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lunedì 29 gennaio 2024

Vatican News 28 gennaio 2024

 

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Vatican News

Le notizie del giorno

28/01/2024

La chiesa italiana colpita a Istanbul
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Dopo l'Angelus, Francesco ricorda quanto accaduto nella comunità della città turca, dove è rimasto vittima un cinquantenne durante la Messa. Il Vicario apostolico, monsignor Palinuro: "Chiediamo alle autorità di fare chiarezza, di ricercare la verità, giustizia per chi ha perso la vita. Chiediamo ... 

Un gruppo di sfollati del Myanmar in Bangladesh
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Il Pontefice chiede riconciliazione per il Myanmar e che possano transitare gli aiuti umanitari nel Paese, così come in Medio Oriente e in Ucraina. Sollievo è ... 

Papa Francesco all'Angelus dell'ultima domenica di febbraio
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All'Angelus Francesco mette in guardia su ciò che soffoca la libertà: dipendenze, mode dominanti, paura, "l'idolatria del potere, che genera conflitti e ricorre ... 

I due ragazzi di Azione Cattolica accanto al Papa per l'Angelus
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Affacciati accanto a Francesco dal Palazzo apostolico, per l'Angelus domenicale, una ragazza e un ragazzo di Azione Cattolica leggono una lettera in cui ... 

Monsignor Enrico Trevisi, vescovo di Trieste
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Il vescovo della città giuliana, monsignor Enrico Trevisi, esprime emozione per l'annuncio della visita del Pontefice prevista per il prossimo 7 luglio in ... 

SANTA SEDE

La dottoressa Helena Pyz, direttrice del Jeevodaya in India
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Da 55 anni Il centro Jeevodaya nello Stato di Chhatisgarth si occupa dei lebbrosi e dell'educazione dei loro figli. Fondato da un sacerdote polacco, il centro ... 

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S’intitola ‘La lama e la croce’ il nuovo libro del giornalista Francesco Comina, pubblicato dalla Libreria Editrice vaticana, che narra le vicende di alcune ... 

martedì 22 febbraio 2022

“Aguchita”, la missionaria martire che ha dato la vita per l'Amazzonia e per i diritti umani dei suoi popoli

 

AMERICA/PERU’ - “Aguchita”, la missionaria martire che ha dato la vita per l'Amazzonia e per i diritti umani dei suoi popoli
 
Lima (Agenzia Fides) – Suor María Agustina de Jesús Rivas López, conosciuta da tutti come “Aguchita”, la religiosa peruviana assassinata il 27 settembre 1990 dal gruppo terroristico Sendero Luminoso e il cui martirio in odium fidei è stato riconosciuto da Papa Francesco il 22 maggio 2021, sarà beatificata il 7 maggio. In questo periodo quindi si stanno intensificando le iniziative per far conoscere la testimonianza di fede della religiosa (vedi Fides 24/05/2021).
La Rete Ecclesiale Panamazzonica (REPAM), in coordinamento con l'Associazione Cattolica di Comunicazione Latinoamericana e Caraibica (SIGNIS), ha realizzato un cortometraggio documentario dal titolo “Aguchita”, che fa parte della serie “La Vida por la Amazonía”, presentato in anteprima il 14 febbraio.
ll documentario, della durata di 20 minuti, mostra la testimonianza di vita della missionaria peruviana che ha trascorso gran parte della sua vita nella foresta centrale del Perù. La religiosa, che apparteneva alla comunità del Buon Pastore, fu assassinate mentre svolgeva la sua missione pastorale nel villaggio di Ashaninka, nella foresta centrale del Perù. Aguchita ha dedicato il suo lavoro all'assistenza sanitaria, all'educazione, offrendo cibo e alfabetizzazione principalmente alle donne, che ha promosso attraverso progetti di formazione, organizzando gruppi giovanili e catechesi familiare nelle comunità rurali della città di Valle del Yurinaqui, nel dipartimento di Junín.
Alla missionaria peruviana che ha dato la vita per l'Amazzonia e per i diritti umani dei popoli amazzonici, è stato dedicato anche un libro, appena pubblicato, dal titolo "Aguchita: la morte non si improvvisa, l'amore è la nostra vocazione" di Alfonso Tapia, Vicario generale di San Ramón. Commentando il testo, lo storico José Antonio Benito sottolinea tra l’altro, che se a La Parada e nei suoi apostolati Aguchita ci ricorda Madre Teresa di Calcutta, nella selva peruviana “vediamo molto Santa Teresa, per la sua esperienza di infanzia spirituale, nella fiducia e nell'abbandono in Dio. Senza questa dimensione, Aguchita sarebbe un'attivista sociale – eccellente – ma ridotta a volontaria sociale. Qui si rivela la chiave della sua carità e santità”.
Nel racconto dell’uccisione di Aguchita e degli abitanti del villaggio, José Antonio Benito evidenzia che “la suora - in ogni momento - pregava per tutti. Così finì la sua vita e quella di tutti gli abitanti del villaggio che morirono in quel tragico giorno”. Ma per il credente il martirio non è qualcosa che finisce con l’atto cruento, così “la morte di Aguchita e delle migliaia di peruviani innocenti morti ingiustamente, diventa una testimonianza di pace e libertà. Non sono più morti assurde, ma hanno assunto un senso di rivendicazione per la giustizia e la pace, per un Perù più giusto e fraterno”.
(SL) (Agenzia Fides 22/02/2022)
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venerdì 24 settembre 2021

Agenzia Fides 24 settembre 2021

 

