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mercoledì 9 settembre 2020

Agenzia Fides 9 settembre 2020

 

EUROPA/SPAGNA - Verso la Giornata Missionaria Mondiale: “Nonostante le avversità, non ce ne andremo!” videomessaggio di speranza dei missionari di tutto il mondo
 
Madrid (Agenzia Fides) - Di fronte all'incertezza creata dalla pandemia, la Chiesa missionaria mostra la sua volontà unanime di restare in missione, tra la gente. Le Pontificie Opere Missionarie (POM) della Spagna lanciano un video internazionale in cui missionari di tutto il mondo e rappresentanti delle Chiese locali dei territori di missione uniscono le loro voci per lanciare un messaggio di speranza al mondo. Questo video, iniziativa di varie Direzioni nazionali delle Pontificie Opere Missionarie, invita a “scaldare i motori” nel cammino verso la Giornata Missionaria Mondiale, che si svolgerà il 18 ottobre in tutto il mondo.
"Il mondo è cambiato e tutto sembra incerto ... Le vite sono cambiate ...". Inizia così il video #WeAreStilHere (# SeguimosAquí), che mostra in modo corale vari missionari e rappresentanti dei territori di missione. “Ma lasciate che vi diciamo una cosa: una cosa è certa. Non ce ne andremo" continua. “Non ci arrenderemo, perché siamo missionari. Con Dio non c'è niente di impossibile”. Concludono quindi con l’invito a partecipare al loro lavoro.
Il video raccoglie le testimonianze di responsabili di circoscrizioni ecclesiastiche di territori di missione, come il Cardinale Charles Maung Bo, Arcivescovo di Yangon (Myanmar), o il gesuita spagnolo Kike Figaredo, Prefetto apostolico di Battambang (Cambogia), e di missionari di varie nazionalità. Tra questi il Padre bianco spagnolo José María Cantal Rivas, che in Algeria lavora nel dialogo interreligioso; suor Veronika, missionaria croata che si trova nelle Isole Salomone, con la comunità Buma; P. Anton, missionario maltese in Guatemala, parroco nella foresta pluviale; suor Francise, missionaria irlandese in Pakistan, che opera tra i più emarginati della società.
Usando lingue diverse che mostrano l'universalità della Chiesa - inglese, francese, italiano, tedesco, spagnolo, maltese, swahili, coreano, tagalog, birmano ... - i missionari lanciano un unico messaggio: la fedeltà alla missione, anche nel momenti avversi come quelli che stiamo vivendo. “Avere una missione è amare. E l'amore rende tutto possibile. Ed è per questo che continueremo qui”. (SL) (Agenzia Fides 9/9/2020)
LINK
Guarda il video della campagna di sensibilizzazione delle POM -> https://www.youtube.com/watch?v=OQuikKxh2mY&feature=youtu.be
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AFRICA/MOZAMBICO - Pandemia e violenze a Capo Delgado: la solidarietà dei Vescovi dell’Africa australe
 

Maputo (Agenzia Fides) – “La violenza, la perdita di vite umane e la realtà degli sfollati nella provincia di Cabo Delgado, nel nord del Mozambico, ci preoccupa profondamente” affermano i membri dell’IMBISA (Inter-Regional Meeting of the Bishops of Southern Africa, che raggruppa i Vescovi di Angola, Botswana, Eswatini, Lesotho, Mozambico, Namibia, São Tomé e Príncipe, Sudafrica e Zimbabwe) in un messaggio di solidarietà ai fedeli della regione, sconvolti dall’emergenza COVID-19 e nel caso specifico di Cabo Delgado dalle violenze dei jihdisti della “Provincia dell’Africa centrale dello Stato islamico” (ISCAP, vedi Fides 17/8/2020).
Le persone vivono nella paura, non solo del COVID-19, ma anche della violenza che viene frequentemente esercitata su di loro” afferma il messaggio pervenuto a Fides, firmato da Sua Ecc. Mons. Lucio Andrice Muandula, Vescovo di Xai-Xai, Presidente dell’IMBISA e pubblicato al termine dell’incontro del Comitato Permanente dell’organizzazione.
“Vogliamo anche, seguendo il buon esempio di Papa Francesco, esprimere la nostra vicinanza e sostegno a Mons. Luiz Fernando Lisboa della diocesi di Pemba, Mozambico, e alla gente di Cabo Delgado. Vi invitiamo a pregare affinché gli sforzi per la pace possano produrre i frutti desiderati in quella bellissima terra. Ricordando il motto della visita papale dello scorso anno in Mozambico, "Speranza, riconciliazione e pace", vi chiediamo di pregare incessantemente affinché la pace possa diventare una realtà nella provincia di Cabo Delgado. Segnali di speranza in questa direzione sono già presenti, il che è molto incoraggiante, come testimoniato dall'incontro del Presidente Felipe Nyusi del Mozambico con Mons. Luiz” afferma il messaggio facendo riferimento all’incontro del 31 agosto tra il Capo dello Stato mozambicano e Sua Ecc. Mons. Luis Fernando Lisboa, Vescovo di Pemba. L’incontro ha permesso di superare una difficile fase di due settimane di crescente tensione tra la Chiesa e lo Stato (vedi 18/8/2020).
La pandemia ha sconvolgo la vita sociale ed economica dei Paesi membri dell’IMBISA. “La nuova pandemia COVID-19 ha causato profondi danni spirituali, sociali, psicologici, economici e medici a molte dei nostri fedeli” sottolineano i Vescovi. “Le celebrazioni eucaristiche hanno dovuto essere annullate o per lo meno frequentate da pochi, sono state sospese le lezioni di catechismo, limitata la partecipazione ai funerali e ridotto il contatto fisico tra i ministri della Chiesa e i fedeli. I protocolli riguardanti COVID-19 hanno fatto sì che molte scuole, luoghi di lavoro e altre strutture per lo sviluppo delle persone siano rimaste chiuse”.” Ciò ha influito sulla salute mentale di molte persone e ha aumentato l'incidenza di molte forme di violenza domestica. L'interruzione dell'attività economica ha causato la perdita di mezzi di sussistenza che a sua volta può portare alla perdita di vite umane causata dalla fame e da altri problemi sociali. Tutti i Paesi dell'IMBISA, già in difficoltà economiche, rimangono con infrastrutture sanitarie fragili e limitate”.
Il messaggio conclude rinnovando l’invito alla preghiera per la fine della pandemia e chiedendo ai governi di evitare la tentazione della corruzione per dare invece alle popolazioni in difficoltà l’assistenza necessaria. (L.M.) (Agenzia Fides 9/9/2020)
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AFRICA - “No alla violenza e sì alla pace”: appello dei Vescovi africani ad un anno dalla visita di Papa Francesco
 
