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lunedì 18 aprile 2022

ilfriuli.it Porto Nogaro: interventi infrastrutturali urgenti!

Corsa contro il tempo per il Porto

San Giorgio di Nogaro. Con la guerra ucraina il flusso di acciaio si è interrotto

Corsa contro il tempo per il Porto

È una corsa contro il tempo quella per salvare la competitività dell’industria siderurgica friulana e snodo nevralgico è Porto Nogaro. Infatti, i laminatoi finora hanno potuto contare sull’approvvigionamento di acciaio e ghisa dal polo industriale ucraino di Mariupol attraverso navi cargo di piccole dimensioni in grado quindi di accedere al canale fino alla banchina a ridosso della zona industriale. Ora, a causa della guerra il flusso si è interrotto e l’alternativa arriva da Paesi più lontani, come il Brasile, da dove il materiale giunge su imbarcazioni di maggiore pescaggio, costrette quindi ad attraccare in porti con fondali maggiori, in particolare Monfalcone.

Per rendere nuovamente funzionale Porto Nogaro e, più in generale, la Zona Aussa Corno sono urgenti, quindi, interventi infrastrutturali, come emerso in un recente convegno tecnico organizzato dalla società di consulenza Mill’s a Cividale. La provincia di Udine, con laminatoi in grado di produrre quattro milioni di tonnellate di output finito l’anno, è seconda solo a Brescia in Italia per export di acciaio, e questa situazione sta impattando molto sulle imprese e sui due principali porti regionali di riferimento per il settore del metallo.


Ecco quindi l’appello a potenziare l’infrastruttura ferroviaria tra i poli di Cervignano, San Giorgio di Nogaro e Monfalcone, e ad aumentare la profondità dei fondali dei porti per le navi più grandi di materie prime che solcano le rotte oceaniche da molto più lontano. Un’esigenza inderogabile visto che nei prossimi mesi le bramme di acciaio per i laminatoi arriveranno da Brasile, India, Cina e Indonesia. “L’acciaio sta subendo anche una forte penuria di disponibilità e questo sarà probabilmente l’impatto più forte sui porti” ha confermato il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Zeno D’Agostino.

In tal senso, forte è l’urgenza di adeguare il pescaggio del bacino di San Giorgio di Nogaro che serve la zona industriale dell’Aussa Corno, dove gli attesi lavori di dragaggio previsti da ben prima che la questione russo-ucraina si palesasse non sono ancora stati avviati.

giovedì 7 aprile 2022

Arrivata nel porto di Monfalcone la prima nave con un carico dal Brasile

 

Ucraina chiusa, ecco le nuove rotte dell'acciaio

Arrivata nel porto di Monfalcone la prima nave con un carico dal Brasile, ma la catena logistica è ancora tutta da consolidare

di Federico Piazza*

Monfalcone - L’interazione tra i due più grandi poli portuali italiani, Genova e Trieste, sì è ulteriormente acuita nella attuale contingenza bellica. Perchè le logiche delle sanzioni e delle rispettive compliances sono modificate, inclusi i livelli doganali e l’accessibilità dei vari livelli della supply chain. Emblematico che due Gruppi fortemente genovesi nella governance, siano al centro di una crisi storica di fornitura per le aziende italiane: la Metinvest ucraina, che fornisce oltre il 70% delle bramme d’acciaio per i laminatoi italiani, e il Gruppo Fratelli Cosulich che con un milione di contenitori e le navi siderurgiche da Mariupol è leader nel settore. Infatti i porti del Friuli Venezia Giulia sono tra i più colpiti in Italia dallo stravolgimento logistico conseguente l’interruzione dell’import di materie prime e semilavorati in acciaio dall’Ucraina. Con implicazioni importanti anche per due operatori primari liguri che nel Triveneto hanno una rilevante attività: il gruppo della logistica Fratelli Cosulich e Metinvest Europe, che dalla sede genovese gestisce il mercato europeo del principale gruppo minerario e siderurgico ucraino.

mercoledì 16 marzo 2022

Agenzia Fides: Danneggiato da vandali un crocifisso a Mumbai

 

ASIA/INDIA - Danneggiato da vandali un crocifisso a Mumbai
 
Mumbai (Agenzia Fides) - Con un atto di vandalismo, il monumento di Cristo Crocifisso situato di fronte a Pavan Hans, nella parte Ovest di Mumbai, capitale dello stato indiano di Maharastra, è stato intenzionalmente danneggiato da ignoti. “Siamo inorriditi per l'ennesimo atto di disprezzo e violenza gratuita a danno dei cristiani. Le minoranze religiose in questa città, in particolare i cristiani, sono sottoposte a continue molestie poiché i loro luoghi di culto sono regolarmente presi di mira e oggetto di atti vandalici” dice a Fides Nicholas Almeida, leader laico cattolico dell'arcidiocesi di Bombay, e membro della Ong "Watchdog Foundation".
Dopo l'episodio del danneggiamento, rilevato il 12 marzo scorso, i fedeli rinnovano la richiesta di installare telecamere sui luoghi particolarmente sensibili della città. Nota Almeida: “Abbiamo assistito a una serie di incidenti simili a Mumbai, in particolare nelle aree di Santa Cruz, Juhu e Bandra, che sono nella parte ovest della città. Questi atti feriscono i sentimenti religiosi della comunità cristiana ed è dunque necessario un intervento delle autorità”. “Il governo dello Stato del Maharastra ha il compito di tutelare tutti i cittadini, qualsiasi religione professino, e i loro luoghi di culto” conferma Vivian D'Souza, altro leader laico cattolico locale.
Nei primi 45 giorni del 2022 sono stati registrati 53 episodi di violenza contro i cristiani in varie parti dell'India, riferisce una nota dello "United Christian Forum" (UCF) gruppo ecumenico con sede a New Delhi, rilevando "un preoccupante aumento degli episodi di violenza contro i cristiani". Lo UCF ha attivato una speciale linea telefonica di assistenza che raccoglie le segnalazioni e aiuta i cristiani in difficoltà, sia nei rapporti con le autorità, sia nella consulenza legale. Nel 2021 le segnalazioni ricevute sono state 505.
(SD-PA) (Agenzia Fides 16/3/2022)

giovedì 10 marzo 2022

Proposta una "Legge anti-conversione" nello stato di Haryana

 

ASIA/INDIA - Proposta una "Legge anti-conversione" nello stato di Haryana
 
New Delhi (Agenzia Fides) - Nello stato indiano di Haryana è stata presentata una proposta di legge per regolare la conversione religiosa. Il governo del Bharatiya Janata Party (BJP) nello stato, situato in India settentrionale, ha annunciato che porterà avanti la proposta della normativa "anti-conversione". Lo stato di Haryana diventa così l'undicesimo stato indiano a prendere in considerazione uno specifico provvedimento legislativo che vieta o regolamenta con interventi statali (come quello di un magistrato) le conversioni religiose.
Secondo il governo del BJP, in Haryana, il disegno di legge proposto mira "a prevenire le conversioni religiose operate attraverso la forza, l'influenza indebita o l'allettamento" ma, come sostengono le opposizioni, esso diventa un limite anticostituzionale alla libertà di coscienza.
Numerose sono le voci critiche al disegno di legge per la "prevenzione della conversione illegale", presentato all'Assemblea legislativa il 4 marzo. Se approvata, la legge, affermano, aumenterebbe la polarizzazione religiosa nella società, promuovendo una "politica divisiva" nei confronti delle minoranze religiose come musulmani e cristiani.
I leader delle Chiese, i leader laici cattolici e gruppi della società civile si sono opposti al nuovo disegno di legge. Secondo K.P. Sasi, promotore dei diritti umani e regista, “se le persone non reagiscono, vuol dire che si avvicina il tempo di una nazione induista". John Dayal, giornalista cattolico, ricorda a Fides che "Haryana segue le orme del Karnataka, dove la Assemblea statale ha approvato un disegno di legge anti-conversione nonostante la dura opposizione della società civile e dei partiti politici, contrari a una legge che limita i diritti di un cittadino indiano di scegliere la propria religione, violando l'uguaglianza e la libertà di religione"
Il cattolico A.C. Michael, ex membro della Delhi Minority Commission, oggi coordinatore nazionale dello United Christian Forum e della All India Catholic Union, ha dichiarato a Fides : “Sono contrario a qualsiasi legge che non rispetti la libertà, in particolare una legge che vincola il cittadino a chiedere il permesso del governo per praticare la propria .Mi unisco ai miei concittadini nel chiedere l'abrogazione delle leggi anti-conversione”.
Il National Solidarity Forum (NSF), coalizione di gruppi che sostengono ene i principi di uno stato laico, i diritti umani, pace, giustizia e armonia. ha avviato una campagna per abrogare le leggi anti-conversione in India.
Oltre ai provvedimenti in discussione in Harayana e Karnataka, altri nove stati (Uttar Pradesh, Himachal Pradesh, Gujarat, Chhattisgarh, Odisha, Madhya Pradesh, Arunachal Pradesh, Uttarakhand e Jharkhand) hanno già emanato leggi anti-conversione, che in molti luoghi sono state contestate nei tribunali .
(SD-PA) (Agenzia Fides 10/3/2022)

mercoledì 15 dicembre 2021

Agenzia fides Newsletter completa 15 dicembre 2021

 

