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domenica 23 dicembre 2018

QUARTA DOMENICA DI AVVENTO - C 23 Dicembre 2018


QUARTA DOMENICA DI AVVENTO - C
23 Dicembre 2018

Hai scelto l’umile figlia di Israele per farne la tua dimora

RITI DI INTRODUZIONE

INTRODUZIONE
G – Celebriamo oggi la Quarta Domenica di Avvento.
Il Natale del Signore è ormai alle porte. In questa quarta tappa del nostro cammino d’Avvento tutto è ormai orientato alla nascita del Salvatore che nasce nella piccola Betlemme, culla della stirpe davidica. Dio sceglie nel mondo sempre ciò che non appare. Ha scelto anche due donne per essere madri: Maria, giovane e piena di grazia, per dare al mondo l’Autore della vita; Elisabetta, anziana e affaticata dalla sterilità, per essere madre del Precursore. Con la medesima gioia dell’incontro posto al centro di questa Liturgia accogliamo con il canto la processione d’ingresso.

SALUTO
C – Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.   T – Amen.

C – La grazia e la pace di Dio nostro Padre e del Signore nostro Gesù Cristo, il Figlio di Maria, sia con tutti voi.   T – E con il tuo spirito.

ACCENSIONE CORONA D’AVVENTO

C - Fratelli e sorelle amati nel Signore,
il profeta Michea, in questa IV domenica di Avvento, ci invita a rivolgere il nostro sguardo a Betlemme di Èfrata, la piccola città di Giuda testimone di un grande evento, la nascita del Salvatore, ma anche a metterci in cammino con Maria per portare al mondo il lieto annuncio della fedeltà di Dio alle sue promesse. Con gli occhi pieni di meraviglia e il cuore pieno di gratitudine accendiamo la quarta e ultima candela d’Avvento e chiediamo al Signore di renderci capaci di accogliere la sua visita nel mistero del Natale.

Un fedele accende la prima candela mentre si canta:

Si accende una luce all’uomo quaggiù,
presto verrà tra noi Gesù.
Vegliate, lo sposo non tarderà;
se siete pronti, vi aprirà.
Lieti cantate: gloria al Signor! Nascerà il Redentor!

Si accende una luce…
Il coro celeste “Pace” dirà
“a voi di buona volontà!”. Lieti cantate…

ATTO PENITENZIALE
C – Fratelli e sorelle, la Vergine Maria seppe riempire il tempo dell’attesa con un gesto squisito di carità, visitando la cugina Elisabetta. Come Maria anche noi siamo chiamati a rendere fruttuosa la nostra attesa di Gesù, andando incontro ai nostri fratelli. Per le nostre mancanze di carità verso il prossimo, per il bene che non abbiamo fatto e per tutti i nostri peccati domandiamo umilmente perdono al Signore.
-          Signore, Figlio dell’Altissimo e vittima di salvezza, [abbi pietà di noi]  
T – Signore, pietà!
-          Cristo, Figlio di Davide e Pastore d’Israele, [abbi pietà di noi]   T – Cristo, pietà!
-          Signore, Figlio di Maria e Verbo fatto uomo, [abbi pietà di noi]  
T – Signore, pietà!

C – Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna.  
T – Amen.


Non si canta la Grande Dossologia.

COLLETTA
C - Infondi nel nostro spirito la tua grazia, o Padre, tu, che nell'annunzio dell'angelo ci hai rivelato l'incarnazione del tuo Figlio, per la sua passione e la sua croce guidaci alla gloria della risurrezione. Per il nostro Signore Gesù Cristo...   T – Amen.

oppure:
C - O Dio, che hai scelto l'umile figlia di Israele per farne la tua dimora, dona alla Chiesa una totale adesione al tuo volere, perché imitando l'obbedienza del Verbo venuto nel mondo per servire, esulti con Maria per la tua salvezza e si offra a te in perenne cantico di lode. Per il nostro Signore Gesù Cristo...   T – Amen.


