloqui di pace tra il governo colombiano e i guerriglieri dell'Esercito di liberazione nazionale (ELN), che si stanno svolgendo a Caracas (vedi Fides 21/11/2022;28/11/2022). Ieri, 11 dicembre, è stata resa pubblica la lettera firmata dal Presidente della Conferenza episcopale colombiana, l’Arcivescovo di Bogotà Mons. Luis José Rueda, in data 2 dicembre, indirizzata ai rappresentanti del Governo colombiano e dell’ELN ai colloqui di pace, in cui afferma: “La Conferenza Episcopale accoglie con gratitudine e responsabilità l'invito a partecipare in qualità di accompagnatore permanente al Tavolo di Dialogo attraverso la rappresentanza dell'illustre Monsignor Héctor Fabio Henao, che con la sua esperienza e saggezza, accompagnato dalla nostra preghiera, collaborerà per quanto viene richiesto per consolidare questo processo così desiderato per il bene del nostro paese”.
Secondo i colloqui intercorsi, la Conferenza Episcopale ha designato anche due Arcivescovi, l’Arcivescovo di Popayán, Ómar Alberto Sánchez Cubillos, e l’Arcivescovo di Cali, Darío de Jesús Monsalve Mejía, perché siano “più immediatamente attenti a sostenere questi processi del Tavolo di dialogo”. La lettera del Presidente della Conferenza episcopale si conclude con questo auspicio: “La Chiesa esprime alle parti i migliori auguri affinché, cercando faticosamente le vie necessarie, le percorrano con impegno alla ricerca della pace, quindi lavorino per il perdono e per la riconciliazione, e per essere artigiani della pace”.
Monsignor Héctor Fabio Henao, in 25 anni trascorsi come Direttore del Segretariato nazionale di Pastorale Sociale/Caritas Colombia, si è occupato principalmente di diritti umani, democrazia, pace, giustizia sociale, crisi umanitarie. Ha partecipato a diversi processi di pace, promuovendo una pace negoziata e la necessità di riparazione per le vittime dei conflitti. Attualmente è il Delegato della Conferenza Episcopale Colombiana per i rapporti con lo Stato.
Secondo le informazioni raccolte da Fides, i rappresentanti del governo colombiano e quelli dell’ELN hanno concluso una prima fase dei colloqui di pace che erano iniziati il 21 novembre, a Caracas. I negoziati si erano interrotti nel 2018, quando si svolgevano a Cuba, per decisione dell’allora presidente della Colombia, Ivan Duque. Il Venezuela è uno dei tre paesi, insieme a Cuba e alla Norvegia, garanti degli accordi, e riveste un ruolo di particolare importanza per la sua vicinanza con la Colombia e la forte presenza dell’ELN nelle zone di frontiera. In questa prima fase di colloqui, sono stati invitati a far parte del negoziato come “garanti” altri tre paesi (Cile, Brasile e Messico) che si aggiungono ai tre precedenti, e ad assumere il ruolo di “paesi accompagnatori” Stati Uniti, Spagna, Germania, Svizzera e Svezia, con l’invio da parte degli Stati Uniti di un “inviato speciale” che partecipi ai lavori.
L'Esercito di liberazione nazionale (Eln) è una formazione di guerriglia di ispirazione marxista-leninista, tra le principali responsabili del conflitto interno che insanguina la Colombia dal 1964. Dopo l’accordo di pace sottoscritto il 12 novembre 2016 tra le Farc (Fuerzas armadas revolucionarias de Colombia), anch’esse di ispirazione marxista-leninista, con il governo colombiano, e la deposizione delle armi, l’Eln è rimasta la rete militare armata più potente del paese, forte di circa 2.000 effettivi, secondo fonti del governo.
(SL) (Agenzia Fides 12/12/2022)

sabato 30 aprile 2022

III DOMENICA DI PASQUA (ANNO C) 1 maggio 2022

III DOMENICA DI PASQUA (ANNO C)



Grado della Celebrazione: DOMENICA
Colore liturgico: Bianco

Antifona d'ingresso
Acclamate Dio, voi tutti della terra,
cantate la gloria del suo nome,
dategli gloria con la lode. Alleluia. (Sal 65,1-2)

Si dice il Gloria.

