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giovedì 24 dicembre 2020

Vatican news 23 dicembre 2020

 


Vatican News

Le notizie del giorno

23/12/2020

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Nell’antivigilia di Natale, Francesco dedica la catechesi dell’udienza generale ad alcune riflessioni per celebrare con maggior consapevolezza “la festa dell’amore incarnato”. In Gesù Dio si fa uomo per noi, spiega, possiamo “rimuovere il pessimismo” causato dalla pandemia, ed essere vicini nel ... 

Streaming in Lingua dei Segni della Messa di Natale
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Vatican News in collaborazione con Tv2000 e suor Veronica Donatello della CEI offrirà apposite traduzioni su un canale You Tube per le persone con disabilità ... 

SANTA SEDE E CHIESA NEL MONDO

Parolin in visita all' Ospedale Pediatrico Bambino Gesù
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La pandemia non impedisce la tradizionale visita del cardinale all'Ospedale pediatrico in prima linea nella lotta al Covid- 19. Un incontro con un gruppo ... 

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Sulla scia di un volume della Libreria Editrice Vaticana, che tratta di antiche omelie sulla Natività, il vicario del Papa per la Città del Vaticano parla della ... 

Bambini iracheni,sfollati
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Sei anni fa, il sedicente Stato islamico costringeva i cristiani a fuggire dalla piana di Ninive. Ora l’organizzazione “Open Doors” apre un “Centro della ... 

La gioia della mamma dopo l'intervento
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Sei mesi dopo l'intervento che ha riscritto la storia della neurochirurgia, le gemelline centrafricane si apprestano a vivere il loro Natale più bello insieme ... 

Caritas Baby Hospital, Betlemme. Suor Lucia Corradin con in braccio un bimbo
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Da mesi non c'è il brulicare consueto di chi arriva dall'estero a visitare i luoghi santi. Manca il lavoro e le tensioni sociali si inaspriscono. L'esperienza ... 

Il Natale a Castel Volturno tra pandemia e speranza
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Le celebrazioni nella Terra dei Fuochi, afflitta da sfruttamento e degrado, ma alla ricerca della gioia e del riscatto che la venuta di Gesù porta con sé 

Monsignor Tadeusz Kondrusiewicz, arcivescovo di Minsk e presidente della Conferenza dei vescovi cattolici di Belarus
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Il nunzio a Minsk ha comunicato che le autorità statali lo hanno informato che l’arcivescovo della capitale e presidente della Conferenza episcopale del Paese ... 

Monsignor Ruben Tierrablanca vicario apostolico Istambul
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È successo martedì sera:il vescovo appassionato e aperto al dialogo, dopo una lunga lotta con la malattia si è spento, lasciando un grande vuoto nella sua ... 

Palermo
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Il commento del cardinale Francesco Montenegro arcivescovo di Agrigento, e di monsignor Corrado Lorefice arcivescovo di Palermo, all’annuncio del riconoscimento ... 

Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, arcivescovo maggiore di Kyiv-Halyc
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Dio è con noi: la verità che la pandemia non può mettere in dubbio. Questo al cuore del messaggio di auguri del capo della Chiesa greco-cattolica ucraina per ... 

Monsignor Marco Tasca dall'8 maggio 2020 arcivescovo metropolita di Genova
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Solidarietà, speranza, pensare agli altri, fare squadra: ecco gli auguri alla città di monsignor Marco Tasca, arcivescovo di Genova, incontrando il mondo della ... 


mercoledì 8 maggio 2019

Agenzia Fides 08/05/2019

AFRICA/NIGERIA - "La migrazione dei giovani nigeriani segna il fallimento di un’intera leadership” accusa il Cardinale Onaiyekan
 