LITURGIA DELLA PAROLA

PRESENTAZIONE DELLA PAROLA DI DIO
G – Da un piccolo e povero villaggio Dio farà sorgere il Salvatore che attraverso l’offerta della sua vita compie la volontà di Dio. Maria si rende disponibile per realizzare questo progetto.

PRIMA LETTURA: Mic 5,1-4a
Da te uscirà per me colui che deve essere il dominatore in Israele.

Dal libro del profeta Michèa

Così dice il Signore:
«E tu, Betlemme di Èfrata,
così piccola per essere fra i villaggi di Giuda,
da te uscirà per me 
colui che deve essere il dominatore in Israele;
le sue origini sono dall’antichità,
dai giorni più remoti.
Perciò Dio li metterà in potere altrui,
fino a quando partorirà colei che deve partorire;
e il resto dei tuoi fratelli ritornerà ai figli d’Israele.
Egli si leverà e pascerà con la forza del Signore,
con la maestà del nome del Signore, suo Dio.
Abiteranno sicuri, perché egli allora sarà grande
fino agli estremi confini della terra.
Egli stesso sarà la pace!».

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE: dal Salmo 79

Rit.  Signore, fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi.

Tu, pastore d'Israele, ascolta,
seduto sui cherubini, risplendi.
Risveglia la tua potenza / e vieni a salvarci.
 
Dio degli eserciti, ritorna!
Guarda dal cielo e vedi / e visita questa vigna,
proteggi quello che la tua destra ha piantato,
il figlio dell'uomo che per te hai reso forte.

Sia la tua mano sull'uomo della tua destra,
sul figlio dell'uomo che per te hai reso forte.
Da te mai più ci allontaneremo,
facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome.

SECONDA LETTURA: Eb 10,5-10
Ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà.
Dalla lettera agli Ebrei

Fratelli, entrando nel mondo, Cristo dice:
«Tu non hai voluto né sacrificio né offerta,
un corpo invece mi hai preparato.
Non hai gradito
né olocausti né sacrifici per il peccato.
Allora ho detto: “Ecco, io vengo
– poiché di me sta scritto nel rotolo del libro –
per fare, o Dio, la tua volontà”».
Dopo aver detto: «Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato», cose che vengono offerte secondo la Legge, soggiunge: «Ecco, io vengo per fare la tua volontà». Così egli abolisce il primo sacrificio per costituire quello nuovo. Mediante quella volontà siamo stati santificati per mezzo dell’offerta del corpo di Gesù Cristo, una volta per sempre.

Parola di Dio

CANTO AL VANGELO: Lc 1,38

Alleluia, alleluia.
Ecco la serva del Signore:
avvenga per me secondo la tua parola.
Alleluia.

VANGELO: Lc 1,39-45
A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?
Dal Vangelo secondo Luca

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. 
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

Parola del Signore


PROFESSIONE DI FEDE

PREGHIERA DEI FEDELI
C – Fratelli e sorelle, invochiamo Dio Padre onnipotente per l’intercessione di Maria, modello di coloro che attendono nella speranza il Salvatore, perché la sua venuta tra noi faccia rifiorire nel mondo la giustizia, la bontà e la pace.
L - Preghiamo insieme e diciamo:
Rivelaci il tuo volto, Signore.
  1. Per la Santa Chiesa: con uno stile di vita povero e umile sia nel mondo voce profetica e presenza materna. Preghiamo.
  2. Per tutti i consacrati: assumendo nel loro cuore l’umana sofferenza, la trasformino in grido di preghiera, in silenziosa offerta, in umile servizio. Preghiamo.
  3. Per quanti hanno responsabilità civile e politica: pongano alla base del loro impegno sociale il valore della persona umana che Cristo è venuto a rivelare. Preghiamo.
  4. Per coloro che non credono: l’accoglienza fraterna dei cristiani li aiuti a guardare la fede con cuore aperto e fiducioso. Preghiamo.
  5. Per noi qui riuniti nell’imminenza del Natale: lo Spirito del Padre ci dia il coraggio di compiere le scelte che Cristo, giudice e salvatore, attende da ciascuno di noi e da tutta la comunità. Preghiamo.
C - Le preghiere che ti innalziamo, o Padre, in unione con Maria, Vergine dell’ascolto e del silenzio, affrettino la venuta del tuo Figlio fra noi e ci guidino a vivere questi giorni di attesa come ritorno alle sorgenti della nostra speranza. Per Cristo nostro Signore.   T – Amen.

