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domenica 5 luglio 2015

Bollettino Fides News del 4 luglio 2015

EUROPA/POLONIA - La Scuola degli Animatori Missionari: luogo di formazione missionaria per religiosi e laici
Varsavia (Agenzia Fides) - Si sono conclusi ieri, 3 luglio, i lavori della “Scuola degli Animatori Missionari”, organizzata dalle Pontificie Opere Missionarie (POM) della Polonia, ospitati presso il Centro di Formazione Missionaria di Varsavia dal 29 giugno. Secondo le notizie inviate all’Agenzia Fides, quest'anno i partecipanti, provenienti da 22 diocesi polacche, sono stati 52 (1 sacerdote, 3 religiosi, 14 seminaristi e 34 laici). L'obiettivo della scuola è quello di presentare le conoscenze di base sulla missione, sulle Pontificie Opere Missionarie e sull’animazione missionaria.
Il programma della Scuola è vario, e prevede la Messa quotidiana, l'adorazione del Santissimo Sacramento, conferenze, gruppi di lavoro, visita ad un museo missionario. Quest’anno c'è stato il tempo anche per fare il punto sul IV Congresso Missionario Nazionale che si è appena tenuto a Varsavia dal 12 al 14 giugno, promosso dalla Commissione Episcopale per le Missioni e dalle Pontificie Opere Missionarie sul tema "Gioia del Vangelo fonte di slancio missionario" (vedi Fides 18/6/2015).
Inoltre si è parlato della preparazione alla beatificazione dei due missionari polacchi Francescani Conventuali, padre Zbigniew Strzalkowski e padre Michal Tomaszek, noti come “i martiri di Pariacoto” dalla località peruviana dove furono uccisi, che saranno beatificati il 5 dicembre 2015.
In 18 anni di attività, circa un migliaio di persone, sacerdoti, religiosi e laici, si sono formate alla Scuola degli Animatori Missionari, e la maggior parte di loro è tuttora impegnata al servizio dell’opera missionaria della Chiesa. (SL) (Agenzia Fides 04/07/2015)
AFRICA/SIERRA LEONE - Ebola: “in Sierra Leone la situazione è peggiore della Liberia” racconta un missionario appena rientrato
Roma (Agenzia Fides) - “Purtroppo non sembra esserci fine a questa tragedia. In Sierra Leone la situazione ebola è peggio che in Liberia” riferisce all’Agenzia Fides fr. Luca Perletti, Camilliano (MI), appena rientrato dalla Sierra Leone. “Dopo una pausa registrata verso maggio – racconta il missionario -, in cui i casi erano scesi a zero, a 7/8 giorni di distanza c’è stata una ripresa del virus, con una media di 2/3 contagi al giorno in particolare in 3 zone del Paese: Freetown, Kambia e Port Loko. Le motivazioni della recrudescenza sono molteplici e varie - continua il religioso Camilliano -. La popolazione tende a scappare dalla quarantena, non rispettando per inconsapevolezza le indicazioni sanitarie. Le fughe, in particolare, avvengono dalle case poste in quarantena, con la conseguente ripresa della diffusione del virus che rimane incontrollata. La gente sembra non capire o non accettare gli effetti che questa ‘leggerezza’ ha sulla sanità pubblica”. Un altro aspe tto importante da considerare è quello culturale, sottolinea fr. Luca: “ci sono troppi miti ancora da sfatare, le persone fanno fatica ad assimilare la comunicazione scientifica, soffrono di una sorta di disistima e mancanza di fiducia verso il loro sistema sanitario, che temono possa essere addirittura la causa diretta di questa situazione.” (LP/AP) (4/7/2015 Agenzia Fides)
AFRICA/EGITTO - Aumentate le misure di protezione intorno al Patriarca Tawadros II
Il Cairo (Egitto) – Le forze di sicurezza egiziane, dopo l'atttentato che è costato la vita al Procuratore generale Hisham Barakat, hanno aumentato le misure di protezione intorno a leader politici, istituzionali e religiosi nazionali, compreso il Patriarca copto ortodosso Tawadros II. Lo rendono noto gli organi d'informazione legati alla comunità copta. Il Primate della Chiesa copta continua in ogni caso a svolgere il proprio ministero pastorale, che in questo fine settimana prevede una visita ad Alessandria con un programma fitto di incontri con le comunità locali.
Nei giorni scorsi, indiscrezioni giornalistiche avevano fatto allusione a possibili attentati preparati da non meglio precisati “gruppi terroristici” per eliminare il Patriarca copto ortodosso.
Già nell'estate 2013, per motivi di sicurezza, Papa Tawadros aveva dovuto sospendere le sue tradizionali catechesi del mercoledì. Il suo nome figurava in cima a una lista di alcune decine di persone «da eliminare» fatta trovare nell’agosto di quell’anno in una busta anonima dentro una moschea del Cairo. (GV) (Agenzia Fides 4/7/2015).
ASIA/LIBANO - Proposto un sondaggio tra i cristiani per il candidato alla presidenza; le perplessità del Patriarca Rai
Beirut (Agenzia Fides) – La proposta di un sondaggio tra i cristiani libanesi per individuare quale politico maronita avrebbe più sostegno popolare come candidato alla carica di Presidente della repubblica non convince del tutto il Patriarca maronita Boutros Bechara Rai. Secondo il Primate della Chiesa maronita, tale eventuale sondaggio non rientra nelle procedure contemplate dalla Costituzione, e per essere realizzato dovrebbe ottenere l'approvazione previa di tutti i legislatori cristiani. In un intervento comparso sui media libanesi oggi, 4 luglio, il Patriarca Rai ha riferito di aver comunicato ai rappresentanti delle formazioni politiche cristiane appartenenti a diversi schieramenti la sua disponibilità a ricevere, presso la sede patriarcale di Bkerkè, tutti i rappresentanti cristiani del Parlamento, allo scopo di valutare insieme la proposta del sondaggio.