Roma (Agenzia Fides) – Pace, Speranza e Riconciliazione. Sono queste le parole chiave della visita effettuata da Papa Francesco un anno fa in Mozambico, Madagascar e Mauritius, dal 4 al 10 settembre 2019 (vedi Fides4/9/2019), ricorda il messaggio pubblicato per l’anniversario dal Simposio delle Conferenze Episcopali dell'Africa e del Madagascar (SECAM/SCEAM).
“Per papa Francesco tutto si perde con la guerra e tutto si guadagna con la pace. Ha detto: "Con la guerra, molti uomini, donne e bambini soffrono perché non hanno una casa in cui vivere, niente cibo, niente scuole per istruirsi, ospedali per curarsi, chiese per incontrarsi per la preghiera e campi per impiegare la forza lavoro. Molte migliaia di persone sono costrette a spostarsi in cerca di sicurezza e di mezzi per sopravvivere (…) No alla violenza e sì alla pace!” dice il messaggio pervenuto a Fides.
Per il Santo Padre- continua il messaggio- la pace non è solo assenza di guerre, ma impegno instancabile - soprattutto di chi è in posizione di maggiore responsabilità - a riconoscere, garantire e ricostruire concretamente la dignità, così spesso dimenticata o ignorata, dei nostri fratelli e sorelle, in modo che possano sentirsi i principali protagonisti del destino della loro nazione e continente”-
I Vescovi africani ricordano che “Papa Francesco ha insistito sul fatto che per rendere possibile la riconciliazione è necessario superare i tempi di divisione e violenza, di xenofobia e tribalismo. A questo proposito, dobbiamo raccogliere la sfida di accogliere e proteggere i migranti che arrivano in cerca di lavoro e alla ricerca di migliori condizioni di vita per le loro famiglie, di difendere gli incontri ecumenici e interreligiosi e di trovare modi per promuovere la collaborazione tra tutti - cristiani, religioni tradizionali, musulmani - per un futuro migliore per l'Africa”.
“È passato un anno dalla memorabile visita di Papa Francesco in Africa. In effetti, il calore della sua presenza e la ricchezza dei suoi messaggi sono ancora sentiti dalle persone di buon cuore. Tuttavia, atti di violenza brutali sono commessi in diversi Paesi africani, tra cui uno di quelli che il Santo Padre ha visitato lo scorso anno (Mozambico)” recita la conclusione. “In un discorso alla popolazione del Paese in occasione del primo anniversario della storica visita, i Vescovi del Mozambico hanno affermato: “Il Santo Padre ci ha lasciato un messaggio di incoraggiamento, animazione e guida per la nostra situazione attuale. Questo messaggio richiede da noi un impegno forte, continuo e rinnovato per la sua realizzazione”.
“Pertanto, con la presente ripetiamo l'appello di Papa Francesco che; tutti noi dobbiamo dire continuamente "no alla violenza e sì alla pace"; tutti devono unirsi per mano per porre fine alla povertà e tutti devono essere attivamente coinvolti nella cura della nostra casa comune. Ringraziamo Papa Francesco, messaggero di speranza, annunciatore di pace e fautore della riconciliazione” conclude il messaggio. (L.M.) (Agenzia Fides 9/9/2020)
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ASIA/PAKISTAN - Cristiano condannato a morte per "blasfemia"; i Vescovi chiedono una campagna del governo per i diritti delle minoranze
 