LITURGIA EUCARISTICA

PRESENTAZIONE DEI DONI
G – Con il pane e il vino portiamo all’altare l’attesa dei cuori che attendono il Signore perché lo possano incontrare ed accogliere come Maria ed Elisabetta.

SULLE OFFERTE
C - Accogli, o Dio, i doni che presentiamo all'altare, e consacrali con la potenza del tuo Spirito, che santificò il grembo della Vergine Maria. Per Cristo nostro Signore.   T – Amen.

PREFAZIO dell’Avvento II

ANAMNESI
C – Mistero della fede.
T – Annunciamo la tua morte, Signore,
proclamiamo la tua risurrezione,
nell’attesa della tua venuta.

PREGHIERA DEL SIGNORE
C – Entrando nel mondo, Cristo ha detto: «Ecco, io vengo, o Dio, per fare la tua volontà». Questo stesso desiderio abiti i nostri cuori, mentre pronunciamo le parole che Gesù ci ha insegnato. Con il cuore pieno di gioia per l’imminente Natale del Signore, diciamo insieme:   T - Padre nostro...

SCAMBIO DI PACE
D – Con l’umiltà di Maria, che seppe accogliere il progetto di Dio e condividerne la gioia con Elisabetta, scambiatevi fraternamente un segno di pace.

COMUNIONE
G – Accogliendo il Corpo di Cristo noi già viviamo il mistero del Natale. L’accoglienza dell’Emmanuele, il Dio con gli uomini, ci aiuti ad annunciare con gioia e a testimoniare con fede il Verbo di Dio fatto carne.

RINGRAZIAMENTO ALLA COMUNIONE
* G – Ha ricevuto una buona notizia:
ecco perché Maria ha fretta, Gesù.
Fretta di vedere il segno che l’angelo le ha offerto,
fretta di portare il suo aiuto ad una donna anziana
ormai prossima al parto,
fretta di portare anch’essa un annuncio di gioia
perché anche lei attende un figlio,
porta nel grembo te, Gesù.
L’incontro con Elisabetta, in effetti,
non è un appuntamento qualsiasi.
A prepararlo è stato lo Spirito
che sta operando in queste due donne
così diverse, ma anche così vicine
per l’esperienza straordinaria che stanno vivendo.
E fiorisce, spontaneamente, la gioia:
la gioia del Battista
che danza nel grembo della madre,
proprio come il re Davide
davanti all’arca dell’alleanza;
la gioia della donna anziana
che riconosce misteriosamente
la grandezza di Maria,
«la madre del mio Signore»,
e benedice la fede con cui ha accolto
l’annuncio dell’angelo,
la disponibilità ad entrare
in un progetto di grazia
senza pretendere di capire tutto
e di ricevere garanzie.
(Roberto Laurita)

oppure:
** G – Due madri, una giovane ed una anziana,
si sono incontrate non per ammirarsi
e nemmeno per fare chiacchiericcio,
ma per lodare e ringraziare te, Signore,
che in loro avevi compiuto un’opera meravigliosa.
Non potevano non ringraziarti
perché nel loro grembo avevi creato la vita.
Fa', o Signore, che le nostre madri
sappiano essere come Maria ed Elisabetta,
disposte ogni giorno a ringraziarti e lodarti
per averle fatte degne di essere
generatrici di vita e di speranza.
Tieni vivo in loro il senso del meraviglioso,
che in loro si è fatto carne,
così che ogni giorno
sappiano cantare un grazie a te, o Dio,
che in loro hai rinnovato il domani del mondo,
amplificando gli spazi della speranza.
(Averardo Dini)

