collegamento orari cp
Visualizzazione post con etichetta Medio Oriente. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Medio Oriente. Mostra tutti i post

mercoledì 14 giugno 2023

Agenzia Fides 14 giugno 2023

 

AFRICA/SUDAN - Si aggrava la guerra in Sudan: denunciate violenze etniche nel Darfur
 
Khartoum (Agenzia Fides) – Situazione drammatica nell’ovest del Darfur, la regione occidentale del Sudan, che è insieme alla capitale Khartoum (vedi Fides 13/672023), l’epicentro dei combattimenti tra i soldati dell’esercito regolare sudanese e i miliziani delle Forze di supporto rapido (RSF).
Gli scontri più pesanti si concentrano ad El Geneina, la capitale del Darfur occidentale, dal 15 aprile, quando sono scoppiate le ostilità, assediata dalle RSF, che la sottopongono a continui bombardamenti.
Il conflitto tra le due formazioni militari ha assunto, per lo meno in questa area del Paese, una dimensione etnica, con scontri tra Masalit e tribù arabe (che formano la gran parte delle file delle RSF). I combattimenti intertribali hanno provocato numerose morti tra i civili e ampie distruzioni di infrastrutture ed edifici. Secondo alcune testimonianze provenienti dalla città, i miliziani delle RSF procederebbero ad un’operazione di pulizia etnica, prendendo di mira le popolazioni non arabe.
Una situazione denunciata dall'inviato delle Nazioni Unite per il Sudan, Volker Perthes. "Mentre la situazione in Darfur continua a deteriorarsi, sono particolarmente preoccupato per la situazione a El-Geneina (Darfur occidentale) dove la violenza ha assunto dimensioni etniche", ha dichiarato in una nota. “Massicci attacchi contro civili, basati sulla loro origine etnica, presumibilmente commessi da milizie arabe e uomini armati in divisa delle RSF sono profondamente inquietanti e, se veri, potrebbero costituire crimini contro l'umanità”, ha avvertito.
Un’altra zone interessata dai combattimenti è il Nord Kordofan, la cui capitale El Obeid è stretta in una morsa tra i due contendenti. Oggi, 14 giugno, l’aviazione sudanese ha colpito alcune postazioni delle RSF alla periferia ovest della città.
All’inizio delle ostilità la cattedrale della città fu colpita da alcuni razzi (vedi Fides 2/5/2023). Il Vescovo di El Obeid, Mons. Yunan Tombe Trille Kuku Andali, ha dichiarato a OSV News, che intende restare con i fedeli locali “fino a quando sarà possibile. Teniamo alcune funzioni la domenica e, quando necessario, in altre occasioni”. Nelle parole del Vescovo la situazione è drammatica: “La città è circondata. La gente è senza acqua, elettricità e connessione internet. In questi giorni piove e riusciamo a raccogliere un po' d'acqua. "Continuiamo a pregare e ad aspettare un segno di pace con la speranza che i nostri leader possano avviare un dialogo serio". (L.M.) (Agenzia Fides 14/6/2023)
 top^ 
 
 
 
MEDIO ORIENTE - Dopo il terremoto, i Paesi arabi riabbracciano la “nazione paria” La fine all'isolamento della Siria vista dalla Santa Sede
 
di Victor Gaetan*

Dal 2011 le buone notizie sono merce rara per la Siria.
Devastata da oltre un decennio di guerra, assediata dalla povertà e dalla pandemia, il 6 febbraio è arrivata un ulteriore tormento, quando un terremoto ha ucciso circa 6persone persone che vivevano vicino al confine nord-occidentale del Paese con la Turchia e ne ha fatte sfollare oltre 330mila. Colpita di nuovo anche Aleppo, la città più grande della regione, che è stata per lungo tempo un centro importante per la cristianità di quelle terre.
L'improvvisa, ennesima catastrofe ha posto la Siria al centro delle preoccupazioni soprattutto dei suoi vicini, tra cui l'Arabia Saudita, accusata in precedenza di aver contribuito a fomentare l'insurrezione contro il presidente Bashar al Assad fornendo armi ai ribelli siriani.
Come diretta conseguenza della crisi umanitaria, la Lega Araba, composta da 22 nazioni, ha posto fine all'isolamento regionale della Siria: Assad è stato accolto personalmente alla riunione della Lega a Jeddah, in Arabia Saudita, il mese scorso, dove ha potuto rivolgersi di nuovo ai membri dell'organizzazione che lo aveva espulso 12 anni fa.
È uno sviluppo sorprendente e positivo, che può essere valutato con favore anche dalla Santa Sede, visto che la Santa Sede esorta anche l'Occidente a fare un passo avanti e a porre fine alle sanzioni che paralizzano l'economia siriana.

Quando prevale la diplomazia
Il sopraggiungere di una nuova scossa sismica ha provocato risposte immediate da parte di leader arabi: il Presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi ha chiamato Assad il giorno successivo. Una settimana dopo, il Ministro degli Esteri giordano, Ayman Safadi, è volato a Damasco, realizzando il primo contatto diplomatico diretto di questo livello dall'inizio del conflitto siriano del 2011.
Nel volgere di poche settimane, una delegazione di parlamentari arabi, tra cui lo speaker del Parlamento iracheno, Muhammad al-Halbousi, Presidente dell'Unione interparlamentare araba, è atterrata nella capitale siriana: "Non possiamo fare a meno della Siria, e la Siria non può fare a meno del suo ambiente arabo, al quale speriamo possa tornare", ha dichiarato Halbousi a The Arab Weekly.
A fine marzo, ad Amman, in Giordania, le opzioni politiche possibili per la Siria sono state prese in considerazione da una più ampia schiera di entità nazionali e internazionali interessate, compresi i rappresentanti delle Nazioni Unite, dell'Unione Europea, della Turchia, della Francia, della Germania e persino degli Stati Uniti. I membri della Lega Araba hanno però insistito sul fatto che gli orientamenti e le decisioni in merito alla Siria dovrebbero essere prese a livello regionale: "Le nazioni arabe devono prendere l'iniziativa di avviare le discussioni per risolvere la crisi siriana", ha sottolineato Safadi.
Il cuore dell' "Iniziativa giordana", un piano per reincorporare la Siria nelle strutture politiche regionali, è il principio della reciprocità. In cambio della normalizzazione e degli aiuti umanitari, il governo di Assad accetta di accelerare la reintegrazione dei rifugiati (oltre 663mila rifugiati siriani si trovano in Giordania, 865mila in Libano e ben 3,6 milioni in Turchia ), di controllare il contrabbando di droga e armi e di avviare una riforma della sicurezza per smantellare le milizie irregolari.
I negoziati finali erano già palesemente avviati quando, il 12 aprile, il Ministro degli Esteri siriano è volato a Gedda per incontrare il Ministro degli Esteri dell'Arabia Saudita, che ha ricambiato la visita recandosi a Damasco il 18 aprile Anche in questo caso, si è trattato dei primi colloqui diplomatici organizzati in Arabia Saudita coinvolgendo la Siria la Siria dallo scoppio della Guerra, nel 2011.
Il 7 maggio, un'assemblea dei ministri degli Esteri della Lega Araba al Cairo ha votato per invitare formalmente il governo di Assad a rientrare nel forum regionale, fondato nel 1945 da sei Paesi arabi, Siria compresa..

