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martedì 23 aprile 2024

Pensieri dello scriba

 Dico la verità: non sempre vado a messa, cioè non tutti i giorni....

Sono settimane che il nostro parroco non sta bene e speriamo nella sua guarigione.

Come gli scribi leggo il foglietto ma mi viene sempre da puntualizzare. Siamo una collaborazione pastorale e in origine c'erano le parrocchie. Da un po' di tempo San Giorgio di Nogaro sembra trascurato dal punto di vista spirituale. Non sempre ci sono preti a disposizione: fino al 7 maggio don Chimee è in Africa e il nostro Mons. Igino non può celebrare come detto. Si è deciso in alto di sostituire le celebrazioni con le LODI!

Può capitare che ci sia un santo importante sul calendario che ogni anno veniva ricordato con una messa: San Giorgio! E invece sul Foglio parrocchiale si mette un santo locale che nessuno conosce beata Elena Valentinis, religiosa e nella realtà non c'è alcuna messa questo 23 aprile 2024.

Gli altri paesi celebrano tanti santi che i sangiorgini se li sognano, ma.... se non si possono celebrare tutte le messe alla mattina(parlo di normali messe feriali) perchè non celebrare messe di sera alle 7?


venerdì 15 dicembre 2023

'Attenzione alta contro mafia'

 "Resta alta" l'attenzione delle Prefetture del Friuli Venezia Giulia per cogliere i segnali e prevenire i tentativi di penetrazione nelle attività imprenditoriali "in una regione come il Fvg, a vocazione commerciale e industriale e turistica, che attrae investimenti pubblici e che, anche per la presenza delle realtà portuali di Trieste, Monfalcone e San Giorgio di Nogaro, può apparire area di interesse per l'espansione degli affari illeciti delle organizzazioni mafiose".

E' quanto emerso nel corso della Conferenza regionale delle Autorità di pubblica sicurezza, tenutasi in prefettura a Trieste e a cui hanno partecipato, tra gli altri, i prefetti dei quattro capoluoghi Pietro Signoriello (Trieste), Domenico Lione (Udine), Raffaele Ricciardi (Gorizia) e Natalino Manno (Pordenone).
    Rispetto alle possibili infiltrazioni della criminalità organizzata nel tessuto sociale ed economico del Fvg - spiega una nota - "l'analisi ha permesso di confermare l'assenza sul territorio di organizzazioni criminali strutturate di stampo mafioso o la presenza di gruppi che tentano di imporsi con le forme intimidatorie proprie di soggetti che intendono mostrarsi legati da vincoli associativi criminali".

Ma l'attenzione, è stato ribadito, "resta alta". Le Prefetture, per la particolare attenzione che viene riservata agli appalti e alle opere di lavori pubblici finanziate con i fondi del Pnrr, hanno implementato, anche in applicazione di specifiche direttive ministeriali, l'azione di monitoraggio a scopo preventivo di quelle attività sensibili che spesso si ricollegano alla commissione dei cosiddetti reati spia, come ad esempio l'attività illecita di smaltimento rifiuti, l'imposizione di manodopera o il riciclaggio.
    Durante i lavori, conclude la nota, si è deciso di dar corso a un coordinamento regionale dei quattro Gruppi interforze antimafia delle Prefetture della regione per "rendere omogeneo il monitoraggio della predetta fenomenologia criminale e per la condivisione del patrimonio informativo".

sabato 4 novembre 2023

Birra Castello San Giorgio di Nogaro, ultima puntata (affariitaliani.it)

 

