collegamento orari cp
Visualizzazione post con etichetta Ecuador. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Ecuador. Mostra tutti i post

martedì 28 aprile 2020

Agenzia Fides 28 aprile 2020


News
 
EUROPA/ITALIA - Le suore di Don Orione continuano nella pandemia ad assistere disabili, minori e anziani, “ora abbiamo bisogno di un aiuto”
 
Roma (Agenzia Fides) – Le suore di Don Orione (Piccole Suore Missionarie della Carità, PSMC) della Provincia italiana hanno lanciato un appello per affrontare questo momento molto difficile, in cui la pandemia del Covid-19 ha colpito duramente soprattutto le regioni e le attività nel Nord Italia. Le PSMC anche in questo tempo di emergenza continuano a svolgere la loro opera di assistenza in tutto il mondo, cercando di fare fronte alle nuove difficoltà. In Italia si prendono cura dei bambini disabili del Piccolo Cottolengo, delle disabili di Casa Serena, delle comunità di minori di Cusano Milanino, di Palermo, di Castelnuovo Scrivia e di tutti gli ospiti delle case di riposo, nonché delle suore anziane della Casa madre.
“È passato più di un mese e mezzo - scrive suor Gabriella Perazzi, economa provinciale - da quando all’improvviso la vita di tutti è stata modificata per tante cose in peggio, il meglio spero e penso che lo vedremo più in là. Qualcosa però è rimasto anche di stabile: il nostro lavoro di assistenza e il prenderci cura dei nostri disabili, anziani e minori nelle tante realtà che gestiamo insieme al personale laico. In questo tempo di prova che cerchiamo di superare come meglio si può, abbiamo purtroppo dovuto piangere anche la perdita di 9 nostre consorelle e continuiamo a trepidare per tante altre che combattono ancora con questo nemico invisibile”. C’è bisogno, scrive suor Gabriella, di un “aiuto, sia economico, ma anche di beni di prima necessità: prodotti alimentari, articoli per l’igiene personale e detergenti per la casa, pannolini, guanti, farmaci, articoli medicali, ecc. Il tutto verrà distribuito, in base alle necessità, nelle nostre case della Provincia italiana”.
La Superiora generale delle PSMC, suor M. Mabel Spagnuolo, partendo dalla Lettera del Santo Padre a tutti i fedeli per il mese di maggio 2020, pubblicata il 25 aprile, ha invitato tutta la congregazione a celebrare un Mese mariano speciale, “con lo scopo di affidare a Maria tutta l’umanità in questo tempo di grande sofferenza e chiedere a Dio, per Sua intercessione, la grazia della fine di questa pandemia”. “Don Orione – scrive la Superiora generale - ha tante volte consacrato e affidato la sua Piccola Opera e i suoi figli e figlie a Maria Santissima, Immacolata e Madre di Dio, e lui stesso avrebbe accolto questo invito del Papa con grande fede, entusiasmo e devozione, coinvolgendo il maggior numero di persone”. (SL) (Agenzia Fides 28/4/2020)
 top^ 
 
 
 
AFRICA/SUDAN - Nel tempo del Covid-19 niente scontri e ostilità: le speranze della Chiesa
 
El Obeid (Agenzia Fides) - “In parte a causa del terrore per la diffusione del coronavirus, in parte perché il dialogo continua, qui da noi in Sudan da tempo non si registrano scontri”. Esordisce così, in un colloquio con l’Agenzia Fides, Mons. Tombe Trille, Vescovo di El Obeid, e Presidente della Conferenza Episcopale di Sudan e Sud-Sudan. Con un sistema sanitario precario e una situazione socio-economica che sconta anni di dittatura, il Sudan, appena entrato in una nuova fase politica, guarda con terrore alla diffusione del coronavirus. I casi accertati sono oltre 240 mentre i morti 21.
“Il governo – spiega il Vescovo - ha chiesto di evitare assembramenti (e imposto il lockdown totale nello Stato di Khartoum da metà aprile) e abbiamo celebrato la Settimana Santa con numeri di fedeli limitati, massimo 50. Ovviamente, se il governo ce lo chiederà, chiuderemo tutto fino a che non ci sarà sicurezza. Siamo preoccupati per i campi profughi sia per le condizioni generali, sia perché non ci è possibile assicurare la nostra costante presenza pastorale e sociale. In ogni caso, la Pasqua non è un momento isolato ma è permanente per la Chiesa: continua tutto l’anno, ogni messa è una Pasqua e avremo occasioni di celebrarla come si deve più in là”.
Nel frattempo, domenica 22 marzo Stephen Ameyu Mulla, ha potuto finalmente insediarsi come nuovo Arcivescovo della capitale del Sud Sudan, Juba. La sua nomina è stata fin dall’inizio avversata da un gruppo di laici e religiosi sulla base di divisioni sostanzialmente etniche ed è avvenuta con ritardo, solo a seguito di un’indagine della Santa Sede.
“Dall’installazione di Mons Ameyu, non ci sono stati più contestazioni né proteste. Anche grazie al suo discorso inaugurale impostato tutto sulla riconciliazione, gli animi si sono molto calmati. È un bel segnale che ci fa sperare per un futuro unito e di pace sia per il Sud Sudan che per il Sudan. La popolazione ha bisogno e comincia a intravedere segni di nuova speranza”.
A un anno esatto dalla cacciata di Omar al-Bashir (11 aprile 2019), il despota giunto al potere nel 1989 con un colpo di Stato sostenuto dagli islamisti, il Sudan, tra mille sfide di carattere politico, sociale ed economico, continua a rappresentare una buona notizia per l’Africa. Il rating di democrazia stilato dall’Economist ogni anno, lo vede in salita: dagli ultimissimi posti è salito al 147°, scalando in un anno 8 posizioni. (LA) (Agenzia Fides 28/4/2020)
 top^ 
 
 
 
AFRICA/TOGO - Alle prese con il coronavirus in missione, tra culti animisti e pratiche religiose
 
Sokodé (Agenzia Fides) - “Siamo anche noi confinati, niente più messe domenicali e feriali. Dunque niente più collette alla domenica. Ne facevamo due: una per la missione e una per la chiesa. Da due mesi non c’è più nessuna entrata e dobbiamo continuare a vivere oltre a mantenere le spese fisse”, scrive all’Agenzia Fides dal Togo padre Silvano Galli, sacerdote della Società per le Missioni Africane (SMA).
“Anche qui a Sokodé siamo tutti sotto controllo da quando l’epidemia si è diffusa da un Centro Rasta del villaggio di Kuvon, nelle periferia della città. Il Centro, attrezzato con una serie di abitazioni per ospitare i visitatori – secondo le informazioni raccolte – è conosciuto e frequentato come luogo per una pratica religiosa legata ai culti animisti locali: è un luogo di iniziazione per un grande feticcio kabié, originario di Sundina. E’ conosciuto ovunque, anche all’estero, ed è gestito da un uomo di etnica kotokoli, chiamato Grande Maestro del feticcio, di nome Naba Lamoussa Bassirou, che definisce la sua struttura come un Centro di spiritualità. Di recente c’era stato un incontro con osservatori giunti anche da Stati Uniti e Canada. Sono state sacrificate diverse vittime, e poi c'è stato un grande banchetto. Purtroppo gli stranieri erano infetti da virus e sono stati trasferiti a Lomé. I partecipanti al banchetto, circa 180, sono stati sottoposti al test ma sono risultati negativi.”
Padre Galli riporta la dichiarazione di Naba Lamoussa il quale ha riferito "che all’infuori dei casi riconosciuti, di cui un solo togolese, tutta la comunità è stata sottoposta a controlli ed è risultata negativa", ma che si sono tutti messi in quarantena e a disposizione di una équipe medica per vedere in che misura la quarantena potrà essere tolta. Il ‘Gran Maestro del feticcio’ conclude auspicando che "con la grazia di Dio, che noi tutti imploriamo, il coronavirus passerà rapidamente come un vento cattivo con zero morti a Sokodé affinché ognuno possa riprendere, nella quiete, le sue attività".
Oltre alle misure preventive diffuse a livello nazionale, a Sokodè vige il coprifuoco notturno dalle 20 alle 6 del mattino. “Per i confinamenti il problema è più complicato – spiega p. Silvano -. Come sussidio il governo ha promesso, per i prossimi tre mesi, a tutti i confinati un aiuto mensile di 12500 franchi (20 €) alle donne, e 10500 agli uomini. Per ricevere il contributo bisogna presentare la tessera elettorale. Alcuni hanno detto che se vengono confinati magari non muoiono di coronavirus ma di fame.”
Il missionario conclude dicendo che “la gente qui vive del suo lavoro. Se non va nei campi, se non va al mercato, non può vivere. Ma qui tutti sono abituati a lottare e a convivere con la morte, e a sorridere anche nelle situazioni più tragiche.
(SG/AP) (28/4/2020 Agenzia Fides)
 top^ 
 
 
 
ASIA/PAKISTAN - Operatori ecologici, quasi tutti non musulmani, ad alto rischio di contagio per
 coronavirus
 
