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mercoledì 20 luglio 2016

Bollettino agenzia Fides 20 luglio 2016

AFRICA/ANGOLA - La famiglia in Africa oggi e domani, alla luce del Vangelo
 
Luanda (Agenzia Fides) – Con una solenne concelebrazione eucaristica della parrocchia della Santa Famiglia a Luanda, capitale dell’Angola, ieri si è aperta ufficialmente la 17ma Assemblea Plenaria del SECAM/SCEAM (Symposium of Episcopal Conferences of Africa and Madagascar) sul tema “La famiglia in Africa, ieri, oggi e domani: alla luce del Vangelo”. La Messa, cui erano presenti i circa 150 partecipanti all’Assemblea, tra Cardinali, Vescovi, Segretari regionali e nazionali di Conferenze Episcopali africane, è stata presieduta dal Vescovo di Lubango, Sua Ecc. Mons. Gabriel Mblingue, Presidente della Conferenza Episcopale di Angola e Sao Tomé: per la prima volta dalla sua creazione, nel 1969, il SECAM tiene la sua Assemblea in Angola.
Durante i lavori, che si concluderanno con la Messa di domenica 24 luglio, i partecipanti analizzeranno attraverso seminari e tavole rotonde, una serie di temi legati alla realtà e al futuro delle famiglia africana, tenendo conto dei due recenti Sinodi sulla famiglia e della Esortazione Apostolica “Amoris laetitia”. Si parlerà quindi delle sfide poste oggi alla famiglia in Africa, di evangelizzazione della famiglia, di come l’influsso dei nuovi media e delle nuove ideologie sta cambiando la vita familiare nel continente. La riflessione dovrà portare ad individuare le soluzioni pastorali più adatte per rispondere alle sfide poste alla famiglia, che è il nucleo fondamentale della società. (SL) (Agenzia Fides 20/7/2016) 
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AFRICA/NIGERIA - Denutrizione acuta per 240 mila bambini per la crisi umanitaria causata da Boko Haram
 
Abuja (Agenzia Fides) – A causa dell’aggravarsi della situazione umanitaria, dovuta al conflitto con il gruppo jaidista Boko Haram, oltre 240 mila bambini soffrono di denutrizione acuta oltre ad un elevato rischio di morte nello Stato di Borno, nord est della Nigeria. Secondo le stime dell’Agenzia delle Nazioni Unite per l’infanzia, dei 244 mila bambini colpiti, quasi 50 mila potrebbero morire se non ricevono assistenza tempestiva. “In media moriranno 134 bambini al giorno per cause relazionate con la denutrizione acuta se la risposta non aumenta rapidamente”, si legge in una nota stampa del direttore regionale dell’Unicef per Africa Occidentale e Centrale pervenuta a Fides.
La crisi alimentare nella regione diventa sempre più evidente via via che le truppe della forza multinazionale stanno riguadagnando il controllo dei territori tenuti da Boko Haram e che diventano più accessibili agli aiuti umanitari. I luoghi che sono ora praticabili presentano un quadro desolante: città completamente distrutte che ospitano gli sfollati privi di adeguate condizioni igieniche, acqua o cibo. Le organizzazioni umanitarie purtroppo non hanno ancora accesso a quasi due milioni di persone che vivono in aree poco sicure. Nei sette anni del conflitto, Boko Haram ha causato la morte di più di 12 mila persone, secondo le stime del governo, anche se altre fonti ritengono che la cifra sia oltre il doppio, e costretto oltre 2,5 milioni di persone a fuggire dalle loro case. (AP) (20/7/2016 Agenzia Fides)
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ASIA/YEMEN - Foto del salesiano rapito sul suo account facebook; il Vescovo Hinder: “anch’io penso che sia vivo”
 
Aden (Agenzia Fides) - “Non abbiamo notizie ulteriori e oggi, con i mezzi tecnici a disposizione in questo campo, tutto è possibile. Ma la foto può essere autentica. C'è chi vi vede comunque la prova che padre Tom è ancora vivo. E anche io credo che sia vivo”. Cosi il Vescovo Paul Hinder OFMCap, Vicario apostolico per l'Arabia meridionale, commenta la pubblicazione della foto comparsa sull'account facebook di padre Tom Uzhunnalil, il sacerdote salesiano indiano rapito lo scorso 4 marzo ad Aden dal commando di terroristi che quel giorno assaltarono una casa di cura nella città yemenuta, trucidando quattro suore Missionarie della Carità, insieme ad altre 12 persone.
La foto, apparsa ieri sull'account facebook di padre Tom, ritrae un uomo dall'aria sofferta, con i capelli piuttosto lunghi, la barba incolta e le mani sul petto. Il messaggio in inglese che accompagna la foto annuncia l'imminente pubblicazione di una “supplica” del sacerdote rapito. Non viene segnalato chi abbia “postato” la foto e il messaggio. Secondo quanto riportato da media indiani, molti familiari di padre Tom, sotto la barba incolta e i capelli insolitamente lunghi, hanno riconosciuto nell'uomo ritratto nella foto i tratti somatici del sacerdote. “Per ora” riferisce all'Agenzia Fides il Vescovo Hinder “non ci sono elementi ulteriori per decifrare il senso e la provenienza di quella foto. Negli ultimi tempi, i tentativi di arrivare alla liberazine di padre Tom non avevano registrato sviluppi significativi”.
Lo scorso 4 marzo, i terroristi avevano portato via con loro padre Tom Uzhunnalil dopo aver compiuto la strage nella residenza per anziani e disabili affidati alle cure dele suore di Madre Teresa. A quasi un mese dal massacro e dal sequestro, erano circolate nella rete web indiscrezioni che accreditavano senza alcun riscontro l'uccisione per crocifissione del sacerdote nella giornata del Venerdì Santo (25 marzo). Nei giorni seguenti, lo stesso Vescovo Hinder aveva parlato di “forti indicazioni” che facevano ritenere il sacerdote ancora in vita e nelle mani dei suoi rapitori. Poi, martedì 29 marzo, la Congregazione salesiana, in un comunicato ufficiale, aveva indicato nel governo indiano, nel Vicariato apostolico per lArabia meridionale e nell'ispettore salesiano di Bangalore, le fonti affidabili a cui riferirsi per seguire eventuali sviluppi della vicenda di padre Tom. (GV) (Agenzia Fides 20/7/2016).
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ASIA/TERRA SANTA - L'Ordine del Santo Sepolcro inaugura il suo nuovo sito Web
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Le iniziative e i progetti realizzati e sostenuti soprattutto in Terra Santa dall'Ordine equestre del Santo Sepolcro avranno d'ora in poi un nuovo strumento per essere conosciuti in tutto il mondo: si tratta del nuovo sito Web internazionale dell'Ordine equestre www.oessh.va, inaugurato nei giorni scorsi dal Card. Edwin O'Brien, Gran Maestro dell'Ordine del Santo Sepolcro Già accessibile in cinque lingue, il nuovo Sito è stato progettato dal Dipartimento Comunicazione dell'Ordine, in collaborazione con la Segreteria delle comunicazioni della Santa Sede. Il nuovo website – riferisce sui media del Patriarcato latino di Gerusalemme Francois Wayne, Direttore del servizio comunicazione dell'Ordine – servirà in primis agli stessi membri – 30mila Cavalieri e Dame, sparsi in tutto il mondo – per seguire le informaizoni provenienti dalla Terra Santa, in particolare quelle relative alla vita del Patriarcato latino e della Custodia francescana.
Ma “tutti coloro che sono interessati alla Terra Santa” aggiunge Wayne “possono trovare in questo sito stimoli e incoraggiamento per continuare ad aiutare le comunità cristiane che vivono nelle terre bibliche, dentro una prospettiva di dialogo e in una dinamica di fraternità universale”.
Oggi – sottolinea ancora Wayne - “i Cavalieri e le Dame del Santo Sepolcro, sempre più numerosi, sono uomini e donne impegnati nelle loro diocesi, per lo più laici, che cercano di vivere il loro Battesimo alla luce della spiritualità della tomba vuota, a testimoniare la potenza della risurrezione di Cristo dedicando le proprie energie a sostenere le "pietre vive" della Chiesa Madre in Terra Santa”. Tra i modelli di santità a cui si ispirano c'è il Beato Bartolo Longo, apostolo del Rosario e membro laico dell'Ordine, che presso le rovine di Pompei “ha costruito un luogo di preghiera e opere sociali, fonte di speranza per milioni di pellegrini”. Proprio al Santuario della Madonna di Pompei i membri dell'Ordine si recheranno a ottobre in un pellegrinaggio giubilare, nel contesto dell'Anno Santo della Misericordia. (GV) (Agenzia Fides 20/7/2016).
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AMERICA/COLOMBIA - Costruire la pace anche attraverso le onde radio
 
Bogotà (Agenzia Fides) – Per giungere al perdono, alla riconciliazione e alla pace tra i colombiani è necessario prima di tutto conoscere le radici e i motivi del conflitto armato vissuto dal paese. In questo processo è fondamentale il ruolo e l’identità dei comunicatori sociali per costruire scenari di pace il Colombia. E’ quanto si propone il secondo corso virtuale promosso dal Dipartimento delle comunicazioni della Conferenza Episcopale Colombiana, che avrà inizio il 22 agosto, sul tema “Verso un linguaggio di perdono, riconciliazione e pace”.
Secondo le indicazioni diffuse dalla Conferenza Episcopale, pervenute a Fides, il corso virtuale è rivolto a direttori, produttori, conduttori e animatori dei programmi radiofonici delle emittenti comunitarie, e vuole essere un ulteriore contributo della Chiesa cattolica alla pacificazione del paese, che nel post conflitto richiede l’impegno e l’aiuto di tutte le forze vive che lo compongono.
Il programma prevede 80 ore di formazione in due sessioni di lavoro (“Conosciamo la pace” e “Costruiamo la pace”), precedute da una settimana introduttiva, e la stesura di un progetto finale, facendo esperienza della trasmissione di messaggi sul tema della pace e della ideazione di programmi radiofonici. (SL) (Agenzia Fides 20/7/2016)
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AMERICA/HONDURAS - Educare i bambini ai valori morali attraverso la musica
 
