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mercoledì 13 maggio 2020

Da Nazaret una preghiera per la festa della Madonna di Fatima



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"Maria, Madre di Gesù e della Chiesa, noi abbiamo bisogno di Te. Desideriamo la luce che si irradia dalla tua bontà, il conforto che ci proviene dal tuo Cuore Immacolato, la carità e la pace di cui Tu sei Regina".
Preghiera alla Madonna


La maternità di Maria

domenica 13 maggio 2018

Notizie della domenica 13 maggio da Vatican News

VaticanNews
Le notizie del giorno
13/05/2018
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Papa Francesco, al termine del Regina Caeli, ha espresso la sua vicinanza alle comunità cristiane della città di Surabaya, in Indonesia, colpite da una serie di attacchi terroristici con una decina di vittime. 
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Papa Francesco: "L’Ascensione ci esorta ad alzare lo sguardo al cielo, per poi rivolgerlo subito alla terra, attuando i compiti che il Signore risorto ci affida".
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Il 13 maggio la Chiesa celebra la Beata Maria Vergine di Fatima. Nell’occasione, ripercorriamo a ritroso i pellegrinaggi dei Pontefici al Santuario portoghese, ... 
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Il Papa ai giovani che oggi partecipano alla Veglia mariana internazionale presso il nuovo Santuario di San Gabriele dell'Addolorata: "Non innalzate muri, costruite ponti! Unite le sponde degli oceani che vi separano con l'entusiasmo, la determinazione e l'amore di cui siete capaci"
Papa Francesco riceve in dono la Lamborghini
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Rispettando la volontà del Papa, il ricavato della vendita all’asta di una Lamborghini che gli era stata donata, è andato ad opere di carità. 
SANTA SEDE E CHIESA NEL MONDO

martedì 23 maggio 2017

Terra Santa News 19/05/2017


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Terra Santa News 19/05/2017
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lunedì 15 maggio 2017

La Chiesa deve avere cura dei bambini


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I pastorelli santi: la Chiesa deve avere cura dei bambini
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domenica 14 maggio 2017

Maria è una Madre


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Papa: Maria è una madre, non è capo in un ufficio telegrafico
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A Fatima Papa Francesco prega per la pace tra i popoli


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A Fatima Papa Francesco prega per la pace tra i popoli
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Preghiera del Papa alla Vergine di Fatima

La preghiera del Papa alla Madonna di Fatima




giovedì 11 maggio 2017

Fatima 1917-2017 secondo Aleteia

Fine del mondo? No, da Fatima l’inizio di tempi nuovi


Quale valore dare alle rivelazioni dei tre pastorelli? la Chiesa ci spinge a considerarle un aiuto della fede. Melgio ancora, un invito a un cammino di conversione

Sarebbe utile rileggere il commento teologico sulle rivelazioni di Fatima che fece nel 2000 l’allora prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, Joseph Ratzinger.
Il futuro papa Benedetto XVI mise tutto nella giusta cornice, prevenendo le facili suggestioni apocalittiche. Precisò che l’unica rivelazione a cui bisogna attenersi è quella fissata nelle Sacre Scritture. Le altre rivelazioni, cosiddette “private”, quando riconosciute dalla Chiesa, sono semplicemente un aiuto a credere, del quale peraltro non è obbligatorio fare uso.
Di qui il chiarimento: le apparizioni di Fatima non sono predizioni, bensì un ausilio per riconoscere i segni del tempo e trovare la giusta risposta nella fede. In altri termini, è sbagliato considerare le visioni apocalittiche dei tre pastorinhos come preannuncio della fine del mondo; esse sono state piuttosto una messa in guardia alla vigilia dell’era nucleare, mentre crescevano ideologie che esaltavano il potere assoluto dell’uomo, svincolato da qualunque controllo.
L’appello alla penitenza era l’antidoto alla distruzione, facendo leva sulla nostra libertà di seguire la strada del bene. Il domani – spiegò Ratzinger, aprendoci a una concezione dinamica della storia – non è immutabile e le immagini che i tre bambini di Fatima videro non erano un film già fissato in pellicola, ma l’invito a mobilitarsi per un cambiamento in positivo.
La visione della terza parte del Segreto, così angustiante al suo inizio, si conclude con un’immagine di speranza: nessuna sofferenza è vana, e proprio una Chiesa sofferente, una Chiesa dei martiri, diviene segno indicatore per la ricerca di Dio da parte dell’uomo. Dalla sofferenza dei testimoni viene una forza di purificazione e rinnovamento. Vale la parola di Gesù: «Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo» (Giovanni 16,33). Il messaggio di Fatima ci invita ad affidarci a questa promessa.

