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lunedì 17 maggio 2021

Agenzia Fides 17 maggio 2021

 

EUROPA/POLONIA - La pandemia non ha fermato i piccoli missionari della Prima Comunione
 
Warszawa (Agenzia Fides) - Le feste per la Prima Comunione che caratterizzano il mese di maggio anche in Polonia, rappresentano una buona opportunità per sensibilizzare i bambini sulle necessità dei loro coetanei in tutto il mondo. “I Bambini della Prima Comunione per i Bambini delle Missioni” è una delle più importanti iniziative della Pontificia Opera della Santa Infanzia (POSI), attraverso cui si vuole suscitare la solidarietà di tutti i bambini. “Non possiamo dimenticare il profondo senso evangelizzatore di questo evento” sottolinea p. Maciej Będziński, Direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie (POM) in Polonia, nella nota inviata a Fides. “È proprio nella famiglia che si svolge la preparazione, la celebrazione e il rendimento di grazie per l'Eucaristia ricevuta. Questa gioia ha una prospettiva ancora più ricca quando condividi la tua felicità con gli altri” aggiunge.
Espressioni di ringraziamento ai bambini polacchi sono state inviate da suor Roberta Tremarelli, Segretaria generale della POSI. “Grazie per le vostre preghiere quotidiane per i bambini di tutto il mondo. Questa è la prima attività missionaria che Papa Francesco ci ricorda. Dobbiamo pregare per loro ogni giorno. Vi ringrazio anche per tutto quello che fate durante gli incontri nei vostri gruppi missionari e per aver sostenuto i progetti della POSI nelle zone di missione” ha scritto suor Roberta.
“L'anno scorso ci ha sorpreso la pandemia e le relative restrizioni. Non c'erano molti ospiti durante le celebrazioni della Prima Comunione. Il Signore Gesù, tuttavia, era lo stesso di sempre. Aspettava tutti allo stesso modo di sempre e i ragazzi hanno potuto offrire le loro preghiere per i missionari” osserva suor Monika Juszka RMI, Segretaria nazionale della POSI in Polonia. La Segreteria nazionale ha preparato uno schema di catechesi per una preparazione missionaria alla Prima Comunione, oltre a un poster, immaginette, sussidi liturgici per l'animazione missionaria della Santa Messa, commenti e preghiere.
La POSI ha ricevuto offerte da parte dei bambini della Prima Comunione per un importo di 846.643,63 PLN (nel 2019) e 776.342,47 PLN (nel 2020). Ciò dimostra che nonostante le restrizioni, la pandemia non ha certo fermato i bambini missionari della Prima Comunione. La POSI della Polonia nell'ultimo anno finanziario (2019) ha sostenuto 91 progetti in 14 paesi di 3 continenti, per un importo di 2.668.902,23 PLN. L'aiuto ha riguardato la pastorale dei bambini nelle diocesi, l’educazione e la promozione della vita e della salute. (AS/SL) (Agenzia Fides 17/05/2021)
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AFRICA/NIGERIA - Nuovo grido di allarme dei Vescovi sulla grave insicurezza nel Paese
 
Abuja (Agenzia Fides) - “La violenza, l’insicurezza e la paura che si vivono in diverse parti del nostro Paese, è fonte di grande preoccupazione per noi Vescovi. La nostra nazione è in grave pericolo, a meno che non portiamo un nuovo spirito, un nuovo approccio” affermano i Vescovi della Provincia Ecclesiastica di Onitsha and Owerri in un videomessaggio nel quale riaffermano la preoccupazione più volte espressa dalla Conferenza Episcopale della Nigeria (Catholic Bishops Conference of Nigeria - CBCN) sull’insicurezza del Paese.
Un’insicurezza dovuta non solo all’azione di gruppi jihadisti nel Nord, a bande armate di pastori Fulani nel centro-nord, e al banditismo diffuso ovunque, ma soprattutto alla corruzione e all’inefficienza delle forze di polizia, statali e federali. Carenze così gravi che hanno favorito la nascita di gruppi di autodifesa, col rischio di aggravare l’instabilità nel Paese, come già denunciato in precedenza dalla CBCN (vedi Fides 24/2/2021).
Nel loro messaggio i Vescovi della Provincia Ecclesiastica di Onitsha and Owerri denunciano però un “preoccupante sbilanciamento dell'applicazione della giustizia", perché "il governo ha ritenuto necessario disarmare coloro che stanno lottando per l'autodifesa lasciando liberi pastori armati, banditi e altri che uccidono e distruggono, invece di affrontare l’origine dei problemi, dando risposta alle grida della gente".
I Vescovi chiedono dunque al governo guidato dal Presidente Muhammad Buhari di "esaminare le questioni di sicurezza e frenare coloro che utilizzano le armi per intimidire la gente e creare disordini".
Dal conto suo in occasione della 55ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, il Vescovo di Ekiti, Sua Ecc. Mons. Felix Ajakaye ha invitato i politici ad evitare quella che ha definito come "idolatria politica", ovvero la consuetudine di saltare da un partito politico all'altro, spesso per ragioni pecuniarie, anziché di curarsi dell’interesse nazionale.
Nel rivolgersi ai giornalisti presenti Mons. Ajakaye li ha invitati a praticare il giornalismo “come mezzo di integrità e credibilità; non deve esserci spazio per un giornalismo da poltrona in cui un giornalista si basa su mera speculazione senza fare sforzi per condurre una vera inchiesta”. Mons. Ajakaye ha chiesto quindi al mondo dei media di contribuire alla vita sociale del Paese esercitando al meglio la propria professione. “Il segno distintivo della professione di giornalista è il giornalismo investigativo che è tutto basato sulla ricerca e orientato al positivo, richiede pazienza, sacrificio, impegno e forza di volontà, che è incentrato su giustizia, pace, unità, armonia, crescita e sviluppo”. (L.M.) (Agenzia Fides 17/5/2021)