oppure:
*** G - Signore, il tempo dell’Avvento
nel quale ci troviamo ci obbliga
alla grande meditazione antropologica,
alla scoperta della vera condizione della vita umana
e della nostra meravigliosa fortuna
d’avere te nostro fratello,
Dio fatto uomo per la nostra salvezza.
Tu, Verbo di Dio, ti sei fatto uomo
affinché l’uomo potesse essere associato
alla vita stessa di Dio.
L’uomo ha bisogno di te, o Cristo!
Da sé egli non si salva.
Lo sforzo di escludere te dal pensiero moderno,
dai principi direttivi del sapere
e dell’attività umana,
ha per risultato l’incertezza e poi la confusione,
e infine il conflitto della coscienza umana.
Il tuo Natale, o Cristo,
è perciò festa grande per il mondo,
e festa sempre più grande per il mondo che cresce
e aspira alla pienezza della vita.
Non spegniamo la lampada centrale del Natale,
che è la fede nel Verbo di Dio fatto uomo,
ma teniamola accesa,
affinché la luce, la bontà, la gioia tua
si diffonda nelle nostre anime e nelle nostre case.
E con te ricordiamo Maria,
la portatrice di questa lampada.
(S. Paolo VI, papa)


RITI DI CONCLUSIONE

DOPO LA COMUNIONE
C - O Dio, che ci hai dato il pegno della vita eterna, ascolta la nostra preghiera: quanto più si avvicina il gran giorno della nostra salvezza, tanto più cresca il nostro fervore, per celebrare degnamente il Natale del tuo Figlio. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.   
T – Amen.

BENEDIZIONE E CONGEDO

C - Il Signore sia con voi.   T – E con il tuo spirito.

C – Discenda su di voi la grazia di Dio Padre, il cui Verbo si è fatto carne nel grembo della Vergine Maria per salvare il genere umano.   T – Amen.

C – Dimori sempre nei vostri cuori Cristo nostra pace, che Maria, figlia di Sion, attese con gioia nella sua prima venuta.   T – Amen.

C – Lo Spirito Santo vi illumini e vi rinnovi, perché, vigilanti nella preghiera ed esultanti nella lode possiate incontrare il Signore che verrà al prossimo sorgere del sole.   T – Amen.

C – E la benedizione di Dio onnipotente, Padre e Figlio + e Spirito Santo, discenda su di voi e con voi rimanga sempre.   T – Amen.

C – Dio ci ha dato un lieto annuncio, l’annuncio che riguarda la nascita di Gesù, l’Emmanuele, il
Dio-con-noi. Annunciate con la gioia e l’intensità della fede questo evento di grazia che sta per compiersi!

D – Andate in pace.   T - Rendiamo grazie a Dio.



sabato 13 settembre 2014

A me che importa?



vaticanit - italiano has uploaded Papa Francesco: la guerra come Caino, “A me che importa?”
Papa Francesco: la guerra come Caino, “A me che importa?”
vaticanit - italiano
A Redipuglia, il Papa ha celebrato messa nel sacrario militare italiano, e pregato nel vicino cimitero austro-ungarico, a 100 anni dall’inizio della prima guerra mondiale. La conversione del cuore, ha detto è passare da quel “A me che importa” al pianto, per tutte le vittime della follia della guerra.

domenica 15 agosto 2010

Da coppia a FAMIGLIA

CORSI PER FIDANZATI
La Regione a scuola dalle Parrocchie   versione testuale
Finanziati in tutto 87 progetti di formazione per coppie e genitori