El Progreso (Agenzia Fides) - Con il proposito di avvicinare alla musica i minori ed educarli ai valori umanitari come il rispetto, la tolleranza e la pace, è stato appena lanciato a El Progreso, dipartimento honduregno di Yoro, il progetto denominato “Alla scoperta delle mia abilità artistiche”. L’iniziativa è stata realizzata attraverso il Programma Municipale per Infanzia, Adolescenza e Gioventù (Pmiaj-Comvida), e consiste in un corso intensivo di musica che include lezioni di pianoforte, chitarra e flauto, nonchè colloqui sul rafforzamento della leadership. Le lezioni sono gratuite e attualmente ne beneficiano 420 bambini di diverse scuole ufficiali.
(AP) (20/7/2016 Agenzia Fides)

lunedì 2 maggio 2016

Bollettino Agenzia Fides del 2 maggio 2016

AFRICA/NIGERIA - “Un massacro annunciato; dove sono le forze di sicurezza?” si chiede il Vescovo di Nsukka dopo la strage del 25 aprile
 
Abuja (Agenzia Fides) - “L'aspetto più doloroso della strage di Nimbo è che è stata annunciata, prevista ed eseguita senza inibizioni, in pieno giorno” afferma Sua Ecc. Mons. Godfrey Igwebuike Onah, Vescovo di Nsukka, nello Stato di Enugu, nel sud-est della Nigeria, in una dichiarazione all’indomani del massacro di almeno una ventina di persone avvenuto nelle prime ore del 25 aprile, nella località di Nimbo nella Uzo-Uwani Local Government Area.
“Ancora?” è la domanda che il Vescovo, nel documento inviato all’Agenzia Fides, riporta ricordando che “si sentono storie simili negli ultimi tempi in diverse parti del Paese, inclusa Abbi, un’altra comunità nella nostra diocesi, anche questa nella Uzo-Uwani Local Government Area”.
Il Vescovo denuncia le carenze della forze di sicurezza che avrebbero facilitato gli attaccanti: “sembra che il governo dello Stato avesse fatto dei tentativi per garantire la sicurezza nella zona prima dell'incidente. Ma ciò che coloro che hanno perso i loro cari (soprattutto i bambini che ora devono affrontare un futuro incerto, perché i loro padri sono state insensatamente uccisi) e tutti noi vogliamo sapere è il motivo per cui le forze di sicurezza hanno effettuato una “ritirata tattica” poco prima l'attacco e il motivo per cui, quando queste sono tornate sul luogo del massacro, non c’è stato alcun tentativo di perseguire e arrestarne gli autori”.
Il massacro è attributo a pastori Fulani: un gruppo di loro avrebbe assalito il 28 aprile, in un’altra località della Nigeria, nello Stato di Edo, l’automobile del Card. John Olorunfemi Onaiyekan, Arcivescovo di Abuja. Secondo Mons. Onah gli assalitori, oltre ad uccidere indiscriminatamente gli abitanti di Nimbo, hanno preso particolarmente di mira le abitazioni dei sacerdoti cristiani, sia quella del pastore protestante (che è stata bruciata) sia quella del parroco cattolico. In quest’ultimo caso solo la mancanza di liquido infiammabile ha impedito al gruppo armato di incendiarla.
Il Vescovo riporta le inquietudini della popolazione locale che si chiede se il gruppo che ha commesso queste atrocità sia costituito solo da pastori Fulani oppure “se Boko Haram è stato effettivamente indebolito, come asserisce il governo di Abuja, o invece si è semplicemente spostato dal nord est-al sud-est”. (L.M.) (Agenzia Fides 2/5/2016)
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AFRICA/NIGERIA - Boko Haram si sta spostando verso sud seguendo il movimento dei pastori Fulani?
 
Abuja (Agenzia Fides) - “I cambiamenti climatici stanno spingendo i pastori Fulani dal nord della Nigeria al sud, ma in questo movimento di popolazione si teme che si siano infilati i combattenti di Boko Haram in fuga dalle stesse aree dalle operazioni dell’esercito” dice all’Agenzia Fides p. Patrick Tor Alumuku, direttore dell’ufficio per le comunicazioni sociali dell’Arcidiocesi di Abuja.
“La questione dei pastori Fulani è una cosa molto seria” dice p. Patrick dopo l’assalto al villaggio di Nimbo (nello Stato di Enugu) del 25 aprile, con la morte di almeno 20 persone, e dell’agguato all’automobile del Card. John Olorunfemi Onaiyekan, Arcivescovo di Abuja, perpetrato il 28 aprile, nello Stato di Edo.
“Le due località sono distanti più di 200 km l’una dall’altra, ma sono sempre nel sud-est della Nigeria” rimarca p. Patrick, facendo capire l’estensione dell’instabilità associata al movimento dei Fulani.
“Il Sahara sta avanzando nel nord della Nigeria, e quest’anno è stato particolarmente duro per i pastori Fulani che stanno scendendo con decine di migliaia di bovini verso sud alla ricerca di acqua e pascoli” dice il sacerdote. “Questo sta alimentando forti tensioni con i contadini nel centro e nel sud del Paese. I Fulani sono armati per difendere le proprie mandrie dai furti di bestiame. Ma i massacri a loro attribuiti negli ultimi tempi nel sud della Nigeria appaiono essere opera di altri gruppi che si nascondano dietro questo movimento di massa di pastori”. “Sempre più nigeriani affermano che i massacri sono compiuti da membri di Boko Haram che si stanno spostando nel sud della Nigeria” conclude il sacerdote. (L.M.) (Agenzia Fides 2/5/2016)
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ASIA/SIRIA - I Vescovi cattolici di Aleppo: partecipiamo alla Passione di Cristo, le nostre sofferenze non saranno vane
 
Aleppo (Agenzia Fides) – “Noi siamo figli della Risurrezione, figli della Speranza, e crediamo fermamente che queste sofferenze non andranno a vuoto: sull'esempio dei Santi e dei Martiri, le uniamo con la Passione di Cristo, perché diventino sofferenze santificate e santificanti, per la pace in Siria e la salvezza della nostra città”. Così i Vescovi cattolici di Aleppo, in un messaggio rivolto innanzitutto ai propri fedeli, offrono parole di consolazione e speranza agli abitanti della città-martire siriana, di nuovo stravolta dal riacutizzarsi del conflitto che dopo poche settimane di tregua è tornato a infierire sulla popolazione civile, sia nei quartieri controllati dal governo che in quelli dove sono insediate le milizie ribelli, con lanci di artiglieria e bombardamente che hanno colpito anche un ospedale gestito da Medici senza Frontiere.
In un messaggio, pervenuto all'Agenzia Fides, i Vescovi cattolici di Aleppo rivolgono il loro grido “alle coscienze di chi progetta e chi esegue questa guerra”, implorando ad alta voce “Basta!” per “amor di Dio” e “per misericordia degli uomini”, per “il grido del sangue dei bambini e dei martiri che sale a Dio” e “per le lacrime delle madri in lutto”.
Nel delirio di morte e violenza che sommerge Aleppo, i Vescovi cattolici esprimono finalmente uno sguardo cristiano alle sofferenze dei propri fratelli nella fede e di tutti i propri concittadini, lontano dalle pose interessate di chi usa anche le sofferenze dei cristiani come armamentario strumentale per battaglie ideologiche, o come pretesto di mobilitazioni e campagne impostate in chiave cultural-politica.
I Vescovi di Aleppo invitano tutti a non lasciarsi “vincere dalla tristezza e dalla disperazione”, e suggeriscono che proprio nella loro misteriosa partecipazione alla passione di Cristo le sofferenze dei cristiani di Aleppo fanno percepire a tutto il mondo qualcosa di come accade nella storia il mistero della salvezza annunciata dal Vangelo. “Questo” riferiscono i Vescovi nel loro comunicato “è il significato più importante della nostra rimanenza in Aleppo”. In questo orizzonte, i Pastori cattolici della città martire siriana rinnovano la consacrazione di Aleppo al Cuore Immacolato di Maria, a colei “che nelle sue apparizioni a Fatima aveva chiesto la consacrazione del mondo al suo Cuore Immacolato per ottenere la pace”. In particolare, nel mese di maggio dedicato a Maria, i Vescovi chiedono ai cattolici di offrire “preghiere, e specialmente il Rosario, nelle nostre chiese per questa intenzione: convertìti a Dio, e supplicando l'intercessione di Ma ria Vergine, Regina della pace, mettiamo il nostro Paese, la Siria e la nostra città di Aleppo sotto la Sua protezione”.
Dell'assemblea dei Vescovi cattolici di Alepo fanno parte l'Arcivescovo siro cattolico Denys Antoine Chahda. l'Arcivescovo greco melchita Jean Clément Jeanbart, l'Arcivescovo maronita Joseph Tobji, l'arcivescovo armeno cattolico Boutros Marayati e il Vescovo caldeo Antoine Audo, insieme al francescano Georges Abou Khazen OFM, Vicario apostolico per i cattolici di rito latino. (GV) (Agenzia Fides 2/5/2016).
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ASIA/PALESTINA - Il Presidente Abu Mazen: abbiamo la missione e il dovere di proteggere la presenza dei cristiani in Medio Oriente
 