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AFRICA/KENYA - Il Nunzio apostolico ai cristiani: No al tribalismo, si scelga l’unità
 
Bungoma (Agenzia Fides) – I cristiani devono tenersi alla larga dal tribalismo che porta divisione tra il popolo di Dio e abbracciare l'unità per fare regnare la pace. Si è espresso così Mons. Bert van Megen, Nunzio apostolico in Kenya, rivolgendosi ai cristiani presenti alla consacrazione della Cattedrale di Cristo Re della Diocesi di Bungoma. “Siamo una nuova famiglia, la famiglia di Dio, che va oltre le differenze tribali che ci dividono” ha rimarcato il Nunzio nell’omelia. “Il mio augurio è che questo bellissimo edificio, a cui tanti di voi hanno contribuito, finanziariamente o attraverso il loro lavoro e impegno, possa contribuire a una maggiore unità nella diocesi, affinchè i cristiani di Bungoma diventino un'unica famiglia in Gesù Cristo. Tutti voi che avete collaborato siete le pietre, la muratura, i pilastri, le finestre, le tegole e, naturalmente, l'altare.”
“Questa è la Casa del Signore e nessun altro può rivendicare diritti. L'unica parola che deve essere pronunciata qui è la Parola di Dio, nessun dibattito politico, nessun battibecco e maldicenza” si legge nel documento pervenuto all’Agenzia Fides, dove il rappresentante del Santo Padre mette in guardia i fedeli dall'usare la Chiesa come piattaforma per le convenzioni politiche. “I seguaci di Cristo sono la dimora dello Spirito Santo chi ci chiama ad essere uniti.”
“Come dice San Paolo, c'è chi pianta, chi annaffia, chi diserba, e poi c'è chi raccoglie” ha detto Mons. Obanyi, Amministratore apostolico della Diocesi di Bungoma e Ordinario della diocesi di Kakamega, ringraziando i fedeli per il loro duro lavoro e dedizione fino al completamento della Cattedrale. “Sono uno di quelli che si sono trovati a raccogliere ciò che era stato piantato, e desidero esprimere tutta la mia gratitudine a coloro che hanno messo il cuore e la mente in questo lavoro”.
La Cattedrale è la più grande del Kenya, con una capacità fino a 4.000 persone, il progetto è nato su iniziativa dell'ex Ordinario di Bungoma, il Vescovo Norman King’oo Wambua, che ora presta servizio nella diocesi di Machakos. Anche lui era presente per l'occasione.
(AP) (Agenzia Fides 17/5/2021)
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AFRICA/BURKINA FASO - Comunione e dialogo islamo-cristiano per la festa di fine Ramadan
 