EUROPA/ITALIA - I corridoi umanitari dall’Afghanistan, una via per salvare vite
 
Trento (Agenzia Fides) - Le organizzazioni cristiane impegnate in Italia con aiuti umanitari, progetti di sviluppo e accoglienza, mettono a servizio le proprie risorse, le competenze e la “passione per l’umanità” che le caratterizza, per attivare i corridoi umanitari, esperienza che permetterà di accogliere in Italia profughi afghani. E lo fanno, come riferito all’Agenzia Fides, chiedendo che le istituzioni diano un valido supporto, e possano sbloccare le procedure per avviare concretamente il programma, nella certezza di fondo che “chi salva una vita, salva il mondo intero”, come recita la nota frase del Talmud.
Il Protocollo d’Intesa siglato con il Governo italiano il 4 novembre scorso, prevede l’attivazione di un canale di ingresso legale in Italia, per cittadini afghani bisognosi di protezione internazionale, provenienti da campi profughi in Pakistan, Iran o altri paesi di primo asilo o di transito. Saranno 1.200 le persone accolte in due anni (con un possibile ampliamento), trasferite tramite voli organizzati dal governo italiano.
Tra le organizzazioni firmatarie vi sono la Caritas Italiana, la Federazione delle Chiese Evangeliche, la Tavola Valdese, la Comunità di Sant'Egidio, l’Arci. Nel convegno dal titolo “Afghanistan, il futuro negato”, tenutosi a Trento il 14 dicembre, le organizzazioni hanno messo in luce la bontà dell'iniziativa che vede una collaborazione tra governo italiano e società civile, sottolineando il valore di un modello, quello dei corridoi umanitari. “Il modello funziona e porta frutto – si è notato - soprattutto perché va ben oltre il semplice trasferimento, l’evacuazione, o il resettlement. Esso presuppone l’attenta preparazione della rete di accoglienza, nel contesto e nei territori che ospiteranno le persone accolte, tenendo conto della tipologie e delle specifiche esigenze quanti si trovano catapultati in una altra nazione”. Tale rete di accoglienza, composta da famiglie, comunità, parrocchie, organizzazioni locali, facilita l'integrazione e dunque anche il processo di autodeterminazione delle persone accolte, che possono nuovamente dare corpo al loro futuro. D’altro canto occorre preparare i territori di destinazione, per far sì che le persone accolte possano trovare una assistenza adeguata e un terreno fertile a tutti i livelli: logistico, solidale, culturale.
L’iniziativa dei corridoi umanitari – ha rilevato Cesare Zucconi, della Comunità di Sant’Egidio - “ha aperto una strada nuova, gestita in toto dalle organizzazioni della società civile; una strada che intende evitare i viaggi della morte, cercando percorsi sicuri e legali, sia pel persone coinvolte, sia per i paesi che accolgono”. Si sono così consolidate buone pratiche replicabili a livello europeo, seguendo il criterio generale di accoglienza e protezione di persone vulnerabili. Le organizzazioni coinvolte chiedono al governo italiano di attivare in tempi brevi le procedure che agevolino il processo, aprendo canali di dialogo con i governi dei paesi coinvolti (soprattutto Pakistan e Iran), coordinando anche le iniziative di ricongiungimento familiare.
(PA) (Agenzia Fides 15/12/2021)
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AFRICA/GIBUTI - La piccola ma significativa presenza di una Chiesa dialogante e in cammino
 
Gibuti (Agenzia Fides) - “È una Chiesa piccola, fragile, ma forte della luce del Vangelo che non può essere annunciato verbalmente, essendo un paese islamico, ma vissuto. Certamente i cristiani e le sorelle che vivono lì sono una piccola ma significativa presenza”. A parlare con l’Agenzia Fides è Suor Simona Brambilla, Superiora Generale delle Missionarie della Consolata (MC), congregazione che a Gibuti opera con una missione aperta nel 2004.
Al confine tra Etiopia e Somalia, il Gibuti è una terra deserta che ospita diverse etnie, e dove tanto la Chiesa ha fatto in termini di dialogo nel rispetto delle differenze. È proprio di alcuni giorni fa una intervista di Mons. Giorgio Bertin, Vescovo di Gibuti, Amministratore apostolico di Mogadiscio, rilasciata al settimanale cattolico “La difesa del Popolo”. Il Vescovo, parlando della situazione geopolitica della Somalia e del lavoro della Chiesa, ha ricordato come a Gibuti essa abbia addirittura precorso i tempi come nel caso dell’azione a favore delle persone con disabilità, che fino a pochi anni fa venivano tenute segregate a casa.
In questo modo, nel tempo ne è nata un’agenzia statale che se ne prende cura e promuove, insieme alle missioni come quella dove si trova Suor Anna Bacchion MC, a Gibuti dall’inizio della fondazione della missione, nel 2004, che del progetto inclusivo “École pur tous” racconta all’Agenzia Fides: “Nel 2013 è iniziata una scuola inclusiva destinata ai bambini disabili fisici e mentali. Questo progetto è stato ideato e realizzato dalla Chiesa di Gibuti.
Ora, dopo anni d’intenso lavoro, diversi bambini sono stati ammessi alla scuola primaria sia pubblica che privata. Le loro famiglie hanno compreso il significato di questa scuola. Prima i loro bambini, perché disabili, rimanevano chiusi, nascosti nelle loro capanne, ed ora sono liberi e più sicuri di loro stessi, perché, come gli altri bambini, possono scrivere e leggere. I nostri bambini escono da questa scuola con la convinzione di sapere fare delle belle cose. Questo programma è iniziato come un piccolo seme, ma ora si è sviluppato ed è stato adottato anche dal Governo il quale vuole estenderlo a tutte le scuole per facilitare l’inserimento dei bambini disabili nelle scuole pubbliche”. Suor Anna, che nel 1976 aveva già vissuto in Libia un’esperienza missionaria in un contesto musulmano, definisce entrambe le esperienze positive e illuminanti nella comprensione di un fatto: il dialogo di vita deve contagiare e diffondere i valori dell’accoglienza e della tenerezza.
“A Gibuti, dal 2004 – conclude la religiosa - ho iniziato un dialogo semplice, un dialogo che si mette in silenzio per ascoltare, cercando di valorizzare il bene presente nell’ altro, un dialogo che cerca di emanare il profumo di Cristo. Non ho trovato difficoltà ad entrare in dialogo con i poveri dei nostri villaggi ed anche con i grandi. Il mio popolo è un popolo che crede, che prega, che celebra le feste, che gioisce, che soffre e che spesso desidera soltanto la nostra vicinanza per condividere le loro gioie e le loro difficoltà”.
(EG) (Agenzia Fides 15/12/2021)
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AFRICA/SUD SUDAN - Nella contea di Ezo verso un mondo post pandemico inclusivo accessibile e sostenibile
 
Yambio (Agenzia Fides) - "Leadership e partecipazione delle persone con disabilità verso un mondo post Covid-19 inclusivo, accessibile e sostenibile" è stato il tema dell’incontro organizzato nella contea di Ezo, una delle dieci dello Stato dell’Equatoria occidentale, in occasione della Giornata Internazionale per le persone con disabilità.
Secondo quanto pervenuto dall’Arcidiocesi di Tombura Yambio, l’evento è stato coordinato dalla Star Trust in collaborazione con diverse agenzie umanitarie della contea. Tra i progetti chiave che si stanno implementando a Ezo, in particolare quello riguardante il mercato agricolo, Smallholder Agriculture Market Support (SAMS) finanziato dal World Food Program (WFP), The Youth Economic Empowerment Project (YEEP) finanziato dal Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP) e il Local Response Pool Fund (LRPF) Progetto Rapid Emergency Response (RER) che sostiene 120 persone che vivono con disabilità nel centro di Ezo Payam.
Il Ministro di Stato per il genere, l'infanzia e la previdenza sociale, Anigunde Cecilia, intervenuta insieme alle autorità della Chiesa locale, del governo e altre agenzie umanitarie, ha applaudito tutte le organizzazioni che operano nella contea di Ezo per il loro sostegno alle persone più vulnerabili e ha esortato i genitori a prendersi cura dei propri figli e a mandarli a scuola. Anigunde ha inoltre sollecitato i membri della comunità a continuare a sostenere gli sfollati interni arrivati in cerca di rifugio e pace nella contea e soprattutto le persone che vivono con disabilità.
Il ministero ha donato articoli assortiti alle persone che vivono con disabilità e ha assicurato loro di coinvolgere altri partner per fornire loro ulteriore assistenza. Il ministro
(AP) (Agenzia Fides 15/12/2021)
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ASIA/PAKISTAN - Migliorare le relazioni interreligiose: l'impegno delle organizzazioni cristiane
 