Lahore (Agenzia Fides) - Un tribunale di Lahore, capitale della provincia del Punjab pakistano, ha condannato a morte un cristiano per aver commesso "blasfemia": si tratta di Asif Pervaiz, 37 anni, è in carcere dal 2013 con l'accusa di aver inviato messaggi di testo SMS "blasfemi" al datore di lavoro Muhammad Saeed Khokher. Come riferito dall'avvocato Saif-ul-Malook, il legale musulmano che ha difeso anche la cristiana Asia Bibi, il tribunale non ha dato credito alla sua testimonianza, in cui l'uomo negava ogni addebito, e lo ha condannato a morte ieri, 8 settembre. Secondo la versione di Pervaiz, riferita dall'avvocato Malook, "Khokher voleva convincerlo a convertirsi all'Islam e, quando egli non ha acconsentito, lo ha accusato falsamente di blasfemia". Secondo Malook, "si tratta di un altro caso in cui la legge viene utilizzata ingiustamente contro le minoranze religiose". In Pakistan la "Legge di blasfemia" (gli articoli 295 "b" e "c" del Codice penale") prevede l'ergastolo o la pena di morte per il reato di vilipendio al Profeta Maometto, all'Islam o al Corano.
P. Qaisar Feroz OFM Cap, Segretario esecutivo della Commissione per le comunicazioni sociali dei Vescovi cattolici del Pakistan, rileva in un colloquio con l'Agenzia Fides: "La comunità cristiana del Pakistan è profondamente addolorata per la condanna a morte di Asif Pervaiz. Chiediamo vivamente al governo del Pakistan di far sì che si possa riconsiderare la decisione della Corte in modo che sia fatta giustizia. I casi di blasfemia aumentano di giorno in giorno in Pakistan, il che non è affatto un buon segno, per una società dove regna la tolleranza. Raccomandiamo vivamente al Primo Ministro Imran Khan di lanciare una campagna di sensibilizzazione in video per promuovere i diritti delle minoranze e la dignità umana".
Raggiunto dall'Agenzia Fides, padre Mario Rodrigues, prete e parroco a Karachi, commenta: "Pur non conoscendo direttamente il caso, non crediamo alle accuse. Ci sono troppi precedenti e casi di false accuse, in cui si strumentalizza la legge. Nessun cristiano in Pakistan si sognerebbe mai di insultare l'Islam o il Profeta Maometto. Siamo un popolo di persone rispettose verso tutte le religioni, tantopiù nella condizione in cui viviamo, sapendo che quello della blasfemia è un tasto molto delicato. Siamo tristi perchè le strumentalizzazioni e gli abusi della legge continuano. E' tempo di fare giustizia e reale uguaglianza per tutti i cittadini pakistani: anche i musulmani sono spesso vittime di false accuse".
Vi sono attualmente almeno 80 persone in prigione in Pakistan per il reato di "blasfemia", e almeno la metà di lro rischia l'ergastolo o la pena di morte. le persone accusate in base alle legge sono principalmente musulmani, in un paese in cui il 98% della popolazione segue l'Islam ma, come notano la gli attivisti cristiani della Commissione "Giustizia e pace" dei Vescovi cattolici pakistani, "la legge prende di mira in modo sproporzionato membri di minoranze religiose come cristiani e indù".
Vi sono inoltre casi di esecuzioni extragiudiziali, dato che leader radicali esortano i militanti a "farsi giustizia da soli", uccidendo persone ritenute colpevoli di blasfemia, anche se non sono condannate in tribunale o sono accusate falsamente. Secondo la Ong "Centro per la giustizia sociale", fondata e guidata dal cattolico pakistano Peter Jacob, a partire dal dal 1990, almeno 77 persone sono state uccise in esecuzioni extragiudiziali, in relazione ad accuse di blasfemia: tra gli uccisi vi sono persone accusate di blasfemia, i loro familiari, avvocati e giudici che hanno assolto gli accusati del reato. L'ultimo clamoroso omicidio del genere è avvenuto alla fine luglio, quando un uomo pakistano, ma con cittadinanza americana, Tahir Ahmad Naseem, 57 anni, accusato di blasfemia e sotto processo a Peshawar, è stato colpito a morte con sei colpi di arma da fuoco dal 19enne musulmano Faisal, mentre si trovava dentro al palazzo del tribunale di Peshawar.
A partire dal 2017, dopo una serie di sit-in di protesta su larga scala, i partiti politici di matrice islamica hanno incluso con sempre maggiore frequenza la questione della "difesa della legge di blasfemia" nelle loro piattaforme e agende politiche. Il partito politico Tehreek-e-Labbaik Pakistan (TLP), formato dal leader Khadim Hussain Rizvi conduce una dura aperta campagna per la difesa delle legge sulla blasfemia. Attivisti, Ong, gruppi religiosi non islamici ne chiedono la revisione per evitare gli abusi della legge e l'uso improprio come "arma" per vendette private.
(PA) (Agenzia Fides 9/9/2020)
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ASIA/MALAYSIA - Un Vescovo nel Comitato per il Piano di unità nazionale, "per costruire l'armonia e il bene comune"
 