Ramallah (Agenzia Fides) - La tutela della presenza cristiana in Palestina e in tutto l'Oriente “è per noi un compito e una missione”: così il Presidente palestinese Abu Mazen ha ribadito il proprio impegno a far tutto il possibile per onorare tale dovere, a vantaggio dell'unità e del bene comune di tutto il popolo palestinese. Il Capo di Stato arabo ha confermato il suo impegno nel messaggio rivolto ai cristiani in occasione della Pasqua, celebrata ieri dalla Chiese che seguono il Calendario giuliano, vissuta in Palestina come festività nazionale.
“Non è un segreto” si legge nel testo diffuso dal leader palestinese “che il destino dei cristiani in Medio Oriente è carico di insidie”, in una spirale che mette a rischio la convivenza, il pluralismo e la libertà religiosa. Per questo – ha rimarcato Abu Mazen – occorre ccontrastare in ogni modo tutti i tentativi volti a indebolire la presenza dei cristiani autoctoni in Terra Santa.
Nel messaggio pasquale, il Presidente palestinese ha voluto sottolineare che la permanenza di una comunità cristiana araba a Gerusalemme è percepita come una ricchezza e un aiuto a vivere in pienezza il pellegrinaggio ai Luoghi Santi anche dai cristiani provenienti da ogni parte del mondo, che visitano la Terra Santa soprattutto in occasione delle solennità liturgiche.
Nel testo presidenziale, tra le novità positive registrate negli ultimi tempi riguardo alla presenza cristiana in Terra Santa, il Presidente palestinese ha ricordato l'accordo globale tra la Santa Sede e lo Stato palestinese, firmato il 26 giugno 2015 e entrato in vigore all'inizio del 2016. (GV) (Agenzia Fides 2/5/2016).
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ASIA/PAKISTAN - Pastorale giovanile con le opere di misericordia
 
Lahore (Agenzia Fides) - “I giovani hanno bisogno di essere coinvolti, di sperimentare la misericordia e di donare la misericordia. Così il Giubileo ha un senso per loro”: lo dice all'Agenzia Fides P. Jahanzeb Iqbal, sacerdote di Lahore, parroco di St. Antony e Direttore del Servizio di Pastorale giovanile dell'arcidiocesi. Con questo spirito e questa certezza p. Iqbal promuove, durante l'intero anno giubilare, uno speciale programma di iniziative in cui “i giovani cattolici praticano le opere di misericordia”. Per iniziativa di p. Iqbal, i giovani si recano regolarmente negli ospedali o nei quartieri più poveri a visitare le famiglie, si impegnano nel servizio della carità che prepara e distribuisce cibo a emarginati, mendicanti, senza tetto della città. “Si va a celebrare la santa Messa e a portare gioia nelle comunità emarginate, e i giovani si intrattengono con i bambini delle famiglie svantaggiate” racconta a Fides il sacerdote. “Questa è una palestra di misericordia che segna la loro vita e la loro esperienza e che rende la misericordia non una parola astratta, ma estremamente concreta: è la vicinanza a ogni essere umano che soffre” prosegue.
I giovani cattolici di Lahore che, nel complesso, sono oltre 50mila, provenienti dalle 26 parrocchie dell'arcidiocesi, hanno accolto con entusiasmo queste iniziative. P.Iqbal sta organizzando anche il viaggio che porterà una delegazione di giovani pakistani alla GMG di Cracovia, evento che i giovani vedono con grande attesa.
“La priorità per i giovani cattolici pakistani è sicuramente l'istruzione, soprattutto quella molto qualificata, dato che, terminata la scuola superiore, ben pochi di loro riescono a sostenere i costi di iscrizione all'università, vista l'impossibilità delle loro famiglie” spiega. Inoltre, e conclude, si opera per il dialogo e la pace, per formare cittadini consapevoli, pronti a costruire legami di armonia e riconciliazione nella società, soprattutto con i giovani musulmani. (PA) (Agenzia Fides 2/5/2016) 
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ASIA/CAMBOGIA - Formazione per i bambini su vulnerabilità e discriminazione
 
Phnom Penh (Agenzia Fides) - Una sessione di formazione e rafforzamento degli studenti, dedicata al tema del supporto ai bambini più vulnerabili e discriminati, è stata tenuta di recente nelle scuole di Oh Cham Na (centro KSO), all’interno di una comunità agricola, e di Andoumg Thmor (centro KSR). Promotore dell’iniziativa lo staff della onlus CCS in Cambogia. Lavagne piene di foglietti colorati con la definizione, in lingua khmer, che ciascuno studente ha ritenuto più valida per i concetti di vulnerabilità e discriminazione. Alla giornata hanno partecipato in totale 71 persone: 39 alunni, 29 maestri e tre rappresentanti delle autorità locali dell’educazione. I concetti sono stati discussi insieme ai ragazzi e tutti sono stati invitati a condividere con il resto del gruppo la propria idea di vulnerabilità e discriminazione. I ragazzi si sono soffermati in particolare su due temi: come identificare i bambini vulnerabili all’interno della loro scuola, sulla base di quali segnali di disagio, e come aiutarli concretamente. (AP) (2/5/2016 Agenzia Fides)
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AMERICA/NICARAGUA - “Il Nicaragua non è in guerra! Comprare carri armati è contrario alla nostra realtà” afferma Mons. Alvarez Lagos
 
Matagalpa (Agenzia Fides) – "Il Nicaragua non è in guerra, il Nicaragua non vuole la guerra, il Nicaragua non ha bisogno di guerra, né di armi da combattimento pesanti" ha detto il Vescovo di Matagalpa, Sua Ecc. Mons. Rolando José Álvarez Lagos, criticando l'acquisto annunciato di carri armati da parte del governo di Daniel Ortega, iniziativa che ha descritto "contraria alla realtà nazionale". Mons. Alvarez ha parlato su questo tema dopo la Messa in onore di San Giuseppe Artigiano, patrono della parrocchia che porta il nome del santo nel comune di El Tuma-La Dalia, a Matagalpa, celebrata ieri, 1 maggio.
"Riconosciamo la partecipazione dell'esercito del Nicaragua al lavoro umanitario, come il fatto di proteggere la produzione agricola, l'allevamento del bestiame e perfino di portare l'assistenza medica alla popolazione; ma la militarizzazione di alcune comunità rurali ha provocato paura e panico tra la popolazione rurale, ecco perché l'acquisto annunciato di carri armati è totalmente contrario alla realtà nazionale" ha detto il Vescovo nella nota inviata a Fides da una fonte locale. Secondo Mons. Alvarez la spesa per l'acquisto di carri armati "potrebbe servire per costruire ospedali, scuole, strade, incoraggiare gli investimenti e l'occupazione. Questo acquisto, di conseguenza, è obsoleto e fuori contesto della realtà nicaraguense" ha concluso.
Dai dati della stampa locale si apprende che il Nicaragua vuole acquistare 50 carri armati T-72 e 62 carri armati T-55, facendo diventare l'esercito nicaraguense la potenza militare di terra più grande del centro america.
(CE) (Agenzia Fides, 02/05/2016)
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AMERICA/COLOMBIA - “Accompagnare il dialogo con l’ELN”: la Chiesa per la pace e per il rilascio dei sequestrati
 
Rionegro (Agenzia Fides) – "Ci è arrivata la richiesta non di essere garanti, ma di accompagnare, quindi saremo presenti per moderare i colloqui, si spera che questo possa servire a renderli più efficaci e ci porti velocemente verso la pace": così Sua Ecc. Mons. Luis Augusto Castro Quiroga, IMC, Arcivescovo di Tunja e Presidente della Conferenza Episcopale, ha commentato la richiesta pervenuta alla Chiesa colombiana da parte dell’ELN.
Secondo le informazioni pervenute a Fides, l’Arcivescovo si è espresso la fine del suo intervento al forum sul Post Conflitto “Impactos Sociales y Empresariales”, svoltosi a Rionegro alla fine della settimana scorsa, al quale hanno partecipato diverse autorità del governo locale e nazionale, oltre ad alcuni diplomatici dei paesi che si sono offerti come mediatori per la pace fra i gruppi di guerriglia e il governo colombiano.
Mons. Castro Quiroga ha lanciato anche un appello all’ELN per "liberare tutti gli ostaggi e non chiedere neanche un centesimo", ricordando che è una delle condizioni del governo per avviare i colloqui con l’ELN. Purtroppo ieri l’ELN ha affermato di non tenere sotto sequestro Melisa Trillos né il dirigente contadino Henry Perez, e ciò ha causato ulteriore preoccupazione nelle rispettive famiglie, che non hanno informazioni sul loro stato di salute ed ora nemmeno sul gruppo rapitore.
In seguito a questo aggiornamento, Sua Ecc. Mons. Gabriel Angel Villa Vahos, Vescovo di Ocaña, ieri ha chiesto pubblicamente il rilascio di Melisa Trillos, rapita due settimane fa. Il Vescovo ha chiesto ai rapitori di dare prove certe che Melisa è viva e di rispettare la sua vita, perché possa tornare presto in famiglia.
(CE) (Agenzia Fides, 02/05/2016)
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AMERICA/COLOMBIA - Lezioni nella lingua nativa per un gruppo d bambini indigeni di Medellín
 
