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lunedì 24 dicembre 2018
lunedì 25 dicembre 2017
Tra i soldati in Afghanistan
Messa di Natale tra i soldati in Afghanistan. Mons Marcianò: siate operatori di pace
Il ruolo delicato ma decisivo del contingente italiano di pace in Afghanistan: lo sottolinea celebrando il Natale con i soldati, l'Ordinario militare parlando del servizio ai poveri e agli indifesi nelle periferie del mondo
Luca Collodi e Gabriella Ceraso - Città del Vaticano
“I soldati italiani in Afghanistan vivono il mistero dell’incarnazione sulla loro pelle: qui operano per il bene degli altri”. Così il vescovo mons. Santo Marcianò, Ordinario Militare per l'Italia che ha celebrato la Messa di Natale a Herat con il contingente militare di pace italiano al comando del generale Gianluca Carai .
Soldati a servizio della crescita del Paese“Sono venuto a portare a questi soldati la vicinanza non solo delle famiglie e dell’Italia, ma anche della Chiesa e posso constatare con i miei occhi quanti progressi stanno operando per il bene di questo paese e del suo popolo”. Mons Marcianò sottolinea il bisogno che c’è in Afghanistan di sicurezza, di contrasto alla violenza e al terrorismo, di difesa della donna ma soprattutto quanta sete c’è di cultura.
Messa di Natale: la vostra missione è difendere la paceCon coraggio i soldati italiani, racconta l’Ordinario, vanno nelle periferie del mondo rischiando la loro vita. Nella Messa celebrata con loro, il messaggio lasciato è proprio quello di essere “uomini e donne chiamati a difendere la pace. E difendere la pace significa difendere i luoghi santi, come i tanti altri luoghi minacciati dalla guerra e dalla violenza, dall’intolleranza e dalle persecuzioni, dall’attacco alla dignità della persona e dalla violazione del creato, dall’abuso sui deboli e dallo sfruttamento dei poveri".
Al fianco dei poveri e dei sofferentiDifendere la pace, spiega ancora mons Marcianò, significa anche mettersi a servizio dei deboli, dei piccoli e dei sofferenti, sempre più spesso vittima dell’odio dei violenti e dell’esclusione dei potenti, ma anche della manipolazione di una tecnologia senza limiti e persino del dominio di leggi dello Stato".
La violenza dell’Is non si fermaPoche ore dopo la celebrazione della Messa un attentato rivendicato dall’Isa ha fatto almeno sei vittime a Kabul vicino a un edificio dell'intelligence . Un terrorista si e' fatto esplodere tra i civili che si recavano a lavoro.
Ascolta l'intervista di Luca Collodi a mons Santo Marcianò
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Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro
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