VATICANO - Papa Francesco ai Vescovi d’Europa: chiediamo aiuto ai Santi, invece di lamentarci dei tempi cattivi
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – “Tanti in Europa pensano che la fede sia qualcosa di già visto, che appartiene al passato”. Ciò succede “Perché non hanno visto Gesù all’opera nelle loro vite. E spesso non lo hanno visto perché noi, con le nostre vite non lo abbiamo mostrato abbastanza. Perché Dio si vede nei visi e nei gesti di uomini e donne trasformati dalla sua presenza”. Così Papa Francesco ha ricordato di nuovo a tutti i battezzati che la fede cristiana si confessa e si comunica nel mondo attraverso la testimonianza, intesa non come ‘mobilitazione’ e “prestazione” di apparati e operatori pastorali, ma come riflesso del cambiamento che Cristo stesso può operare nelle vite di chi porta il suo nome. L’occasione colta dal Vescovo di Roma per riproporre il dinamismo intimo di ogni missione e di ogni opera apostolica, è stata la concelebrazione eucaristica da lui presieduta nel pomeriggio di giovedì 23 settembre nella Basilica di San Pietro, con i partecipanti all’Assemblea plenaria del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (C.C.E.E.), in occasione del 50° della sua istituzione. Rivolgendosi a vescovi appartenenti a Chiese di antica fondazione, il Successore di Pietro ha tratteggiato con cenni efficaci le strade che conviene percorrere e i criteri che conviene seguire per riproporre la salvezza annunciata dal Vangelo anche a chi oggi vive nei Paesi del Vecchio Continente, segnati da avanzati processi di de-cristianizzazione.
Papa Francesco ha richiamato con realismo gli effetti più eclatanti prodotti in Europa dalla “deforestazione” della memoria cristiana. Nelle terre europee – ha riconosciuto il Papa – “i templi si svuotano e Gesù viene sempre più dimenticato”. E ciò accade in primis non perché gli attuali abitanti dell’Europa siano diventati più cattivi, ma “perché manca chi faccia loro venire l’appetito della fede e riaccenda quella sete che c’è nel cuore dell’uomo: quella «concreata e perpetua sete» di cui parla Dante (Paradiso, II,19) e che la dittatura del consumismo, dittatura leggera ma soffocante, prova a estinguere”. In tale condizioni – ha aggiunto il Papa – i cristiani d’Europa sembrano presi da una sorta di torpore: appaiono “tranquilli perché in fondo non ci manca nulla per vivere”, e non sembrano lasciarsi attraversare dall’inquietudine che invece dovrebbero provare “nel vedere tanti fratelli e sorelle lontani dalla gioia di Gesù”.
Nella sua omelia, il Pontefice ha accennato in maniera sintetica e efficace alle false soluzioni, agli atteggiamenti fuorvianti a alle reazioni inconcludenti che prevalgono in ambienti ecclesiali davanti al venir meno di ogni relazione vitale tra il cristianesimo e il vissuto reale delle popolazione europee. La prima delle “risposte sbagiate” passate velocemente in rassegna dal Papa è quella di chi si lamenta del mondo e accusa la cattiveria dei tempi: “È facile” ha notato il Vescovo di Roma “giudicare chi non crede, è comodo elencare i motivi della secolarizzazione, del relativismo e di tanti altri ismi, ma in fondo è sterile”. L’altra pista che porta fuori strada è quella del ripiegamento che cerca protezione e consolazione creando isole felici, concepite come dei ‘mondi a parte’: “Oggi in Europa” – ha rimarcato Papa Francesco - noi cristiani abbiamo la tentazione di starcene comodi nelle nostre strutture, nelle nostre case e nelle nostre chiese, nelle nostre sicurezze date dalle tradizioni, nell’appagamento di un certo consenso”. Una introversione che spesso finisce per prendere le forme dell’auto-occupazione ecclesiale, la deriva che spinge tanti a “concentrarsi sulle varie posizioni nella Chiesa, su dibattiti, agende e strategie, e perdere di vista il vero programma, quello del Vangelo”. Queste reazioni fuorvianti hanno spesso l’unico effetto di dilatare il deserto. Perché “se i cristiani, anziché irradiare la gioia contagiosa del Vangelo, ripropongono schemi religiosi logori, intellettualistici e moralistici” ha fatto notare il Pontefice “la gente non vede il Buon Pastore. Non riconosce Colui che, innamorato di ogni sua pecora, la chiama per nome e la cerca per mettersela sulle spalle”.
Nell’omelia pronunciata davanti ai vescovi europei, il Successori di Pietro non si è comunque limitato a mettere in guardia da tentazioni e reattività che possono irretire gli apparati ecclesiali. Il Pontefice ha suggerito anche dove può venire, per grazia, una ripartenza dell’opera apostolica nelle terre europee.
In primis, il Vescovo di Roma ha invitato tutti a attingere di nuovo alla “Tradizione vivente” della Chiesa, sorgente inestinguibile che non ha niente a che fare con le mode clericali segnate da “quel ‘restaurazionismo del passato che ci uccide, ci uccide tutti”. Attingere alla Tradizione vivente della Chiesa – ha rimarcato il Papa – aiuta a “guardare insieme all’avvenire, non a restaurare il passato”. Conviene sempre “ripartire dalle fondamenta, dalle radici – ha insistito il Pontefice - perché da lì si ricostruisce: dalla Tradizione vivente della Chiesa, che ci fonda sull’essenziale, sul buon annuncio, sulla vicinanza e sulla testimonianza. Da qui si ricostruisce, dalle fondamenta della Chiesa delle origini e di sempre, dall’adorazione a Dio e dall’amore al prossimo, non dai propri gusti particolari, non dai patti e negoziati che possiamo fare adesso, diciamo, per difendere la Chiesa o difendere la cristianità”. Concretamente – ha suggerito il Papa – nella Chiesa c’è da semtre una via semplice e privilegiata per attingere alle sorgenti vive della fede, che consiste nel guardare al volto dei santi, e seguire i passi di coloro nelle cui vite opera in maniera efficace e sperimentabile la grazia di Cristo. Anche i grandi santi dell’Europa – ha ricordato Papa Francesco - “Hanno messo in gioco la loro piccolezza, fidandosi di Dio. Penso ai Santi come Martino, Francesco, Domenico, Pio che ricordiamo oggi; ai patroni come Benedetto, Cirillo e Metodio, Brigida, Caterina da Siena, Teresa Benedetta della Croce”. Tutti costoro – ha sottolineato il Papa – hanno visto cambiare la propria vita accogliendo la grazia di Dio. Non si sono preoccupati dei tempi bui, delle avversità e di qualche divisione, che c’è sempre stata. Non hanno perso tempo a criticare e colpevolizzare. Hanno vissuto il Vangelo, senza badare alla rilevanza e alla politica. Così, con la forza mite dell’amore di Dio, hanno incarnato il suo stile di vicinanza, di compassione e di tenerezza – lo stile di Dio: vicinanza, compassione e tenerezza –; e hanno costruito monasteri, bonificato terre, ridato anima a persone e Paesi: nessun programma “sociale” fra virgolette, solo il Vangelo. E con il Vangelo sono andati avanti”.
Anche oggi, come ai tempi descritti nei Vangeli – ha proseguito il Papa nella parte finale della sua omelia “Questo amore divino, misericordioso e sconvolgente, è la novità perenne del Vangelo. E domanda a noi, cari Fratelli, scelte sagge e audaci, fatte in nome della tenerezza folle con cui Cristo ci ha salvati. Non ci chiede di dimostrare, ci chiede di mostrare Dio, come hanno fatto i Santi: non a parole, ma con la vita”. Per aiutare anche l’Europa di oggi, “malata di stanchezza” , a “ritrovare il volto sempre giovane di Gesù e della sua sposa”. (GV) (Agenzia Fides 24/9/2021)
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AFRICA/UGANDA - Riaperti i luoghi di culto dopo la chiusura a causa della seconda ondata di Covid-19
 