UDINE - 12 agosto h.17.00 - La Regione  ha recentemente resa nota la graduatoria dei  progetti per favorire la formazione di  future famiglie. Si tratta di una proposta che ha  ispirazione dai corsi prematrimoniali di parrocchie e foranie. Tra i progetti finanziati c’è il percorso “Da coppia a famiglia” proposto dai salesiani della Viarte  di Santa Maria La Longa e che dovrebbe partire il prossimo autunno a San Giorgio di Nogaro e sarà aperto a tutti gli interessati.
“Si tratta di un corso sperimentale perché finora queste esperienze erano legate al celebrazione del matrimonio cattolico” spiega il dott. Cristian Vecchiet referente del corso. "Negli incontri verrà affrontata con particolare attenzione la questione della progettualità di coppia che oggi è spesso a termine ovvero finché tutto va bene" spiega Vecchiet. La Viarte attiverà presto anche un corso per genitori, su modalità in questo caso già sperimentate, che avrà diverse sedi: Palmanova Cervignano e San Giorgio di Nogaro. Tra i temi che verranno approfonditi c’è il recupero della dimensione dell’autorità distinta dall’autorevolezza che è legata alla dimensione soggettiva piuttosto che a quella istituzionale e sociale

giovedì 22 luglio 2010

Individuate le riserve di caccia, 12 in laguna e 15 in pianura isontina

Trieste, 21 lug – La Giunta regionale ha approvato l’individuazione delle riserve di caccia relative ai distretti venatori 12 (Laguna) e 15 (Pianura isontina).



Sono anche state identificate le zone di rifugio, dove è fatto divieto di esercitare l’attività venatoria, destinate alla salvaguardia della selvaggina stanziale ed alla sosta di quella migratoria per quanto riguarda le riserve di caccia di Carlino, Latisana, Palazzolo dello Stella, San Giorgio di Nogaro, Torviscosa (Laguna) e Campolongo al Torre, Chiopris Viscone, Corona, Fiumicello, Medea, Moraro, Pieris Begliano Isola Morosini, Romans, Ruda, San Canzian d’Isonzo, San Pier d’Isonzo, Staranzano, Versa, Villesse, Visco (Pianura isontina).

Sempre su proposta dell’assessore alle Risorse naturali, Claudio Violino, la Giunta regionale ha inoltre approvato in via preliminare la perimetrazione delle oasi di protezione e delle zone di ripopolamento e cattura dei distretti venatori 12 e 15, aree in cui, come per quelle cosiddette di rifugio, è bandita la caccia.
ARC


fonte

giovedì 15 luglio 2010

RICCARDO RICCARDI, PORTO NOGARO ESSENZIALE PER PIATTAFORMA FVG

Fonte
San Giorgio di Nogaro, 13 lug – Porto Nogaro rappresenta uno degli elementi di maggiore potenzialità nell’ambito della piattaforma logistica del Friuli Venezia Giulia. Per questo l’Amministrazione regionale sta investendo “ingenti risorse” per migliorare le infrastrutture del retroporto e i servizi.
La ha ricordato l’assessore regionale alle Infrastrutture di trasporto Riccardo Riccardi, intervenendo oggi a San Giorgio di Nogaro a un incontro promosso dalla Impresa Portuale Porto Nogaro Srl, la ex compagnia portuale che garantisce le operazioni di sbarco-imbarco e movimentazione delle merci nell’ambito dello scalo friulano ma gestisce anche aree e magazzini doganali.
Alla riunione, che è stata coordinata dal presidente dell’Impresa Portuale Ernesto Milan, erano presenti anche il presidente del Consorzio per lo sviluppo industriale dell’Aussa-Corno Cesare Strisino e il presidente dell’Interporto di Cervignano Tullio Bratta, permettendo così di fare il punto sui lavori di potenziamento dello scalo di San Giorgio di Nogaro.
Riccardi ha voluto riconfermare la necessità di un “governo unico” della portualità regionale. “È proprio nei momenti di crisi – ha detto l’assessore – che occorre compiere scelte forti, per non trovarsi impreparati, con scarsa capacità competitiva, al momento della ripresa”.
Le infrastrutture dei retroporti e i servizi, in particolare quelli di logistica ferroviaria, rappresentano i due aspetti decisivi – secondo l’assessore – per sviluppare le potenzialità del sistema portuale del Friuli Venezia Giulia.
Nel fare il punto sugli investimenti per Porto Nogaro, Riccardi ha confermato – sulla base di un recente incontro con il commissario per l’emergenza nella laguna di Grado Gianni Menchini – che i lavori di dragaggio dei fondali potranno essere completati entro il primo semestre del 2011. Inoltre, l’obiettivo è di perfezionare entro l’anno il progetto per il secondo accesso alla zona industriale dell’Aussa-Corno, che avrà ricadute positive anche sull’attività portuale.
Notevoli risorse la Regione ha anche destinato negli ultimi due anni a favore del Consorzio industriale, che hanno consentito di completare l’acquisizione di un’area di 540 mila metri quadrati, che permetterà di estendere le banchine portuali (un primo tratto sarà inaugurato a settembre) al servizio delle aziende insediate, ma con la prospettiva di realizzare un centro logistico.

