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domenica 21 giugno 2020

Oggi da Vatican News 21 giugno 2020



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I cristiani perseguitati, che oggi sono con "sicurezza" più di quelli dei primi tempi, rappresentano i martiri dei nostri giorni. All'Angelus, Papa Francesco ... 
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Dopo la preghiera mariana dell’Angelus, Francesco ha ricordato che durante il tempo della pandemia molti luoghi sono rifioriti in tutto il loro splendore. La ... 
L'arrivo del Papa emerito a Regensburg nella casa del fratello malato Georg
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Benedetto XVI lunedì 22 giugno rientra a Roma con un volo da Monaco di Baviera: si conclude la visita al fratello gravemente malato 
SANTA SEDE E CHIESA NEL MONDO
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La Pastoral da Criança, l’organismo strettamente legato alla Conferenza nazionale dei vescovi brasiliani, partecipa all’indagine dell’Istituto nazionale di ... 

martedì 21 aprile 2015

Bollettino del 20 apròe 2014

AFRICA/EGITTO - Il Vescovo copto Antonios Aziz Mina sui cristiani etiopi massacrati: nei martiri risplende la vittoria di Cristo
Il Cairo (Agenzia Fides) - I Patriarchi e i Vescovi cattolici d'Egitto, raccolti al Cairo per la periodica assemblea che li vede riuniti due volte l'anno, dedicheranno parte della loro comune riflessione pastorale alle nuove stragi di cristiani etiopi compiute dai jihadisti dello Stato Islamico e da loro documentate in filmati confezionati con macabra professionalità per essere diffusi online come strumenti della loro delirante propaganda.
Nel nuovo video rilanciato come prodotto dal Furqan Media – accreditatosi come network mediatico di riferimento dello Stato Islamico (Is) – si vedono due diversi gruppi di prigionieri presentati come cristiani etiopi che vengono massacrati per decapitazione e con colpi di pistola alla nuca in un luogo desertico e su una spiaggia libici. Il video, accompagnato dai soliti slogan contro la “nazione della croce” e corredato con immagini di distruzioni di chiese, icone e tombe cristiane, ripete, rivolto ai cristiani, che per loro non ci sarà salvezza se non si convertono all'islam o non accettano di pagare la “tassa di protezione”.
Nel video – particolare eloquente – le vittime vengono presentate come appartenenti alla “ostile Chiesa etiope”. Al momento mancano verifiche e conferme indipendenti sull'identità delle vittime. Secondo fonti del governo e della Chiesa ortodossa d'Etiopia, è probabile che si tratti di poveri emigranti etiopi appartenenti alle moltitudini di uomini e donne che provano a raggiungere l'Europa attraversando la Libia e poi imbarcandosi sui barconi gestiti dalla rete criminale degli scafisti.
“Il Patriarca della Chiesa ortodossa d'Etiopia Mathias I” riferisce all'Agenzia Fides Antonios Aziz Mina, Vescovo copto cattolico di Guizeh “aveva programmato di venire in Egitto e ripartire insieme al Patriarca copto Tawadros II per partecipare a Erevan alle commemorazioni del Genocidio armeno. Adesso, all'ultimo momento ha dovuto annullare la visita, si è scusato e ha detto che rimarrà in Etiopia. Le storie di martirio del passato incrociano le storie dei martiri di oggi”.
La Chiesa ortodossa d'Etiopia è stata vincolata giurisdizionalmente al Patriarcato copto di Alessandria d'Egitto fino al 1959, anno in cui è stata riconosciuta come Chiesa autocefala dal Patriarca copto Cirillo VI. Proprio lo scorso aprile Abuna Mathias aveva compiuto una storica visita in Egitto, che aveva segnato anche un passo importante nel superamento di passati contrasti tra le due Chiese. Il Patriarca etiope era stato ricevuto con tutti gli onori anche dal presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi.
“Colpisce” fa notare Anba Antonios “che la Chiesa etiope venga definita 'Chiesa ostile'... evidentemente questi strani jihadisti seguono anche i risvolti politici degli incontri tra le Chiese. Ma nel grande dolore” aggiunge il Vescovo copto cattolico “continuiamo a guardare a queste vicende con lo sguardo della fede. La filiera dei martiri non è finita, e accompagnerà tutta la storia, fino alla fine. I cristiani non cercano il martirio, vogliono vivere nella pace e nella letizia. Ma se il martirio arriva, è un conforto vedere che può essere accettato con la stessa pace con cui lo hanno accettato i copti che pronunciavano il nome di Cristo e a Lui si affidavano mentre venivano sgozzati. La Chiesa non si è mai lamentata del martirio, ma ha sempre celebrato i martiri come coloro in cui, proprio mentre vengono uccisi, risplende la grande e consolante vittoria di Cristo”. (GV) (Agenzia Fides 20/4/2015).