Kampala (Agenzia Fides) – Il presidente ugandese Yoweri Museveni ha annunciato la riapertura dei luoghi di culto dopo lo stop di oltre un anno. Nel mese di giugno 2020, infatti, tutti i luoghi di culto del paese vennero chiusi e vietati al pubblico a causa della forte impennata dei casi di Coronavirus.
Secondo le informazioni diffuse dalla piattaforma social Ugandan Catholics Online, Museveni ha dato indicazioni precise. “Limitare il numero dei fedeli contemporaneamente a non più di 200 a condizione che il luogo di culto possa garantire un distanziamento fisico di 2 metri da entrambi i lati e un'adeguata aerazione, totale adesione a tutte le normative previste, tra le quali il lavaggio delle mani/uso di disinfettanti a base di alcol, monitoraggio della temperatura e uso costante di mascherine per il viso da parte di tutti i fedeli, compresi il coro e i celebranti.”
Il presidente ha invitato i leader cattolici a collaborare con il governo per mobilitare la popolazione a vaccinarsi e a seguire tutte le altre misure di controllo. Al 22 settembre 2021, l'Uganda contava 123.502 casi confermati di Covid19, 3135 decessi e 340 ricoveri in ospedali, sia privati che pubblici”.
(AP) (Agenzia Fides 24/09/2021)
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ASIA/INDIA - I Vescovi si oppongono alla legge anti-conversione in Karnataka
 
Bangalore (Agenzia Fides) - I dieci Vescovi cattolici dello stato del Karnataka, nel Sud dell'India, hanno espresso al Primo ministro dello stato, Basavaraj Bommi, profonda preoccupazione per una proposta di legge che intende vietare le conversioni religiose nello stato. Guidando una delegazione che ha incontrato il Primo Ministro il 22 settembre, Mons. Peter Machado, Arcivescovo di Bangalore, ha presentato un Memorandum su varie questioni che toccano la vita dei cristiani in Karnataka. Secondo l'Arcivescovo Machado, agitare lo spauracchio di "conversioni forzate" è dannoso e inutile, e la Chiesa cattolica esprime tutto il suo disappunto.
La comunità cristiana nello stato gestisce centinaia di scuole, collegi e ospedali in varie diocesi. E milioni di studenti studiano in istituti educativi gestiti da cristiani. Milioni di persone beneficiano di queste istituzioni. A nessuno di costoro - sottolineano i Vescovi - si consiglia di abbracciare il cristianesimo. Potrebbero essersi verificati alcuni casi minori, ma sono stati gonfiati a dismisura, ha affermato l'Arcivescovo Machado. "La proposta di legge anti-conversione ha lo scopo di diffamare il cristianesimo", ha sottolineato l'Arcivescovo. La comunità cristiana infatti, si assume la piena responsabilità morale di non indulgere in alcun modo nel promuovere conversioni forzate: "Non costringiamo nessuno", ha detto.
Nel Memorandum consegnato al Primo Ministro, i Vescovi notano che qualsiasi legge anti-conversione potrà causare "problemi nei rapporti inter-comunitari e disordini non necessari" , generando dichiarazioni e reazioni controverse e portando subbuglio nella società e nelle comunità religiose.
Il 21 settembre, Goolihatti Shekhar, membro dell'Assemblea legislativa statale e appartenente al partito nazionalista indù Bharatiya Janata Party (BJP), ha sollevato la questione nel Parlamento dicendo: “I missionari evangelici cristiani stanno indulgendo in una dilagante campagna di conversione religiosa nel mio collegio elettorale di Hosadurga. Hanno convertito al cristianesimo circa 20.000 persone di religione indù”.
In risposta a questo appunto, il presidente della Assemblea legislativa, Visheshwara Hegde Kageri, ha affermato che molti stati dell'India hanno già emanato leggi per frenare le conversioni religiose e ha proposto che il Karnataka possa avere una legge simile. Intervenendo nel dibattito, il ministro dell'Interno Araga Jnanedra ha affermato che il governo del Karnataka studierà le leggi in materia di altri stati e presenterà una propria versione. Il governo statale - ha detto - intende approfondire la questione per porre fine alle conversioni religiose operate con la forza e altre lusinghe.
La Costituzione indiana prevede che i cittadini abbiano la libertà di "professare, praticare e propagare" la religione. Tuttavia diversi stati della Federazione indiana hanno attuato e promulgato leggi o regolamenti per scoraggiare o vietare le conversioni religiose: sono Odisha, Uttar Pradesh, Arunachal Pradesh, Chhattisgarh, Gujarat, Jharkhand, Himachal Pradesh, Madhya Pradesh e Uttrakhand.
Il Karnataka è governato dal partito BJP, al cui interno membri e politici si dimostrano ostili alle comunità religiose minoritarie. Seguendo una ideologia diffusa nel BJP (la cosiddetta "Hindutva"), alcuni vorrebbero trasformare l'India da paese laico a stato teocratico indù.
(SD-PA) (Agenzia Fides 24/9/2021)
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ASIA/LIBANO - Raphaël Bedros XXI Minassian è il nuovo Patriarca di Cilicia degli Armeni
 
