collegamento orari cp
Visualizzazione post con etichetta Uganda. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Uganda. Mostra tutti i post

giovedì 18 novembre 2021

Agenzia fides 18 novembre 2021

 


AFRICA/UGANDA - Attentato a Kampala: “Gli ugandesi sono uniti nella preghiera”, dice una missionaria
 
Kampala (Agenzia Fides) - “La situazione a Kampala è ancora di stato di allerta. Il Parlamento resta chiuso e non si sa quando riprenderà le sessioni di lavoro. Le forze dell’ordine hanno invitato i cittadini a rimanere il più possibile a casa, limitandosi agli spostamenti necessari. Le immagini dei kamikaze che si fanno saltare in aria, mostrate nei telegiornali, sono davvero scioccanti ma, nonostante ciò, la vita continua: la gente deve portare a casa il pane quotidiano. Si devono superare paura e barriere, e la preghiera è un’arma straordinaria”. A riferirlo all’Agenzia Fides è Suor Fernanda Cristinelli, missionaria comboniana che opera in Uganda come responsabile del "Comboni Children Center" per il recupero di bimbi vittime di tratta nella capitale Kampala, parlando della duplice esplosione avvenuta in città nei pressi della Centrale di polizia e del Parlamento (vedi Fides 17/11/2021).
Il bilancio delle vittime è salito a 5 morti e 33 feriti, “anche se il numero delle vittime – rileva suor Fernanda - potrebbe essere superiore a quanto riportato finora, poiché cinque dei feriti sono in condizioni critiche”. “Le autorità ugandesi - conferma la religiosa - stanno indagando sugli attacchi e, secondo le rivendicazioni giunte finora, la responsabilità della violenza dovrebbe essere delle Allied Democratic Forces” (ADF), che si dice abbiano legami con lo Stato islamico”. In uno scenario di panico e di generale sgomento per la brutale violenza, “in queste ore concitate - riferisce la suora - la risposta dei fedeli è molto sentita: tutti gli ugandesi sono uniti nella preghiera”.
L’Uganda, solitamente risparmiata dal terrorismo, è stata teatro il mese scorso di una recrudescenza di attacchi: il primo è avvenuto il 23 ottobre, quando una bomba è esplosa in un ristorante di Kampala; due giorni dopo, il 25 ottobre, una seconda bomba è esplosa su un autobus che percorreva l’autostrada Kampala-Masaka; una terza esplosione è avvenuta il 29 ottobre nel distretto di Nakaseke, a 60 chilometri a nord di Kampala. I primi due attentai sono stati rivendicati dallo Stato islamico.
Su 47 milioni di abitanti, i cristiani in Uganda sono circa l'85% della popolazione (40% cattolici, 32% Anglicani, 10% Pentecostali, e gruppi di altre confessioni), mentre il 13% della popolazione è musulmano, mentre minoranze seguono culti tradizionali.
(ES-PA) (Agenzia Fides 18/11/2021)
 top^ 
 
 
 
AFRICA/TANZANIA - "Impatto ambientale sullo sviluppo umano sostenibile": i Vescovi lanciano la Plenaria Amecea 2022
 
Mwanza (Agenzia Fides) – "Abbiamo la responsabilità di evangelizzare prima noi stessi, in modo da poter cambiare il nostro atteggiamento nei confronti dell'ambiente e ricordare alle persone l'importanza di prenderci cura di ciò che ci circonda mentre evangelizziamo" ha affermato l'Arcivescovo Gervas Nyaisonga, Presidente della Conferenza Episcopale della Tanzania (TEC), in occasione della recente inaugurazione della XX Assemblea Plenaria dell'Associazione delle Conferenze Episcopali dell'Africa Orientale (AMECEA) che la Tanzania ospiterà a luglio 2022.
“La TEC sta coordinando i preparativi. Esortiamo a collaborare tutti i fedeli a livello diocesano e le agenzie governative - si legge in una nota pervenuta all’Agenzia Fides -, questo è il momento in cui mostriamo solidarietà come tanzaniani, per garantire una Plenaria di successo e per dimostrare che l'Africa è una” ha insistito il Presidente.
L’Arcivescovo Nyaisonga ha evidenziato l’importanza della tutela di tutto ciò che circonda l’uomo. “Questo pianeta è tutto ciò che abbiamo; se non lo proteggiamo, saremo in pericolo perché distruggere l'ambiente significa distruggere la vita umana. Siamo esortati come esseri umani, a cui è affidata la responsabilità di governare tutto il Creato di Dio, a riflettere su come possiamo rendere l'ambiente migliore per noi e per la prossima generazione.”
Il Presule ha inoltre confermato l’impegno della Chiesa cattolica nel paese a rendere la Tanzania verde, lanciando una campagna di rimboschimento familiare che consentirà ai membri di ogni famiglia di piantare tre alberi.
Nel documento dei Vescovi si evince inoltre che prenderanno parte alla Plenaria di 10 giorni i Vescovi di nove paesi dell'Africa orientale che rifletteranno sulla tutela dell'ambiente e assicureranno che la Madre Terra sia protetta dal degrado ambientale, in linea con il tema dell’incontro “Impatto ambientale sullo sviluppo umano sostenibile”.
Da parte sua, il Viceministro per il territorio, l'edilizia abitativa e lo sviluppo degli insediamenti umani, la signora Angelina Mabula, ha affermato che la campagna proposta dalla TEC aiuterebbe a salvare il paese dai pericoli della desertificazione. “Anche se il governo prevede di piantare 1.500.000 alberi in ogni distretto, non tutti potrebbero crescere, ma attraverso questa campagna crediamo che il successo della piantagione nel paese sarà visibile e il nostro paese sarà verde” ha detto la signora Mabula.
L'inaugurazione della Plenaria AMECEA è stata seguita da una cerimonia di piantumazione di alberi per illustrare la conservazione dell'ambiente. L’evento si è tenuto presso il centro di pellegrinaggio della Vergine Maria di Kawekamo nella diocesi cattolica di Mwanza. Ad inaugurarlo è stato l'Arcivescovo Nyaisonga, in collaborazione con il Segretariato AMECEA, rappresentato dal Direttore del Dicastero Pastorale AMECEA, don Emanuel Chimombo.
(AP) (Agenzia Fides 18/11/2021)
 top^ 
 
 
 
ASIA/COREA DEL SUD - "L'amore nutre": solidarietà e gioia nel servire i poveri
 
Seoul (Agenzia Fides) - "L'amore nutre" è il motto e il titolo di un libro in cui il missionario degli Oblati di Maria Immacolata, padre Vincenzo Bordo racconta la sua straordinaria storia ed esperienza di prossimità ai poveri in Corea. Il missionario ha fondato e dirige a Seongnam, periferia di Seoul, la "Casa di Anna", centro di accoglienza per senzatetto e adolescenti senza famiglia, oltre a una mensa che da 30 anni nutre 800 senzatetto ogni giorno. Lì, oltre a offrire cibo, "distribuisce sorrisi, abbracci e preghiera", raccontano a Fides i volontari impegnati con lui. Padre Vincenzo è l'incarnazione della "Chiesa del grembiule", e il suo nome coreano è padre Kim Ha-jong, ovvero "Servo di Dio".
"Con cuore amorevole si prende cura della dignità degli esseri umani, dei più poveri" raccontano i suoi collaboratori. Il pasto alla mensa si svolge in un'atmosfera amichevole e luminosa, in cui "è l'amore a nutrire, prima di tutto, ogni essere umano" afferma padre Bordo, che ha pubblicato in lingua coreana il testo dove racconta la sua esperienza, dall'arrivo in Corea come missionario nel 1990, fino ad oggi. Tutte le entrate ottenute con la vendita del testo, saranno devolute ai poveri e ai senzatetto. "Ogni volta che si vende un libro, si offre un pasto ad un senzatetto. E' l'amore che nutre, insieme con il pane" rileva.
La accresciuta sensibilità della Chiesa coreana verso i poveri si è espressa con chiarezza nella "Giornata mondiale dei Poveri", indetta da Papa Francesco, celebrata il 14 novembre in tutte le diocesi. L'Arcidiocesi di Seoul ha ideato una serie di eventi per celebrare la Giornata dei Poveri, annunciando che non saranno gesti isolati o compiuti solo per un giorno all'anno.
“Spero che questo servizio possa essere un'occasione per tutti noi di renderci conto che siamo poveri e vulnerabili davanti a Dio. Noi, come una famiglia umana, siamo chiamati a mostrare solidarietà con i poveri, condividendo e tendendo le nostre mani a coloro che sono nel bisogno” ha affermato l'Arcivescovo eletto di Seoul, Mons. Peter Chung, impegnato nel corso della speciale Giornata, accanto al Cardinale Andrew Yeom Soo-jung e ad altri Vescovi di Seoul, nel servire pasti ai senzatetto alla mensa "Myeongdong Babjib", presso il complesso della Cattedrale di Seoul.
I Presuli hanno espresso gratitudine ai volontari che hanno preparato i pasti fin dalle prime ore del mattino. Sono 874 i volontari registrati, e tra loro 72 non cattolici, a turno impegnati alla mensa. Il Cardinale Yeom ha detto: "In questa Giornata siamo tutti invitati dallo Spirito Santo a unirci come sorelle e fratelli. Questa occasione speciale ci ricorda il fatto che siamo davvero Fratelli tutti, chiamati a camminare insieme come un'unica famiglia”.
'Myeongdong Babjib' è una mensa per i poveri gestita dal Movimento "One Body One Spirit", che ha sede proprio accanto alla Cattedrale di Myeongdong. Nella struttura si offrono pasti gratuiti ai senzatetto ogni mercoledì, venerdì e domenica. Secondo i dati registrati, oltre 70.000 senzatetto hanno visitato la mensa fino al 30 ottobre 2021. Accanto alla mensa vi è la "Clinica Raphael Nanum" gestita dalla Fondazione Raphael Nanum, struttura medica gratuita che ha iniziato la sua attività il 13 giugno 2021 in cooperazione con la "Myeongdong Babjib". La Clinica ha fornito servizi di assistenza sanitaria a 2.160 senzatetto negli ultimi 4 mesi.
(PA) (Agenzia Fides 18/11/2021)
 top^ 
 
 
 
ASIA/IRAQ - Kurdistan iracheno, passi avanti nella lotta alle espropriazioni illegali subite da proprietari cristiani
 
