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giovedì 16 settembre 2021

vatican News 15 settembre 2021

 

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Vatican News

Le notizie del giorno

15/09/2021

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Francesco a colloquio con i giornalisti sul volo di ritorno dalla Slovacchia ha parlato del dialogo con le autorità ungheresi, di antisemitismo e dei vaccini, come pure della comunione ai politici che approvano leggi abortiste 

Cerimonia di Congedo dalla Slovacchia all’Aeroporto di Bratislava
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L'aereo Alitalia con a bordo il Papa e il suo seguito è decollato dall'aeroporto di Bratislava alle 13.48 per far rientro a Roma alle 15.21. L’ultima tappa del ... 

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Francesco conclude il viaggio apostolico con la Messa nel Santuario di Šaštín, per la Solennità della Madonna dei Sette Dolori, patrona della Slovacchia. ... 

La statua dell'Addolorata nella Basilica dei Sette Dolori della Vergine Maria
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L’ultimo giorno del viaggio apostolico si apre con il Papa in preghiera assieme ai vescovi del Paese nella Basilica dei Sette Dolori della Vergine, santuario in ... 

Viaggio Apostolico a Budapest e Slovacchia Divina Liturgia Bizantina di San Giovanni Crisostomo
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Le immagini esclusive di Vatican Media raccontano le tappe percorse da Francesco in Europa centrale 

SANTA SEDE E CHIESA NEL MONDO

Santuario dei Sette Dolori della Vergine Maria in Slovacchia- Sastin
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Oggi, l'ultima giornata del Papa in Slovacchia si svolge per lo più al Santuario nazionale mariano di Šaštín, da secoli meta di pellegrinaggio. Francesco giunge ... 

Il Papa a Sastin
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Da Šaštín Francesco oggi saluterà la Slovacchia dopo quattro giorni intensi in cui si è rinsaldato il legame con il popolo 

La rosa d'oro donata dal Papa alla statua della Madonna dei Sette dolori nel Santuario di Šaštin
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La religiosa slovacca di Maria Ausilatrice costretta a lasciare il Paese nell’84. Giunta in Italia, ora assiste suore anziane e malate. In questi giorni ha ... 

Napoli, raccolta dei farmaci per l'Elemosineria apostolica
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Farmaci del valore di 62mila euro sono stati consegnati ieri all'Elemosiniere del Papa, il cardinale Konrad Krajewski, nuova tappa di un percorso di ... 

Intronizzazione patriarca Mar Awa III
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In un messaggio consegnato dal presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, gli auguri di Francesco al nuovo Catholicos ... 

La tomba di Don Puglisi nella cattedrale di Palermo
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Ricorre oggi l’anniversario della morte del parroco del quartiere palermitano Brancaccio, ucciso dalla mafia 28 anni fa. Maurizio Artale del Centro Padre ... 

Don Roberto Malgesini
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La diocesi e la città di Como lo ricorderà in modo particolare oggi, primo anniversario della sua morte. Don Malgesini era un uomo di preghiera e di azione, ... 

Rifugiati afghani all'interno dell'Hangar 5 della base aerea di Ramstein, in Germania
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Alle 21 nella parrocchia dei Santi Fabiano e Venanzio, si celebrerà la Giornata di digiuno e preghiera per il Paese asiatico. Nel corso della preghiera anche la ... 

I cambiamenti climatici influiscono anche sulle condizioni di vita di milioni di persone nel mondo, come accade ad esempio in Bangladesh
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Un’economia che vada oltre i modelli tradizionali del mercato, sviluppando conoscenze e responsabilità consapevoli, indicando strade e azioni. E’ uno degli ... 

lunedì 13 settembre 2021

I viaggi di Papa Francesco al centro dell'Europa

 


EUROPA/SLOVACCHIA - Papa Francesco a Bratislava: “Il ‘centro’ della Chiesa non è la Chiesa”
 