La Santa Sede non ha mai isolato la Siria
Da anni la Santa sede e le Chiese in Medio Oriente chiedono la fine dell'isolamento della Siria e agiscono in tal senso.
L'anno scorso, il cardinale Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria, ha descritto il conflitto come il "più grave disastro umanitario causato dall'uomo dalla fine della Seconda guerra mondiale", lamentando la mancata attenzione della comunità internazionale per la pace e la ricostruzione economica del Paese. Le sue osservazioni furono esposte nel corso di una Conferenza (Church, House of Charity: Synodality and Coordination), organizzata a Damasco dalla Congregazione (oggi Dicastero) per le Chiese orientali, incontro che ha radunato nella capitale siriana organizzazioni umanitarie cattoliche e rappresentanti delle Chiese locali,. Al termine della Conferenza, i leader delle organizzazioni cattoliche di soccorso incontrarono il Presidente Assad, che elogiò il loro lavoro, soprattutto perché viene offerto a tutti i siriani, indipendentemente dalla fede. L'incontro corrispondeva ai criteri tradizionalmente seguiti e sostenuti dalla Santa Sede, quelli che considerano il dialogo è essenziale, sempre e ovunque.
Un mese prima dell'inizio del pontificato di Papa Francesco, nel febbraio 2013, il Cardinale libanese Bechara Boutros Raï è stato il primo Patriarca maronita in settant'anni a recarsi a Damasco. Il Patriarca maronita ha assistito all'insediamento del nuovo Patriarca della Chiesa greco-ortodossa di Antiochia, Giovanni X, prendendo parte a una celebrazione che si è trasformata in una dimostrazione di unità tra Capi cristiani ortodossi e cattolici di fronte all'estremismo che stava dilaniando il Paese.
Papa Francesco ha incontrato tutti i Patriarchi delle Chiese di rito orientale negli otto mesi seguiti alla sua elezione, e ha manifestato sollecitudine nel sostenerli e. Il Papa ha dato fiducia anche alla loro percezione della realtà e della situazione siriana, non allineandosi alle strategie occidentali che perseguono la politica del “cambio di regime” (regime change).

Diplomazia dell'incontro in Medio Oriente
Il processo seguito dai membri della Lega Araba per reintegrare la Siria dopo il disastro naturale rispecchia i princìpi seguiti dalla diplomazia vaticana.
In primo luogo, si è proceduto attraverso un'ampia consultazione personale. E per Francesco, l'incontro faccia a faccia permette trasformazioni del cuore e nuove simpatie tra i diversi punti di vista. Questo è il passaggio delicate e critico: la cultura dell'incontro va intesa come descrizione di incontri reali tra persone reali. È un programma d'azione, non una teoria.
In secondo luogo, il processo è stato costruito passo dopo passo. I Paesi hanno collaborato per ottenere risultati concreti, il che aumenta la fiducia. Uno dei passi più importanti che ha reso possibile la riconciliazione della Lega Araba con la Siria è stata la svolta diplomatica del 10 marzo: L'Arabia Saudita, a maggioranza sunnita, e l'Iran, a maggioranza sciita, hanno annunciato di voler ripristinare i legami e rilanciare un accordo di sicurezza. La rivalità tra i due potenti Paesi ha finora alimentato il conflitto regionale in Siria, Libano e Yemen.
In terzo luogo, la normalizzazione delle relazioni arabe con la Siria è un esempio di sussidiarietà, cioè rispecchia l'idea che i problemi politici debbano essere risolti, quando possibile, a livello locale e regionale, al livello più basso del processo decisionale, con la partecipazione di molte parti interessate. "Il principio di sussidiarietà permette a ciascuno di assumere il proprio ruolo nella cura e nel destino della società", ha detto Papa Francesco durante un'udienza generale. .

Infine, i protagonisti non hanno atteso l'approvazione delle potenze occidentali, che finora si sono opposte a questo abbraccio con la Siria. Nonostante sia un alleato degli Stati Uniti, l'Arabia Saudita, ad esempio, si è opposta alle preferenze statunitensi per pilotare i recenti sforzi di normalizzazione della Siria. Ciò che riecheggia la prassi vaticana è l'idea che i Paesi debbano impegnarsi per la pace, senza sapere in via preventive quali saranno i risultati esatti conseguiti; l'importante è avviare un processo verso migliori relazioni internazionali.

Porre fine alle sanzioni?
La Lega Araba è principalmente un'alleanza politica poco unita. Non ha il potere di portare un rapido sollievo alle numerose emergenze della Siria: una popolazione che vive una massiccia insicurezza alimentare e sanitaria, con un sorprendente 90% di persone che vivono in povertà.

Secondo molti esperti, la Siria è condannata a una sofferenza generalizzata, che colpisce quasi tutti I siriani, finché l'Occidente manterrà le sanzioni contro il Paese. Le sanzioni si applicano anche alla ricostruzione economica.
Rappresentanti della Santa Sede, Capi delle comunità cristiane locali (tra cui il Patriarca greco-cattolico melchita Youssef I) e rappresentanti di alto livello delle Nazioni Unite hanno deplorato le sanzioni punitive contro la Siria, perché puniscono le popolazioni impoverite e complicano gli sforzi di soccorso.

Il Consiglio delle Chiese per il Medio Oriente, che comprende le principali comunità cattoliche mediorientali, ha lanciato un monito severo: "Esortiamo a revocare immediatamente le sanzioni alla Siria e a consentire l'accesso a tutti i beni necessari, affinché le sanzioni non si trasformino in un crimine contro l'umanità”.


*Victor Gaetan è Senior Correspondent del National Catholic Register e si occupa di questioni internazionali. Scrive anche per la rivista Foreign Affairs e ha collaborato con Catholic News Service. L'Associazione della stampa cattolica del Nord America ha assegnato ai suoi articoli quattro premi, tra cui quello per l'eccellenza individuale. Gaetan ha conseguito una licenza (B.A.) in Studi Ottomani e Bizantini presso l'Università Sorbona di Parigi, un M.A. presso la Fletcher School of International Law and Diplomacy e un dottorato in Ideologia nella Letteratura presso la Tufts University. E' autore del libro God’s Diplomats : Pope Francis, Vatican Diplomacy, and America's Armageddon (Rowman & Littlefield, 2021). Il suo sito web è VictorGaetan.org
 top^ 
 
 
 
ASIA/INDIA - Appello interreligioso in Manipur: porre fine alla violenza e assistere le vittime
 
Imphal (Agenzia Fides) - Fermare la spirale della violenza, che è sempre dannosa e lascia ferite profonde, fisiche e morali; offrire riparo e cura alle vittime; avviare un processo e un tempo di riconciliazione, a partire dall'esaminare le richieste delle esigenze delle comunità etniche coinvolte, Kuki e Meitei (vedi Fides 9/6/2023 e 9/5/2023). E' quanto chiedono i capi religiosi riunitisi al “Manipur Cultural Integration Council” nella città di Imphal, capitale dello stato indiano di Manipur, in India Nord occidentale. I 18 rappresentanti di comunità religiose come islam, cristianesimo, buddismo, culti locali e tradizionali, partecipando all'incontro, hanno deciso di lanciare un accorato appello per porre fine alla violenza in corso in Manipur e “affinchè siano intraprese ulteriori iniziative congiunte, grazie alla collaborazione di istituzioni civili e religiose, per assistere le vittime della violenza”. Il testo chiede di "fornire assistenza medica e fornire guarigione e cura a tutte le persone coinvolte, loro malgrado, dall'ondata di violenza a Manipur”, e invita espressamente tutte le comunità di fede "a partecipare, coinvolgersi direttamente e offrire un contributo alla riconciliazione”.
Afferma il testo inviato a Fides: “Noi, un gruppo di persone di diverse tradizioni religiose e di fede nel Manipur, piangiamo insieme con tutti coloro che hanno perso i loro cari e i loro vicini e condividiamo le sofferenze di molti altri che sono feriti nei loro cuori, menti e corpi, in mezzo alla violenza in corso”. E prosegue: “Questa violenza ha reso tutti noi, in diverse comunità religiose e tradizioni di fede, ugualmente impotenti e angosciati. Questa impotenza e angoscia condivise ha incoraggiato e riunito tutti noi a fare appello congiunto per porre fine a questa violenza”.
“Facciamo umilmente appello a tutti, da tutte le parti coinvolte – affermano i capi religiosi – affinché si lascino alle spalle la violenza per salvare l'umanità che ancora nei nostri cuori e nelle nostre menti. Questo è essenziale per salvare e proteggere le nostre generazioni presenti e future dal terrore di questa violenza che ci sta distruggendo. Preghiamo insieme il Dio in cui ognuno di noi crede per la guarigione delle ferite e il recupero dell'umanità che ci sta sfuggendo di mano”.
Tra i rappresentanti cattolici coinvolti nell’incontro vi è l’arcivescovo emerito di Guwahati, Thomas Menamparampil, che nei giorni scorsi ha visitato il Manipur, recandosi nelle aree degli indigeni Kuki e incontrando il loro rappresentanti; l'arcivescovo ha visitato, in seguito, le zone della comunità Meitei, incontrando i loro rappresentanti. L’arcivescovo ha speso la sua influenza contattando persone di entrambe le parti e implorando la pace. Ha incontrato rappresentanti di alto livello nella società e intellettuali che hanno un'autorità morale sulla loro comunità. “Ho avuto colloqui con leader religiosi di entrambe le parti e l'incontro dei leader religiosi che hanno lanciato un appello di pace è stato il frutto di questo sforzo, che deve continuare", spiega a Fides.
L’arcivescovo nota che “in questo momento vi sono forti tensioni e le ferite sono fresche. I giovani sono emotivamente coinvolti ed è anche difficile anche per gli anziani convincerli alla calma”. “La perdita di vite umane e la perdita di proprietà – nota – sono perfino superiori a quanto indicato dalle fonti ufficiali. Non vi sono facili soluzioni, ma stiamo tentando di avviare un percorso di dialogo. Come cristiani, cerchiamo di dare il nostro contributo alla pace”.
(PA) (Agenzia Fides 14/6/2023)
 top^ 
 
