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martedì 7 febbraio 2017

Bollettino Agenzia Fides 7 febbraio 2017

AFRICA/CONGO RD - I Vescovi: “la scomparsa di Tshisekedi sproni tutti a concludere l’accordo per il quale si era battuto”
 

Kinshasa (Agenzia Fides) - “Étienne Tshisekedi incarna una buona parte della storia politica del nostro Paese in quanto figura emblematica dell’opposizione congolese” scrivono i Vescovi della Repubblica Democratica del Congo in un comunicato giunto a Fides sulla morte dell’84enne capo fila dell’opposizione, morto a Bruxelles il 1° febbraio (vedi Fides 2/2/2017).
“La sua scomparsa lascia un vuoto politico in questo momento cruciale della storia del nostro Paese” afferma il messaggio firmato da Sua Ecc. Mons. Marcel Utembi Tapa, Arcivescovo di Kisangani e Presidente della CENCO (Conferenza Episcopale Nazionale del Congo), facendo riferimento alle trattative per l’attuazione dell’accordo di San Silvestro al fine di creare un governo di unione nazionale che porti il Paese alle elezioni entro l’anno (vedi Fides 3/1/2017).
“Che la scomparsa di questa icona della politica sia per tutti un’occasione e un leitmotiv per portare a termine l’accordo politico” auspica Mons. Utembi, che è uno dei mediatori della trattativa. L’impegno di Tshisekedi nelle discussioni, appena prima della sua morte, deve essere considerato come “un testamento politico lasciato in eredità a tutti i difensori della democrazia” conclude l’Arcivescovo. (L.M.) (Agenzia Fides 7/2/2017)
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AFRICA/SUD SUDAN - Wau: centinaia di sfollati in gravi difficoltà accolti in una parrocchia cattolica
 

Juba (Agenzia Fides) - Centinaia di sfollati accolti all’interno della chiesa Nazareth di Wau si trovano in forte sofferenza per la scarsità di cibo e di riparo. Lo ha detto a Radio Tamazuj, Natalina Andrea Mambo, Direttore della Commissione Giustizia e Pace della diocesi di Wau. Gli sfollati sono stati costretti alla fuga per gli scontri tra agricoltori e pastori nella Contea di Jur River. Queste persone vivono all’aperto nel comprensorio della parrocchia cattolica e soffrono per la forte carenza di cibo e di protezione dagli agenti atmosferici, anche se hanno ricevuto assistenza dalle locali organizzazioni umanitarie.
Nonostante ciò “la loro situazione è ancora la stessa, sono stata questa mattina (5 febbraio, ndr.) alla chiesa Nazareth e ho trovato che molti di loro vivono ancora all’aperto senza protezione” ha detto la responsabile di Giustizia e Pace.
“In questi giorni a Wau fa freddo e gli sfollati stanno ricevendo solo alcuni aiuti per i bambini. Non hanno fogli di plastica per poter fare delle tende, ed anche quelli che si trovano nella chiesa episcopale non hanno ricevuto nulla”.
Wau si trova 650 km a nord-ovest di Juba, capitale del Sud Sudan. La guerra civile che oppone il Presidente Salva Kiir all’ex Presidente Riek Machar ha accentuato i conflitti a sfondo etnico-tribale e quelli tra agricoltori e pastori.
Un’altra area del Paese maggiormente colpita dall’insicurezza è quella di Yei, dove il Vescovo, Sua Ecc. Mons.Erkolano Lodu Tombe, ha affermato che la parrocchia del Sacro Cuore di Lomin rischia di chiudere, come altre sei parrocchie, se l’insicurezza nella zona dovesse persistere. Domenica 5 febbraio durante la Messa nella cattedrale di Cristo Re, Mons. Lodu ha invitato i fedeli a pregare affinché i missionari e le missionarie comboniani non siano costretti ad abbandonare la parrocchia, alla quale sono annessi una scuola e un ambulatorio. Strutture che, se abbandonate, rischiano di essere saccheggiate con grave danno per la popolazione locale. (L.M.) (Agenzia Fides 7/2/2017)
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AFRICA/EGITTO - Al Azhar respinge le richieste del Presidente al Sisi contro la pratica del “divorzio a voce” islamico
 