Medellín (Agenzia Fides) – Grazie ad un programma di inclusione offerto dal Comune di Medellín nel quartiere di Niquitao, zona dove molti minori vivono in condizioni precarie, 77 bambini indigeni della comunità Embera potranno frequentare le lezioni scolastiche nella loro lingua nativa. Il programma, organizzato con maestri della stessa etnia, si propone di insegnare a leggere e scrivere. Per quelli che già sono in grado di farlo è previsto anche un avanzamento in altre materie di apprendimento. (AP) (2/5/2016 Agenzia Fides)

lunedì 6 luglio 2015

Bollettino di lunedi 6 luglio 2015

AFRICA/BURUNDI - Spaccature nel partito presidenziale e nell’esercito sul terzo mandato di Nkurunziza
Bujumbura (Agenzia Fides) - Il Burundi appare sempre più diviso, visto che appaiono spaccature anche all’interno del partito presidenziale CNDD-FDD. “Il Presidente dell’Assemblea, Pie Ntavyohanyuma, e il Vice Presidente, Gervais Rufyikiri, entrambi del CNDD-FDD, e rifugiatisi all’estero hanno scritto una lettera alla Comunità dell’Africa dell’Est (EAC), nella quale respingono l’ipotesi di un terzo mandato per il Presidente Pierre Nkurunziza” dicono all’Agenzia Fides fonti locali da Bujumbura, che per sicurezza chiedono l’anonimato.
L’EAC ha tenuto un vertice dedicato alla crisi in Burundi che è stato però disertato da Nkurunziza.
“La situazione è calma, ma si avverte la tensione mentre si avvicina la data delle elezioni presidenziali del 15 luglio” proseguono le nostre fonti.
Le elezioni locali e legislative del 29 giugno, boicottate dall’opposizione (vedi Fides 26/6/2015 e 1/7/2015) sono state dichiarate dall’Onu viziate da intimidazioni e violenze. “La milizia legata al partito al potere intimidiva gli elettori perché andassero a votare nonostante gli appelli dell’opposizione a boicottare il voto” confermano le nostre fonti. “Comunque molti elettori non hanno votato e diversi tra chi lo ha fatto, nel segreto dell’urna hanno votato contro il partito al potere”. Tra le persone minacciate di morte e costrette a fuggire all’estero ci sono anche quattro sacerdoti cattolici.
“Le divisioni attraversano anche esercito e polizia. I militari contrari al terzo mandato del Presidente uscente sono l’80% mentre tra i poliziotti questa percentuale scende al 60%. Purtroppo sembra esserci la volontà di risolvere la crisi con la violenza, come minacciato dagli ex golpisti (protagonisti del fallito golpe di maggio, vedi Fides 15/5/2015) che hanno annunciato che se Nkurunziza non se ne va spontaneamente, lo cacceranno manu militari” concludono le fonti. (L.M.) (Agenzia Fides 6/7/2015)
AFRICA/NIGERIA - Nuovi attentati di Boko Haram: presi di mira una moschea e una chiesa protestante
Abuja (Agenzia Fides) – E’ almeno di 44 morti e 48 feriti il bilancio provvisorio del duplice attentato perpetrato domenica 5 luglio a Jos, capitale dello Stato di Plateau (nella Nigeria centro-settentrionale), attribuito a Boko Haram La prima esplosione è avvenuta alle nove e un quarto di sera nei pressi della locale università. La seconda poco dopo, nei pressi della moschea nel quartiere di Yantaya, dove predica l’Imam Sani Yahaya Jingir, da tempo schierato contro il gruppo islamista.
Poche ore prima a Potiskum, importate città commerciale nello Stato di Yobe, un attentatore suicida si era fatto esplodere nella Redeemed Christian Church of God, uccidendo 5 fedeli. (L.M.) (Agenzia Fides 6/7/2015)
AFRICA/EGITTO - La chiesa copta dei santi Antonio e Paolo distribuisce viveri ai poveri musulmani per il Ramadan
Il Cairo (Agenzia Fides) – La chiesa copta ortodossa dei Santi Antonio e Paolo, nel distretto egiziano di Nasser (provincia di Beni Suef) sta curando la distribuzione settimanale di pacchi viveri a centinaia di famiglie povere musulmane in occasione del Ramadan, il mese sacro dei musulmani particolarmente connotato dalla pratica del digiuno unito alla preghiera. Lo riferiscono fonti copte consultate dall'Agenzia Fides. I pacchi viveri offerti dalla parrocchia copta vengono distribuiti in collaborazione con la locale moschea, e la sinergia tra imam, monaci e sacerdoti e cristiani laici contribuisce a rafforzare i legami di familiarità e solidarietà che rappresentano un antidoto efficace alla predicazione settaria e alle manovre dei gruppi integralisti.
La scelta di distribuire in maniera mirata beni di prima necessità ai musulmani più poveri segna un cambiamento rispetto al passato, quando durante il Ramadan le comunità cristiane organizzavano cene e momenti conviviali da condividere con i musulmani alla fine del digiuno quotidiano.
“In realtà - spiega all'Agenzia Fides Anba Antonios Aziz Mina, Vescovo copto cattolico di Guizeh - quei banchetti serali negli ultimi tempi si erano trasformati in momenti troppo formali, e cominciava a calare la partecipazione. Così molte comunità cristiane hanno avuto la felice idea di utilizzare i fondi prima destinati a tali cene per interventi a favore dei musulmani poveri. Una scelta che mi sembra molto appropriata, anche alla luce della crisi economica che colpisce fasce sempre più ampie della popolazione, in maniera feroce”. (GV) (Agenzia Fides 6/7/2015).
AFRICA/NIGER - Il noma colpisce gravemente i bambini più poveri e malnutriti
Niamey (Agenzia Fides) – La malnutrizione severa in Niger continua a spianare la strada ad una malattia generata da mancanza di igiene, fame e povertà. Si tratta del noma, che provoca la distruzione dei tessuti ossei e molli del viso. Attualmente colpisce soprattutto i bambini della fascia di età tra 2 e 6 anni che vivono nelle regioni più povere del mondo. “E’ una malattia che si sviluppa in maniera molto rapida”, si legge in una nota della Fondazione caritativa svizzera Sentinelles impegnata in Niger. La necrosi si sviluppa in 72 ore. Secondo le Nazioni Unite, la malnutrizione in Niger è in gran parte causata dalla mancanza di nutrienti essenziali per i bambini, che indebolisce il loro sistema immunitario contro malattie comuni. La malnutrizione causa ogni anno nel Paese la morte di 4/6 mila bambini. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, molti Paesi africani e sudamericani contano casi di infezione, ma il Niger conta gran parte delle 140/180 mila vittime c he si registrano ogni anno in tutto il mondo. (AP) (6/7/2015 Agenzia Fides)
ASIA/LIBANO - Il Patriarca maronita: la tempesta passerà, e i cristiani rimarranno in Medio Oriente
Beirut (Agenzia Fides) - I cristiani del Medio Oriente non fuggiranno dalla loro terra, che è la terra in cui è nato Gesù, se davvero avranno il dono di veder custodita la propria fede come esperienza dell'amore di Cristo. Ne è convinto il Patriarca maronita Boutros Bechara Rai, che ha espresso tale fiduciosa speranza durante la Messa celebrata ieri davanti ai ragazzi e alle ragazze del primo Global Forum della Gioventù maronita, il meeting di giovani provenienti soprattutto dalle comunità maronite sparse nel mondo, venuti in Libano per prendere parte ad una serie di incontri, conferenze e iniziative sociali e culturali.
Anche nella precedente giornata di sabato 4 luglio, il Primate della Chiesa maronita aveva espresso parole di incoraggiamento sul futuro dei cristiani mediorientali durante la sua visita alle chiese e ai monasteri del distretto di Matn. “Non c'è da aver paura. La tempesta passerà” ha dichiarato in quell'occasione il Card. Rai, aggiungendo che “l'importante è rimanere radicati nella fede e non arrendersi”. Nella stessa giornata, il Patriarca maronita ha visitato anche il campo profughi palestinese di Dbayeh, criticando in tale circostanza l'immobilismo della comunità internazionale davanti alla tragedia dei rifugiati palestinesi che da tre generazioni vivono nei campi profughi sparsi in Libano, spesso in condizioni disumane. (GV) (Agenzia Fides 6/7/2015).
ASIA/NEPAL - Terremoto: l’aiuto delle congregazioni religiose
