ASIA/VIETNAM - In nome della compassione, credenti di diverse fedi aiutano malati e sofferenti |
Ho Chi Minh City (Agenzia Fides) - Compassione è la parola chiava che unisce oggi credenti di diverse religioni in Vietnam, uniti per donare aiuto, tenerezza, consolazione, speranza ai malati e ai sofferenti, specialmente quanti sono in ospedale, lottando contro il Covid.19. E' quanto hanno raccontato diversi leader religiosi riunitisi nell'XI Convegno organizzato nei giorni scorsi dal Comitato per la Solidarietà Religiosa di Ho Chi Minh City, promosso dalla 'Arcidiocesi cattolica di Ho Chi Minh City. Nel raduno sono state riferite storie ed esperienze che, in nome della solidarietà, hanno coinvolto credenti di diverse religioni e di diverse professioni, uniti nel condividere la stessa compassione per gli esseri umani, in particolare per i pazienti che soffrono e combattono con la malattia per tornare alla vita normale. Come appreso da Fides, una vasta esperienza di condivisione promossa nella città ha riunito nei mesi scorsi i 682 volontari di diverse fedi, che hanno collaborato con il personale medico e hanno vissuto in armonia un tempo definito "bello e pacifico", operando per il sollievo fisico, emotivo, psicologico e spirituale dei sofferenti. Hanno detto i leader presenti: "Le comunità religiose sono state più vicine mentre lavoravano insieme per servire i malati di Covid: suore buddiste e suore cattoliche condividevano cibo materiale e spirituale. Non c'era distinzione di età, etnia, religioni, tutti guardavano nella stessa direzione, cioè con il fine di servire l'essere umano con amore. Ciò ha lasciato una traccia di amicizia, amore e stima reciproca nei cuori dei leader e dei credenti coinvolti". Ha detto Mons. Joseph Nguyen Nang, Arcivescovo di Ho Chi Minh City, nel suo intervento al raduno: “Quella comunione di intenti è venuta non solo dalla compassione, ma dal riconoscere la profonda dignità che Dio ha conferito a ogni persona. La fede in Dio è il fondamento ultimo della fraternità. Sebbene ogni religione possa rivolgersi a Dio con nomi diversi, tutte credono in un solo Dio, il Dio Onnipotente, il Creatore. Dio ha creato tutti gli esseri ed è il padre di tutti; quindi siamo tutti fratelli e sorelle, legati dalla fede nel nostro Dio. Se i bambini non si rendono conto del Padre comune a cui tutti apparteniamo, vivranno secondo l'egoismo e proteggeranno solo i propri interessi personali. In tal modo non si costruisce la fraternità, ma solo divergenza e separazione, fino a far sorgere anche un conflitto. La fede in Dio è alla base del vincolo ultimo della fratellanza”. E ha proseguito: "I rappresentanti di tutte le religioni che partecipano a questa XI Conferenza interreligiosa hanno espresso con forza questa ferma convinzione. Sosteniamo e accompagniamo l'umanità nella nostra società, diventiamo un segno di unità, costruiamo ponti, abbattiamo tutti i muri di ostacoli e seminiamo il semi di riconciliazione”. L'Arcivescovo ha espresso a speranza che l'ecumenismo e la collaborazione tra religioni in Vietnam continui a svilupparsi soprattutto attraverso le difficoltà. Il Comitato per la Solidarietà Religiosa di Hochiminh City ha poi annunciato che le campane di tutte le chiese, pagode e altri templi in tutta la città suoneranno contemporaneamente alle 19:30 del 19 novembre in ricordo di tutti coloro che sono morti di Covid-19 nella metropoli. Secondo recenti statistiche ufficiali governative, in Vietnam, su 97 milioni di abitanti, la maggioranza della popolazione (il 70%) segue il culto tradizionale o si professa "non credente"; vi sono poi 15,1 milioni di fedeli buddisti Mahayana e 1,3 milioni buddisti Hoa Hao; 7,1 milioni di cattolici, 1 milione di cristiani Protestanti; 1,1 milioni seguono il culto Cao Dai, 80.000 musulmani, accanto ad altre minoranze induiste e bahaʼi. (AD-PA) (Agenzia Fides 16/11/2021) |