Kuching (Agenzia Fides) - "Vivo questa nomina come un servizio al bene comune per aiutare il governo a promuovere la pace, l'armonia, la comprensione, la solidarietà e lavorare per lo sviluppo": come appreso dall'Agenzia Fides, con queste parole l'Arcivescovo di Kuching, mons. Simon Peter Poh Hoon Seng, ha accolto la nomina a membro dello speciale Comitato federale per il Piano d'azione per l'unità nazionale (2021-2025). L'Arcivescovo è uno dei 20 rappresentanti del Sarawak, l'unico stato della Federazione della Malaysia che è a maggioranza cristiana. Lo speciale Comitato governativo, composto da leder della società civile, uomini politici, personalità di rilievo nel mondo della cultura e della religione, ha il compito di assistere e sostenere il Ministero dell'Unità Nazionale (Kementerian Perpaduan Negara) nella sua azione di rafforzare l'armonia tra i cittadini nella società malaysiana, multiculturale, multietnica e multireligiosa. Il Comitato è in linea con l'aspirazione del governo che intende consolidare l'unità nazionale come fondamento dell'economia, della politica e della stabilità sociale in Malaysia.
Il governo malaysiano ha lanciato nei giorni scorsi uno speciale sondaggio popolare tra i cittadini per raccoglier opinioni sul Piano d'azione per l'unità nazionale (2021-2025), con lo scopo di raccogliere contributi e idee per applicare i principi del "Rukun Negara" e con l'intento di avere suggerimenti su programmi, iniziative e attività idonei ad promuovere l'unità. Il documento del "Rukun Negara" ("Principi nazionali") è la dichiarazione della filosofia alla base della nazione, approvata a partire dalla proclamazione della "Giornata nazionale", nel 1970. Mons. Seng è stato, accanto a funzionari governativi, responsabili di ONG, capi di associazioni, tra coloro che hanno partecipato al lancio e hanno illustratole finalità e obiettivi sondaggio popolare: si intente, infatti coinvolgere il più possibile la società civile, con una azione capillare affinchè il "Piano per l'unità" non venga percepito come "calato dall'alto", ma divenga reale espressione di una volontà popolare.
L'Arcivescovo è persona apprezzata da leader religiosi e politici, sempre impegnato a mantenere buone relazioni interreligiose e con le istituzioni. Da anni il suo impegno è riconosciuto in programmi e attività che mirano al miglioramento della società, e a promuovere l'armonia tra persone di diverse fedi.
Il Sarawak è lo stato più grande della Federazione della Malaysia. Situato sul Borneo malaysiano, copre un'area quasi uguale a quella della Malesia peninsulare. La capitale, Kuching, la maggiore città del Sarawak, è l centro economico dello stato e la sede del governo dello stato del Sarawak. Si tratta di uno stato caratterizzato dal pluralismo etnico, culturale e linguistico e religioso. I principali gruppi etnici sono Iban, Malay, Chinese, Melanau, Bidayuh e Orang Ulu. Su popolazione del Sarawak era di 2,6 milioni di abitanti (censimento 2015) il Sarawak è l'unico stato della Malesia dove i cristiani (42,6%) sono più numerosi dei musulmani (32,2%). Altre comunità religiose professano buddismo, induismo, culti tradizionali o animisti.
(SD-PA) (Agenzia Fides 9/9/2020)
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AMERICA/CUBA - Per la prima volta i media hanno trasmesso la festa religiosa della Vergine della Carità
 
L'Avana (Agenzia Fides) - La televisione cubana ha trasmesso la solenne Eucaristia in onore della Vergine della Carità, patrona di Cuba, celebrata la mattina di ieri, 8 settembre, nel suo santuario di El Cobre, una cittadina vicino alla città di Santiago de Cuba. A Cuba finora non erano mai stati trasmessi eventi religiosi dai media del governo, quindi tale gesto viene considerato come l'inizio di una nuova epoca.
La messa, presieduta da Mons. Dionisio García, Arcivescovo di Santiago de Cuba, è stata trasmessa in differita, alla sera, da uno dei canali nazionali della televisione cubana, in spirito di collaborazione tra la Chiesa e lo Stato, affinché il rito religioso potesse raggiungere il maggior numero di fedeli durante l’attuale pandemia di Covid-19.
Lo stesso Presule aveva spiegato la scorsa settimana che i festeggiamenti previsti per il giorno della festa della Vergine si sarebbero adeguati alle misure preventive a causa dell'epidemia. Solo un gruppo ristretto di fedeli ha assistito alla messa nella Basilica del Cobre.
Anche le radio provinciali trasmettono da domenica scorsa le preghiere dei Vescovi di ciascuna diocesi, come atto di venerazione della Vergine della Carità, che ogni anno per la sua festa vede radunarsi migliaia di cubani devoti alla loro Santa Patrona.
Conosciuta tra i cubani come la 'Vergine Mambisa', poiché venerata dai combattenti per l'indipendenza cubana, che secondo la storia portarono la sua immagine sui campi di battaglia, fu proclamata Patrona di Cuba da Papa Benedetto XV nel 1916.

mercoledì 22 gennaio 2020

Agenzia Fides 22 gennaio 2020

AFRICA/KENYA - La buona gestione del Creato al centro della campagna quaresimale
 
Nairobi (Agenzia Fides) - “Crediamo che tutto ciò che Dio ha creato sia buono. L'uomo è stato creato a immagine e somiglianza di Dio e gli è stato comandato di governare razionalmente la creazione per produrre i frutti dalla terra” ha affermato Sua Ecc. Mons. John Oballa Owaa, Vescovo di Ngong, e Presidente della Commissione Giustizia e Pace della Conferenza Episcopale del Kenya, nel presentare la campagna della Quaresima di quest’anno. Con il tema “La buona amministrazione per una nazione trasformata ... Il mio impegno”, l’iniziativa quaresimale si inserisce nella campagna per la lotta alla corruzione lanciata dai Vescovi il 5 ottobre 2019 a Subukia a Nakuru (vedi Fides 6/11/2019).
Il Presidente di “Giustizia e Pace” ha ricordato la speciale responsabilità che portano coloro che sono battezzati nel condividere la vita regale, profetica e sacerdotale di Cristo. “La nostra amministrazione deve imitare quella di Cristo. Tutto ciò che abbiamo e siamo appartiene a Dio. Siamo semplicemente manager o amministratori che agiscono per Suo conto” ha sottolineato Mons. Oballa.
Nelle cinque settimane quaresimali a partire dal 22 febbraio 2020, i fedeli keniani saranno chiamati a riflettere sui seguenti argomenti: agricoltura responsabile, gioventù e sviluppo, gestione passata e futura delle risorse naturali.
La campagna promossa dai Vescovi del Kenya vuole essere una risposta all'invito di Papa Francesco nella sua enciclica “Laudato Si '”, ad occuparsi della " casa comune", la terra
Nella quinta e ultima settimana, al centro della riflessione ci sarà la santità e la dignità della vita di ogni persona umana, che è creata a immagine e somiglianza di Dio. (L.M.) (Agenzia Fides 22/1/2020)
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AFRICA/NIGERIA - Ucciso il responsabile di una comunità cattolica nel centro della Nigeria
 