 
 
AMERICA/HAITI - Alla crisi del Paese si aggiunge una recrudescenza di colera: i missionari Viatoriani accanto alla gente con fede e determinazione
 
Port au Prince (Agenzia Fides) – “Ogni giorno porta la sua sofferenza. Purtroppo, ormai da anni, quando si parla di Haiti si pensa ad un paese di disastri: economici, ecologici, politici, demografici... ha detto all’Agenzia Fides padre Nestor Fils-Aimé, Superiore Provinciale del Canada dei Chierici di San Viatore, CSV. “Sfortunatamente ogni volta che si parla di questa terra, pur ricca di risorse naturali e umane e con una bellissima storia, si denunciano crisi, emergenze, violenze”. Il missionario ha fatto riferimento in particolare agli ultimi eventi di questa settimana di giugno che hanno visto il paese sommerso da frane, alluvioni e da ripetute scosse di terremoto (vedi Agenzia Fides 12/6/2023) e che attualmente sta vivendo una recrudescenza di casi di colera.
“I primi giorni del mese di giugno sono stati difficili – prosegue il Viatoriano. Forti piogge torrenziali hanno causato l’innalzamento delle acque provocando allagamenti con conseguenti danni materiali e perdita di vite umane nella regione metropolitana di Port-au-Prince, nelle aree di Croix-des-Missions, Tabarre, ecc.) così come nel sud del paese, nei distretti di Léogâne e Grand'Anse vicino Jérémie. Secondo una valutazione abbastanza prudente i morti potrebbero essere una sessantina, venti i dispersi, da 35 a 40.000 le case allagate... Inoltre, un terremoto di magnitudo 5.7 che il 6 giugno ha colpito Grand'Anse ha causato la morte di almeno 4 persone e si teme anche più di quaranta feriti.”
“Per noi è una grande sfida – sottolinea padre Fils-Aimé - sogniamo sempre un miglioramento che tarda a concretizzarsi. Tuttavia rimaniamo ottimisti e continuiamo ad agire con la stessa fede e determinazione per creare spazi di luce, gioia e speranza.”
Le infrastrutture dei Chierici di San Viatore non sono state direttamente interessate anche se hanno una casa di formazione a Cazeau molto vicino a Croix-des-Missions. I missionari gestiscono una scuola e sono responsabili di una parrocchia a Croix-des-Bouquets, quartiere vicino a Croix-des-Missions dove padre Jean-Yves Médidor, CSV, era stato rapito nel marzo scorso (vedi Agenzia Fides 14/3/2023). Fortunatamente non ci sono stati danni considerevoli neanche nella parrocchia di St-François d'Assise a Grand-Goâve, che i Viatoriani amministrano a una sessantina di chilometri a sud della capitale, non lontano dalla città di Léogâne.
Purtroppo venerdì 9 giugno le autorità sanitarie haitiane hanno confermato che una recrudescenza di colera ha provocato la morte di diverse centinaia di persone nel paese caraibico. Secondo i dati diffusi, l’epidemia che ha colpito per la prima volta Haiti nell’ottobre 2010 (vedi Agenzia Fides, 15/11/2010), ha ucciso 10.174 persone e dall’ottobre del 2022 sono morte 726 persone, di cui 26 dal 1 al 5 giugno di quest’anno. Nel periodo che va dal 1 ottobre dello scorso anno al 5 giugno 2023 i casi sospetti sono 45.248, 3007 confermati, 41.557 i ricoveri. L’età media dei contagiati ricoverati è di 17 anni. La crisi che esiste ora ad Haiti affonda le sue radici nel colpo di stato del 2004 (vedi Agenzia Fides 10/2/2004)
(AP) (Agenzia Fides 14/6/2023)

sabato 28 agosto 2021

Agenzia Fides 28 agosto 2021

VATICANO - Il Gesuita Jeyaraj: “Seguire una via di pace partendo dalla giustizia e colmando le disuguaglianze”
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) - “L’importanza della fraternità si coglie innanzi tutto a partire dall’ascolto del grido di coloro che patiscono le conseguenze della sua mancanza, cioè dei poveri, dei bisognosi delle vittime delle guerre, delle persecuzioni e delle ingiustizie dei popoli che hanno perso la sicurezza, la pace e la comune convivenza. Percorrere la strada della fratellanza richiede di misurarsi con domande tutt’altro che banali che quel grido suscita, e che già percorrono il nostro travagliato mondo”. Così si è espresso padre Xavier Jeyaraj SJ, direttore del Segretariato per la Giustizia sociale e l’Ecologia della Compagnia del Gesù, nel corso di un webinar dal titolo “Accesso ai diritti e rispetto della dignità umana”, co-organizzata dall'Atlante delle guerre e dei conflitti nel mondo, antenna italiana del “Forum Mondiale delle Città e dei Territori di Pace”, presentato in Vaticano il 31 luglio scorso (vedi Fides 31/07/2021).
Partendo dalle encicliche "Laudato si'" e "Fratelli tutti” di Papa Francesco, padre Xavier Jeyaraj , nella sua relazione, individua alcuni punti cruciali per promuovere politiche pubbliche, programmi e iniziative di cittadinanza che aiutino a costruire una reale educazione alla pace, alla dignità umana, allo sviluppo autentico e inclusivo. Secondo il Gesuita, “la cultura dell’incontro esige di mettere al centro di ogni azione politica, sociale ed economica la persona umana: per camminare verso l’amicizia sociale e la fraternità universale - sottolinea - è essenziale rendersi conto di quanto vale un essere umano, quanto vale una persona, sempre e in qualunque circostanza”. In società che spesso non esitano a ignorare o emarginare alcune categorie di persone, bisogna essere in grado “di reagire con un nuovo sogno di fraternità e di amicizia sociale che non si limiti alle parole. Il ‘sogno’ - precisa p. Xavier – non va inteso non nel senso dell’evasione che fa perdere il contatto con la realtà, o dell’utopia consolatoria rispetto a una dura realtà, ma in quello che Papa Francesco indica come una visione capace di orientare, di indicare la direzione di marcia, di motivare al cambiamento”.
Persistono oggi nel mondo numerose forme di ingiustizia, nutrite da un modello economico fondato sul profitto, che non esita a sfruttare, a scartare e perfino ad uccidere l’uomo: “Mentre una parte dell’umanità vive nell’opulenza - osserva p. Jeyaraj - un’altra parte vede la propria dignità disconosciuta, disprezzata o calpestata nei suoi diritti fondamentali. La dignità della persona è dunque il vero valore non negoziabile: come dice il Papa, prendersi cura del mondo significa prendersi cura di noi stessi, ed è ora necessario costituire un ‘noi’ universale”.
In questa prospettiva il discernimento e il dialogo sono “la radice a cui fare riferimento per comprendere il significato di questa insistenza sulla necessità di costruire un popolo” - nota p. Xavier. Questa esprime un anelito che si consolida profondamente nella fede cattolica. “Con la firma del Documento di Abu Dhabi sulla fratellanza umana - spiega il religioso - questo diventa vero persino nella concretezza della formulazione del testo: quanto abbiamo in comune riusciamo anche a esprimerlo con parole, in cui tutti possiamo riconoscerci. Questo - conclude - è il modo migliore per incamminarsi concretamente verso una via di pace nella costruzione di un popolo in cui le differenze si armonizzino all’interno di un progetto comune”.
(ES) (Agenzia Fides 28/8/2021)
 top^ 
 