giovedì 24 giugno 2010


23-06-2010
FVG/INDUSTRIA: TONDO, COMPLIMENTI A CIMOLAI CHE SA INNOVARE

(ASCA) - Udine, 23 giu - ''Esprimo, anche a nome dell'Amministrazione regionale, il mio compiacimento al Gruppo Cimolai, che con questa scelta dimostra ancora una volta di essere azienda all'avanguardia, sensibile ai temi della tutela dell'ambiente, sempre pronta ad affrontare le sfide della globalizzazione, che implicano capacita' di saper investire anche nel risparmio sulle spese energetiche, nella consapevolezza che essere costituiscono una parte rilevante dei costi del prodotto finito''. Lo ha sostenuto il presidente della Regione, Renzo Tondo, nel corso della visita, oggi nella zona industriale dell'Aussa Corno, nei pressi di San Giorgio di Nogaro (UD), ad uno degli stabilimenti della Cimolai SpA, dove dallo scorso dicembre e' in funzione un impianto fotovoltaico da 1000 kW di potenza (il piu' grande in regione tra gli investimenti privati).

Assieme a Tondo, che e' stato accolto dall'ing. Luigi Cimolai, dalla figlia Paola e dai fondatori del gruppo, Albina e Armando, alla visita hanno partecipato l'assessore regionale all'Ambiente, Elio De Anna, il vicepresidente del Consiglio regionale Maurizio Salvador e il consigliere Franco Dal Mas. Ricordando che anche la nuova sede della Regione di Udine e' dotata di pannelli fotovoltaici (''complimenti a chi ha fatto questa scelta'', ha detto), il presidente ha quindi evidenziato la valenza per l'economia regionale di un'azienda come la Cimolai, che ''anche attraverso questa realizzazione ha dimostrato ancora una volta di volersi innovare e di credere, con crescente fiducia, nella validita' di investimenti sul territorio regionale''.

''Considerato che il costo dell'energia sembra destinato a crescere, sia per le imprese che per l'uso domestico, e che le risorse tradizionali, a cominciare dal petrolio, non sono inesauribili, occorre cambiare cultura, passando da casi episodici ad una logica di sistema, che sappia utilizzare in maniera crescente le fonti rinnovabili, come quella solare o l'eolica'', ha detto dal canto suo l'assessore De Anna.