Il Cairo (Agenzia Fides) – Il Consiglio degli Anziani di al Azhar, oganismo di vertice dell’istituzione accademica più autorevole dell'islam sunnita, ha respinto le recenti sollecitazioni giunte dal Presidente Abdel Fattah al Sisi a contrastare la prassi del “divorzio a voce” islamico, che consente agli uomini di rompere il vincolo matrimoniale con le prorie consorti con una semplice dichiarazione vocale. In una dichiarazione ufficiale, resa nota domenica 5 febbraio, il Consiglio degli Anziani di al Azhar ha confermato la validità del “divorzio a voce”, ritenendo che tale prassi soddisfa le condizioni della Legge islamica ed è stata introdotta fin dal tempo del Profeta Mohammad.
Nell'esporre e motivare il proprio pronunciamento, l'organismo di al Azhar ha richiamato gli uomini che ripudiano la propria moglie tramite semplice dichiarazione vocale a comunicare l'avvenuto divorzio alle autorità competenti, affinchè siano tutelati i diritti della donna e della prole previsti dalla Legge islamica. A giudizio del Consiglio dei Saggi Anziani – riferiscono media egiziani – il fenomeno preoccupante della crescita esponenziale dei divorzi va contrastato con l'educazione dei giovani attraverso “i media, l'arte, la cultura e la conoscenza in generale".
Il Capo della nazione egiziana aveva espresso lo scorso 24 gennaio (vedi Fides 25/1/2017) il suo allarme e proposto le sue contromisure al dilagare del divorzio, durante un discorso pubblico tenuto in occasione di una cerimonia celebrativa delle forze di polizia. Al Sisi aveva fatto riferimento ai dati dell'Ufficio statistico nazionale, secondo cui circa il 40% dei 900mila matrimoni registrati ogni anno in Egitto terminano per divorzio entro cinque anni dal loro inizio. Per arginare il fenomeno, al Sisi aveva proposto di considerare legale un divorzio solo se esso avviene alla presenza di un rappresentante religioso autorizzato dal governo a sancire sia i matrimoni che i divorzi.
La prassi secolare del “divorzio verbale” è di fatto una prerogativa riservata agli uomini. La proposta di vincolare i divorzi alla necessaria presenza di un leader religioso puntava a lasciare aperta almeno la possibilità di un ripensamento, che eviti di rendere definitive le conseguenze di una decisione presa spesso sull'onda degli impulsi emotivi. (GV) (Agenzia Fides 7/2/2017).
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ASIA/INDONESIA - Elezioni a Giacarta: la Chiesa invita al voto e sostiene la pace
 
