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mercoledì 5 ottobre 2016

Bollettino agenzia Fides del 5 ottobre 2016

AFRICA/CONGO RD - Separare le elezioni presidenziali da quelle legislative e locali per superare la crisi
 

Kinshasa (Agenzia Fides) - Il Presidente della Repubblica Democratica del Congo, Joseph Kabila, ha confermato il 4 ottobre il rinvio delle elezioni presidenziali che dovevano tenersi prima del 19 dicembre, data di scadenza del suo secondo mandato. In precedenza la Commissione Elettorale Indipendente aveva annunciato che le elezioni sarebbero slittate alla fine del 2018, dopo il completamento della revisione delle liste elettorali (vedi Fides 3/10/2016).
Nuove manifestazioni di protesta sono state annunciate per il 19 ottobre da “Le Rassemblement”, la coalizione dell’opposizione che sostiene lo storico leader Étienne Tshisekedi e che non partecipa al “dialogo nazionale” tra maggioranza e altri partiti d’opposizione per trovare una soluzione alla crisi politica. “Le Rassemblement” aveva indetto le proteste del 19 settembre che erano degenerate in violenti scontri con un bilancio di oltre 50 morti, 127 feriti e 368 arresti. Le Rassemblement” si è comunque dichiarato disponibile a “un vero dialogo inclusivo” per risolvere la crisi
Secondo una nota inviata all’Agenzia Fides dalla Rete Pace per il Congo, “la soluzione alla crisi potrebbe passare attraverso la ricerca di un compromesso, tra le due posizioni sulla questione della data delle prossime elezioni presidenziali, che dovrebbero essere organizzate in una data che si avvicini il più possibile a quella prevista dalla Costituzione, ormai impossibile da rispettare”. Affinché esse possano avere luogo il più presto possibile, sarebbe quindi necessario organizzarle con priorità, disgiungendole da quelle legislative nazionali e legislative provinciali. Inoltre, si potrebbe prendere in considerazione la possibilità di abbreviare, nella misura del possibile, il tempo necessario per la rielaborazione del registro elettorale.
In tal modo, sarebbe possibile organizzare le elezioni presidenziali nel corso dell’anno 2017, in una data che non superi i mesi di ottobre o novembre. “Si tratta di una possibilità realista, poiché il registro elettorale sarebbe già disponibile a partire da giugno-luglio, la circoscrizione elettorale sarebbe una sola (l’intero territorio nazionale) e non richiederebbe, quindi, l’operazione di ripartizione dei seggi secondo le varie circoscrizioni, la quantità del materiale elettorale sarebbe ridotta alle sole presidenziali e richiederebbe un tempo relativamente breve sia par la sua produzione che per la sua distribuzione sul territorio. La formazione degli agenti elettorali potrebbe essere organizzata in contemporanea con altre operazioni di tipo logistico” conclude la nota. (L.M.) (Agenzia Fides 5/10/2016)
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AFRICA/CENTRAFRICA - “Combattimenti al km5 dopo l’uccisione di un comandante militare” riferiscono fonti di Fides
 

Bangui (Agenzia Fides) - Un comandante dell’esercito centrafricano, Marcel Mombeka, è stato ucciso ieri mattina nei pressi del km5, il quartiere musulmano della capitale della Repubblica Centrafricana, Bangui. Nell’agguato è rimasto ferito il figlio quattordicenne del militare.
“La dinamica dell’omicidio del comandate sembra essere quella di un regolamento di conti e non un attacco di Seleka, l’ex ribellione protagonista della guerra civile, almeno è quello che pensa una parte della popolazione” dice all’Agenzia Fides una fonte locale, che ha chiesto l’anonimato per motivi di sicurezza.
“I militari a lui fedeli si sono subito mobilitati per vendicarlo e ne è nata una serie di sparatorie tra questi e i gruppi armati che controllano il km5. Si è combattuto tutto il pomeriggio di ieri fino alla sera, anche con armi pesanti, dietro alla parrocchia del quartiere. Di fronte alla parrocchia sono state erette barricate, mentre la gente della zona è stata costretta di nuovo alla fuga”.
“Oggi, forse anche grazie alla pioggia che cade da stamattina, la situazione è un po’ più calma. Le strade del quartiere sono però deserte e l’atmosfera è pesante. Altre informazioni non è possibile averle perché è ancora pericoloso addentrarsi nel Km5 e ci vorrà qualche giorno per avere un bilancio delle vittime dei combattimenti” conclude la nostra fonte. (L.M.) (Agenzia Fides 5/10/2016)
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AFRICA/EGITTO - Quattro copti (compreso un bambino) rapiti nella provincia di Assiut
 