Lahore (Agenzia Fides) - In Pakistan circa il 95% degli operai addetti alla pulizia e alla sanificazione di strade, ospedali, scuole e istituti pubblici, fogne appartiene alle minoranze religiose: si tratta di uomini e donne, soprattutto indù e cristiani, che sono ad alto rischio per il contagio da coronavirus. Sono quelli che raccolgono i rifiuti contaminati nei reparti di quarantena degli ospedali e in tutto il paese, e rischiamo di essere i più negletti. Per la loro protezione le autorità non hanno adottato misure adeguate. La Corte Suprema del Pakistan, in una sentenza del 13 aprile, ha rilevato "anche le condizioni del personale addetto alla sanificazione che opera negli ospedali e in altri luoghi", richiedendo che "riceva la protezione necessaria".
Questi operai, responsabili di mantenere la pulizia e lo smaltimento dei rifiuti pericolosi di ogni tipo, sono quasi sempre senza alcun equipaggiamento protettivo, nè dispositivi di protezione individuale mentre svolgono le loro funzioni. "Sollecitiamo una rapida risposta delle autorità per far fronte alla situazione perchè, secondo le indicazioni della Corte Suprema, gli operai addetti alla sanificazione e in particolare tutto il personale che lavora al fianco di medici, sia dotato di adeguati apparati di protezione" ha dichiarato a Fides Samuel Piyara, presidente del Forum per l'attuazione dei diritti delle minoranze.
Shahid Mushtaq Asi, presidente del Sindacato degli operatori ecologici ha dichiarato che tutta la spazzatura e i rifiuti di ogni genere, inclusi quelli di carattere sanitario, vengono raccolti da questi lavoratori, senza alcuna precauzione apposita. "Abbiamo chiesto alle autorità di fornire disinfettanti e guanti a questi lavoratori. E nessuno di loro è stato sottoposto a un test per il coronavirus. Non viene rispettato il verdetto della Corte Suprema".
Il Prof. Dr. Muhammad Ashraf Nizami, Presidente della "Pakistan Medical Association", sottolinea a Fides che "il verdetto della Corte Suprema è corretto e va rispettato: gli operatori sanitari che lavorano nei reparti infettivi hanno bisogno di attrezzature adeguate, in quanto fanno parte dei professionisti medici che sono direttamente collegati nella cura dei pazienti".
"Apprezziamo l'intervento della Corte Suprema e ci impegniamo a seguire le sue indicazioni per le misure di sicurezza degli operatori sanitari e addetti alla sanificazione" ha affermato Ijaz Alam Augustine, Ministro federale dei diritti umani e degli affari delle minoranze, dopo aver visitato un ospedale dove tutto il personale era dotato di protezioni adeguate.
Il fatto che questi operatori ecologici e pulitori degli ambienti appartengano alle minoranze religiose si lega all'antica concezione castale ancora presente nelle società del subcontinente indiano. In Pakistan tale pratica discriminatoria è stata anche incentivata e perpetrata dalle istituzioni pubbliche, che mettono a bando dei posti di lavoro "riservati ai non musulmani". Sono lavori che i musulmani rifiutano. "Si tratta di un doppio standard”, afferma la Commissione “Giustizia e Pace” dei Vescovi pakistani e di “un trattamento discriminatorio riservato alle minoranze religiose”. (KN-PA) (Agenzia Fides 28/4/2020)
 top^ 
 
 
 
ASIA/VIETNAM - Nella nazione con zero decessi da Covid-19, la Chiesa riprende a celebrare le messe
 
Hanoi (Agenzia Fides) – Data l’ottima gestione dell’emergenza coronavirus e la limitata diffusione del morbo, la comunità cattolica in Vietnam ha potuto riprendere a celebrare l’Eucarestia. Come appreso dall’Agenzia Fides, il 24 aprile il Vescovo di Vinh, Mons. Alphonse Nguyên Huu Long, ha permesso ai sacerdoti di riprendere a celebrare la messa “per soddisfare i bisogni spirituali dei cattolici e il forte desiderio di Eucaristia". Finora le funzioni erano solo online ma dal 25 aprile, ha spiegato il Presule, tre diocesi in Vietnam (Vinh, Ha Tinh e My Tho) sono potute tornare a una sorta di “semi-normalità” dopo che il governo ha allentato le misure anti-coronavirus. Il Vescovo di Vinh (diocesi con circa 290mila fedeli) ha però chiesto ai sacerdoti di celebrare messe brevi, con esigua presenza di fedeli e nel rispetto del distanziamento sociale, limitando inoltre la celebrazione di due messe nei giorni feriali e quattro la domenica.
La disposizione data dai leader della Chiesa, che offre grandi segni di speranza ai fedeli cattolici in Vietnam, è stata possibile perché negli ultimi dieci giorni il Vietnam non ha visto aumentare i casi di coronavirus se non per due giovani studenti che, rientrati dal Giappone dove si trovavano per motivi di studio, si sono rivelati positivi e sono stati subito isolati. Uno tra i Paesi del Sudest asiatico che confina con la Cina – e dunque assai più vicino di altri all’epicentro iniziale della pandemia mondiale – può dunque vantare un risultato molto soddisfacente: il Vietnam conta oggi infatti un numero totale di pazienti infetti a livello nazionale di 270 con un numero quasi equivalente di dimessi e soprattutto con un bilancio pari a zero per quanto riguarda i decessi. E’ tra i pochi Paesi del mondo che può esibire questo risultato, pur essendo stato tra i primi a registrare il virus uscito dai confini cinesi il 23 gennaio scorso. Attualmente, quasi 70mila persone sono in quarantena e oltre 350 sono ospitate in apposite strutture sanitarie.
Il Vietnam, come altri Paesi, ha segnalato casi in pazienti che non venivano dalla Cina ma che hanno contratto il virus da qualcun altro che aveva visitato Wuhan, come probabilmente è accaduto ai due studenti di ritorno dal Giappone. Non di meno, il piccolo ma densamente popolato Paese asiatico ha messo in piedi prestissimo misure di lockdown che hanno impedito la diffusione del Covid-19: blocchi selettivi – in parte ancora attivi - che sono arrivati a chiusure totali di intere aree o villaggi. Tale modello di “gestione controllata”, e affidata anche alla responsabilità dei singoli e al forte senso di responsabilità di ogni individuo verso l’intera comunità, è stato seguito poi anche da altri Paesi dell’area.
In Vietnam i cattolici sono oltre 6 milioni e 300mila ossia circa il 7% della popolazione di 95 milioni di abitanti di un Paese.
(MG-PA) (Agenzia Fides 28/4/2020)
 top^ 
 
 
 
AMERICA/MESSICO - Sacerdote minacciato di morte, ma la Chiesa non si ferma nella difesa dei diritti della popolazione
 
San Cristobal (Agenzia Fides) - La quarantena per combattere la pandemia non basta a fermare il crimine organizzato che in Messico continua a minacciare la popolazione. Così succede nel Chiapas, dove i sacerdoti sono stati minacciati di morte con delle telefonate da presunti membri del Cartello Jalisco Nueva Generacion (CJNG), che secondo informazioni dei media locali sono nella zona solo da pochi mesi.
Padre Marcelo Perez infatti ha ricevuto una telefonata con minacce di morte a lui e alla sua famiglia. La diocesi di San Cristobal de las Casas, in un comunicato inviato a Fides, informa le autorità che padre Marcelo, responsabile della pastorale sociale della diocesi, è stato minacciato non solo lui, ma anche la sua famiglia e i suoi fedeli membri del Consiglio Parrocchiale di San Antonio di Padova, se non ubbidiranno alle richieste del CJNG.
Secondo la telefonata minatoria, la Chiesa cattolica attraverso i suoi sacerdoti deve "allinearsi" e riconoscere il CJNG come padrone del territorio, in cambio ci sarà pace nella zona, altrimenti il sangue scorrerà nella comunità.
Non è la prima di questo tipo di azioni da parte del CJNG, che cercano di intimidire e sottomettere con la paura i gruppi di cittadini delle zone rurali, ma questa volta si tratta della Chiesa cattolica in una zona dove la pastorale sociale si è organizzata così bene che è riuscita ad unire 18 comuni della zona in difesa dei diritti umani, secondo le informazioni della diocesi di San Cristobal de las Casas. La diocesi conclude il messaggio firmato dal Vescovo, Mons. Rodrigo Aguilar, affermando che non si fermerà il lavoro dei cattolici perché si tratta di un impegno riuscito dopo tanti anni di impegno della diocesi con la popolazione.
(CE) (Agenzia Fides 28/04/2020)
 top^ 
 
 
 
AMERICA/BRASILE - La sospensione delle messe per la pandemia è dolorosa, ma può contribuire a salvare vite umane
 
Belo Horizonte (Agenzia Fides) - Le misure di isolamento sociale decise dalle autorità per frenare la crescita dei casi e la diffusione di covid-19 in Brasile, sono state adottate anche dalle arcidiocesi e diocesi brasiliane, che hanno sospeso, sia pure con grande dolore, le attività religiose compresa la celebrazione delle messe con la partecipazione dei fedeli, come avvenuto in quasi tutto il mondo. Secondo i risultati di uno studio diffusi dalla Conferenza nazionale dei Vescovi brasiliani (CNBB) tale provvedimento potrebbe aver prevenuto oltre 120 morti nel paese.
Lo studio è stato realizzato dalla Società brasiliana degli Scienziati cattolici (SBCC), di cui fa parte il settore universitario della Commissione episcopale per la cultura e l'istruzione della CNBB e il Gruppo di ricerca modellistica dei problemi biologici del Centro federale di educazione tecnologica del Minas Gerais (CEFET-MG). “Il numero approssimativo di vite salvate dipende dal numero dei morti durante il periodo di isolamento per la sospensione delle messe in Brasile” ha affermato il professor Rodrigo Cardoso, docente nel Dipartimento di matematica del CEFET. Secondo il ricercatore, il numero varia tra 46 e 120.
Nell’ambito dei casi considerati per questa stima, i risultati indicano che questa misura restrittiva può essere stata responsabile della riduzione del 2,6% del numero di casi di infezione e decesso nel paese e della riduzione di circa il 9, 7% del numero di casi di ricovero durante il picco dell'epidemia. "Con questo studio – commenta il comunicato diffuso dalla Conferenza episcopale -, la SBCC intende collaborare alla divulgazione scientifica tra il pubblico cattolico, e mettere in rilievo per la società in generale gli sforzi della Chiesa per aiutare ad affrontare la pandemia". (SL) (Agenzia Fides 28/4/2020)
 top^ 
 