Lahore (Agenzia Fides) - “Il dialogo interreligioso è di grande importanza in Pakistan: gli incontri tra persone di diverse religioni sono indispensabili per superare le tensioni e le divisioni, per eliminare la violenza, l'odio e la discriminazione di casta, credo e religione nella nostra società. Il dialogo interreligioso contribuirà a creare una società civile tollerante e pacifica. È molto importante che il nostro governo promuova tale approccio nelle scuole e a tutti i livelli sociali". Lo dice all'Agenzia Fides p. James Channan OP, sacerdote domenicano e direttore del "Peace Center" a Lahore. "Il nostro attuale governo - nota padre Channan - ha già compiuto passi avanti in tal senso e deve fare molto di più per rendere il nostro Paese molto pacifico e armonioso”.
Nei giorni scorsi padre Channan è intervenuto ad una conferenza nazionale sul futuro delle relazioni interreligiose in Pakistan, organizzata a Lahore dal "Centro per la giustizia sociale", con la partecipazione di organizzazioni della società civile, promotori dei diritti umani, avvocati, giornalisti, rappresentanti politici e leader delle minoranze religiose.
Il cattolico Peter Jacob, direttore del "Centro per la giustizia sociale", ha dichiarato che " per rafforzare l'armonia interreligiosa in Pakistan, bisogna affrontare e rimuovere fenomeni come l'intolleranza sociale, l'accaparramento di terre, l'incitamento all'odio, la conversione forzata delle ragazze non musulmane; tali sfide vanno affrontate attraverso provvedimenti legislativi, amministrativi ed educativi”.
Jacob ha ricordato la sentenza della Corte Suprema dl Pakistan, del 19 giugno 2014, che invitava le istituzioni a tutelare le minoranze religiose, notando la necessita di darle attuazione. I cristiani continuano a chiedere un apposito disegno di legge sul divieto di conversione forzata delle donne delle minoranze religiose e sulla protezione dei luoghi di culto.
Syeda Mehnaz Hassan, pedagogista e scienziata sociale, notando che "il Pakistan è molto ricco di cultura e di storia e religioni diverse”, ha invitato a "rafforzare la pace e l'armonia tramite un approccio multiculturale e multireligioso nel processo educativo”.
Sara Rizvi Jafree, nota sociologa, ricercatrice ed educatrice, ha rilevato "la complessa relazione tra il basso status socio-economico delle minoranze religiose in Pakistan e gli alti livelli di intolleranza religiosa". Promuovendo l'armonia interreligiosa, ha detto, "si compie il primo passo per migliorare lo status delle minoranze religiose nel Paese”.
Secondo l'avvocato Saroop Ijaz, "l'uguaglianza dei cittadini è una precondizione per qualsiasi democrazia moderna funzionante. Il futuro delle relazioni interreligiose dipende dal riconoscimento e dal rispetto del principio di uguaglianza".
Qais Aslam, professore ed economista, ha ricordato che "la Costituzione del Pakistan riconosce diritti e pari opportunità per tutti, quindi occorre rispettare la diversità di cultura, etnia, genere e credo religioso, lavorando per rafforzare l'armonia interreligiosa per la coesistenza pacifica di persone di tutte le fedi in Pakistan”.
(AG-PA) (Agenzia Fides 15/12/2021)
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ASIA/INDIA - Missionarie della Carità accusate di proselitismo: per i cattolici è pura diffamazione
 
Vadodara (Agenzia Fides) - "Le Missionarie della Carità sono prese di mira dai nazionalisti indù. Si tratta di pura diffamazione; si vogliono diffamare e calunniare le suore e le istituzioni cristiane". Così dichiara all'Agenzia Fides il cappuccino padre Suresh Mathew, direttore del settimanale cattolico “Indian Currents”, commentando l'accusa di "conversione religiosa" mossa contro le Missionarie della Carità che lavorano nello stato del Gujarat, nell'India occidentale.
Le religiose sono state incriminate ai sensi del "Gujarat Freedom of Religion Act", legge in vigore dal 2003. Secondo la denuncia, depositata alla polizia di Makarpura il 12 dicembre, le suore avrebbero "ferito i sentimenti religiosi indù" e "attirato verso il cristianesimo giovani ragazze" in una casa di accoglienza che gestiscono nella città di Vadodara. In precedenza, l'ufficiale dei servizi sociali distrettuali, Mayank Trivedi, ha visitato la Casa per ragazze gestita dalle Missionarie della Carità, affermando che " le ragazze della casa sono obbligate a leggere testi religiosi cristiani e a partecipare a preghiere di fede cristiana, con l'intenzione di condurle al cristianesimo”. "Si fa loro indossare una croce al collo e si pone la Bibbia sul tavolo della sale, per costringerle a leggerla È un tentativo criminale costringere le ragazze alla conversione religiosa", si legge nel rapporto consegnato alla polizia.
Le Missionarie della Carità, congregazione fondata da Madre Teresa di Calcutta, negano ogni accusa. “Non siamo coinvolte in nessuna attività di conversione religiosa. Ospitiamo 24 ragazze che vivono con noi e seguono la nostra pratica di vita. Non abbiamo convertito nessuno o costretto nessuno a sposarsi con rito cristiano”, ha affermato una portavoce delle Missionarie della Carità.
Secondo la denuncia della "Child Welfare Committee", le suore avrebbero anche costretto una ragazza indù a sposarsi in una famiglia cristiana, secondo il rito cristiano. Il commissario di polizia di Vadodara, Shamsher Singh, ha riferito che la polizia svolgerà ulteriori indagini sulla questione.
Il Gujarat è governato dal partito nazionalista indù Bharatiya Janata Party (BJP). In Gujarat, e in altri sette stati indiani, sono in vigore apposite "leggi anti-conversione" che sottopongono al vaglio di un magistrato il cambiamento personale di fede religiosa e puniscono la conversione religiosa operata con mezzi fraudolenti.
Nel 2018, le Missionarie della Carità nello stato indiano di Harkhand sono state accusate di proselitismo e traffico di minori e una una suora è stata trattenuta dalla polizia per qualche tempo. In India circa 5.200 Missionarie della Carità gestiscono 277 case e istituti con attività sociali e caritative.
(SD-PA) (Agenzia Fides 15/12/2021)



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ASIA/TERRA SANTA - Patriarchi e Capi delle Chiese chiedono ai governi locali una “zona di salvaguardia” per il quartiere cristiano di Gerusalemme
 