Assiut (Agenzia Fides) – Quattro cristiani copti, tra i quali figura anche un bambino di 9 anni, sono stati rapiti il 3 ottobre nella città di Manfalut, compresa nella provincia di Assiut, 350 km a sud del Cairo. I rapitori hanno inizialmente chiesto per riscatto 500mila sterline egiziane, equivalenti a oltre 50mila euro. Secondo quanto riportato dal network Watani, i familiari dei rapiti hanno ricevuto dalla polizia il consiglio di pagare il riscatto, se vogliono evitare che i loro congiunti siano uccisi dai rapitori. Questa è la prassi suggerita dalle forze di polizia in casi del genere, dopo che in alcune occasioni i rapiti sono stati uccisi perchè avevano temporeggiato nel pagare le somme richieste.
Il rapimento è avvenuto con modalità singolari: due dei quattro rapiti, i fratelli Emad e Rami Lamei, operano nel campo delle costruzioni edilizie, ed erano stati convocati ad un appuntamento a Manfalut, con la promessa di ricevere una commessa di lavoro. Giunti nella città, un loro parente si è offerto di accompagnarli insieme al figlio piccolo, di nove anni, al luogo dell'appuntamento, dove ad attenderli c'erano i rapitori.
La piaga dei sequestri di persona perpetrati a danno di appartenenti alla comunità copta continua a mietere vittime in tutto l'Egitto, con una concentrazione nell'Alto Egitto, in particolare nelle regioni di Minya e di Assiut, dove in alcuni villaggi sulle rive del Nilo i cristiani in passato sono stati talvolta costretti anche a pagare “preventivamente” somme di denaro sotto la minaccia di subire ritorsioni violente. Nel solo Governatorato di Minya, la somma complessiva di denaro versata per pagare il riscatto di cristiani rapiti dal gennaio 2011 alla fine del 2014 ha ormai superato la cifra di 120 milioni di sterline egiziane. (GV) (Agenzia Fides 5/10/2016). 
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ASIA/INDIA - Crisi del Kashmir: la Chiesa lancia una grande preghiera interreligiosa nazionale
 
New Delhi (Agenzia Fides) - “Annunciamo una grande preghiera nazionale che si terrà domenica 16 ottobre 2016: tutti i Vescovi, tutti i sacerdoti, religiosi e laici, animeranno messe, liturgie, veglie e preghiere per il bene della nazione. Chiediamo a tutti gli uomini e le donne di buona volontà di unirsi a noi e di pregare per il nostro amato paese, invocando la benedizione di Dio sulla sua popolazione”: è l’appello diffuso dal Cardinale Baselios Cleemis, Presidente della Conferenza Episcopale interrituale dell’India (CBCI) - che raggruppa i Vescovi di rito latino, malabarese e malankarese – in risposta alla crisi del Kashmir e all’escalation che si registra nella regione di confine col Pakistan.
Nello stato indiano di Jammu e Kashmir, alla frontiera pakistana, è tuttora in vigore il coprifuoco. Il conflitto tra l'esercito e i gruppi indipendentisti si è infiammato dopo l'uccisione, avvenuta a luglio, di Burhan Wani, noto militante, cui è seguita una serie di attentati e attacchi alle basi militari. La tensione è alta e la popolazione vive sotto sorveglianza militare, mentre scuole, università ed esercizi commerciali sono fermi. Anche le feste e le assemblee religiose sono per ora sospese.
Il messaggio del Cardinale Cleemis, inviato a Fides, invita i credenti di tutte le religioni a unirsi in una preghiera per la pace, valore cha accomuna tutte le fedi: “Il 2 ottobre abbiamo celebrato il compleanno del Mahatma Gandhi; il 4 ottobre è stata la festa di san Francesco di Assisi, messaggero di pace. L’11 ottobre si celebra la festa indù del Dusserah, che è la vittoria del bene sul male; il Muharram, festa significativa per i musulmani, cade il 12 ottobre; il 20 ottobre i sikh ricordano la nascita del guru Granth, mentre il 30 ottobre celebreremo il Deepavali, la festa che segna la vittoria della luce sulle tenebre. Tra tutte queste feste religiose, il nostro amato paese affronta una sfida straordinaria, specialmente ai suoi confini. La Chiesa cattolica , con tutti gli altri credenti, vuole pregare per la giustizia, la pace, la prosperità, l’armonia e l’unità” conclude il Cardinale. (PA) (Agenzia Fides 5/10/2016)
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ASIA/GIORDANIA - La Giordania è il Paese con più rifugiati. Caritas Jordan: situazione insostenibile e pericolosa
 