Ouagadougou (Agenzia Fides) - La comunione spirituale e la collaborazione tra cristiani e musulmani è molto importante per il futuro della società: con questo spirito l’Arcidiocesi di Ouagadougou ha aperto le sue porte ai membri della “Lega Islamica per la Pace in Faso” in occasione delle celebrazioni di fine Ramadan. Come si apprende da una nota inviata all’Agenzia Fides, il Cardinale Philippe Nakellentuba Ouédraogo, Arcivescovo Metropolita di Ouagadougou, ha acconsentito alla richiesta giunta dalla stessa associazione islamica, accogliendo nel complesso diocesano i fedeli islamici, salutati, in un atmosfera di amicizia e fraternità, dal Cardinale e dal Presidente della Lega Islamica.
Al termine della preghiera, il Card. Ouédraogo ha augurato ai presenti una felice festa di fine Ramadan, ricordando il “Documento sulla Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la Convivenza Comune” firmato da Papa Francesco e Amed Al Tayeb durante il viaggio apostolico del Santo Padre negli Emirati Arabi. Il Presule ha sottolineato l'importanza di abbattere i muri dell'odio per costruire ponti nella nazione segnata da conflitti e violenze: “Vediamo questa iniziativa come un cammino verso la pace, come un vero e proprio ponte. Siete venuti a costruire un ponte che ci condurrà verso un nuovo Burkina Faso, un Paese riconciliato nella giustizia e nella pace vera e duratura”, ha detto il Cardinale.
Il presidente della Lega islamica per la pace in Burkina Faso, Ousséni Tapsoba, ha commentato così l’iniziativa: “Questo momento, primo nel suo genere, riflette la volontà di promuovere la coesione, la convivenza politica e sociale e la volontà di instaurare un dialogo fecondo tra le religioni e nella intera società burkinabè. La scelta del luogo in cui abbiamo celebrato la fine del digiuno è stata dettata dall’impegno dello stesso Card. Ouédraogo, che da sempre si impegna per la ricerca della pace e della fratellanza tra figli e figlie dello stesso paese”.
Al termine dell’iniziativa, i due leader si sono incontrati personalmente per un confronto fraterno, al fine di rafforzare il dialogo interreligioso in un Paese colpito da diversi anni da attacchi terroristici, spesso di natura jihadista.
(EZ-LF) (Agenzia Fides 17/5/2021)
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ASIA/MYANMAR - Arrestato dai militari un sacerdote della diocesi di Banmaw
 
Banmaw (Agenzia Fides) - L'esercito del Myanmar ha arrestato padre Colombano Labang Lar Di, sacerdote cattolico della diocesi di Banmaw. Secondo informazioni confermate all'Agenzia Fides dalla Chiesa locale, il prete è stato arrestato il 14 maggio mentre si recava nella città di Myitkyina dove avrebbe dovuto ritirare degli aiuti in denaro per sostenere famiglie povere che sono senza lavoro e che stanno partecipando al movimento di disobbedienza civile contro il colpo di stato militare avvenuto in Myanmar il 1° febbraio scorso. Secondo persone a lui vicine, il sacerdote in questo tempo ha aiutato numerosi civili, occupandosi di assistere e portare aiuti umanitari a quanti sono scesi in piazza o hanno aderito in qualche modo alla protesta pacifica, operando in spirito di solidarietà e carità cristiana.
La notizia dell'arresto del sacerdote, subito divenuta virale sui social media, ha generato reazioni della società civile e nella Chiesa birmana, segnando un altro passo avanti di violenza da parte dei militari che intimidiscono il personale cattolico e i leader religiosi. Secondo alcune notizie circolate, il prete avrebbe dovuto essere rilasciato ma la parrocchia di Banmaw dove il sacerdote lavora ha smentito le voci del rilascio.
Numerosi sacerdoti, religiosi e suore in tutto il paese continuano ad aiutare la popolazione civile, inerme e indifesa, indigente o senza lavoro, procurando per loro aiuti umanitari e scorte di cibo. Questo servizio oggi viene pesantemente minacciato.
Larghe fasce di professionisti e lavoratori in Myanmar, la cui opera è vitale per l'economia del paese, stanno guidando il Movimento per la disobbedienza civile (CDM) contro la giunta militare. Operatori sanitari e medici, banchieri, avvocati, insegnanti, ingegneri, funzionari pubblici di tutta la nazione, hanno chiesto ai militari di ripristinare le istituzioni democratiche, rifiutandosi di tornare al lavoro.
Zwe Min Aung, chirurgo di Naypyidaw, ha spiegato che "questo speciale boicottaggio non ha un leader ma è nato spontaneamente dal basso, per protestare in modo pacifico e non violento", e che procede e si diffonde soprattutto grazie ai social media
Per ritorsione, al 16 maggio, la giunta militare ha licenziato più di 150.000 insegnanti di scuole di ogni ordine e grado, dalle scuole primarie alle università, arrestando nel complesso diecimila membri del personale civile in tutto il paese. Dal 1° febbraio scorso l'esercito ha arrestato centinaia di membri della Lega nazionale per la democrazia, il partito che era uscito vincitore elle elezioni di novembre 2020, guidato dalla leader Aung San Suu Kyi, anch'essa agli arresti.
La diocesi cattolica di Banmaw, con 34 mila cattolici, si trova nello stato Kachin, nel Nordest del Myanmar.
(JM-PA) (Agenzia Fides 17/5/2021)
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ASIA/MYANMAR - Risuonano in Myanmar le parole del Papa: una benedizione per la nazione
 