Milano, 3 nov. (Adnkronos) - È stato perfezionato ieri il contratto di cessione del ramo d’azienda relativo allo stabilimento di San Giorgio di Nogaro di proprietà di Birra Castello, proprietaria dello storico birrificio di Pedavena, al Gruppo Royal Unibrew, player internazionale nel mercato multibeverage, annunciato lo scorso luglio. Birra Castello continuerà a mantenere la proprietà di tutti gli attuali marchi del gruppo- Birra Castello, Birra Dolomiti, Pedavena, Superior e Alpen – e proseguirà nella strategia di potenziamento e sviluppo dello stabilimento bellunese.L'acquisizione dello stabilimento di San Giorgio di Nogaro, con una capacità di produzione di birra potenziale stimata fino a 1 milione di ettolitri all'anno, potenzierà in modo significativo la capacità di produzione e confezionamento di lattine e bottiglie di vetro di Royal Unibrew in Italia. Dotata di due linee di riempimento, questa struttura consentirà a Royal Unibrew di rafforzare la propria presenza in Italia, consentendo all'azienda di soddisfare la domanda crescente dei suoi prodotti sia a livello locale sia a livello Internazionale.Grazie alla sintonia tra Birra Castello e il Gruppo Royal Unibrew e in pieno accordo con le organizzazioni sindacali, ai lavoratori coinvolti nel trasferimento sono garantite le condizioni contrattuali in essere, assicurando così al gruppo danese la piena continuità dell’attuale know how. Tra tutti i collaboratori con sede di lavoro a san Giorgio di Nogaro, otto dipendenti del gruppo italiano continueranno a lavorare per Birra Castello nei nuovi uffici di Via Meucci 1, sempre nella località in provincia di Udine. “Pur chiudendo un capitolo importante della nostra storia, siamo contenti di aprirci a nuove sfide aziendali. Ribadiamo di aver trovato nel Gruppo Royal Unibrew – dichiara Eliano Verardo, Ad di Birra Castello – un acquirente solido, con un progetto di sviluppo integrato in armonia con la comunità locale e in grado di assicurare continuità sul piano occupazionale. Grazie alla vendita sarà possibile per noi incrementare gli investimenti in innovazione e sviluppo della nostra storica fabbrica in Pedavena, mantenere la produzione della birra a marchio Castello e rafforzare la distribuzione di tutti gli attuali marchi del gruppo concentrandoci su un solo stabilimento”. “Siamo lieti di aver concluso l'acquisizione di un impianto di produzione da Birra Castello. Questo traguardo è di grande importanza per la continua crescita del nostro business in Italia, migliorando la nostra capacità di soddisfare la domanda crescente delle nostre bevande. Questa acquisizione alleggerisce anche i vincoli di capacità produttiva nel Gruppo", afferma Jan Ankersen, SVP South Europe e Managing Director Italy.

giovedì 19 ottobre 2023

Tutela della vita: Incontri a Latisana,San Giorgio di Nogaro, Codroipo

 

TUTELA DELLA VITA, UN CICLO DI INCONTRI TRA LATISANA, SAN GIORGIO DI NOGARO E CODROIPO

Tutela della vita e della famiglia, denatalità, fine vita e cure palliative. Sono solo alcuni dei temi proposti dall’iniziativa “Diamo vita al futuro” promossa da FedervitaFvg-Movimento per la vita, insieme al Centro di aiuto alla vita (Cav) di Udine, in collaborazione con il Centro servizi volontariato Fvg e la Collaborazione pastorale di Codroipo.

Analoga iniziativa – con una serie di incontri di approfondimento sui temi della vita – è proposta anche a Trieste, Monfalcone e Pordenone.

Si tratta di un’opportunità formativa, offerta a tutti, durante la quale saranno affrontate diverse tematiche legate al rispetto della vita in tutte le sue articolazioni, guardando all’area biologica, a quella psicologica, comportamentale, giuridica. Soffermandosi anche su cosa è necessario conoscere per poter operare al meglio nelle situazioni di fragilità e pure quali sono i servizi offerti sul territorio per essere d’aiuto a chi è in difficoltà. Non sempre, infatti, si conoscono l’esistenza e l’operato dei Centri di auto alla vita dove, per una donna in stato di gravidanza o per la coppia che deve affrontare una gravidanza inattesa, è sempre possibile trovare accoglienza, sostegno psicologico, fisico e pure economico.

Non a caso è stato scelto il titolo “Diamo vita al futuro”: vita come vita concepita, bimbi che devono nascere, ma anche ciò che ciascuno può fare dedicando del tempo al prossimo, condividendo obiettivi comuni, decidendo di mettersi in gioco. E non è un caso, infatti, che il ciclo d’incontri preveda pure un approfondimento sul tema del volontariato. Da qui l’appello di Federvita Fvg e dei Cav che operano in regione, in particolare ai giovani.