Roma (Agenzia Fides) - Il Sinodo dei Vescovi della Chiesa Patriarcale di Cilicia degli Armeni, convocato dal Santo Padre a Roma il 22 settembre 2021, ha eletto giovedì 23 settembre Patriarca di Cilicia degli Armeni, Raphaël François Minassian, finora Arcivescovo titolare di Cesarea di Cappadocia degli Armeni e Ordinario per i fedeli armeni cattolici dell’Europa Orientale. L’eletto ha assunto il nome di Raphaël Bedros XXI Minassian.
Il nuovo Patriarca armeno cattolico è nato il 24 novembre 1946 a Beirut. Ha compiuto gli studi presso il Seminario Patriarcale di Bzommar (1958-1967) e ha studiato Filosofia e Teologia alla Pontificia Università Gregoriana (1967-1973). Ha frequentato il corso di specializzazione in psicopedagogia presso la Pontificia Università Salesiana. Il 24 giugno 1973 è stato ordinato sacerdote come membro dell’Istituto del Clero Patriarcale di Bzommar. Dal 1973 al 1982 è stato Parroco della Cattedrale Armena di Beirut, dal 1982 al 1984 Segretario del Patriarca Hovannes Bedros XVIII Kasparian, e dal 1984 al 1989 incaricato di fondare il complesso parrocchiale della Santa Croce di Zalka, Beirut.
Dal 1975 al 1989, Raphaël François Minassian è stato Giudice al Tribunale Ecclesiastico della Chiesa Armena a Beirut. Ha insegnato liturgia armena all’Università Pontificia di Kaslik dal 1985 al 1989 e nel 1989 è stato trasferito negli Stati Uniti d’America, dove ha lavorato per un anno come Parroco a New York. Successivamente, fino al 2003, è stato Parroco per gli Armeni Cattolici in California, Arizona e Nevada.
Dal 2004, Minassian ha diretto Telepace Armenia, di cui è Fondatore. Nel 2005 è stato nominato Esarca Patriarcale di Gerusalemme ed Amman per gli Armeni. Il 24 giugno 2011 è stato nominato Ordinario per i Fedeli Armeni Cattolici dell’Europa Orientale, con assegnazione da parte del Santo Padre della Sede titolare vescovile di Cesarea di Cappadocia degli Armeni e del titolo di Arcivescovo ad personam. (Agenzia Fides 24/9/2021)
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AMERICA/VENEZUELA - “Ho sempre agito per la difesa della libertà, della giustizia e dei diritti del popolo venezuelano”: il testamento spirituale del Cardinale Urosa Savino
 
Caracas (Agenzia Fides) - Ieri, 23 settembre, il Cardinale Baltazar Porras, a nome dell'arcidiocesi di Caracas, ha comunicato la morte del Cardinale Jorge Urosa Savino, Arcivescovo emerito di Caracas, cui è seguita la nota della Conferenza Episcopale del Venezuela. La triste notizia ha molto colpito il popolo venezuelano, in quanto il Porporato era ben voluto e rispettato non solo in America Latina, dove era molto conosciuto. Il 28 agosto aveva compiuto, in ospedale, 79 anni. Era stato contagiato dal coronavirus più di un mese fa, e subito l'infezione era apparsa molto aggressiva.
Una settimana fa, l'Arcidiocesi di Caracas aveva pubblicato una riflessione, scritta dal Cardinale Urosa alla fine dello scorso agosto, in cui tra l’altro affermava: “Esprimo il mio grande affetto per il popolo venezuelano e la mia assoluta dedizione alla sua libertà, alle sue istituzioni, alla difesa dei diritti del popolo di fronte agli abusi che sono stati commessi dai governi nazionali. E in questo atteggiamento, ho sempre agito, non per odio o rancore, ma per la difesa della libertà, della giustizia e dei diritti del popolo venezuelano. Quindi spero che il Venezuela esca da questa situazione molto negativa".
Il Cardinale Jorge Liberato Urosa Savino, Arcivescovo Metropolita emerito di Caracas, era nato nella capitale venezuelana il 28 agosto 1942. Dopo aver compiuto gli studi primari e secondari presso il collegio «La Salle» di Tienda Honda, Caracas (1948-1959), ha frequentato il triennio filosofico nel Seminario interdiocesano di Caracas (1959-1962) e, per la Teologia, il «St. Augustine's Seminary» di Toronto, Canada, (1962-1965). A Roma, presso la Pontificia Università Gregoriana (1965-1971), ha conseguito la Laurea (1967) e il Dottorato in Teologia (1971). Aveva ricevuto l'ordinazione sacerdotale il 15 agosto 1967 e quella episcopale il 22 settembre 1982, creato Cardinale da Benedetto XVI nel Concistoro del 24 marzo 2006.
(CE) (Agenzia Fides 24/09/2021)
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AMERICA/PERU' - La Chiesa sempre disponibile alla collaborazione con lo Stato nei settori sociale, educativo e sanitario, per il bene comune
 
Lima (Agenzia Fides) - La presidenza della Conferenza Episcopale Peruviana il 22 settembre ha avuto un incontro con la presidente del Congresso della Repubblica, María del Carmen Alva Prieto, presso le strutture del Congresso della Repubblica. Durante l'incontro è stata ribadita la disponibilità della Chiesa ad aiutare e a collaborare con il Congresso in particolare nei settori sociale, educativo e sanitario del Paese. L'incontro si è svolto in un clima di fraternità, cordialità e amicizia sociale. La Chiesa peruviana prosegue così nella sua agenda di incontri con le diverse istanze del Congresso della Repubblica per contribuire alla costruzione del bene comune del Paese.
All'incontro erano presenti Monsignor Miguel Cabrejos Vidarte, Presidente della Conferenza Episcopale e Presidente del Consiglio episcopale latinoamericano (Celam); Monsignor Robert Prevost, Vescovo di Chiclayo e secondo Vicepresidente; Monsignor Norberto Strotmann, Vescovo di Chosica e segretario generale; padre Guillermo Inca, Vicesegretario della Conferenza Episcopale peruviana.
L'incontro è servito anche per calmare una certa tensione popolare creatasi a causa dei tanti commenti e dibattiti dopo la morte in carcere del capo di Sendero Luminoso, avvenuta pochi giorni fa. L'Arcivescovo di Lima, Monsignor Carlos Castillo, aveva celebrato una messa il 12 settembre con i principali responsabili del Gruppo Speciale dell'Intelligence Peruviana, nella Cattedrale di Lima, proprio nell'anniversario della storica cattura di Abimael Guzmán, leader del gruppo terroristico Sendero Luminoso.
Nell'omelia l’Arcivescovo aveva detto: “Se ora abbiamo la possibilità di una democrazia, anche con i suoi problemi, è perché Voi avete seminato quel seme di speranza per il Paese. Siete la forza che dobbiamo avere per continuare quel cammino di speranza che avete iniziato in una domenica come oggi. Facciamo ogni sforzo per essere semi di speranza ed essere un miracolo per il nostro popolo".
(CE) (Agenzia Fides 24/09/2021)
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AMERICA/COLOMBIA - La centralità del kerygma nell'azione evangelizzatrice della Chiesa: nell’Ottobre missionario inizia un corso on line
 