 
 
AFRICA/SUDAFRICA - Il Vescovo Sipuka: economia inclusiva e istruzione, antidoto alla violenza
 
Johannesburg (Agenzia Fides) - “Dopo le violenze scoppiate a luglio, abbiamo suggerito al governo di adottare delle misure per la riconciliazione, chiedendo a chi ha rubato e saccheggiato i negozi di riportare entro breve la merce sottratta per ottenere una amnistia. Il governo ha dato l’ok e alcune persone stanno rispondendo”. Lo afferma Mons. Sithembele Sipuka, Vescovo di Mthatha, Sudafrica, e Presidente della SACBC (Southern African Catholic Bishops' Conference, che raccoglie i Vescovi di Sudafrica, Botswana ed eSwatini) in una intervista rilasciata all’Agenzia Fides. Più di 300 persone sono morte e circa 3.000 negozi sono stati saccheggiati quando a luglio sono scoppiate proteste e violenze, innescate dalla detenzione dell'ex presidente Jacob Zuma ma in seguito guidate dalla rabbia per la povertà e la disuguaglianza.
Dice il Vescovo, che ha illustrato la questione anche all'Assemblea plenaria della Southern African Catholic Bishops’ Conference (vedi Fides 6/8/2021): “La situazione è tornata alla calma, ma ora ci si chiede come sia stato possibile che migliaia di cittadini prendessero d’assalto negozi, locali, case senza che ci sia stato un intervento immediato per fermarli”. Il Sudafrica, dopo giorni di scontri che in varie città hanno lasciato segni di saccheggio e devastazione, fa i conti con le profonde divisioni che la attraversano, specie dopo l’arresto dell’ex presidente Jacob Zuma, accusato di corruzione nel periodo del suo mandato e incarcerato lo scorso 7 luglio. Zuma, condannato a 15 mesi di reclusione per essersi sempre rifiutato di venire giudicato per i crimini di cui è sospettato, ha ancora molti seguaci nel Paese, alcuni dei quali hanno scelto la rivolta.
“La violenza non è solo risposta all’incarcerazione dell’ex presidente – riprende Mons. Sipuka -. Dietro a simili avvenimenti ci sono doversi motivi: in prims una polarizzazione politica tra quanti continuano a supportare Zuma e quelli che invece si professano dalla parte della legge e vogliono che la giustizia faccia il suo corso. Tutto ciò ha una conseguenza diretta sulla società perché organismi istituzionali come l’esercito o la polizia, dipendono da ministeri alla cui guida ci sono esponenti di fazioni diverse. Le profonde divisioni nel partito al governo hanno portato a separazioni nei servizi segreti, nella polizia e nell’esercito, generando una sostanziale inazione perché chi pensa ai propri interessi non mette il Paese al primo posto. Una seconda ragione che pesa è la povertà della popolazione, ridotta in alcune fasce alla fame. Migliaia di persone facilmente utilizzabili da chi vuole fomentare la violenza. C’è un terzo elemento poi, che è la criminalità: i criminali utilizzano queste opportunità per allargare il raggio di azione e creare caos.”.
La Chiesa cattolica, che ha emanato un accorato appello a firma della SACBC (affiancato da un documento della South African Council of Churches - SACC -, ndr) richiama alla pace e, nel contempo, sviscera le radici del conflitto. Spiega Mons. Sithembele Sipuka: “La violenza è sempre da condannare e se ci sono differenze nel partito, nella politica o nella società, l’unica via è sedersi e dialogare. Mai strumentalizzare i poveri per servire i propri interessi, prima di tutto viene il bene del Paese. Il nostro messaggio ai più poveri è ‘non permettete che vi usino’. Sono loro le prime vittime: il pane in molti luoghi non si può acquistare a prezzi equi perché i negozi sono stati devastati”. Prosegue il Vescovo: “Crediamo poi che un punto fondamentale sia la collaborazione tra imprese, mondo del lavoro e governo. Bisogna viaggiare verso una economia che includa e che riduca la povertà, dato l’alto numero di disoccupati. L’istruzione è di scarsa qualità e i giovani escono dai percorsi formativi senza che possano essere produttivi da subito. Il nostro sguardo va anche alle zone più rurali del Paese: il governo si deve occupare di favorire lo sviluppo perché le popolazioni che vi abitano possano guadagnarsi la vita dignitosamente e perché sono zone fondamentali per offrire un contributo notevole all’economia”.
Il Vescovo conclude auspicando che “la voce Consiglio delle Chiese sia ascoltata, come avvenuto, ad esempio, per la consulenza su come affrontare la pandemia. In alcuni casi le nostre proposte sono divenute azioni, come per i sussidi per chi ha perso il lavoro per il Covid”.
(LA) (Agenzia Fides 28/8/2021)
 top^ 
 
 
 
ASIA/MEDIO ORIENTE - Vescovi armeni cattolici convocati a Roma dal 20 settembre per eleggere il nuovo Patriarca
 
Aleppo (Agenzia Fides) – I vescovi armeni cattolici, provenienti dalle diocesi sparse in Medio Oriente e nei Paesi di maggior concentrazione della diaspora armena, si riuniranno a Roma, a partire dal prossimo 20 settembre, per eleggere il loro nuovo Patriarca. Lo conferma all’Agenzia Fides l’arcivescovo armeno cattolico di Aleppo, Boutros Marayati, attuale Amministratore della Chiesa patriarcale di Cilicia degli armeni. “Il Santo Sinodo elettivo svoltosi a partire dallo scorso 22 giugno presso il Convento libanese di Nostra Madre di Bzommar” ricorda l’Arcivescovo Marayati “non è andato a buon fine. In quindici giorni, nessun candidato ha ottenuto i due terzi dei voti dei dodici vescovi partecipanti al Sinodo, soglia richiesta per essere eletto successore del Patriarca Krikor Bedros XXI Ghabroyan, scomparso lo scorso 25 maggio (nella foto, durante la concelebrazione eucaristica con Papa Francesco, ndr). A quel punto, secondo quanto è stabilito dal Codice dei Canoni delle Chiese orientali, le sessioni del Sinodo elettivo sono state interrotte, e la questione è stata rimessa al Papa. Ora ci ritroveremo il prossimo 20 settembre, presso il Pontificio Collegio armeno di Roma, per due giorni di ritiro spirituale. Poi, a partire dal 22 settembre, inizierà l’assemblea sinodale per eleggere il nuovo Patriarca, che si svolgerà sotto la presidenza del Cardinale Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese orientali”.
Riguardo alle procedure di elezione dei Patriarchi, il canone 72 del Codice dei Canoni delle Chiese orientali, al primo comma, stabilisce che “è eletto colui che ha riportato due terzi dei voti, a meno che per diritto particolare non sia stabilito che, dopo un conveniente numero di scrutini, almeno tre, sia sufficiente la parte assolutamente maggiore dei voti (eventualità attualmente non contemplata nel diritto particolare della Chiesa armena cattolica, ndr) e l’elezione sia portata a termine a norma del canone 183, §§3 e 4”. Il secondo comma del medesimo canone 72 chiarisce che “Se l’elezione non si porta a termine entro quindici giorni, da computare dall’apertura del Sinodo dei Vescovi della Chiesa patriarcale, la cosa viene devoluta al Romano Pontefice”.
Se anche il Sinodo elettivo della Chiesa patriarcale armena cattolica dovesse registrare una nuova situazione di stallo, l’esito positivo dell’assemblea elettorale sarà comunque garantito dal ricorso a alcune deroghe, che dopo un certo numero di votazioni avvenute senza esito consentiranno di eleggere Patriarca il candidato che raggiunge la maggioranza assoluta (la metà più uno) dei voti espressi. Se l’impasse elettorale dovesse perpetuarsi, sarà eletto Patriarca il candidato che ottiene la maggioranza relativa dei consensi. Se infine i voti dei vescovi votanti dovessero concentrarsi in maniera assolutamente paritaria intorno a due candidati, diverrà Patriarca il vescovo più anziano per ordinazione sacerdotale. (GV) (Agenzia Fides 28/8/2021).
 top^ 
 