''Sara' mia cura proporre, compatibilmente con le esigenze di bilancio, anche incentivi regionali che vanno in questa direzione, non dimenticando che le Province gia' fanno qualcosa di importante su questo fronte''. fdm/mcc/alf
(Asca) 

lunedì 8 marzo 2010

Su Il Friuli.it troviamo l'intervista e scopriamo don Larice

Una vita per i ragazzi sfortunati

L’INTERVISTA - La storia di don Davide Larice, in prima linea nell’assistenza ai giovani disagiati anche attraverso lo sport

don larice -

Sembra una favola l’avventura umana fin qui vissuta da don Davide Larice nell’assistenza prestata ai giovani con problemi di tossicodipendenza. C’era una volta, quindi, un giovane cappellano che, fin dai primordi del suo ministero, si occupa di ragazzi. Per la sua seconda esperienza di religioso è sbalzato dalla parrocchia di Feletto Umberto a quella defilata di Ampezzo. Quasi un confino. Dall’intensa attività svolta a getto continuo con centinaia di giovani a una parrocchia priva di ragazzi. Per avvicinarli e per togliersi di dosso il senso dell’inutile e dell’isolato, accetta l’incarico di segretario del patronato della scuola elementare. In quella veste gestisce anche il doposcuola, praticamente privo di alunni. Del centinaio di bambini che frequentano l’Istituto, solo cinque o sei si presentano a fare i compiti previsti per casa. Tutti gli altri abitano lontano o in casolari isolati.

A questo punto scatta l’innato senso dell’organizzazione di don Larice. Chiede e ottiene che le maestre non assegnino compiti a casa, che sia garantito un pasto caldo a mezzogiorno e che, nell’ambito del doposcuola, siano inserite materie che possano interessare i ragazzi, anche se non previste dai programmi ministeriali. Si parte subito con studio del territorio, topografia, toponomastica, storia del paese ricavata attraverso interviste agli anziani, educazione stradale. Per vincere la naturale ritrosia dei montanari, don Davide escogita il ‘Teatro ad personam’, con scene inventate e sperimentate in ambito famigliare le migliori delle quali rappresentate, poi, direttamente da ragazzi, genitori e nonni. Infine, riesce a sublimare la sua opera formativa inventando un giornalino, secondo gli schemi pedagogici di Freinet, basati sulla libera espressione dei bambini in voga al tempo. Testi e disegni liberi e redazione collettiva per correggere le bozze.

Riesce pure a far installare una piccola stamperia, gestita in proprio. L’effetto di tutto questo darsi da fare è dilagante. Come per magia i ragazzi si decuplicano. Letteralmente. Da 6, passano a 60. Nel frattempo, legge don Milani, Levi e Sardelli. Resta colpito soprattutto dagli scritti e dal lavoro sociale svolto a Roma da quest’ultimo personaggio. Don Roberto Sardelli si occupa delle 650 famiglie di baraccati romani che vivono in condizioni subumane. A scuola, i loro bambini sono collocati in classi differenziate. Don Roberto va a vivere con loro, si fa carico delle loro pene. Costituisce la ‘Scuola 725’ a tempo pieno per i loro figli, per toglierli dalla ghettizzazione. Scrive il ‘Non tacere’, libro-denuncia sui mali di Roma, che fa scalpore negli ambienti sonnolenti della politica romana.

Il nostro don Larice, attratto dal lavoro condotto da questo prete di frontiera, con il quale peraltro deve sentirsi in perfetta sintonia, si reca a Roma per conoscerlo e riceverne indirizzi. Gli mancano i soldi per il viaggio? Nessun problema. Viaggia in autostop. E anche nella Città Eterna, si sposta sempre a piedi. Sono gli anni ‘70 e anche nelle Valli carniche striscia già la serpe della droga. Sono in crisi i modelli religiosi. La ricerca spiritualistica volge a oriente, non esclusi i viaggi compiuti per prenderne contatto diretto. Don Larice avverte su di se queste realtà giovanili. Se ne fa carico morale e, nel contempo, agisce sul piano pratico, a partire dai suoi aspetti più spiccioli. La porta della sua canonica resta perennemente aperta, proprio in senso fisico.