Bogotà (Agenzia Fides) - Con l'obiettivo di continuare nel modo migliore l’impegno di evangelizzazione in questi tempi di pandemia e post-pandemia, il Centro per l'Animazione Missionaria della Conferenza Episcopale della Colombia (CEC), ha organizzato un programma di formazione per evidenziare la centralità del kerygma cristiano in tutta l'azione evangelizzatrice della Chiesa. Come spiega nella nota pervenuta all’Agenzia Fides, Padre Ramiro Antonio López, direttore del Dipartimento di Animazione Missionaria della CEC, si tratta di 7 incontri virtuali che saranno offerti gratuitamente, attraverso la piattaforma Zoom, ogni martedì dal 5 ottobre al 16 novembre, alle ore 19.
"Il Kerigma è il contenuto fondamentale dell'evangelizzazione, è il primo annuncio che riceviamo - afferma il sacerdote -. Abbiamo visto la necessità di presentare questo Kerygma con una sfumatura missionaria, cioè molto testimoniale, esperienziale, con un linguaggio vicino che possa raggiungere tutto il popolo di Dio. Questo corso sarà focalizzato con una tinta molto marcata per la missione, per questo vogliamo iniziarlo nel mese di ottobre, dedicato alle missioni".
L'invito a partecipare è rivolto a laici, religiosi, religiose e anche sacerdoti che vogliono approfondire questo tema e che desiderano prepararsi meglio per continuare il cammino dell’ evangelizzazione. I temi fondamentali degli incontri sono: introduzione al Kerygma; l'amore di Dio; Dio ha mandato suo Figlio per salvarci; colui che crede sarà salvato; convertirsi e credere al Vangelo; i figli di Dio nascono solo dallo Spirito. (SL) (Agenzia Fides 24/09/2021)

domenica 13 dicembre 2020

III DOMENICA DI AVVENTO (ANNO B) - GAUDETE 13 dicembre

 

  


  III DOMENICA DI AVVENTO (ANNO B) - GAUDETE

Grado della Celebrazione: DOMENICA
Colore liturgico: Viola o Rosaceo

Antifona d'ingresso
Rallegratevi sempre nel Signore:
ve lo ripeto, rallegratevi,
il Signore è vicino. (Fil 4,4.5)

Non si dice il Gloria.

Colletta

O Dio, Padre degli umili e dei poveri,
che chiami tutti gli uomini
a condividere la pace e la gioia del tuo regno,
mostraci la tua benevolenza
e donaci un cuore puro e generoso,
per preparare la via al Salvatore che viene.
Egli è Dio, e vive e regna con te,
nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA (Is 61,1-2.10-11)
Gioisco pienamente nel Signore.

Dal libro del profeta Isaìa

Lo spirito del Signore Dio è su di me,
perché il Signore mi ha consacrato con l’unzione;
mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri,
a fasciare le piaghe dei cuori spezzati,
a proclamare la libertà degli schiavi,
la scarcerazione dei prigionieri,
a promulgare l’anno di grazia del Signore.
Io gioisco pienamente nel Signore,
la mia anima esulta nel mio Dio,
perché mi ha rivestito delle vesti della salvezza,
mi ha avvolto con il mantello della giustizia,
come uno sposo si mette il diadema
e come una sposa si adorna di gioielli.
Poiché, come la terra produce i suoi germogli
e come un giardino fa germogliare i suoi semi,
così il Signore Dio farà germogliare la giustizia
e la lode davanti a tutte le genti.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Lc 1)
Rit: La mia anima esulta nel mio Dio.

L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.

Ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia.

SECONDA LETTURA (1Ts 5,16-24)
Spirito, anima e corpo si conservino irreprensibili per la venuta del Signore.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési

Fratelli, siate sempre lieti, pregate ininterrottamente, in ogni cosa rendete grazie: questa infatti è volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi.
Non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie. Vagliate ogni cosa e tenete ciò che è buono. Astenetevi da ogni specie di male.
Il Dio della pace vi santifichi interamente, e tutta la vostra persona, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo. Degno di fede è colui che vi chiama: egli farà tutto questo!

Parola di Dio

Canto al Vangelo (Is 61,1)
Alleluia, alleluia.

Lo Spirito del Signore è sopra di me,
mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio.
Alleluia.

VANGELO (Gv 1,6-8.19-28)
In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa».
Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo».
Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

Parola del Signore

Preghiera dei fedeli
Fratelli e sorelle, mentre ci avviciniamo al Natale, preghiamo il Padre, perché ridesti in noi la gioia per la salvezza donataci da Gesù.
Preghiamo insieme e diciamo: Ridesta la nostra gioia, Signore!

1. Per la Chiesa di Dio: continui nel mondo la missione di Gesù di annunciare che Dio ama i poveri e gli affamati di giustizia, preghiamo.
2. Per i responsabili della vita economica nella società civile: Dio li aiuti a mettere al primo posto nel loro piani i poveri, gli emarginati, i senza tetto, preghiamo.
3. Per coloro che hanno il cuore spezzato, i prigionieri, gli oppressi: l'azione dei cristiani li aiuti a vincere le difficoltà della loro vita, preghiamo.
4. Per la nostra comunità: nei momenti difficili continui ad avere la serenità e la pace che nasce dalla certezza che Gesù ci ha donato la sua gioia, preghiamo.