Kathmandu (Agenzia Fides) – E’ un forte impegno quello messo in campo dalle congregazioni religiose presenti in Nepal in favore delle vittime del sisma del 25 aprile. Come riferisce una nota inviata a Fides dal Vicariato Apostolico del Nepal, tra gli ordini più attivi c'è la “Congregazione delle Suore di Gesù” che a Gorkha e Kathmandu hanno aperto le loro strutture e le scuole mettendole a disposizione degli sfollati. Inoltre, nell'ambito delle operazioni di soccorso, la Scuola di Santa Maria a Kathmandu tramite l'aiuto di genitori, studenti, ex studenti e personale, ha organizzato gli aiuti per sei villaggi più colpiti intorno alla valle di Kathmandu, fornendo beni di prima necessità.
Anche i Gesuiti del “Nepal Jesuit Social Institute” (NJSI) hanno organizzato campi medici e distribuito materiali di soccorso nelle aree più colpite, avviando progetti di riabilitazione e ricostruzione. L'Istituto ha avviato l’ “Earthquake Relief and Rehabilitation Programm Nepal” per servire i sopravvissuti al terremoto e rafforzare la speranza tra loro. In particolare il NJSI ha fornito a 23 scuole materiali didattici, mobili, articoli di cancelleria, libri, per oltre 2.200 studenti, operando nei nove distretti maggiormente colpiti dal sisma, dove ha sostenuto più di 6.827 famiglie, per un complesso di oltre 30.000 persone. Altro settore di impegno del gesuiti è quello dell’agricoltura: si aiutano i contadini fornendo sementi e utensili.
Tra le atre congregazioni impegnate sul terreno, c’è anche la “Congregazione dei Padri di S. Teresa” (o “Little Flower Society”) che si è concentrata soprattutto sull’aiutare la popolazione indigena dei chepang. Una speciale Commissione per la riabilitazione ha preparato un programma di soccorso, mentre religiosi e volontari della congregazione lavorano instancabilmente nella solidarietà, anche grazie alla partnership con l'arcidiocesi di Mumbai, in India. Finora hanno aiutato oltre 2.100 famiglie indigene. (PA) (Agenzia Fides 6/7/2015)
ASIA/CAMBOGIA - Un nuovo sacerdote nella Chiesa di Phnom Penh: fioriscono le vocazioni
Phnom Penh (Agenzia Fides) – La Chiesa di Phnom Penh ha accolto un nuovo sacerdote diocesano, padre Pierre Sok Na. Come riferisce a Fides il Vicario apostolico, Sua Ecc. Mons. Olivier Schmitthaeusler, MEP, il nuovo prete opererà nell’area sud di Phnom Penh. “Rendiamo grazie a Dio per questo dono e chiediamo al Signore di riempire col suo amore il suo ministero di servizio e di amore per i fedeli, ma anche per tutti coloro che cercano la luce, la pace e la misericordia nelle loro vite spezzate” dice a Fides il Vicario Apostolico.
Il nuovo sacerdote è stato ordinato il 27 giugno. I fedeli del Vicariato si sono riuniti per una speciale “notte di preghiera per le vocazioni”. “Certamente il Signore ascolta la preghiera di coloro che implorano” nota mons. Schmitthaeusler.
Il Vicariato di Phnom Penh ha ordinato, a partire dal 2001, tre sacerdoti cambogiani. E le vocazioni non mancano. “A settembre 2015 avremo tre seminaristi al secondo anno e due al terzo anno” ricorda. La formazione dei seminaristi è distribuita su un ciclo di sei anni ed è garantita in lingua cambogiana da numerosi sacerdoti missionari: “Costoro si rendono disponibili per questo servizio di vitale importanza per la costruzione della Chiesa locale” prosegue il Vicario.
“Non va dimenticata la nostra Scuola di formazione per i laici – aggiunge – dove 50 adulti battezzati vengono a formarsi su teologia, spiritualità, storia, Bibbia, etica e dottrina sociale per rafforzare la loro fede. Questa è la nostra Chiesa che getta un seme per il suo futuro”.
Inoltre nei mesi di luglio e agosto i giovani cattolici parteciperanno alla Giornata della Gioventù organizzata dalla Conferenza Episcopale di Laos e Cambogia dal 10 al 16 agosto in Cambogia, mentre dal 20 al 23 agosto a Sihanoukville si terrà un campo per i giovani dedicato al tema della vocazione. (PA) (Agenzia Fides 6/7/2015)
AMERICA/ECUADOR - Ben preparati sul tema della famiglia, 10 mila da Santo Domingo a Quito per la Messa del Papa
Santo Domingo en Ecuador (Agenzia Fides) – “Assistere significa essere benedetti e partecipare alla storia della misericordia che il mondo vive con Papa Francesco” afferma Martha Lopez, membro del movimento Juan XXIII, che sarà presente alla Santa Messa che Papa Francesco celebrerà martedì 7 luglio, a Quito, con altri diecimila pellegrini della diocesi di Santo Domingo en Ecuador. Questi gruppi per raggiungere Quito dovranno percorrere circa 180 km di terreno accidentato e collegamenti precari.
Dalle fonti di Fides in Ecuador si apprende che la Conferenza Episcopale ha preparato e distribuito ai pellegrini uno zaino con una t-shirt, una sciarpa, un bracciale, un rosario, piccoli depliant con delle preghiere e una edizione dei quattro Vangeli. Secondo sua Ecc. Mons. Bertram Wick, Vescovo di Santo Domingo en Ecuador, il gruppo dei fedeli che partiranno per Quito dovrà leggere come preparazione all’evento il “messaggio sulla famiglia” suggerito dalla diocesi, che sarà sicuramente tra i temi di cui parlerà Papa Francesco.
"Riteniamo che la famiglia si trovi in un vortice di forze che cercano di disgregarla, con situazioni e problemi, come la migrazione e altri fattori, che la ostacolano nella realizzazione di quello che deve essere" ha commentato il Vescovo.
Fra le note della visita del Papa in Ecuador, per la prima volta nella storia dell’Ecuador un evento di quella nazione viene trasmesso in diretta tv da 200 reti televisive di tutto il mondo.
(CE) (Agenzia Fides, 06/07/2015)
AMERICA/HONDURAS - Ancora manifestazioni contro la corruzione, mentre altri scandali vengono alla luce
Tegucigalpa (Agenzia Fides) – "La Conferenza Episcopale, rappresentando il popolo cattolico pellegrino in Honduras, si unisce a tutti coloro che lottano per un paese migliore e proclama che non potrà esserci la pace senza la giustizia sociale, la fraternità senza la riconciliazione, la solidarietà senza la compassione con i più poveri, l'armonia sociale senza togliere definitivamente l'impunità, né il progresso senza cacciare la corruzione che tanto male arreca a tutti": così affermava il documento dei Vescovi pubblicato il 2 luglio (vedi Fides 3/07/2015) e poco dopo è venuto alla luce un enorme scandalo di corruzione.
Ieri, 5 luglio, le principali agenzie informavano che la vicepresidente del Congresso, Lena Gutiérrez, è agli arresti domiciliari insieme a suo padre e a due fratelli, con l’accusa di corruzione e di frode ai danni dello stato. Secondo l’accusa la Gutiérrez, proprietaria di un’azienda farmaceutica, ha venduto farmaci a prezzi maggiorati al ministero della salute e anche medicine scadute e adulterate.
La popolazione è scesa in piazza a Tegucigalpa, per chiedere le dimissioni del governo e del Presidente Juan Orlando Hernández. L’opposizione chiede che sia aperta un’inchiesta indipendente sullo scandalo della corruzione che ha coinvolto alcuni funzionari dell’Istituto per la sicurezza sociale, ma il Presidente ha negato di essere personalmente coinvolto nella vicenda.
(CE) (Agenzia Fides, 06/07/2015)
AMERICA/VENEZUELA - Isolate 35 mila persone per le inondazioni, altre 25 mila a rischio
San Fernando de Apure (Agenzia Fides) – Le incessanti inondazioni, causate dalle piogge iniziate tre settimane fa, hanno lasciato isolate circa 35 mila persone a Guasdualito, città nello Stato venezuelano di Apure. Le famiglie colpite sono 9 mila. Lo straripamento dei fiumi Arauca e Sarare ha inondato il 90% delle zone. La mancanza di corrente elettrica e di mezzi di trasporto mantiene la popolazione isolata e costringe molti ad evacuare. Diverse famiglie si rifiutano di lasciare le proprie abitazioni e il governo della regione provvede a portare soccorsi in canoa. Inoltre tre aerei militari da trasporto hanno portato all’aeroporto locale 28 tonnellate di generi alimentari, 15 mila litri di acqua, medicine e altri generi per far fronte all’emergenza. Nello Stato di Táchira oltre 12 mila persone che vivono in villaggi e frazioni potrebbero rimanere isolate se continuerà a cedere il tratto di strada tra San Cristóbal e la parrocchia Francisco Romero Lobo. (AP) (6/7/2015 Agenzia Fides)