Giacarta (Agenzia Fides) - Mentre nel paese si registra una crescente tensione e polarizzazione, in vista delle elezioni del governatore di Giacarta, previste il 15 febbraio, l'Arcivescovo di Giacarta, Julius Suharyo, ha diffuso un messaggio ai fedeli invitando ad affrontare "con calma e serenità la situazione attuale, sostenendo tutti gli sforzi promossi dal governo per mantenere la pace", ed "esercitando il diritto di voto secondo coscienza".
Nel testo della lettera, pervenuto a Fides, l'Arcivescovo auspica che "i cattolici mettano davanti a tutto il senso di nazionalità" e quella “diversità” intesa con "un significato positivo per l'integrità della Repubblica di Indonesia, che si basa sulla ideologia della Pancasila" (la carta dei cinque principi, ndr). L'Arcivescovo Suharyo invita la sua gente a continuare a pregare "perchè Dio protegga sempre la nostra nazione, e perchè i leader del nostro paese abbiano sempre la saggezza, in modo che possano costruire una società pacifica e prospera".
Riferendosi al principio cardine della repubblica, "l’unità nella diversità", mons. Suharyo ricorda ai cattolici di non fare della Chiesa "il luogo o lo strumento di qualsiasi forma di campagna politica" e invita d'altro canto i fedeli a pregare con una novena e a recitare il rosario perchè il candidato cristiano Basuki Tjahaja Purnama, detto "Ahok", possa vincere la corsa al seggio di governatore. Ahok è attualmente sotto processo per presunta blsfemia, ma questo non gli impedisce di continuare la sua campagna e di partecipare alle elezioni.
Nei giorni scorsi, in uno degli eventi elettorali, Ahok ha detto: "Crediamo che Jakarta abbia bisogno di un leader onesto. Se il leader è onesto, allora gli ufficiali pubblici avranno lo stesso atteggiamento. Quindi il leader dovrebbe essere trasparente e competente".
Maxi Paat, laico cattolico impiegato nella segreteria della Commissione episcopale per gli affari ecumenici e interreligiosi, dice a Fides: "I cattolici si mescolano con gli altri elettori. Voterò Ahok non per il suo background religioso o etnico, ma perchè ha dato ottima prova del suo lavoro nello sviluppo di Giacarta". Felix Lengkong, psicologo dell'Università cattolica Atma Jaya di Jakarta, nota a Fides che "Ahok è sostenuto anche da molti musulmani, dal momento che molti credono nella sua onestà e correttezza".
Oggi, 7 febbraio Ahok è stato presente alla nona udienza del processo a suo carico per blasfemia. La denuncia nei suoi confronti è stata registrata il 6 ottobre 2016 dal gruppo radicale "Islamic Defenders Frnt" sulla base di un discorso del 27 settembre, in cui Ahok ha citato la Sura "Al Maidah" del Corano. Dopo settimane di indagini, la polizia ha rinviato a giudizio il politico cristiano per sospetta blasfemia. (PA-PP) (Agenzia Fides 7/2/2017)
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ASIA/PAKISTAN - L'Arcivescovo Shaw: "Nel 2017 sette nuovi sacerdoti a Lahore"
 
Lahore (Agenzia Fides) - "Avremo nel 2017 sette nuove ordinazioni di sacerdoti: una buona notizia per la comunità cattolica di Lahore e per tutta la Chiesa in Pakistan": lo riferisce all'Agenzia Fides l'Arcivescovo Sebastian Shaw che guida la comunità dei battezzati a Lahore. "La Chiesa cresce in numero. Quest’anno celebreremo l'ordinazione di sette nuovi preti , che hanno ultimato gli studi di teologia. Lo scorso anno abbiamo avuto cinque ordinazioni. Sono un segno di benedizione per noi. Il Signore ci dona nuove vocazioni e nuovi preti e accresce la fede nella nostra comunità" prosegue.
Mons. Shaw ricorda che "durante l'Anno della Misericordia nell'arcidiocesi abbiamo aperto due nuove parrocchie e nuove scuole cattoliche: un segno della misericordia di Dio verso il suo popolo e un segno di benedizione per noi. Tutti i fedeli ringraziano Dio per questi doni e hanno nel cuore una rinnovata speranza" osserva. L’Arcivescovo ricorda il grande pellegrinaggio che si svolge ogni anno, nella sua diocesi, al santuario mariano di Mariamabad, il più grande del Pakistan: "Migliaia di fedeli l'8 settembre compiono un lungo viaggio, anche a piedi, per raggiungere il santuario e implorare grazie dalla Vergine Maria. E' una manifestazione di profonda fede”, nota. "Vengono pellegrini da tutto il paese, cristiani e non", ricorda, apprezzando il dono della fede nella sua comunità.
D'altro canto, rileva l'Arcivescovo, "le sfide sono sempre molte. I cristiani vivono alcune difficoltà data la presenza in Punjab di gruppi militanti islamici. La nostra risposta per neutralizzare la violenza è impegnarsi sempre più nel dialogo interreligioso che avvicina i credenti di fedi diverse. Tramite il dialogo tra leader religiosi, impariamo gli uni dagli altri, influenziamo in modo costruttivo la gente comune e ci impegniamo insieme per rendere il Pakistan un paese migliore". (PA) (Agenzia Fides 7/2/2107)
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ASIA/IRAQ - Vescovo siro ortodosso di Mosul visita la chiesa di sant'Efrem sottratta all'occupazione dei jihadisti
 