Abuja (Agenzia Fides) – “Se vivi in una nazione dove i giovani ti raccontano che è meglio vivere altrove, questo è il segnale di un fallimento di un’intera leadership” ha accusato il Cardinale John Olorunfemi Onaiyekan, Arcivescovo di Abuja, capitale della Nigeria, alla vigilia della riunione dei Vescovi locali dedicata interamente alla questione della migrazione, che si è aperta ieri, 7 maggio.
Il Cardinale ha accusato apertamente le autorità nigeriane di creare le condizioni per far sì che sempre più giovani sono spinti a cercare la strada della migrazione. “Se fossi il presidente di un Paese come questo e continuassi a sentire frasi del genere dai miei giovani, non esiterei un attimo a dimettermi. Ricordo bene quando da bambino a scuola, ormai decenni fa, amavo la Nigeria e lo dichiaravo apertamente, perché potevo contare su un governo che si prendeva cura di me, e avevo davanti a me delle promesse per il futuro. La situazione di oggi è esattamente l’opposto”.
“Le autorità dovrebbero rendere la Nigeria la casa dei nigeriani e lo stesso vale per altre nazioni africane. Oggi invece sentiamo i nostri giovani insistere nel raccontare che i pascoli più verdi sono altrove, anche quando le cose non stanno così” ha rimarcato il Cardinale, facendo riferimento alla piaga della tratta delle ragazze nigeriane, avviate alla prostituzione in Europa, e specie in Italia.
A questo proposito il Cardinale ha affermato: “Quando giro per le strade di Roma, Milano o Napoli e vedo le figlie di questo Paese in vendita sulle strade mi vergogno. Mi fermo e provo anche a salutarle, ma non riusciamo nemmeno a comunicare, perché molte sono state portate via dal loro villaggio senza nemmeno conoscere un’altra lingua. Tutto quello che sanno l’hanno imparato sulla strada in Italia. E di questo non posso che vergognarmi per il mio Paese”. “Se sei un migrante illegale, non hai alcun diritto ovunque tu sia; probabilmente sarai manipolato, sfruttato” ha avvertito il Cardinale Onaiyekan.
Secondo la rete di ricerca panafricana Afrobarometer, il 35 per cento dei nigeriani vuole lasciare il Paese, l’11 per cento afferma di pensarci seriamente. Secondo il sondaggio, il 75% di quei nigeriani che vogliono emigrare lo fa per motivi economici: disoccupazione, fuga dalla povertà e ricerca di migliori opportunità. La ricerca ha rilevato che sono i giovani più istruiti a volere emigrare. Circa il 44 per cento dei nigeriani con una laurea vorrebbe lasciare il Paese, mentre secondo un altro sondaggio l'80 per cento dei medici vuole trasferirsi all'estero.
Secondo il Cardinale Onaiyekan per affrontare questa situazione “il governo dovrebbe sviluppare una politica che attiri gli investitori in Nigeria e generi occupazione, dando sovvenzioni ai giovani che intendono avviare un’attività autonoma”. (L.M.) (Agenzia Fides 8/5/2019)
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AFRICA - Rimanere vere testimoni della vita: un imperativo per le donne cristiane africane
 
Kara (Agenzia Fides) – “Una delle grandi rivoluzioni nella storia della Pasqua è stata quella di scoprire che le persone che per prime hanno portato il messaggio della risurrezione al mondo sono state le donne. Improvvisamente si sono ritrovate investite dalla missione fondamentale di nutrire e infondere speranza per una società umana in preda al disordine e alla sofferenza”, dice a Fides padre Donald Zagore, teologo ivoriano attualmente in Burkina Faso per la terza Assemblea plenaria dei Vescovi dell'Africa occidentale che si terrà a Ouagadougou dal 13 al 20 maggio.
“Dove gli uomini si lamentavano e piangevano - continua il sacerdote della Società per le Missioni Africane - le donne portavano sorrisi, speranza e vita. Essendo state loro le prime testimoni della risurrezione, sono diventate torce della luce della vita, che ora e sempre dissipano le tenebre, gli abissi e la morte".
“Il ruolo fondamentale di ‘madre dei viventi’ che il creatore ha dato loro fin dalle prime ore della creazione acquista la sua pienezza con la risurrezione di Cristo. Dare vita al mondo è la loro vocazione, prime testimoni della nuova vita emersa dalla tomba. La risurrezione, infatti, è la festa dei vivi” aggiunge.
Padre Zagore sottolinea che l’esperienza femminile nella Bibbia “deve diventare l'esperienza delle donne africane in generale, e di quelle dell'Africa cristiana in particolare”: “In un continente costantemente nella disperazione, nella sofferenza e nella morte, la donna deve confermarsi ‘madre dei viventi’ e non ‘madre dei morti’. Portare speranza ai popoli africani, rimanere vere testimoni della vita, in questo particolare momento storico in cui il linguaggio della morte sta diventando sempre più potente, rimane un imperativo per le donne cristiane africane. La figura femminile deve rimanete testimone permanente della risurrezione di Cristo nella vita quotidiana per l’intero continente africano.”
(DZ/AP) (8/5/2019 Agenzia Fides)
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ASIA/FILIPPINE - I Vescovi ai fedeli: "Votate responsabilmente, per contrastare la corruzione"
 