Yangon (Agenzia Fides) - "Le parole di vicinanza così forti e chiare di Papa Francesco, quel messaggio 'Non perdete la speranza', sono un incoraggiamento speciale per tutto il popolo sofferente in Myanmar. Ci sentiamo chiamati a restare fedeli al Vangelo anche a rischio della vita. Ringraziamo di cuore il Santo Padre perché ha a cuore le sorti della nostra nazione": così dice all'Agenzia Fides Joseph Kung Za Hmung, leader laico cattolico, direttore di "Gloria News Journal", giornale cattolico birmano su web, esprimendo i sentimenti del popolo birmano che ha seguito grazie ai canali del web e dei social network la santa messa celebrata domenica 16 maggio in San Pietro da Papa Francesco, dedicata ai fedeli del Myanmar residenti in Italia.
Come appreso dall'Agenzia Fides, migliaia di fedeli cattolici si sono collegati e hanno seguito in diretta via web l'evento celebrato in San Pietro, collegandosi alle piattaforme Youtube e Facebook. "I fedeli birmani sono sorpresi e perfino commossi: non avremmo mai immaginato di poter ascoltare parole e suoni della nostra terra proclamati nella Basilica. Ci sentiamo davvero nel cuore della Chiesa universale. Grazie al Papa per la sua profonda umanità. Abbiamo avvertito la profonda comunione con la Chiesa universale" rileva Za Hmung a Fides.
In particolare una donna di Banmaw ha visto suo fratello, prete birmano che studia a Roma, leggere il Vangelo durante la celebrazione eucaristica. Esprimendo la sua grandissima gioia, ha detto. "Questa è una autentica benedizione di Dio sulla nostra famiglia e su tutto il nostro popolo".
Facendosi portavoce dei Vescovi, sacerdoti e religiosi e di tutti i cattolici birmani, il Cardinale Charles Maung Bo ha espresso profonda gratitudine, dicendo "grazie al Santo Padre per le sua preghiera e perché ha nel cuore il nostro amato popolo". La santa Messa è stata seguita anche da cittadini non cristiani che hanno apprezzato molto la speciale preghiera del Papa e la sua attenzione alla nazione, ancora sconvolta dalla repressione militare.
Il Papa ha chiesto ai fedeli, in Myanmar e all'estero, di custodire la fede, l’unità e la verità, rischiando anche la vita per il Vangelo. "Custodire la fede - ha sottolineato - è tenere lo sguardo alto verso il cielo mentre sulla terra si combatte e si sparge il sangue innocente. È non cedere alla logica dell’odio e della vendetta, ma restare con lo sguardo rivolto a quel Dio dell’amore che ci chiama ad essere fratelli tra di noi".
“Custodire la verità - ha proseguito il Pontefice - non significa difendere delle idee, diventare guardiani di un sistema di dottrine e di dogmi”, ma restare fedeli e legati a Cristo perché Lui è “la verità”. “Custodire la verità significa essere profeti in tutte le situazioni della vita” ed esserne testimoni: "Il Vangelo - ha detto Papa Francesco nella sua omelia - ci chiede di essere nella verità e per la verità, per la propria verità, donando la vita per gli altri. E dove c’è guerra, violenza, odio, essere fedeli al Vangelo e artigiani di pace significa impegnarsi, anche attraverso le scelte sociali e politiche, rischiando la vita. Solo così le cose possono cambiare. Il Signore non ha bisogno di gente tiepida: ci vuole consacrati nella verità e nella bellezza del Vangelo, perché possiamo testimoniare la gioia del Regno di Dio anche nella notte buia del dolore e quando il male sembra più forte".
Papa Francesco ha poi lanciato un appello alla fratellanza, contro ogni divisione: "Quanto bisogno c’è, soprattutto oggi, di fraternità. So che alcune situazioni politiche e sociali sono più grandi di voi, ma l’impegno per la pace e la fraternità nasce sempre dal basso: ciascuno, nel piccolo, può fare la sua parte. Ciascuno può impegnarsi a essere, nel piccolo, un costruttore di fraternità, a essere seminatore di fraternità, a lavorare per ricostruire ciò che si è spezzato invece che alimentare la violenza. Siamo chiamati a farlo, anche come Chiesa: promuoviamo il dialogo, il rispetto per l’altro, la custodia del fratello, la comunione".
Gesù Cristo, ha concluso, “prega il Padre e intercede per tutti noi, perché ci custodisca dal maligno e ci liberi dal potere del male”. E dunque, ha detto, non bisogna perdere la speranza.
(PA) (Agenzia Fides 17/5/2021)
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ASIA/LIBANO - Patriarca maronita Raï: il Libano non si faccia coinvolgere nel conflitto militare israelo-palestinese
 