Mosul (Agenzia Fides) – La chiesa siro-ortodossa di Mosul dedicata Sant Efrem, un tempo utilizzata dai jihadisti dell'auto-proclamato Stato islamico (Daesh) come sede del Consiglio di stato dei Mujahidin, situata in un'area della città già riconquistata dall'esercito iracheno, è stata visitata da Mar Nicodemus Daoud Matti Sharaf, Vescovo siro ortodosso di Mosul. Alcune foto pubblicate dal sito ankawa.com mostrano la chiesa gravemente danneggiata ma non distrutta, dopo più di due anni e mezzo di occupazione jihadista e dopo l'offensiva militare compiuta dall'esercito iracheno e dai raid della coalizione internazionale a guida USA per riconquistare Mosul. Le foto pubblicate mostrano che sulla facciata e sulle pareti dell'edificio di culto cristiano ancora campeggiano gli striscioni e i cartelloni neri del Daesh.
I miliziani del Califfato già nel luglio 2014 avevano scelto la chiesa di Sant'Efrem come sede del Consiglio di stato dei mujahidin. La croce che svettava sulla cupola era stata divelta. Il 9 settembre di quello stesso anno, i raid aerei compiuti per colpire le postazioni dei jihadisti avevano danneggiato gravemente alcuni edifici adiacenti alla chiesa di Sant'Efrem e a quella siro-cattolica dedicata a san Paolo, anch'essa situata nel cosiddetto “quartiere della polizia”. Poi, nel novembre 2014, la chiesa di Sant'Efrem era stata svuotata dei suoi arredi interni e voci insistenti messe in rete via internet avevano accreditato la voce – mai confermata - che il luogo di culto cristiano sarebbe stato presto trasformato in moschea. (GV) (Agenzia Fides 7/2/2017).
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AMERICA/EL SALVADOR - I Vescovi chiedono una legge per proteggere il territorio dallo sfruttamento minerario
 
San Salvador (Agenzia Fides) – I Vescovi salvadoregni hanno chiesto ieri, 6 febbraio, all'Assemblea Legislativa di emanare una legge per vietare l’estrazione dei metalli in questo paese centroamericano che continua ad essere preso di mira da compagnie minerarie transnazionali.
Durante una conferenza stampa, l'Arcivescovo di San Salvador, Sua Ecc. Mons. José Luis Escobar Alas, ha sollecitato il nuovo disegno di legge, sostenuto dalla Caritas di El Salvador e dall'Università CentroAmericana Jose Simeon Cañas (UCA). "La legge mineraria che abbiamo è estremamente obsoleta e ci mette in grave pericolo, fa diventare vulnerabile la nazione" ha detto il Presule secondo le informazioni pervenute a Fides.
La nota ricorda che, dopo una lunga disputa, El Salvador ha vinto ad ottobre 2016 la causa contro la società Oceana Gold (prima era la Pacific Rin), che aveva citato in giudizio lo Stato salvadoregno perché negava i permessi di estrazione, chiedendo un risarcimento di 250 milioni di dollari per la perdita di guadagni potenziali.
Su questo tema, la Chiesa locale ha sempre sostenuto la difesa del territorio dinanzi allo sfruttamento delle miniere di metalli preziosi: "Una simile attività è inaccettabile, poiché provoca un danno irreversibile alle persone e all’ecosistema” scrivevano i Vescovi già nel 2008 (vedi Fides 25/01/2008).
Secondo le Nazioni Unite, El Salvador ha il più alto grado di degrado ambientale nella regione dopo Haiti, con solo il 3% della foresta naturale vergine e terreni rovinati da pratiche agricole inappropriate. Un sondaggio della UCA del 2015, ha dimostrato che il 79,5% della popolazione dei comuni più minacciati dalla estrazione dei metalli, considera El Salvador non adeguato per questo settore. Inoltre il 77% della popolazione esige dal governo che prenda misure immediate per vietarla.
(CE) (Agenzia Fides, 07/02/2017)
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AMERICA/MESSICO - “La Costituzione dovrebbe rappresentare i messicani” afferma Mons. Martínez Zepeda
 