Colletta
Esulti sempre il tuo popolo, o Dio,
per la rinnovata giovinezza dello spirito,
e come ora si allieta per la ritrovata dignità filiale,
così attenda nella speranza il giorno glorioso della risurrezione.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

Oppure (Anno C):
O Padre, che hai risuscitato il tuo Cristo
e lo hai costituito capo e salvatore,
accresci in noi la luce della fede,
perché nei segni sacramentali della Chiesa
riconosciamo la presenza del Signore risorto
che continua a manifestarsi ai suoi discepoli.
Egli è Dio, e vive e regna con te,
nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA (At 5,27-32.40-41)
Di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo.

Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, il sommo sacerdote interrogò gli apostoli dicendo: «Non vi avevamo espressamente proibito di insegnare in questo nome? Ed ecco, avete riempito Gerusalemme del vostro insegnamento e volete far ricadere su di noi il sangue di quest’uomo».
Rispose allora Pietro insieme agli apostoli: «Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini. Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi avete ucciso appendendolo a una croce. Dio lo ha innalzato alla sua destra come capo e salvatore, per dare a Israele conversione e perdono dei peccati. E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo, che Dio ha dato a quelli che gli obbediscono».
Fecero flagellare [gli apostoli] e ordinarono loro di non parlare nel nome di Gesù. Quindi li rimisero in libertà. Essi allora se ne andarono via dal Sinedrio, lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 29)
Rit: Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato.

Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato,
non hai permesso ai miei nemici di gioire su di me.
Signore, hai fatto risalire la mia vita dagli inferi,
mi hai fatto rivivere perché non scendessi nella fossa.

Cantate inni al Signore, o suoi fedeli,
della sua santità celebrate il ricordo,
perché la sua collera dura un istante,
la sua bontà per tutta la vita.
Alla sera ospite è il pianto
e al mattino la gioia.

Ascolta, Signore, abbi pietà di me,
Signore, vieni in mio aiuto!
Hai mutato il mio lamento in danza,
Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre.

SECONDA LETTURA (Ap 5,11-14)
L’Agnello, che è stato immolato, è degno di ricevere potenza e ricchezza.

Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo

Io, Giovanni, vidi, e udii voci di molti angeli attorno al trono e agli esseri viventi e agli anziani. Il loro numero era miriadi di miriadi e migliaia di migliaia e dicevano a gran voce:
«L’Agnello, che è stato immolato,
è degno di ricevere potenza e ricchezza,
sapienza e forza,
onore, gloria e benedizione».
Tutte le creature nel cielo e sulla terra, sotto terra e nel mare, e tutti gli esseri che vi si trovavano, udii che dicevano:
«A Colui che siede sul trono e all’Agnello
lode, onore, gloria e potenza,
nei secoli dei secoli».
E i quattro esseri viventi dicevano: «Amen». E gli anziani si prostrarono in adorazione.

Parola di Dio

Canto al Vangelo ()
Alleluia, alleluia.
Cristo è risorto, lui che ha creato il mondo,
e ha salvato gli uomini nella sua misericordia.
Alleluia.

VANGELO (Gv 21,1-19)
Viene Gesù, prende il pane e lo dà loro, così pure il pesce.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.
Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

Parola del Signore.

Preghiera dei fedeli
A volte la difficoltà maggiore nell’accogliere realmente nelle nostre vite la resurrezione di Cristo si manifesta proprio nell’incapacità di tradurre in azioni concrete questo messaggio di speranza.
Preghiamo insieme e diciamo: Signore metti al tuo servizio il nostro lavoro.