Gerusalemme (Agenzia Fides) – I governi locali che attualmente controllano la Terra Santa sono sollecitati ad “avviare un dialogo” tra di loro e con le Chiese e comunità ecclesiali lì presenti, in vista della creazione di una “zona speciale” di tutela culturale con l’obiettivo di “salvaguardare l'integrità del Quartiere cristiano nella Città Vecchia di Gerusalemme” e “garantire che il suo carattere unico e il suo patrimonio siano preservati per il bene della comunità locale, la nostra vita nazionale e nel mondo intero”. Contiene anche questa inedita richiesta-proposta l’appello diffuso nell’imminenza del Natale dai Patriarchi e dai Capi delle Chiese di Terra Santa, focalizzato sulle “correnti minacce” alla presenza cristiana nelle terre in cui è nato, morto e risorto Gesù Cristo.
La richiesta sembra riecheggiare, in termini più attenuati, le proposte delineate in passato anche dalla diplomazia vaticana, che prefiguravano come conveniente la definizione di uno “Statuto internazionalmente garantito” per la parte storica della Città Santa, che ancorasse a livello internazionale la tutela dei Luoghi Santi e la loro accessibilità ai credenti di tutto il mondo, per preservarli anche da iniziative unilaterali e “politiche dei fatti compiuti” eventualmente perseguite e messe in atto da singoli Stati o entità politiche locali.
Il nuovo pronunciamento di Patriarchi e capi delle Chiese e comunità ecclesiali di Terra Santa prende atto “con gratitudine” dell’impegno profuso dal governo d’Israele per garantire una vita sicura ai cristiani in Terra Santa, preservando la loro presenza come componente imprescindibile del locale “mosaico” comunitario. Una prova di tale impegno – riconoscono i capi delle Chiese – eè rappresentato dagli sforzi messi in atto da Israele per facilitare l’accesso dei milioni di cristiani che arrivano da tutto il mondo a visitare come pellegrini i Luoghi Santi. Nel contempo, il pronunciamento dei rappresentanti delle comunità cristiane locali ricorda gli “innumerevoli attacchi” subiti da chiese, monasteri e rappresentanti del clero da parte di “gruppi radicali”. Profanazioni e assalti perpetrati con l’evidente obiettivo di “espellere” la presenza cristiana da Gerusalemme e dalla Terra Santa.
Il carattere spirituale e culturale dei singoli quartieri storici di Gerusalemme – ricordano i Capi delle Chiese di Terra Santa – “dovrebbe essere protetto, e è già tutelato nella legge israeliana per quanto riguarda il quartiere ebraico. Tuttavia, gruppi radicali continuano ad acquisire proprietà strategiche nel quartiere cristiano, con l'obiettivo di diminuire la presenza cristiana, spesso usando rapporti subdoli e tattiche intimidatorie per sfrattare i residenti dalle loro case”.
En passant, i Capi delle Chiese di Terra Santa ricordano anche che i pellegrinaggi dei cristiani provenienti da tutto il mondo portano “grandi benefici all'economia e alla società israeliana”, e citano un recente rapporto dell'Università di Birmingham, secondo il quale il flusso di pellegrini e turisti cristiani “contribuisce per 3 miliardi di dollari all'economia israeliana”. Inoltre, la comunità cristiana locale, sebbene si stia assottigliando in termini numerici, continua a offrire alle società civili di Israele, Giordania e Palestina una rete “sproporzionata” di iniziative nei campi sttrategici dell’educazione, della sanità e delle opere sociali a favore delle fasce più povere della popolazione.
Proprio sulla base di queste premesse, i Capi e i patriarchi delle Chiese di Terra Santa chiedono alle autorità politiche di Israele, Palestina e Giordania di avviare con loro un “dialogo urgente” per affrontare l’emergenza rappresentata dai citati “gruppi radicali” e per confrontarsi in merito alla “creazione di una speciale zona culturale relativa al patrimonio cristiano”. In modo da “salvaguardare l'integrità del Quartiere cristiano nella Città Vecchia di Gerusalemme e garantire che il suo carattere unico e il suo patrimonio siano preservati per il bene della comunità locale, il nostro vita nazionale e nel mondo intero”. (GV) (Agenzia Fides 15/12/2021)
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AMERICA/BOLIVIA - I Vescovi: contemplando la famiglia di Betlemme, ogni casa diventi una scuola di crescita e di esperienze positive
 
La Paz (Agenzia Fides) – In vista del Natale e della conclusione dell’anno civile, i Vescovi della Bolivia fanno una valutazione “serena ma speranzosa” su alcuni temi in sospeso della vita nazionale che i boliviani “devono saper affrontare con saggezza e cuore sereno”. Citano quindi la legalizzazione dell'aborto, i femminicidi, gli infanticidi e altre forme di terribile violenza, esortando: “sarà importante creare spazi di dibattito con una adeguata informazione, nel quadro del rispetto e riconoscendo la dignità di tutte le persone come amati figli di Dio, impegnandoci nella ricerca di soluzioni e di opportunità migliori, lasciando da parte ideologie e interessi politici”.
Nel convidere questo messaggio di speranza, che ha per titolo “Celebrare il dono della vita”, la Chiesa cattolica in Bolivia “composta da fedeli di tutte le età, donne e uomini, che ogni giorno si sforzano di testimoniare la fede”, esprime la propria solidarietà a tutte le persone che hanno sofferto per la perdita dei propri cari, a causa della pandemia, dell'eccessiva violenza o di altre circostanze.
“Auspichiamo – prosegue il messaggio dei Vescovi pervenuto a Fides - che ogni persona, contemplando la famiglia di Betlemme, recuperi i valori che ci aiutano a fare di ogni casa una scuola di crescita e di esperienze positive, come: accoglienza, rispetto del Dono della Vita, incontro fraterno, solidarietà e dialogo tra fratelli. Non dimentichiamo che Gesù, il Figlio di Dio, si è fatto uomo assumendo la nostra umanità al solo scopo di salvarci e rendere più dignitosa la vita di tutti”.
I Vescovi ricordano infine che il tempo di Avvento ci prepara ad accogliere “il miglior dono di Dio per il suo Popolo, l'Emmanuele, il Dio con noi, che viene a donarci speranza e salvezza integrale; Lui ci restituisca i valori della convivenza pacifica, del rispetto, della fiducia e della vita piena”. Auspicano quindi che la celebrazione della nascita di Gesù “rafforzi le nostre speranze e ci incoraggi a seguire un cammino di crescita personale e comunitaria di servizio ai più bisognosi. Cristo nostro Salvatore rinnovi i nostri desideri di riconciliazione, unità e pace per l'anno 2022”. (SL) (Agenzia Fides 15/12/2021)
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AMERICA/BRASILE - Pastorale della Terra: in otto mesi registrati 26 omicidi
 
Brasilia (Agenzia Fides) – Secondo i dati del Centro di Documentazione della Commissione Pastorale della Terra (CPT) sui conflitti nei campi, nel periodo dal 1 gennaio al 31 agosto 2021, sono stati registrati 26 omicidi legati a conflitti per la terra. Rispetto a tutto l'anno 2020, rappresentano un aumento del 30%. Delle 26 vittime di omicidio, 8 erano indigeni, 6 senza terra, 3 occupanti abusivi, 3 quilombola, 2 coloni, 2 piccoli proprietari e 2 donne rompi cocco Babassu. In relazione al 2020, il numero di indigeni e quilombola uccisi è rimasto lo stesso, mentre il numero dei senza terra è triplicato, da 2 nel 2020 a 6 nel 2021. Tutti i quilombolas uccisi nel 2021 (3) provenivano dal Maranhão, lo stato con il più alto numero di omicidi nell'anno (9), circa un terzo del totale registrato finora.
Secondo la nota del CPT pervenuta a Fides, tutti i 6 senza terra sono stati uccisi in Amazzonia, di loro cinque sono stati uccisi a Rondônia. Erano tutti membri della Lega dei Contadini Poveri. Tre di loro sono stati uccisi in un massacro avvenuto il 13 agosto, dal Battaglione Operazioni Speciali (BOPE) del Primo Ministro di Rondônia e dalla Forza di Sicurezza Nazionale, a Nova Mutum, distretto di Porto Velho. Questo è stato l'unico massacro registrato dal CPT finora nel 2021. Il conflitto nella regione rimane molto teso. Il numero di occupanti abusivi uccisi è passato da 1 nel 2020 a 3 nel 2021 e quello dei coloni da 1 nel 2020 a 2 nel 2021. (SL) (Agenzia Fides 15/12/2021)

lunedì 13 dicembre 2021

Agenzia Fides - Sacerdote cattolico aggredito, libri sacri cristiani bruciati

 



ASIA/INDIA - Sacerdote cattolico aggredito, libri sacri cristiani bruciati
 
Bangalore (Agenzia Fides) - Un uomo non identificato ha aggredito con un coltello un sacerdote cattolico nello stato del Karnataka, nel sud dell'India. Come appreso da Fides, l'11 dicembre uno sconosciuto è entrato nella chiesa di San Giuseppe lavoratore a Baibhav Nagar, nel distretto di Belagavi e, senza alcuna ragione, ha tentato di aggredire il parroco, padre Francis D’Souza
L'incidente è avvenuto presso la residenza di padre D'Souza, sacerdote cattolico della diocesi di Belgaum. L'aggressore, che si era nascosto nei pressi dell'abitazione, ha cercato di colpire il prete con una grande lama, appena questi è uscito di casa. Don Francis è fuggito, mentre l'aggressore ha cercato di inseguirlo. Nel trambusto, la gente dei paraggi si è precipitata sul posto e a quel punto l'uomo si è dileguato. La polizia ha avviato un'indagine dopo aver ottenuto i filmati delle telecamere di sorveglianza. Gli inquirenti hanno identificato l'imputato e sono in corso ricerche per arrestarlo. L'imputato, secondo le prime ricostruzioni, sembra avere problemi mentali.
“Sono stato attratto fuori casa dal cane che abbaiava nervosamente, e ho notato il cancello principale aperto. Sono uscito per chiuderlo, quando un uomo, armato di un lungo coltello, ha cercato di aggredirmi. Sono fuggito e ho chiamato aiuto" ha detto padre D'Souza, dopo lo scampato pericolo.
In un altro incidente, gruppi radicali indù hanno dato fuoco a libri religiosi cristiani a Kolar, sempre in Karnataka, accusando una chiesa protestante locale di fare proselitismo. L'incidente è avvenuto mentre i rappresentanti della comunità cristiana stavano andando di porta in porta nell'ambito di una campagna di predicazione.
Secondo la Commissione per la libertà religiosa dell'Associazione evangelica indiana (EFI), l'incidente di Kolar è il 39° episodio di violenza a danno delle minoranze religiose cristiane in Karnataka negli ultimi 12 mesi. Secondo fonti locali di Fides, si è registrata una crescita di tali episodi da quando il governo dello stato guidato dal Bharatiya Janata Party (BJP), filo-indù, ha iniziato a prendere in considerazione un disegno di legge per vietare le conversioni religiose forzate.
In Karnataka, i cristiani costituiscono l'1,87% della popolazione del vasto stato dell'Indiae meridionale, (censimento del 2011), che conta 61 milioni di persone, all'84% indù, e 13% musulmane
(SD-PA) (Agenzia Fides 13/12/2021)




martedì 7 dicembre 2021

Agenzia Fides: Gli estremisti Indù

 