 

Gli incontri

  • Il primo appuntamento del progetto è previsto a Latisana, al centro polifunzionale, sabato 21 ottobre, alle 17.30, durante il quale si rifletterà su “Il fine vita, le cure palliative e le DAT”;
  • l’11 novembre, sempre a Latisana (ore 17.30) si parlerà di “Volontariato oggi: tra motivazione, azione e collaborazioni”;
  • martedì 21 novembre, alle 20, all’Oratorio parrocchiale di Codroipo sarà affrontato il tema “I servizi del territorio a tutela della vita e della famiglia”;
  • sempre a Codroipo l’incontro del 29 novembre (alle 20), quando sarà proposto un approfondimento su “La legge 194/78 e la difesa della vita”;
  • il 2 dicembre ci si sposta a San Giorgio di Nogaro, all’auditorium San Zorz (alle 20) per la conferenza “Il concepito, la madre, il padre”;
  • il 13 al centro polifunzionale di Latisana (alle 20) il tema proposto sarà “La denatalità e la promozione della vita”;
  • l’11 gennaio si torna a Codroipo (in oratorio, alle 20) per parlare di “Regolazione naturale della fertilità”;
  • il 30 gennaio sempre a Codroipo il tema sarà invece “La vita umana tra diritto e bioetica”.

Per informazioni: Centro di aiuto alla vita di Udine, 346-7046773.

giovedì 30 marzo 2023

friulisera.it Legambiente e Danieli: pareri sull'acciaieria a San Giorgio

 

Acciaieria a S. Giorgio. Legambiente: impatto non sostenibile. Danieli: occasione da non perdere

https://friulisera.it/acciaieria-a-s-giorgio-di-nogaro-secondo-legambiente-un-impatto-non-sostenibile-la-danieli-la-pensa-diversamente/


La vicenda della ventilata acciaieria a San Giorgio di Nogaro andrebbe trattata con prudenza. Certo l’atteggiamento fin qui avuto dalla giunta regionale Fvg di anticipare i tempi e soprattutto di sposare acriticamente la scelta produttiva senza adeguata discussione in Consiglio e nei territori interessati, non solo è tatticamente sbagliata, ma rischia di essere un boomerang che anziché aiutare le aziende promotrici dell’iniziativa come era intensione servile,  rischiano di aver sollevato un vespaio dal quale sarà difficile uscire perché si sono sollevate già le barricate. Meglio sarebbe stato coinvolgere preventivamente il territorio anziché entrare subito nella logica dei “favori” e di sventolare il palo della cuccagna raccontando di mitici sviluppi occupazionali  che oggi, in quale maniera è la stessa Danieli a smentire quando afferma chele maestranze “saranno in maggioranza composte da tecnici cd ingegneri grazie all’elevata automazione, ai big data, all’intelligenza artificiale”.  Niente assunzioni locali di massa quindi.  Così anche se siamo convinti che la campagna elettorale è il momento meno favorevole nel quale discutere di tematiche così complesse visto che sotto elezioni l’onestà intellettuale viene “sospesa” e resta al di fuori dalla ricerca del consenso, vale la pena fare il punto della situazione in maniera per quanto possibile obiettiva. Lo facciamo prendendo spunto dalle considerazioni di Legambiente FVG che proprio questa mattina sono state trasmesse alla stampa. Nello stesso tempo registriamo la presa di posizione della Danieli che ha ritenuto di comprarsi pagine intere sulla stampa cartacea locale, come se non si fidasse che le proprie posizioni vengano correttamente veicolate dalla stampa o  forse si tratta di una maniera per fluidificare certi ingranaggi mediatici.