Spesso, rientrando a casa, il sacerdote trova i giovani sbandati ad attenderlo. Li accoglie, li ascolta, li segue. Li va a visitare in galera quando, non infrequentemente, sono arrestati. Legge le loro lettere, che arrivano anche da siti lontani e indirizzate al prete amico, unico faro nel loro buio esistenziale. Si rende pure conto che l’area d’azione ampezzana è limitata e sente fortemente di dover fare qualcosa di più importante. Dopo un anno di meditazione sul da farsi, chiede e ottiene dall'Arcivescovo Monsignor Alfredo Battisti di spostarsi a Udine. Gli viene assegnato l’incarico di insegnante al Malignani. Impegno che gli lascia tempo da dedicare ai suoi ragazzi. Scende a Udine e trovandosi, nell’immediato, privo di alloggio, dorme in auto. Riesce, poi, a trovare un locale di fortuna dai frati di via Ronchi. Un ripostiglio privo di acqua, di riscaldamento e mobili. Nel frattempo è avvicinato da tossicodipendenti e con loro condivide gli stenti di quella triste stanza. Dormono per terra, in sacco a pelo.

“Con il mio magro stipendio non riesco a dar da mangiare ai 12 ragazzi arrivati da me – racconta don Davide - non parliamo poi di riscaldamento, servizi e suppellettili. Arriva finalmente un piccolo colpo di fortuna: affitto di un ambiente di 80 metri quadri, sostenuto da piccole offerte, questuate. Ci spostiamo. Bombola a gas per scaldarci e al mangiare provvediamo anche con la cura di un piccolo orto, oltre al mio magro stipendio. Tutto resta azzerato nel 1976, per il terribile sisma che colpisce il Friuli. Dopo tre anni riprendo a cucire le fila della mia missione. Questa volta in forma organizzata, anche in virtù del contributo di 5 milioni di lire (1979), elargizioni su interessamento dell’assessore alla sanità della Regione, Giacomo Romano. Aiuto che, peraltro, mi pone problemi di strategie d’impiego dell’insperata risorsa. Mi trovo davanti a un trivio: provvedere al mangiare dei miei ragazzi, installare il riscaldamento o preoccuparmi in primis delle necessità psicologiche di recupero dei tossicodipendenti che ospito”.

“Decido per quest’ultima soluzione – continua don Larice - e assumo uno specialista psicologo, che avvia immediatamente la terapia d’urgenza. La psiche stravolta da guarire, prima delle necessità pratiche elementari e prima di parlare di anima”. Una forma di caritas pragmatica che, alla distanza, produce anche gli sperati frutti spirituali. Duraturi, in quanto guadagnati con il proprio intimo. Da questo momento il motore della solidarietà di don Larice parte, cammina e si alimenta ancora una volta di donazioni e atti di liberalità.

Nel 1989, altro colpo grosso, richiamato dalla riconosciuta opera meritoria che l’organizzazione di don Larice svolge sul territorio. Il Lyons Udine Lionello offre un superbo aiuto economico. E ancora una volta: in quale direzione ottimizzarlo? Fra le mille pressanti esigenze, la priorità assoluta è riconosciuta alla necessità di prestare cure odontoiatriche ai ragazzi eroinomani. Potrebbe apparire una stranezza. Ma solo per chi non conosce uno dei tanti terribili effetti aggiuntivi che derivano dell’assunzione di eroina. Droga che attacca ed erode ossa e denti. Senza denti, o con gli stessi malconci, non si può masticare, quindi nemmeno alimentarsi a dovere. Da rilevare, inoltre, che i dentisti privati, al tempo non mettevano volentieri le mani in bocca a un drogato o, ancora peggio, a un ammalato di Aids. Quindi, don Davide chiede al Lyons Udine Lionello la possibilità di supportare l’allestimento di un moderno gabinetto dentistico. Il sogno si realizza con l’impiego di 35 milioni di lire. Si trova pure il medico disponibile a gestirlo. Infine, per non creare il senso del ghetto, lo studio dentistico è aperto anche per l’assistenza ai poveri del territorio.

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B) Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo 24 novembre 2024

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