Bratislava (Agenzia Fides) – “Voglio raccontarvi un episodio: tempo fa, è arrivata la lettera di un vescovo. Parlando di un nunzio, scriveva: noi siamo stati 400 anni sotto i turchi, e abbiamo sofferto; poi abbiamo avuto 50 anni con il comunismo, e abbiamo sofferto; ma i sette anni sotto quel nunzio sono stati peggiori degli altri due periodi”. Il gustoso aneddoto è stato raccontato da Papa Francesco, in una delle aggiunte “a braccio” che il Pontefice ha inserito nel discorso pronunciato stamane, lunedì 13 settembre, nel secondo giorno della sua visita apostolica in Slovacchia. L’inciso ha suscitato ilarità tra quanti si erano raccolti nella Cattedrale di San Martino, a Bratislava, per prendere parte all’incontro del Papa con vescovi, sacerdoti, religiose, religiosi, seminaristi e catechisti della nazione centro-europea. “Quanti” ha aggiunto Papa Francesco “possono dire lo stesso del vescovo o parroco? Senza libertà la cosa non va”
L’inciso del nunzio “opprimente” è stato aggiunto dal Papa nei passaggi del testo ufficiale che ponevano l’accento sulla libertà come connotato distintivo di ogni autentica avventura cristiana. L’intero intervento papale si è articolato intorno a tre espressioni – libertà, creatività e dialogo delineate dal Pontefice come i tre tratti che appaiono più consoni e connaturali al modus operandi della Chiesa e alla sua missione di annuncio del Vangelo nel tempo presente.
“La Chiesa” ha insistito il Successore di Pietro nella parte introduttiva del suo intervento “non è una fortezza, un potentato, un castello situato in alto che guarda il mondo con distanza e sufficienza”, ma è piuttosto “la comunità che desidera attirare a Cristo con la gioia del Vangelo, è il lievito che fa fermentare il Regno dell’amore e della pace dentro la pasta del mondo”. La strada propria della missione della Chiesa sarà sempre quella di “essere umile come Gesù, che si è svuotato di tutto, che si è fatto povero per arricchirci”, ed “è venuto ad abitare in mezzo a noi e a guarire la nostra umanità ferita”. Solo nella sequela di Cristo – ha suggerito il Papa – si vincono anche i ripiegamenti e le introversioni di ogni ‘autoreferenzialità’ ecclesiale: “il centro della Chiesa” ha ricordato il Vescovo di Roma “non è la Chiesa. Usciamo dalla preoccupazione eccessiva per noi stessi, per le nostre strutture, per come la società ci guarda. Immergiamoci invece nella vita reale della gente”.
Per sua natura – ha proseguito il Papa – la novità del Vangelo si comunica accettando il “rischio” della libertà e cercando con creatività vie nuove per annunciare la salvezza promessa da Cristo nei contesti e nei condizionamenti culturali in cui vivono le donne e gli uomini di ogni tempo.
“Nella vita spirituale ed ecclesiale” ha spiegato il Papa soffermandosi sulla consonanza tra l’annuncio del Vangelo e la libertà “c’è la tentazione di cercare una falsa pace che ci lascia tranquilli, invece del fuoco del Vangelo che ci inquieta e ci trasforma. Le sicure cipolle d’Egitto sono più comode delle incognite del deserto. Ma una Chiesa che non lascia spazio all’avventura della libertà, anche nella vita spirituale, rischia di diventare un luogo rigido e chiuso. Forse alcuni sono abituati a questo; ma tanti altri – soprattutto nelle nuove generazioni – non sono attratti da una proposta di fede che non lascia loro libertà interiore, da una Chiesa in cui bisogna pensare tutti allo stesso modo e obbedire ciecamente”. La Chiesa di Cristo – ha aggiunto il Papa non vuole dominare le coscienze e occupare gli spazi, vuole essere una “fontana” di speranza nella vita delle persone”.
La caratteristica della creatività come tratto proprio di ogni opera apostolica è stato tratteggiato dal Papa attraverso ampi riferimenti all’avventura missionaria dei Santi Cirillo e Metodio, gli “apostoli” che portarono l’annuncio el Vangelo nelle terre dell’Europa orientale. “Cirillo e Metodio percorsero insieme questa parte del continente europeo e, ardenti di passione per l’annuncio del Vangelo, arrivarono a inventare un nuovo alfabeto per la traduzione della Bibbia, dei testi liturgici e della dottrina cristiana”. I due fratelli santi “furono creativi nel tradurre il messaggio cristiano, furono così vicini alla storia dei popoli che incontravano da parlarne la loro lingua e assimilarne la cultura. Anche oggi – ha aggiunto il Papa – il compito più urgente della Chiesa presso i popoli dell’Europa consiste nel “trovare nuovi ‘alfabeti’ per annunciare la fede”. Nelle terre dove una ricca tradizione cristiana rimane ormai per tanti solo “il ricordo di un passato, che non parla più e non orienta più le scelte dell’esistenza – ha proseguito il Papa - non giova lamentarsi, trincerarsi in un cattolicesimo difensivo, giudicare e accusare il mondo; serve la creatività del Vangelo”. Conviene seguire i suggerimenti del “grance creativo”, che è “los Spirito Santo”: E “se con la nostra pastorale non riusciamo a entrare più per la via ordinaria, cerchiamo di aprire spazi diversi, sperimentiamo altre strade. Cirillo e Metodio lo hanno fatto e ci dicono questo: non può crescere il Vangelo se non è radicato nella cultura di un popolo, cioè nei suoi simboli, nelle sue domande, nelle sue parole, nel suo modo di essere. I due fratelli – ha proseguito ilPontefice - furono ostacolati e perseguitati molto, lo sapete. Venivano accusati di eresia perché avevano osato tradurre la lingua della fede. Ecco l’ideologia che nasce dalla tentazione di uniformare”. Mentre il vero annunciatore del Vangelo – ha suggerito il Papa , in un’altra aggiunta al testo ufficiale – è come il contadino, che semina a poi va a casa e dorme, e non si alza sempre a vedere se il seme fiorisce e la pienta cresce, perche sa che “è Dio che fa crescere”.
Nella parte conclusivo del suo intervento, il Papa ha delineato anche l’apertura al dialogo come tratto distintivo di ogni autentica dinamica ecclesiale, richiamando la figura di una Chiesa che non punta a creare un “gruppetto selettivo,” ma che al contrario “sa dialogare con il mondo, con chi confessa Cristo senza essere ‘dei nostri’, con chi vive la fatica di una ricerca religiosa, anche con chi non crede”. Il ricordo delle ferite – ha aggiunto il Papa, con implicito riferimento al recente passato dei Paesi dell’Est europeo – “può far scivolare nel risentimento, nella sfiducia, perfino nel disprezzo, invogliando a innalzare steccati davanti a chi è diverso da noi. Le ferite, però, possono essere varchi, aperture che, imitando le piaghe del Signore, fanno passare la misericordia di Dio, la sua grazia che cambia la vita e ci trasforma in operatori di pace e di riconciliazione”. Come esempio di questo miracolo possibile, Papa Francesco ha riproposto la figura del cardinale slovacco Jan Korec (che negli anni del comunismo era sopravvissuto lavorando anche come spazzino), suscitando applausi e commozione tra i presenti. Korec – ha ricordato Papa Francesco - era “un Cardinale gesuita, perseguitato dal regime, imprigionato, costretto a lavorare duramente finché si ammalò. Quando venne a Roma per il Giubileo del 2000, andò nelle catacombe e accese un lumino per i suoi persecutori, invocando per loro misericordia. Questo è Vangelo. Questo è Vangelo. Cresce nella vita e nella storia attraverso l’amore umile e paziente”. (GV) (Agenzia Fides 13/9/2021)
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EUROPA/UNGHERIA - Papa Francesco a Budapest: l’Eucaristia ci libera dai falsi messianismi
 