Scrive Legambiente: “ In relazione alla ventilata acciaieria di S. Giorgio di Nogaro è necessario fare una premessa. Oggi le zone industriali dovrebbero essere considerate capisaldi della transizione ecologica o quanto meno non in contrasto con essa. Si rileva, invece, la diffusa assenza di pianificazione di dettaglio, i cosiddetti piani territoriali infraregionali, in grado di orientare gli investimenti, dare regole certe e predefinite agli investitori, fa sì che ogni nuova proposta di insediamento, venga valutata senza un quadro di criteri di riferimento e valutazione. Fra gli altri, è il caso anche dalla zona industriale di Porto Nogaro. La zona industriale ex ZIAC di San Giorgio di Nogaro (ora COSEF) è confinante con la Laguna di Grado e Marano, che è Sito Ramsar, dall’omonima convenzione a tutela delle zone umide; inoltre in essa sono ricomprese la zona di protezione speciale/zona speciale di conservazione della LAGUNA DI MARANO E GRADO e 2 riserve regionali (Foce dello Stella, Valle Canal Novo). Questa contiguità con ambiti di tutela internazionali, comunitari e regionali pone evidentemente un problema di convivenza, mentre si dovrebbe esaltare questa funzione di programmazione e gestione sostenibile anche dell’area industriale. Cosa che, invece, per la sua assenza, balza agli occhi anche del visitatore che, con passo frettoloso, attraversi l’area industriale di Porto Nogaro. Ciò premesso, risulta subito evidente come la proposta di un’acciaieria in prossimità della laguna abbia un impatto importante, considerando anche e soprattutto la logistica, i flussi di materiali, energia in ingresso e uscita dall’ipotizzato stabilimento. Naturalmente commentando solo le scarne informazioni disponibili. Un impianto che potrebbe lavorare da 2,4 a 4 milioni di tonnellate/anno (una quantità pari alla produzione attuale dell’acciaieria di Taranto!) con un fabbisogno energetico di gas metano per oltre un miliardo di mc/anno (si stima fino a 1,5 Mld mc/a) non potrebbe che avere un impatto grave sull’ambiente circostante e dell’intera regione con relativi milioni di tonnellate di CO2 aggiuntive di cui non si sente davvero il bisogno visto che dovremo decarbonizzare la nostra atmosfera in fretta nei prossimi anni. 
Chi provvederà agli investimenti necessari a decarbonizzare questi enormi consumi aggiuntivi di energia fossile? Visto che le tecnologie per fare l’acciaio con l’idrogeno green sono, ad oggi, una chimera, è più che probabile che l’energia necessaria sarà prodotta utilizzando gas naturale, alimentando in modo significativo le emissioni climalteranti.  Inoltre, per far attraccare le navi sarà necessario approfondire il Corno (finanziamenti in tal senso sono già stati deliberati dalla Regione) di alcuni metri: quanti? Si parla di arrivare fino a 12 metri totali, ma non si dice che, per rendere utilizzabile tale infrastruttura di navigazione, bisognerà prolungarla oltre la laguna, fino al mare aperto per alcuni chilometri per poter assicurare l’accesso alle navi di adeguato tonnellaggio in ingresso e uscita e, soprattutto, non si dice che essa dovrà essere mantenuta anno per anno con costose opere di dragaggio e messa in sicurezza. E che impatto avrà questo dragaggio sulla mobilizzazione del mercurio che può transitare da una fase non solubile, legata ai sedimenti alla fase metilata e bioaccumulabile all’interno della catena alimentare? Che impatto avrà sulla penetrazione del cuneo salino esaltato anche dall’innalzamento progressivo del mare o sull’assetto morfologico – ambientale della Laguna? Senza dimenticare che la parte prossima alla laguna della zona industriale è occupata da aziende della nautica da diporto. Quale ricaduta produrrà l’acciaieria su di esse e, più in generale, sul paesaggio e il turismo nell’area?  Come si potrebbe proseguire in uno sviluppo davvero sostenibile di tutta l’area lagunare, ricca di richiami naturalistici, storici e ambientali, su cui molto si è investito in questi anni, che sarebbe sicuramente depotenziata dalla presenza di una fabbrica di tal genere? 
Chiediamo al presidente Fedriga, scrivono ancora da Legambiente di farsi carico di queste problematiche e di dire subito cosa pensa e cosa ha già nel cassetto che ancora non dice, perché un’opera di questa portata avrebbe un impatto in totale contrasto con tutti gli impegni sulla completa decarbonizzazione della Regione che la sua Giunta ha fissato entro il 2045, addirittura con 5 anni di anticipo rispetto ai piani dell’Europa. Se la mano destra non sa quello che fa la sinistra allora o siamo di fronte ad un problema serio di bilateralizzazione o siamo di fronte ad un problema di ipocrisia profonda; in entrambi i casi non sarebbe un buon messaggio. Con questi elementi di valutazione Legambiente dice no al progetto di una mega acciaieria in un ambiente delicato e da proteggere come la laguna, che avrebbe un impatto sicuramente non sostenibile”.