sabato 4 luglio 2015

Bollettino Fides News di Venerdì 3 luglio 2015

AFRICA/NIGERIA - “Boko Haram vuole punire i musulmani che si ribellano alla loro violenza” dice un sacerdote da Abuja
Abuja (Agenzia Fides) - “Questi terribili attentati contro la comunità musulmana sono segnali di debolezza e non di forza” dice all’Agenzia Fides p. Patrick Tor Alumuku, Direttore delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi di Abuja, capitale della Nigeria, dove in due violenti attacchi di Boko Haram nel nord est sono morte 145 persone di fede musulmana. L’attacco più feroce è avvenuto nel villaggio di Kukawa, vicino al lago Ciad. Secondo quanto riportano i testimoni, una cinquantina di uomini hanno aperto il fuoco sui fedeli riuniti in preghiera in una moschea del villaggio, in pieno Ramadam. Sono 97 i morti, tra cui donne e bambini.
“Il nuovo Presidente, Muhammadu Buhari, un musulmano fervente, è deciso a sconfiggere Boko Haram. Buhari appare maggiormente deciso del Presidente precedente, che era un cristiano, nel combattere Boko Haram” sottolinea p. Patrick. “I provvedimenti adottati dal Capo dello Stato hanno messo in serie difficoltà la setta islamista. Per esempio il trasferimento del comando delle operazioni militari contro Boko Haram dalla capitale federale, Abuja, a Maiduguri, capitale dello Stato di Borno, il feudo della setta, è visto da Boko Haram come una sfida non accettabile”.
“Tutto questo - prosegue il sacerdote - sta mettendo in difficoltà Boko Haram, tanto più che nella comunità musulmana si stanno levando diverse voci che denunciano le atrocità commesse dagli islamisti”.
“Di fronte alla ribellione delle comunità musulmane, Boko Haram ha deciso di punirle, perché nella loro ideologia o sei con loro o sei contro di loro. Ma questo alla fine è un segnale di debolezza e non di forza” conclude p. Patrick. (L.M.) (Agenzia Fides 3/7/2015)
AFRICA/LESOTHO - Il Sudafrica preoccupato per la situazione “esplosiva” in Lesotho
Maseru (Agenzia Fides) - Preoccupazione in Sudafrica per la situazione definita “esplosiva” in Lesotho, dopo l’uccisione, la scorsa settimana, dell’ex Capo di Stato Maggiore, il generale Maaparankoe Mahao, che secondo i familiari è stato assassinato da uomini che indossavano uniformi militari e guidavano veicoli dell’esercito. La dirigenza sudafricana ha inviato il Vice Presidente Cyril Ramaphosa per cercare di mediare tra le diverse fazioni che si disputano il controllo del Paese, completamente circondato dal Sudafrica.
Nel settembre 2014 un tentativo di golpe aveva gettato il Lesotho nel caos (vedi Fides 8/9/2014). Le elezioni tenutesi a marzo erano state però definite dagli osservatori libere e trasparenti (vedi Fides 9/3/2015). Il Sudafrica teme un’ondata di profughi se la situazione nel Paese vicino dovesse precipitare, aggravando le tensioni xenofobe registratesi negli ultimi mesi (vedi Fides 17/4/2015). (L.M.) (Agenzia Fides 3/7/2015)
AFRICA/LIBERIA - Torna l’incubo ebola: 3 nuovi casi
Nedowein (Agenzia Fides) - La Liberia, dichiarata “Ebola-free” lo scorso 9 maggio dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), è ripiombata nell’incubo di una nuova epidemia. Tre nuovi casi si sono verificati tutti nello stesso villaggio, Nedowein, che si trova 40 km a sud dalla capitale Monrovia. Dopo oltre 7 settimane (vedi Fides 11/5/2015) un ragazzo di 17 anni, ammalatosi il 21 giugno e morto il 28 per quella che si pensava fosse malaria, era in realtà positivo all’ebola. Il 1 luglio la conferma, da parte del ministro della Sanità locale, di un secondo caso e oggi, 3 luglio, di un terzo. Entrambi i contagiati sono stati trasferiti in un centro di cura a Monrovia. Inoltre, sono state identificate 102 persone venute a contatto con il ragazzo morto, e 14 operatori sanitari sono ora sotto osservazione. Al momento non ci sono altri casi probabili o sospetti e non si conosce l’origine del contagio. Dopo la morte del ragazzo, le autorità liberiane hanno messo in quara ntena l’area.
Secondo l’ultimo rapporto dell’Oms, che si riferisce al 28 giugno, l’epidemia di ebola in Liberia, Sierra Leone e Guinea, ha provocato finora 27.514 casi e 11.120 morti. Il maggior numero è stato registrato in Sierra Leone (13.119), mentre il record di decessi in Liberia (4.806). (AP) (3/7/2015 Agenzia Fides)
ASIA/GIORDANIA - L'Onu diminuisce gli aiuti ai rifugiati siriani. Il Direttore di Caritas Jordan: le grandi potenze hanno creato la catastrofe, e ora se ne lavano le mani
Amman (Agenzia Fides) – I fondi dell'Onu per i profughi siriani stanziati in Giordania stanno per essere tagliati, e presto 450mila di loro potrebbero essere ridotti alla fame, con conseguenze devastanti anche per la stabilità del Regno Hascemita. L'allarme viene lanciato in queste ore da Wael Suleiman, direttore generale di Caritas Jordan. “Il World Food Program dell'Onu - riferisce Suleiman all'Agenzia Fides - ha avvertito da una settimana che, per mancanza di risorse, interromperà l'invio di fondi per i profughi siriani, già diminuiti in percentuale dal mese scorso. Ieri sui media giordani c'era la notizia che, se non arriveranno più i soldi dell'Onu, si interromperà la distribuzione di cibo per 450mila persone. Che così saranno costrette a rubare, se vogliono sopravvivere”.
I profughi siriani presenti sul territorio giordano sono attualmente un milione e 400mila, di cui solo 650mila registrati presso gli uffici dell'Onu. “Questa catastrofe - sottolinea Suleiman, in riferimento alla ventilata sospensione degli aiuti internazionali - è anche un effetto delle politiche e degli sconsiderati interventi militari realizzati in Medio Oriente delle Potenze straniere. Adesso, dopo aver contribuito a creare il disastro, se ne lavano le mani anche dal punto di vista delle emergenze umanitarie. E' evidente a tutti che solo una grande conferenza di pace potrebbe avviare processi di ricostruzione per provare a uscire da questa situazione, insostenibile anche dal punto di vista economico. Ma evidentemente c'è chi ha interesse a perpetuare questo caos. I soldi non ci sono per dar da mangiare ai profughi, ma si trovano sempre soltanto per costruire, vendere e comprare le armi”. (GV) (Agenzia Fides 3/7/2015).
ASIA/IRAQ - Conclusa la conferenza di fondazione della Lega caldea
Erbil (Agenzia Fides) – Si chiama Safah Sabah Hindi ed è un caldeo iracheno emigrato in Svizzera, il primo Presidente eletto della Lega Caldea, l'organizzazione - fortemente voluta dal Patriarca caldeo Louis Raphael I – che ha celebrato dal primo al 3 luglio a Erbil la sua conferenza di fondazione (vedi Fides 1/7/2015). Alla riunione, oltre al Patriarca, hanno preso parte anche Vescovi, sacerdoti e laici caldei provenienti dall'Iraq e dalle comunità caldee della diaspora, sparse in tutto il mondo. Durante le giornate della conferenza – si legge nel comunicato finale pervenuto all'Agenzia Fides – si è svolto un dibattito vivace e democratico che ha portato alla modifica di molti passaggi delle bozze degli statuti, e sono stati eletti per votazione – oltre al Presidente – altri 11 membri del Consiglio direttivo, destinato a durare in carica per un anno.
Le modifiche apportate alle bozze degli statuti hanno accentuato le venature identitarie e “nazionaliste” della Lega Caldea. Anche nel comunicato finale della conferenza si sottolinea la necessità di salvaguardare e promuovere in tutti i modi – compresi convegni, corsi di lingua e iniziative culturali – l'identità caldea, presentata come primordiale fattore di civilizzazione della regione mesopotamica. La vocazione primaria della Lega Caldea – viene ribadito nel comunicato finale del convegno – sarà quella di “custodire i nostri diritti sociali politici e culturali”, senza che la rivendicazione di tali diritti diventi appannaggio esclusivo di singole sigle partitiche. (GV) (Agenzia Fides 3/7/2015).
ASIA/MALAYSIA - L’Evangelii Gaudium in lingua bahasha
Kuala Lumpur (Agenzia Fides) – L’Esortazione apostolica di Papa Francesco “Evangelii Gaudium” sarà tradotta in bahasha, la lingua indigena parlata dalla maggioranza della popolazione di Malaysia e Indonesia. Come appreso dall’Agenzia Fides, il progetto è curato dalle Pontificie Opere Missionarie (POM) in Malaysia, in particolare come ausilio per i catechisti, ma anche per tutti i fedeli che vorranno beneficiarne. Il testo tradotto sarà infatti distribuito gratuitamente a parrocchie e comunità.