Amman (Agenzia Fides) - La Giordania ospita al momento due milioni e 7mila rifugiati: una moltitudine che pone il Regno Hascemita al primo posto nella classifica delle Nazioni ospitanti il maggior numero di profughi e sfollati, seguita da Turchia (2,5 milioni), Pakistan (1,6 milioni) e Libano (1,5 milioni). Secondo i dati forniti da Amnesty International, la metà dell'intera massa globale di rifugiati in tutto il mondo è ospitata soltanto da 10 Paesi dei 193 che compongono l'intera lista delle nazioni.
“Questi dati” commenta all'Agenzia Fides Wael Suleiman, Direttore generale di Caritas Jordan, “sono addirittura sottostimati rispetto alla realtà, e impressionano anche perchè documentano che le nazioni più ricche e avanzate ospitano un numero esiguo di profughi, nonostante adesso in quei Paesi molti governi siano guidati o comunque condizionati da forze che guadagnano potere proprio sfruttando e fomentando la paura e il rifiuto degli immigrati. La Giordania è aperta a tutti, siamo consapevoli di svolgere una missione umanitaria importante, e vogliamo continuare. Negli ultimi tempi sono stati regolarizzati come lavoratori legali 200mila rifugiati siriani. Ma ormai rifugiati e immigrati rappresenano il 40 per cento della popolazione. Il debito nazionale è cresciuto negli ultimi anni in maniera esponenziale. Tanti giordani sono adesso più poveri di molti immigrati. Se la comunità internazionale non prende atto della situazione esplosiva e non interviene a sost enere questo sforzo compiuto dall'intero Paese, arriverà un tempo in cui anche qui verranno chiuse le porte d'ingreso e si penserà di rimpatriare chi era fuggito dalla fame e dalle guerre”. (GV) (Agenzia Fides 5/10/2016). 
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AMERICA/BRASILE - Forum sulla garanzia dei Diritti fondamentali riunisce 26 diocesi
 
San Paolo (Agenzia Fides) – "Garanzia dei diritti fondamentali" è il tema del Forum, che si terrà il 29 ottobre a San Paolo, indicato dal gruppo di coordinamento del Forum dei Consigli Pastorali Sociali della Regione Sud 1 della Conferenza Episcopale Brasiliana (CNBB). Il gruppo ha così accolto la proposta della Commissione della Pastorale della Salute dell'Arcidiocesi di San Paolo, a causa della gravità del momento, che minaccia le conquiste sociali attraverso la Proposta di legge 241, in discussione al Congresso nazionale.
Tale proposta dovrebbe congelare la spesa per la Sanità e l’Educazione per 20 anni, con ripercussioni sui lavoratori privati ma soprattutto del pubblico impiego. Se la legge venisse approvata, verrebbe a completarsi la riforma del sistema di previdenza sociale iniziata anni fa, e comporterebbe il blocco dei concorsi e delle assunzioni, oltre al blocco dell’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici. Con l’attuale inflazione mensile che supera l’8,5%, congelare la spesa, i salari e le pensioni significherebbe impoverire l’intera società brasiliana.
Il Forum, secondo le informazioni pervenute a Fides, ha scelto questo tema perché è quello più urgente da trattare secondo le 26 diocesi della Regione Sud 1, che hanno già confermato la loro partecipazione. I Vescovi Sua Ecc. Mons. João Inácio Müller, Vescovo di Lorena, Coordinatore del Forum, e Sua Ecc. Mons. Leonardo Steiner, Ausiliare di Brasilia, Segretario generale della CNBB, si sono offerti ha seguire personalmente i partecipanti.
Nel frattempo, alla fine del mese di settembre hanno scioperato e manifestato i principali settori sociali del paese: lavoratori dei trasporti, dell’educazione, della sanità e le maggiori organizzazioni sindacali. (CE) (Agenzia Fides, 05/10/2016)
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AMERICA/NICARAGUA - Preghiera e digiuno per il presente e il futuro del Nicaragua
 