 
 
ASIA/BANGLADESH - I cattolici piantano un milione di alberi nello spirito della Laudato Si'
 
Dacca (Agenzia Fides) – Piantare circa un milione di alberi in occasione dell'Anno Laudato Si', nel centenario della nascita del "Padre della Nazione", lo Sheikh Mujibur Rahman, e nell'anno in cui il Bangladesh celebra i 50 anni dell'indipendenza. E' l'obiettivo raggiunto dalla piccola Chiesa cattolica bangladese, che, nella nazione di oltre 165 milioni di persone, rappresenta solo 400.000 fedeli. Il programma di piantumazione è stato avviato il 14 agosto 2020 in un impegno collettivo promosso dal Cardinale Patrick D'Rozario e da tutti i Vescovi cattolici del Bangladesh. In occasione dell'Anno Laudato si', tutte gli enti e comunità cattoliche si sono dati da fare: 400.000 alberi sono stati piantati da gruppi e parrocchie delle varie diocesi cattoliche; 360mila da Caritas Bangladesh; 215mila da Christian Cooperative Credit Union Ltd; 10.000 alberi sono stati affidati dalla Bangladesh Christian Association, per un totale di 931.000 alberi.
Padre Jyoti Francis Costa, Segretario Generale aggiunto della Conferenza Episcopale del Bangladesh, ha dichiarato all'Agenzia Fides: "Il Santo Padre ha chiamato i fedeli a prendersi cura della terra, e i fedeli cattolici di questo Paese hanno risposto piantando alberi perché gli alberi possono rendere il mondo più verde e produrre ossigeno". E ha aggiunto: "Tutti i Vescovi sovrintendono alla campagna di piantumazione degli alberi nelle diverse diocesi, che entro quest'anno sarà completata".
Anche Caritas Bangladesh sta lavorando nella stessa direzione. Sebastian Rozario, Direttore Esecutivo di Caritas, ha dichiarato all'Agenzia Fides di aver piantato alberi nelle loro aree di lavoro che coprono 49 distretti. "Stiamo consegnando altri alberi a quanti beneficiano del nostro sostegno, e si stanno piantando gli alberi aggiuntivi. La maggior parte degli alberi è già stata piantata; il resto degli alberi lo pianteremo entro quest'anno". Rozario ritiene che questa iniziativa sia una pietra miliare per la Chiesa cattolica. "Oltre a distribuire alberi ai beneficiari, tutti e 6.000 i volontari della Caritas hanno piantato un albero con il loro impegno personale", ha spiegato.
La cooperativa cristiana "Credit Union Ltd", organizzazione cooperativa fondata a Dacca dal sacerdote della Santa Croce padre Charles J. Young, sta facendo la stessa campagna. Pankaj Gilbert Costa, presidente dell'organizzazione ha confermato l'impegno a piantare 215mila alberi.
Nirmol Rozario, presidente della Bangladesh Christian Association, ha informato che la sua organizzazione ho distribuito 10.000 alberi da frutti e piante ad amici persone che se ne prenderanno cura. Il giovane Sujon Haldar ha ricevuto una piantina di mango dalla Bangladesh Christian Association e l'ha piantata nel giardino della sua abitazione: "Questi alberi in futuro mi forniranno ombra, frutti e legno. Gli alberi sono amici per sempre", dice, apprezzando l'iniziativa della Chiesa cattolica.
(FC-PA) (Agenzia Fides 28/08/2021)
 top^ 
 
 
 
AMERICA - Nasce la piattaforma “MigraSegura” per offrire informazioni utili e sicure ai migranti venezuelani in Brasile ed Ecuador
 
Brasilia (Agenzia Fides) – E’ nata la piattaforma digitale “MigraSegura”, rivolta ai migranti, soprattutto venezuelani, che vi potranno trovare informazioni sicure e affidabili sui servizi di base e sulle politiche migratorie di Brasile e Ecuador. Frutto della collaborazione tra Caritas Ecuador e Caritas Brasile, con il sostegno della fondazione “JuntosEsMejor Challenge”, dell’USAID e della Banca Interamericana dello Sviluppo, con il supporto del Catholic Relief Services (CRS), la piattaforma è stata lanciata ufficiale il 26 agosto attraverso il sito web www.facebook.com/migrasegura.
Come spiega la nota pervenuta all’Agenzia Fides, l'obiettivo è di fornire informazioni tempestive ai migranti venezuelani, che possono essere vittime delle reti di tratta di persone e di gruppi criminali, per mancanza di una guida che li orienti. Infatti, "l'entità della crisi venezuelana, in cui si stima che più di 5 milioni e mezzo di persone abbiano lasciato il proprio Paese, richiede di mettere al servizio dei rifugiati e dei migranti venezuelani informazioni che hanno lo scopo di salvare vite umane, oltre a contribuire al processo decisionale con informazioni veritiere, in modo che possano avere un transito migratorio sicuro".
Questo progetto è iniziato alla fine del 2020. Per la sua realizzazione è stato condotto uno studio interpellando un campione di 807 rappresentanti di famiglie venezuelane (400 in Ecuador e 407 in Brasile), e 15 informatori-chiave (6 donne e 9 uomini) in rappresentanza di organizzazioni che hanno una vasta esperienza di lavoro con questa popolazione. La raccolta dei dati è stata effettuata in 8 città del Brasile e 6 città dell'Ecuador. Lo studio ha rivelato che circa il 66% delle persone che hanno lasciato il Venezuela per il Brasile e l'Ecuador, non hanno informazioni sui paesi ospitanti. Le ragioni principali per cui le famiglie lasciano il Venezuela sono la carenza di cibo nel paese (75%), la mancanza di occupazione (70%) e l’accesso limitato ai servizi sanitari e alle medicine (58%). I motivi per cui hanno scelto come paese di destinazione il Brasile e l’Ecuador sono principalmente le prospettive di lavoro più vantaggiose (68%), una maggiore situazione di sicurezza (47%) e migliori prospettive educative per i bambini e i giovani (39%).
(SL) (Agenzia Fides 28/08/2021)

domenica 23 maggio 2021

Vatican News 22 maggio 2021

 

Vatican News

Le notizie del giorno

22/05/2021

Papa Francesco con Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea
article icon

Nell'intervista a Vatican News, la presidente della Commissione europea, ricevuta oggi da Papa Francesco, sottolinea gli obiettivi comuni con la Santa Sede e afferma: “In tempi di polarizzazione, populismo e nazionalismi, la forza grande e unificatrice della religione ha un significato immenso” 

Gerusalemme
article icon

Oggi pomeriggio, la veglia di Pentecoste nella Chiesa di Santo Stefano organizzata dagli ordinari di Terra Santa alla quale il Papa ha chiesto a tutta la Chiesa ... 

Gli studenti dell'Istituto Ambrosoli di Codogno donano al Papa una croce in acciaio con due poesie incise su una lamina di metallo
article icon

Francesco incontra in Vaticano una quarantina di studenti delle classi quinte dell’Istituto professionale “Ambrosoli” della cittadina lombarda, nella quale si ... 