O Padre, che hai mandato Gesù a salvarci dal peccato e dalla morte, aiuta tutti noi a ricevere con gioia il dono della salvezza, e ad essere segno del mondo della salvezza che Gesù ci ha conquistato a caro prezzo. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

Preghiera sulle offerte
Sempre si rinnovi, Signore,
l’offerta di questo sacrificio,
che attua il santo mistero da te istituito,
e con la sua divina potenza
renda efficace in noi l’opera della salvezza.
Per Cristo nostro Signore.

PREFAZIO DELL’AVVENTO II
L’attesa gioiosa del Cristo

È veramente cosa buona e giusta renderti grazie
e innalzare a te l’inno di benedizione e di lode,
Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore.
Egli fu annunziato da tutti i profeti,
la Vergine Madre l’attese e lo portò in grembo
con ineffabile amore,
Giovanni proclamò la sua venuta
e lo indicò presente nel mondo.
Lo stesso Signore,
che ci invita a preparare il suo Natale
ci trovi vigilanti nella preghiera, esultanti nella lode.
Per questo dono della tua benevolenza,
uniti agli angeli e ai santi,
con voce unanime
cantiamo l’inno della tua gloria: Santo...

lunedì 14 ottobre 2019

Agenzia Fides 14 ottobre 2019

AFRICA/CIAD - Mese Missionario Straordinario: “Nessuno di noi è giunto alla fede da solo o attraverso i propri sforzi” dice il Vescovo di Goré
 
N’Djamena (Agenzia Fides) - “Indicendo il Mese Missionario Straordinario, il Papa vuole dare a ciascuno di noi l'opportunità di rendersi conto che la nostra fede in Gesù Cristo manifestata nel battesimo è innanzitutto un dono di Dio per il quale ogni giorno dobbiamo ringraziarLo” ha affermato Sua Ecc. Mons. Martin Waingue Bani, Vescovo di Goré, nel sud del Ciad, nell’omelia di domenica 6 ottobre, nella quale si è celebrata l’apertura del Mese Missionario Straordinario Ottobre 2019.
“Nessuno di noi è giunto alla fede da solo o attraverso i propri sforzi” ha sottolineato Mons. Waingue Bani. “La fede nasce dall'ascolto della Parola di Dio e questa parola non può essere ascoltata se non c'è qualcuno che la annuncia. Ognuno di noi ha avuto nella sua vita una madre, un padre, un catechista, un prete, una suora, in breve una testimonianza del Vangelo che lo ha portato alla conoscenza di Gesù”. Pertanto, questo Mese Missionario deve essere anche un'opportunità per noi per ricordare tutti coloro che ci hanno portato il Vangelo, a partire dai primi missionari, i Padri Spiritani e Cappuccini, e tutte le congregazioni missionarie, maschi e femmine. Ognuno di loro ha contribuito con la propria pietra alla costruzione di questa Chiesa Famiglia di Dio qui a Doba, senza dimenticare i numerosi catechisti senza i quali Gesù Cristo non sarà annunciato nelle profondità dei nostri villaggi” ha ricordato il Vescovo.
Tutto questo è reso possibile dall’azione dello Spirito Santo ha aggiunto Mons. Waingue Bani: “È grazie all'azione dello Spirito Santo che possiamo credere e amare Gesù. Questo è il motivo per cui la nostra fede è un dono gratuito di Dio, al quale possiamo rivolgere la nostra lode quotidiana per tutti i suoi benefici. Ma come seme che riceviamo e seminiamo per produrre cibo per noi e per i nostri cari, così la fede ci spinge a raddoppiare i nostri sforzi per condividerli con i nostri fratelli e sorelle come una buona novella”.
“Sia che abbiamo scelto di seguire il Signore nel matrimonio o nella vita consacrata, siamo chiamati a testimoniare la nostra fede nella vita concreta di ogni giorno. In questo senso, essere battezzati o essere cristiani significa essere discepoli missionari, è assumersi la responsabilità e la sofferenza come dice San Paolo nell'annuncio del Vangelo” ha rimarcato il Vescovo.
Mons. Waingue Bani ricorda che “la prima missione cattolica in Ciad, prima a Kou Doholo e poi trasferita qui a Doba, è stata aperta sotto il patrocinio di Santa Teresa di Gesù Bambino. Ecco perché questa cattedrale che ci accoglie per la celebrazione di apertura di questo Mese Missionario Straordinario, porta il nome di Santa Teresa di Gesù Bambino perché è qui che è nata la prima comunità della nostra diocesi, una comunità che è il frutto di questo seme della Parola di Dio gettato nel terreno 90 anni fa dai primi missionari cattolici, i padri Spiritani francesi Heriau e Columbus. Tutto questo per dire che la prima forma di evangelizzazione è prima di tutto la testimonianza della vita di preghiera e carità”. (L.M.) (Agenzia Fides 14/10/2019)
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AFRICA - Mese Missionario Straordinario: la vera sfida è una missione di speranza per l’ Africa
 
Kara (Agenzia Fides) – “Restituire un posto di rilievo al messaggio di speranza che porta il Vangelo di Cristo è fondamentale per la missione in Africa. Cristo è venuto in mezzo a noi affinché avessimo vita in abbondanza”, dice all’Agenzia Fides padre Donald Zagore, teologo della Società per le Missioni Africane, in occasione della celebrazione del Mese Missionario Straordinario, in corso nel continente. “Sofferenza, disperazione, cultura della morte, stanno costantemente scalfendo la vita della nostra gente in Africa: è più che mai urgente portare loro il giusto conforto . L'africano ha bisogno di essere consolato nel suo essere. Il Vangelo di Cristo deve essere in grado di guarire i cuori feriti di un continente segnato da tanta sofferenza. L'Africa ha bisogno di missionari di speranza”, insite il teologo.
Padre Donald parla di “una speranza liberatrice, che immerge l'uomo africano in una dinamica di ‘emancipazione olistica’, che il suo completamento nella nascita di comunità di fede cristiane africane in grado di essere significative per l'intera società. Queste comunità di fede siano tenaci difensori di un’etica di convivenza, pace, unità e fraternità”.
“La speranza cristiana deve poter essere presentata all'uomo africano come una realtà non solo escatologica, ma una realtà di oggi, che sia tangibile e che l'uomo africano può toccare e contemplare quotidianamente. Una missione di speranza rimane la grande sfida per l'attività missionaria in Africa”, conclude p. Zagore.
(DZ/AP) (14/10/2019 Agenzia Fides)
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ASIA/INDIA - Leader politici e religiosi ricordano l'Arcivescovo di Shillong, deceduto negli Stati Uniti
 