Bkerké (Agenzia Fides) - Le violenze subite dai palestinesi “fanno stringere il cuore”, e solo una soluzione autentica e definitiva della questione palestinese può fermare violenze e omicidi, “dopo 73 anni di guerre, devastazioni e oppressione israeliana”. Ma il Libano deve trovare “modi pacifici” per manifestare la propria solidarietà con il popolo palestinese, mantenendo la propria neutralità rispetto al conflitto armato e evitando ogni tipo di coinvolgimento militare.
L’appello a salvaguardare la neutralità libanese davanti alla spirale di violenza che avvolge la Terra Santa è stato lanciato domenica 16 maggio dal Patriarca maronita Béchara Boutros Raï, nel corso dell’omelia della liturgia eucaristica da lui celebrata presso la Sede patriarcale di Bkerké. Entrando nel dettaglio, il Patriarca ha invitato le autorità libanesi a tenere sotto stretto controllo il confine israelo-libanese, evitando che il territorio libanese diventi una piattaforma per “lanciare missili” in territorio israeliano. “Alcuni - ha aggiunto il Primate della Chiesa maronita, alludendo al Partito sciita Hezbollah, senza citarlo esplicitamente – sono coinvolti direttamente o attraverso gruppi ausiliari in quello che sta accadendo, ed espongono il Libano a nuove guerre”, ma il popolo libanese “non ha alcuna intenzione di distruggere il proprio Paese più di quanto esso non sia già devastato”, visto anche che “i libanesi hanno già pagato abbastanza per questi conflitti fuori controllo”. Nel corso dell’omelia, il Patriarca Raï ha anche ribadito che l’unica possibilità di porre fine ai conflitti arabo-israeliani passa attraverso il reale riconoscimento dello Stato palestinese, indipendente e sovrano, da parte di Israele.
La fuga verso il Libano di rifugiati palestinesi è iniziata nel 1948, anno della nascita dello Stato d’Israele. Secondo i dati forniti dall’ONU, nel Paese dei Cedri risiedono 300mila rifugiati palestinesi, raccolti in 12 campi profughi, dove vivono spesso in condizioni di estrema povertà.
Giovedì scorso, fonti militari israeliane hanno dato notizia di tre missili lanciati dal Libano sul territorio israeliano. Diverse manifestazioni pro-palestinesi si sono tenute negli ultimi giorni nei pressi del confine israelo-libanese, con i dimostranti che hanno tentato di lanciare bombe molotov contro le postazioni militari israeliane. L’esercito israeliano ha risposto con lancio di lacrimogeni e proiettili, provocando venerdì 14 maggio la morte di un manifestante libanese di 21 anni. (GV) (Agenzia Fides 17/5/2021)
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AMERICA/MESSICO - "Non possiamo accettare la violenza come stile di vita": aumentano omicidi e violenze contro i candidati
 