Fin qui la posizione degli ambientalisti che sappiamo essere molto popolare. Da parte della Danieli, che ci fa sapere invia preliminare, palesando un certo distacco in realtà poco veritiero se non altro per la spesa sostenuta per veicolare il proprio messaggio, che comunque vada l’azienda di Buttrio costruirà l’impianto ovunque verrà deciso di farlo dalla committenza Ucraina.

Queste le sopracitate considerazioni “pubblicitarie” dal titolo “Un’acciaieria nella Zona Industriale di Porto Nogaro. Sei cose importante da conoscere molto bene” anticipate da un occhiello molto ben anticipatorio della reale natura del messaggio quando afferma: Sono queste le prime reali, dirette notizie sulla possibile realizzazione di un impianto siderurgico all’avanguardia in quest’area. (un occasione da non perdere).
1) La società Metinvest, scrive nel testo la Danieli, non ha fino a ora confermato questo investimento di 2 miliardì di Euro: lo farà entro Settembre 2023. Se, in base a molti parametri e precondizioni, deciderà positivamente, i siti in opzione sono tre, due in Italia uno di questi è Porto Nogaro e uno in un altro paese europeo.
2) Danieli comunque costruirà l’impianto, ma supporta la scelta del Friuli Venezia Giulia. Questi i motivi di tale scelta: L’impianto sarebbe un eccezionale e unico esempio di high tech, di sviluppo sostenibile, ma non solo. Darebbe un forte contributo al PIL e quindi alle risorse conseguenti necessarie al social welfare regionale e italiano (in primis sanità c pensioni, che ovviamente possono essere sostenute solo a fronte di reali risorse finanziarie).
3) Forse non tutti sanno che la Danieli è indiscutibile leader in tutto il mondo nello sviluppo di impianti sostenibili 8 di questi sono stati recentemente realizzati negli Stati Uniti.
In tal senso i parametri europei definiscono come virtuoso un impianto quando emette 283 kg di CO, per ogni tonnellata di acciaio prodotta. L’impianto progettato per Porto Nogaro sarà molto, molto più virtuoso poiché ne prevede all’incirca 100 kg per ton, rendendolo considerabile a impatto nullo; è con l’idrogeno a disposizione, si potrà arrivare a 60 kg per tonnellata.
4) Le maestranze assunte previste saranno in maggioranza composte “da tecnici cd ingegneri grazie all’elevata automazione, ai big data, all’intelligenza artificiale”.
5) Anche le nuove infrastrutture darebbero grandi benefici alla Zona industriale Aussa Corno che movimenta oggi circa 3 milioni di tonnellate di merci all’anno, ma non ha porto né ferrovie, né strade adeguate. L’attuale traffico di 150.000 / 200.000 camion all’anno genera emissioni di CO, ben superiori a quelle di una fabbrica green come quella provista, Una fabbrica non nasce solo per produrre reddito ma anche per ridurre i disagi.

6) L’habitat della Laguna, il turismo. Non essendo ancora approvato l’investimento da parte di Metinvest, non si è dato inizio all’iter dell’Arpa (Agenzia Regionale per la protezione dell’Ambiente) per le valutazioni necessarie, ma la qualità del progetto garantisce fin d’ora un più che corretto impatto ambientale.

La Festa dell'Addolorata: annuncio dalla Diocesi

 

A SAN GIORGIO DI NOGARO TORNA LA FESTA DELL’ADDOLORATA


Con la traslazione dell’immagine della Vergine Addolorata dalla chiesa vecchia al Duomo sangiorgino, avvenuta la sera di domenica 26 marzo, è iniziata la settimana di preparazione alla festività della Madonna Addolorata che, a San Giorgio di Nogaro, si celebra ancora secondo l’antico calendario liturgico il venerdì precedente la seconda Domenica di Passione.

Un culto antico, quello che lega i sangiorgini all’Addolorata, ma che ha conservato intatto, anche in tempi fortemente segnati dai processi di secolarizzazione come quelli attuali, tutta la sua genuinità e la valenza di forte elemento identitario dell’intera comunità.

 

Il programma

Tutti i giorni alle 9, in Duomo, sarà celebrata la S. Messa accompagnata da una meditazione.