Secondo le indiscrezioni circolanti sulla stampa libanese, l'idea di un sondaggio preliminare per individuare il candidato alla carica presidenziale più gradito tra i cristiani sarebbe appoggiata sia dal Movimento Patriottico Libero che dalle Forze Libanesi, le due formazioni politiche cristiane più influenti, appartenenti a coalizioni contrapposte.
Il complesso sistema istituzionale libanese riserva la carica di Presidente della Repubblica a un cristiano maronita. La carica presidenziale è vacante da più di un anno, a causa soprattutto dei veti incrociati che impediscono alle formazioni politiche cristiane appartenenti a opposti schieramenti di trovare convergenze su un candidato comune. (GV) (Agenzia Fides 4/7/2015).
ASIA/FILIPPINE - Bambini che rovistano tra la spazzatura, nelle acque putride dei fiumi
Manila (Agenzia Fides) – Le condizioni di povertà estrema nella quale vivono molti filippini, costringe migliaia di bambini a rovistare per ore tra la spazzature che sommerge le acque dei fiumi con la speranza di trovare qualcosa da vendere. Di recente sono state rese note alcune immagini scioccanti nelle quali i piccoli cercano di tenersi a galla nuotando tra la spazzatura. Altri si tengono in equilibro su zattere di fortuna o barche improvvisate mentre raccolgono materiale riciclabile dalla spazzatura che galleggia nelle acque contaminate. Si tratta solo di alcuni delle migliaia di piccoli filippini che rischiano la vita nelle acque putride per sopravvivere. La miseria è tanta che sono costretti a passare le giornate frugando tra i rifiuti nell’acqua inquinata con la speranza di trovare qualcosa da vendere ai rigattieri che li pagano solo 3 dollari al giorno e che dopo rivendono tutto alle grosse industrie di riciclaggio. Alcune organizzazioni umanitarie hanno dichi arato che questi bambini sono esposti a infezioni respiratorie, polmonite, diarrea e tubercolosi. Le Filippine sono state uno dei primi Paesi a far fronte all’aumento di rifiuti causati dall’urbanizzazione. (AP) (4/07/2015)
ASIA/CINA - Il Festival culturale della parrocchia dei Santi Pietro e Paolo nel segno dell’evangelizzazione
Pechino (Agenzia Fides) – Una mostra di arte sacra, un concerto di musica sacra, visite mediche gratuite per tutti, lo stand gastronomico e tante altre iniziative hanno contraddistinto la V edizione del Festival culturale organizzato il 29 giugno dalla parrocchia di Bao Ding, nella diocesi di Bao Ding, dedicata ai Santi Pietro e Paolo. La partecipazione di cattolici e non cattolici è stata numerosa, come anche la presenza di tantissimi studenti e immigrati stranieri che vivono nella città. Da 5 anni consecutivi la parrocchia celebra questo Festival nel segno dell’evangelizzazione, ponendosi sulla scia degli Apostoli Pietro e Paolo.
Secondo le informazioni pervenute all’Agenzia Fides, medici, artisti, volontari della parrocchia si sono mobilitati per l’accoglienza e per trasformare ogni incontro in occasione di evangelizzazione nella carità, seguendo l’esempio dei Santi Patroni della parrocchia. Dopo la Messa solenne è stato aperto il Festival. Il Parroco ha incoraggiato tutti a “imparare a conoscere la Sacra Scrittura, a cantare l’inno della gloria, a compiere opere buone, a diffondere il Vangelo” per imitare così San Pietro e San Paolo. Tutte le realtà parrocchiali hanno dato il loro contributo per rendere il Festival come “una finestra” per far conoscere la Chiesa: dai bambini del corso di catechismo al gruppo caritas, dal coro parrocchiale al coro degli anziani, il Gruppo di S. Anna e il Gruppo dei Giovani, volontari e singoli fedeli.
(NZ) (Agenzia Fides 2015/07/04)
AMERICA/ARGENTINA - In marcia per il diritto alla vita ed al rispetto dei diritti umani fondamentali
Buenos Aires (Agenzia Fides) – Una serie di manifestazioni, a Buenos Aires e in contemporanea in numerose altre città argentine, si sono svolte la sera di giovedì 2 luglio. I manifestanti portavano cartelli e striscioni con le scritte "Dico sì alla vita", "La vita è sacra" e "La donna incinta ha bisogno di sostegno, non di un aborto", protestando per le modifiche apportate al disegno di legge sull’aborto che, secondo i Vescovi, può portare alla legalizzazione della pratica.
La marcia, che secondo le informazioni raccolte dall’Agenzia Fides in alcune province ha avuto il sostegno esplicito dei Vescovi, aveva l'obiettivo di chiedere ai legislatori "il rispetto del diritto alla vita, dal concepimento alla morte naturale, e del matrimonio come unione tra un uomo e una donna".
Secondo il Comitato esecutivo della Conferenza Episcopale Argentina, il nuovo "Protocollo per la cura globale delle persone con il diritto all'aborto legale" del Ministero della Salute, “prevede una modifica sostanziale rispetto al testo precedente, di eliminare cioè il concetto di aborti non punibili sostituendolo con 'diritto all'aborto legale'. Questa terminologia elude la realtà giuridica secondo cui non esiste nel nostro Paese un ‘aborto legale’ né un ‘diritto all'aborto’.”