Città del Messico (Agenzia Fides) - "Il Messico non può accettare la violenza come stile di vita" ha esortato l'Arcidiocesi di Mexico, invitando i cittadini a scegliere il 6 giugno la migliore proposta politica che contribuisca a ricostruire il tessuto sociale. Attraverso il settimanale cattolico “Desde la Fe”, l'Arcidiocesi ha denunciato che il Messico affronta il secondo anno elettorale più violento della sua storia, ricordando le precedenti consultazioni del 2018. Con l'avvicinarsi delle elezioni del 6 giugno, il numero di omicidi e minacce contro i candidati alle cariche elettive è in aumento, sia per mano del crimine organizzato che degli avversari politici.
L'editoriale del settimanale cattolico riprende i dati della Segreteria di sicurezza e protezione dei cittadini, secondo cui "dal 4 marzo al 30 aprile di quest'anno, sono stati segnalati 234 casi di minacce o aggressioni contro i candidati, 12 dei quali sono stati assassinati". Inoltre il quarto rapporto sulla violenza politica in Messico 2021, preparato dalla società di consulenza Etellekt, "da settembre 2020 a maggio 2021, 79 politici sono stati assassinati, 33 dei quali durante il periodo della campagna elettorale". Sulla base di questi dati, l'editoriale nota che "queste cifre collocano l'attuale processo elettorale come il secondo più violento della storia, al di sotto solo delle elezioni del 2018, in cui 152 politici hanno perso la vita, 48 dei quali candidati e candidate".
"Desde la Fe" riconosce che le situazioni di violenza estrema "sono molto concentrate”, tuttavia esse “costituiscono segnali di allarme" che meritano di essere presi in considerazione e richiedono un lavoro comune di tutti i protagonisti sociali per favorire la famiglia, l'educazione e le istituzioni. "Scegliere quelle opzioni che favoriscono la ricostruzione del tessuto sociale ci permetterà di fare un passo avanti per trovare la pace di cui il nostro amato Messico, che rifiuta di accettare la violenza come stile di vita, ha tanto bisogno" scrive il settimanale.
In Messico il legame tra politica e Chiesa "è stato molto delicato", poiché i rapporti Chiesa-Stato hanno provocato almeno due grandi guerre interne (vedi Fides 3/05/2021), ma la Chiesa insiste nel denunciare il modo sbagliato di fare politica, cercando solo gli interessi personali o, ancora più grave, essendo complici di azioni politiche molto discusse, come permettere l'infiltrazione del crimine organizzato (vedi Fides 22/03/2021).
Domenica 6 giugno più di 90 milioni di messicani rinnoveranno completamente la Camera dei Deputati e 30 parlamenti locali, oltre ad eleggere 15 governatorati e 1.900 consigli comunali, per questo sono state definite come le più grandi elezioni nella storia del Paese. Consapevoli dell'importanza di questo evento, i Vescovi invitano la comunità nazionale a fare l'opzione migliore e a partecipare al voto con responsabilità, impegnandosi a costruire il futuro del paese (vedi Fides 12/05/2021).
(CE) (Agenzia Fides 17/05/2021)
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martedì 3 novembre 2020

Agenzia Fides 3 novembre 2020

 

AFRICA/COSTA D’AVORIO - Il Presidente uscente rieletto in un voto contrassegnato da violenze; l’opposizione contesta i risultati
 
Abidjan (Agenzia Fides) – La Commissione elettorale indipendente della Costa d’Avorio ha annunciato oggi, 3 novembre, la vittoria del Presidente uscente, Alassane Ouattara, con il 94% dei voti nelle elezioni del 31 ottobre.
L'affluenza si attesta al 53,9%, gli oppositori contestano i risultati ed hanno annunciato la creazione di un "Consiglio nazionale di transizione".
In effetti il voto è stato segnato in alcune zone da violente proteste. In particolare nelle città di Yamoussoukro (capitale politica) e Abidjan, nei comuni di Cocody nel distretto di Blockhaus, anche a Bingerville e Anyama, dove i seggi elettorali sono stati saccheggiati. Ci sono perdite di vite umane e ingenti danni materiali.
Al centro Andokoi 1 nel comune di Yopougon il ballottaggio è stato generalmente calmo, ci ha detto il supervisore generale, Diarra Zénéka: "dalle 8 del mattino tutto va bene, sono arrivati gli elettori; pronti a fare il loro dovere civico ma vi sono stati momenti di tensione perché alcuni elettori si sono presentati ai seggi senza la tessera elettorale e i documenti di identità nazionali e volevano votare lo stesso, ma grazie a Dio la polizia è intervenuta per riportare la calma”. In questo centro composto da 7 seggi elettorali, "il tasso di partecipazione è stato superiore a poco più dell'80%" afferma Diarra Zénéka.
Al centro del liceo Sainte Marie de Cocody, nell'Abidjan orientale, nella tarda mattinata ha votato il presidente uscente, Alassane Ouattara. "Ho appena adempiuto il mio dovere civico e chiedo a tutti i miei concittadini che amano la pace e il patriottismo di andare a votare" ha detto Alassane Ouattara dopo il voto. Il Capo dello Stato uscente, rivolgendosi all’opposizione ha lanciato un appello alla calma: “Mi appello a chi ha lanciato slogan di disobbedienza civile, che si fermi perché la Costa d'Avorio ha bisogno di pace” mentre erano in corso violente manifestazioni in alcune parti del Paese.
La Commissione elettorale indipendente, CEI, ha rivelato all'inizio di questa settimana che poco più di 3 milioni di elettori hanno ritirato la propria tessera elettorale sui 7,5 milioni di iscritti nelle liste elettorali del 2020.
Su 4 candidati selezionati dal Consiglio costituzionale, solo il candidato uscente Alassane Ouattara e Konan Kouassi Bertin aka KKB hanno fatto una campagna, Henri Konan Bédié e Pascal Affi N’Guessan si sono astenuti. (S.S.) (L.M.) (Agenzia Fides 3/11/2020)
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AFRICA/ZAMBIA - Morta una suora rimasta gravemente ferita due mesi fa nell’assalto alla sua parrocchia
 