sabato 15 maggio 2010

VATICANO - Benedetto XVI in Portogallo: “Il campo della missione ad gentes si presenta oggi notevolmente ampliato e non definibile soltanto in base a

VATICANO - Benedetto XVI in Portogallo: “Il campo della missione ad gentes si presenta oggi notevolmente ampliato e non definibile soltanto in base a considerazioni geografiche”

Porto (Agenzia Fides) – “Miei fratelli e sorelle, bisogna che diventiate con me testimoni della risurrezione di Gesù. In effetti, se non sarete voi i suoi testimoni nel vostro ambiente, chi lo sarà al vostro posto? Il cristiano è, nella Chiesa e con la Chiesa, un missionario di Cristo inviato nel mondo. Questa è la missione improrogabile di ogni comunità ecclesiale: ricevere da Dio e offrire al mondo Cristo risorto, affinché ogni situazione di indebolimento e di morte sia trasformata, mediante lo Spirito Santo, in occasione di crescita e di vita”. E’ l’esortazione che il Santo Padre Benedetto XVI ha rivolto ai numerosi fedeli riuniti nell’Avenida dos Aliados della città di Porto, dove ha celebrato la Santa Messa la mattina di venerdì 14 maggio, prima di concludere il suo viaggio apostolico in Portogallo.
Prendendo spunto dalla figura dell’apostolo San Mattia, di cui si celebrava la festa liturgica, nell’omelia il Papa si è soffermato sull’importanza della testimonianza e sul significato della missione. L’ascolto attento della Parola di Dio e la partecipazione alla mensa eucaristica faranno di noi “testimoni e, più ancora, portatori di Gesù risorto nel mondo, recandolo ai diversi settori della società e a quanti in essa vivono e lavorano” ha affermato il Papa, sottolineando che “nulla imponiamo, ma sempre proponiamo, come Pietro ci raccomanda in una delle sue lettere”. L’esperienza insegna “che è Gesù colui che tutti attendono”, poiché “senza Dio l’uomo non sa dove andare e non riesce nemmeno a comprendere chi egli sia” ha ribadito Benedetto XVI.
“Dobbiamo vincere la tentazione – ha proseguito il Pontefice - di limitarci a ciò che ancora abbiamo, o riteniamo di avere, di nostro e di sicuro: sarebbe un morire a termine, in quanto presenza di Chiesa nel mondo, la quale, d’altronde, può soltanto essere missionaria nel movimento diffusivo dello Spirito. Sin dalle sue origini, il popolo cristiano ha avvertito con chiarezza l’importanza di comunicare la Buona Novella di Gesù a quanti non lo conoscevano ancora. In questi ultimi anni, è cambiato il quadro antropologico, culturale, sociale e religioso dell’umanità; oggi la Chiesa è chiamata ad affrontare nuove sfide ed è pronta a dialogare con culture e religioni diverse, cercando di costruire insieme ad ogni persona di buona volontà la pacifica convivenza dei popoli. Il campo della missione ad gentes si presenta oggi notevolmente ampliato e non definibile soltanto in base a considerazioni geografiche; in effetti ci attendono non soltanto i popoli non cristiani e le terre lontane, ma anche gli ambiti socio-culturali e soprattutto i cuori che sono i veri destinatari dell’azione missionaria del popolo di Dio”.
Infine Benedetto XVI ha ribadito che “siamo chiamati a servire l’umanità del nostro tempo, confidando unicamente in Gesù”, in quanto “tutto si definisce a partire da Cristo, quanto all’origine e all’efficacia della missione: la missione la riceviamo sempre da Cristo, che ci ha fatto conoscere ciò che ha udito dal Padre suo, e siamo investiti in essa per mezzo dello Spirito, nella Chiesa. Come la Chiesa stessa, opera di Cristo e del suo Spirito, si tratta di rinnovare la faccia della terra partendo da Dio, sempre e solo da Dio!” (SL) (Agenzia Fides 15/05/2010)