Il documento viene ritenuto fondamentale per un corretto approccio all’evangelizzazione oggi, come è stato detto in un recente incontro dei Direttori diocesani delle POM di Malaysia, Singapore e Brunei, tenutosi a Miri (in Malaysia) e guidato dall’Arcivescovo John Wong. I presenti hanno riflettuto sul messaggio del Papa per la Giornata Missionaria mondiale del 2015 e condiviso le proprie esperienze. I Direttori delle POM, approvando il progetto dell’Evangelii Gaudium in bahasha, hanno ribadito il bisogno della formazione permanente dei fedeli, in particolare dei bambini, incoraggiati a pregare e diventare “piccoli missionari”. Per questo tra i vari progetti delle POM c’è anche quello di ristampare la Bibbia dei ragazzi, da distribuire soprattutto alle famiglie povere e bisognose. (PA) (Agenzia Fides 3/7/2015)
ASIA/INDIA - Cento anni di missione nei mass-media per le Figlie di San Paolo
Nagpur (Agenzia Fides) – Festeggiano cento anni di missione e di annuncio del Vangelo nel mondo dei mass media le Figlie di San Paolo: come appreso da Fides, il 29 giugno hanno celebrato il centenario della loro fondazione con una santa messa di ringraziamento nella cattedrale di Nagpur, nello stato indiano di Maharashtra.
La Congregazione delle Figlie di San Paolo è una realtà fiorente in India, con 168 religiose attive che vivono in 15 comunità, sparse in 12 diocesi, in 11 stati dell’India. Inoltre le suore si sono dedicate, secondo il loro carisma, anche alla missione ad gentes: 17 suore indiane rendono servizi al di fuori dell'India, e vivono attualmente in paesi africani, in Europa (Repubblica Ceca, Italia, Spagna), in America Latina (Bolivia, Perù) e anche in Australia.
L’Eucarestia a Nagpur è stata celebrata dall’Arcivescovo Abramo Viruthakulnagara, alla presenza di numerosi sacerdoti, religiosi e fedeli. “Le Figlie di San Paolo – ha detto nell’omelia – predicano Gesù Cristo e vanno fino agli estremi confini della terra per annunciare la Buona Novella, come dovremmo essere tutti noi: siamo tutti unti dallo Spirito Santo, inviati in missione pe l’annuncio del Vangelo”.
L’Arcivescovo ha ricordato il Fondatore, il beato Don Giacomo Alberione, che ha avuto l’intuizione di annunciare Gesù “non solo in modo tradizionale, ma con qualsiasi mezzo, anche con i moderni mezzi di comunicazioni sociale”. E ha ringraziato per la presenza delle suore in India, che “vivono una vita nella luce di Cristo e nella continua conversione”. Le suore Figlie di San Paolo sono presenti in oltre 53 paesi nei cinque continenti. (PA) (Agenzia Fides 3/7/2015)
AMERICA/HAITI - Manifestazione per una proroga agli haitiani che rischiano l’espulsione dalla Repubblica Dominicana
Ouanaminthe (Agenzia Fides) – Una folla di fedeli cattolici e numerosi cittadini di Ouanaminthe, piccolo centro abitato a nord-est di Haiti, alla frontiera con la Repubblica Dominicana, hanno partecipato ad una marcia di solidarietà con gli haitiani che, secondo la recente legge sull’immigrazione, essendo privi di documenti saranno a breve espulsi dalla Repubblica Dominicana (vedi Fides 23/6/2015).
Secondo le informazioni inviate all’Agenzia Fides, alla manifestazione, che si è svolta martedì 30 giugno, ha preso parte un folto gruppo di persone, molti indossando gli abiti locali. Hanno portato la bandiera nazionale, suonato musica e cantato inni religiosi che invocavano la pace. Presenti anche diverse organizzazioni, tra cui quella per i diritti umani e il Servizio dei Gesuiti per i Migranti. Il Vescovo della diocesi di Fort-Liberté (Haiti), Sua Ecc. Mons. Alphonse Quesnel, S.M.M., i sacerdoti della chiesa di Nostra Signora dell'Assunzione di Ouanaminthe e i fedeli della parrocchia di Cristo Re, erano in testa al corteo.
La folla ha attraversato la strada statale n. 6, passando per il Consolato dominicano a Ouanaminthe, dove il Vescovo ha letto un messaggio in lingua spagnola, prima di raggiungere il confine tra i due paesi. Mons. Quesnel ha chiesto ai cattolici delle province di Dajabón e Montecristi di mostrare solidarietà ai migranti haitiani. “Questa marcia ha anche lo scopo di protestare contro i maltrattamenti ai migranti haitiani e dominicani di origine haitiana” ha detto il Vescovo, chiedendo alle autorità dominicane di trattare gli haitiani con dignità.
"Con le espulsioni di massa degli haitiani dal suo territorio, il governo dominicano non fa che tagliare il ramo su cui è seduto” ha detto il Vescovo, considerando il contributo dei migranti haitiani allo sviluppo della Repubblica Dominicana.
Mons. Quesnel ha chiesto al tempo stesso di prorogare il termine del 6 luglio 2015, concesso dalle autorità dominicane a coloro che vogliono lasciare volontariamente Santo Domingo, e la garanzia che non ci sarà nessun rimpatrio in questo momento.
(CE) (Agenzia Fides, 03/07/2015)
AMERICA/HONDURAS - I Vescovi: “Partecipare tutti al dialogo per la pace sociale, chiunque lo convochi”
Tegucigalpa (Agenzia Fides) – Il Presidente dell’Honduras, Juan Orlando Hernández, ha incontrato diversi Vescovi che hanno offerto il loro sostegno al dialogo nazionale, come ha reso noto il Palazzo del Governo in un comunicato pervenuto a Fides. Lo stesso bollettino del Palazzo del Governo ha precisato che il Vescovo ausiliare dell'arcidiocesi di Tegucigalpa, Sua Ecc. Mons. Juan José Pineda, ha invitato tutti i settori della società ad unirsi al dialogo, accogliendo l’invito del Presidente Hernández.
La Chiesa cattolica, secondo quanto ha detto ai giornalisti Mons. Pineda, che è Presidente della Commissione giuridica della Conferenza episcopale honduregna, si è anche offerta di fornire dei moderatori per il dialogo, per assicurare maggiore democrazia e trasparenza. Il paese latinoamericano vive momenti difficili soprattutto per due gravi problemi: la violenza e la corruzione.
Mons. Pineda ha sottolineato che "a prescindere che sia il Presidente della Repubblica a convocare il dialogo o chiunque altro, si tratta di una cosa importante, perché è l'unico modo per riuscire a chiarire disaccordi o divergenze". Quindi ha ribadito: "Non solo è un invito che faccio a tutti gli honduregni che hanno responsabilità in questo paese, per poter andare avanti, ma dobbiamo comunque partecipare a qualsiasi iniziativa di dialogo, chiunque la convochi". Ha poi osservato che si tratta di "un'iniziativa giusta, perché sono tutti i settori a partecipare, compresi i Vescovi dell'Honduras, che saranno presenti".
La Conferenza Episcopale dell'Honduras si è pronunciata ieri, 2 luglio, a sostegno delle decine di migliaia di manifestanti che hanno protestato contro la corruzione, in una lettera pastorale in cui propongono un "dialogo per la pace sociale", “per un Honduras migliore”.
(CE) (Agenzia Fides, 03/07/2015)
AMERICA/PERU - L’infanzia perduta nelle piantagioni di caffè
Lima (Agenzia Fides) – Il 25% della popolazione del Perù, ossia 7 milioni e 700 mila persone, vive in condizioni di povertà, prevalentemente nelle zone rurali. Un milione di persone vive in condizioni di estrema povertà con meno di un dollaro al giorno. Per aiutare le famiglie, migliaia di bambini sono impegnati tutto il giorno in attività lavorative di ogni genere, pregiudicando così il loro futuro. Nel dipartimento di Pasco, una delle regioni più povere del Perù, il 64% dei minori lavora in ristoranti o nel settore agricolo, come nelle piantagioni di caffè, dove tagliano, seminano, innaffiano e raccolgono. Ogni mattina questi piccoli si alzano alle 5 per andare a raccogliere i chicchi di caffè. Lavorano per otto ore completamente sprovvisti di stivali e guanti. Finito il lavoro, studiano dalle sei alle dieci di sera. Molti di loro sono impegnati anche nei fine settimana, nei ristoranti, vendendo cibo, caricando legname o in qualsiasi altra attività. La situazione più grave è quella delle bambine che lavorano come domestiche e spesso finiscono per essere sfruttate e abusate. (AP) (3/7/2015 Agenzia Fides)