Abuja (Agenzia Fides) - Ucciso il responsabile della chiesa cattolica di Saint Augustine, nella Keana Local Government Area dello Stato Nasarawa, nel centro della Nigeria. Secondo quanto appreso dall’Agenzia Fides, nella mattina del 20 gennaio, alcuni banditi, forse pastori Fulani, hanno assalito la comunità di Abebe, sparando all’impazzata. Nella sparatoria è morto Augustine Avertse, il responsabile della comunità cattolica locale, insieme al padre, Akaa’am Avertse, e ad altre due persone.
Uno dei sopravvissuti, rimasto ferito, afferma che l'attacco non è stato provocato, in quanto non vi era mai stata alcuna forma di incomprensione tra i membri della comunità e i pastori Fulani che vivevano nella zona.
Nel frattempo ha suscitato emozione la conferma dell’uccisione di Lawan Andimi, dirigente locale dell'Associazione Cristiana della Nigeria, che era stato rapito all'inizio di gennaio da Boko Haram nella Michika Local Government Area nello Stato di Adamawa nel nord-est della Nigeria. In un comunicato, il Presidente nigeriano Muhammadu Buhari ha parlato di omicidio “crudele, inumano e deliberatamente provocatorio”, ed ha assicurato che i responsabili “pagheranno caro per le loro azioni”. (L.M.) (Agenzia Fides 22/1/2020)
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ASIA/PAKISTAN - L'avvocato di Asia Bibi: “Troppe pressioni religiose per i casi di blasfemia”
 
Roma (Agenzia Fides) – “In Pakistan gli avvocati che difendono casi di blasfemia sono duramente attaccati, abbandonati e isolati. Sebbene il Corano difenda chi è ingiustamente condannato con false accuse, la mentalità in Pakistan è fortemente condizionata da un pregiudizio religioso. Nel mio caso, ad esempio, quale difensore della cristiana Asia Bibi che era falsamente imputata di blasfemia, sono stato accusato di 'difendere gli infedeli' e sono stato completamente abbandonato ed isolato. Oggi per muovermi ho bisogno di guardie del corpo e potrei essere nel mirino di estremisti. Ma non mi pento di essermi impegnato per la giustizia e per il bene del Pakistan”: lo ha detto all'Agenzia Fides l'avvocato musulmano Saiful Malook, difensore di Asia Bibi, in occasione della “Giornata internazionale dell’avvocato minacciato”, che si celebra il 24 gennaio, iniziativa della “Day of the Endangered Lawyer Foundation", con sede in Olanda.
La celebrazione della Giornata, giunta alla decima edizione, nel 2020 è dedicata al Pakistan, nazione in cui negli ultimi anni “alcuni avvocati sono stati sottoposti ad atti di terrorismo di massa, omicidio, tentato omicidio, aggressioni, minacce di morte, procedimenti di disprezzo, intimidazioni nell'esercizio delle loro funzioni professionali”, rileva una nota della Fondazione pervenuta all’Agenzia Fides. “Sono stati arrestati, detenuti o torturati e in alcuni casi anche i familiari degli avvocati assassinati”, aggiunge. L'aggressione più nota agli avvocati pakistani è avvenuta l'8 agosto 2016 quando i terroristi hanno attaccato l'ospedale governativo di Quetta con un attentato suicida che ha provocato la morte di 54 avvocati, che erano riuniti in quel luogo. Da allora c'è stato un aumento allarmante del numero di avvocati uccisi, con nove vittime nell'ultimo anno.
La Fondazione, con altre organizzazioni partner, ha diffuso un Rapporto sulla situazione attuale degli avvocati in Pakistan, che rileva la difficile situazione in cui vivono e operano numerosi avvocati. Tra loro Saiful Malook che, a causa delle minacce di morte ricevute, ha dovuto chiedere protezione agli Stati dell’Unione Europea. Partecipando a una conferenza organizzata a Roma dall’Unione delle Camere Penali Italiane, il 20 gennaio, Malook ha rimarcato che “nei processi relativi ai casi di blasfemia, gli avvocati difensori degli imputati incontrano criticità e ostacoli: vi è una fortissima pressione religiosa, i giudici sono impauriti e, nella stragrande maggioranza dei casi, accolgono le prove condannando il soggetto accusato di blasfemia”. Solo nei successivi gradi di giudizio – davanti alla Corte di appello e alla Corte Suprema - si può tentare faticosamente di ribaltare le sentenza e far emergere la verità, rileva Malook, “ma lo si fa a proprie spese, mettendo in conto di poter finire nel mirino”, rileva.
Scopo della Giornata è richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica sull'importanza della professione dell'avvocato come difensore dei diritti fondamentali della persona. La Giornata internazionale dell'avvocato minacciato intende ricordare la strage avvenuta il 24 gennaio 1977 a Madrid, quando un commando di terroristi fece irruzione in uno studio di avvocati giuslavoristi, uccidendone cinque e ferendone quattro. (PA) (Agenzia Fides 22/1/2020)


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ASIA/INDIA - Preghiera e adorazione dopo la profanazione del Santissimo Sacramento a Bangalore
 