ASIA/INDIA - Una scuola cattolica devastata da estremisti indù
 
Vidisha (Agenzia Fides) - Una folla di circa 500 militanti estremisti ha fatto irruzione, commesso atti vandalici e devastato una scuola cattolica nello stato del Madhya Pradesh, nell'India centrale. Secondo fonti di Fides, i membri del gruppo estremista indù “Bajrang Dal" sono entrati con la forza nella scuola St Joseph a Ganj Basoda, nel distretto di Vidisha, in Madhya Pradesh. Hanno lanciato pietre contro l'edificio scolastico , danneggiando finestre e arredi, mentre erano in corso gli esami della 12a classe, terrorizzando gli studenti. Le autorità scolastiche, i professori e gli allievi presenti nell'edificio al momento dell'aggressione, sono riusciti a sfuggire alle violenze. La violenza è avvenuta a causa della presunta conversione religiosa di otto studenti indù, promossa, secondo le accuse, dal personale della scuola. L'accusa è totalmente negata dalle autorità scolastiche.
Fratel Antony Pynumkal, Preside della scuola, gestita dai Malabar Missionary Brothers (MMB) nella diocesi siro-malabarese di Sagar, afferma a Fides che la presunta conversione è "un pretesto, falso e senza fondamento". Il Preside riferisce di aver appreso della imminente organizzazione del raid il giorno prima dei fatti, attraverso i media locali. Fra Pynumkal ha allora tempestivamente informato la polizia, che non ha però predisposto misure di sicurezza per prevenire la violenza.
I militanti accusano i cristiani di aver celebrato un rito battesimale dei bambini della scuola. Così chiarisce la vicenda p. Sabu Puthenpurackal, sacerdote addetto alle comunicazioni nella diocesi di Sagar: "La vicina chiesa di San Giuseppe a Ganj Basoda aveva organizzato la Prima Comunione di alcuni bambini cattolici della parrocchia il 31 ottobre. Una foto di gruppo dei bambini insieme al Vescovo James Athikalam e al parroco p. Jose Lee Cyrakkove è stata pubblicata nella Newsletter mensile diocesana 'Sagar Voice' il 5 novembre. Questa foto è stata erroneamente interpretata come la conversione di bambini indù da persone che gestiscono il canale Youtube 'Aayudh', che ha istigato il gruppo di militanti indù ad agire contro i cristiani". Nei giorni scorsi anche le autorità ecclesiali si erano rivolte alla polizia per proteggere le istituzioni cristiane a Ganj Basoda. Tuttavia non hanno potuto limitare la violenza. La polizia ha riferito che le indagini sono in corso per atti di vandalismo.
Fondata nel 2009, la scuola accoglie allievi nella città di Ganj Basoda che si trova a circa 105 km a nord-ovest di Bhopal, capitale dello stato. Ha 1.500 studenti di tutte le religioni e le culture, meno dell'1% di loro sono cristiani.
(SD-PA) (Agenzia Fides 7/12/2021)

sabato 4 dicembre 2021

I fedeli indiani onorano Francesco Saverio, Patrono delle missioni

 


ASIA/INDIA - I fedeli indiani onorano Francesco Saverio, Patrono delle missioni
 
Goa (Agenzia Fides) - La celebrazione della festa di San Francesco Saverio nella antica Goa, dove sono conservate le sue reliquie, si è tenuta ieri, 3 dicembre, dopo una solenne novena iniziata il 25 novembre. La festa si celebra normalmente nella Basilica del Bom Jesus, una delle chiese più antiche di Goa, completata nel 1605, dove sono custoditi i resti mortali del Santo.

Quest'anno, per rispetto dei protocolli legati alla pandemia, tutte le celebrazioni sono state previste all'aperto. La festa di San Francesco Saverio richiama migliaia di persone da tutto il Paese, in particolare pellegrini dagli stati di Maharashtra, Karnataka, Tamil Nadu e Kerala. "Molti di loro percorrono in preghiera la distanza dalle loro case alla Chiesa. Gruppi di pellegrini da Karwar, Belgaum, Sawantwadi, Azra e Malvan di solito arrivano a piedi", ha riferito padre Patricio Fernandes SJ, rettore della Basilica del Bom Jesus. Tra quanti partecipano alla festa vi sono devoti provenienti dall'Europa, da altri paesi asiatici, e anche non cristiani.
Le sante messe, tutte tenutesi nel terreno intorno alla Basilica, sono iniziate alle 4 del mattino dato che un gran numero di persone si è accampata la notte precedente vicino alla Basilica. Circa 15.000-20.000 persone hanno partecipato alla messa principale della festa, celebrata dal Vescovo di Udupi, mons. Gerald Lobo.
"In questi tempi di paura, sofferenza, morte, il messaggio di san Francesco è che le sofferenze non sono causate da Dio ma da quello che facciamo e da come viviamo. Il santo ci esorta ad affrontare le difficoltà con coraggio e a trovare risposte confidando nell'amore di Dio per noi. I doni e i talenti che Dio ci ha dato vanno usati per affrontare le sfide che incontriamo. Come ha fatto Francesco Saverio, rispondiamo alla chiamata d'amore di Dio per amarlo nei nostri fratelli e sorelle, specialmente nei poveri, negli indifesi e nei sofferenti", rileva in un messaggio inviato a Fides il gesuita p. Dominic Savio SJ, preside del St Xavier's College di Calcutta.
La festa liturgica del 3 dicembre segna il giorno in cui il Santo morì durante il suo viaggio verso la Cina.

Le sue spoglie vengono offerte all'ostensione dei fedeli ogni 10 anni. L'ultima ostensione è stata nel 2014 e la prossima è prevista nel 2024.
Francesco Saverio è, insieme con Santa Teresa di Lisieux, Patrono delle missioni. Il gesuita, nato in Navarra (Spagna) nel 1506, è conosciuto soprattutto come missionario ed evangelizzatore in Asia. Divenuto sacerdote, partì per la missione in India. Si spinse fino a Taiwan e, forse, fino alle Filippine. Si spostò dunque in Malaysia e arrivò in Giappone. Intraprese un viaggio verso la Cina, ma si ammalò di polmonite e morì nel 1522 a Goa. Fu canonizzato un secolo dopo, nel 1622.
(PA) (Agenzia Fides 34/12/2021)

domenica 31 ottobre 2021

Il premier indiano Narendra Modi in udienza dal Papa(2 articoli sull'India)

 

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Vatican News

Le notizie del giorno

30/10/2021

Papa Francesco con il primo Ministro dell'India Narendra Modi
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Al governo dal 2014, il primo ministro ha incontrato Francesco per un colloquio durato circa un’ora. Poi il saluto al cardinale Parolin e a monsignor Gallagher: al centro della conversazione, “i cordiali rapporti intercorrenti tra la Santa Sede e l’India”. Su twitter Modi ha riferito di aver ... 