I Vescovi sottolineano inoltre che in un'epoca come quella attuale, in cui si enfatizza il rispetto della natura e della vita in tutte le sue dimensioni, il Governo stesso in questo modo viola deliberateamente “la vita umana più vulnerabile e i diritti umani fondamentali”. Così le autorità nazionali "obbligano a spingere per l'aborto", invece di proporre iniziative per “salvare la vita della madre e del bambino, e di cercare le opzioni veramente terapeutiche e alternative". (SL) (Agenzia Fides 04/07/2015)

sabato 4 luglio 2015

Bollettino Fides News di Venerdì 3 luglio 2015

AFRICA/NIGERIA - “Boko Haram vuole punire i musulmani che si ribellano alla loro violenza” dice un sacerdote da Abuja
Abuja (Agenzia Fides) - “Questi terribili attentati contro la comunità musulmana sono segnali di debolezza e non di forza” dice all’Agenzia Fides p. Patrick Tor Alumuku, Direttore delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi di Abuja, capitale della Nigeria, dove in due violenti attacchi di Boko Haram nel nord est sono morte 145 persone di fede musulmana. L’attacco più feroce è avvenuto nel villaggio di Kukawa, vicino al lago Ciad. Secondo quanto riportano i testimoni, una cinquantina di uomini hanno aperto il fuoco sui fedeli riuniti in preghiera in una moschea del villaggio, in pieno Ramadam. Sono 97 i morti, tra cui donne e bambini.
“Il nuovo Presidente, Muhammadu Buhari, un musulmano fervente, è deciso a sconfiggere Boko Haram. Buhari appare maggiormente deciso del Presidente precedente, che era un cristiano, nel combattere Boko Haram” sottolinea p. Patrick. “I provvedimenti adottati dal Capo dello Stato hanno messo in serie difficoltà la setta islamista. Per esempio il trasferimento del comando delle operazioni militari contro Boko Haram dalla capitale federale, Abuja, a Maiduguri, capitale dello Stato di Borno, il feudo della setta, è visto da Boko Haram come una sfida non accettabile”.
“Tutto questo - prosegue il sacerdote - sta mettendo in difficoltà Boko Haram, tanto più che nella comunità musulmana si stanno levando diverse voci che denunciano le atrocità commesse dagli islamisti”.
“Di fronte alla ribellione delle comunità musulmane, Boko Haram ha deciso di punirle, perché nella loro ideologia o sei con loro o sei contro di loro. Ma questo alla fine è un segnale di debolezza e non di forza” conclude p. Patrick. (L.M.) (Agenzia Fides 3/7/2015)
AFRICA/LESOTHO - Il Sudafrica preoccupato per la situazione “esplosiva” in Lesotho
Maseru (Agenzia Fides) - Preoccupazione in Sudafrica per la situazione definita “esplosiva” in Lesotho, dopo l’uccisione, la scorsa settimana, dell’ex Capo di Stato Maggiore, il generale Maaparankoe Mahao, che secondo i familiari è stato assassinato da uomini che indossavano uniformi militari e guidavano veicoli dell’esercito. La dirigenza sudafricana ha inviato il Vice Presidente Cyril Ramaphosa per cercare di mediare tra le diverse fazioni che si disputano il controllo del Paese, completamente circondato dal Sudafrica.
Nel settembre 2014 un tentativo di golpe aveva gettato il Lesotho nel caos (vedi Fides 8/9/2014). Le elezioni tenutesi a marzo erano state però definite dagli osservatori libere e trasparenti (vedi Fides 9/3/2015). Il Sudafrica teme un’ondata di profughi se la situazione nel Paese vicino dovesse precipitare, aggravando le tensioni xenofobe registratesi negli ultimi mesi (vedi Fides 17/4/2015). (L.M.) (Agenzia Fides 3/7/2015)
AFRICA/LIBERIA - Torna l’incubo ebola: 3 nuovi casi
Nedowein (Agenzia Fides) - La Liberia, dichiarata “Ebola-free” lo scorso 9 maggio dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), è ripiombata nell’incubo di una nuova epidemia. Tre nuovi casi si sono verificati tutti nello stesso villaggio, Nedowein, che si trova 40 km a sud dalla capitale Monrovia. Dopo oltre 7 settimane (vedi Fides 11/5/2015) un ragazzo di 17 anni, ammalatosi il 21 giugno e morto il 28 per quella che si pensava fosse malaria, era in realtà positivo all’ebola. Il 1 luglio la conferma, da parte del ministro della Sanità locale, di un secondo caso e oggi, 3 luglio, di un terzo. Entrambi i contagiati sono stati trasferiti in un centro di cura a Monrovia. Inoltre, sono state identificate 102 persone venute a contatto con il ragazzo morto, e 14 operatori sanitari sono ora sotto osservazione. Al momento non ci sono altri casi probabili o sospetti e non si conosce l’origine del contagio. Dopo la morte del ragazzo, le autorità liberiane hanno messo in quara ntena l’area.
Secondo l’ultimo rapporto dell’Oms, che si riferisce al 28 giugno, l’epidemia di ebola in Liberia, Sierra Leone e Guinea, ha provocato finora 27.514 casi e 11.120 morti. Il maggior numero è stato registrato in Sierra Leone (13.119), mentre il record di decessi in Liberia (4.806). (AP) (3/7/2015 Agenzia Fides)
ASIA/GIORDANIA - L'Onu diminuisce gli aiuti ai rifugiati siriani. Il Direttore di Caritas Jordan: le grandi potenze hanno creato la catastrofe, e ora se ne lavano le mani
Amman (Agenzia Fides) – I fondi dell'Onu per i profughi siriani stanziati in Giordania stanno per essere tagliati, e presto 450mila di loro potrebbero essere ridotti alla fame, con conseguenze devastanti anche per la stabilità del Regno Hascemita. L'allarme viene lanciato in queste ore da Wael Suleiman, direttore generale di Caritas Jordan. “Il World Food Program dell'Onu - riferisce Suleiman all'Agenzia Fides - ha avvertito da una settimana che, per mancanza di risorse, interromperà l'invio di fondi per i profughi siriani, già diminuiti in percentuale dal mese scorso. Ieri sui media giordani c'era la notizia che, se non arriveranno più i soldi dell'Onu, si interromperà la distribuzione di cibo per 450mila persone. Che così saranno costrette a rubare, se vogliono sopravvivere”.