 
 
AMERICA/ECUADOR - Commissione Governo-Vescovi al lavoro per la riapertura delle chiese secondo la situazione concreta di ogni città
 
Quito (Agenzia Fides) – Il Consiglio di Presidenza e alcuni Vescovi della Conferenza episcopale dell’Ecuador (CEE) si sono incontrati con la Ministra del governo, Maria Paula Romo, e i suoi assessori, per discutere il tema della riapertura delle chiese e la ripresa delle diverse attività pastorali.
Come informa il comunicato diffuso dalla Conferenza episcopale, pervenuto all’Agenzia Fides, “i Vescovi, oltre a ratificare il loro impegno di collaborazione, come Chiesa, alle campagne di solidarietà a favore dei più poveri e di accompagnare spiritualmente le famiglie, hanno fatto presente che la riapertura delle chiese risponde al desiderio spirituale di un popolo che è in maggioranza credente e cattolico”.
Per raggiungere questo obiettivo, informa il comunicato, una Commissione formata da rappresentanti del Governo e della Chiesa, elaborerà i protocolli che saranno applicati, “in forma progressiva, secondo la situazione concreta di ogni città e settore”. “Questo passo così importante – conclude il comunicato del Consiglio di presidenza della CEE – ci aiuti a mantenere viva la speranza e a trovare soluzioni adeguate sia per la salute che per l’economia del nostro Paese”. (SL) (Agenzia Fides 28/4/2020)

lunedì 20 aprile 2020

Agenzia Fides 20 aprile 2020

AFRICA/COSTA D’AVORIO - Giornata nazionale dei detenuti: appello di un prete per una maggiore umanizzazione delle carceri
 


Abidjan (Agenzia Fides) - La Chiesa cattolica in Costa d'Avorio, attraverso la Commissione Episcopale per la pastorale sociale, celebra ogni anno dal 2007 nella festa della Divina Misericordia, la giornata nazionale dei detenuti. Un'iniziativa della Chiesa per essere più vicini ai prigionieri e mostrare loro la misericordia di Dio. Ma anche per evidenziare le realtà esistenziali delle carceri ivoriane.
In occasione della quattordicesima edizione della Giornata nazionale dei detenuti, che quest'anno dovrebbe svolgersi nell'arcidiocesi di Gagnoa e che, per motivi legati alla COVID-19, non ha potuto avere luogo, p. Charles Olidjo Siwa, segretario esecutivo nazionale della sottocommissione nazionale per la cura pastorale delle carceri, chiede il rispetto della dignità umana e la cura dell'igiene nelle carceri ivoriane.
"Diciamo che ci sono situazioni nelle nostre carceri che minano la dignità della persona umana, ad esempio la sovrappopolazione, inoltre alcune case di correzione in Costa d'Avorio sono prive di latrine. Certamente i governi fanno sforzi che accogliamo con favore, ma a questo livello pensiamo che non si sia fatto abbastanza. I detenuti devono essere davvero trovarsi in un luogo di correzione” auspica p. Siwa. Infatti il tema scelto per l'anno pastorale 2019-2020 della Giornata nazionale dei prigionieri è: "Per il rispetto della dignità della persona umana, cerchiamo di impegnarci nell'igiene in carcere”.
Durante la celebrazione della giornata nazionale dei carcerati si visitano i detenuti in una delle case correzionali del Paese, cui si donano viveri e pasti. Un'azione che non è stato possibile effettuare a causa della pandemia di Coronavirus. P.. Siwa lancia comunque un appello alla solidarietà, invitando cristiani e persone di buona volontà a sostenere i prigionieri, dando al contempo alle carceri un volto più umano.
Il Presidente della Repubblica, Alassane Ouattara nell’ambito alla lotta contro il coronavirus ha graziato lo scorso 8 aprile 1000 prigionieri e ha ridotto la pena ad altri 1004.
La Costa d'Avorio ha 34 carceri e strutture correttive con una popolazione carceraria di 16.800 detenuti. La prigione più grande e famosa del paese, il Centro di correzione e detenzione di Abidjan (MACA), progettato per ospitare 1.500 detenuti, oggi ha una popolazione carceraria di 7.400 prigionieri. Un terzo dei carcerati (2.141 persone) del MACA sono in detenzione preventiva. (S.S.) (L.M.) (Agenzia Fides 20/4/2020)
 top^ 
 
 
 
AFRICA/NIGERIA - Covid-19: la Caritas nigeriana distribuisce generi alimentari ai poveri bloccati a casa
 
Abuja (Agenzia Fides) - La Catholic Caritas Foundation of Nigeria (CCFN) ha donato materiali alimentari a oltre 500 famiglie nella comunità di Durumi e dintorni ad Abuja (capitale federale della Nigeria), a famiglie bisognose bloccate in casa per le misure di prevenzione disposte dalle autorità per contrastare l’epidemia di COVID-19.
Il Segretario Generale della CCFN, Rev. P. Zacharia Samjumi, nello spiegare l’iniziativa, a specificato che i beneficiari sono stati attentamente selezionati e sono principalmente persone che traggono di che vivere da attività informali condotte ogni giorno. Il lock down della popolazione di 14 giorni e la sua estensione per altri 14, ha praticamente gettato queste famiglie alla fame. Per questo la CCFN ha avviato il programma di distribuzione gratuita di generi alimentari, inizialmente a 200 famiglie, ora esteso a 500 per poi raggiungere 1000 famiglie.
P. Samjumi ha rivolto un appello ai nigeriani benestanti perché contribuiscano al programma di assistenza della Caritas e di altre organizzazioni. “Pensiamo che vi siano organizzazioni credibili che possono raggiungere i più poveri della società, per i quali il blocco in casa sta avendo un impatto grave. Chiediamo ai nigeriani benestanti attraverso queste organizzazioni credibili di fornire gli aiuti ai bisognosi ", ha detto p. Samjumi
Anche Sua Ecc, Mons. Adewale Martins, Arcivescovo di Lagos, nella sua omelia per la Messa della Divina Misericordia nella Cattedrale di Santa Croce, Lagos, trasmessa per televisione a causa del lock down, ha lanciato un appello alla solidarietà. "Lodiamo i nostri parrocchiani che hanno provveduto ai poveri" ha detto Mons. Martin, che ha chiesto ai responsabili della distribuzione degli aiuti di assicurarsi che questi siano dati alle persone che ne abbiano effettivo bisogno.
Le autorità della Nigeria hanno confermato 86 nuovi casi di coronavirus e 21 decessi, per un totale di 627 casi confermati.Le autorità hanno imposto un blocco nella capitale Abuja, a Lagos e negli Statoodi Ogun e di Kano.
Le misure di lock down sono comunque difficili da far rispettare in Nigeria. Le forze dell’ordine sono accusate di aver ucciso una ventina di persone per aver violato il coprifuoco.
Inoltre uomini armati hanno ucciso 47 persone in attacchi ad alcuni villaggi nello stato nigeriano nordoccidentale di Katsina nelle prime ore di sabato 18 aprile, secondo quanto riferiscono fonti di polizia. (L.M.) (Agenzia Fides 20/4/2020)
 top^ 
 
 
 
ASIA/INDIA - La domenica della "Divina misericordia" spesa per i più poveri, bloccati dall'emergenza coronavirus
 
Bhubaneswar, (Agenzia Fides) - Vescovi e fedeli cattolici nello stato di Orissa (Odisha) hanno vissuto la domenica della Divina Misericordia, il 19 aprile, dedicandosi agli emarginati, agli "scartati", ai migranti e agli indigenti, in questa fase di "blocco totale" della nazione, a causa dell'emergenza Covid-19, esteso dal governo fino al 3 maggio. Come spiegano all'Agenzia Fides fonti della Chiesa locale, per i più poveri, la fame è diventato un nemico peggiore di COVID-19. I poveri, emarginati, lavoratori a giornata sono i più colpiti da questo blocco: non hanno lavoro, né denaro né cibo per vivere.
I Vescovi dello stato di Odisha hanno preso l'iniziativa di aiutare i poveri e i bisognosi durante il blocco nazionale della Divina Misericordia domenica 19 aprile 2020.
La diocesi di Rayagada ha organizzato il servizio di distribuzione del cibo coinvolgendo anche altre organizzazioni della società civile, andando a beneficiare lavoratori migranti, autisti, piccoli commercianti, operai a giornata, vedove, anziani, mendicanti, senza tetto.
"La Divina Misericordia di Cristo è l'amore che ha per l'umanità, nonostante i nostri peccati che ci separano da Lui", ha spiegato a Fides mons. Aplinar Senapati, della Congregazione della Missione (CM) Vescovo di Rayagada, impegnato a offrire materiali ai poveri e ai bisognosi.
"Pur mantenendo il distanziamento sociale, i nostri cuori sono vicini ai poveri e ai bisognosi: e Gesù mostra che la sua misericordia per i piccoli", ha detto. "Nel nostro modo semplice raggiungiamo queste persone che sono di Dio".
La Diocesi ha distribuito a 700 famiglie cibo e un kit sanitario con disinfettante, sapone e maschera. Le suore Francescane Missionarie di Maria (FMM) si sono unite alla distribuzione e hanno aiutato le persone a ricevere i kit. "Grazie a questi doni, sperimentiamo l'amore e la misericordia del nostro Dio", ha detto Priti Pradhan, una vedova cattolica di Rayagada.
“Abbiamo deciso che tutte le parrocchie, le scuole e le istituzioni potrebbero generare un proprio fondo e scorte alimentari per aiutare i poveri nella razione quotidiana di cibo”, ha affermato mons. Niranjan Sualsingh, Vescovo di Sambalpur, mentre distribuiva i materiali alimentari agli abitanti delle baraccopoli e ai migranti.
In questo momento di battaglia contro COVID-19 lo stress tra le persone è in aumento, la situazione dei poveri e dei lavoratori migranti peggiora. Milioni di indiani soffrono. "Dobbiamo essere sensibili a questa tragedia umana senza precedenti. Le attuali situazioni richiedono da noi semplicità e austerità dello stile di vita , per alleviare la sofferenza dei più poveri", ha aggiunto mons. Niranjan Sualsingh.
Grazia alla collaborazione delle varie parrocchie e dei vari ordini e congregazioni religiose, maschili e femminili, le aree periferiche o i quartieri più poveri sono stati raggiunti, inclusa la colonia di lebbrosi A Burla e 250 famiglie di una baraccopoli, tutta di popolazione non cristiana.
"Il COVID-19 ci ha resi tutti più premurosi e compassionevoli verso le persone , verso la gente senza speranza della società, senza alcuna discriminazione di etnia o religiose", ha detto suor Sunita Ekka Superiora della congregazione della Santa Croce e Sambalpur. Le autorità civili dello stato hanno molto apprezzato il gesto e la solidarietà dei cattolici. (PN-PA) (Agenzia Fides 20/4/2020)
 top^ 
 