Irapuato (Agenzia Fides) – “La Costituzione Politica del Messico dovrebbe essere più chiara e rappresentare i messicani, perché con le più di 690 riforme che ha subito fin dalla sua entrata in vigore, non soddisfa questo scopo” ha detto il Vescovo della diocesi messicana di Irapuato, Sua Ecc. Mons. José de Jesús Martínez Zepeda.
Nel giorno in cui la nazione ha celebrato con atti pubblici il Centenario della Costituzione, il 5 febbraio, come informa la nota pervenuta a Fides, il Vescovo ha espresso la sua opinione dopo la Messa domenicale dicendo che le modifiche devono essere fatte con il rigore della coscienza e non solo per "distorcere" la Carta costituzione. Ha osservato che la propaganda per la difesa dei diritti fatta nel corso degli anni, suona falsa, perché non è stata mai aperta a tutti i cittadini messicani, inoltre la Corte Suprema si è concentrata su lavori che non le competono.
(CE) (Agenzia Fides, 07/02/2017)
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AMERICA/COLOMBIA - Contadini si organizzano con un sito internet per superare la povertà
 
Toca (Agenzia Fides) – Una famiglia di Toca, municipio di Boyacá, nel centro della Colombia, assillata dalle perdite annuali delle coltivazioni di cipolla, ha sfruttato le sue modeste conoscenze informatiche per creare una applicazione stile ‘eBay’ per vendere il prodotto della terra senza intermediari. Si tratta di Campoagro, premiata come iniziativa di pace e oggi utilizzata da migliaia di contadini. Toca è terra di suoli fertili, motivo per il quale gran parte degli abitanti si dedica all’attività agricola. Tuttavia, anni fa, queste attività hanno iniziato a perdere redditività per i produttori che, pur lavorando mesi per la raccolta, alla fine passavano quasi tutto agli intermediari.
Campoagro ha iniziato a prendere piede tre anni fa, in concomitanza con uno sciopero nazionale degli agricoltori, quando rappresentanti del Ministero delle Tecnologie dell’Informazione e delle Comunicazioni (MinTic) e il loro programma Apps.co furono presentati all’interno delle scuole con l’obiettivo di creare business attraverso la strumentazione digitale.
Due studenti di Toca allora decisero di presentare il progetto di un sito web che offrisse agli agricoltori la possibilità di contattare i clienti, come i supermercati, luoghi di mercato, produttori di patate fritte o ristoranti, per vendere direttamente cipolle, patate, lattuga, piselli, mais, mango o formaggio. Anche se Campoagro ha oltre 4 mila produttori registrati, questi devono fare fronte all’accesso limitato a internet nei campi e alla sfida di avvicinare i braccianti alle nuove tecnologie. Campoagro “ha voluto dimostrare che la tecnologia favorisce tutti e che, con la metodologia adeguata, il livello di scolarizzazione non è un limite”, ha dichiarato il MinTic in una nota stampa pervenuta a Fides.
(AP) (7/2/2017 Agenzia Fides)

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