AFRICA - “Una coalizione internazionale per arginare il traffico di esseri umani” chiede una ong senegalese
Roma (Agenzia Fides)- Una coalizione internazionale per arginare l’immigrazione clandestina, all’origine di tragedie come quella del naufragio avvenuto nelle prime ore di domenica 19 aprile al largo della Libia di un battello carico di almeno 900 migranti. È quanto chiede l’organizzazione senegalese per la difesa dei migranti “Horizon sans Frontière” in un comunicato inviato all’Agenzia Fides. “Il numero di morti interpella e deve oggi spingere la comunità internazionale a reagire” si legge nel documento che, pur lamentando il mancato “adattamento della politica europea ai nuovi dati dell’immigrazione clandestina” sottolinea come il fenomeno ormai ha travalicato l’Europa, assumendo “una dimensione internazionale” che non può essere affrontata a livello di una semplice riunione ministeriale.
“Occorre pertanto una vera coalizione internazionale per arginare questo fenomeno” afferma l’Ong senegalese, “bisogna agire lungo le coste libiche, il punto di partenza dei battelli della morte”. “Quando una coalizione ha voluto intervenire in Libia destabilizzandola, questa è stata costituita senza problemi e questa stessa coalizione deve finire il lavoro, aiutando questo Paese a organizzarsi per lottare efficacemente contro le filiere dell’immigrazione clandestina”.
Per questo motivo “Horizon sans Frontière” chiede “la costituzione di una coalizione internazionale che riunisca i Paesi mediterranei e quelli di provenienza dei migranti, dotati di mezzi potenti per bloccare sul lungo termine il problema”.
L’Ong chiede infine “l’apertura di un’inchiesta internazionale per identificare gli autori di questa nuova tratta di esseri umani, colpendoli nel portafoglio e nei loro interessi a livello internazionale”. “Quando si è dovuto lottare contro la pirateria in alto mare, è stata costituita una coalizione per affrontare questa minaccia con risultati oggi significativi e si dovrebbe fare lo stesso per evitare questi drammi del mare che provocano migliaia di morti” conclude il comunicato. (L.M.) (Agenzia Fides 20/4/2015)
AFRICA/KENYA - “Non cadiamo nella trappola dello scontro religioso come vogliono gli Shabaab” dicono i leader islamici
Nairobi (Agenzia Fides) - “Il vero scopo di Al Shabaab è di accendere un conflitto religioso in Kenya tra cristiani e musulmani. I keniani delle diverse fedi non devono cadere nella trappola. Siamo vissuti insieme in armonia per molti anni” ha affermato lo Sheikh Mohammed Shakuul, un esponente della comunità islamica di Eastleigh, il quartiere della capitale del Kenya, Nairobi, soprannominato la “piccola Mogadiscio”, per la forte presenza di abitanti di origine somala.
Sheikh Shakuul ha partecipato ad un incontro tra i leader religiosi e rappresentanti del governo per cercare delle soluzione al radicalismo religioso e alla propaganda degli estremisti somali Shabaab, responsabili della strage all’università di Garissa nella quale 148 persone sono state uccise sulla base della loro confessione religiosa (vedi Fides 8/4/2015).
“Ridurre la radicalizzazione e l’estremismo violento richiede che tutte le parti in causa giochino il loro ruolo con efficacia, compreso il governo e i leader politici e religiosi. Vogliamo fare la nostra parte per assicurare il successo di questa impresa” ha rimarcato Sheikh Shakuul.
All’incontro, che si è tenuto ieri, domenica 19 aprile, hanno partecipato diversi esponenti religiosi provenienti da differenti parti del Kenya, e in particolare dalle aree più toccate dalle violenze a sfondo etnico e religioso come Wajir, Mombasa, Isiolo, Garissa e Mandera. (L.M.) (Agenzia Fides 20/4/2015)
ASIA/TURCHIA - “Pensionato” il consigliere del premier turco che aveva parlato del Genocidio armeno