Manila (Agenzia Fides) - "Occorre votare responsabilmente e con saggezza. La gente non può aspettarsi un cambiamento se continuerà a votare per i politici corrotti": è l'appello diffuso dal Vescovo Francisco De Leon, alla guida della diocesi di Antipolo, mentre si avvicinano le elezioni di medio termine, previste il 13 maggio. Afferma il Vescovo a Fides: "La corruzione è ancora un grosso problema nel paese, perché politici corrotti continuano a essere eletti. Se continuiamo a votare candidati che sono noti per atti di corruzione, non ci si può aspettare che le nostre vite miglioreranno".
Il Vescovo De Leon si è lamentato per il modo in cui i politici spesso approfittano delle persone più povere e vulnerabili che "sono perfino disposte a vendere i loro voti per sopravvivenza", e stigmatizza la "compravendita di voti" o il "voto di scambio", fenomeno tristemente diffuso. Il Presule ha esortato gli elettori "a non vendere i loro voti, poiché ciò significa vendere la loro coscienza e la credibilità della nazione, per una somma di denaro". "Lasciandosi coinvolgere in pratiche corruttive dome questa - ha ribadito - nulla cambierà nel paese".
Il Vescovo si appella "alla coscienza cristiana degli elettori, chiamati a discernere secondo i principi della fede, di giustizia, onestà e trasparenza, a non lasciare i valori cristiani fuori dalla cabina elettorale. Seguite la vostra coscienza. E seguiamo tutto ciò che Dio ci dice di fare".
"L'appello per un voto saggio e responsabile, che è condivisibile, va rivolto in modo tutto speciale ai giovani", commenta all'Agenzia Fides Jayeel Cornelio, sociologo e direttore del programma di studi sullo sviluppo dell'Università cattolica "Ateneo di Manila", dei padri Gesuiti. In questa tornata elettorale, riferisce il sociologo, i giovani tra 18 e 30 anni costituiscono il 31% dell'elettorato registrato: sono circa 18,8 milioni i giovani filippini che possono influenzare o determinare il risultato del voto. (SD) (Agenzia Fides 8/5/2019).
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ASIA/PAKISTAN - Asia Bibi è salva in Canada. I cristiani: "Giustizia è fatta"
 