 
 
ASIA/CAMBOGIA - La risposta al Covid-19: Vescovo e sacerdoti vicini con creatività alla gente nei villaggi
 
Phnom Penh (Agenzia Fides) - "Il nostro cuore è rivolto e affidato a Nostra Signora del Sorriso, nel mezzo delle risaie della Cambogia, mentre è in corso il fermo di ogni attività per la diffusione del coronavirus", dice all'Agenzia Fides mons. Olivier Schmitthaeusler, Vicario apostolico di Phnom Penh, raccontando come la Chiesa in Cambogia ha risposto all'emergenza. Dal 17 marzo 2020, le riunioni e le attività religiose sono vietate dal Ministero della salute e le scuole sono state chiuse, fino a nuovo avviso.
"La Chiesa cattolica in questo contesto ha cercato di organizzarsi in modo creativo e proattivo. Tutti i raduni nelle nostre comunità: messe, preghiere comuni, incontri, seminari sono sospesi e tutte le nostre scuole sono chiuse, ma Vicariato Apostolico di Phnom Penh è stato molto attivo per cercare di continuare il servizio pastorale", riferisce.
Il Vescovo ha istituito una speciale "task force Covid-19" il 19 marzo con rappresentanti dei settori pastorali e uffici diocesani. "Dalla domenica 22 marzo, abbiamo iniziato a celebrare una messa e un rosario quotidiano 'live' su social network Facebook e Youtube. Il nostro servizio di comunicazioni sociali cattoliche è in allerta 24 ore al giorno per consentire a tutti di rimanere in comunione, poiché l'Eucaristia può radunare fisicamente solo 3 o 4 fedeli", dice.
Inoltre, prosegue il Vicario, "ho chiesto a ciascun sacerdote di stabilirsi in una comunità del Vicariato per celebrare in questi luoghi, senza i fedeli certamente, ma questa presenza è preziosa ed è un segno di vicinanza concreta alle piccole nei villaggi". Lo stesso Vescovo non risiede in episcopio, ma si è temporaneamente trasferito nella parrocchia di Nostra Signora del Sorriso, a 90 chilometri da Phnom Penh: "Lì sono stato sacerdote per 10 anni, c'è la più grande comunità cambogiana del Vicariato, nonché gran parte dei programmi di istruzione e sviluppo. Ho celebrato da lì il Triduo Pasquale, trasmesso con i poveri mezzi a disposizione in mezzo alle risaie, ma ritrasmesso a Phnom Penh in modo professionale dal nostro servizio di comunicazione".
Intanto, aggiunge il Vicario, "le nostre scuole cattoliche hanno organizzato corsi di e-learning e seguono i nostri studenti dalle scuole elementari alle superiori. L'Istituto Saint Paul ha iniziatoun programma completo di istruzione a distanza per i nostri studenti. È stata istituita una formazione online per insegnanti di scuola materna".
Molto attivo il settore della carità: "La nostra Alleanza per la carità e lo sviluppo - che riunisce le nostre ONG cattoliche, le congregazioni religiose che lavorano in diverse aree della società, gli uffici ed enti impegnati in particolare per la salute, l'educazione cattolica, il servizio sociale - è molto attiva e si prepara per il post-covid-19. Stiamo distribuendo cibo, disinfettante e maschere per i più poveri. L'emergenza Covid-19 lascerà ripercussioni durature sui più vulnerabili: lavoro perduto, impennata dei debiti, attività economiche chiuse: attraverso i nostri servizi sociali e le nostre ONG, saremo in grado di essere al servizio del prossimo, in nome di Gesù Cristo risorto".
Un pensiero speciale il Vescovo lo rivolge "a 70 catecumeni che avrebbero dovuto ricevere il sacramento del battesimo nella notte di Pasqua. Possano rimanere forti nella fede in questo tempo di prova. Speriamo che, se Dio vorrà, la domenica di Pentecoste, 31 maggio 2020, possiamo riunirci di nuovo e battezzarli nella gioia dello Spirito Santo". (PA) (Agenzia Fides 20/4/2020)
 top^ 
 
 
 
AMERICA/PARAGUAY - I Vescovi: solidarietà con altri paesi colpiti dal coronavirus
 
Asuncion (Agenzia Fides) - Solidarietà, vicinanza spirituale e preghiere per la drammatica situazione in corso per le terribili conseguenze della pandemia di COVID-19: la esprimono i Vescovi del Paraguay in una lettera ai presidenti delle Conferenze episcopali di Italia, Stati Uniti ed Ecuador.
Recita la missiva pervenuta a Fides: "La Chiesa e il popolo del Paraguay si sono uniti in preghiera con Papa Francesco, con la convinzione che siamo nella stessa barca in mezzo alla tempesta, fragili e timorosi, ma chiamati a remare insieme come fratelli, con piena fiducia nell'infinita misericordia di Dio, per raggiungere la buona meta guidata dal Signore Gesù”.
La lettera è destinata al cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia e presidente della Conferenza episcopale italiana; Mons. José Horacio Gómez, Arcivescovo di Los Angeles e Presidente della Conferenza episcopale dei vescovi cattolici degli Stati Uniti; Mons. Eugenio Arrellano Fernández, vescovo vicario apostolico di Esmeraldas e presidente della Conferenza episcopale dell'Ecuador.
"Anche nel nostro paese continuiamo a sopportare con incertezza e sofferenza il progresso della diffusione della malattia e offriamo preghiere al Signore Dio, dai diversi angoli della nazione per porre fine a questa pandemia", Scrivono i Vescovi.
Il gesto di solidarietà della Chiesa cattolica è stato diffuso in Paraguay attraverso le reti sociali e ha fatto prendere consapevolezza dell'importanza delle precauzioni necessarie per contenere la diffusione del Covid-19 nel paese. Il Paraguay è uno dei paesi della zona che ha il minore numero di casi di coronavirus: 206 casi positivi al virus e 8 morti. Il paese comunque è in quarantena.
(CE) (Agenzia Fides 20/04/2020)
 top^ 
 
 
 
AMERICA/ECUADOR - Rottura dell'oleodotto: disastro per le popolazioni e per il territorio
 
Aguarico (Agenzia Fides) - E' un disastro ecologico che colpisce le popolazioni locali e il territorio: Mons. José Adalberto Jiménez Mendoza, vescovo del Vicariato Apostolico di Aguarico (Ecuador), ha denunciato con preoccupazione la rottura, avvenuta il 7 aprile, di un tratto dell'Oleodotto pesante (OCP) all'interno del Sistema dell'Oleodotto Trans-Ecuatoriano (SOTE), considerato come la principale rotta attraverso cui viene trasportato petrolio in Ecuador. Il disastro ha un impatto pesante soprattutto su un centinaio di comunità a Napo, Orellana e nel Perù settentrionale. "Siamo fortemente preoccupati per le nostre comunità e chiediamo che lo Stato e la società diventino sensibili e responsabili della difesa della casa comune", rileva ha detto mons. Jiménez in un messaggio inviato a Fides.
Secondo la denuncia del prelato, le comunità colpite dalla contaminazione non sono state informati tempestivamente. Il ritardo nel segnalare il disastro è stato chiaro nelle informazioni diffuse dai responsabili dell'azienda Petroecuador e dal governo nazionale: hanno palato solo di una "riduzione della pressione nel gasdotto influenzerebbe il funzionamento del Sistema SOTE", senza menzionare la rottura di la condotta e la conseguente fuoriuscita del petrolio.
Il Vescovo Mendoza, intanto, riferisce che non sono state ancora adottate misure di contenimento, che risultano urgentissime, per fermare la fuoriuscita del greggio, che ha raggiunto le acque del fiume Coca e Napo, causando gravi effetti ecologici e ambientali. Se si aggiunge all'inquinamento da petrolio la difficile situazione generata dalla pandemia di Covid-19, si nota che "le comunità locale subiscono il deterioramento della loro salute, la perdita delle loro garanzie alimentari e la stabilità sociale", si rileva.
L'oleodotto si è rotto il 7 aprile, apparentemente a causa di eventi naturali nelle aree circostanti la cascata di San Rafael, tra Napo e Sucumbíos. Secondo le prime stime, si calcolano 4.000 barili di greggio versati sui fiumi Napo e Coca. Circa 100 comunità della zona sono rimaste senza acqua per qualche giorno e ancora oggi si svolgono lavori di pulizia specializzata per ripristinare i principali servizi della zona.
Come accaduto in altre occasioni, si è cercato di nascondere o minimizzare l'accaduto e solo le istituzioni della Chiesa hanno denunciato apertamente il fatto con le sue terribili conseguenze. La Conferenza Episcopale del Ecuador ha dato molto spazio alla lettera di denuncia pubblicata dal Vicariato Apostolico di Aguarico che racconta la critica situazione della zona. Altre denunce sono arrivate anche dalla Red Eclesial Panamazonica (REPAM) e dalla Confederación de Nacionalidades Indígenas de la Amazonía Ecuatoriana (Confeniane)
(CE) (Agenzia Fides 20/04/2020)
 top^ 
 