Bangalore (Agenzia Fides) - Il 24 gennaio l'intera comunità diocesana di Bangalore "è chiamata a fare penitenza e a vivere una speciale preghiera con veglie di Adorazione Eucaristica in riparazione della azione sacrilega e ignominiosa": è l'invito diffuso dall'Arcivescovo Peter Machado, alla guida della comunità cattolica di Bangalore, dopo il furto e la profanazione del Santissimo Sacramento avvenuti in una parrocchia dell'arcidiocesi di Bangalore. Come comunicato a Fides, il furto è avvenuto nella chiesa di San Francesco d'Assisi, nel sobborgo di Kengeri, nella notte del 20 gennaio. Il cappuccino padre Sathish Kumar, parroco della chiesa di San Francesco d'Assisi, ha presentato una denuncia alla polizia locale e sono in corso indagini. "Non solo sono terribilmente scioccato, ma sono anche profondamente rattristato. Questo sacrilegio compiuto verso il nostro Signore e Salvatore è fonte di grande preoccupazione per i parrocchiani, ma tocca i sentimenti religiosi di tutti noi in tutta l'arcidiocesi”, ha scritto l'Arcivescovo in una nota pervenuta a Fides.
Nei primi 19 giorni di gennaio, sono stati segnalati 17 episodi di violenza contro i cristiani in India, afferma lo "United Christian Forum" (UCF), sulla base delle denunce compiute tramite la linea telefonica di assistenza attivata dall'organizzazione, che documenta casi di violenza contro chiese e cristiani in India.
"Un Pastore è stato arrestato. C'è stata una aggressione fisica, mentre alcune attività religiose sono state fermate dalla autorità" ha detto a Fides A.C.Michael, un leader dell'UCF.
John Dayal, giornalista cattolico e attivista per i diritti umani, ha dichiarato a Fides: “La violenza avviene mentre la nazione vede le minoranze religiose discriminate con provvedimenti legislativi come il Citizenship Emendament Act (CAA), National Register of Citizens (NRC) e National Population Register (NPR). C'è uno stato di impunità e una campagna di odio che accompagna e aggrava questi fenomeni". (SD) (Agenzia Fides 22/1/2020)
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AMERICA/VENEZUELA - Ritrovato il corpo del sacerdote scomparso dal 16 gennaio
 
Tachira (Agenzia Fides) – La diocesi di San Cristóbal vive con costernazione la scoperta del corpo senza vita del sacerdote José Manuel Rondón Molina, scomparso dallo scorso giovedì, 16 gennaio. "Con dolore e tristezza devo comunicare che è stato trovato il corpo senza vita di p. Manuel Rondón, preghiamo per lui" ha detto mons. Mario Moronta, Vescovo della diocesi di San Cristobal (Venezuela) dove sono accaduti i tragici fatti.
Il presbitero, 47 anni e sacerdote da 14, risiedeva attualmente nelle vicinanze del convento delle Carmelitane scalze a Rubio, nel comune di Junín. Era direttore spirituale delle suore di clausura, dove tutti i giorni celebrava l'Eucaristia, ma dallo scorso giovedì né le religiose né i suoi parenti avevano saputo più nulla di lui, per cui il Vescovo aveva avvisato le autorità di polizia. Il suo corpo è stato ritrovato in una zona boscosa di Rubio.
La nota inviata a Fides dalla diocesi di San Cristobal, afferma: "La Chiesa di Táchira ripudia questo fatto terribile e quelli simili che accadono quotidianamente nella regione. A sua volta, implora la misericordia di Dio per le persone coinvolte e per il conforto della famiglia e degli amici di padre Manuel Rondón. Poiché il corpo senza vita del sacerdote è stato trovato in uno stato di decomposizione, dopo l'autopsia, che verrà eseguita mercoledì, è molto probabile che debba essere sepolto immediatamente per motivi sanitari e secondo le norme di legge". La diocesi di San Cristóbal informerà tempestivamente del luogo del funerale e chiede ai fedeli di accompagnare con la preghiera l'eterno riposo del sacerdote, conclude la nota.
(CE) (Agenzia Fides, 22/01/2020)
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AMERICA/COSTA RICA - Anno giubilare per i 100 anni della provincia ecclesiastica: “la gioia di essere la Chiesa di Cristo”
 