Lusaka (Agenzia Fides) – Non ce l’ha fatto suor Matilda Mulengachonzi, una delle due suore della congregazione delle Piccole Serve di Maria Immacolata (LSMI), ferite due mesi fa nell’assalto alla parrocchia nella quale prestavano servizio in Zambia. Suor Matilda, 60 anni, è morta domenica 25 ottobre a causa delle ferite riportate; alla religiosa erano stati inflitti profondi tagli sulla fronte e sulla testa, e una ferita all'occhio.
La Superiora provinciale suor Sylvia Kagulura, nel commemorare la perdita della religiosa che è stata sepolta il 28 ottobre al cimitero di Kasisi, ha affermato: "Come congregazione attendiamo i risultati della polizia".
Nel loro messaggio di cordoglio alla congregazione dell'LSMI, i Vescovi dello Zambia hanno definito l'attacco "crudele e violento” ed hanno affidato l’anima di Suor Matilda alla misericordia divina "Preghiamo che il Buon Dio possa considerare i suoi 41 anni di vita religiosa e i suoi servizi disinteressati come insegnante ed economa del programma Chalice al momento della sua scomparsa".
Suor Matilda era rimasta gravemente ferita la sera del 24 agosto, quando un bandito armato è penetrato nella parrocchia di Santa Barbara, della diocesi di Monze. Il malvivente ha colto di sorpresa suor Okafor Assumpta, 49 anni e suor Matilda Mulengachonzi.
"Suor Matilda ha subito tagli profondi sulla fronte e sulla testa, con un'altra ferita all'occhio mentre suor Assumpta ha subito un taglio profondo alla testa dopo che il criminale le ha colpite con una sbarra di ferro. Le due vittime hanno trovato il criminale che tentava di fare irruzione nel convento” aveva riportato una portavoce della polizia.
Le religiose erano state ricoverate all'ospedale distrettuale Itezhi-tezhi e successivamente all’ University Teaching Hospital (UTH). Suor Okafor è stata dimessa subito dopo, mentre suor Matilda è rimasta ricoverata nell'unità di terapia intensiva, dove è poi deceduta. (L.M.) (Agenzia Fides 3/11/2020)
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ASIA/PAKISTAN - La polizia salva Arzoo, la minorenne cattolica rapita e costretta a convertirsi e sposarsi
 