Venerdì 31 marzo, alle 11, è prevista la S. Messa per i bambini delle elementari e medie, mentre alle 19 la Santa Messa solenne, presieduta da mons. Igino Schiff e concelebrata dai sacerdoti della Forania, sarà accompagnata dal Coro Femminile parrocchiale che, come da tradizione, offrirà un vasto repertorio di canti dedicati alla Vergine appartenenti a varie culture musicali; l’attenzione, in particolare, sarà rivolta, a quelli cari ai sangiorgini dedicati da don Oreste Rosso all’Addolorata.

Domenica 2 aprile le celebrazioni raggiungeranno il momento più solenne alle 15.30 con il canto dei Vesperi dell’Addolorata e la processione che riaccompagnerà la sacra immagine alla chiesa della Madonna. L’appuntamento sarà presieduto da padre Gianantonio Campagnolo, Rettore del Santuario della B.V. Maria di Castelmonte. Alle 19 ci sarà la Santa Messa serale in Duomo, presieduta da mons. Schiff.

mercoledì 27 aprile 2022

Messaggero Veneto: Alida ricorda tra le lacrime i quattro fratelli morti

La tragedia della famiglia Sguazzin durante la Seconda guerra mondiale: Alida ricorda tra le lacrime i quattro fratelli morti

Albino, Amelio, Azelmo e Aquilino perirono in battaglia o in incidenti: il racconto di quei giorni nelle parole della sorella

SAN GIORGIO DI NOGARO. Non aveva ancora 13 anni Alida Sguazzin quando le toccò assistere a una scena che ancora oggi ricorda con le lacrime agli occhi: il ritorno del padre, la sera del funerale di suo fratello Aquilino, quando dovette dire all’amata moglie quello che era accaduto e che aveva tenuto nascosto: la guerra aveva portato via quattro dei loro figli.

A farle ricordare quelle drammatiche giornate è stata la visita del presidente dell’Apo (Associazione partigiani Osoppo), Roberto Volpetti, e dell’amico Paride Cargnelutti, che l’hanno raggiunta nella casa di San Giorgio di Nogaro dove vive attorniata dall’amore dei nipoti Maran.

Lei, che tutti chiamano Antonietta, è l’ultima di nove fratelli e sorelle nati fra il 1910 e il 1932, figli di Giuseppe Basilio Sguazzin e sua moglie Angelica “Maria”: famiglia di San Giorgio di Nogaro trasferitasi a Mereto di Tomba, dove Giuseppe Basilio era diventato amministratore nella azienda agricola Rosselli Della Rovere. Dei nove figli, quattro erano femmine e cinque maschi e tutti con nomi che iniziavano con la “a”. I figli sono fieri di appartenere a una famiglia molto unita, che conduceva una vita semplice e dignitosa, persone solide: alcuni si sposano, altri imboccano carriere di lavoro con responsabilità.

Arriva la guerra e i maschi sono tutti in età di chiamata alle armi. Albino nel 1937 è arruolato nella Guardia di Finanza e nel novembre del 1939 viene assegnato alla Legione di Bari nella Compagnia delle isole dell’Egeo dove muore nel 1941 in un’azione tanto coraggiosa, da meritarsi la medaglia d’argento. È il primo duro colpo per la famiglia. Azelmo, classe 1912 è entrato negli Alpini nel 1933, ha fatto carriera come sottufficiale, la guerra sul fronte francese, poi è in Russia con l’Armir. Coglie il dramma che sta vivendo la sua Patria e trova naturale entrare nella Osoppo, prende il nome di battaglia di Bruno: diventa comandante della Osoppo nel Gemonese che ha la propria base a Ledis. Viene la stagione delle Zone Libere: l’estate del 1944 è un fiorire di entusiasmo perché i tedeschi sembrano ormai alle corde e gli Alleati stanno per arrivare. Ma in settembre il brusco risveglio: la Zona libera orientale viene spazzata via e gli osovani devono rifugiarsi dove possono. Nimis, Attimis e Faedis vengono bruciate, i giovani della Osoppo fuggono verso i monti.