Shillong (Agenzia Fides) - Condoglianze e espressioni di solidarietà e profonda gratitudine sono state espresse dal Primo ministro indiano, Narendra Modi, che ha guidato i leader politici e religiosi nel ricordare il 68enne Dominic Jala Sdb, Arcivescovo di Shillong, deceduto in un incidente d'auto in California (USA) il 10 ottobre. Intanto la comunità cattolica nello stato di Meghalaya (India Nord Orientale), dove era nato e dove svolgeva il suo ministero episcopale, è immersa nella preghiera.
L'Arcivescovo salesiano "sarà ricordato per il suo impeccabile servizio alla società e la passione per il progresso di Meghalaya. Possa la sua anima riposare in pace”, ha twittato il Primo ministro indiano il 12 ottobre, subito dopo la notizia della scomparsa del presule cattolico.
Secondo quanto riferito dalla polizia americana, l'incidente è avvenuto intorno alle 23,00, ora locale, del 10 ottobre quando l'Arcivescovo Jala era in viaggio in California insieme a p. Mathew Vellankal e a p. Joseph Parekkatt, due sacerdoti indiani impegnati nel servizio pastorale negli Stati Uniti. Padre Vellankal, che era alla guida dell'auto, e l'Arcivescovo Jala, che era sul sedile anteriore, sono morti sul colpo mentre l'altro prete ha subito gravi ferite ed è ricoverato in ospedale.
L'Arcivescovo, dopo aver preso parte alla "visita Ad limina" dei Vescovi dell'India nord-orientale in Vaticano, era andato negli Stati Uniti per partecipare a una riunione della Commissione Internazionale per la liturgia e per incontrare alcuni amici sacerdoti.
L'Arcivescovo era il primo prete della tribù Khasi, uno dei gruppi etnici di spicco di Meghalaya. Nello stato la notizia ha creato shock e commozione. In particolare i fedeli cattolici in tutta la regione hanno ricordato la vita e il contributo dell'Arcivescovo Jala alla società.
Sacerdoti e religiosi dell'Arcidiocesi di Shillong hanno dichiarato: “È davvero una triste notizia per tutti noi sapere che il nostro amato Arcivescovo è morto, lontano dalla sua terra natale, lontano da noi. Stiamo aspettando il ritorno dei suoi resti mortali. Successivamente, potremo organizzare le esequie. A partire da ora, invitiamo tutti a pregare per noi, a pregare per la nostra arcidiocesi e soprattutto a pregare per l'anima del caro Arcivescovo”.
Numerosi leader politici del Meghalaya, come il Primo Ministro dello stato, Conrad Sangma, hanno inviato messaggi di cordoglio e solidarietà.
Mons. John Moolachira, Arcivescovo di Guwahati e presidente del Consiglio dei Vescovi cattolici del Nordest dell'India, ha scritto: “Affidiamo la sua anima nelle mani del Creatore. Noi Vescovi cattolici dell'India nord-orientale siamo addolorati per la sua scomparsa. In questo momento di dolore ci rivolgiamo ed espriminiamo la nostra vicinanza spirituale a sacerdoti, a religiosi e a fedeli dell'Arcidiocesi di Shillong: preghiamo per l'eterno riposo dell'anima del defunto e per tutta l'arcidiocesi di Shillong". (SD) (Agenzia Fides 14/10/2019)
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ASIA/PAKISTAN - Diritti umani e libertà religiosa per un Pakistan tollerante e inclusivo
 
Karachi (Agenzia Fides) - E' necessario sviluppare una nuova cultura nazionale per rendere il Pakistan più tollerante e inclusivo per i seguaci di tutte le fedi: lo hanno hanno sottolineato gli attivisti della società civile partecipando a un seminario organizzato nei giorni scorsi a Karachi dal "Center for Social Justice" (CSJ) per discutere di libertà religiosa e diritti umani in Pakistan alla luce di vari aspetti legali.
Come appreso dall'Agenzia Fides, studenti, attivisti, membri di Ong, uomini politici e leader delle minoranze religiose hanno preso parte alla discussione, sottolineato la necessità di favorire l'armonia interreligiosa nel paese e rilevando gli ostacoli al rispetto dei diritti umani in Pakistan.
"Pur avendo numerose leggi nella Costituzione che garantiscono la libertà sociale, culturale e religiosa alle minoranze, l'adesione e il rispetto di quelle leggi restano limitati", ha affermato il direttore esecutivo del CSJ, il cattolico Peter Jacob. “In generale, la libertà religiosa è indiscussa a livello legale - ha rimarcato - ma bisognerebbe creare un'ampia narrativa nazionale per promuoverla realmente nella vita sociale in Pakistan".
Ha proseguito Jacob: “Abbiamo bisogno di un altro 'Paigham-e-Pakistan' (una dichiarazione pubblica da parte del governo, ndr), con tutte le parti interessate, compresa la società civile, le minoranze, le donne, gli educatori e gli studenti, per sviluppare questa narrazione. Alcuni dei problemi che affrontiamo sono il risultato di sfide di carattere religioso. È necessario sviluppare una voce consolidata per rendere il Pakistan più tollerante e inclusivo", ha affermato.
Mahnaz Rahman, donna leader della "Fondazione Aurat" ha ribadito: “Il fondatore del Pakistan, Ali Jinnah, sognava un paese in cui tutte le componenti società fossero incluse e con pari diritti. La religione è una scelta personale e dovrebbe essere rispettata ", ha detto, tracciando il concetto di "cittadinanza", come idea-chiave per a tutti, indipendentemente da status sociale, cultura, credo sono concessi medesimi diritti e uguale voce, senza discriminazioni.
Il fondatore della "Commissione interreligiosa per la pace e l'armonia", presente al seminario, il leader islamico Allama Muhammad Ahsan Naqvi ha ribadito il desiderio di "unità con i nostri fratelli indù e cristiani", aggiungendo di essere "in prima linea per salvaguardare i loro diritti". E ha detto. "È fondamentale che ognuno di noi faccia la sua parte per la prosperità del Paese, espellendo quanti seminano odio per dividerci".
I presenti, come il prof. Riaz Shaikh, docente all'Università del Punjab, hanno ricordato l'importanza dell'articolo 20 della Costituzione del Pakistan, che tratta dei diritti dei cittadini pakistani, affermando che "un modello inclusivo è indispensabile per portare il paese fuori dall'oscurità".
“L'autocritica è vitale per affrontare il problema. Ci deve essere un motivo per cui, dalla fondazione del Pakistan, il numero di non-musulmani si è ridotto dal 25-30% a un mero 3%", ha detto. “Bisogna riconoscere che religione è stata usata nella nostra società come strumento per risolvere le controversie e ottenere benefici. L'intolleranza è divenuta diventando un problema enorme, difficile da affrontare".
Gli esponenti della minoranze religiose, indù e cristiani, hanno ribadito di "sentirsi pienamente pakistani, di essere attaccati alla madrepatria" e di "voler essere accettati come pakistani perché questo paese è la nostra casa”. (PA) (Agenzia Fides 14/10/2019)
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AMERICA/BOLIVIA - I Vescovi chiedono “elezioni limpide per una democrazia autentica”
 