1. Perché la ricerca del denaro e del potere non ostacoli mai la nostra ricerca di fede e non contraddica la nostra testimonianza. Preghiamo.
2. Perché abbiamo sempre fiducia che nei momenti di fatica e di stanchezza tu sei con noi. Preghiamo.
3. Perché il tuo amore per l’uomo ci faccia comprendere che le nostre azioni e le nostre scelte contano davvero. Preghiamo.
4. Perché, guidati dal desiderio d’incontrarti, siamo sempre capaci di riconoscere la luce della tua presenza. Preghiamo.

O Padre, Tu ci hai mandato il tuo unico Figlio per annunciarci che la nostra vita può e deve essere felice e proficua. Aiutaci a essere all’altezza di tale dono. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

 

martedì 7 dicembre 2021

Agenzia Fides: Gli estremisti Indù

 

ASIA/INDIA - Una scuola cattolica devastata da estremisti indù
 
Vidisha (Agenzia Fides) - Una folla di circa 500 militanti estremisti ha fatto irruzione, commesso atti vandalici e devastato una scuola cattolica nello stato del Madhya Pradesh, nell'India centrale. Secondo fonti di Fides, i membri del gruppo estremista indù “Bajrang Dal" sono entrati con la forza nella scuola St Joseph a Ganj Basoda, nel distretto di Vidisha, in Madhya Pradesh. Hanno lanciato pietre contro l'edificio scolastico , danneggiando finestre e arredi, mentre erano in corso gli esami della 12a classe, terrorizzando gli studenti. Le autorità scolastiche, i professori e gli allievi presenti nell'edificio al momento dell'aggressione, sono riusciti a sfuggire alle violenze. La violenza è avvenuta a causa della presunta conversione religiosa di otto studenti indù, promossa, secondo le accuse, dal personale della scuola. L'accusa è totalmente negata dalle autorità scolastiche.
Fratel Antony Pynumkal, Preside della scuola, gestita dai Malabar Missionary Brothers (MMB) nella diocesi siro-malabarese di Sagar, afferma a Fides che la presunta conversione è "un pretesto, falso e senza fondamento". Il Preside riferisce di aver appreso della imminente organizzazione del raid il giorno prima dei fatti, attraverso i media locali. Fra Pynumkal ha allora tempestivamente informato la polizia, che non ha però predisposto misure di sicurezza per prevenire la violenza.
I militanti accusano i cristiani di aver celebrato un rito battesimale dei bambini della scuola. Così chiarisce la vicenda p. Sabu Puthenpurackal, sacerdote addetto alle comunicazioni nella diocesi di Sagar: "La vicina chiesa di San Giuseppe a Ganj Basoda aveva organizzato la Prima Comunione di alcuni bambini cattolici della parrocchia il 31 ottobre. Una foto di gruppo dei bambini insieme al Vescovo James Athikalam e al parroco p. Jose Lee Cyrakkove è stata pubblicata nella Newsletter mensile diocesana 'Sagar Voice' il 5 novembre. Questa foto è stata erroneamente interpretata come la conversione di bambini indù da persone che gestiscono il canale Youtube 'Aayudh', che ha istigato il gruppo di militanti indù ad agire contro i cristiani". Nei giorni scorsi anche le autorità ecclesiali si erano rivolte alla polizia per proteggere le istituzioni cristiane a Ganj Basoda. Tuttavia non hanno potuto limitare la violenza. La polizia ha riferito che le indagini sono in corso per atti di vandalismo.
Fondata nel 2009, la scuola accoglie allievi nella città di Ganj Basoda che si trova a circa 105 km a nord-ovest di Bhopal, capitale dello stato. Ha 1.500 studenti di tutte le religioni e le culture, meno dell'1% di loro sono cristiani.
(SD-PA) (Agenzia Fides 7/12/2021)

lunedì 6 dicembre 2021

Vatican News 5 dicembre 2021 Il viaggio in Grecia

 

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