Ankara (Agenzia Fides) – Lo scrittore e giornalista turco di origini armene Etyen Mahcupyan, primo Consigliere del Primo Ministro turco Ahmet Davutlogu, ha lasciato le sue funzioni pochi giorni dopo aver rilasciato in un'intervista alcune dichiarazioni – rilanciate anche dalla stampa internazionale – in cui aveva riconosciuto che i massacri di armeni perpetrati in Anatolia nel 1915 sotto la regia ideologica dei Giovani Turchi possono essere legittimamente definiti come Genocidio. Lo riferiscono fonti turche consultate dall'Agenzia Fides. Ambienti vicini al governo di Ankara nei giorni scorsi hanno fatto filtrare sulla stampa turca l'interpretazione sdrammatizzante secondo cui la fine del rapporto di lavoro tra il Premier e il suo primo Consigliere sarebbe dovuta solo al fatto che Mahcupyan ha raggiunto l'età pensionabile dei 65 anni, smentendo ogni legame tra il suo non annunciato pensionamento e le dichiarazioni sul Genocidio armeno.
Nel frattempo, secondo quanto riportato dal settimanale armeno bilingue Agos, la conferenza sul tema controverso del Genocidio armeno, che era stata annunciata e poi annullata presso l'Università di Bilgi, verrà invece ospitata dall'Università Bogazici, terza istituzione accademica di Istanbul, situata sul lato europeo del Bosforo. Nel convegno internazionale, studiosi e ricercatori appartenenti a istituzioni turche e straniere si confronteranno sulle diverse prospettive con cui vengono letti gli stermini consumatisi in Anatolia nel 1915. (GV) (Agenzia Fides 20/4/2015).
ASIA/INDONESIA - Migliaia di bambini “invisibili”: privi di accesso all’istruzione e alla sanità
Giacarta (Agenzia Fides) – Nei villaggi più poveri di Giacarta le opportunità per gli abitanti sono molto poche, in particolare per i minori. Alcuni per poter sopravvivere raccolgono bottiglie di plastica e altre cose dalla spazzatura, altri suonano il bengio sugli autobus chiedendo l’elemosina. I genitori non possono permettersi di pagare i certificati di nascita senza i quali il futuro dei rispettivi figli è molto limitato. Gli alti costi e gli oneri amministrativi che comportano la pratica sono un vero e proprio incubo burocratico. Tuttavia la registrazione anagrafica è indispensabile, senza una identità giuridica sono negati sia l’accesso all’istruzione che alla sanità.
Secondo i dati del Ministero degli Affari Sociali relativi al 2012, in Indonesia vivono per le strade oltre 94 mila bambini, tra questi solo 7 mila nella capitale. Nonostante ciò ne sono registrati solo un quinto, il 22%. L’Indonesia ha uno dei tassi di registro delle nascite più bassi dell’Associazione delle Nazioni del Sudest Asiatico (ASEAN). In Cambogia, Tailandia, Singapore e Vietnam, ad esempio, oltre il 90% della popolazione è registrata. Dal Programma di Tutela dell’Infanzia dell’organizzazione Plan International in Indonesia risulta che in 5 quartieri di Giacarta oltre il 60% delle nascite non sono mai state registrate.
In tutta l’Indonesia, Plan International stima che, ogni anno, 3 milioni di bambini e bambine si aggiungono ai 30 o 35 milioni che non sono registrati. Politicamente, lo Stato è obbligato a sviluppare un sistema che garantisca il benessere e la tutela dell’infanzia e, per questo, il Ministero degli Affari Sociali ha recentemente lanciato un programma nazionale al riguardo. L’obiettivo è mettere a disposizione di ogni bambino un conto di risparmio con un deposito di circa 150 dollari per coprire le spese dell’istruzione primaria e le cure mediche. Tuttavia, senza un certificato di nascita, i minori non registrati non potranno accedervi. Dal 2012, Plan International ha avviato un piano di registrazione universale per i bambini di Giacarta che cerca di rendere la popolazione consapevole dell’importanza del registro e di aiutare il Governo a offrire un migliore accesso allo stesso. Nel corso dell’ultimo anno il parlamento indonesiano ha modificato la legge rendendo più accessibi li i registri, eliminando le tasse. In questo modo, già oltre mille piccoli sono stati registrati. (AP) (20/4/2015 Agenzia Fides)
AMERICA/ARGENTINA - I Vescovi analizzano la realtà del paese e indicano alcuni obiettivi
Buenos Aires (Agenzia Fides) – Inizia oggi, con la partecipazione dei Vescovi di tutto il paese, la 109.ma Assemblea Plenaria della Conferenza Episcopale argentina (CEA), che avrà come tema principale una valutazione del contesto politico e sociale in cui vive il paese.