San José (Agenzia Fides) – Il primo incontro dell’attuale territorio che oggi costituisce la Costa Rica con un annunciatore del Vangelo, il sacerdote fray Alejandro, ebbe luogo nell’ambito del quarto viaggio di Cristoforo Colombo in America, nel 1502. Da allora ebbe inizio un cammino di evangelizzazione che è giunto fino ad oggi, e che ha avuto un momento storico fondamentale con la creazione della Provincia ecclesiastica, un secolo fa, il 16 febbraio 1921. Prima infatti la giurisdizione ecclesiastica di questo territorio apparteneva alla diocesi di Leon, in Nicaragua.
Fu quindi creata l’arcidiocesi di San José, la diocesi di Alajuela e il Vicariato apostolico di Limon, che furono le prime Chiese particolari della nazione, cui nel corso degli anni si aggiunsero le altre, fino alle 8 attuali. Lo ricorda la Conferenza episcopale del Costa Rica, in un comunicato giunto a Fides, con cui annuncia un Giubileo nazionale per il centenario della creazione della provincia ecclesiastica, dal 16 febbraio 2020 al 16 febbraio 2021.
Il centenario della provincia ecclesiastica del Costa Rica coinciderà con il bicentenario dell’indipendenza del Costa Rica, il 15 settembre 2021. “Sarà l’occasione per celebrare con gioia il profondo significato di essere e sentirci Chiesa, una Chiesa che ha saputo accompagnare, illuminare e animare il percorso storico della nostra nazione” scrive la Conferenza episcopale. “Per questo, dal 16 febbraio 2020 al 16 febbraio dell’anno 2021, la Conferenza episcopale del Costa Rica desidera celebrare questo anno centenario della Provincia ecclesiastica nel contesto di un Anno giubilare, così che possa godere delle grazie spirituali e pastorali che questo evento comporta, come segno della gioia di essere la Chiesa di Cristo che si alimenta della Santissima Eucaristia e conta sulla speciale protezione materna della Vergine Maria”.
L’Anno giubilare si aprirà a Limon il 13 febbraio, con la solenne Messa inaugurale e l’apertura della Porta santa. Durante l’anno sono previste celebrazioni e altre iniziative a San José, mentre la conclusione si svolgerà nella diocesi di Alajuela, con il Congresso Eucaristico nazionale, nel febbraio 2021. (SL) (Agenzia Fides 22/1/2020)
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AMERICA/NICARAGUA - Settimana missionaria nella diocesi di Matagalpa: l’obbedienza a Dio porta salvezza, la disobbedienza rovina
 
Matagalpa (Agenzia Fides) – "L'evangelizzatore deve ascoltare la voce di Dio, è un uomo o una donna che cerca, scopre e adempie la volontà di Dio" ha detto Mons. Rolando Alvarez, Vescovo della diocesi di Matagalpa, presiedendo la Santa Messa di Invio Missionario dei gruppi di operatori pastorali della parrocchia di San Ramón, il 17 gennaio. Come informa la nota pervenuta a Fides, centinaia di fedeli, insieme al loro parroco Mons. Isidoro Mora, svolgeranno la missione nei quartieri e nelle comunità rurali della parrocchia, portando le Sacre Scritture e il libro di preghiere offerto dalla Diocesi per questo anno, in cui ogni mese è dedicato ad un santo particolare con un'intenzione speciale.
Durante l'omelia della messa di invio, Mons. Alvarez ha ricordato che grandi miracoli possono accadere quando si è obbedienti alla voce del Signore e dei suoi profeti, perché l'obbedienza a Dio porta salvezza e la disobbedienza porta alla rovina. Quindi il missionario è un uomo o una donna che deve ascoltare la voce di Dio.
La “Settimana missionaria” nella diocesi viene organizzata ogni anno con qualche aspetto diverso. Tenendo conto della prossima “Domenica della Parola di Dio”, Mons. Alvarez ha sottolineato l'impegno missionario che si svolge in un ambiente non tanto propizio ad ascoltare una parola che invita alla giustizia, alla verità, quando il paese non vive una vera democrazia. Ieri ha scritto nel suo Twitter: "Solo una democrazia istituzionale e istituzionalizzata può interrompere i cicli di violenza che abbiamo trascinato". Poche ore fa ha sottolineato: "La base fondamentale di qualsiasi consenso è il rispetto illimitato per la dignità della persona e la libertà di espressione".
L’anno scorso, per la Settimana missionaria, Mons. Alvarez è andato insieme a centinaia di laici impegnati come missionari a predicare anche sugli autobus, annunciando il Regno di Dio e la predilezione dei più piccoli agli occhi di Dio. In particolare il Vescovo tiene in considerazione i giovani, come ha scritto il 14 gennaio: "Gli studenti hanno sempre espresso il loro profondo senso civico, istituzionale e democratico nei momenti appropriati. Hanno anche guadagnato il loro posto al tavolo (di Dialogo Nazionale). La loro riflessione matura e in crescita è un motivo in più perché siano ascoltati con serietà e responsabilità".
(CE) (Agenzia Fides, 22/01/2020)
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OCEANIA/PAPUA NUOVA GUINEA - L’istruzione dei giovani è responsabilità dei politici e dell’intera comunità
 
Bereina (Agenzia Fides) - “Preghiamo e lavoriamo perché il diritto all’educazione di tutti i bambini possa essere davvero riconosciuto, non solo nelle carte o nei discorsi dei politici, ma anche concretamente realizzato dalla cura quotidiana dei loro genitori e comunità”: è l’auspicio di suor Giovanna Bordin, missionaria della “Fraternità Cavanis Gesù Buon Pastore” a Bereina, toccando un tasto molto importante, che anche la politica ha sottolineato di recente. “Il governo è profondamente convinto che l’istruzione è lo strumento che trasformerà e sosterrà la prosperità della Nazione” ha dichiarato in una lettera ufficiale James Marape, Primo Ministro della Papua Nuova Guinea, in prossimità dell’inizio dell’anno scolastico 2020-2021.
Fino allo scorso anno scolastico, in PNG, era in vigore una politica chiamata “Tuition Fee Free Education” (TFF) con la quale lo stato si assumeva piena responsabilità economica delle spese scolastiche. Da quest’anno è stato annunciato che sarà in atto un nuovo sistema chiamato “Government Tuition Fee Subsidy” (GTFS) con il quale lo stato si assumerà l’80% della spese scolastiche, lasciando ai genitori e alle famiglie il compito di coprire il restante 20%, con lo scopo di renderli più responsabili dell’educazione dei loro figli.
“Il governo vuole fermare la sindrome da assistenzialismo che è stata permessa fino ad ora e che si è sviluppata nella cultura papuana”, ha aggiunto Marape. “Il cambiamento della gestione finanziaria è stato deciso per rimotivare i genitori e le comunità a lavorare la terra e a lavorare sodo, a contribuire alla rinascita economica, rinnovando la nostra nazione e fermando la tendenza all’assistenzialismo e la sindrome di dipendenza.” Il Primo ministro continua scrivendo: “Per loro natura i Papuani sono grandi lavoratori, resilienti e indipendenti. Ma per molti anni, il Governo ha adottato e permesso politiche che hanno reso le persone pigre.”
Come spiega suor Bordin a Fides, “questa nuova decisione del governo Marape ha suscitato critiche ma, indipendentemente dalla posizione o dalle simpatie politiche, è certamente importante riconoscere i punti di forza della propria cultura e tenerli vivi, ma anche riconoscere quegli atteggiamenti di pigrizia e assistenzialismo che rischiano di bloccare lo sviluppo della nazione. Ogni iniziativa e decisione che possa aiutare a cambiare è importante, anche se criticata.” “La speranza seminata nell’educare i bambini possa risvegliare anche la forza e la capacità di sacrificio e cura degli adulti”, conclude la missionaria.
(GB/AP) (22/1/2020 Agenzia Fides)