Un gruppo di cristiani in India

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Un rapporto intitolato “Cristiani sotto attacco in India”, redatto da varie Ong cristiane, rileva che la legge nazionale anti-conversione fomenta la violenza ... 

mercoledì 27 ottobre 2021

La violenza sui cristiani, "flagrante violazione della Costituzione"

 

ASIA/INDIA - La violenza sui cristiani, "flagrante violazione della Costituzione"
 
New Delhi (Agenzia Fides) - Le aggressioni a danno dei fedeli cristiani indiani sono chiare e flagranti violazioni della Costituzione, e come tali vanno perseguite e fermate: lo affermano sacerdoti, religiosi, promotori dei diritti umani nella società indiana, all'indomani della pubblicazione del Rapporto, curato da un gruppo di organizzazioni cristiane, che segnala nel 2021 più di 300 episodi di violenza contro i cristiani in India. Il documento, inviato a Fides, è redatto da Ong come "United Against Hate", "Association for Protection of Civil Rights" e "United Christian Forum" e altre.
"Quanto sta accadendo ai cristiani in India non è una novità. Accade con spaventosa regolarità negli Stati governati dal Bharatiya Janata Party (BJP) da più di 20 anni”, commenta all'Agenzia Fides p. Cedric Prakash, studioso gesuita e scrittore, attivo nella difesa e promozione dei diritti umani. "Tuttavia, dal 2014 gli elementi legati all'ideologia 'Hindutva' (che propugna un nazionalismo religioso indù) hanno portato avanti la loro agenda con violenze e propaganda di odio contro le minoranze religiose, come cristiani e musulmani, godendo di maggiore impunità", spiega. “Anche i leader più intransigenti indù si nascondono dietro l'immunità, dicendo: noi siamo i capi; nessuno può toccarci, non ci accadrà nulla", afferma padre Prakash.
“Aggressioni e minacce sono aumentati drasticamente. Questo è totalmente contro la Costituzione, l'ethos democratico e il tessuto pluralistico del Paese. Il popolo indiano deve alzarsi per fermare immediatamente questo fanatismo prima che sia troppo tardi", dice.
Secondo il rapporto intitolato "Cristiani sotto attacco in India", pubblicato il 21 ottobre scorso, in tre stati del nord dell'India, come Uttar Pradesh, Uttarakhand, Haryana e Delhi, si segnalano la maggior parte degli attacchi contro i cristiani.
“I timori e i sospetti sui cristiani che convertono gli indù sono del tutto infondati. Brutali attacchi hanno avuto luogo in 21 stati. La maggior parte degli incidenti si verificano negli stati del nord e 288 casi sono violenza di massa. Questa è una situazione spaventosa, che solleva interrogativi critici sul ruolo della Commissione nazionale per i diritti umani (NHRC) e del Ministero dell'Interno, e sui fallimenti nel fermare questa violenza", afferma il leader cattolico A.C. Michael, ex membro della Commissione per le Minoranze a Delhi e oggi Coordinatore nazionale dello United Christian Forum (UCF).
Più di 49 denunce sono state registrate nelle stazioni di polizia, ma non è stata intrapresa alcuna azione, nota il testo. Dall'inchiesta realizzata, emerge che la maggior parte delle violenze sono avvenuti contro i cristiani che appartengono ai Dalit e alle comunità tribali. Gli autori delle aggressioni sono gruppi nazionalisti indù che incolpano i cristiani di convertire gli indù tramite lusinghe, tramite il denaro o altre forme di aiuto. L'accusa è totalmente negata dai cristiani: come sottolinea Minakshi Singh, Segretario generale del gruppo "Unity in Christ", ente Protestante con sede a Delhi, che ha contribuito al Rapporto, "questo non è affatto vero, infatti non c'è stato alcun cambiamento significativo nella percentuale della popolazione cristiana, anzi, il suo numero si sta riducendo", rileva.
Padre Ajaya Kumar Singh, sacerdote cattolico, avvocato e difensore dei diritti umani, afferma a Fides: “La libertà di religione o di credo è un diritto fondamentale. È la pietra angolare di tutti i diritti in quanto coinvolge la coscienza. I gruppi Hindutva accusano i cristiani da oltre un secolo di fare proselitismo senza prove e reali motivazioni”. Accusare i cristiani di convertire con la forza gli altri al cristianesimo è pura propaganda, ed è un pretesto per compiere la violenza. Ognuno ha il diritto di scegliere le proprie convinzioni. La prova della libertà di religione è il diritto a convertirsi” dice il sacerdote a Fides.
“In alcuni villaggi, le chiese cristiane sono state devastate, in altri i Pastori sono stati percossi o maltrattati. Le assemblee di fedeli sono state disperse da folle di violenti e i cristiani sono finiti in ospedale con ferite. Anche la polizia è accusata di minacciare i fedeli, di trascinarli nelle stazioni di polizia e di compiere incursioni durante i servizi di preghiera domenicali”, riferisce il sacerdote commentando il Rapporto.
“Occorre far emergere il più possibile i fatti reali, con accertamenti indipendenti. Nessuno deve scusarsi o vergognarsi perché esercita il diritto di scegliere la propria religione o il proprio credo. Apprezziamo che gruppi indipendenti della società civile, che tutelano le libertà individuali, si uniscano a questa campagna per evidenziare i problemi", conclude padre Singh.
In un recente episodio, un gruppo di 30 attivisti appartenenti al Vishwa Hindu Parishad (Consiglio mondiale indù) e al Bajrang Dal (Partito dei duri e forti) hanno costretto una scuola cattolica nello stato indiano del Madhya Pradesh a installare nel campus una statua di Saraswati, la dea indù della conoscenza. Anche in passato, il Madhya Pradesh, che è governato dal partito nazionalista indù Bjp, ha registrato numerosi casi di violenza su cristiani, sacerdoti e suore.
Secondo il censimento indiano del 2011 gli indù sono 966 milioni, su una popolazione indiana di 1,3 miliardi. I musulmani sono 172 milioni, mentre i cristiani toccano quota 29 milioni in tutto.
(SD-PA) (Agenzia Fides 27/10/2021)

martedì 12 ottobre 2021

Agenzia Fides 12 ottobre 2021

 

EUROPA/ITALIA - Scalabrini e la sua passione per i migranti, chiave di interpretazione per la contemporaneità: verso l'Anno Scalabriniano
 
Roma (Agenzia Fides) - Il prossimo 9 novembre si aprirà l'Anno Scalabriniano, nel 25esimo anniversario della beatificazione di Giovanni Battista Scalabrini, testimone esemplare di vita cristiana, missionaria e padre dei migranti. “Stiamo concludendo con gratitudine il Giubileo dei 125 anni di fondazione della Congregazione delle suore Missionarie Scalabriniane e iniziamo con molta gioia l'Anno Scalabriniano. Questi eventi ci riempiono il cuore di gratitudine a Dio per il carisma scalabriniano nel servizio alla Chiesa” spiega suor Neusa de Fatima Mariano, superiora generale delle Scalabriniane, nella nota inviata all’Agenzia Fides. “San Giovanni Paolo II lo descrisse come profondamente innamorato di Dio e straordinariamente devoto dell’Eucaristia, con la capacità di saper tradurre la contemplazione di Dio e del suo mistero in una intensa azione apostolica e missionaria, facendosi tutto a tutti per annunciare il Vangelo".
I Superiori dei tre Istituti che compongono la Famiglia Scalabriniana (i Missionari di San Carlo, Scalabriniani; le suore Missionarie di San Carlo, Scalabriniane; le Missionarie Secolari Scalabrinane) hanno invitato a seguirne le orme, partendo dalla sua frase “Potessi santificarmi e santificare tutte le anime affidatemi". "Scalabrini è stato un modello per il mondo e lo è ancora oggi, in un mondo globale diviso da incomprensibili muri. La sua passione per i migranti è una chiave di interpretazione della contemporaneità che ha le sue basi nel messaggio di Cristo” affermano in una lettera comune i tre Superiori dei tre Istituti scalabriniane: padre Leonir Chiarello, suor Neusa de Fatima Mariano e Regina Widmann. “Gesù ha vissuto da bambino migrante e rifugiato. Ha dato la sua vita per il mondo e oggi la sua espressione è nei volti di quei milioni di persone che chiedono aiuto".
Con il patrocinio della diocesi di Piacenza-Bobbio, l'Anno Scalabriniano inizierà domenica 7 novembre 2021 e si concluderà mercoledì 9 novembre 2022. Il tema è: "Fare patria dell’uomo il mondo". "Si inserisce nella linea dell’insegnamento recente di Papa Francesco - sottolineano i tre Superiori della famiglia Scalabriniana -. Invitiamo tutti a collaborare coinvolgendo la Chiesa locale, i membri dei nostri istituti, i futuri missionari, i diversi gruppi di laici scalabriniani e le comunità dei migranti per promuovere iniziative approfittando anche dei suggerimenti che verranno offerti e che potranno essere moltiplicati nei vari contesti in cui svolgiamo la missione con i migranti e i rifugiati". (SL) (Agenzia Fides 12/10/2021)
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AFRICA/MALAWI - Sostegno all’imprenditoria locale e attenzione ai cambiamenti climatici
 