Sarà beatificata la religiosa uccisa da Sendero Luminoso
article icon

Nell’udienza al prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, Francesco ha autorizzato i decreti riguardanti il martirio di suor Maria Agostina Rivas ... 

giovedì 23 gennaio 2020

Agenzia Fides 23 gennaio 2020

EUROPA/CIPRO - Consiglio delle Chiese del Medio Oriente: Gerusalemme Est sia “la Capitale dello Stato palestinese indipendente”
 
Larnaca (Agenzia Fides) – Nelle convulsioni e nei conflitti che feriscono il Medio Oriente, i cristiani di quella regione possono sperimentare “il mistero dell’amore di Dio”, la sua compassione e il suo amore per ogni essere umano anche in mezzo a tante circostanze difficili. Lo sottolinea il comunicato diffuso dal Comitato esecutivo del Consiglio delle Chiese del medio oriente (MECC Middle East Council of Churches), riunitosi martedì 21 e mercoledì 22 gennaio a Larnaca (Cipro), per due giorni di convivenza e lavoro comune vissuti nel contesto della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. All’incontro, ospitato da Chrysostomos II, Arcivescovo greco ortodosso di Cipro, hanno preso parte tra gli altri anche Yohanna X, Patriarca greco ortodosso di Antiochia, Ignatios Aphrem II, Patriarca siro ortodosso di Antiochia”, e il Cardinale Louis Raphael Sako, Patriarca di Babilonia sui Caldei.
Nel documento comune, diffuso a conclusione dei lavori, i partecipanti al Comitato esecutivo MECC chiedono che sia custodita la fede e la speranza di tanti cristiani del Medio Oriente, area ancora afflitta da “eventi sanguinosi”. Nel contempo, si sottolinea che le sofferenze non vengono patite solo dalle Chiese e dai cristiani, ma toccano interi popoli della regione, Il documento richiama tutte le realtà ecclesiali coinvolte nell’organismo ecumenico ad intensificare la propria presenza “a fianco di ogni persona sofferente, sfollata e migrante, che ha perso i propri cari o i propri beni a causa della violenza e delle guerre, in modo che le Chiese rimangano un'icona della tenerezza e della prossimità di Dio”.
Oltre a condividere riflessioni, preoccupazioni e suggerimenti sulla condizione in cui versano popoli e Chiese nei diversi Paesi, i membri del comitato hanno anche ascoltato la relazione della professoressa Souraya Bechealany, Segretario generale del MECC, riguardante il lavoro compiuto nell’anno trascorso e sulle prospettive e iniziative future dell’organismo ecumenico. I partecipanti all’incontro hanno anche chiesto, nella preghiera comune, che si possa conoscere presto la sorte di Boulos Yazigi e Mar Gregorios Yohanna Ibrahim, i due Arcivescovi di Aleppo –il primo greco ortodosso, il secondo siro ortodosso – scomparsi il 22 aprile 2013 in Siria. Poi, soffermandosi su situazioni e eventi riguardanti i singoli Paesi, i partecipanti alla riunione hanno posto l’accento sulle istanze di giustizia sociale e di lotta alla corruzione che stanno connotando le manifestazioni di protesta in corso in Iraq. Riguardo alla Siria, il Comitato esecutivo del MECC ha sottolineato l’urgenza di coinvolgere tutte le componenti locali e internazionali nel processo volto a ristabilire la pace su tutto il territorio e favorire il ritorno alle proprie case di sfollati interni e profughi. Esplicito sostegno è stato espresso anche verso le mobilitazioni del popolo libanese che esprimono insofferenza verso la corruzione e le inadempienze della classe politica nazionale. Riguardo a Cipro, che ospitava il summit ecumenico, i membri del Comitato esecutivo del MECC hanno chiesto esplicitamente che si ponga fine all'occupazione che ha portato alla divisione dell'isola, mentre in merito alla situazione della Palestina hanno espresso sostegno a quanti soffrono “le conseguenze dell'occupazione, la politica di apartheid” e l’espansione indiscriminata di insediamenti illegali sul territorio palestinese, chiedendo nel contempo il rispetto della libertà di seguire i riti e le pratiche legate alla propria fede per tutti i palestinesi, cristiani e musulmani, anche a Gerusalemme Est, definita nel documento come “la Capitale di uno Stato palestinese indipendente”. Il comunicato finale diffuso del MECC esprime anche il sostegno al popolo egiziano impegnato a affrancarsi da violenze e estremismo e a consolidare il principio di cittadinanza come fattore essenziale della vita civile. “Invitare i popoli della regione a far prevalere il principio di cittadinanza, insieme ai diritti e ai doveri” si legge nel comunicato “richiede una revisione dei sistemi e delle leggi” che aiuti a coniugare unità nazionale e riconoscimento delle diversità, e affrancare la vita civile da ogni settarismo.
Il Consiglio delle Chiese del Medio Oriente, fondato nel 1974 a Nicosia e attualmente con sede a Beirut, ha lo scopo di facilitare la convergenza delle comunità cristiane mediorientali su temi di comune interesse e favorire il superamento di contrasti di matrice confessionale. La professoressa Souraya Bechealany, cristiana maronita, insegna teologia presso la Université Saint-Joseph de Beyrouth. Souraya è stata eletta Segretario generale del MECC nel gennaio 2018, e ha intrapreso insieme ai suoi collaboratori un processo di ristrutturazione dei dipartimenti dell’organismo ecumanico. (GV) (Agenzia Fides 23/1/2020)
 top^ 
 
 
 
AFRICA/CONGO RD - “No a nuove guerre”: il grido d’allarme dei Vescovi di RDC, Rwanda e Burundi
 
Kinshasa (Agenzia Fides) - "La situazione sociale rimane preoccupante, in primo luogo alla luce dell'insicurezza persistente in alcune aree, in particolare ai confini di tre Paesi” affermano i Vescovi del Comitato Permanente dell’Association des Conférences Episcopales de l’Afrique Centrale (ACEAC), nel comunicato finale della riunione ordinaria che si è tenuta a Bukavu (nell’est della Repubblica Democratica del Congo), dal 15 al 18 gennaio.
L’ACEAC che riunisce i Vescovi di Burundi, Rwanda e RDC, denuncia inoltre che nei loro tre Paesi, “il potere d'acquisto della popolazione è diminuito ulteriormente, costringendo molte famiglie a vivere al di sotto della soglia di povertà”.
“E poiché la sfortuna non arriva mai da sola, il virus Ebola e le piogge torrenziali degli ultimi mesi hanno causato diverse vittime e danni materiali significativi e lasciato diverse persone senza riparo” continua il comunicato inviato all’Agenzia Fides.
I Vescovi apprezzano il “dinamismo” delle Caritas e delle Commissioni Giustizia e Pace, che pur con le scarse risorse a loro disposizione hanno portato soccorso alle popolazioni colpite, e invitano le comunità cristiane di continuare a essere solidali con le vittime.
I Vescovi deplorano il deterioramento del clima di fiducia tra i leader politici nella regione, che rischia di accrescere la possibilità di scontri armati a danno delle popolazioni locali: “Facciamo appello alla coscienza dei governanti per tenere nel cuore e nella mente il dovere di proteggere le popolazioni e di lavorare per la prosperità delle persone che devono godere appieno dei loro diritti come creature create a immagine di Dio”.
I Vescovi rinnovano l’impegno preso nel 2013 di lavorare con altre confessioni religiose per stabilire una pace duratura nella regione “attraverso la testimonianza di vita, i gesti e le parole”. A tal fine, pubblicheranno nei prossimi mesi un programma pastorale per la conversione dei cuori e la promozione della coesione sociale, e invitano i fedeli a recitare ogni giorno la preghiera per la pace di San Francesco d'Assisi. (L.M.) (Agenzia Fides 23/1/2020)
 top^ 
 
 
 