 
 
AMERICA/BRASILE - Covid-19: “Ci affidiamo alla Divina Provvidenza” scrive un missionario dallo Stato di Roraima
 
Caracarai (Agenzia Fides) – Le attività pastorali nello Stato brasiliano di Roraima, compresa la celebrazione della messa, sono sospese dal 22 marzo per evitare la propagazione del virus. Le autorità civili hanno disposto misure di prevenzione da metà marzo, spingendo all’isolamento sociale. Tuttavia alcune attività commerciali hanno riaperto, anche se con misure di precauzione, e il clima nella strada non è certo di isolamento totale: lo riferisce all’Agezia Fides don Luigi Turato, sacerdote fidei donum missionario in Brasile. “Se anche qui arrivasse una contaminazione con qualche numero più alto, l’unica via di uscita sarà quella che usavano i nostri avi: affidarsi alla Divina Provvidenza, perché il sistema sanitario pubblico non ha le condizioni per affrontare un’emergenza di questo tipo”, scrive il missionario in una nota inviata a Fides.
Attualmente, secondo gli ultimi dati della Johns Hopkins University, in tutto il Paese sudamericano ci sono 30.891 casi confermati di Coronavirus con 1.952 morti.
“Le comunità lungo il fiume - aggiunge don Turato - hanno chiuso l’accesso di visite pure le comunità indigene tentano di isolarsi, ma la situazione è molto complicata. Alcuni indigeni vivono in città in condizioni precarie e si spostano continuamente verso l’interno. La frontiera con i paesi vicini è aperta solo per commercio e alcuni servizi. Quello che più preoccupa sono i campi profughi, dove risiedono rifugiati venezuelani, a Boa Vista, capitale di Roraima, e la frontiera stessa.”
Prosegue don Luigi: “Noi missionari a Caracaraí, Boa Vista e Resende stiamo bene. La Chiesa da subito ha seguito le indicazioni del governo locale chiudendo i raduni e così ci stiamo attrezzando per dare un supporto spirituale per via telematica. Celebriamo la messa in diretta Facebook per mantenere unito lo spirito della comunità locale. Anche qualche telefonata accorcia le distanze. Trovo più difficile celebrare la messa senza la presenza delle persone della comunità: mi pare di dover fare un altro tipo di sforzo per non diventare ‘meccanico’. Inoltre, siamo preoccupati per i tanti lavoratori informali della zona, credo siano la maggioranza e non sappiamo come stanno sopravvivendo, anche se il governo ha promesso un aiuto economico per qualche mese”. (LT/AP) (Agenzia Fides 20/04/2020)