I profughi siriani presenti sul territorio giordano sono attualmente un milione e 400mila, di cui solo 650mila registrati presso gli uffici dell'Onu. “Questa catastrofe - sottolinea Suleiman, in riferimento alla ventilata sospensione degli aiuti internazionali - è anche un effetto delle politiche e degli sconsiderati interventi militari realizzati in Medio Oriente delle Potenze straniere. Adesso, dopo aver contribuito a creare il disastro, se ne lavano le mani anche dal punto di vista delle emergenze umanitarie. E' evidente a tutti che solo una grande conferenza di pace potrebbe avviare processi di ricostruzione per provare a uscire da questa situazione, insostenibile anche dal punto di vista economico. Ma evidentemente c'è chi ha interesse a perpetuare questo caos. I soldi non ci sono per dar da mangiare ai profughi, ma si trovano sempre soltanto per costruire, vendere e comprare le armi”. (GV) (Agenzia Fides 3/7/2015).
ASIA/IRAQ - Conclusa la conferenza di fondazione della Lega caldea
Erbil (Agenzia Fides) – Si chiama Safah Sabah Hindi ed è un caldeo iracheno emigrato in Svizzera, il primo Presidente eletto della Lega Caldea, l'organizzazione - fortemente voluta dal Patriarca caldeo Louis Raphael I – che ha celebrato dal primo al 3 luglio a Erbil la sua conferenza di fondazione (vedi Fides 1/7/2015). Alla riunione, oltre al Patriarca, hanno preso parte anche Vescovi, sacerdoti e laici caldei provenienti dall'Iraq e dalle comunità caldee della diaspora, sparse in tutto il mondo. Durante le giornate della conferenza – si legge nel comunicato finale pervenuto all'Agenzia Fides – si è svolto un dibattito vivace e democratico che ha portato alla modifica di molti passaggi delle bozze degli statuti, e sono stati eletti per votazione – oltre al Presidente – altri 11 membri del Consiglio direttivo, destinato a durare in carica per un anno.
Le modifiche apportate alle bozze degli statuti hanno accentuato le venature identitarie e “nazionaliste” della Lega Caldea. Anche nel comunicato finale della conferenza si sottolinea la necessità di salvaguardare e promuovere in tutti i modi – compresi convegni, corsi di lingua e iniziative culturali – l'identità caldea, presentata come primordiale fattore di civilizzazione della regione mesopotamica. La vocazione primaria della Lega Caldea – viene ribadito nel comunicato finale del convegno – sarà quella di “custodire i nostri diritti sociali politici e culturali”, senza che la rivendicazione di tali diritti diventi appannaggio esclusivo di singole sigle partitiche. (GV) (Agenzia Fides 3/7/2015).
ASIA/MALAYSIA - L’Evangelii Gaudium in lingua bahasha
Kuala Lumpur (Agenzia Fides) – L’Esortazione apostolica di Papa Francesco “Evangelii Gaudium” sarà tradotta in bahasha, la lingua indigena parlata dalla maggioranza della popolazione di Malaysia e Indonesia. Come appreso dall’Agenzia Fides, il progetto è curato dalle Pontificie Opere Missionarie (POM) in Malaysia, in particolare come ausilio per i catechisti, ma anche per tutti i fedeli che vorranno beneficiarne. Il testo tradotto sarà infatti distribuito gratuitamente a parrocchie e comunità.
Il documento viene ritenuto fondamentale per un corretto approccio all’evangelizzazione oggi, come è stato detto in un recente incontro dei Direttori diocesani delle POM di Malaysia, Singapore e Brunei, tenutosi a Miri (in Malaysia) e guidato dall’Arcivescovo John Wong. I presenti hanno riflettuto sul messaggio del Papa per la Giornata Missionaria mondiale del 2015 e condiviso le proprie esperienze. I Direttori delle POM, approvando il progetto dell’Evangelii Gaudium in bahasha, hanno ribadito il bisogno della formazione permanente dei fedeli, in particolare dei bambini, incoraggiati a pregare e diventare “piccoli missionari”. Per questo tra i vari progetti delle POM c’è anche quello di ristampare la Bibbia dei ragazzi, da distribuire soprattutto alle famiglie povere e bisognose. (PA) (Agenzia Fides 3/7/2015)
ASIA/INDIA - Cento anni di missione nei mass-media per le Figlie di San Paolo
Nagpur (Agenzia Fides) – Festeggiano cento anni di missione e di annuncio del Vangelo nel mondo dei mass media le Figlie di San Paolo: come appreso da Fides, il 29 giugno hanno celebrato il centenario della loro fondazione con una santa messa di ringraziamento nella cattedrale di Nagpur, nello stato indiano di Maharashtra.
La Congregazione delle Figlie di San Paolo è una realtà fiorente in India, con 168 religiose attive che vivono in 15 comunità, sparse in 12 diocesi, in 11 stati dell’India. Inoltre le suore si sono dedicate, secondo il loro carisma, anche alla missione ad gentes: 17 suore indiane rendono servizi al di fuori dell'India, e vivono attualmente in paesi africani, in Europa (Repubblica Ceca, Italia, Spagna), in America Latina (Bolivia, Perù) e anche in Australia.