Lilongwe (Agenzia Fides) - In Malawi, in particolare nei distretti di Zomba e Malaka, alcuni giovani che non avrebbero avuto alcuna speranza di contribuire allo sviluppo economico del proprio Paese, acquisiscono competenze professionali e, in alcuni casi, anche fondi per avviare attività imprenditoriali. Come appreso dall’Agenzia Fides, è il risultato del progetto “Hope for Youth Project”, promosso dalla Catholic Development Commission (che è la Caritas Malawi) che opera in seno alla Conferenza Episcopale del Malawi. Tra le specializzazioni professionali offerte dal progetto, vi sono impianti elettrici, saldatura, costruzione, posa di mattoni e falegnameria.
Tra i beneficiari di questo progetto anche alcune giovani donne appartenenti a categorie vulnerabili. Tra coloro che vi hanno partecipato, Christopher, che proviene dal villaggio di Nkasala nell'area del tradizionale Mlumbe nel distretto di Zomba, ha raccontato di aver avuto la possibilità di frequentare un corso di posa di mattoni. Poco dopo il completamento del suo corso, Christopher riferisce: “Ho avuto l’opportunità di fare esercitazioni sul campo, in una vera e propria impresa edile per oltre un anno, e questo mi ha consentito di acquisire esperienza: sono tornato a casa e ora sto costruendo la mia casa. Ora sono in grado di sostenere la mia famiglia in tutte le necessità, cosa che prima non accadeva”.
I cambiamenti climatici sono invece al centro di un altro progetto della Catholic Development Commission, dal titolo: “Climate Challenge Program Malawi” (CCPM). Il progetto ha recentemente ricevuto il Community Empowerment Award da Trocaire per i suoi meriti. In corso di attuazione nei 4 distretti di Balaka, Machinga, Zomba e Chikwawa il progetto Climate Challenge Program Malawi (CCPM) ha lo scopo di migliorare la resilienza della popolazione ai cambiamenti climatici attuali e futuri. Il progetto sviluppa strategie e misure di adattamento guidate dalla comunità che miglioreranno la produzione agricola e i mezzi di sussistenza rurali attraverso il nesso cibo-acqua-energia. Il progetto viene attuato nei quattro distretti con il finanziamento del governo scozzese, attraverso SCIAF e Trocaire.
(EG) (12/10/2021)
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AFRICA/UGANDA - L’istruzione dei bambini come strumento per la crescita del paese e della Chiesa locale
 
Kampala (Agenzia Fides) - Il futuro della Chiesa dipende dall’istruzione dei bambini, ha affermato Mons. Francis Aquirinus Kibira, Vescovo della diocesi cattolica di Kasese. In occasione della professione perpetua di suor Evelyn Kamuli, della Congregazione delle Suore Oblate dell’Assunzione, celebrata nel villaggio di Kihyo, il Vescovo ha esortato i presenti, genitori e tutori, a “dare priorità all'istruzione, che sta alla base dello sviluppo futuro dei propri figli e di conseguenza del Paese”. Nella nota pervenuta all’Agenzia Fides, Mons. Kibira incoraggia le suore nel loro impegno nel campo dell’educazione nel distretto di Kasese. “Istruire ed incoraggiare i propri figli a prendere parte alle iniziative cattoliche della Chiesa locale garantirà il futuro della Chiesa e della società ugandese” ha concluso il Vescovo di Kasese. Uno dei primi progetti portati avanti dalle Suore è l’Emmanuel D'Alzon Lavagnace Complex High School, grazie al quale cresce la qualità dell'istruzione nella sub contea di Buhuira. Le Suore Oblate dell’Assunzione lavorano con costante dedizione alla missione del loro apostolato, sono presenti in Africa, America Latina, Asia ed Europa.
(AP) (Agenzia Fides 12/10/2021)
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ASIA/INDIA - Suore cattoliche e fedeli aggrediti da estremisti indù per presunte "conversioni forzate"
 
Lucknow (Agenzia Fides) – Suore cattoliche e fedeli sono stati aggrediti da un gruppo di estremisti indù nello stato dell'Uttar Pradesh, nel nord dell'India. Come appreso dall'Agenzia Fides, i militanti hanno molestato alcune religiose e circa 50 devoti cristiani nel distretto di Mau il 10 ottobre scorso. Membri dei gruppi radicali indù "Bajrang Dal" e "Hindu Yuva Vahini" hanno condotto con la forza sette fedeli cristiani alla vicina stazione di polizia, dove hanno trascorso la notte in stato di fermo. Tra i sette vi erano tre donne e il Pastore cristiano evangelista Abraham Shakil, accusati di aver effettuato presunte "conversioni religiose forzate", riferisce a Fides padre Anand Mathew, sacerdote e promotore dei diritti umani, rilevando che "tali attacchi sono basati su pretesti per molestare e compiere abusi sui cristiani”.
In un altro episodio, due suore francescane orsoline sono state portate con la forza alla stazione di polizia e sono state detenute per sei ore. Le suore erano al terminal degli autobus della città. Dopo l'intervento di un alto funzionario di polizia di Lucknow, la capitale dello stato di Uttar Pradesh, le suore sono state liberate. Le religiose sono suor Gracy Monteiro e suor Roshni Minj. Erano al terminal bus poiché suor Minj doveva viaggiare in autobus per visitare il padre malato nello stato indiano del Jharkhand. Quando suor Minj ha semplicemente chiesto informazioni sugli orari del bus, le due sono state fermate, aggredite verbalmente e condotte con la forza alla stessa stazione di polizia, dove erano detenuti i cristiani e il Pastore. “Siamo rimaste scioccate quando siamo state portate alla stazione di polizia sostenendo che eravamo parte di una comunità cristiana coinvolta in conversioni religiose forzate. E' del tutto falso” ha detto suor Monteiro.
La denuncia presentata da Radheshyam Singh, un uomo indù, afferma che i cristiani "non hanno seguito le misure sanitarie contro il Covid-19" e li accusa di "essere coinvolti nella conversione di altri al cristianesimo attraverso mezzi illeciti come fornire lavoro e denaro".
"Queste accuse e tali episodi - rileva Patsy David, rappresentante dell'Ong ADF International - sono parte di un disegno organizzato per opprimere i cristiani in Uttar Pradesh". Secondo ADF, dal 2017 ad oggi in Uttar Pradesh sono stati documentati ben 374 casi di violenze contro i cristiani. Le aggressioni sono in aumento da quando il governo dell'Uttar Pradesh ha approvato la "Legge anti-conversione" nel settembre 2020. Nella maggior parte dei casi, i gruppi estremisti attaccano le sale di culto o le case dei cristiani e interrompono i loro incontri, danneggiano le loro proprietà, gli arredi, bibbie e pubblicazioni, e li conducono alla polizia. Dopo gli attacchi degli estremisti indù e gli arresti, i fedeli affrontano un tortuoso inter legale, con le richieste ai tribunali per ottenere la cauzione. Di conseguenza, molti Pastori e fedeli cristiani sono pieni di paura anche solo quando esercitano il culto o pregano insieme.
L'Uttar Pradesh, stato prevalentemente agricolo che ospita 230 milioni di persone, è lo stato più grande dell'India. Secondo il censimento del 2011, i cristiani sono una esigua minoranza, circa 350mila fedeli.
(SD-PA) (Agenzia Fides 12/10/2021)
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ASIA - Nuova App per Radio Veritas, missionaria in Asia
 
Yangon (Agenzia Fides) - E' uno strumento per diffondere la Buona Novella del Regno di Dio e per seminare speranza: con queste parole il Cardinale Charles Maung Bo. Arcivescovo di Yangon e Presidente della Federazione delle Conferenze Episcopali dell'Asia (FABC) ha presentato ufficialmente la nuova App per dispositivi mobili di Radio Veritas Asia (RVA), in una cerimonia di lancio svoltasi nella Cattedrale di Santa Maria a Yangon l'11 ottobre. Come appreso da Fides, il Cardinale Charles Bo si è detto molto felice per questo ulteriore progresso di RVA nel campo dei media digitali. “Come san Paolo, siamo chiamati a predicare il Vangelo. Radio Veritas è veramente missionaria in Asia, è la voce del cristianesimo in Asia”, ha detto il Card. Bo nella Messa celebrata in Cattedrale.
"La nuova Applicazione è pensata per tutte le persone che credono in Dio e possono avere un costante supporto morale e spirituale da Radio Veritas" ha detto, incoraggiando vescovi, sacerdoti, religiosi e laici, in Myanmar e in tutta l'Asia "a usarla per la preghiera, per la formazione, per la catechesi". "Questa applicazione è utile per sacerdoti e religiosi, nel loro servizio pastorale alla nostra gente e nella predicazione. E' utile per la gente, per essere costantemente connessi con la Parola di Dio", ha rimarcato.
Radio Veritas, ha ricordato il Cardinale - porta la Buona Novella del Vangelo in Myanmar trasmettendo in diverse lingue parlate nella nazione: birmano, Hakha chin, Tedim chin, Falam chin, Zo chin, Jighpaw kachin, Rawan kachin, Lisu kachin, Sakaw Karen, Poh Karen , Tamil, Cinese mandarino.
P. Feroz Fernandes, SFX, caporedattore a RVA; ha affermato che "questa è un'applicazione che aumenta la consapevolezza nel condividere la nostra fede". Come ha spiegato p. Victor Sadaya CMF, Direttore di Radio Veritas a Manila, l'emittente "sta potenziando il servizio di evangelizzazione trasmettendo in 21 lingue asiatiche. Con questa App, il pubblico potrà facilmente accedere ai servizi di RVA nella lingua prescelta".
Radio Veritas Asia (RVA) è stata fondata dalla FABC nel 1969 per diffondere la buona novella della salvezza di Gesù ai popoli dell'Asia e promuovere la comunicazione tra i popoli dell'Asia. Ha trasmesso in onde core fino al 2015. Con la diffusione dei mass media digitali, la FABC ha trasferito le trasmissioni su Internet a partire dal 2015 e ora ha creato anche la App per i dispositivi mobili.
(JZ-PA) (Agenzia Fides 12/10/2021)
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ASIA/IRAQ - Elezioni, il “Movimento Babilonia” conquista 4 dei 5 seggi riservati a candidati cristiani
 