martedì 19 novembre 2019

Agenzia Fides 19 novembre 2019

AFRICA/TOGO - Attività sanitarie a supporto della popolazione: partnership tra missionari e associazioni di volontariato
Kolowaré (Agenzia Fides) – La collaborazione tra i missionari e le organizzazioni di volontariato, non necessariamente di ispirazione cristiana, che mettono a disposizione le loro competenze specialistiche, dà buoni frutti in Togo. Lo dice all’Agenzia Fides padre Silvano Galli, sacerdote della Società per le Missioni Africane. Il missionario riferisce del prezioso contributo offerto dal dottor Gian Franco Mirri, medico ginecologo di Imola (in Italia) che opera in Togo da anni e che regolarmente visita Kolowaré per interventi sanitari, soprattutto in ginecologia. Il medico fa parte dell’AVIAT (Associazione Volontari Italiani Amici del Togo), organizzazione laica, composta da medici, infermieri e volontari, fondata nel 2005, che da oltre vent’anni opera in Togo.
Padre Galli annuncia che "il 20 e 21 novembre verranno i tecnici a Kolowaré ad installare una postazione per le cure dentistiche. Attualmente a Kolowaré - aggiunge p. Galli - è in corso anche il progetto ‘Artemisia’, arbusto utile a curare la malaria, che si consuma sotto forma di tisana. Una volontaria AVIAT passerà a Kolowaré per prendere dieci dosi di Artemisia da portare all’orfanotrofio a Kpalimé”.
Il missionario riferisce che l’associazione è in contattato con il Vescovo di Sokodé, Mons. Celestin Gaoua, ad Adjengré, dove la diocesi sta costruendo un Centro Sanitario, e il Vescovo gli ha chiesto assistenza e aiuto.
L’AVIAT opera e interviene in diversi ambiti, in prevalenza quello sanitario. I volontari in Togo prestano costante attenzione alle esigenze della popolazione, garantiscono profilassi antimalarica, prevenzione HIV, prevenzione e cura di malattie oculistiche e odontoiatriche. Collabora con strutture sanitarie esistenti gestite da religiosi, oltre che con dispensari pubblici in villaggi isolati. Aiuta i giovani togolesi con piccoli progetti di lavoro e microcredito, con la costruzione di pozzi, scuole, infrastrutture. Inoltre promuove incontri e iniziative per scuole, gruppi, movimenti, comunità civile per far conoscere l’Africa e, in particolare, il Togo.
(SG/AP) (19/11/2019 Agenzia Fides)
 top^ 
AFRICA/COSTA D’AVORIO - Seminario sullo sviluppo integrale: lo stato promuova la giustizia sociale
Abidjan (Agenzia Fides) - Sono 10 le proposte emerse dal seminario su "Sviluppo umano integrale, Sentiero di pace, Sentiero del futuro" che si è tenuto dal 13 al 14 novembre, ad Abidjan. Il seminario è un'iniziativa congiunta dell'Ambasciata della Costa d'Avorio presso la Santa Sede e del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale in vista della celebrazione nel 2020, del cinquantesimo anniversario dello stabilimento delle relazione diplomatiche tra Costa d'Avorio e Santa Sede (vedi Fides 13/11/2019).
Come appreso dall'Agenzia Fides, i partecipanti, costituiti principalmente da rappresentanti del governo ivoriano, leader religiosi e attori della società civile, hanno elaborato le seguenti proposte che sono state illustrate dal dott. Guouéra del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale:
1) I partecipanti invitano lo Stato e le università a considerare la formulazione di indicatori per misurare lo stato dello sviluppo umano integrale;
2) Lo Stato viene invitato a rafforzare un quadro giuridico che promuova la giustizia sociale;
3) lo Stato deve prendere in considerazione le esigenze reali delle popolazioni beneficiarie dei programmi di sviluppo anche durante la costruzione di infrastrutture;
4) Stato, partiti e attori della società civile devono definire gli interventi prioritari per il Paese;
5) I partiti politici devono promuovere una vita democratica che sia sostanziale;
6) I leader religiosi e i credenti sono chiamati a vivere la dimensione sociale della loro fede;
7) Gli attori economici sono invitati a lavorare con responsabilità, promuovendo la parità dei diritti per i lavoratori;
8) Le famiglie, gli educatori e i media devono promuovere la cultura del rispetto e dell’accoglienza anche tra generazioni diverse;
9) Occorre che Stato, partiti a attori della società civile si impegnino attivamente per la pace e prevengano l’insorgere di tensioni;
10) Lo Stato e gli attori economici, sono invitati a incoraggiare la produzione di alimenti che consentano un’alimentazione sana e diversificata nel rispetto della biodiversità. (S.S.) (Agenzia Fides 19/11/2019)
 top^ 
ASIA/BANGLADESH - Dopo il ciclone, gli aiuti umanitari: appello di "Catholic Relief Services"
Dacca (Agenzia Fides) - Le popolazioni colpite dal recente ciclone in Bangladesh hanno urgente bisogno di ulteriori aiuti umanitari: è l'appello lanciato all'Agenzia Fides da Snigdha Chakraborty, responsabile di "Catholic Relief Service" (CRS) per il Bangladesh. CRS, organizzazione umanitaria cattolica, che dipende dalla Conferenza episcopale degli Stati Uniti, sta collaborando con Caritas Bangladesh per effettuare una valutazione iniziale dei danni e fornire assistenza immediata alle persone colpite. Il ciclone del 9 novembre ha investito le aree costiere del Bangladesh e dell'India, soprattutto il Bengala Occidetale, causando almeno 34 vittime.
Catholic Relief Services e le sue altre organizzazioni umanitarie si sono mobilitate ma "abbiamo bisogno di maggiore supporto", afferma Chakraborty. "Molte persone hanno bisogno di un sostegno significativo, ma va detto che le attività di prevenzione predisposte dal governo hanno dato i loro frutti. La maggior parte delle persone è stata in grado di entrare nei rifugi disposti per l'evacuazione ed è fuori pericolo", ha notato.
La tempesta ha danneggiato migliaia di abitazioni e quasi 500.000 ettari di colture. Oltre 2 milioni di persone sono state costrette a riparare nei rifugi. "Le persone colpite hanno bisogno di cibo, tende, servizi igienici, assistenza medica" rileva Chakraborty. “Siamo preoccupati perché i rifugi per cicloni sono sufficienti solo per soggiorni molto brevi. Le persone mangiano snack e pane perché i rifugi non hanno strutture per cucinare il cibo" spiega.
"Le famiglie saranno nei rifugi almeno altri due giorni a causa delle forti piogge e poi torneranno alle loro case, trovandole danneggiate o distrutte. E non avranno immediati mezzi di sostentamento. Caritas Bangladesh ha fornito acqua sufficiente fino ad oggi, ma questo sarà un bisogno fondamentale per i prossimi giorni" aggiunge.
In collaborazione con Caritas Bangladesh, CRS ha aiutato nelle operazioni di evacuazione. Tra i 300 rifugi operativi, 40 sono gestiti e curati dalla Caritas Bangladesh. CRS sta facendo del suo meglio in particolare nelle aree che sono difficili da raggiungere, nell'entroterra. "In questo momento, siamo concentrati sui distretti di Sathkhira e Khulna, dove continuano forti piogge e forti venti", ha detto.
"Secondo i primi rapporti, a Khulna si registrano perdite significative nell'agricoltura e forti danni alle case. Le mareggiate hanno devastato aree remote di Sathkhira". Conclude il responsabile di CRS: "Governo e volontari hanno fatto un buon lavoro. Ma ora che le abbiamo tratte in salvo, bisogna fare uno sforzo in più per sostenere le vittime". (SD) (Agenzia Fides 19/11/2019)
 top^ 
ASIA/KYRGYZSTAN - Una nuova struttura per l’Issyk Center, la casa-vacanze per bambini disabili e indigenti
Bishkek (Agenzia Fides) - L’Issyk Center, la casa per bambini kirghisi disabili e indigenti, situata sulle rive del lago Issyk-kul e gestita dai religiosi della Compagnia di Gesù, verrà ampliato con l’edificazione di una nuova struttura. Lo riferisce all’Agenzia Fides il Gesuita p. Anthony Corcoran, Amministratore apostolico del Kirghizistan,.
“Lo scorso 21 ottobre, insieme a p. Remigiusz Kalski, direttore del Centro, abbiamo benedetto le fondamenta del nuovo edificio, che sarà complementare a quello già esistente: si tratterà di una struttura su due piani, per un totale di 562 metri quadrati, che dovrebbe contenere una sala delle attività e le stanze per bambini, volontari e lavoratori”, racconta l’Amministratore apostolico.
Il progetto prevede la realizzazione di 11 camere, 1 sala-cappella, 1 ufficio-deposito, 11 docce e servizi sanitari, il tutto con adeguamenti per portatori di handicap: “Al primo piano ci saranno le stanze per i bambini disabili, i loro genitori e per i collaboratori a tempo pieno. Le camere al secondo piano saranno invece destinate a tutti gli altri bambini, i volontari ed i lavoratori stagionali”.
Le attività dell’Issyk Center si svolgono soprattutto in estate, quando vengono realizzati campi per bambini disabili, orfani e poveri, svolti spesso in collaborazione con strutture di assistenza sociale kirghise. Ogni anno, inoltre, si organizza un campo di astronomia. Spiega p. Corcoran: “Nel corso dell’ultima estate, abbiamo registrato un record di centodieci ragazzi che hanno viaggiato fino al lago Issyk-Kul per partecipare al nostro quarto campo astronomico annuale. Con le cime innevate a sud e le calde acque del lago a nord, l'ambiente era idilliaco”. I partecipanti sono stati accompagnati dai loro insegnanti di fisica e supervisionati da padre Adam Malinowski, un gesuita appassionato di astrologia, oltre che da volontari provenienti da Austria, Inghilterra, Francia e Germania.
“La nostra missione, in questo caso non prevedeva alcuna attività spirituale, poiché sia gli studenti che gli insegnanti erano musulmani, ma questo non rende meno importante il lavoro svolto. Nello spirito del Concilio Vaticano II, noi cristiani siamo chiamati a impegnarci e ad assistere tutti i figli di Dio. Incontri come il campo di astronomia sono occasioni per esprimere l'amore di Dio verso ogni uomo, trascorrendo del tempo con i non cristiani, aiutando allo stesso tempo a presentare un quadro positivo di noi cattolici a delle persone che potrebbero non averne mai incontrato uno”, conclude l’Amministratore apostolico, spiegando tutte le attività di pre-evangelizzazione possibili in quel contesto. (LF) (Agenzia Fides 19/11/2019)
 top^ 
ASIA/SIRIA - Erdogan: le chiese distrutte in Siria saranno restaurate
Deir ez Zor (Agenzia Fides) – Il governo turco è “particolarmente sensibile” rispetto alla condizione delle comunità cristiane nella regione mediorientale, e con il suo contributo i cristiani siriani vedranno “i loro santuari riprendere vita e le loro chiese verranno ricostruite, in modo che potranno tornare nelle loro terre e ricominciare a pregare lì”. Con queste parole il Presidente turco Tayyip Erdogan ha voluto smentire gli argomenti di chi nelle scorse settimane ha indicato le comunità cristiane locali come vittime e bersaglio dell’intervento militare turco nel nord-est della Siria. Le impegnative affermazioni del leader turco sono arrivate nel corso della conferenza stampa da lui tenuta insieme al Presidente USA Donald Trump, dopo il recente incontro svoltosi tra i due leader a Washington, la scorsa settimana. Erdogan ha parlato di “piani" messi in agenda dal governo turco a favore dei cristiani, affermando che le comunità cristiane presenti nelle aree di confine sotto il controllo della Turchia non hanno particolari problemi, e hanno ricevuto anche loro “assistenza sanitaria e aiuti umanitari".
Intanto, nelle aree della Siria nord-orientale divenute nuovamente terreno di conflitto armato tra i vari attori militari presenti nella regione, secondo diverse fonti la città di Tal Tamr, un tempo abitata soprattutto da cristiani siri e caldei, è finita - con il consenso de facto della Turchia – sotto il controllo delle forze armate russe, alleate dell’esercito siriano. Quel centro urbano, di rilievo strategico nella provincia di Hassakè, strategicamente rilevante venisse occupato da milizie islamiste.
Tal Tamr durante il conflitto siriano era di fatto controllata per lungo tempo dalle milizie curde delle Unità di Protezione Popolare (YPG), mentre in tempi più recenti era finita sotto il controllo delle Forze Democratiche Siriane (alleanza di milizie di varia provenienza e composizione etnico-religiosa, sostenuta dagli USA, e nella quale erano confluiti anche i miliziani curdi delle YPG). (GV) (Agenzia Fides 19/11/2019)
 top^ 
AMERICA/BOLIVIA - Convocato il dialogo nazionale: pacificare il paese, elezioni e nuovo Tribunale elettorale
La Paz (Agenzia Fides) – La Conferenza Episcopale Boliviana (CEB), rappresentanti dell'Unione Europea e delle Nazioni Unite hanno convocato ufficialmente il tavolo di dialogo nazionale ieri, 18 novembre, alle ore 14,30, con tre obiettivi: pacificare il Paese, definire gli accordi per nuove elezioni generali, concordare l'elezione di un nuovo Tribunale Supremo Elettorale. La comunicazione a Fides viene dalla CEB.
Nel video inviato Mons. Aurelio Pesoa Ribera, O.F.M., Vescovo ausiliare de La Paz e Segretario Generale della CEB ha letto il comunicato durante una conferenza stampa, cui era presente anche Mons. Eugenio Scarpellini, Vescovo di El Alto e Direttore nazionale delle POM Bolivia.
"Il dialogo è il modo appropriato per superare le differenze tra i boliviani, per questo invitiamo tutti a rispondere a questo invito. Tenere nuove elezioni, trasparenti e affidabili, è il modo migliore per superare le differenze in modo democratico e pacifico. Chiediamo ai media e ai leader mediatici di abbassare il tono delle dichiarazioni pubbliche per facilitare il dialogo e la comprensione tra tutti" si legge nel testo inviato a Fides. Il comunicato conclude: "Dio benedica e aiuti tutti, in particolare i leader politici e sociali, ad adempiere alle proprie responsabilità personali e storiche per la pacificazione del Paese".
La Bolivia ha vissuto momenti di aspra violenza durante gli scontri dei gruppi a favore dell’ex Presidente Morales, ora all’estero, e gruppi dell'opposizione. Parallelamente alle proposte politiche, si è sviluppato un confronto popolare sui simboli religiosi. L’Agenzia Fides riporta l’editoriale di Infodecom, che spiega che "Non è una guerra fra Dio e la Pachamama". "Sebbene la stampa internazionale abbia scritto frasi come ‘La Bibbia torna nel Palazzo del Governo’ oppure ‘Dio ha espulso la Pachamama dal Palazzo’, crediamo che la Parola di Dio non può essere usata come segno di supremazia razziale o come proprietà di un partito politico. La presenza di questi segni sacri, come la croce o il rosario, dovrebbe essere graduale e in nessun caso essere vista come un trofeo" scrive Infodecom nell’editoriale inviato a Fides.
"Non cadiamo nella trappola di un settore politico, sociale o culturale, appropriandosi di segni e simboli che appartengono a tutti e che rappresentano soprattutto la verità, il cammino e la pace; cioè l'opposto della violenza di questi giorni" continua l'editoriale. "Abbiamo notato che i boliviani uccisi in questi giorni, forze dell'ordine, giovani, coltivatori di coca o sindacalisti, sono stati tutti sepolti sotto una croce, con la preghiera del Padre Nostro e, nel migliore dei casi, con la celebrazione liturgica di un sacerdote?"
"Non si tratta di tornare al tempo in cui si governava con la croce e con la spada, perché quello è stato un errore storico le cui conseguenze sta ancora pagando l'immagine della Chiesa. Crediamo che il ruolo della religione possa essere molto utile in questo momento drammatico, la religione non rimarrà sola nelle sacrestie come molti vorrebbero...Dobbiamo avviare una scuola di riconciliazione" conclude il testo.
(CE) (Agenzia Fides, 19/11/2019)
 top^ 
AMERICA/ECUADOR - “Non ci si improvvisa martiri”: attualità della testimonianza di p. Moscoso, primo martire dell'Ecuador