L’Eucarestia a Nagpur è stata celebrata dall’Arcivescovo Abramo Viruthakulnagara, alla presenza di numerosi sacerdoti, religiosi e fedeli. “Le Figlie di San Paolo – ha detto nell’omelia – predicano Gesù Cristo e vanno fino agli estremi confini della terra per annunciare la Buona Novella, come dovremmo essere tutti noi: siamo tutti unti dallo Spirito Santo, inviati in missione pe l’annuncio del Vangelo”.
L’Arcivescovo ha ricordato il Fondatore, il beato Don Giacomo Alberione, che ha avuto l’intuizione di annunciare Gesù “non solo in modo tradizionale, ma con qualsiasi mezzo, anche con i moderni mezzi di comunicazioni sociale”. E ha ringraziato per la presenza delle suore in India, che “vivono una vita nella luce di Cristo e nella continua conversione”. Le suore Figlie di San Paolo sono presenti in oltre 53 paesi nei cinque continenti. (PA) (Agenzia Fides 3/7/2015)
AMERICA/HAITI - Manifestazione per una proroga agli haitiani che rischiano l’espulsione dalla Repubblica Dominicana
Ouanaminthe (Agenzia Fides) – Una folla di fedeli cattolici e numerosi cittadini di Ouanaminthe, piccolo centro abitato a nord-est di Haiti, alla frontiera con la Repubblica Dominicana, hanno partecipato ad una marcia di solidarietà con gli haitiani che, secondo la recente legge sull’immigrazione, essendo privi di documenti saranno a breve espulsi dalla Repubblica Dominicana (vedi Fides 23/6/2015).
Secondo le informazioni inviate all’Agenzia Fides, alla manifestazione, che si è svolta martedì 30 giugno, ha preso parte un folto gruppo di persone, molti indossando gli abiti locali. Hanno portato la bandiera nazionale, suonato musica e cantato inni religiosi che invocavano la pace. Presenti anche diverse organizzazioni, tra cui quella per i diritti umani e il Servizio dei Gesuiti per i Migranti. Il Vescovo della diocesi di Fort-Liberté (Haiti), Sua Ecc. Mons. Alphonse Quesnel, S.M.M., i sacerdoti della chiesa di Nostra Signora dell'Assunzione di Ouanaminthe e i fedeli della parrocchia di Cristo Re, erano in testa al corteo.
La folla ha attraversato la strada statale n. 6, passando per il Consolato dominicano a Ouanaminthe, dove il Vescovo ha letto un messaggio in lingua spagnola, prima di raggiungere il confine tra i due paesi. Mons. Quesnel ha chiesto ai cattolici delle province di Dajabón e Montecristi di mostrare solidarietà ai migranti haitiani. “Questa marcia ha anche lo scopo di protestare contro i maltrattamenti ai migranti haitiani e dominicani di origine haitiana” ha detto il Vescovo, chiedendo alle autorità dominicane di trattare gli haitiani con dignità.
"Con le espulsioni di massa degli haitiani dal suo territorio, il governo dominicano non fa che tagliare il ramo su cui è seduto” ha detto il Vescovo, considerando il contributo dei migranti haitiani allo sviluppo della Repubblica Dominicana.
Mons. Quesnel ha chiesto al tempo stesso di prorogare il termine del 6 luglio 2015, concesso dalle autorità dominicane a coloro che vogliono lasciare volontariamente Santo Domingo, e la garanzia che non ci sarà nessun rimpatrio in questo momento.
(CE) (Agenzia Fides, 03/07/2015)
AMERICA/HONDURAS - I Vescovi: “Partecipare tutti al dialogo per la pace sociale, chiunque lo convochi”
Tegucigalpa (Agenzia Fides) – Il Presidente dell’Honduras, Juan Orlando Hernández, ha incontrato diversi Vescovi che hanno offerto il loro sostegno al dialogo nazionale, come ha reso noto il Palazzo del Governo in un comunicato pervenuto a Fides. Lo stesso bollettino del Palazzo del Governo ha precisato che il Vescovo ausiliare dell'arcidiocesi di Tegucigalpa, Sua Ecc. Mons. Juan José Pineda, ha invitato tutti i settori della società ad unirsi al dialogo, accogliendo l’invito del Presidente Hernández.
La Chiesa cattolica, secondo quanto ha detto ai giornalisti Mons. Pineda, che è Presidente della Commissione giuridica della Conferenza episcopale honduregna, si è anche offerta di fornire dei moderatori per il dialogo, per assicurare maggiore democrazia e trasparenza. Il paese latinoamericano vive momenti difficili soprattutto per due gravi problemi: la violenza e la corruzione.
Mons. Pineda ha sottolineato che "a prescindere che sia il Presidente della Repubblica a convocare il dialogo o chiunque altro, si tratta di una cosa importante, perché è l'unico modo per riuscire a chiarire disaccordi o divergenze". Quindi ha ribadito: "Non solo è un invito che faccio a tutti gli honduregni che hanno responsabilità in questo paese, per poter andare avanti, ma dobbiamo comunque partecipare a qualsiasi iniziativa di dialogo, chiunque la convochi". Ha poi osservato che si tratta di "un'iniziativa giusta, perché sono tutti i settori a partecipare, compresi i Vescovi dell'Honduras, che saranno presenti".
La Conferenza Episcopale dell'Honduras si è pronunciata ieri, 2 luglio, a sostegno delle decine di migliaia di manifestanti che hanno protestato contro la corruzione, in una lettera pastorale in cui propongono un "dialogo per la pace sociale", “per un Honduras migliore”.