Karachi (Agenzia Fides) - Asia Bibi, la donna ingiustamente condannata a morte per blasfemia e assolta dalla Corte Suprema del Pakistan il 31 ottobre del 2018, è salva in Canada, dove si è riunita con la sua famiglia. Lo affermano fonti del Ministero degli esteri del Pakistan e lo conferma il suo avvocato Saiful Malook.
In Pakistan la notizia ha generato commenti favorevoli tra i cristiani. Il Vescovo Samson Shukardin, alla guida della diocesi di Hyderabad, parlando all'Agenzia Fides dichiara: "È una decisione importante del governo lasciarla andare fuori dal paese, è anche un atto di giustizia verso la donna, che ha subito una forte ingiustizia e sofferenza per un decennio. Infatti Asia è stata dichiarata innocente e liberata dalla Corte Suprema del Pakistan e ha tutto il diritto di andare ovunque voglia, per la sua protezione, sicurezza e vita futura ".
Il Vescovo inoltre afferma: "Non è mai facile lasciare la propria amata patria, il luogo dei propri antenati, dei propri cari e dei parenti. Ma quando non ci sono alternative, bisogna lasciare il Paese: infatti qui la sua vita sarebbe stata in pericolo anche dopo la decisione della Corte Suprema. Bisogna pensare alla sicurezza di Asia Bibi, auspicando per lei una vita sicura e felice. Preghiamo per il suo nuovo inizio, con la sua famiglia, in Canada".
P. Abid Habib, frate cappuccino ed ex direttore della Commissione "Giustizia e pace" della Conferenza dei Superiori Maggiori in Pakistan, dice a Fides: "Per il suo bene, siamo felici che Asia Bibi sia ora in Canada in un luogo sicuro. Ci sono in Pakistan gruppi estremisti che non hanno accettato la decisione della Corte Suprema, ma la sentenza va rispettata. In Pakistan accade che, anche quando un tribunale libera una persona, prosciogliendola dalle accuse di blasfemia, non è facile per quella persona continuare a vivere normalmente. La vita di Asia Bibi in Pakistan non era una vita libera: l'unica soluzione era l'espatrio".
P. Mario Rodrigues, Rettore della Cattedrale di San Patrizio a Karachi, parlando a Fides, rileva: "Siamo grati al Primo Ministro e al Governo del Canada perché hanno aiutato Asia Bibi e hanno facilitato il processo di concessione dell'asilo in Canada. Non è mai facile trattare questioni del genere: bisogna riconoscere che il governo del Pakistan e la Corte Suprema del Pakistan hanno fatto del bene e hanno ristabilito la giustizia per la donna, garantendole protezione e salvezza. Le auguriamo ogni bene. Esortiamo la comunità cristiana in Canada ad aiutare Asia Bibi e la sua famiglia in questa nuova vita". (AG) (Agenzia Fides 8/5/2019)
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AMERICA/MESSICO - E’ crisi umanitaria: migliaia di persone senza cibo da giorni che dormono per strada
 
Tapachula (Agenzia Fides) – La situazione dei migranti in Messico peggiora di giorno in giorno. Alla frontiera nord, con gli Stati Uniti, l'aumento dei migranti sta creando una crisi logistica nel tentativo di accoglienza, mentre al sud del Messico la situazione si presenta ancora più drammatica, per la presenza di gruppi di persone provenienti dai paesi africani e asiatici in cerca di mezzi di sussistenza per tentare il viaggio verso il nord.
Poche ore fa è stato reso pubblico il pronunciamento della IX Corte d'appello degli Stati Uniti secondo cui l'amministrazione Trump può costringere i richiedenti asilo ad aspettare in Messico durante lo svolgimento del processo. Di conseguenza i comuni messicani alla frontiera nord dovranno accogliere tutti i centroamericani richiedenti asilo negli Stati Uniti fino a quando non vengano convocati dal tribunale di frontiera, cosa che può accadere dopo qualche mese, se tutto procede bene e velocemente.
Ma la situazione nel sud presenta una "vera crisi umanitaria", nelle parole di Mons. Alfonso G. Miranda Guardiola, Vescovo ausiliare di Monterrey e Segretario della Conferenza Episcopale Messicana (CEM), commentando il comunicato della CEM pubblicato ieri sulla terribile realtà nel Chiapas: "Alle porte del confine meridionale ci sono migliaia di nostri fratelli, persone che sono senza cibo da diversi giorni e che dormono per strada. Ci sono bambini, anziani, malati e alcune donne vicine al parto!"
Nel testo del comunicato, pervenuto a Fides, si legge: "Siamo preoccupati per la situazione al confine meridionale, in particolare quello che vive la città di Tapachula, in Chiapas. L'immenso numero di migranti continentali ed extra-continentali ha superato l'aiuto della Chiesa e l'azione del governo. Le strutture della stazione migratoria Siglo XXI sono sovraffollate e non consentono l’attenzione umanitaria, costringendo i migranti a girovagare per la città in cerca di aiuto".
Secondo Mons. Miranda Guardiola a Huixtla (sempre in Chiapas) ci sono tanti migranti che arrivano da Congo, Camerun, Haiti, Sri Lanka, Bangladesh e Angola. "Come Chiesa, la nostra occupazione oggi è diventata una preoccupazione. Insieme ad altre chiese e gruppi della società civile, abbiamo partecipato e allo stesso tempo collaborato con le nostre autorità per l'emergenza umanitaria che vive il nostro paese, dinanzi al fenomeno migratorio manifestato nelle carovane che qui transitano e continuano a muoversi nella nostra nazione".
"Noi messicani siamo sempre stati caratterizzati dalla gioia, dalla solidarietà, dall’ospitalità – prosegue il testo -. Tuttavia, dato il flusso di carovane di migranti, alcuni hanno assunto atteggiamenti di rifiuto, indifferenza, xenofobia, discriminazione e razzismo. Abbiamo chiesto l'intervento della Caritas nazionale per coordinare l'aiuto esistente nel nostro paese, allo stesso tempo motiviamo le diverse diocesi del nostro paese, in modo che sollecitino tra i nostri parrocchiani uno sforzo supplementare di generosità a favore dei nostri fratelli."
Il documento invita infine il governo federale ad elaborare un Piano d'Emergenza al riguardo, in modo speciale per la città di Tapachula. "Vi esortiamo a rispondere adeguatamente a questo momento di crisi in cui il nostro paese ha l'opportunità di mostrare il suo vero livello di umanità" conclude il testo, firmato dal presidente della CEM insieme ai Vescovi responsabili della Commissione per la mobilità umana, e da Mons. Jaime Calderón Calderón, Vescovo di Tapachula.
(CE) (Agenzia Fides, 08/05/2019)
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AMERICA/BRASILE - Assemblea dei Vescovi: il Mese Missionario Straordinario esperienza di comunione con la Chiesa in tutto il mondo
 