Dohuk (Agenzia Fides) – Nella Regione autonoma del Kurdistan iracheno prosegue senza interruzioni la raccolta di documenti e denunce sugli espropri illegali di beni immobili – case e terreni – subiti negli ultimi lustri da proprietari cristiani. Comitati locali hanno avviato le procedure per realizzare una mappatura dettagliata delle proprietà espropriate illegalmente e acquisire informazioni relative ai titoli di possesso dei legittimi proprietari e alle circostanze concrete in cui sono avvenuti gli espropri illegali.
Mercoledì 17 novembre Reber Ahmed, Ministro dell’interno nel governo della Regione autonoma, ha dato conto in una conferenza stampa dei riscontri avuti durante la visita da lui compiuta nel governatorato di Dohuk, per verificare sul campo le procedure di raccolta dati avviate dalla Commissione istituita ad hoc lo scorso aprile, su input del governo regionale, con l’intento di contrastare il fenomeno degli accaparramenti abusivi di beni immobiliari appartenenti per lo più a membri di comunità etniche e di fede minoritarie, a partire dai cristiani (vedi Fides 14/4/2021).
Il Ministro ha confermato ai media di aver avuto ragguagli incoraggianti sull’acquisizione di denunce e materiali acquisiti in questa fase istruttoria dai comitati costituiti in loco, e negli incontri avuti con i rappresentanti delle amministrazioni locali - compresi quelli del governatorato di Dohuk e della città di Zakho – ha confermato la risoluta intenzione del governo regionale di procedere a un integrale ripristino per via legale dei diritti di proprietà violati negli ultimi lustri a danno di cittadini cristiani e appartenenti ad altri gruppi minoritari. Il materiale raccolto dai comitati locali sarà sottoposto all’attenzione della Commissione governativa competente, che dovrà poi definire le procedure concrete per restituire ai legittimi proprietari terreni e case espropriati illegalmente, sia prima che dopo la caduta del regime di Saddam Hussein.
L’istituzione di una Commissione governativa ad hoc incaricata di verificare e frenare i sistematici espropri illegali subiti negli ultimi anni da proprietari cristiani nel Kurdistan iracheno (e soprattutto nel governatorato di Dohuk), ha concretizzato un input espresso dal Governo della Regione autonoma nell’agosto 2020. Il compito affidato alla Commissione è quello di raccogliere documentazione, ascoltando anche le istanze e le giustificazioni delle parti coinvolte, in modo da tracciare una vera e propria mappatura delle proprietà dei cristiani fatte oggetto di esproprio abusivo negli anni in cui tutta l’area nord-irachena viveva la drammatica esperienza connessa alle conquiste delle milizie jihadiste di Daesh e alla creazione dell’auto-proclamato Stato Islamico.
Gli espropri su vasta scala di terreni e beni immobiliari appartenenti a famiglie cristiane sire, assire e caldee della regione del Kurdistan iracheno, come riferito dall'Agenzia Fides, furono denunciati con particolare veemenza nel 2016 (vedi Fides 14/4/2016 e 7/7/2016). Secondo le denunce presentate, gli espropri illegali venivano messi in atto da concittadini curdi, che operavano singolarmente o in maniera coordinata con altri membri del proprio clan tribale. Già a quel tempo il dottor Michael Benjamin, direttore del Centro Studi Ninive, riferiva che nel solo Governatorato di Dohuk esisteva una lista di 56 villaggi in cui l'area di terreno sottratto illegalmente a famiglie cristiane era pari a 47.000 acri. Il 13 aprile 2016, alcune centinaia di cristiani siri, caldei e assiri, provenienti dalla regione di Nahla (Governatorato di Dohuk) avevano organizzato una manifestazione davanti al Parlamento della Regione autonoma del Kurdistan iracheno (vedi foto) per protestare contro le espropriazioni illegali dei propri beni immobiliari subite negli anni precedenti ad opera di influenti notabili curdi, già più volte denunciate senza esito presso i tribunali competenti.
Negli ultimi anni, gli espropri illegali hanno preso di mira in maggior parte terre e case appartenenti a cristiani che hanno lasciato l'area soprattutto a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, per sfuggire ai conflitti regionali e alle violenze settarie e tribali esplose con maggior virulenza dopo gli interventi militari delle coalizioni internazionali. (GV) (Agenzia Fides 18/11/2021)
 top^ 
 
 
 
AMERICA/VENEZUELA - Elezioni: “non rimaniamo nella diatriba e nel conflitto, ma lavoriamo per superarli in nome di un bene più grande”
 
Caracas (Agenzia Fides) – Domenica 21 novembre si terranno in Venezuela le elezioni regionali e municipali per eleggere i Governatori dei 23 stati in cui è suddiviso il territorio nazionale, i Sindaci dei 335 municipi, oltre ai consiglieri regionali e municipali. Al voto anche 69 comunità indigene, che votano secondo proprie regole i loro rappresentanti. Il 49% dei candidati è rappresentato da donne.
Per l’appuntamento elettorale, la Commissione permanente della Conferenza episcopale venezuelana ha pubblicato un messaggio intitolato "Oltre le elezioni regionali" in cui propone alcune considerazioni sulla realtà nazionale e sulle prospettive dopo il voto. “Il Venezuela come nazione è ferita nei suoi aspetti umani, sociali e istituzionali – è scritto all’inizio del messaggio -, in larga misura conseguenza di un modello politico autoreferenziale, di vocazione totalitaria, che abbiamo più volte definito come ‘moralmente inaccettabile’, per la mancanza di rispetto per i diritti umani, riconosciuta a livello internazionale, per la distruzione della struttura produttiva e per un impoverimento senza precedenti della grande maggioranza della popolazione”.
Di fronte a questo panorama, prosegue il testo dei Vescovi, "siamo consapevoli che l’argomento elettorale ha provocato apatia in una grande maggioranza della popolazione, arroganza in una minoranza, e ha portato a una frattura di molte opzioni politiche partitiche". "In ogni caso – evidenziano -, la cosa fondamentale non è rimanere nella diatriba e nel conflitto, ma affrontarli e lavorare per superarli, in nome di un bene più grande, che è un presente e un futuro più degni del popolo venezuelano, la nostra nazione". L’obiettivo della consultazione elettorale, sottolineano ancora, “non è solo scegliere un gruppo di autorità, ma inviare un segnale inequivocabile di determinazione e impegno per la rifondazione della vita, della libertà, della giustizia e della pace di 30 milioni di persone”.
I Vescovi ricordano che "spetta a ogni cittadino assumere in questa situazione, la decisione di partecipare o meno, essendo consapevole che qualunque cosa accada, avrà un grande impatto sul futuro della comunità, della regione e del paese, in quanto ci troviamo in un momento di particolare gravità, e per questo di suprema importanza e responsabilità trascendentale, personale, familiare e civile, di fronte a Dio e alla Patria."
I candidati che saranno eletti in questa situazione, dovranno assumersi la responsabilità di rafforzare l’integrazione e non l’esclusione, l’amicizia sociale e non la vendetta, la creazione di opportunità e non la chiusura di strade; devono operare in modo che le risorse raggiungano realmente i destinatari e non si perdano nella corruzione e nell'appropriazione indebita; dialoghino con tutti, principalmente con i più poveri ed esclusi.
Esortando a evitare le reciproche denigrazioni tra oppositori politici, i Vescovi ricordano che “il bene omune implica rispetto e un dialogo permanente con le comunità e le istituzioni sociali, anche se la pensano diversamente o provengono da un partito diverso da quello al potere". “C'è la possibilità e la necessità che attraverso questo processo elettorale emergano nuovi leader sociali che dovranno proporre alternative nuove al progetto accentratore del governo nazionale, ma dovranno anche cercare vie di incontro per il giusto sviluppo politico, economico e sociale delle situazioni particolari regionali e locali”.
Il comunicato ribadisce, nella parte conclusiva, la necessità di “una buona e nuova politica, dove la cosa più importante sia l’interesse per le persone, specialmente le più vulnerabili, e coordinare il nazionale con il regionale e il locale”. L’astensione non porta a generare i cambiamenti necessari, tantomeno un voto cieco che non tenga conto della drammatica situazione della nazione. E’ necessario “recuperare la politica come luogo di partecipazione, esercizio dei diritti democratici e protagonismo civico”. “Per tutto questo è indispensabile raddoppiare la speranza umana e Cristiana, nella dignità e potenzialità di ognuno dei venezuelani, e nella bontà e misericordia di Dio nostro Padre – esortano I Vescovi -. Se ognuno metterà il meglio di sé, costruiremo, dal calore dei focolari, dalla solidarietà delle nostre comunità e dalle tradizioni della nostra regioni, le basi per l'auspicata ricostruzione nazionale”. (SL) (Agenzia Fides 18/11/2021)
 top^ 
 
 

martedì 12 ottobre 2021

Agenzia Fides 12 ottobre 2021

 

EUROPA/ITALIA - Scalabrini e la sua passione per i migranti, chiave di interpretazione per la contemporaneità: verso l'Anno Scalabriniano
 
Roma (Agenzia Fides) - Il prossimo 9 novembre si aprirà l'Anno Scalabriniano, nel 25esimo anniversario della beatificazione di Giovanni Battista Scalabrini, testimone esemplare di vita cristiana, missionaria e padre dei migranti. “Stiamo concludendo con gratitudine il Giubileo dei 125 anni di fondazione della Congregazione delle suore Missionarie Scalabriniane e iniziamo con molta gioia l'Anno Scalabriniano. Questi eventi ci riempiono il cuore di gratitudine a Dio per il carisma scalabriniano nel servizio alla Chiesa” spiega suor Neusa de Fatima Mariano, superiora generale delle Scalabriniane, nella nota inviata all’Agenzia Fides. “San Giovanni Paolo II lo descrisse come profondamente innamorato di Dio e straordinariamente devoto dell’Eucaristia, con la capacità di saper tradurre la contemplazione di Dio e del suo mistero in una intensa azione apostolica e missionaria, facendosi tutto a tutti per annunciare il Vangelo".
I Superiori dei tre Istituti che compongono la Famiglia Scalabriniana (i Missionari di San Carlo, Scalabriniani; le suore Missionarie di San Carlo, Scalabriniane; le Missionarie Secolari Scalabrinane) hanno invitato a seguirne le orme, partendo dalla sua frase “Potessi santificarmi e santificare tutte le anime affidatemi". "Scalabrini è stato un modello per il mondo e lo è ancora oggi, in un mondo globale diviso da incomprensibili muri. La sua passione per i migranti è una chiave di interpretazione della contemporaneità che ha le sue basi nel messaggio di Cristo” affermano in una lettera comune i tre Superiori dei tre Istituti scalabriniane: padre Leonir Chiarello, suor Neusa de Fatima Mariano e Regina Widmann. “Gesù ha vissuto da bambino migrante e rifugiato. Ha dato la sua vita per il mondo e oggi la sua espressione è nei volti di quei milioni di persone che chiedono aiuto".
Con il patrocinio della diocesi di Piacenza-Bobbio, l'Anno Scalabriniano inizierà domenica 7 novembre 2021 e si concluderà mercoledì 9 novembre 2022. Il tema è: "Fare patria dell’uomo il mondo". "Si inserisce nella linea dell’insegnamento recente di Papa Francesco - sottolineano i tre Superiori della famiglia Scalabriniana -. Invitiamo tutti a collaborare coinvolgendo la Chiesa locale, i membri dei nostri istituti, i futuri missionari, i diversi gruppi di laici scalabriniani e le comunità dei migranti per promuovere iniziative approfittando anche dei suggerimenti che verranno offerti e che potranno essere moltiplicati nei vari contesti in cui svolgiamo la missione con i migranti e i rifugiati". (SL) (Agenzia Fides 12/10/2021)
 top^ 
 