Benedetto XVI pellegrino a Fatima

VATICANO - Benedetto XVI: “Sono venuto a Fatima per pregare, con Maria e con tanti pellegrini, per la nostra umanità afflitta da miserie e sofferenze… per affidare alla materna protezione di Maria i sacerdoti, i consacrati e le consacrate, i missionari e tutti gli operatori di bene”
Fatima (Agenzia Fides) – “Sono venuto a Fatima, perché verso questo luogo converge oggi la Chiesa pellegrinante, voluta dal Figlio suo quale strumento di evangelizzazione e sacramento di salvezza. Sono venuto a Fatima per pregare, con Maria e con tanti pellegrini, per la nostra umanità afflitta da miserie e sofferenze. Infine, sono venuto a Fatima… per affidare alla materna protezione di Maria i sacerdoti, i consacrati e le consacrate, i missionari e tutti gli operatori di bene che rendono accogliente e benefica la Casa di Dio”. Sono le parole pronunciate dal Santo Padre Benedetto XVI durante la Santa Messa che ha presieduto giovedì 13 maggio, Solennità della Beata Maria Vergine di Fátima, sulla spianata del Santuario portoghese, nel 10° anniversario della Beatificazione di Giacinta e Francesco.
Nella sua omelia il Papa ha affidato “al Cielo tutti i popoli e le nazioni della terra” e ha proseguito: “in Dio, stringo al cuore tutti i loro figli e figlie, in particolare quanti di loro vivono nella tribolazione o abbandonati, nel desiderio di trasmettere loro quella speranza grande che arde nel mio cuore e che qui, a Fatima, si fa trovare in maniera più palpabile”. La grande speranza dei cristiani è il Signore, che “nel suo amore misericordioso, offre un futuro al suo popolo: un futuro di comunione con sé” ha spiegato ancora il Pontefice, sottolineando che “la nostra speranza ha fondamento reale, poggia su un evento che si colloca nella storia e al tempo stesso la supera: è Gesù di Nazaret”.
Riferendosi quindi alla “missione profetica di Fatima”, Benedetto XVI ha messo in evidenza che essa non è conclusa, e dopo aver richiamato la pagina biblica dell’assassinio di Abele, ha proseguito: “L’uomo ha potuto scatenare un ciclo di morte e di terrore, ma non riesce ad interromperlo… Con la famiglia umana pronta a sacrificare i suoi legami più santi sull’altare di gretti egoismi di nazione, razza, ideologia, gruppo, individuo, è venuta dal Cielo la nostra Madre benedetta offrendosi per trapiantare nel cuore di quanti le si affidano l’Amore di Dio che arde nel suo”.
La sera di mercoledì 12 maggio il Santo Padre Benedetto XVI si era recato alla Cappellina delle Apparizioni presso la spianata del Santuario, dove ha benedetto le fiaccole della Processione e presieduto la recita del Santo Rosario. Nel suo discorso il Papa si era rivolto ai fedeli con queste parole: “con la candela accesa in mano, sembrate un mare di luce intorno a questa semplice cappella, eretta premurosamente in onore della Madre di Dio e Madre nostra... Però sia Maria che noi stessi non godiamo di luce propria: la riceviamo da Gesù”. Quindi, dopo aver invitato tutti ad imitare Maria nel suo spirito di obbedienza alla volontà di Dio, Benedetto XVI ha detto: “Nel nostro tempo, in cui la fede in ampie regioni della terra, rischia di spegnersi come una fiamma che non viene più alimentata, la priorità al di sopra di tutte è rendere Dio presente in questo mondo ed aprire agli uomini l’accesso a Dio”. Quindi ha esortato: “Non abbiate paura di parlare di Dio e di manifestare senza vergogna i segni della fede, facendo risplendere agli occhi dei vostri contemporanei la luce di Cristo”.
Il Santo Padre ha concluso il suo discorso con queste parole: “Porto con me le preoccupazioni e le attese di questo nostro tempo e le sofferenze dell’umanità ferita, i problemi del mondo, e vengo a deporli ai piedi della Madonna di Fatima: Vergine Madre di Dio e nostra Madre carissima, intercedi per noi presso il tuo Figlio perché tutte le famiglie dei popoli, sia quelle che si distinguono con il nome cristiano, sia quelle che ignorano ancora il loro Salvatore, vivano in pace e concordia fino a ricongiungersi in un solo popolo di Dio a gloria della santissima e indivisibile Trinità”. (SL) (Agenzia Fides 14/05/2010)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

The Chosen ...é sufficiente per me...posso fare molto con questo ..

Ed egli disse: «Portatemeli qui». E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull'erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occ...