Aparecida (Agenzia Fides) - "La cosa straordinaria di questo Mese Missionario è che, per la prima volta nella storia, il Santo Padre, il Papa, indice un mese come questo per la Chiesa cattolica in tutto il mondo”: a sottolinearlo è stato Mons. Odelir José Magri, Vescovo di Chapecó e Coordinatore del gruppo di lavoro che prepara in Brasile le attività di animazione per il Mese Missionario Straordinario dell’ottobre 2019 (MMS). Il Vescovo ha parlato ai giornalisti durante una conferenza stampa nel pomeriggio del 6 maggio, convocata nell’ambito della 57 Assemblea generale dell’Episcopato brasiliano (CNBB), che si svolge ad Aparecida dall’1 al 10 maggio, e durante la quale il MMS ha trovato ampio spazio. “Noi abbiamo la tradizione in Brasile, in America Latina e in alcuni paesi europei, di celebrare ad ottobre il Mese Missionario, ma questa volta è un'esperienza che vivremo in comunione con la Chiesa in tutto il mondo” ha sottolineato il Vescovo ai giornalisti.
Secondo le informazioni pervenute all’Agenzia Fides dalla CNBB e dalle POM, Mons. Magri ha ricordato che la preparazione al MMS in Brasile è iniziata all'Assemblea generale nel 2018, quando la presidenza della CNBB ha nominato un gruppo di lavoro, "per presentare alcune proposte, che poi sono state approvate dal Consiglio permanente per tutto il Brasile". Quindi il Vescovo ha presentato la Guida per il MMS, strumento di formazione e celebrazione per tutto il Brasile, a livello regionale, diocesano e parrocchiale.
La mattina dello stesso giorno, 6 maggio, Mons. Magri aveva presieduto la concelebrazione eucaristica in ringraziamento per l’indizione del MMS. Nell’omelia ha citato la testimonianza di Stefano, che appariva nella prima lettura, e ha sottolineato che "oggi abbiamo bisogno di cristiani del calibro di Stefano. Di uomini e donne pieni di fede e di Spirito Santo. Capaci di una testimonianza coraggiosa e vera dall'incontro con Gesù". Quindi ha proseguito: "Da qui nasce tutta la forza della missione. La missione è nata solo dall'amore fontale del cuore della Trinità. Dio è una fonte inesauribile di amore che si irradia e trabocca nell'intero universo, raggiungendo ognuno con la sua grazia misericordiosa".
Al termine dell'omelia, sottolineando l'importanza del MMS per risvegliare la coscienza battesimale del popolo di Dio, Mons. Magri ha auspicato: "I nostri sforzi per guidare, vivere e celebrare questo Mese speciale ci rafforzino ancora di più nella convinzione che la Missione rinnova la Chiesa, rinvigorisce la sua fede e la sua identità. Gli dà nuovo entusiasmo e nuove motivazioni". Al termine della Messa, i Vescovi referenti dell'azione missionaria nelle 18 regioni in cui è suddivisa la CNBB hanno ricevuto la Croce missionaria del 5° Congresso Missionario Americano (CAM 5) e il materiale di lavoro, che poi sarà inviato ad ogni arcidiocesi e diocesi del Brasile, insieme alla Guida e alla bandiera con il logo del MMS.
Lo stesso Mons. Magri ha parlato delle iniziative per il MMS all’assemblea dei Vescovi brasiliani, il 4 maggio, sottolineando le sei dimensioni che lo caratterizzano: incontro, testimonianza ed esperienza, formazione, carità missionaria, cooperazione e celebrazione. L'apertura del MMS avrà luogo il 1° ottobre nel Santuario di Aparecida, e particolare importanza verrà data alla Veglia missionaria, con la proposta di un gesto concreto di comunione tra tutte le realtà ecclesiali brasiliane.
Successivamente il Vescovo si è soffermato sulle proposte per sviluppare il tema a livello nazionale, regionale, diocesano e parrocchiale, evidenziando la richiesta che comunque non sia “un’attività in più” rispetto alla pastorale ordinaria delle comunità. Dopo la presentazione di un video sul MMS, Mons. Giovanni Crippa, Vescovo di Estância, ha proseguito la riflessione su questo tema sottolineando l’unità della Chiesa, locale e universale, e la missionarietà: “La comunione di ciascuno di noi con le altre Chiese, la sollecitudine di ciascuno verso tutti è costitutiva dell'atteggiamento di ogni Chiesa particolare. La Chiesa è chiamata a manifestare l'ansia missionaria di Cristo, che non ha limiti. La Chiesa è vera se testimoniamo che Dio ama non solo noi, ma tutti". (SL) (Agenzia Fides 8/5/2019)
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AMERICA/STATI UNITI - Jean Vanier: "missionario della tenerezza"
 