 
 
AFRICA/MALAWI - Sostegno all’imprenditoria locale e attenzione ai cambiamenti climatici
 
Lilongwe (Agenzia Fides) - In Malawi, in particolare nei distretti di Zomba e Malaka, alcuni giovani che non avrebbero avuto alcuna speranza di contribuire allo sviluppo economico del proprio Paese, acquisiscono competenze professionali e, in alcuni casi, anche fondi per avviare attività imprenditoriali. Come appreso dall’Agenzia Fides, è il risultato del progetto “Hope for Youth Project”, promosso dalla Catholic Development Commission (che è la Caritas Malawi) che opera in seno alla Conferenza Episcopale del Malawi. Tra le specializzazioni professionali offerte dal progetto, vi sono impianti elettrici, saldatura, costruzione, posa di mattoni e falegnameria.
Tra i beneficiari di questo progetto anche alcune giovani donne appartenenti a categorie vulnerabili. Tra coloro che vi hanno partecipato, Christopher, che proviene dal villaggio di Nkasala nell'area del tradizionale Mlumbe nel distretto di Zomba, ha raccontato di aver avuto la possibilità di frequentare un corso di posa di mattoni. Poco dopo il completamento del suo corso, Christopher riferisce: “Ho avuto l’opportunità di fare esercitazioni sul campo, in una vera e propria impresa edile per oltre un anno, e questo mi ha consentito di acquisire esperienza: sono tornato a casa e ora sto costruendo la mia casa. Ora sono in grado di sostenere la mia famiglia in tutte le necessità, cosa che prima non accadeva”.
I cambiamenti climatici sono invece al centro di un altro progetto della Catholic Development Commission, dal titolo: “Climate Challenge Program Malawi” (CCPM). Il progetto ha recentemente ricevuto il Community Empowerment Award da Trocaire per i suoi meriti. In corso di attuazione nei 4 distretti di Balaka, Machinga, Zomba e Chikwawa il progetto Climate Challenge Program Malawi (CCPM) ha lo scopo di migliorare la resilienza della popolazione ai cambiamenti climatici attuali e futuri. Il progetto sviluppa strategie e misure di adattamento guidate dalla comunità che miglioreranno la produzione agricola e i mezzi di sussistenza rurali attraverso il nesso cibo-acqua-energia. Il progetto viene attuato nei quattro distretti con il finanziamento del governo scozzese, attraverso SCIAF e Trocaire.
(EG) (12/10/2021)
 top^ 
 
 
 
AFRICA/UGANDA - L’istruzione dei bambini come strumento per la crescita del paese e della Chiesa locale
 
Kampala (Agenzia Fides) - Il futuro della Chiesa dipende dall’istruzione dei bambini, ha affermato Mons. Francis Aquirinus Kibira, Vescovo della diocesi cattolica di Kasese. In occasione della professione perpetua di suor Evelyn Kamuli, della Congregazione delle Suore Oblate dell’Assunzione, celebrata nel villaggio di Kihyo, il Vescovo ha esortato i presenti, genitori e tutori, a “dare priorità all'istruzione, che sta alla base dello sviluppo futuro dei propri figli e di conseguenza del Paese”. Nella nota pervenuta all’Agenzia Fides, Mons. Kibira incoraggia le suore nel loro impegno nel campo dell’educazione nel distretto di Kasese. “Istruire ed incoraggiare i propri figli a prendere parte alle iniziative cattoliche della Chiesa locale garantirà il futuro della Chiesa e della società ugandese” ha concluso il Vescovo di Kasese. Uno dei primi progetti portati avanti dalle Suore è l’Emmanuel D'Alzon Lavagnace Complex High School, grazie al quale cresce la qualità dell'istruzione nella sub contea di Buhuira. Le Suore Oblate dell’Assunzione lavorano con costante dedizione alla missione del loro apostolato, sono presenti in Africa, America Latina, Asia ed Europa.
(AP) (Agenzia Fides 12/10/2021)
 top^ 
 
 
 
ASIA/INDIA - Suore cattoliche e fedeli aggrediti da estremisti indù per presunte "conversioni forzate"
 
Lucknow (Agenzia Fides) – Suore cattoliche e fedeli sono stati aggrediti da un gruppo di estremisti indù nello stato dell'Uttar Pradesh, nel nord dell'India. Come appreso dall'Agenzia Fides, i militanti hanno molestato alcune religiose e circa 50 devoti cristiani nel distretto di Mau il 10 ottobre scorso. Membri dei gruppi radicali indù "Bajrang Dal" e "Hindu Yuva Vahini" hanno condotto con la forza sette fedeli cristiani alla vicina stazione di polizia, dove hanno trascorso la notte in stato di fermo. Tra i sette vi erano tre donne e il Pastore cristiano evangelista Abraham Shakil, accusati di aver effettuato presunte "conversioni religiose forzate", riferisce a Fides padre Anand Mathew, sacerdote e promotore dei diritti umani, rilevando che "tali attacchi sono basati su pretesti per molestare e compiere abusi sui cristiani”.
In un altro episodio, due suore francescane orsoline sono state portate con la forza alla stazione di polizia e sono state detenute per sei ore. Le suore erano al terminal degli autobus della città. Dopo l'intervento di un alto funzionario di polizia di Lucknow, la capitale dello stato di Uttar Pradesh, le suore sono state liberate. Le religiose sono suor Gracy Monteiro e suor Roshni Minj. Erano al terminal bus poiché suor Minj doveva viaggiare in autobus per visitare il padre malato nello stato indiano del Jharkhand. Quando suor Minj ha semplicemente chiesto informazioni sugli orari del bus, le due sono state fermate, aggredite verbalmente e condotte con la forza alla stessa stazione di polizia, dove erano detenuti i cristiani e il Pastore. “Siamo rimaste scioccate quando siamo state portate alla stazione di polizia sostenendo che eravamo parte di una comunità cristiana coinvolta in conversioni religiose forzate. E' del tutto falso” ha detto suor Monteiro.
La denuncia presentata da Radheshyam Singh, un uomo indù, afferma che i cristiani "non hanno seguito le misure sanitarie contro il Covid-19" e li accusa di "essere coinvolti nella conversione di altri al cristianesimo attraverso mezzi illeciti come fornire lavoro e denaro".
"Queste accuse e tali episodi - rileva Patsy David, rappresentante dell'Ong ADF International - sono parte di un disegno organizzato per opprimere i cristiani in Uttar Pradesh". Secondo ADF, dal 2017 ad oggi in Uttar Pradesh sono stati documentati ben 374 casi di violenze contro i cristiani. Le aggressioni sono in aumento da quando il governo dell'Uttar Pradesh ha approvato la "Legge anti-conversione" nel settembre 2020. Nella maggior parte dei casi, i gruppi estremisti attaccano le sale di culto o le case dei cristiani e interrompono i loro incontri, danneggiano le loro proprietà, gli arredi, bibbie e pubblicazioni, e li conducono alla polizia. Dopo gli attacchi degli estremisti indù e gli arresti, i fedeli affrontano un tortuoso inter legale, con le richieste ai tribunali per ottenere la cauzione. Di conseguenza, molti Pastori e fedeli cristiani sono pieni di paura anche solo quando esercitano il culto o pregano insieme.
L'Uttar Pradesh, stato prevalentemente agricolo che ospita 230 milioni di persone, è lo stato più grande dell'India. Secondo il censimento del 2011, i cristiani sono una esigua minoranza, circa 350mila fedeli.
(SD-PA) (Agenzia Fides 12/10/2021)
 top^ 
 
 
 
ASIA - Nuova App per Radio Veritas, missionaria in Asia
 
Yangon (Agenzia Fides) - E' uno strumento per diffondere la Buona Novella del Regno di Dio e per seminare speranza: con queste parole il Cardinale Charles Maung Bo. Arcivescovo di Yangon e Presidente della Federazione delle Conferenze Episcopali dell'Asia (FABC) ha presentato ufficialmente la nuova App per dispositivi mobili di Radio Veritas Asia (RVA), in una cerimonia di lancio svoltasi nella Cattedrale di Santa Maria a Yangon l'11 ottobre. Come appreso da Fides, il Cardinale Charles Bo si è detto molto felice per questo ulteriore progresso di RVA nel campo dei media digitali. “Come san Paolo, siamo chiamati a predicare il Vangelo. Radio Veritas è veramente missionaria in Asia, è la voce del cristianesimo in Asia”, ha detto il Card. Bo nella Messa celebrata in Cattedrale.
"La nuova Applicazione è pensata per tutte le persone che credono in Dio e possono avere un costante supporto morale e spirituale da Radio Veritas" ha detto, incoraggiando vescovi, sacerdoti, religiosi e laici, in Myanmar e in tutta l'Asia "a usarla per la preghiera, per la formazione, per la catechesi". "Questa applicazione è utile per sacerdoti e religiosi, nel loro servizio pastorale alla nostra gente e nella predicazione. E' utile per la gente, per essere costantemente connessi con la Parola di Dio", ha rimarcato.
Radio Veritas, ha ricordato il Cardinale - porta la Buona Novella del Vangelo in Myanmar trasmettendo in diverse lingue parlate nella nazione: birmano, Hakha chin, Tedim chin, Falam chin, Zo chin, Jighpaw kachin, Rawan kachin, Lisu kachin, Sakaw Karen, Poh Karen , Tamil, Cinese mandarino.
P. Feroz Fernandes, SFX, caporedattore a RVA; ha affermato che "questa è un'applicazione che aumenta la consapevolezza nel condividere la nostra fede". Come ha spiegato p. Victor Sadaya CMF, Direttore di Radio Veritas a Manila, l'emittente "sta potenziando il servizio di evangelizzazione trasmettendo in 21 lingue asiatiche. Con questa App, il pubblico potrà facilmente accedere ai servizi di RVA nella lingua prescelta".
Radio Veritas Asia (RVA) è stata fondata dalla FABC nel 1969 per diffondere la buona novella della salvezza di Gesù ai popoli dell'Asia e promuovere la comunicazione tra i popoli dell'Asia. Ha trasmesso in onde core fino al 2015. Con la diffusione dei mass media digitali, la FABC ha trasferito le trasmissioni su Internet a partire dal 2015 e ora ha creato anche la App per i dispositivi mobili.
(JZ-PA) (Agenzia Fides 12/10/2021)
 top^ 
 