giovedì 8 novembre 2018

Asia Bibi è stata liberata: ora è in una località segreta


Asia Bibi è stata liberata: ora è in una località segreta
Dopo nove anni di carcere, la donna cattolica accusata ingiustamente di aver insultato Maometto, è stata rilasciata. Il governo aveva stipulato un accordo con i radicali islamici per riaprire il caso. Ora si attendono gli sviluppi della vicenda




Sergio Centofanti - Città del Vaticano

Asia Bibi, la donna cattolica di 47 anni, madre di 5 figli, condannata a morte nel 2010 per una falsa accusa di blasfemia e assolta il 31 ottobre scorso dalla Corte Suprema pachistana dopo 9 anni di carcere, è stata liberata ed è stata trasferita, per motivi di sicurezza, in una località segreta. E’ quanto ha detto all'Agenzia France Press il suo avvocato Saif ul-Mulook.

"E' stata rilasciata - ha riferito l’avvocato - Mi è stato detto che era su un aereo ma nessuno sa dove atterrerà". L'ordine di rilascio è arrivato mercoledì al carcere di Multan, nel Punjab, dove la donna era detenuta. Il legale, raggiunto da numerose minacce, ha parlato fuori dal Pakistan, che ha dovuto lasciare affermando di essere in pericolo.

In una conferenza stampa, il portavoce del Ministero degli Esteri di Islamabad, Muhammad Faisal, ha confermato la scarcerazione ma ha smentito le notizie secondo le quali Asia Bibi sarebbe all’estero: “E’ ancora in Pakistan – ha detto - è una libera cittadina e dopo il verdetto del Tribunale può andare dove vuole. Non ci sono restrizioni alla mobilità di un libero cittadino”, ma potrà lasciare il Paese - ha precisato - solo se la Corte Suprema respingerà il ricorso presentato contro la sua assoluzione. Da parte sua, il ministro dell'Informazione Fawad Chaudhry ha definito "irresponsabile" il comportamento di alcuni media per aver diffuso la notizia che Asia Bibi avrebbe lasciato il Paese senza averne conferma. "Il caso Asia Bibi – ha sottolineato - è una questione delicata” e ha invitato “vivamente i media ad agire in modo responsabile".

Il marito di Asia Bibi, Ashiq Masih, ha chiesto asilo per la sua famiglia negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, in Canada o in Italia e Olanda, sostenendo che sarebbe troppo pericoloso per loro rimanere in Pakistan. Asia Bibi, una contadina, era stata arrestata nel giugno del 2009 dopo un diverbio con delle donne musulmane durante una raccolta agricola. E' da quel litigio che nasce la falsa accusa di aver offeso Maometto.


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06/11/2018


La famiglia di Asia Bibi vive nascosta e chiede aiuto all'Italia


Alcuni giorni fa il governo pachistano aveva annunciato il raggiungimento di un accordo con i radicali islamici che avevano paralizzato il Paese con manifestazioni di protestacontro l’assoluzione. Secondo l’intesa il caso di Asia Bibi dovrebbe tornare alla Corte Suprema per un riesame definitivo e la donna dovrebbe essere inserita in una lista speciale che vieta l’espatrio. Gli islamisti avevano annunciato la fine della protesta nazionale ma avvertendo che "se l'accordo non sarà applicato, scenderanno di nuovo in strada". Ora si attendono gli sviluppi della vicenda.

Sia Benedetto XVI che Papa Francesco hanno seguito da vicino il caso. Nel febbraio scorso Papa Francesco aveva ricevuto in Vaticano i familiari di Asia Bibi, definendola una meravigliosa donna martire. Nel novembre del 2010 Benedetto XVI aveva lanciato un appello per la sua liberazione.

mercoledì 31 ottobre 2018

Free Asia Bibi Vatican News 31 ottobre 2018

Vatican News
Le notizie del giorno
31/10/2018
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La Corte suprema del Pakistan ha assolto oggi Asia Bibi, la donna cristiana condannata a morte per presunta blasfemia nel 2010. Ordinato il rilascio immediato. Le prime reazioni del marito e della figlia ad Acs: "Non vedo l’ora di riabbracciare mia madre". Manifestazioni di protesta di gruppi di ... 
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The Chosen ...é sufficiente per me...posso fare molto con questo ..

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