(CE) (Agenzia Fides, 03/07/2015)
AMERICA/PERU - L’infanzia perduta nelle piantagioni di caffè
Lima (Agenzia Fides) – Il 25% della popolazione del Perù, ossia 7 milioni e 700 mila persone, vive in condizioni di povertà, prevalentemente nelle zone rurali. Un milione di persone vive in condizioni di estrema povertà con meno di un dollaro al giorno. Per aiutare le famiglie, migliaia di bambini sono impegnati tutto il giorno in attività lavorative di ogni genere, pregiudicando così il loro futuro. Nel dipartimento di Pasco, una delle regioni più povere del Perù, il 64% dei minori lavora in ristoranti o nel settore agricolo, come nelle piantagioni di caffè, dove tagliano, seminano, innaffiano e raccolgono. Ogni mattina questi piccoli si alzano alle 5 per andare a raccogliere i chicchi di caffè. Lavorano per otto ore completamente sprovvisti di stivali e guanti. Finito il lavoro, studiano dalle sei alle dieci di sera. Molti di loro sono impegnati anche nei fine settimana, nei ristoranti, vendendo cibo, caricando legname o in qualsiasi altra attività. La situazione più grave è quella delle bambine che lavorano come domestiche e spesso finiscono per essere sfruttate e abusate. (AP) (3/7/2015 Agenzia Fides)

martedì 12 maggio 2015

Bollettino fides News 11 maggio 2015

AFRICA/KENYA - “Un governo che non è in grado di proteggere la sua stessa popolazione perde la legittimità di governare” avvertono i Vescovi
Nairobi (Agenzia Fides) - “I keniani sono preoccupati e disperati. Il governo, che ha giurato di proteggerli, sembra incapace di offrire una soluzione duratura all’insicurezza costante” affermano i Vescovi keniani in una dichiarazione, invita all’Agenzia Fides, pubblicata al termine della loro Assemblea conclusasi l’8 maggio.
“Abbiamo iniziato il nostro incontro con la triste notizia dell’orribile massacro di più di 50 keniani nel North Rift e in altre parti del Paese” sottolineano i Vescovi, che ricordano che nella stessa area 42 membri delle forze di sicurezza erano stati uccisi nel novembre 2012 in un agguato da parte di un gruppo armato (vedi Fides 13/11/2012). “Questi omicidi sono avvenuti nemmeno un mese dopo il massacro di 148 studenti nell’attacco terroristico all’Università di Garissa (vedi Fides 8/4/2015). Le uccisioni, come prendere di mira deliberamene i cristiani, sono inaccettabili”.
“Nel caso del North Rift abbiamo costantemente avvertito che il conflitto sta peggiorando, specialmente dopo la scoperta del petrolio e di altri minerali. Centinaia, se non migliaia di vite, sono state perse in questo conflitto perenne che è stato erroneamente chiamato ‘razzie di bestiame’.” Un allarme che è stato rilanciato durante la conferenza stampa di presentazione della dichiarazione (vedi Fides 9/5/2015).
Di fronte alla situazione di insicurezza, i Vescovi richiamano il governo alle sue responsabilità: “Non smetteremo di richiamare il governo ad adempiere al suo mandato costituzionale e di proteggere i keniani. Un governo che non è in grado di proteggere la sua stessa popolazione perde la legittimità di governare”.
I Vescovi denunciano inoltre la corruzione “che sta quasi paralizzando non solo l’economia ma l’intero Paese” e chiedono al Presidente di affrontare i casi di corruzione in maniera rapida, giusta e conclusiva. Nel documento infine si denuncia la cieca adozione di ideologie autodistruttive che minacciano la famiglia. (L.M.) (Agenzia Fides 11/5/2015)
AFRICA/BURUNDI - Sono già oltre 50.000 i burundesi rifugiati nei Paesi vicini
Bujumbura (Agenzia Fides) - Il Burundi, protagonista di uno dei migliori programmi di reinserimento di rifugiati degli ultimi anni, vede di nuovo parte della sua popolazione cercare rifugio all’estero a causa della grave crisi politica legata alle proteste contro il Presidente uscente Pierre Nkurunziza, che intende presentarsi alle elezioni del 26 giugno per un terzo mandato.
Secondo l’Alto Commissariato ONU per i Rifugiati (UNHCR), oltre 50.000 burundesi si sono rifugiati in Rwanda (25.000), Tanzania (18.689) e nella Repubblica Democratica del Congo (oltre 8.000). “La maggior parte provengono dalle province settentrionali di Ngozi e Muyinga” afferma un comunicato inviato all’Agenzia Fides. “Questa settimana, però, abbiamo visto l’arrivo di persone provenienti da aree urbane, inclusi diversi studenti universitari e delle scuole superiori”.
L’UNHCR afferma che diversi rifugiati hanno trovato difficoltà nel lasciare il Burundi, donne che sono state minacciate di stupro da parte di uomini armati e costrette pagare per superare dei posti di blocco. L’UNHCR chiede al governo burundese di garantire la libertà di movimento delle persone, e ringrazia le autorità dei Paesi limitrofi per l’ospitalità concessa ai profughi. (L.M.) (Agenzia Fides 11/5/2015)
AFRICA/LIBERIA - Guarito anche l’ultimo caso di ebola ma non bisogna abbassare la guardia
Monrovia (Agenzia Fides) – Al 9 maggio 2015 erano 42 giorni che in Liberia non venivano registrati casi di ebola e, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato il Paese libero dal virus. Tuttavia l’organizzazione medico umanitaria Medici Senza Frontiere (MSF), in un comunicato inviato all’Agenzia Fides, avverte che l’epidemia non può ancora dirsi conclusa perché nuovi casi vengono ancora registrati nei Paesi vicini, Guinea e Sierra Leone e ricorda che il controllo lungo le frontiere deve continuare.