 
 
ASIA/IRAQ - Elezioni, il “Movimento Babilonia” conquista 4 dei 5 seggi riservati a candidati cristiani
 
Baghdad (Agenzia Fides) – Le elezioni parlamentari irachene svoltesi domenica 10 ottobre hanno assegnato a rappresentanti del “Movimento Babilonia” ben 4 dei 5 seggi riservati a candidati cristiani dal sistema elettorale nazionale. Lo riferiscono fonti locali consultate dall’Agenzia Fides, sulla base dei primi dati forniti dalla Alta Commissione elettorale. Secondo le stesse fonti, il quinto seggio, assegnato nel distretto di Erbil, è stato assegnato al candidato indipendente Farouk Hanna Atto.
Il risultato elettorale relativo alla quota di seggi riservati a candidati cristiani, per certi versi sorprendente, non mancherà di riaccendere polemiche sulle potenziali manipolazioni politiche a cui appare esposta la assegnazione dei posti in Parlamento riservati a membri delle comunità cristiane locali o appartenenti a altre minoranze etniche e religiose.
Il Movimento Babilonia (nella foto, il manifesto dei suoi candidati) è nato come proiezione politica delle cosiddette “Brigate Babilonia”, milizia armata formatasi nel contesto delle operazioni militari contro i jihadisti dello Stato Islamico (Daesh) che portarono alla riconquista delle aree nord-irachene cadute nelle mani jihadiste nel 2014. Guidate da Ryan al Kildani (Ryan “il caldeo”), le “Brigate Babilonia” avevano sempre rivendicato la propria etichetta di milizia composta da cristiani, anche se risultava documentato il loro collegamento con milizie sciite filo-iraniane come le Unità di Protezione popolare (Hashd al Shaabi). Anche la sigla politica del “Movimento Babilonia” viene considerata vicina alla “Organizzazione Badr”, movimento politico che alle elezioni è confluito nella Alleanza Fatah, cartello che raggruppava sigle e organizzazioni sciite di orientamento filo-iraniano.
Nei primi commenti critici, politici cristiani appartenenti a sigle che non hanno ottenuto seggi gettano sospetti sul risultato elettorale, lasciando intendere che sui candidati del “Movimento Babilonia” sarebbero stati dirottati anche voti di elettori sciiti, in modo da piazzare nei seggi riservati ai cristiani rappresentanti che di fatto rispondono a formazioni politiche sciite. In maniera analoga, secondo alcuni commentatori anche il candidato cristiano Farouq Hanna Atto, eletto come indipendente per il seggio riservato ai cristiani nel distretto di Erbil, avrebbe in realtà prevalso sui suoi concorrente grazie ai voti riversati a suo favore dal Partito Democratico del Kurdistan (PDK).
Secondo i primi dati forniti in via provvisoria dalla Commissione elettorale, il candidato del Movimento Babilonia Aswan Salem avrebbe conquistato il seggio riservato ai cristiani nel Governatorato di Ninive con 9498 voti. Il seggio riservato a candidati cristiani nella città di Baghdad sarebbe stato conquistato da con 10822 voti d Evan Faeq Yakoub Jabro, ex ministra per i rifugiati e le migrazioni nel governo uscente guidato da Mustafa al Kadhimi. A Kirkuk e a Dohuk, i candidati del Movimento Babilonia Duraid Jamil e Badaa Khader hanno prevalso ottenendo rispettivamente 4279 e 10619 voti, mentre il candidato Farouk Hanna Atto ha conquistato il seggio riservato ai cristiani nel distretto elettorale di Erbil con 4221 voti.
I dati ufficiali finora comunicati sui risultati elettorali non permettono ancora di delineare un quadro preciso del futuro scenario politico iracheno. Nessun blocco politico in gara riuscirà a controllare da solo la maggioranza dei 329 seggi in Parlamento. Fonti diverse confermano la crescita del Partito Sadrista, guidato dal leader sciita Muqtada al Sadr, che nel Parlamento precedente controllava 58 seggi e nella prossima assemblea parlamentare dovrebbe averne conquistati almeno 70. Viene invece data in calo la rappresentanza parlamentare dei Partiti sciiti di orientamento filo-iraniano, confluiti nell’Alleanza Fatah, che nel precedente Parlamento controllavano 48 seggi.
Ai seggi si è recato solo il 41% degli aventi diritto al voto, soglia che rappresenta il minimo storico delle 6 elezioni parlamentari tenutesi in Iraq dal 2003, dopo la fine del regime di Saddam Hussein.
L’appuntamento elettorale, fissato per il 2022, era stato anticipato dopo le proteste popolari che nell’autunno 2019 avevano manifestato scontento generalizzato verso l’intera dirigenza politica irachena, accusata di corruzione e cattiva gestione. Le elezioni si sono svolte in un clima di generale apatia, segnato da appelli al boicottaggio anche da parte di sigle coinvolte nelle mobilitazioni popolari anti-sistema del 2019. (GV) (Agenzia Fides 12/10/2021)
 top^ 
 
 
 
AMERICA/EL SALVADOR - I Vescovi invitano “a partecipare attivamente alla beatificazione dei nostri martiri”
 
San Salvador (Agenzia Fides) – La Conferenza Episcopale di El Salvador (CEDES) ha invitato a prepararsi spiritualmente alla beatificazione dei suoi quattro martiri, che come annunciato avrà luogo il 22 gennaio 2022: padre Rutilio Grande, gesuita, Manuel Solórzano e Nelson Rutilio Lemus Chávez, laici, e il francescano italiano Fray Cosme Spessotto, OFM (vedi Fides 01/09/2021).
Nella convocazione della CEDES, intitolata “Prepariamoci a partecipare attivamente alla beatificazione dei nostri martiri”, si ricorda “l’immensa gioia” provata per la canonizzazione di Monsignor Oscar Arnulfo Romero, invitando tutti a esultare per la prossima beatificazione dei quattro martiri salvadoregni, che avrà luogo sabato 22 gennaio 2022, sul sagrato della Cattedrale di San Salvador, alle cinque del pomeriggio. La partecipazione dei fedeli in presenza sarà determinata dall’evoluzione della pandemia di Covid-19, comunque in tutte le chiese del paese si potrà seguire la celebrazione attraverso la televisione.
Il luogo scelto è emblematico, scrivono i Vescovi, perché "fu proprio in quella piazza che, la Domenica delle Palme del 1980, una folla immensa espresse il proprio amore e la propria gratitudine al nostro santo Óscar Arnullo Romero, in un'indimenticabile Messa funebre non conclusa che, purtroppo, venne segnata dalla violenza". I quattro martiri che saranno beatificati fanno parte della storia della Chiesa di El Salvador, una storia tormentata e segnata da “una voragine di violenza fratricida che strappò la vita a innumerevoli vittime innocenti, la maggior parte delle quali è nota solo a Dio”. "Ci sembra provvidenziale – proseguono - che possiamo venerare un gesuita salvadoregno, un francescano italiano e due laici del nostro popolo, un giovane e un anziano, che hanno in comune l'aver versato il loro sangue per Cristo in mezzo al fragore della guerra…Ognuno di questi testimoni della fede porta un contributo originale che offre alla Chiesa perché si mantenga fedele alla sua missione”.
In attesa della beatificazione, i Vescovi invitano i fedeli ad aprire il cuore alla Parola di Dio, a conoscere i nuovi beati, a lasciarsi interpellare dalla loro testimonianza: “i nostri martiri sono testimoni credibili di una Chiesa in uscita, una Chiesa compassionevole e misericordiosa, una Chiesa che annuncia con parole e opere il Regno di Dio”. Esortano quindi alla preparazione spirituale, annunciando alcuni sussidi per sostenere questo cammino, e invitano tutti i battezzati ad essere “martiri” cioè “testimoni” di Gesù Cristo nelle diverse situazioni di vita e costruttori del Regno di Dio come sono stati i beati martiri. (SL) (Agenzia Fides 12/10/2021)
 top^ 
 
 
 

venerdì 1 ottobre 2021

Agenzia Fides 1 ottobre 2021

 

AFRICA/TUNISIA- L’Arcivescovo Antoniazzi: la nomina di una donna come premier non è solo una “operazione di facciata”
 