Riobamba (Agenzia Fides) – “La vita virtuosa e la morte eroica del beato Emilio Moscoso incoraggiano ciascuno di noi a portare con entusiasmo la luce del Vangelo ai nostri contemporanei, così come ha fatto lui. La sua testimonianza è attuale e ci offre un significativo messaggio: non ci si improvvisa martiri, il martirio è frutto di una fede radicata in Dio e vissuta giorno per giorno; la fede richiede coerenza, coraggio e intensa capacità di amare Dio e il prossimo, con il dono di se stessi.” Sono le parole pronunciate dal Cardinale Angelo Becciu, Prefetto della Congregazione delle cause dei Santi, durante la solenne celebrazione che ha presieduto il 16 novembre allo Stadio Olimpico di Riobamba, per la beatificazione di P. Emilio Moscoso Cardenas, gesuita, primo martire dell’Ecuador.
Emilio Moscoso era nato a Cuenca il 21 agosto 1846 e morì martire, assassinato a 51 anni il 4 maggio 1897, durante la Rivoluzione Liberale con forti connotazioni anticlericali che sconvolse l’Ecuador in quell’epoca. Dopo gli studi in legge entrò nella Compagnia di Gesù. Ordinato sacerdote nel 1877, completò gli studi in Francia e in Spagna. Dopo tre anni in una scuola in Perù, tornò in Ecuador, prima al Collegio San Luis (Quito), poi al Collegio San Felipe Neri (Riobamba), di cui fu nominato rettore nel 1892. In un contesto di forte ostilità verso la Chiesa da parte del governo, il 2 maggio padre Moscoso venne arrestato, ma la pressione della gente che apprezzava il lavoro dei gesuiti, portò alla sua liberazione il giorno dopo. Il 4 maggio i militari entrarono con la forza nella scuola dei gesuiti e, dopo aver compiuto atti sacrileghi nella cappella, trovarono padre Moscoso in preghiera nella sua stanza, che recitava il Rosario. Lo assassinarono a sangue freddo. Il colonnello responsabile dell’operazione trascinò personalmente il suo corpo in strada per continuare a sfigurarlo, ma si dovette fermare a causa della reazione dei soldati e delle proteste della popolazione.
“Con la beatificazione di padre Emilio Moscoso, ci viene presentato il modello di un sacerdote che fu coraggioso testimone dell’amore di Cristo – ha detto il Cardinale Becciu -. I presbiteri, i religiosi e l’intera Chiesa che è in Ecuador è incoraggiata a imitare il nuovo beato che ha dato la vita per il Vangelo… I suoi carnefici, eliminando lui, volevano colpire la fede cattolica. Ma fu un tentativo inutile. Il martirio di questo eroico gesuita, sempre vivo nel ricordo devoto e orante della popolazione, ha dimostrato che la violenza non è in grado di rimuovere la fede dalle persone, né di eliminare la presenza della Chiesa nella società. Quanti tentativi vi sono stati nella storia della Chiesa! Eppure essa, provata, sbeffeggiata, perseguitata lungo i secoli è più viva che mai”.
Alla solenne celebrazione di beatificazione hanno partecipato tutti i Vescovi dell’Ecuador, a chiusura della loro Assemblea plenaria. Nel testo riassuntivo dei lavori, pervenuto a Fides, sottolineano: “L'Ecuador attraversa momenti delicati di instabilità politica, sociale ed economica. La forte povertà di cui soffrono molti nostri fratelli e la necessaria interculturalità ci spingono a imparare a vivere le esigenze di una convivenza basata sulla pace, la giustizia e l'equità. Come Pastori continueremo ad accompagnare il nostro popolo nella ricerca della pace”. Infine ribadiscono:
“Concludiamo con la Beatificazione di P. Emilio Moscoso, S.J., martire dell'Eucaristia. Intorno al suo martirio ratifichiamo la consegna della nostra vita alla causa della fede”. (S.L.) (Agenzia Fides 19/11/2019)

giovedì 24 ottobre 2019

Agenzia Fides 24 ottobre 2019

EUROPA/ITALIA - Formare i giovani alla missione: una nuova proposta della famiglia Comboniana
 
Roma (Agenzia Fides) – Nel Mese Missionario Straordinario prende il via un nuovo percorso di formazione e spiritualità missionaria per i giovani dai 18 ai 35 anni, promosso dalla famiglia Comboniana. Fare un’esperienza concreta di fede, stringere nuove amicizie, approfondire la conoscenza delle tematiche missionarie e partecipare a campi di volontariato estivo, in Italia e all’estero: queste le opportunità che, da domenica 27 ottobre, saranno offerte a tutti i giovani dal Gim, “Giovani Impegno Missionario”.
Saranno nove le tappe del nuovo percorso intitolato #DaiSegniDiVita, che si terrà una domenica al mese, dalle 10 alle 18 a Roma, nella casa generalizia dei Missionari Comboniani, in via Luigi Lilio 80. Filo conduttore degli incontri saranno le testimonianze di vita, la lettura partecipata della Parola di Dio e l’ascolto di testimoni su alcune problematiche odierne. Prevista la partecipazione di esperti qualificati e gli incontri con le realtà sul territorio. La presenza comboniana sarà assicurata dagli interventi di p. Giulio Albanese, direttore di Popoli e Missione, e di suor Gabriella Bottani, coordinatrice internazionale della rete contro la tratta Talitha Kum. Il primo appuntamento del 27 ottobre sarà dedicato al Brasile e porterà i giovani fino in Amazzonia, per far scoprire loro la realtà di questa terra e la sua ricchezza spirituale. (S.L.) (Agenzia Fides 24/10/2019)
 top^ 
 
 
 
AFRICA/COSTA D’AVORIO - Mese Missionario Straordinario: “Il Signore ti chiede di essere un dono ovunque tu sia”
 
Abidjan (Agenzia Fides) – “Si diventa missionari vivendo come testimoni del Vangelo di Cristo, non con le parole, non con diplomi o certificati, ma con la vita”: lo ha sottolineato padre Lucas Marabezé, incaricato d'affari ad interim della Nunziatura apostolica in Costa d’Avorio, durante la cerimonia di consegna dei diplomi in Missiologia, nell’Università cattolica dell'Africa occidentale, consegnati a 62 laici che hanno appena conseguito il titolo pieno del corso. La cerimonia è stata organizzata in occasione della Giornata Missionaria Mondiale, culmine del Mese Missionario Straordinario. P. Marabezé ha aggiunto che nessuno è escluso dalla missione della Chiesa: “Chiunque, padre o madre di famiglia, giovane, operaio, impiegato, cameriere, disoccupato, ammalato in un letto d'ospedale, il Signore chiede a tutti di essere un dono in qualunque condizione ci troviamo”.
Secondo quanto ha dichiarato all’Agenzia Fides Solange Siloue, delle Pontificie Opere Missionarie della Costa d’Avorio, il riconoscimento accademico è stato consegnato domenica 20 ottobre, durante la Santa Messa presieduta da Padre Gaston Ogui, coordinatore della formazione missiologica, che ha tenuto l’omelia e ha richiamato il mandato missionario e il tema del Mese Missionario Straordinario, “Battezzati e inviati”, esortando gli studenti a “andare verso l’altro, per riprodurre i tratti caratteristici del Cristo missionario”.
Gli studenti, dal canto loro, hanno espresso tutta la loro gratitudine per aver avuto l’opportunità di frequentare il corso di formazione, avviato nel paese nel 2017, consapevoli della forza di questo impegno missionario nel seguire Cristo.
L’area di formazione missiologica promossa dall'Università cattolica dell'Africa occidentale/Unità universitaria di Abidjan, in collaborazione con l'Istituto missionario cattolico di Abidjan e la Facoltà di teologia dei Gesuiti dell'Africa e del Madagascar, sostenuta dalla Pontificia Unione Missionaria (PUM), è stata istituita in Costa d'Avorio nel 2017 con l'obiettivo principale di “decentralizzare le attività della PUM al fine di rafforzare la fede e l’identità cristiana tra i fedeli dei paesi di missione, nello specifico nella Chiesa nell'Africa sub-sahariana”.
(SS/AP) (24/10/2019 Agenzia Fides)
 top^ 
 
 
 
AFRICA/NIGERIA - “La visita del Presidente delle POM ci fa sentire l’abbraccio della Chiesa universale in questo momento così difficile”
 