“Il governo e la popolazione liberiana hanno lavorato sodo per aiutarci a raggiungere 42 giorni di zero casi ebola, ma è un risultato che potrebbe cancellarsi in un istante. Adesso i bisogni sanitari devono diventare la priorità” ha dichiarato il capo missione di MSF in Liberia. Quasi 200 operatori sanitari liberiani sono morti dopo aver contratto il virus, e l’epidemia ha decimato il già fragile sistema sanitario nazionale. MSF si sta occupando dei bisogni sanitari in Liberia dopo l’ebola, e ha avviato una clinica ospedaliera pediatrica a Monrovia. Sta anche lavorando con il Ministero della Salute del Paese per effettuare una campagna di vaccinazione contro il morbillo, attualmente in corso in tre distretti della capitale.
La Liberia è uno dei Paesi che sono stati più duramente colpiti dall’epidemia. I casi registrati sono stati 10.564 e 4.716 i morti. Il picco si è verificato tra agosto e ottobre 2014, quando MSF ha aperto quello che è diventato il più grande centro di trattamento per l’ebola del mondo, ELWA 3, a Monrovia, con 400 posti letto. Nel Paese l’ong ha curato 1.663 casi confermati e 910 sono guariti. Inoltre, 9.470 persone sono state ammesse nei suoi centri di trattamento ebola e sono stati curati 5.170 pazienti contagiati, di cui 2.553 sopravvissuti e 2.956 morti. In tutta l’Africa occidentale hanno inoltre perso la vita a causa del virus 14 operatori MSF. (AP) (11/5/2015 Agenzia Fides)
AFRICA/ALGERIA - Leader salafita: chiudiamo tutte le chiese del Paese
Algeri (Agenzia Fides) – Bisogna chiudere tutte le chiese cristiane sparse sul territorio algerino, e trasformarle in moschee, dove è possibile. E' questa la proposta lanciata dal leader algerino salafita Abdel Fattah Zarawi, Presidente del Fronte libero salafita d'Algeria, che la fa passare come legittima reazione davanti agli episodi di islamofobia che, a suo giudizio, starebbero dilagando in molti Paesi europei, a partire dalla Francia. Lo riferiscono fonti algerine consultate dall'Agenzia Fides. Nella campagna anti-chiese, subito rilanciata sui social network e sui blog legati ai gruppi salafiti, anche le basiliche d'Algeria (come Notre Dame d'Afrique ad Algeri e la basilica di Sant'Agostino a Annaba) vengono indicati come residui dell'epoca coloniale da cui il Paese deve essere liberato. (GV) (Agenzia Fides 11/5/2015).
ASIA/PAKISTAN - Linciaggio di Youhanabad: 47 cristiani trattenuti in carcere
Lahore (Agenzia Fides) – Quarantasette pakistani cristiani sono stati trattenuti in carcere con l’accusa di essere coinvolti nel linciaggio di due musulmani avvenuto dopo i due attentati suicidi contro due chiese del quartiere di Youhanabad a Lahore. Nelle esplosioni del 15 marzo, 17 fedeli sono stati uccisi e oltre 80 persone sono rimaste ferite. Come appreso da Fides, il provvedimento di custodia per i 47 cristiani è stato confermato da un tribunale anti-terrorismo di Lahore, allargando la custodia ad altri 27 detenuti, che si aggiungono ai 22 già fermati. Si tratta delle persone che, dopo gli attentati, in preda alla rabbia, hanno colpito a morte due musulmani credendoli complici della strage.
Nei giorni successivi al linciaggio, la polizia pakistana ha compito numerosi raid nel quartiere di Youhanabad, arrestando fino a 300 cristiani per cercare i colpevoli. Per i 47 trattenuti in custodia si prospetta un rinvio a giudizio.
L’atto di linciaggio ha generato nella comunità cristiana unanime condanna e disapprovazione. Anche il ministro degli interni pakistano ha paragonato il linciaggio “a un atto di terrorismo”.
Ma, secondo gli avvocati cristiani, la giustizia dovrebbe procedere “con pari passo e con pari velocità quando si tratta di vittime cristiane o delle minoranze religiose”: “Ci sono numerosi casi, verificatisi in passato, di linciaggio ai danni dei cristiani e di attacchi a interi quartieri cristiani da parte di estremisti musulmani: attacchi rimasti tuttora impuniti”, ricorda a Fides l’avvocato cristiano Sardar Mushtaq Gill. (PA) (Agenzia Fides 11/5/2015)
ASIA/LIBANO - Patriarca maronita: per la pace in Medio Oriente servono politica e diplomazia, non interventi militari
Bkerkè (Agenzia Fides) - La crisi in Medio Oriente tormenta i popoli di Palestina, Iraq, Siria e Yemen che "subiscono la violenza della guerra" e "aspirano a una pace giusta, globale e duratura". Ma l'avvento della pace è possibile solo "attraverso i canali diplomatici e non attraverso le guerre che generano solo altre guerre". E questa l'unica via d'uscita dai conflitti che insanguinano il Medio Oriente indicata dal Patriarca maronita Bechara Boutros Rai durante l'omelia della messa domenicale da lui celebrata ieri, presso la sede patriarcale di Bkerkè. Nell'omelia, il cui testo è pervenuto all'Agenzia Fides, il Cardinale Rai per l'ennesima volta sollecita le forze politiche libanesi a trovare un accordo per eleggere un nuovo Presidente della Repubblica prima del 25 maggio, giorno in cui sarà raggiunto il primo anno di vacanza della carica presidenziale. "Le prove per la nostra nazione” ha detto tra l'altro il Patriarca Rai “finiranno solo quando la pace di Cristo reg nerà nei cuori e nelle coscienze dei politici. Ed è per questa intenzione che preghiamo ogni giorno". (GV) (Agenzia Fides 11/5/2015).