Tunisi (Agenzia Fides) - “Operazione di facciata? Beh, dipende da come si guarda la cosa…” L’Arcivescovo Ilario Antoniazzi, a capo dell'Arcidiocesi cattolica di Tunisi, non sembra condividere i commenti e le analisi di segno opposto che sui media occidentali tendono a enfatizzare oltremisura, oppure a declassare a mera operazione d’immagine, la scelta del Presidente tunisino Kaïs Saïed di nominare a capo del nuovo governo la Professoressa Najla Najla Bouden Romdhane, prima donna chiamata a guidare la compagine governativa in un Paese arabo. “Innanzitutto” – fa notare l’Arcivescovo in una conversazione con l’Agenzia Fides - “bisogna tener conto del fatto che qui in Tunisia le donne hanno una rilevanza nella vita sociale di cui non si trova riscontro in altri Paesi arabi. Basta pensare che la base della famosa ‘Rivoluzione dei Gelsomini’ sono state le donne. In quale Paese arabo il sindaco della Capitale è una donna? Eppure qui a Tunisi, e anche in una quarantina di altre città tunisine, c’è una donna sindaco. Poi sarà forse una cosa di poco conto, ma sulla moneta da 10 dinari c’è l’effigie di una donna, la prima donna medico tunisina”.
La Tunisia, pur essendo un piccolo Paese – sostiene l’Arcivescovo – “per molte cose è un Paese pilota. E a proposito di piloti, io ho viaggiato tante volte con compagnie aeree occidentali e non ho mai visto donne pilota sugli aerei. Mentre sugli aerei tunisini è normale incontrare donne pilota o co-pilota”. Alla luce di tutto questo – prosegue Antoniazzi – è forse fuori luogo l’eccessivo clamore tributato dai media internazionali all’alto incarico politico ricevuto dalla professoressa tunisina. Ma risultano inappropriati anche i tentativi di ridurre la scelta politica operata dal Presidente tunisino a una pura operazione d’immagine.
“E’ vero” riconosce l’Arcivescovo di Tunisi “che forse Saïed aveva bisogno di qualche ‘vitamina’ per risollevare il consenso verso di lui, dopo questo periodo di vuoto politico e istituzionale, in cui cominciavano a crescere le critiche che lo accusavano di autoritarismo. Ma mi sembra riduttivo ridurre la sua scelta a una semplice operazione di facciata“, visto che la nomina di Najla alla guida del governo nazionale “potrà rappresentare una sfida per lo stesso Presidente”.
A fine luglio, Kaïs Saïed aveva "sospeso" il Parlamento, esautorato il governo e assunto i pieni poteri, accusando i leader delle forze politiche dominanti di aver condotto il Paese allo sfascio. “Continuo a pensare” aggiunge l’Arcivescovo Antoniazzi “che il Presidente abbia mostrato coraggio nel mandare via tanti corrotti che sottraevano risorse senza fare niente per la Tunisia. Non tutti sono d’accordo con lui, ma a mio giudizio la maggioranza della popolazione ancora lo sostiene. Ogni settimana si alternano manifestazioni a sostegno e manifestazioni contro il Presidente. Tra i contrari ci sono i partiti islamisti. Ma mi sembra evidente che la maggioranza continua e la maggioranza dei cittadini continua a sostenerlo. Adesso, solo il tempo potrà dirci se questa esperienza della nomina di una donna a capo del governo in un Paese arabo potrà rappresentare una esperienza positiva e innovativa per riconoscere e affermare il ruolo delle donne non solo per la società tunisina, ma per i Paesi arabi e per tutta la comunità internazionale”.
Najla Bouden Romdhane, nata nel 1958 a Kairouan, è un ingegnere geologo, professoressa di ingegneria sismica presso la Scuola nazionale di ingegneria di Tunisi. Romdhane ha conseguito un dottorato in geologia presso la Paris School of Mines in ingegneria sismica. Nel 2011 è stata nominata Direttore Generale responsabile della Qualità presso il Ministero dell’Istruzione Superiore e della Ricerca Scientifica. Prima di essere nominata a capo del governo tunisino, Najla Bouden Romdhane era coordinatrice di programmi presso la Banca Mondiale come funzionario interno ai progetti e al Ministero dell’Istruzione Superiore e della Ricerca Scientifica. (GV) (Agenzia Fides 1/10/2021)
 top^ 
 
 
 
AFRICA/SUD SUDAN - La missione è ciò che unisce le diverse espressioni della Chiesa: il Vescovo di Tombura-Yambio esorta alla tutela di sacerdoti e religiosi
 
Tombura-Yambio (Agenzia Fides) – Negli ultimi mesi la contea di Tombura è vittima di violenti scontri tra le due forze rivali che hanno portato allo sfollamento di massa di centinaia di famiglie (vedi Agenzia Fides 22/9/2020). Quasi il 15% della popolazione locale è coinvolta nei gravi episodi di violenza che imperversano in tutto il Paese e in particolare nella diocesi di Tombura-Yambio. “Violenze, omicidi, odio, sfiducia, sfollamenti di massa hanno progressivamente aumentato il livello della nostra povertà al 97% se non al 100%” dice in un accorato appello inviato all’Agenzia Fides Mons. Eduardo Hiiboro Kussala, Vescovo della diocesi, rivolgendosi ai fedeli.
“Sacerdoti, religiosi, catechisti, seminaristi, personale ecclesiastico e altro ancora provengono da quelle comunità etniche che ora abitano la nostra diocesi. Come si comporteranno o si rapporteranno in mezzo a tante ambiguità? In un clima di sfiducia tale, come possiamo rivolgerci ai membri della nostra stessa comunità etnica senza essere sospettati o, viceversa, non essere odiati o diffidati dai membri di altri gruppi etnici?” Il Presule ha redatto un vero e proprio ‘Orientamento’ nel quale sottolinea che l'amore di Dio non ha confini. “Abbiamo bisogno di Dio nelle nostre vite e dobbiamo affidarci a Lui come Suoi veri credenti! Dobbiamo essere costruttori di ponti tra le nostre comunità etniche! Armiamoci tutti di prudenza!” insiste Mons. Hiiboro rivolto ai sacerdoti, religiosi e personale della diocesi.
Parlando invece all’intera popolazione il Presule esorta a proteggere, rispettare e aiutare sacerdoti e religiosi, in tutte le occasioni di pericoli, e di rivolgersi alle autorità ecclesiastiche competenti prima di accusare pubblicamente qualcuno. Allo stesso modo, il Vescovo incoraggia i sacerdoti ad evitare occasioni che possono alimentare perplessità.
“Chi siamo come sud sudanesi? Prima, durante e dopo la nostra indipendenza, nel 2011, non abbiamo mai discusso apertamente le questioni controverse. Non abbiamo mai deciso che tipo di società sud sudanese vogliamo. Ecco perché la società oggi è plasmata da etnie, politiche negative e da altre alleanze false o parassitarie! Stiamo raccogliendo i frutti di tutte le cose terribili che abbiamo sofferto o lasciato irrisolte. A tutti noi credenti rivolgo il mio appello di proteggere la nostra Chiesa! Il ruolo della Chiesa nella nostra società è grazia! Vi chiedo di aiutarmi a proteggere i nostri sacerdoti, religiosi, catechisti, seminaristi, personale e tutto il personale della Chiesa!”
“I sacerdoti e i religiosi non sono angeli, sono umani e vulnerabili, commettiamo errori. Qualsiasi tipo di problema va affrontato. Dobbiamo creare un ambiente in cui ognuno abbia la libertà di essere ciò che vuole, secondo la legge del proprio paese o ciò che richiede la coscienza. Ciò che unisce queste diverse espressioni della Chiesa è la missione della Chiesa e la sua visione dello sviluppo” conclude Mons. Hiiboro. “La visione della pace e dello sviluppo è radicata nella dignità intrinseca di tutte le persone, in quanto fatte a immagine e somiglianza di Dio, aventi uguale valore. È una visione di un mondo trasformato che riflette il Regno di Dio, dove tutte le persone, le etnie, le comunità e la terra, possono prosperare e dove tutte le persone e le istituzioni lavorano per il bene comune. (HK/AP) (Agenzia Fides 1/10/2021)
 top^ 
 
 
 
AFRICA/UGANDA - Evangelizzazione e carità missionaria, in vista della Giornata missionaria mondiale
 
Kampala (Agenzia Fides) - L'evangelizzazione e la carità sono parte integrante della missione della Chiesa, che vive per evangelizzare e che comunica all'umanità l'amore di Cristo: lo dice all’Agenzia Fides p. Pontian Kaweesa, Direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie (POM) in Uganda, a margine di un incontro organizzato in vista della Giornata Missionaria Mondiale del 24 ottobre 2021. Dopo aver diffuso il messaggio del Papa e del tema della Giornata Missionaria Mondiale ( dal titolo «Non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato») , in un recente incontro su piattaforma digitale con i direttori diocesani delle POM di tutte le 19 diocesi dell'Uganda, si è parlato di nuove modalità digitali di animazione e di raccolta fondi.
Tre i punti oggetto di approfondimento: nuovi mezzi di animazione delle diocesi; la preparazione della Giornata Missionaria Mondiale; il ricorso a innovativi mezzi digitali per la raccolta di fondi. Per il primo punto, i partecipanti hanno suggerito l'uso dei mezzi di comunicazione digitali per trasmettere la Parola di Dio e le preghiere da diffondere nelle famiglie e nei gruppi parrocchiali, anche utilizzando le radio e le TV locali, fondamentali durante il lockdown imposto dalla pandemia.
Per la preparazione della Giornata Missionaria Mondiale si auspica che, se la pandemia allenta la morsa, si consenta la celebrazione senza particolari restrizioni. In ogni caso la recita del rosario missionario in ogni famiglia, gruppo, congregazione religiosa resta fondamentale. A proposito della raccolta di fondi da destinare a progetti missionari, si pensa di creare una lista di appartenenza per ciascuna delle Pontificie Opere e di ricorrere a mezzi digitali per le donazioni. Nel mese di ottobre saranno inoltre mandati in onda, a cura dall'Ufficio Nazionale delle POM, programmi di informazione e animazione su Radio Maria, Uganda, Radio Sapientia e sulla Televisione Cattolica dell'Uganda (UCTV).
(EG) (Agenzia Fides 1/10/2021)
 top^ 
 
 
 
ASIA/INDIA - I cristiani celebrano la Giornata nazionale di preghiera per ricordare il Mahatma Gandhi
 