Budapest (Agenzia Fides) – La Chiesa «proviene dalla sorgente che è Cristo, ed è inviata perché il Vangelo, come un fiume d’acqua viva, raggiunga l’aridità del mondo e del cuore dell’uomo». E l’opera apostolica può smarcarsi sempre dal rischio «di annunciare una falsa messianicità, secondo gli uomini e non secondo Dio», se rimane sospesa ai gesti di salvezza operati da Cristo stesso nei sacramenti, cioè all’operare di Colui che nell’Eucaristia offre se stesso «come Pane spezzato, come Amore crocifisso e donato» e «regna in silenzio sulla croce». Imparagonabile ai «messia potenti adulati dal mondo». Così, nell’omelia pronunciata domenica 12 settembre a Budapest, durante la messa conclusiva del 52esimo congresso eucaristico internazionale, Papa Francesco ha riproposto il mistero dell’Eucaristia anche come sorgente di ogni autentico dinamismo missionario.
Prima della Celebrazione eucaristica, nell’incontro con i vescovi ungheresi, il Pontefice aveva riproposto il mistero dell’eucaristia anche come luce che illumina le esperienze martiriali disseminate lungo il cammino della Chiesa nella storia. «Nel Pane e nel Vino» dell’Eucaristia – ha detto il Papa nella prima parte del discorso rivolto ai Vescovi della Nazione magiara «vediamo Cristo che offre il suo Corpo e il suo Sangue per noi. La Chiesa di Ungheria, con la sua lunga storia, segnata da una incrollabile fede, da persecuzioni e dal sangue dei martiri» ha aggiunto il Papa «è associata in modo particolare al sacrificio di Cristo. Tanti fratelli e sorelle, tanti vescovi e presbiteri hanno vissuto ciò che celebravano sull’altare: sono stati macinati come chicchi di grano, perché tutti potessero essere sfamati dall’amore di Dio; sono stati torchiati come l’uva, perché il sangue di Cristo diventasse linfa di vita nuova; sono stati spezzati, ma la loro offerta d’amore è stata un seme evangelico di rinascita piantato nella storia di questo popolo».
Ai membri dell’episcopato ungherese, il Vescovo di Roma ha proposto alcune «indicazioni» e incoraggiamenti riguardo alla loro missione, svolta in un contesto «in cui cresce il secolarismo e si affievolisce la sete di Dio». A volte – ha detto tra l’altro il Pontefice - «quando la società che ci circonda non sembra entusiasta della nostra proposta cristiana, la tentazione è quella di chiuderci nella difesa delle istituzioni e delle strutture», mentre conviene sempre tener presente che «le strutture, le istituzioni, la presenza della Chiesa nella società servono solo a risvegliare nelle persone la sete di Dio e a portare loro l’acqua viva del Vangelo». Un segno distintivo di un autentico dinamismo apostolico – ha aggiunto tra le altre cose il Papa, alludendo anche alle chiusure e insofferenze emerse in Ungherida davanti ai flussi migratori – si può riconoscere nella disponibilità a «aprirci all’incontro con l’altro», invece di chiuderci in una rigida difesa della nostra cosiddetta identità». L’appartenenza alla propria identità – ha insistito il Successore di Pietro - «non deve mai diventare motivo di ostilità e di disprezzo degli altri, bensì un aiuto per dialogare con culture diverse». (GV) (Agenzia Fides 13/9/2021)