AMERICA/MESSICO - “Vogliamo proposte piuttosto che promesse” chiede Mons. Armendáriz ai candidati
Santiago de Querétaro (Agenzia Fides) – “Noi tutti vogliamo delle proposte piuttosto che delle promesse, e di non abbandonare le sfide che ci sono dal punto di vista sociale. Per esempio, a chi promette di costruire più ospedali, chiediamo di sostenere gli ospedali attuali e di dare un buon servizio al nostro popolo" ha detto Sua Ecc. Mons. Faustino Armendáriz Jiménez vescovo della diocesi di Querétaro (Messico), in vista delle elezioni del 7 giugno. Il Presule ha fatto queste dichiarazioni dopo la celebrazione della Messa domenicale di ieri, e ha sottolineato come esempio che "ci sono ospedali dove vediamo i malati che affollano le sale d'attesa. E’ vero che c'è una crescita della popolazione di Queretaro, ma proprio per questo anche le sfide aumentano."
Tutto il Messico si sta preparando per le elezioni del 7 giugno, quando si dovrà votare per 9 governatori, 641 consigli municipali, 500 seggi alla Camera dei deputati, 993 sindaci e 16 delegazioni dei singoli stati a Città del Messico (vedi Fides 14/04/2015).
Ieri, secondo la nota inviata a Fides, a Santiago de Querétaro, capitale dello stato che porta lo stesso nome, Mons. Armendáriz Jiménez ha insistito sulla campagna elettorale affermando che i candidati devono mettere fine alla guerra sporca, devono giocare pulito e devono pensare al bene comune.
(CE) (Agenzia Fides, 11/05/2015)
AMERICA/CANADA - "E’ una come noi": primo santuario in Canada per Santa Gianna Beretta Molla
Winnipeg (Agenzia Fides) – In molte parti del mondo ieri si è celebrata la "festa della mamma", ma in Canada, a Winnipeg la giornata di festa è stata particolare perché tutta la comunità ha celebrato l'inaugurazione del primo Santuario consacrato alla donna italiana che rappresenta tutte le mamme del mondo: Gianna Beretta Molla, canonizzata da Papa Giovanni Paolo II nel 2004. La figlia, Gianna Emanuela Molla, era ieri in Canada per la benedizione del primo Santuario canadese dedicato a sua madre.
Santa Gianna (1922-1962), pediatra, moglie devota e madre premurosa, morì all'età di 39 anni, dopo aver rifiutato le cure mediche che avrebbero messo in pericolo il bambino che portava in grembo. "Conosco mia madre molto bene per la devozione della comunità e delle persone. Tutti mi hanno parlato di lei" spiega la figlia, che aveva solo una settimana quando la madre morì, a padre Darren Gurr. "Abbiamo scelto il suo nome perché ci siamo sentiti rappresentati al meglio come comunità parrocchiale. Era una giovane donna, una professionista, una moglie, una madre" ha detto padre Gurr riguardo alla crescente comunità parrocchiale di 500 famiglie di Winnipeg. "Per molte persone, è la prima volta che possiamo dire di un santo: è una come noi" ha riferito uno dei fedeli della parrocchia. "Era una madre di famiglia, sciava, amava i bei vestiti e andava all'opera." (CE) (Agenzia Fides, 11/05/2015)
OCEANIA/PAPUA NUOVA GUINEA - Lo sport, strumento di crescita: Lettera dei Vescovi per i “Giochi del Pacifico”
Port Moresby (Agenzia Fides) – “La Chiesa riconosce lo sport come uno degli strumenti delle moderne società che aiuta le persone a realizzare il loro potenziale umano, costruisce i legami di comunità” e promuove valori come “fiducia reciproca e responsabilità”: è quanto affermano i Vescovi della Conferenza di Papua Nuova Guinea e Isole Salomone in una Lettera pastorale diffusa in vista della XV edizione dei Giochi del Pacifico, che si terranno a Port Moresby, in Papua Nuova Guinea, dal 4 al 18 luglio 2015.
Nel testo della Lettera, inviato a Fides, si afferma: “Lo sport contribuisce alla salute e al benessere fisico e mentale. Insegna alle persone, in particolare ai giovani, competenze e capacità. Quando i giovani vengono coinvolti nella pratica sportiva, dedicano energie allo spirito di squadra e vivono insieme in un ambiente sano, dimenticando attività antisociali come la violenza e la criminalità”.
“Lo sport – proseguono i Vescovi – unisce le persone in modi nuovi: genitori, insegnanti e volontari”. Inoltre la pratica sportiva tocca senza discriminazione donne e uomini, si nota. E speciali competizioni sportive “sono aperte ad atleti disabili”: questo è un altro segno molto positivo.
Lo sport, afferma la Lettera - firmata dal Vescovo Arnold Orowae, Presidente della Conferenza Episcopale - da un lato “apre al mondo esterno”, in quanto si vedono in gara atleti di tutte le nazionalità, dall’altro aumenta “l’orgoglio nazionale”, quando un atleta del proprio paese vince una competizione.
Il testo prosegue: “Quando tali interazioni offrono divertimento, competitività, abilità e definizione degli obiettivi, vi è un ambiente fertile per lo sviluppo personale. Lo sport forma il carattere. Insegna la disciplina e il gioco secondo il rispetto delle regole. Promuove valori come equità, fermezza e coraggio morale: è un meraviglioso spazio in cui aiutare i giovani a crescere”.
Scongiurando e condannando ogni forma di violenza, sul campo e sugli spalti, i Vescovi concludono con le parole di san Paolo ai Corinzi (1 Cor 9,25): “Chiunque fa l’atleta è temperato in ogni cosa; e quelli lo fanno per ricevere una corona corruttibile; noi, una incorruttibile”. (PA) (Agenzia Fides 11/5/2015)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

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