New Delhi (Agenzia Fides) - In occasione della nascita del Mahatma Gandhi, eroe nazionale dell'India, i cristiani indiani di tutte le confessioni celebrano una Giornate nazionale di preghiera il 2 ottobre, in quella che è stata proclamata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite come "Giornata internazionale della non violenza". Il tema di quest'anno è "Preghiera per la nostra nazione: un grido al Dio vivente per la pace e l'integrità dell'India". “La nostra nazione ha bisogno di una intensa preghiera, mentre stiamo attraversando un momento critico della storia dell'India” dice all'Agenzia Fides Mons. Thottumarickal, Vescovo di Indore e tra i leader della "United Christian Prayer for India" (UCPI), rete interconfessionale di comunità cristiane.
Il Vescovo invita i fedeli a ricordare la figura del "Mahatma" come "anima autentica dell'India": “Vi incoraggio a condurre la preghiera per quest'anno nelle vostre rispettive aree. Come fedeli delle Chiese di tutta la nazione, vogliamo pregare per i responsabili politici e di tutte le comunità”.
Secondo Mons. Thottumarickal, la preghiera funziona come strumento che coinvolge: si consiglia di tenerla preferibilmente in un luogo pubblico, cioè fuori dall'edificio della chiesa, invitando i leader politici e i funzionari locali, come quelli del governo locale e i membri delle ONG, in particolare coloro che lavorano per i poveri. Inoltre, sono incoraggiati incontri pubblici di preghiera promossi da parte delle donne e dei giovani. "Celebrando il 2 ottobre, anniversario della nascita di Gandhi, un'icona globale della non violenza, chiediamo di pianificare incontri di preghiera ecumenici, con cristiani di diverse confessioni” afferma il Vescovo Thottumarickal, notando che sono i benvenuti anche membri delle altre comunità religiose. "L'India, con tutta la sua diversità, ha bisogno della preghiera per promuovere la convivenza, l'amore e la fratellanza tra tutti i cittadini", conclude.
Dal 2014, i cristiani indiani hanno avviato la rete UCPI con lo scopo di pregare per la nazione e per i suoi leader. “Come nazione, confessiamo umilmente i nostri peccati di corruzione, ingiustizia, disuguaglianza di status e di opportunità nella nostra società; riconosciamo le atrocità commesse contro persone vulnerabili; i crimini contro donne e bambini; la discriminazione basata su classe, casta, credo, tribù, etnia e genere; favoritismi e nepotismi; lo sfruttamento del territorio e delle risorse naturali; l'abuso di potere e posizione; l' appropriazione indebita di fondi pubblici; l'aver ignorato quanto ci dice Dio”, dice all'Agenzia Fides Sagar Parichha, leader laico cristiano dell'Odisha, nell'India orientale, che prenderà pare alla preghiera del 2 ottobre nello stato. E aggiunge: "Affidiamo la madre patria al Signore perchè possa scaldare i cuori e aiutarci a costruire una nazione giusta, pacifica, rispettosa della dignità umana, proprio come voleva il Mahatma Gandhi".
(SD-PA) (Agenzia Fides 1/10/2021)





 top^ 
 
 
 
AMERICA/VENEZUELA - Indagine nazionale (ENCOVI): povertà ai massimi livelli, diminuisce l’occupazione, solo il 5% degli emigrati rientra
 
Caracas (Agenzia Fides) – Nell'ultimo anno la povertà estrema è aumentata in Venezuela di oltre l'8%, l'occupazione formale ha perso 1,3 milioni di posti di lavoro e la copertura educativa è diminuita del 5%. Sono i dati rilevati dall'Istituto di ricerca economica e sociale (IIES) dell'Università cattolica Andrés Bello (UCAB), per l'indagine nazionale sulle condizioni di vita (ENCOVI) dell'anno 2021, effettuata tra febbraio e marzo, in 22 stati, interpellando 17.402 famiglie. Secondo la nota pervenuta all’Agenzia Fides, lo studio rileva che la povertà in Venezuela rimane ai “massimi livelli possibili, del 94,5%”, mentre la povertà estrema continua a crescere e copre i due terzi delle famiglie del paese, il 76,6%, con un aumento di 8,9 punti, dal 67,7% dell'anno scorso.
Nella presentazione dello studio, trasmessa su YouTube e Zoom, il rettore dell'UCAB, p. Francisco José Virtuoso, s.j., ha rilevato "con grande preoccupazione, che lo Stato e i settori politici prestano poca attenzione a questi studi… Né vediamo che le organizzazioni di cooperazione internazionale, al di là del loro interesse a conoscere queste cifre, approfittano di questo input per rendere più efficace il loro lavoro”. In vista delle prossime elezioni di novembre, p. Virtuoso spera che questi dati siano valutati dai candidati per rivedere i loro piani di azione, e ha invitato i cittadini a conoscere queste informazioni e a farne uso. "Speriamo anche che gli elettori richiedano a coloro che si propongono come candidati, delle linee di azione per fronteggiare le gravi sfide presentate in questo studio" ha sottolineato.
Per il Professor Luis Pedro España i fattori che hanno maggiormente influenzato la qualità della vita dei venezuelani nell'ultimo anno sono stati la crisi del carburante e le misure preventive contro il Covid-19. La combinazione di questi due fattori ha portato "la metà dei venezuelani in età produttiva a essere gettati nell'inattività e coloro che continuano a lavorare lo fanno in condizioni molto più precarie rispetto agli anni precedenti". "La povertà estrema continua a coprire due terzi delle famiglie del paese" ha detto l'esperto, inoltre nell'ultimo anno il numero di famiglie in povertà multidimensionale – cioè in privazione o deterioramento di condizioni come istruzione, alloggio, accesso ai servizi pubblici, reddito e occupazione – è passato dal 64,8% al 65,2%, cioè un aumento di 0,4 punti percentuali. Sebbene la percentuale sembri bassa, tra il primo ENCOVI del 2014 e quello di quest'anno – meno di un decennio – le famiglie entrate in una condizione di povertà multidimensionale sono aumentate di 25,9 punti percentuali, passando dal 39,3% al 65,2%.
Un altro aspetto messo in luce dal Professore riguarda la disuguaglianza: il Venezuela risulta infatti il paese più disuguale dell’America, "dal momento che il 10% delle persone con il miglior reddito concentra il 40% di tutto il reddito nazionale". Tuttavia, ha spiegato, il problema in questo momento non è la disuguaglianza, ma è la produzione. “Se questo Paese non produce, continueremo ad essere poveri. Perché questo avvenga, devono esserci cambiamenti importanti in modo che si generi fiducia, che ci siano investimenti, certezze, che si abbiano istituzioni affidabili. Devono avvenire una serie di cambiamenti che oggi non sembrano intraversi”.
La professoressa Anitza Freitez, Demografa, coordinatrice del Progetto ENCOVI, ha sottolineato le conseguenze della chiusura dei centri educativi a causa della pandemia, e gli effetti negativi che ciò ha causato sulla copertura educativa a tutte le età, in particolare all'istruzione iniziale e universitaria. Tra il periodo 2019-2020 e il 2021, la copertura educativa globale (per le persone tra i 3 e i 24 anni) è scesa di 5 punti percentuali, dal 70% al 65%, e rispetto al 2014 (copertura del 73%) il calo è di 8 punti percentuali. Anche le disuguaglianze sociali nei processi di apprendimento sono state ampliate, a causa dell'adozione dell'istruzione a distanza senza fornire il supporto necessario a insegnanti e studenti, nonché alle famiglie in modo che possano svolgere l'accompagnamento richiesto.
Un altro aspetto affrontato dallo studio è quello delle recenti migrazioni. La maggior parte di coloro che se ne sono andati dal Venezuela, circa 5 milioni, sono uomini; quasi la metà sono giovani dai 15 ai 29 anni, il 90% se si considera la fascia di età tra i 15 e i 49 anni; la ragione principale dell'emigrazione rimane la necessità di cercare lavoro in un altro paese (86%), la seconda ragione, che sta aumentando, corrisponde al ricongiungimento familiare. La migrazione recente attraversa l'intero spettro sociale. Due migranti su tre hanno uno status regolare, perché hanno acquisito la cittadinanza di un altro paese (12%), hanno un permesso di soggiorno permanente (16%) o un permesso temporaneo (33%). Tre su cinque inviano aiuti in denaro o in natura al loro domicilio di origine, per il 57% dei casi 1 o 2 volte al mese. La professoressa Freitez ha rilevato che "nonostante la pandemia, la percentuale di rimpatriati è piuttosto piccola: il ritorno dei migranti nel paese raggiunge solo il 5% di coloro che se ne sono andati”. (SL) (Agenzia Fides 01/10/2021)
LINK
Per maggiori informazioni -> https://proyectoencovi.com
 top^ 
 
 
 
AMERICA/BOLIVIA - Tre religiose muoiono di Covid-19 nel loro servizio di assistenza agli anziani abbandonati
 
Oruro (Agenzia Fides) – Suor María Hilda Arteaga Flores, sour María Isabel Agip Sánchez e sour Asunción Bravo Rivas, della Congregazione delle Hermanitas de los Ancianos Desamparados (Piccole Suore degli Anziani Abbandonati, HAD), sono morte a causa del Covid-19, virus che hanno contratto nell'esercizio del loro lavoro missionario, prendendosi cura degli anziani ospiti della Casa "La Sagrada Familia".
Come informa la nota della Conferenza episcopale, suor Asunción Bravo Rivas è morta il 22 settembre, mentre suor María Hilda Arteaga Flores e sour María Isabel Agip Sánchez sono morte il 29 settembre. Giovedì 30 settembre, nella Cattedrale di Oruro, Mons. Krzysztof Bialasik, Vescovo di questa Chiesa locale, ha presieduto la Messa esequiale per le religiose, chiedendo per loro al Signore il premio della vita eterna, per la loro attenzione disinteressata ai fratelli della terza età.
Le Hermanitas de los Ancianos Desamparados sono una congregazione religiosa di Diritto pontificio fondata il 27 gennaio 1873 a Barbastro (Huesca, Spagna) dal venerable Saturnino López Novoa e da Santa Teresa Jornet. Il loro fine specifico è l’esercizio costante della virtù della carità cristiana verso gli anziani più vulnerabili, accogliendoli in un ambiente familiare e provvedendo a tutte le loro necessità, materiali, affettive e spirituali. Attualmente circa 2.000 religiose sono presenti in 204 case di 19 paesi. Le ultime fondazioni sono state in Mozambico, Filippine, Guatemala, Paraguay e El Salvador. (SL) (Agenzia Fides 01/10/2021)

venerdì 24 settembre 2021

Agenzia Fides 24 settembre 2021

 