La Paz (Agenzia Fides) – “Stiamo andando a queste elezioni in un clima di sfiducia, per paura di una possibile manipolazione del processo elettorale. Questa situazione ci spinge a chiedere che tutti gli elettori vadano alle urne, per esercitare il loro dovere e il loro diritto, senza alcuna pressione, politica, sociale o economica”. Lo affermano i Vescovi della Bolivia in un comunicato dal titolo “Elezioni limpide per una democrazia autentica”, pubblicato in vista delle elezioni che si terranno il 20 ottobre, per eleggere il Presidente, il Vicepresidente, 130 deputati e 36 senatori per il quinquennio 2020-2025.
La Conferenza episcopale ricorda ai cittadini di votare “con una chiara consapevolezza delle reali esigenze del nostro Paese, dei suoi problemi, delle sue potenzialità e scegliere il partito che ha presentato proposte concrete e realizzabili nel quadro del bene comune e dei valori democratici di libertà, giustizia e pari dignità di ogni boliviano”. Dal momento che le elezioni sono alla base del sistema democratico e si fondano sul rispetto del voto individale, “devono essere svolte in modo trasparente e sotto lo stretto controllo di osservatori internazionali, giurie elettorali, partiti politici e degli stessi elettori, in modo che il risultato delle urne sia rigorosamente accolto, nel rispetto della decisione sovrana del popolo boliviano”.
Il messaggio dei Vescovi sottolinea il diritto di ognuno ad avere “informazioni obiettive e veritiere”, confidando che i media seguano da vicino l'intero processo elettorale, non esitando “a denunciare eventuali fatti irregolari e fraudolenti”. Infine invitano alla preghiera: “L'importanza trascendentale di questo momento ci spinge a pregare il Dio della vita e della verità, in modo che tutti i cittadini e le autorità, attraverso elezioni trasparenti e pacifiche, contribuiscano a costruire una Bolivia più democratica e una vera casa per tutti”.
Secondo le informazioni raccolte da Fides, la Bolivia è stata il paese sudamericano che ha registrato la maggiore crescita economica negli ultimi anni, nonostante il contesto di debolezza regionale, grazie soprattutto agli investimenti pubblici e al rafforzamento della domanda interna. A livello politico si registra confusione e malcontento, in quanto è ancora alto il numero dei poveri e degli abusi di potere. (SL) (Agenzia Fides 14/10/2019)
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AMERICA/MESSICO - Due milioni di fedeli al pellegrinaggio della Vergine di Zapopan
 
Jalisco (Agenzia Fides) – La fede cattolica dei messicani si è espressa pubblicamente il 12 ottobre, nel tradizionale pellegrinaggio della Vergine di Zapopan, in Messico. Quasi due milioni di fedeli hanno accompagnarono "La Generala", al suo ritorno nella Basilica come accade ogni anno da quasi 300 anni. Il pellegrinaggio percorre poco più di nove chilometri, durante il quale i fedeli pregano il rosario, cantano e acclamano la Vergine. I Cardinali Francisco Robles Ortega, Arcivescovo di Guadalajara, e Juan Sandoval Iñiguez, Arcivescovo emerito della stessa circoscrizione ecclesiastica, hanno accompagnato i fedeli.
All’inizio e al termine del pellegrinaggio, i Porporati hanno commentato la realtà del popolo messicano, che mostra il suo rifiuto dell'aborto e il suo sostegno alla vita dal momento del concepimento. Il Cardinale Sandoval Iñiguez ha sottolineato che quando i cattolici non sono coerenti con la loro fede, allora le autorità federali agiscono in un certo modo contro la libertà e la famiglia.
Nella messa di benvenuto alla Vergine a Zapopan, il Cardinale Francisco Robles, ha affermato che il diritto fondamentale di ogni persona è quello alla vita. “Le ideologie vogliono imporre il loro programma sulla società e pian piano stanno minando le coscienze, al punto che fanno sembrare buono qualcosa che non lo è, finendo per confondere ed erodere valori e paradossalmente, proprio i diritti più elementari come la vita e la libertà di coscienza" he detto.
Il Cardinale Robles Ortega ha sottolineato che non si può parlare di una "rifondazione di Jalisco" senza la Vergine Maria, facendo riferimento al programma del governo statale: "Una rifondazione di Jalisco non può rinunciare alle sue radici, non può rinunciare alla sua storia centenaria, non può essere rifondata al di fuori di Gesù Cristo, della Vergine Maria e dei valori del suo regno di giustizia, pace, amore, solidarietà e fraternità".
Infine l’Arcivescovo di Guadajara ha parlato del Mese Missionario e del suo rapporto con Maria, in quanto "l'immagine (della Vergine di Zapopan) è portatrice di Dio". Quindi ha messo in evidenza la stretta relazione della Vergine Maria con la Chiesa, "modello di virtù per l'intera comunità degli eletti”. “I Vescovi ad Aparecida ci ricordano che, nel mistero di Maria, come lei e seguendo il suo esempio, la Chiesa trova la sua identità e la sua missione di madre, discepola, missionaria e di servizio”.
(CE) (Agenzia Fides, 14/10/2019)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

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