lunedì 6 settembre 2021

Vatican news 5 settembre 2021

 

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Vatican News

Le notizie del giorno

05/09/2021

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Presi dalla fretta, da mille cose da dire e da fare, non troviamo il tempo per fermarci ad ascoltare chi ci parla. All’Angelus della prima domenica di settembre il Papa si sofferma sulla guarigione del sordomuto narrata nel Vangelo di Marco. Al termine della preghiera mariana ricorda il popolo ... 

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Nel dopo Angelus Francesco ha levato la sua preghiera per la popolazione afgana tutta: per chi è rimasto, per chi è in transito, per chi è nei Paesi di ... 

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Il pellegrinaggio in Ungheria e Slovacchia che inizierà domenica prossima viene ricordato dal Papa al termine dell’Angelus, nel giorno in cui si apre il ... 

SANTA SEDE E CHIESA NEL MONDO

Il cardinale Parolin-foto d'archivio
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La situazione nel Paese asiatico e la questione dei vaccini sono alcuni dei temi di cui ha parlato il cardinale Parolin, durante la sua visita a Montevergine, ... 

Messa per l'inizio del Congresso Eucaristico Internazionale, Budapest
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In attesa di Papa Francesco e con l’omelia del cardinale Angelo Bagnasco, presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa, si è aperto l’evento ... 

Preghiera e servizio: le due direttrici dell'azione della Caritas
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"Rinnovati nell'impegno" è la raccolta di poesie e preghiere scritte dagli operatori dell'organismo Cei, da sempre impegnato nella tutela dei più vulnerabili. ... 

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

The Chosen ...é sufficiente per me...posso fare molto con questo ..

Ed egli disse: «Portatemeli qui». E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull'erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occ...