VATICANO - Papa Francesco ai Vescovi d’Europa: chiediamo aiuto ai Santi, invece di lamentarci dei tempi cattivi
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – “Tanti in Europa pensano che la fede sia qualcosa di già visto, che appartiene al passato”. Ciò succede “Perché non hanno visto Gesù all’opera nelle loro vite. E spesso non lo hanno visto perché noi, con le nostre vite non lo abbiamo mostrato abbastanza. Perché Dio si vede nei visi e nei gesti di uomini e donne trasformati dalla sua presenza”. Così Papa Francesco ha ricordato di nuovo a tutti i battezzati che la fede cristiana si confessa e si comunica nel mondo attraverso la testimonianza, intesa non come ‘mobilitazione’ e “prestazione” di apparati e operatori pastorali, ma come riflesso del cambiamento che Cristo stesso può operare nelle vite di chi porta il suo nome. L’occasione colta dal Vescovo di Roma per riproporre il dinamismo intimo di ogni missione e di ogni opera apostolica, è stata la concelebrazione eucaristica da lui presieduta nel pomeriggio di giovedì 23 settembre nella Basilica di San Pietro, con i partecipanti all’Assemblea plenaria del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (C.C.E.E.), in occasione del 50° della sua istituzione. Rivolgendosi a vescovi appartenenti a Chiese di antica fondazione, il Successore di Pietro ha tratteggiato con cenni efficaci le strade che conviene percorrere e i criteri che conviene seguire per riproporre la salvezza annunciata dal Vangelo anche a chi oggi vive nei Paesi del Vecchio Continente, segnati da avanzati processi di de-cristianizzazione.
Papa Francesco ha richiamato con realismo gli effetti più eclatanti prodotti in Europa dalla “deforestazione” della memoria cristiana. Nelle terre europee – ha riconosciuto il Papa – “i templi si svuotano e Gesù viene sempre più dimenticato”. E ciò accade in primis non perché gli attuali abitanti dell’Europa siano diventati più cattivi, ma “perché manca chi faccia loro venire l’appetito della fede e riaccenda quella sete che c’è nel cuore dell’uomo: quella «concreata e perpetua sete» di cui parla Dante (Paradiso, II,19) e che la dittatura del consumismo, dittatura leggera ma soffocante, prova a estinguere”. In tale condizioni – ha aggiunto il Papa – i cristiani d’Europa sembrano presi da una sorta di torpore: appaiono “tranquilli perché in fondo non ci manca nulla per vivere”, e non sembrano lasciarsi attraversare dall’inquietudine che invece dovrebbero provare “nel vedere tanti fratelli e sorelle lontani dalla gioia di Gesù”.
Nella sua omelia, il Pontefice ha accennato in maniera sintetica e efficace alle false soluzioni, agli atteggiamenti fuorvianti a alle reazioni inconcludenti che prevalgono in ambienti ecclesiali davanti al venir meno di ogni relazione vitale tra il cristianesimo e il vissuto reale delle popolazione europee. La prima delle “risposte sbagiate” passate velocemente in rassegna dal Papa è quella di chi si lamenta del mondo e accusa la cattiveria dei tempi: “È facile” ha notato il Vescovo di Roma “giudicare chi non crede, è comodo elencare i motivi della secolarizzazione, del relativismo e di tanti altri ismi, ma in fondo è sterile”. L’altra pista che porta fuori strada è quella del ripiegamento che cerca protezione e consolazione creando isole felici, concepite come dei ‘mondi a parte’: “Oggi in Europa” – ha rimarcato Papa Francesco - noi cristiani abbiamo la tentazione di starcene comodi nelle nostre strutture, nelle nostre case e nelle nostre chiese, nelle nostre sicurezze date dalle tradizioni, nell’appagamento di un certo consenso”. Una introversione che spesso finisce per prendere le forme dell’auto-occupazione ecclesiale, la deriva che spinge tanti a “concentrarsi sulle varie posizioni nella Chiesa, su dibattiti, agende e strategie, e perdere di vista il vero programma, quello del Vangelo”. Queste reazioni fuorvianti hanno spesso l’unico effetto di dilatare il deserto. Perché “se i cristiani, anziché irradiare la gioia contagiosa del Vangelo, ripropongono schemi religiosi logori, intellettualistici e moralistici” ha fatto notare il Pontefice “la gente non vede il Buon Pastore. Non riconosce Colui che, innamorato di ogni sua pecora, la chiama per nome e la cerca per mettersela sulle spalle”.
Nell’omelia pronunciata davanti ai vescovi europei, il Successori di Pietro non si è comunque limitato a mettere in guardia da tentazioni e reattività che possono irretire gli apparati ecclesiali. Il Pontefice ha suggerito anche dove può venire, per grazia, una ripartenza dell’opera apostolica nelle terre europee.
In primis, il Vescovo di Roma ha invitato tutti a attingere di nuovo alla “Tradizione vivente” della Chiesa, sorgente inestinguibile che non ha niente a che fare con le mode clericali segnate da “quel ‘restaurazionismo del passato che ci uccide, ci uccide tutti”. Attingere alla Tradizione vivente della Chiesa – ha rimarcato il Papa – aiuta a “guardare insieme all’avvenire, non a restaurare il passato”. Conviene sempre “ripartire dalle fondamenta, dalle radici – ha insistito il Pontefice - perché da lì si ricostruisce: dalla Tradizione vivente della Chiesa, che ci fonda sull’essenziale, sul buon annuncio, sulla vicinanza e sulla testimonianza. Da qui si ricostruisce, dalle fondamenta della Chiesa delle origini e di sempre, dall’adorazione a Dio e dall’amore al prossimo, non dai propri gusti particolari, non dai patti e negoziati che possiamo fare adesso, diciamo, per difendere la Chiesa o difendere la cristianità”. Concretamente – ha suggerito il Papa – nella Chiesa c’è da semtre una via semplice e privilegiata per attingere alle sorgenti vive della fede, che consiste nel guardare al volto dei santi, e seguire i passi di coloro nelle cui vite opera in maniera efficace e sperimentabile la grazia di Cristo. Anche i grandi santi dell’Europa – ha ricordato Papa Francesco - “Hanno messo in gioco la loro piccolezza, fidandosi di Dio. Penso ai Santi come Martino, Francesco, Domenico, Pio che ricordiamo oggi; ai patroni come Benedetto, Cirillo e Metodio, Brigida, Caterina da Siena, Teresa Benedetta della Croce”. Tutti costoro – ha sottolineato il Papa – hanno visto cambiare la propria vita accogliendo la grazia di Dio. Non si sono preoccupati dei tempi bui, delle avversità e di qualche divisione, che c’è sempre stata. Non hanno perso tempo a criticare e colpevolizzare. Hanno vissuto il Vangelo, senza badare alla rilevanza e alla politica. Così, con la forza mite dell’amore di Dio, hanno incarnato il suo stile di vicinanza, di compassione e di tenerezza – lo stile di Dio: vicinanza, compassione e tenerezza –; e hanno costruito monasteri, bonificato terre, ridato anima a persone e Paesi: nessun programma “sociale” fra virgolette, solo il Vangelo. E con il Vangelo sono andati avanti”.
Anche oggi, come ai tempi descritti nei Vangeli – ha proseguito il Papa nella parte finale della sua omelia “Questo amore divino, misericordioso e sconvolgente, è la novità perenne del Vangelo. E domanda a noi, cari Fratelli, scelte sagge e audaci, fatte in nome della tenerezza folle con cui Cristo ci ha salvati. Non ci chiede di dimostrare, ci chiede di mostrare Dio, come hanno fatto i Santi: non a parole, ma con la vita”. Per aiutare anche l’Europa di oggi, “malata di stanchezza” , a “ritrovare il volto sempre giovane di Gesù e della sua sposa”. (GV) (Agenzia Fides 24/9/2021)
 top^ 
 
 
 
AFRICA/UGANDA - Riaperti i luoghi di culto dopo la chiusura a causa della seconda ondata di Covid-19
 
Kampala (Agenzia Fides) – Il presidente ugandese Yoweri Museveni ha annunciato la riapertura dei luoghi di culto dopo lo stop di oltre un anno. Nel mese di giugno 2020, infatti, tutti i luoghi di culto del paese vennero chiusi e vietati al pubblico a causa della forte impennata dei casi di Coronavirus.
Secondo le informazioni diffuse dalla piattaforma social Ugandan Catholics Online, Museveni ha dato indicazioni precise. “Limitare il numero dei fedeli contemporaneamente a non più di 200 a condizione che il luogo di culto possa garantire un distanziamento fisico di 2 metri da entrambi i lati e un'adeguata aerazione, totale adesione a tutte le normative previste, tra le quali il lavaggio delle mani/uso di disinfettanti a base di alcol, monitoraggio della temperatura e uso costante di mascherine per il viso da parte di tutti i fedeli, compresi il coro e i celebranti.”
Il presidente ha invitato i leader cattolici a collaborare con il governo per mobilitare la popolazione a vaccinarsi e a seguire tutte le altre misure di controllo. Al 22 settembre 2021, l'Uganda contava 123.502 casi confermati di Covid19, 3135 decessi e 340 ricoveri in ospedali, sia privati che pubblici”.
(AP) (Agenzia Fides 24/09/2021)
 top^ 
 
 
 

ASIA/INDIA - I Vescovi si oppongono alla legge anti-conversione in Karnataka
 
Bangalore (Agenzia Fides) - I dieci Vescovi cattolici dello stato del Karnataka, nel Sud dell'India, hanno espresso al Primo ministro dello stato, Basavaraj Bommi, profonda preoccupazione per una proposta di legge che intende vietare le conversioni religiose nello stato. Guidando una delegazione che ha incontrato il Primo Ministro il 22 settembre, Mons. Peter Machado, Arcivescovo di Bangalore, ha presentato un Memorandum su varie questioni che toccano la vita dei cristiani in Karnataka. Secondo l'Arcivescovo Machado, agitare lo spauracchio di "conversioni forzate" è dannoso e inutile, e la Chiesa cattolica esprime tutto il suo disappunto.
La comunità cristiana nello stato gestisce centinaia di scuole, collegi e ospedali in varie diocesi. E milioni di studenti studiano in istituti educativi gestiti da cristiani. Milioni di persone beneficiano di queste istituzioni. A nessuno di costoro - sottolineano i Vescovi - si consiglia di abbracciare il cristianesimo. Potrebbero essersi verificati alcuni casi minori, ma sono stati gonfiati a dismisura, ha affermato l'Arcivescovo Machado. "La proposta di legge anti-conversione ha lo scopo di diffamare il cristianesimo", ha sottolineato l'Arcivescovo. La comunità cristiana infatti, si assume la piena responsabilità morale di non indulgere in alcun modo nel promuovere conversioni forzate: "Non costringiamo nessuno", ha detto.
Nel Memorandum consegnato al Primo Ministro, i Vescovi notano che qualsiasi legge anti-conversione potrà causare "problemi nei rapporti inter-comunitari e disordini non necessari" , generando dichiarazioni e reazioni controverse e portando subbuglio nella società e nelle comunità religiose.
Il 21 settembre, Goolihatti Shekhar, membro dell'Assemblea legislativa statale e appartenente al partito nazionalista indù Bharatiya Janata Party (BJP), ha sollevato la questione nel Parlamento dicendo: “I missionari evangelici cristiani stanno indulgendo in una dilagante campagna di conversione religiosa nel mio collegio elettorale di Hosadurga. Hanno convertito al cristianesimo circa 20.000 persone di religione indù”.
In risposta a questo appunto, il presidente della Assemblea legislativa, Visheshwara Hegde Kageri, ha affermato che molti stati dell'India hanno già emanato leggi per frenare le conversioni religiose e ha proposto che il Karnataka possa avere una legge simile. Intervenendo nel dibattito, il ministro dell'Interno Araga Jnanedra ha affermato che il governo del Karnataka studierà le leggi in materia di altri stati e presenterà una propria versione. Il governo statale - ha detto - intende approfondire la questione per porre fine alle conversioni religiose operate con la forza e altre lusinghe.
La Costituzione indiana prevede che i cittadini abbiano la libertà di "professare, praticare e propagare" la religione. Tuttavia diversi stati della Federazione indiana hanno attuato e promulgato leggi o regolamenti per scoraggiare o vietare le conversioni religiose: sono Odisha, Uttar Pradesh, Arunachal Pradesh, Chhattisgarh, Gujarat, Jharkhand, Himachal Pradesh, Madhya Pradesh e Uttrakhand.
Il Karnataka è governato dal partito BJP, al cui interno membri e politici si dimostrano ostili alle comunità religiose minoritarie. Seguendo una ideologia diffusa nel BJP (la cosiddetta "Hindutva"), alcuni vorrebbero trasformare l'India da paese laico a stato teocratico indù.
(SD-PA) (Agenzia Fides 24/9/2021)
 top^ 
 