Managua (Agenzia Fides) – Da domani, 6 ottobre, dietro invito della Conferenza Episcopale del Nicaragua, ogni parrocchia della nazione organizzerà una “Giornata di Preghiera e Digiuno per il presente e il futuro del Nicaragua”.
Il 6 novembre, 3,4 milioni di cittadini nicaraguensi saranno chiamati alle urne per eleggere il Presidente della Repubblica e 90 deputati dell’Assemblea Nazionale. La situazione nel Paese è ancora tesa a causa dalla terza candidatura consecutiva del Presidente Daniel Ortega, non prevista dalla Costituzione, e dalla discussione in corso sulla presenza di osservatori internazionali che garantiscano elezioni libere e trasparenti (vedi Fides 28/09/2016). I Vescovi Silvio José Báez (Ausiliare di Managua), Rolando Alvarez Lagos (Vescovo di Matagalpa) e Juan Abelardo Mata (Vescovo di Estelí) hanno già espresso, a titolo personale, la loro preoccupazione per il futuro della democrazia in Nicaragua (vedi Fides 18/08/2016).
"Vogliamo illuminare dalla nostra fede, come Pastori della Chiesa, questo momento storico. Invitiamo tutti i cittadini ad affrontare questo processo elettorale con decisione e ad agire secondo la propria coscienza, liberamente e senza timore di alcuna coercizione esterna" si legge nel comunicato del Vescovi pubblicato il 22 agosto e rilanciato in questi giorni. "In tempi di crisi e di tensione è facile cedere alla tentazione della violenza, ma questa non risolve mai i conflitti. Chiamiamo tutti i nicaraguensi ad agire pacificamente, nel rispetto delle legittime scelte di ogni persona e ad evitare tutto ciò che minaccia l'integrità fisica e morale degli altri. La pace è un dono di Dio, ma è anche il frutto della giustizia e dell’impegno umano" sottolineano i Vescovi.
(CE) (Agenzia Fides, 05/10/2016)
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AMERICA/PERU’ - Sette bambini su 10 vittime di abusi
 
Lima (Agenzia Fides) - Il 74% dei bambini e delle bambine e l’81% degli adolescenti in Perù subiscono maltrattamenti. E’ quanto emerso nel IV Incontro nazionale per la Prima Infanzia, in corso a Lima. In questa occasione il Ministero della donna e delle popolazioni vulnerabili del Perù ha lanciato una campagna che ha come motto: “Senza picchiare nè umiliare, è ora di cambiare”, per rendere consapevoli gli adulti, attraverso video, degli effetti dannosi che comporta il maltrattamento sulla salute emotiva e fisica dei minori. Secondo la Ricerca nazionale sulle relazioni sociali (ENARES), il 74% dei bambini e delle bambine tra i 9 e gli 11 anni, almeno una volta ha subito violenza fisica o psicologica da parte delle persone con le quali vive. Nel caso degli adolescenti, tra 12 e 17 anni, la percentuale arriva all’81%. Secondo la ENARES, 75 bambini su 100 sono stati vittime di violenza fisica o psicologica da parte di alunni della scuola che frequentano. Il 71,1% ha subito violenza psicologica, il 36,3% è stata vittima di maltrattamento fisico e psicologico e il 40,4% fisico. Inoltre, il 35% del gruppo nella fascia di età tra 12 e 17 anni almeno qualche volta nella vita è stato vittima di violenza sessuale.
(AP) (5/10/2016 Agenzia Fides)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

Tutto sull'arrivo del nuovo arcivescovo Mons. Riccardo Lamba

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