Washington (Agenzia Fides) - “Quello che non vogliamo perdere di vista - e ciò su cui vogliamo riflettere, che vogliamo celebrare e proclamare - è che Jean Vanier era un missionario” afferma Donald R. McCrabb, Direttore esecutivo della United States Catholic Mission Association (USCMA), in un messaggio inviato all’Agenzia Fides per la morte del fondatore de L'Arche, comunità di accoglienza per persone disabili presente con 152 centri in 37 paesi.
Nato 90 anni fa a Ginevra da genitori canadesi, Jean Vanier era ufficiale della Marina. Nel 1950 rinuncia alla carriera militare e inizia a studiare teologia e filosofia. Insegna all'Università di Toronto, ma presto lascia anche la carriera universitaria per dedicarsi ad incontrare Gesù nelle persone più deboli e abbandonate. Nel 1964 fonda l'Arche e nel 1971 contribuisce alla nascita del movimento “Foi et Lumiere” (Fede e Luce). Nel 2015 riceve il Premio Templeton. E' morto a Parigi all'alba del 7 maggio, in seguito ad una grave malattia.
“Il missionario è un testimone dell'amore salvifico di Dio riversato in Gesù Cristo – scrive McCrabb -. L'amore di Dio per l'umanità ha assunto la carne umana. Jean ha incarnato questa verità; la sua prima regola per diventare più umano era essere a proprio agio con i nostri corpi. Jean era amico di Gesù e testimone del suo amore nell'integrità della sua vita, in quello che ha fatto e nelle parole che ha usato. I missionari vanno a vivere con le persone alla periferia della società. Jean viveva con uomini e donne con gravi disabilità. Voleva attraversare il confine costruito da parole come forti e deboli, abili e disabili, persone che parlano bene e muti, sordi e udenti. Jean viveva qui”.
Il Direttore esecutivo della USCMA ricorda infine che “Papa Francesco ha detto che la missione è allo stesso tempo, una passione per Gesù e una passione per la sua gente. Jean Vanier incarnava questa passione. Jean Vanier, missionario di tenerezza, prega per noi”. (SL) (Agenzia Fides 8/5/2019)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

The Chosen ...é sufficiente per me...posso fare molto con questo ..

Ed egli disse: «Portatemeli qui». E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull'erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occ...