 
 
ASIA/LIBANO - Raphaël Bedros XXI Minassian è il nuovo Patriarca di Cilicia degli Armeni
 
Roma (Agenzia Fides) - Il Sinodo dei Vescovi della Chiesa Patriarcale di Cilicia degli Armeni, convocato dal Santo Padre a Roma il 22 settembre 2021, ha eletto giovedì 23 settembre Patriarca di Cilicia degli Armeni, Raphaël François Minassian, finora Arcivescovo titolare di Cesarea di Cappadocia degli Armeni e Ordinario per i fedeli armeni cattolici dell’Europa Orientale. L’eletto ha assunto il nome di Raphaël Bedros XXI Minassian.
Il nuovo Patriarca armeno cattolico è nato il 24 novembre 1946 a Beirut. Ha compiuto gli studi presso il Seminario Patriarcale di Bzommar (1958-1967) e ha studiato Filosofia e Teologia alla Pontificia Università Gregoriana (1967-1973). Ha frequentato il corso di specializzazione in psicopedagogia presso la Pontificia Università Salesiana. Il 24 giugno 1973 è stato ordinato sacerdote come membro dell’Istituto del Clero Patriarcale di Bzommar. Dal 1973 al 1982 è stato Parroco della Cattedrale Armena di Beirut, dal 1982 al 1984 Segretario del Patriarca Hovannes Bedros XVIII Kasparian, e dal 1984 al 1989 incaricato di fondare il complesso parrocchiale della Santa Croce di Zalka, Beirut.
Dal 1975 al 1989, Raphaël François Minassian è stato Giudice al Tribunale Ecclesiastico della Chiesa Armena a Beirut. Ha insegnato liturgia armena all’Università Pontificia di Kaslik dal 1985 al 1989 e nel 1989 è stato trasferito negli Stati Uniti d’America, dove ha lavorato per un anno come Parroco a New York. Successivamente, fino al 2003, è stato Parroco per gli Armeni Cattolici in California, Arizona e Nevada.
Dal 2004, Minassian ha diretto Telepace Armenia, di cui è Fondatore. Nel 2005 è stato nominato Esarca Patriarcale di Gerusalemme ed Amman per gli Armeni. Il 24 giugno 2011 è stato nominato Ordinario per i Fedeli Armeni Cattolici dell’Europa Orientale, con assegnazione da parte del Santo Padre della Sede titolare vescovile di Cesarea di Cappadocia degli Armeni e del titolo di Arcivescovo ad personam. (Agenzia Fides 24/9/2021)
 top^ 
 
 
 
AMERICA/VENEZUELA - “Ho sempre agito per la difesa della libertà, della giustizia e dei diritti del popolo venezuelano”: il testamento spirituale del Cardinale Urosa Savino
 
Caracas (Agenzia Fides) - Ieri, 23 settembre, il Cardinale Baltazar Porras, a nome dell'arcidiocesi di Caracas, ha comunicato la morte del Cardinale Jorge Urosa Savino, Arcivescovo emerito di Caracas, cui è seguita la nota della Conferenza Episcopale del Venezuela. La triste notizia ha molto colpito il popolo venezuelano, in quanto il Porporato era ben voluto e rispettato non solo in America Latina, dove era molto conosciuto. Il 28 agosto aveva compiuto, in ospedale, 79 anni. Era stato contagiato dal coronavirus più di un mese fa, e subito l'infezione era apparsa molto aggressiva.
Una settimana fa, l'Arcidiocesi di Caracas aveva pubblicato una riflessione, scritta dal Cardinale Urosa alla fine dello scorso agosto, in cui tra l’altro affermava: “Esprimo il mio grande affetto per il popolo venezuelano e la mia assoluta dedizione alla sua libertà, alle sue istituzioni, alla difesa dei diritti del popolo di fronte agli abusi che sono stati commessi dai governi nazionali. E in questo atteggiamento, ho sempre agito, non per odio o rancore, ma per la difesa della libertà, della giustizia e dei diritti del popolo venezuelano. Quindi spero che il Venezuela esca da questa situazione molto negativa".
Il Cardinale Jorge Liberato Urosa Savino, Arcivescovo Metropolita emerito di Caracas, era nato nella capitale venezuelana il 28 agosto 1942. Dopo aver compiuto gli studi primari e secondari presso il collegio «La Salle» di Tienda Honda, Caracas (1948-1959), ha frequentato il triennio filosofico nel Seminario interdiocesano di Caracas (1959-1962) e, per la Teologia, il «St. Augustine's Seminary» di Toronto, Canada, (1962-1965). A Roma, presso la Pontificia Università Gregoriana (1965-1971), ha conseguito la Laurea (1967) e il Dottorato in Teologia (1971). Aveva ricevuto l'ordinazione sacerdotale il 15 agosto 1967 e quella episcopale il 22 settembre 1982, creato Cardinale da Benedetto XVI nel Concistoro del 24 marzo 2006.
(CE) (Agenzia Fides 24/09/2021)
 top^ 
 
 
 
AMERICA/PERU' - La Chiesa sempre disponibile alla collaborazione con lo Stato nei settori sociale, educativo e sanitario, per il bene comune
 
Lima (Agenzia Fides) - La presidenza della Conferenza Episcopale Peruviana il 22 settembre ha avuto un incontro con la presidente del Congresso della Repubblica, María del Carmen Alva Prieto, presso le strutture del Congresso della Repubblica. Durante l'incontro è stata ribadita la disponibilità della Chiesa ad aiutare e a collaborare con il Congresso in particolare nei settori sociale, educativo e sanitario del Paese. L'incontro si è svolto in un clima di fraternità, cordialità e amicizia sociale. La Chiesa peruviana prosegue così nella sua agenda di incontri con le diverse istanze del Congresso della Repubblica per contribuire alla costruzione del bene comune del Paese.
All'incontro erano presenti Monsignor Miguel Cabrejos Vidarte, Presidente della Conferenza Episcopale e Presidente del Consiglio episcopale latinoamericano (Celam); Monsignor Robert Prevost, Vescovo di Chiclayo e secondo Vicepresidente; Monsignor Norberto Strotmann, Vescovo di Chosica e segretario generale; padre Guillermo Inca, Vicesegretario della Conferenza Episcopale peruviana.
L'incontro è servito anche per calmare una certa tensione popolare creatasi a causa dei tanti commenti e dibattiti dopo la morte in carcere del capo di Sendero Luminoso, avvenuta pochi giorni fa. L'Arcivescovo di Lima, Monsignor Carlos Castillo, aveva celebrato una messa il 12 settembre con i principali responsabili del Gruppo Speciale dell'Intelligence Peruviana, nella Cattedrale di Lima, proprio nell'anniversario della storica cattura di Abimael Guzmán, leader del gruppo terroristico Sendero Luminoso.
Nell'omelia l’Arcivescovo aveva detto: “Se ora abbiamo la possibilità di una democrazia, anche con i suoi problemi, è perché Voi avete seminato quel seme di speranza per il Paese. Siete la forza che dobbiamo avere per continuare quel cammino di speranza che avete iniziato in una domenica come oggi. Facciamo ogni sforzo per essere semi di speranza ed essere un miracolo per il nostro popolo".
(CE) (Agenzia Fides 24/09/2021)
 top^ 
 
 
 
AMERICA/COLOMBIA - La centralità del kerygma nell'azione evangelizzatrice della Chiesa: nell’Ottobre missionario inizia un corso on line
 
Bogotà (Agenzia Fides) - Con l'obiettivo di continuare nel modo migliore l’impegno di evangelizzazione in questi tempi di pandemia e post-pandemia, il Centro per l'Animazione Missionaria della Conferenza Episcopale della Colombia (CEC), ha organizzato un programma di formazione per evidenziare la centralità del kerygma cristiano in tutta l'azione evangelizzatrice della Chiesa. Come spiega nella nota pervenuta all’Agenzia Fides, Padre Ramiro Antonio López, direttore del Dipartimento di Animazione Missionaria della CEC, si tratta di 7 incontri virtuali che saranno offerti gratuitamente, attraverso la piattaforma Zoom, ogni martedì dal 5 ottobre al 16 novembre, alle ore 19.
"Il Kerigma è il contenuto fondamentale dell'evangelizzazione, è il primo annuncio che riceviamo - afferma il sacerdote -. Abbiamo visto la necessità di presentare questo Kerygma con una sfumatura missionaria, cioè molto testimoniale, esperienziale, con un linguaggio vicino che possa raggiungere tutto il popolo di Dio. Questo corso sarà focalizzato con una tinta molto marcata per la missione, per questo vogliamo iniziarlo nel mese di ottobre, dedicato alle missioni".
L'invito a partecipare è rivolto a laici, religiosi, religiose e anche sacerdoti che vogliono approfondire questo tema e che desiderano prepararsi meglio per continuare il cammino dell’ evangelizzazione. I temi fondamentali degli incontri sono: introduzione al Kerygma; l'amore di Dio; Dio ha mandato suo Figlio per salvarci; colui che crede sarà salvato; convertirsi e credere al Vangelo; i figli di Dio nascono solo dallo Spirito. (SL) (Agenzia Fides 24/09/2021)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

Vita Cattolica: L’ex Caserma Piave nei “viaggi della memoria” di Monika Pascolo

  Palmanova. L’ex Caserma Piave nei “viaggi della memoria” 18 Maggio 2024 Quelle stanze furono scenario di feroci torture e uccisioni. Un lu...