Baghdad (Agenzia Fides) – Le elezioni parlamentari irachene svoltesi domenica 10 ottobre hanno assegnato a rappresentanti del “Movimento Babilonia” ben 4 dei 5 seggi riservati a candidati cristiani dal sistema elettorale nazionale. Lo riferiscono fonti locali consultate dall’Agenzia Fides, sulla base dei primi dati forniti dalla Alta Commissione elettorale. Secondo le stesse fonti, il quinto seggio, assegnato nel distretto di Erbil, è stato assegnato al candidato indipendente Farouk Hanna Atto.
Il risultato elettorale relativo alla quota di seggi riservati a candidati cristiani, per certi versi sorprendente, non mancherà di riaccendere polemiche sulle potenziali manipolazioni politiche a cui appare esposta la assegnazione dei posti in Parlamento riservati a membri delle comunità cristiane locali o appartenenti a altre minoranze etniche e religiose.
Il Movimento Babilonia (nella foto, il manifesto dei suoi candidati) è nato come proiezione politica delle cosiddette “Brigate Babilonia”, milizia armata formatasi nel contesto delle operazioni militari contro i jihadisti dello Stato Islamico (Daesh) che portarono alla riconquista delle aree nord-irachene cadute nelle mani jihadiste nel 2014. Guidate da Ryan al Kildani (Ryan “il caldeo”), le “Brigate Babilonia” avevano sempre rivendicato la propria etichetta di milizia composta da cristiani, anche se risultava documentato il loro collegamento con milizie sciite filo-iraniane come le Unità di Protezione popolare (Hashd al Shaabi). Anche la sigla politica del “Movimento Babilonia” viene considerata vicina alla “Organizzazione Badr”, movimento politico che alle elezioni è confluito nella Alleanza Fatah, cartello che raggruppava sigle e organizzazioni sciite di orientamento filo-iraniano.
Nei primi commenti critici, politici cristiani appartenenti a sigle che non hanno ottenuto seggi gettano sospetti sul risultato elettorale, lasciando intendere che sui candidati del “Movimento Babilonia” sarebbero stati dirottati anche voti di elettori sciiti, in modo da piazzare nei seggi riservati ai cristiani rappresentanti che di fatto rispondono a formazioni politiche sciite. In maniera analoga, secondo alcuni commentatori anche il candidato cristiano Farouq Hanna Atto, eletto come indipendente per il seggio riservato ai cristiani nel distretto di Erbil, avrebbe in realtà prevalso sui suoi concorrente grazie ai voti riversati a suo favore dal Partito Democratico del Kurdistan (PDK).
Secondo i primi dati forniti in via provvisoria dalla Commissione elettorale, il candidato del Movimento Babilonia Aswan Salem avrebbe conquistato il seggio riservato ai cristiani nel Governatorato di Ninive con 9498 voti. Il seggio riservato a candidati cristiani nella città di Baghdad sarebbe stato conquistato da con 10822 voti d Evan Faeq Yakoub Jabro, ex ministra per i rifugiati e le migrazioni nel governo uscente guidato da Mustafa al Kadhimi. A Kirkuk e a Dohuk, i candidati del Movimento Babilonia Duraid Jamil e Badaa Khader hanno prevalso ottenendo rispettivamente 4279 e 10619 voti, mentre il candidato Farouk Hanna Atto ha conquistato il seggio riservato ai cristiani nel distretto elettorale di Erbil con 4221 voti.
I dati ufficiali finora comunicati sui risultati elettorali non permettono ancora di delineare un quadro preciso del futuro scenario politico iracheno. Nessun blocco politico in gara riuscirà a controllare da solo la maggioranza dei 329 seggi in Parlamento. Fonti diverse confermano la crescita del Partito Sadrista, guidato dal leader sciita Muqtada al Sadr, che nel Parlamento precedente controllava 58 seggi e nella prossima assemblea parlamentare dovrebbe averne conquistati almeno 70. Viene invece data in calo la rappresentanza parlamentare dei Partiti sciiti di orientamento filo-iraniano, confluiti nell’Alleanza Fatah, che nel precedente Parlamento controllavano 48 seggi.
Ai seggi si è recato solo il 41% degli aventi diritto al voto, soglia che rappresenta il minimo storico delle 6 elezioni parlamentari tenutesi in Iraq dal 2003, dopo la fine del regime di Saddam Hussein.
L’appuntamento elettorale, fissato per il 2022, era stato anticipato dopo le proteste popolari che nell’autunno 2019 avevano manifestato scontento generalizzato verso l’intera dirigenza politica irachena, accusata di corruzione e cattiva gestione. Le elezioni si sono svolte in un clima di generale apatia, segnato da appelli al boicottaggio anche da parte di sigle coinvolte nelle mobilitazioni popolari anti-sistema del 2019. (GV) (Agenzia Fides 12/10/2021)
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AMERICA/EL SALVADOR - I Vescovi invitano “a partecipare attivamente alla beatificazione dei nostri martiri”
 
San Salvador (Agenzia Fides) – La Conferenza Episcopale di El Salvador (CEDES) ha invitato a prepararsi spiritualmente alla beatificazione dei suoi quattro martiri, che come annunciato avrà luogo il 22 gennaio 2022: padre Rutilio Grande, gesuita, Manuel Solórzano e Nelson Rutilio Lemus Chávez, laici, e il francescano italiano Fray Cosme Spessotto, OFM (vedi Fides 01/09/2021).
Nella convocazione della CEDES, intitolata “Prepariamoci a partecipare attivamente alla beatificazione dei nostri martiri”, si ricorda “l’immensa gioia” provata per la canonizzazione di Monsignor Oscar Arnulfo Romero, invitando tutti a esultare per la prossima beatificazione dei quattro martiri salvadoregni, che avrà luogo sabato 22 gennaio 2022, sul sagrato della Cattedrale di San Salvador, alle cinque del pomeriggio. La partecipazione dei fedeli in presenza sarà determinata dall’evoluzione della pandemia di Covid-19, comunque in tutte le chiese del paese si potrà seguire la celebrazione attraverso la televisione.
Il luogo scelto è emblematico, scrivono i Vescovi, perché "fu proprio in quella piazza che, la Domenica delle Palme del 1980, una folla immensa espresse il proprio amore e la propria gratitudine al nostro santo Óscar Arnullo Romero, in un'indimenticabile Messa funebre non conclusa che, purtroppo, venne segnata dalla violenza". I quattro martiri che saranno beatificati fanno parte della storia della Chiesa di El Salvador, una storia tormentata e segnata da “una voragine di violenza fratricida che strappò la vita a innumerevoli vittime innocenti, la maggior parte delle quali è nota solo a Dio”. "Ci sembra provvidenziale – proseguono - che possiamo venerare un gesuita salvadoregno, un francescano italiano e due laici del nostro popolo, un giovane e un anziano, che hanno in comune l'aver versato il loro sangue per Cristo in mezzo al fragore della guerra…Ognuno di questi testimoni della fede porta un contributo originale che offre alla Chiesa perché si mantenga fedele alla sua missione”.
In attesa della beatificazione, i Vescovi invitano i fedeli ad aprire il cuore alla Parola di Dio, a conoscere i nuovi beati, a lasciarsi interpellare dalla loro testimonianza: “i nostri martiri sono testimoni credibili di una Chiesa in uscita, una Chiesa compassionevole e misericordiosa, una Chiesa che annuncia con parole e opere il Regno di Dio”. Esortano quindi alla preparazione spirituale, annunciando alcuni sussidi per sostenere questo cammino, e invitano tutti i battezzati ad essere “martiri” cioè “testimoni” di Gesù Cristo nelle diverse situazioni di vita e costruttori del Regno di Dio come sono stati i beati martiri. (SL) (Agenzia Fides 12/10/2021)
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Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

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