Abuja (Agenzia Fides) - “Siamo felici di accogliere Mons. Dal Toso come segno di comunione con la Chiesa universale” dice all’Agenzia Fides p. George Olusegun Ajana, Direttore Nazionale delle Pontificie Opere Missionarie (POM) della Nigeria, dove a Benin City il 22 ottobre si è aperto il Congresso Missionario Nazionale della Nigeria dal tema “La Chiesa di Cristo in Missione in Nigeria”.
Sua Ecc. Giampietro Dal Toso, Segretario aggiunto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli e Presidente delle Pontificie Opere Missionarie (POM), oltre a incontrare i delegati al Congresso terrà un meeting con tutti i Vescovi nigeriani domani sera, 25 ottobre e poi celebrerà la conclusione del Congresso sabato 26 ottobre.
“Il Congresso Missionario Nazionale è un evento molto importante per la Chiesa in Nigeria, che si ripete ogni quattro anni, perché si decide quali sono le attività missionarie nel nostro Paese” spiega p. George. “Il tema scelto per il Congresso “La Chiesa di Cristo in Missione in Nigeria” riprende il tema della Chiesa universale “La Chiesa di Cristo in missione nel mondo”.
Il Direttore nazionale delle POM spiega che “la Chiesa in Nigeria deve far fronte a forme di persecuzione derivanti dalle violenze commesse da estremisti islamici come quelli appartenenti a Boko Haram. Molti cristiani, in particolare cattolici, sono uccisi per il semplice fatto di essere cristiani. Ma anche in mezzo a queste persecuzioni rimaniamo saldi nella nostra fede, senza cedere a compromessi”.
“Il Congresso Missionario può dare un forte contributo a far sentire ai cattolici perseguitati che non sono soli” afferma p. Georg. “Al Congresso infatti partecipano cattolici provenienti da tutta la Nigeria e questo è molto incoraggiante, perché dimostra l’unità della Chiesa nigeriana. I fedeli perseguitati possono sentire di non essere isolati, che non sono soli, ma fanno parte di una comunità che li accoglie, li protegge e li aiuta spiritualmente e materialmente”. “In questo senso la visita di Mons. Dal Toso rafforza questo sentimento, allargando l’abbraccio dalla Chiesa nigeriana alla Chiesa universale”.
“Il Santo Padre ha inviato Mons. Dal Toso come suo delegato personale al nostro Congresso. Questo ci conforta perché ci fa sentire l’abbraccio e il supporto della Chiesa universale. Non siamo soli. Siamo felici di accogliere Mons. Dal Toso come segno di comunione con la Chiesa universale che ricorda che esistiamo e vuole essere in comunione con noi” conclude il Direttore Nazionale delle POM. (L.M.) (Agenzia Fides 24/10/2019)
 top^ 
 
 
 
ASIA/LIBANO - I Capi della Chiese “abbracciano” la rivolta anti-sistema
 
Beirut (Agenzia Fides) – I Capi delle Chiese e delle comunità cristiane presenti in Libano rendono omaggio “al popolo che ha manifestato la sua unità" e chiedono di "abbracciare e proteggere la legittima rivolta dei nostri figli”, sottolineando l’urgenza “che il potere e il governo diano risposta alle loro richieste nazionali". Sono questi i passaggi con maggior impatto contenuti nell’appello diffuso da Patriarchi e rappresentanti di comunità cristiani riunitisi mercoledì 23 ottobre per cercare di esprimere una posizione comune davanti alle manifestazioni di massa contro il governo e la leadership politica che stanno scuotendo il paese dei Cedri.
Gli alti prelati di Chiese e comunità cristiani prendono le distanze dalla dirigenza politica nazionale, e davanti alla crisi provano a rivendicare il ruolo di “profeti” inascoltati: “Avevamo avvertito - si legge in quello che è stato etichettato dai media come “l’appello di Bkerké” - che ciò che sta accadendo oggi stava per arrivare, ma i governi succedutisi alla guida del Paese hanno ignorato i nostri appelli". Il pronunciamento degli alti ecclesiastici, letto dal Patriarca maronita Boutros Bechara Rai, ha anche espresso considerazioni in merito alle proposte di riforma e alle misure economiche predisposte dal governo guidato dal sunnita Saad Hariri nel tentativo di rispondere alle istanze della piazza: "Il piano di riforma” si legge nell’Appello di Bkerké “è un primo passo positivo, ma è necessario un rimpasto del governo e l’avvio di un'amministrazione gestita da persone competenti e patriottiche", ha detto. "Chiediamo al capo di Stato” aggiungono gli ecclesiastici nel loro appello “di iniziare immediatamente le consultazioni con i leader politici per adottare le misure necessarie per soddisfare le esigenze della popolazione”. Rivolgendosi ai manifestanti, i Capi delle Chiese e delle comunità cristiane libanesi hanno chiesto loro di sottrarsi alle manovre di chi vuole strumentalizzare il loro grido, evitando di attribuire alle manifestazioni popolari i tratti di un “movimento golpista” e tutelando il legame che unisce il popolo all’esercito e agli apparati di sicurezza.
Nel pomeriggio di mercoledì 23 ottobre – informano i media nazionali – il Presidente libanese Michel Aoun ha avuto una conversazione telefonica con il Patriarca maronita Bechara Rai per confrontarsi con lui sui contenuti dell’Appello di Bkerké.
Alla riunione dei capi ecclesiastici libanesi ha preso parte in via eccezionale anche lo Sheikh Abdel Latif Darian, Mufti della Repubblica libanese, che dal canto suo ha chiamato lo Stato e il governo a farsi carico delle "giuste richieste" dei manifestanti.
A far esplodere il malcontento popolare, che ha una sua radice sostanziale nella crisi economica attraversata dal paese, sono state le nuove tasse predisposte dal governo sull’utilizzo di whatsapp e di altri mezzi di comunicazione. GV) (Agenzia Fides 24/10/2019)
 top^ 
 
 
 
AMERICA/ECUADOR - Dopo le proteste si avvia il dialogo e la riconciliazione, con la mediazione dei Vescovi
 
Quito (Agenzia Fides) – Mercoledì 23 ottobre quattro rappresentanti della Conferenza episcopale ecuadoriana (CEE) si sono recati nella sede del governo. La delegazione era composta da Mons. Luis Cabrera, Arcivescovo di Guayaquil, Vice Presidente della Conferenza Episcopale; Mons. Alfredo Espinosa, Arcivescovo di Quito; Mons. René Coba, Ordinario militare, Segretario della CEE, e Mons. Danilo Echeverría, Ausiliare di Quito, rappresentante del settore della famiglia della CEE. Il Presidente della CEE è attualmente a Roma per partecipare al Sinodo dei Vescovi.
Sebbene l'incontro si sia svolto a porte chiuse, sono state rilasciate alla stampa alcune informazioni. Il Presidente dell’Ecuador, Lenín Moreno, ha ringraziato i Vescovi "a nome del paese, dello Stato e del Governo" per la funzione di mediatori assunta in questi momenti difficili, frutto di malintesi e mancanza di dialogo. Quindi il Presidente ha parlato della "prepotenza di coloro che credono di avere il diritto di rimanere indefinitamente nel potere, oppure in una posizione intransigente", alludendo a quanto è accaduto nel paese e alla sua marcia indietro sulle disposizioni del governo (vedi Fides 9/10/2019). Moreno ha ringraziato in modo speciale il Fronte Unico dei Lavoratori (FUT) per aver sospeso le manifestazioni previste per il 30 ottobre.
Da parte sua, Mons. Cabrera ha sottolineato l'invito del governo alla Conferenza Episcopale ad essere mediatrice per il dialogo con il movimento indigeno del paese, riferisce la nota inviata a Fides. Quindi ha insistito sul fatto che "c'è la disposizione e la speranza di arrivare ad accordi specifici, non per accontentare i gruppi in dialogo, ma tutto il paese". Il Vicepresidente della CEE ha concluso il suo intervento annunciando la sfida di iniziare un processo di riconciliazione e pacificazione perché "una parte del popolo è rimasto frammentato e ferito".
Il Presidente Lenín Moreno, in sedute diverse, ha poi incontrato rappresentanti di gruppi sociali e sindacati, in modo particolare quelli dei trasporti, per definire modalità e tempi dei sussidi per la benzina, tema che aveva fatto scatenare le proteste.
Le manifestazioni si sono concluse il 13 ottobre, dopo l’abrogazione da parte del governo, del controverso decreto sui sussidi, con un tragico bilancio di 8 morti, oltre 1.300 feriti e un migliaio di arresti, secondo un rapporto della Defensoria del Pueblo. La fine delle proteste ha aperto un dialogo diretto tra il governo e il movimento indigeno, con la mediazione dell'Episcopato e dell'ufficio delle Nazioni Unite in Ecuador.
(CE) (Agenzia Fides, 24/10/2019)
 top^ 
 
 
 
AMERICA/BRASILE - Mantenere vivo il fuoco acceso dal Mese Missionario Straordinario
 
Sao Paulo (Agenzia Fides) - La preoccupazione per i prossimi anni è come mantenere vivo il dinamismo missionario nella Chiesa in Brasile, acceso nel Mese Missionario Straordinario: per Mons. Odelir José Magri, Vescovo di Chapecó e Presidente della Commissione episcopale per l'animazione missionaria della Conferenza nazionale dei Vescovi del Brasile (CNBB), lo strumento principale è il Programma Missionario Nazionale recentemente varato.
In un comunicato diffuso dalla Conferenza episcopale pervenuto a Fides, il Vescovo presenta alcune riflessioni sul Mese Missionario Straordinario Ottobre 2019 che si sta concludendo. Riferendosi alla sua diocesi, Chapecó, alla sua regione, Soul 4, e considerando le informazioni diffuse nei social network, Mons. Magri afferma che il Mese Missionario Straordinario è stato vissuto dalle diocesi, dalle parrocchie e dalle comunità in Brasile, e ha senza dubbio aumentato la consapevolezza missionaria nella Chiesa brasiliana. Un altro indice di partecipazione si può desumere dalla grande quantità di materiale richiesto in tutto il Brasile: ad esempio sono state distribuite circa 25.000 copie della Guida del Mese Missionario Straordinario.
Il coinvolgimento della Chiesa nel Mese Missionario Straordinario si è espresso anche con il gesto concreto della colletta durante la Giornata Missionaria Mondiale, con molte comunità che hanno fatto visite missionarie, chiudendo con una veglia di preghiera. Anche se ci sono molte altre cose da valutare per un bilancio obiettivo e concreto, Mons. Magri sottolinea che, in generale, le persone hanno accolto e fatto proprie le proposte del Mese Missionario Straordinario, vivendolo intensamente, “con una maggiore consapevolezza della missione, con l'accoglienza dei simboli che sono stati distribuiti, la bandiera con il logo ‘Battezzati e inviati’ e la croce pellegrina”. (S.L.) (Agenzia Fides 24/10/2019)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

The Chosen ...é sufficiente per me...posso fare molto con questo ..

Ed egli disse: «Portatemeli qui». E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull'erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occ...