AFRICA/NIGER - “Potranno tagliare gli alberi ma non le radici della croce”: minacce ai cristiani nel paese
 
Niamey (Agenzia Fides) – “Le reiterate minacce alle comunità cristiane presenti nella zona frontaliera col Burkina Faso hanno raggiunto lo scopo che si prefiggevano: decapitare le comunità e farne poi preda della paura di professare la fede nella preghiera della domenica nelle cappelle” (vedi Agenzia Fides 20/12/2019), scrive all’Agenzia Fides padre Mauro Armanino, sacerdote della Società per le Missioni Africane in Niger.
“Martedì 14 gennaio scorso, in un villaggio non lontano da Bomoanga, che da oltre un anno ha assistito impotente al rapimento di Padre Pierluigi Maccalli, - continua il missionario – un gruppo di criminali andati per un regolamento di conti con l’infermiere capo che opera in un dispensario della zona, hanno preso, portato poco lontano dalla sua casa e decapitato il nipote, battezzato da bambino. A Bomoanga la gente non va più in chiesa la domenica. La ‘basilica’, come p. Maccalli soleva chiamarla, concepita, edificata e da lui inaugurata, è adesso deserta, così come la scuola colpita di recente”.
Nella nota pervenuta a Fides, p. Armanino evidenzia lo sconcerto, la sofferenza, il timore ma soprattutto la consapevolezza della situazione manifestati durante l’incontro di formazione con i catechisti e gli animatori delle zona Gourmanché, frontaliera col Burkina Faso, organizzato recentemente a Niamey. “Anche laddove esistono persecuzioni, prove e tensioni, è possibile tradurre la fede – sottolinea - con una maggiore valorizzazione dei laici e del loro apporto, una più grande flessibilità per quanto riguarda i luoghi e i tempi delle celebrazioni e della vita della comunità”.
Il missionario conclude dicendo: “A Makalondi, Kankani e Torodi, nella stessa zona, le celebrazioni, seppur con prudenza, continuano come sempre, malgrado i preti non siano residenti sul posto. Più complicata la realtà nelle zone rurali che, essendo di difficile accesso, permettono ai gruppi armati di agire indisturbati. Potranno tagliare gli alberi ma non le radici della croce. Il terzo giorno c’è una risurrezione”.
(MA/AP) (23/1/2020 Agenzia Fides)
 top^ 
 
 
 
ASIA/KYRGYZSTAN - Preghiera e missione: esercizi spirituali ignaziani sulle rive del lago Issyk-kul
 
Bishkek (Agenzia Fides) - Vivere una settimana di spiritualità, secondo il carisma di sant'Ignazio di Loyola, e proporre questa esperienza di immersione e di vicinanza a Dio come forma di evangelizzazione, in una nazione dove il seme del Vangelo è diventato un piccolo germoglio: con questo spirito i padri Gesuiti presenti in Kirghizistan hanno organizzato una settimana di esercizi spirituali in completo silenzio, secondo il metodo di Sant’Ignazio di Loyola. Come riferito all'Agenzia Fides, l’iniziativa, aperta a tutti, si svolgerà dal 16 al 22 marzo 2020 presso l’“Issyk Center”, la casa per bambini kirghisi disabili e indigenti, situata sulle rive del lago Issyk-kul e gestita proprio dai religiosi della Compagnia di Gesù. L'invito è rivolto a giovani, adulti, persone curiose o interessate a conoscere la fede cristiana. Spiega una nota inviata all’Agenzia Fides dagli organizzatori: “Non è la prima volta che questi esercizi spirituali si svolgono in un luogo pittoresco sulle rive del lago Issyk-Kul, a soli 100 metri dalla spiaggia ed a pochi chilometri dalle montagne di Tien Shan”. Il contatto con la natura incontaminata rappresenta una via per raggiungere una dimensione di riflessione e di approfondimento, alla ricerca di Dio. Il tema di quest'anno sarà "Dio, guidami sulla via eterna. Libertà, Ringraziamento e Misericordia”. A guidare la settimana di spiritualità sarà il gesuita di Novosibirsk (Siberia), padre Janez Sever.
Il programma di esercizi spirituali include un'introduzione alla preghiera ignaziana e alla meditazione delle Sacre Scritture, momenti di preghiera individuale e assembleare, la celebrazione dell’Eucaristia, l’Adorazione e l'opportunità di parlare con un assistente spirituale.
“Certamente si tratterà di giorni di ristoro del corpo e dello spirito, in un paesaggio così bello. D’altra parte, il fatto che una modalità di preghiera sviluppata circa cinque secoli fa venga ancora richiesta, ne testimonia l’efficacia”, conclude la nota dei Gesuiti.
Il Kirghizistan è un piccolo paese con una popolazione di quasi 6 milioni di abitanti che gode di libertà religiosa. Circa il 90% della popolazione è musulmana. I cristiani ortodossi rappresentano quasi il 10% del totale, e le altre confessioni cristiane sono una esigua minoranza. I cattolici del posto possono contare sull’assistenza spirituale di sette sacerdoti, un religioso e cinque suore francescane. (LF) (Agenzia Fides 23/1/2020)
 top^ 
 
 
 
ASIA/MALAYSIA - Promozione umana e solidarietà: nasce la Caritas Malaysia
 
Kuala Lumpur (Agenzia Fides) - Essere maggiormente presenti nella società malaysiana con iniziative di carità, promozione umana, sviluppo solidale, segno di prossimità verso ogni uomo e segno potente dell'amore di Dio: con questo spirito la Conferenza episcopale cattolica della Malayia, Singapore e Brunei ha deciso di istituire la Caritas Malaysia, riorganizzando e promuovendo l'attuale Ufficio per lo sviluppo umano esistente in seno alla Conferenza. Come appreso dall'Agenzia Fides, nei mesi scorsi i Vescovi della Malaysia hanno avuto un fitto scambio con i responsabili della Caritas Internationalis e, dopo aver chiarito gli aspetti organizzativi e istituzionali, hanno deciso all'unanimità di aprire un Ufficio nazionale della Caritas, che abbraccia tutte le diocesi nella Malaysia peninsulare e quelle nei territori del Borneo malaysiano, ovvero Sabah e Sarawak.
L'Ufficio avrà sede a Kuala Lumpur e il Vescovo Anthony Bernard Paul, alla guida della diocesi di Melaka-Johor, è stato nominato primo presidente della Caritas Malaysia. Il Vescovo inviterà a un primo incontro consultivo i rappresentanti delle nove diocesi entro il primo trimestre dell'anno, per avviare l'opera di coordinamento di tute le attività caritative già in essere e per stendere un programma di lavoro della Caritas per i prossimi anni.
Caritas Malaysia è parte della Caritas Internationalis, confederazione di oltre 160 membri, presente in quasi tutti i paesi del mondo. Espressione diretta della Chiesa cattolica, la Caritas rivolge aiuto concreto ai poveri, ai vulnerabili e agli esclusi, indipendentemente da etnia, cultura e religione, per costruire un mondo basato sulla giustizia e sull'amore fraterno. (SD) (Agenzia Fides 23/1/2020)
 top^ 
 
 
 
AMERICA/BOLIVIA - Un processo elettorale che sia pacifico, democratico e trasparente, per guardare con fiducia al futuro
 