A Valle di Faedis, il 29 settembre, uno degli scontri finali prima che gli osovani potessero disperdersi e scampare così alla cattura. Azelmo è fra gli ultimi e per lui non c’è scampo. Amelio è il gemello di Azelmo, dopo la scuola militare di paracadutismo entra nella Polizia, si sposa e ha tre bambini, abita a Sant’Osvaldo e lavora in Questura a Udine. Inizia a dare una mano alla Resistenza: informazioni, copie di documenti. Lo scoprono e tentano di catturarlo nel suo ufficio: scappa gettandosi dalla finestra e da lì via verso i monti, nella zona di Attimis: Gianni è il nome di battaglia. Viene ucciso nel corso di uno scontro a fuoco ad Arba: gli sarà conferita la medaglia d’argento. I due figli maschi rimasti Aquilino (classe 1924) e Assuero (classe 1927) sono anch’essi impegnati nella resistenza osovana. Aquilino rientra a casa a Mereto nel marzo del 1945, ma può fermarsi poco perché l’abitazione è tenuta sotto sorveglianza e di frequente arrivano i tedeschi a perquisire. Si sposta quindi a Percoto di Pavia di Udine dove viene ospitato da amici sicuri. Il 29 aprile accade un incidente: parte un colpo dallo Sten maneggiato da un suo amico e per Aquilino non c’è nulla da fare.

Alida racconta il dramma di quei giorni e della mamma a cui venne tenuta nascosta per qualche giorno la tragica verità: quattro dei suoi figli erano morti.

Pubblicato su Il Messaggero Veneto

Canottaggio, 5 sangiorgini alle finali nazionali imagazine.it di Livio Nonis

Domenica mattina sul fiume Corno a San Giorgio di Nogaro si sono ritrovate le società di canottaggio del Friuli Venezia Giulia per partecipare alle gare di selezione che sono iniziate con le batterie eliminatorie alle quali hanno fatto seguito le finali con i primi due equipaggi arrivati, che hanno conquistato il posto per la fase nazionale da disputarsi al centro federale di Piediluco.

I canottieri sangiorgini hanno dominato fra gli junior con Marco Dri che ha vinto la gara in singolo in 7’17”35 e poi anche in doppio con Mattia Fabbian in 6’58”35, e anche fra i ragazzi dove Josef Marvucic ha imposto la sua superiorità vincendo il singolo in 7’21”81 e poi anche in doppio assieme al lignanese Lorenzo Cicuttin. Anche nel femminile l’equipaggio sangiorgino di Giulia Dri e Giada Roppa si è guadagnato Piediluco con il secondo posto nel doppio ragazze, mentre Giulia Sguazzin è arrivata terza nel singolo junior.

Perciò a Piediluco il prossimo mese ci saranno per il San Giorgio Marco DriMattia FabbianJosef MarvucicGiulia Dri Giada Roppa, mentre per la Canottieri Lignano si sono qualificati Lorenzo Cicuttin, secondo nel singolo ragazzi, e Alice Gnatta che a San Giorgio ha vinto la gara del singolo senior.

Per i canottieri delle due società della Bassa friulana è la conferma che negli ultimi anni sono stati fatti dei progressi importanti che l’anno scorso hanno comportato l’ingresso in Nazionale di Marco Dri e Alice Gnatta. Dopo questo inizio di stagione promettente è molto probabile che prossimamente la lista dei friulani in azzurro si allunghi.

Oltre alle selezioni sono state effettuate anche delle gare Under 14 dove fra gli allievi sangiorgini Sara Visentin e Giorgia Pevere hanno vinto l’oro nel doppio, Alice Visentin oro nel singolo, Gabriele Zemolin argento e Mattia Sguassero bronzo, mentre nei cadetti Elia Bressan e Lorenzo Cristin sono giunti secondi nel doppio. Fra i lignanesi sono arrivati al podio Andres Gonzalez, oro fra i cadetti, e David Doretto, argento fra gli allievi.

Il prossimo weekend ancora canottaggio a San Giorgio di Nogaro dove si terrà il Meeting Giovanile e per Master del Nord Italia.

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

Tutto sull'arrivo del nuovo arcivescovo Mons. Riccardo Lamba

  LA CHIESA UDINESE ACCOGLIE IL NUOVO ARCIVESCOVO MONS. RICCARDO LAMBA Un momento storico, di grande solennità e festa, sarà celebrato domen...