Nella nota pervenuta a Fides si ricorda che nell'ultima analisi pubblica, fatta a marzo scorso, l'Episcopato era stato critico verso la leadership politica e aveva fatto un appello per vivere bene questo anno elettorale. Il Presidente della CEA, l'Arcivescovo di Santa Fe de la Vera Cruz, Sua Ecc. Mons. José María Arancedo, ha sottolineato gli obiettivi che "dovrebbero essere condivisi da tutti" e ha indicato come tali: "superare l'emarginazione e la povertà estrema, la malnutrizione infantile, la creazione di posti di lavoro, l'inflazione che impedisce la crescita ed erode seriamente il reddito dei più poveri, la lotta contro il traffico di droga e di esseri umani, la trasparenza nella pubblica amministrazione e la lotta contro ogni forma di corruzione". L'incontro durerà fino a sabato 25 aprile. (CE) (Agenzia Fides, 20/04/2015)
AMERICA/MESSICO - Ogni giorno duemila armi introdotte illegalmente in Messico dagli Stati Uniti
Città del Messico (Agenzia Fides) – Il governo del Messico sta discutendo la legge sulle armi per iniziativa del Presidente della repubblica. In questo contesto, l'arcidiocesi di Mexico attraverso il suo settimanale "Desde la Fe", invita alla riflessione. Nell’editoriale intitolato "Armati fino ai denti", pervenuto all’Agenzia Fides, si sottolinea che “il commercio di armi è uno dei business più redditizi, e gli Stati Uniti mantengono l'egemonia della produzione di armi distribuite in tutto il pianeta. L'analisi del Centro di Studi Sociali e dell'Opinione pubblica della Camera dei Deputati, pubblicato nel dicembre 2012, afferma che il 30 per cento delle armi nel mondo è di fabbricazione americana...il traffico di armi leggere, è un problema che danneggia seriamente il Messico".
Il testo prosegue: "Gli studi stimano che ogni giorno duemila armi vengano introdotte illegalmente in Messico dagli Stati Uniti. Non c'è nulla di nuovo nel dire che questo traffico assassino attizza la violenza legata alla droga, creando una spirale criminale senza fine. Lo studio citato sostiene che nell'attuale amministrazione, nel periodo 2012-2014, sono stati più di 40.000 gli omicidi causati da esecuzioni, lotte, aggressioni e spaccio di droga che hanno fatto ricorso ad armi pesanti e leggere. Le agenzie internazionali indicano che più di 15 milioni di armi sono in circolazione nel territorio messicano e che sono facilmente reperibili".
Mentre le campagne politiche continuano, conclude l’editoriale, “questa violenza e il traffico di armi non saranno mai considerate dai candidati come qualcosa da combattere e da eliminare definitivamente. E' urgente rafforzare la sicurezza di tutti gli esseri umani!”.
(CE) (Agenzia Fides, 20/04/2015)
AMERICA/BOLIVIA - Nuova data per il V Congresso Eucaristico: dal 16 al 20 settembre
La Paz (Agenzia Fides) – Il V Congresso Eucaristico Nazionale, inizialmente programmato dall’1 al 5 luglio a Tarija, subirà un cambiamento di data in seguito all’annunciata visita di Papa Francesco in Bolivia. Secondo la nota pervenuta a Fides, i Vescovi della Bolivia, riuniti per l’Assemblea plenaria, hanno deciso di posticipare la celebrazione del Congresso Eucaristico a settembre, dal 16 al 20, in quanto Papa Francesco sarà in terra boliviana dall'8 al 10 luglio. Il Congresso Eucaristico è un evento importante per la Chiesa cattolica in Bolivia, in quanto si propone di incoraggiare un rinnovato amore per l'Eucaristia e di esprimerlo con diversi impegni da parte di tutte le comunità in tutte le diocesi del Paese. (CE) (Agenzia Fides, 20/04/2015)
AMERICA/VENEZUELA - Nomina del Direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Il Card. Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, in data 5 marzo 2015 ha nominato Direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie (POM) in Venezuela per un quinquennio (2015-2020), il rev. Endeer Gerardo Zapata, del clero diocesano di Trujillo.
Il nuovo Direttore nazionale è venezuelano, ha 46 anni, ed è stato ordinato sacerdote da 21. Attualmente è parroco nella parrocchia Nostra Signora della Pace. Ha conseguito una Licenza e un Dottorato in Missionologia alla Pontificia Università Urbaniana. E’ stato parroco, cappellano, giudice del tribunale ecclesiastico, professore nel seminario diocesano di Trujillo. E’ membro del Consiglio presbiterale e dei Consultori. (SL) (Agenzia Fides 20/04/2015)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

Tutto sull'arrivo del nuovo arcivescovo Mons. Riccardo Lamba

  LA CHIESA UDINESE ACCOGLIE IL NUOVO ARCIVESCOVO MONS. RICCARDO LAMBA Un momento storico, di grande solennità e festa, sarà celebrato domen...