La Paz (Agenzia Fides) – "In questo momento storico, in questo periodo preelettorale, in cui ci prepariamo a nuove elezioni, abbiamo bisogno che i partiti politici riescano a presentare progetti promettenti per il Paese, dove la priorità sia cercare il bene comune, la crescita e il benessere del nostro popolo. Di fronte all'incertezza, cerchiamo di essere artigiani della pace, artigiani della riconciliazione e artigiani del bene comune": lo ha detto il segretario esecutivo della Commissione della Comunione Ecclesiale della Conferenza Episcopale Bolivia, padre Diego Plà, durante la celebrazione eucaristica della scorsa domenica, in vista delle elezioni del 3 maggio.
Mons. Eugenio Scarpellini, Vescovo della diocesi di El Alto e Direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie, intervistato da una televisione locale, ha detto: "Ancora una volta, come Chiesa cattolica, vogliamo esortare affinché il processo elettorale sia il più pacifico e democratico possibile... Il popolo ha bisogno di ricreare la fiducia nelle autorità, ha bisogno di un processo trasparente, di guardare al futuro con nuovi governanti eletti dal popolo e che pensino al bene comune e allo sviluppo realmente positivo".
La Bolivia ha celebrato ieri, 22 gennaio, il Giorno dello Stato Plurinazionale, e per l'occasione la Presidente ad interim, Jeanine Añez, ha chiesto di elaborare un piano per garantire la sicurezza del voto nelle prossime elezioni del 3 maggio 2020. "Ho chiesto ai ministri della Difesa e del governo nazionale di organizzare un piano comune, prima, durante e dopo il 3 maggio, in modo che il voto dei boliviani sia protetto" ha detto in un messaggio al paese per questa circostanza. La celebrazione del Dia del Estado Plurinacional si svolge ogni anno dal 2009, quando, secondo la nuova Costituzione, la Bolivia ha cessato di definirsi una repubblica.
Jeanine Áñez, che ha assunto la presidenza dopo le anomalie scoperte nelle ultime elezioni e dopo che Morales aveva rinunciato ed era fuggito all’estero, ha sottolineato che, proprio per questi motivi, "le elezioni del 3 maggio diventeranno il processo elettorale boliviano meglio accompagnato e più osservato nella nostra storia". L'OAS, le Nazioni Unite, l'Unione Europea e la Chiesa cattolica hanno espresso il desiderio di sostenere e accompagnare il processo elettorale.
(CE) (Agenzia Fides, 23/01/2020)
 top^ 
 
 
 
AMERICA/VENEZUELA - Comunicato del Vescovo di San Cristobal sul sacerdote ucciso
 
San Cristobal (Agenzia Fides) – Il Vescovo di San Cristobal, Mons. Mario Moronta, ha pubblicato un secondo comunicato relativo alla morte del sacerdote Jesus Manuel Rondon Molina, che era scomparso il 16 gennaio ed è stato ritrovato ucciso il 21 gennaio (vedi Fides 22/1/2020).
Nel testo del 22 gennaio, pervenuto all’Agenzia Fides, il Vescovo afferma: “Secondo le informazioni fornite dalle autorità, il suddetto sacerdote sarebbe stato ucciso da un minore, che era stato vittima di abusi sessuali da parte del chierico, un'azione che ripudiamo. Lamentiamo la tragica morte del sacerdote e chiediamo che la giustizia divina si manifesti con misericordia. Preghiamo per lui, per sua madre e per la sua famiglia che stanno attraversando un momento di dolore e tristezza”.
Il Vescovo sottolinea che anche nella diocesi di San Cristóbal sono state adottate le norme della Chiesa universale per trattare i casi di abusi sui minori da parte del clero. Nel caso di p. Jesus Manuel Rondon Molina, “sono state ricevute diverse denunce contro di lui, sono state condotte le relative indagini e sono state prese le misure precauzionali... Nonostante le molteplici richieste di attenzione, ha disobbedito agli ordini e alle misure precauzionali stabilite nella legge della Chiesa”.
Mons. Moronta scrive che questo fatto “ci riempie di tristezza e preoccupazione”, chiede alle autorità “di chiarire cosa è successo senza usare questo triste evento per scopi politici o di altro tipo”, ricorda che la stragrande maggioranza dei sacerdoti si dedica generosamente al servizio della popolazione, “nonostante le difficoltà e le mancanze i fallimenti che alcuni possono avere”. “Sentiamo il dolore del popolo di Dio che soffre per molte cause e ancora di più per la cattiva testimonianza di alcuni – conclude -, condividiamo il dolore delle vittime di abusi… Sapendo che questo dolore si identifica con quello di Cristo sulla Croce, fissiamo lo sguardo sulla forza potentemente liberatrice della sua Risurrezione”. (SL) (Agenzia Fides 23/1/2020)

mercoledì 12 dicembre 2018

Vatican news 12 dicembre 2018

Vatican News
Le notizie del giorno
12/12/2018
2018-12-12-udienza-generale-1544604828053.JPG
video icon
Nell’aula Paolo VI, il Pontefice prosegue il cammino di catechesi sul “Padre nostro”, iniziato la scorsa settimana. Al centro dell’udienza generale, il tema: “Una preghiera che chiede con fiducia” 
Incontro in Vaticano (15 settembre) del Pontefice con il principe ereditario, lo sceicco Al-Nahyan
article icon
Reso noto dalla Sala Stampa della Santa Sede il programma ufficiale del viaggio del Papa negli Emirati Arabi previsto dal 3 al 5 febbraio 2019. Momenti centrali ... 
La riunione del Papa con i cardinali consiglieri
article icon
Il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Greg Burke, ha tenuto un briefing sulla XXVII riunione dei cardinali consiglieri con Papa Francesco, che si è ... 
twitter_papa.jpg
article icon
E’ il 12 dicembre del 2012. Papa Benedetto XVI lancia il primo tweet: “Cari amici, è con gioia che mi unisco a voi via twitter” 
SANTA SEDE E CHIESA NEL MONDO
Misure di sicurezza a Strasburgo
article icon
Intervistato da Vatican News, l’arcivescovo di Strasburgo, mons. Luc Ravel, racconta i momenti concitati dopo l’attentato al mercato di Natale della città e ... 
Card. Pietro Parolin, alla Conferenza sul Global Compact per le migrazioni,  a Marrakech
article icon
Intervento del cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, alla Conferenza dell’Onu sulle migrazioni, a Marrakech, in Marocco 
Terra Santa - Altri mosaici nella Basilica della Natività a Betlemme.jpg
article icon
Si è svolto ieri sera presso il Palazzo della Rovere, sede dell'Ordine del Santo Sepolcro, un evento di beneficenza per presentare lo stato dei lavori dei ... 
La cattedrale di Campinas
article icon
"Verso le ore 13,15 di ieri, dopo la Messa, un uomo con due armi da fuoco è entrato nella cattedrale di Campinas e ha sparato ai fedeli che stavano pregando. ... 
Preghiera per la Pace in Sud Sudan e Congo
article icon
Per mons. Tombe, vescovo di Yei, dopo la firma dell'accordo di pace tra il governo e i leader dell'opposizione dello scorso agosto, la situazione è molto più ... 
Presidente conferenza episcopale argentina mons. Ojea
article icon
“Il Dio fatto uomo ci ricorda quanto vale ciascun essere umano. Per questo, ci chiama a lottare per la giustizia, a costruire amicizia sociale, a essere ... 
Foto nuova Fattore umano.JPG
video icon
Il XXII festival del dialogo interreligioso, promosso dalla Fondazione Ente dello Spettacolo, sul tema “I giorni della rivolta”, propone nove film in concorso e ... 
Roma durante l'occupazione nazista
article icon
Alla Messa a Casa Santa Marta di ieri mattina, la 93enne suor Ausilia - nel cui convento in via Sistina su indicazione di Pio XII furono ospitati diversi ebrei ... 
PRIMO PIANO
Candele per la pace in Siria
article icon
La Russia e l’Onu confermano il rimpatrio di centinaia di migliaia di rifugiati siriani. Molte ancora le aree da pacificare mentre prosegue il processo di ... 
Fedeli cattolici in Iraq
article icon
Esaminare le sfide e le prospettive riguardanti le minoranze religiose in Medio oriente, già duramente colpite dalle crisi che attraversano le regioni, per ... 
quirinale 3 1aem.jpg
video icon
Inaugurato questa mattina a Roma nella sala d’Ercole del Palazzo del Quirinale, il Presepe artistico offerto dalla regione Basilicata, che sarà visitabile fino ... 

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

The Chosen ...é sufficiente per me...posso fare molto con questo ..

Ed egli disse: «Portatemeli qui». E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull'erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occ...