mercoledì 24 giugno 2015

Bollettino Fides News del 24 giugno 2015

AFRICA/NIGERIA - “Nonostante gli ultimi attentati, abbiamo la speranza che Boko Haram sarà presto sconfitto” dice il Vescovo di Maiduguri
Abuja (Agenzia Fides) - “Abbiamo la speranza concreta che Boko Haram verrà sconfitto presto. Stiamo pregando perché Boko Haram diventi presto una cosa del passato” dice all’Agenzia Fides Sua Ecc. Mons. Oliver Dashe Doeme, Vescovo di Maiduguri, capitale dello Stato nigeriano di Borno, dove il 22 giugno due ragazze avevano compiuto due attentati, uccidendo 32 persone. Nuovi attentati sono stati commessi in altre aree dello Stato di Borno, sempre da parte di attentatori suicidi.
Secondo Mons. Doeme questi attacchi, pur dolorosi per l’alto numero di vittime, “sono volti a dimostrare che il gruppo è ancora vivo e in grado di colpire, dopo le ultime offensive militari. Sappiamo comunque che Boko Haram ha subito perdite importanti ed ha perso il controllo di diversi territori. La sconfitta dei combattenti di Boko Haram non avverrà in un giorno. Occorrerà snidarli dalle loro roccaforti, specialmente da quella nella foresta, poi procedere ad un loro disarmo completo”. “Abbiamo la speranza che questo avverrà in un futuro non lontano. Continuiamo a pregare perché questo avvenga” conclude il Vescovo. (L.M.) (Agenzia Fides 24/6/2015)
AFRICA/MALI - L’accordo di pace firmato in un clima di commozione e convivialità
Bamako (Agenzia Fides) - “La cerimonia della firma dell’accordo di pace si è svolta in un clima molto conviviale” dice all’Agenzia Fides Don Edmond Dembele, Segretario generale della Conferenza Episcopale del Mali. che era presente alla firma dell’accordo tra il governo maliano e il Coordinamento dei gruppi dell’Azawad (CMA). La cerimonia si è svolta a Bamako, il 20 giugno, nel palazzo presidenziale.
“Il leader del coordinamento dei gruppi armati dell’Azawad ha fatto un discorso conciliante, così come i responsabili dei movimenti che sostengono il governo. Il Presidente Ibrahim Boubacar Keïta ha fatto a sua volta un discorso che andava nella stessa direzione, poi alla fine del suo discorso ha abbracciato i capi dei gruppi ribelli. È stato un momento di grande commozione e allo stesso tempo di sollievo per tutti” commenta don Dembele.
“La popolazione è veramente sollevata dalla firma dell’accordo, perché è stanca della guerra e della tensione” dice il sacerdote. “A Bamako ora il clima è più sereno. Anche la situazione nelle zone contese ora è calma e non si hanno notizie di scontri” conclude.
Il CMA era l’ultima sigla che doveva firmare l’accordo, sottoscritto in precedenza da altri gruppi ribelli presenti nel nord del Mali. Le intese prevedono l’integrazione dei combattenti del CMA nelle forze di sicurezza dislocate nel Nord e la creazione di Assemblee regionali elette a suffragio diretto, ma non la rinascita dell’autonomia del Nord né forme di federalismo. (L.M.) (Agenzia Fides 24/6/2015)
AFRICA/EGITTO - Continua la campagna per “bonificare” le librerie delle moschee dalla propaganda estremista
Il Cairo (Agenzia Fides) – Nelle librerie e nelle biblioteche delle moschee di tutto l'Egitto è in atto ormai da un anno un'operazione di monitoraggio per ritirare tutti i libri e i materiali di propaganda estremista e fondamentalista che erano stati capillarmente diffusi soprattutto all'epoca del governo guidato dai Fratelli Musulmani. Lo ha riferito, durante una trasmissione televisiva, lo sheikh Mohammed Abdel Razek, alto funzionario del Ministero per le dotazioni religiose (Waqf), confermando che il lavoro da fare è ancora lungo, e che l'operazione di bonifica viene condotta in collaborazione con le squadre del Ministero per la sicurezza nazionale.
Abdel Razek ha confermato che gli imam delle singole moschee sono da considerare i responsabili ultimi per eventuali infiltrazioni della propaganda estremista nei luoghi di culto. Anche per questo il Waqf ha promosso da tempo dei corsi di formazione volti a affrontare le emergenze rappresentate dalla diffusione sia dell'ateismo che dell'estremismo di matrice islamista. Lo scopo a cui tendere è quello di diffondere robusti antidoti al radicalismo islamista tra i 120mila imam e predicatori egiziani.
Intanto, nella giornata di lunedì 22 giugno, secondo quanto riportato dal portavoce presidenziale Alaa Yousef, il Presidente Abdel Fattah al Sisi ha sollecitato i responsabili governativi dell'educazione a rivedere i curricula scolastici, allo scopo di contrastare il fenomeno endemico della violenza e delle molestie subite in percentuali impressionanti dalle studentesse egiziane anche nelle scuole e nelle università. (GV) (Agenzia Fides 24/6/2015).
ASIA/NEPAL - “La solidarietà genera nuova speranza dopo il sisma” dice un Gesuita
Kathmandu (Agenzia Fides) – “Il Nepal è scosso e instabile, ma i cittadini sono sopravvissuti e guardano al futuro con speranza, dopo il tragico terremoto” dice, in una nota inviata all’Agenzia Fides, p. Louis Prakash SJ, Direttore dei programmi al “Nepal Jesuit Social Institute” di Kathmandu, a due mesi dal terremoto del 25 aprile, che ha causato 8.000 morti e quasi 14.000 feriti, devastando 31 distretti su 75. “Il sisma – racconta p. Prakash – ha lasciato alle spalle una scia di morte e distruzione. La gente era terrorizzata e totalmente destabilizzata. Ma i nepalesi hanno cominciato a riprendersi dallo shock e a riorganizzare le loro vite. Questo avviene a prescindere dal fatto che le scosse sismiche continuano ad aver luogo in varie parti del Nepal”.
“Le persone circondate da macerie – prosegue – hanno cominciato a raccogliere tutto il possibile per creare rifugi temporanei. Molti nepalesi che lavoravano all'estero sono tornati in patria per aiutare a ricostruire”.
Oltre 330 agenzie umanitarie, tra le quali la Caritas, informa il gesuita, operano oggi in 51 distretti, impegnate in oltre 2.200 progetti di aiuto: “Stanno fornendo assistenza alimentare, acqua, assistenza sanitaria, consulenza psicologica post-trauma, alloggi temporanei”. Gli sforzi delle Ong si sommano a quelli del governo che ha distribuito speciali “cedole” alle persone senza tetto, consentendo di acquistare materiali da costruzione per edificare rifugi temporanei. Secondo recenti rapporti, citati da p. Prakash, il terremoto ha distrutto completamente 480mila case e ne ha parzialmente danneggiate 260mila. Il National Disaster Management ha inviato squadre di controllo nei diversi distretti colpiti per valutare la distribuzione degli aiuti e la ricostruzione.
Il Consiglio dei Ministri ha costituito un “Comitato consultivo nazionale di ricostruzione” per tracciare i piani di rilancio dell'economia e ricostruire le case danneggiate e altre infrastrutture. “Lo sforzo congiunto di solidarietà tra istituzioni, agenzie internazionali e società civile sta quindi dando frutti di speranza” conclude il gesuita. (PA) (Agenzia Fides 24/6/2015)
ASIA/SIRIA - Attentati jihadisti a Hassakè. L'Arcivescovo Hindo: “sono un segnale di debolezza e disperazione”
Hassakè (Agenzia Fides) – Nella serata di martedì 23 giugno la città di Hassakè – capoluogo dell'omonimo governatorato, nel nord-est della Siria – è stata colpita da una serie di attentati realizzati da militanti jihadisti dello Stato Islamico (IS), che hanno provocato morti e feriti. La successione di attacchi è iniziata con una deflagrazione presso una cisterna adiacente a un presidio delle milizie curde. Poi un camion pieno di esplosivo è stato fatto esplodere all'ingresso nord-orientale della città. Un altro attentato è avvenuto nei pressi di una fabbrica di acqua minerale. Ai tre attacchi compiuti con l'esplosivo si è aggiunto un blitz realizzato da un commando composto da tre jihadisti contro una caserma dell'esercito governativo, nel centro della città. Prima di essere eliminati, i tre del commando hanno ucciso due ufficiali e quattro soldati. La serie di attentati ha scandito le due ore serali in cui la popolazione esce dalle case per rifornirsi di cibo e bevan de e rompere il digiuno del Ramadan.
“L'intenzione” riferisce all'Agenzia Fides l'Arcivescovo siro-cattolico Jacques Behnan Hindo “era evidentemente quella di fare più danni e diffondere più terrore possibile, colpendo sia i miliziani curdi, sia l'esercito governativo. D'altro canto - aggiunge Mons. Hindo, alla guida dell'eparchia siro-cattolica di Hassakè-Nisibi – queste azioni appaiono come dei gesti disperati di chi sta perdendo terreno. I jihadisti del Daesh (acronimo in arabo usato per indicare lo Stato Islamico, ndr) avevano provato ad entrare a Hassakè e sono stati respinti. Nelle ultime ore hanno perso molto terreno e molti uomini a causa dell'offensiva delle milizie curde, che hanno prevalso negli scontri vicino alla città di Ain Issa e adesso avanzano verso Raqqa, la roccaforte jihadista. Per questo le iniziative isolate di alcuni miliziani jihadisti a Hassakè sembrano più che altro un indizio di debolezza, da parte di chi agisce senza seguire una chiara visione strategica”. (GV) (Agenzia Fides 24/6/20 15).
ASIA/PAKISTAN - Minacce alla presidente della “Pakistan Youth Alliance”
Islamabad (Agenzia Fides) – Maryam Kanwer, presidente della “Pakistan Youth Alliance”, che lavora per la costruzione della pace, per la soluzione dei conflitti e il benessere sociale, è minacciata ed è sotto tiro. Lo denuncia la “Commissione Asiatica per i diritti umani” (Ahrc), esprimendo timori, dopo l'omicidio dell’altra attivista, Sabeen Mahmood. La Kanwer si è data da fare per supportare “Voice of Baloch”, movimento della provincia del Beluchstan, prendendo attivamente parte al movimento per i diritti dei beluci.
Secondo la Commissione “in Pakistan diverse forze intendono frenare qualsiasi movimento per sostenere i diritti dei beluci. I sostenitori del movimento sono presi di mira, perseguitati e minacciati. Membri del mondo accademico, giornalisti, difensori dei diritti umani e attivisti sono sempre nel mirino per aver parlato contro il fondamentalismo e la militarizzazione del Pakistan”.
Maryam Kanwer, presidente della “Pakistan Youth Alliance”, ha ricevuto minacce da quando si è interessata all’organizzazione “Voice of Baloch” ed intimidazioni le sono giunte anche dal gruppo terrorista “Lashkar e Jhangvi”. La donna è stata costretta a nascondersi e ha lasciato la sua città natale Karachi. Gli estremisti hanno avviato una campagna contro di lei sui social media. (PA) (Agenzia Fides 24/6/2015)
AMERICA/ARGENTINA - Il Vescovo di Jujuy: “Abbiamo bisogno di un sostegno forte dello stato contro la droga”
Jujuy (Agenzia Fides) – Il problema della tossicodipendenza e il traffico della droga in Argentina non diminuiscono ma crescono, bambini e giovani sono oggi i gruppi più vulnerabili: lo ha denunciato il Vescovo della diocesi di Jujuy, Sua Ecc. Mons. Daniel Fernandez, parlando alla stampa locale in vista della Giornata internazionale contro l'abuso di sostanze stupefacenti, che si celebrerà il 26 giugno
La nota inviata a Fides riferisce che per il Vescovo ci sono progressi nelle risposte da parte dello Stato a questa piaga, tuttavia “abbiamo bisogno di sentire una parola ‘forte’ dello Stato, che ci dica che stanno facendo una grande battaglia contro il traffico di droga”. Ha aggiunto che i quartieri "periferici e ai margini sono diventati terreno fertile" per questo fenomeno drammatico. La provincia di Jujuy, a 1.500 km da Buenos Aires, si trova verso la frontiera con Cile e Bolivia. Nonostante le difficoltà geografiche e naturali, anche qui il traffico di droga è presente e cresce ogni giorno.
Mons. Fernández ha descritto la situazione di Jujuy come non lontana da quella delle grandi città: "Delle mamme vengono a raccontarmi che i figli più piccoli, di 6 o 7 anni, vedono i fratelli più grandi con questo problema e li vogliono imitare… Non ho dati statistici per denunciare la gravità della cosa, ma sono sempre di più i genitori che vengono a chiedere aiuto per risolvere una situazione di droga, tragica e reale. Perfino nei paesini più sperduti e lontani, questo flagello sta arrivando e rovinando le famiglie. Cresce in tutti i sensi, nel consumo e nel commercio".
"La Chiesa gestisce un centro per accompagnare i giovani con dei problemi – ha aggiunto il Vescovo -, ma non basta. Bisogna orientare, prevenire… dovremmo avere dei centri statali dove chiedere aiuto già dall'inizio". La diocesi, insieme ad altri organismi, ha preparato per il 26 giugno un programma con molte attività rivolte a tutta la comunità civile. (CE) (Agenzia Fides, 24/06/2015)
AMERICA/COLOMBIA - Pieno sostegno e impegno senza riserve dei Religiosi latinoamericani per la pace in Colombia
Bogotà (Agenzia Fides) – Al termine del Congresso della Clar, Confederazione dei religiosi e delle religiose dell’America Latina e dei Caraibi, svoltosi in questi giorni a Bogotà (vedi Fides 9/06/2015), è stata diffusa una dichiarazione in cui i partecipanti esprimono pieno sostegno al processo di pace in Colombia. I congressisti si impegnano a pregare per la pace e ad assumere la causa della pace e della riconciliazione come il dovere morale più grande per la Chiesa cattolica latinoamericana.
“Opereremo sempre più – è scritto nel testo pervenuto a Fides - a fianco delle vittime, rafforzeremo la consegna ricevuta di moltiplicare, attraverso l’educazione, un atteggiamenti di rispetto verso la dignità umana e la solidarietà, cercheremo nella preghiera l’aiuto e la sapienza dello Spirito per impegnarci senza riserve per questa causa”. Nel pronunciamento ampio spazio viene dedicato alla preghiera per la pace in Colombia e viene chiesto al governo colombiano e al gruppo terroristico delle Farc di “non interrompere il negoziato dell’Avana” fino a che “non si sia conclusa la guerra in Colombia”. Inoltre propongono di aprire un tavolo di dialogo con l’ELN (Esercito di Liberazione Nazionale), chiedendo loro di abbandonare del tutto le armi e costruire insieme i cambiamenti strutturali che la pace esige.
Il Congresso della CLAR ha visto la partecipazione di circa 1.200 persone e ha avuto per tema "Orizzonti di novità nel vivere i nostri carismi oggi”. Fra gli obiettivi concreti, si è lavorato su come “proporre alternative nuove nella Vita Consacrata, individuare le vie per una Vita Consacrata discepola missionaria”. Alla chiusura, domenica 21 giugno, sono stati presentati degli “Impegni” che confluiranno prossimamente in un documento finale del Congresso.
(CE) (Agenzia Fides, 24/06/2015)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

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