Karachi (Agenzia Fides) - “Siamo grati a Dio perché la polizia del Sindh, su ordine dell'Alta Corte della provincia del Sindh, ha salvato Arzoo Raja, una ragazza cattolica di 13 anni rapita il 13 ottobre 2020. È un grande risultato dopo due settimane di impegno continuo dei leader della Chiesa, con il sostegno dei leader dei partiti politici, degli attivisti e delle organizzazioni per i diritti umani e della società civile. Esprimo apprezzamento ai funzionari di polizia e ringrazio anche tutti i nostri fratelli musulmani che ci aiutano a chiedere giustizia per Arzoo”: lo ha detto il Vicario generale dell'arcidiocesi di Karachi, Mons. Diego Saleh, parlando all'Agenzia Fides dopo aver incontrato la minorenne cattolica salvata ieri, 2 novembre, in tarda serata.
Mons. Saleh prosegue: “Apprezzo enormemente le forze di sicurezza per aver salvato la minorenne lo stesso giorno in cui sono stati impartiti gli ordini dall'Alta Corte, e per aver tenuto la minorenne in custodia presso la stazione di polizia per le donne e i bambini, da qui verrà inviata alla casa rifugio per la sua protezione”. Il Vicario generale aggiunge: “Tutta la comunità cristiana pakistana è grata al governo del Sindh, ai giudici dell'Alta Corte e ai funzionari della sicurezza per la loro rapida risposta agli ordini del tribunale impartiti ieri mattina per salvare Arzoo”. Quindi esorta “tutta la comunità cristiana a continuare a pregare fino a quando non otterremo giustizia per Arzoo, e spero che presto la otterremo".
La polizia ha anche arrestato il rapitore Ali Azhar, che aveva rapito la ragazza il 13 ottobre mattina, l'aveva convertita con la forza e l’aveva sposata lo stesso giorno (vedi Fides 21, 22, 24, 29, 30/10/2020).
Anthony Naveed, un cristiano membro dell'Assemblea provinciale del Sindh e a capo della Commissione congiunta della Chiesa cattolica e protestante creatasi per il caso di Arzoo Raja, parlando a Fides afferma: “Siamo grati a Bilawal Zardari, Presidente del Pakistan Peoples Party e al Governo del Sindh per averci sostenuto, perché la legge esistente nella provincia del Sindh non ammette matrimoni sotto i 18 anni”. Aggiunge: "Nella precedente petizione presentata in tribunale il 27 ottobre 2020, la firmataria Arzoo Fatima (nome musulmano di Arzoo Raja) ha chiesto la protezione del suo matrimonio e al giudice non sono stati comunicati dettagli fondamentali, che lei avesse meno di 18 anni, per cui è stata presa la decisione a suo favore per la sua protezione”. Anthony Naveed inoltre spiega: "Nella petizione seguente, che abbiamo presentato da parte della famiglia, ci sono tutti i documenti autentici che dimostrano che Arzoo è minorenne ed è stata costretta a sposare il suo rapitore, per questo il tribunale ha ordinato di liberare immediatamente Arzoo dal suo rapitore Ali Azhar".
P. James Channan, OP, Direttore del Peace Center di Lahore, parlando a Fides, ha commentato: “Il salvataggio di Arzoo è occasione per ringraziare Dio per la lotta dei leader religiosi cristiani, degli attivisti per i diritti umani, dei promotori della giustizia e dell’armonia interreligiosa che ha prodotto questo risultato positivo. Le preghiere di innumerevoli cristiani e di tanti uomini e donne musulmani sono state esaudite”.
P. James Channan osserva ancora: “È una vittoria della legge e della giustizia che possiamo sperimentare in Pakistan se e quando presa sul serio e in modo giusto. Il rapimento, la conversione forzata e il matrimonio forzato con Azhar Ali, una persona malvagia di 44 anni, è stato un duro colpo e una sfida per il nostro sistema giudiziario e politico”. P. Channan conclude: “Il rilascio in tempi così brevi di Arzoo è un segno della lotta comune, delle preghiere, delle manifestazioni pacifiche e della protesta della comunità cristiana”. (AG) (Agenzia Fides 3/11/2020)
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AMERICA/MESSICO - E’ sano e salvo il sacerdote scomparso
 
Teotihuacan (Agenzia Fides) – Senza fornire dettagli al riguardo, la sorella di don Francisco Núñez Martinez, ha annunciato che il sacerdote è stato trovato vivo, cinque giorni dopo la sua scomparsa nello Stato del Messico (vedi Fides 31/10/2020). La scomparsa del sacerdote di Tarimoro era stata denunciata a Tecámac, nello Stato del Messico. Per sollecitare le sue ricerche, era stata organizzata anche una manifestazione popolare presso l'ufficio del Procuratore generale dello Stato.
Mons. Guillermo Francisco Escobar Galicia, Vescovo della diocesi di Teotihuacan, ha confermato la notizia con un breve testo, pervenuto a Fides, in cui “comunica ai fedeli la gioia di sapere che padre Francisco Núñez Martinez si trova sano e salvo con la sua famiglia”. La nota è stata diffusa dai social media della diocesi con la data del 31 ottobre.
(CE) (Agenzia Fides 03/11/2020)
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AMERICA/CILE - “Il diritto all’acqua deve essere incluso nella nuova Costituzione” ribadisce il Vicario apostolico di Aysen
 
Aysén (Agenzia Fides) – “L’acqua, è l'origine di tutta la vita. Senza acqua non c'è vita” ha affermato il Vicario apostolico di Aysén, Sua Ecc. Mons. Luis Infanti de la Mora. “L'acqua è un elemento essenziale per la vita, non solo per le persone ma per tutti gli esseri viventi. Anche in tutte le religioni è centrale. Si parla sempre dell'acqua come di un elemento simbolico vitale, ecco perché nella nuova Costituzione deve avere l’importanza che gli è dovuta. Dovrà assumere il senso spirituale e umano che ha questo bene”. Questo l’intervento a Radio Santa Maria, nel fine settimana, del Vicario apostolico.
Mons. Infanti de la Mora è molto conosciuto, anche internazionalmente, perché nel 2008 aveva scritto una lettera pastorale intitolata “Daci oggi l’acqua quotidiana” (vedi Fides 3/10/2014), in cui segnalava il problema dell’acqua in Cile: in alcuni luoghi abbonda, in altri manca, con una gestione che ha fatto molto discutere a tutti i livelli. Oggi, sottolinea Mons. Infanti, con l’enciclica Laudato sì di Papa Francesco, il problema si è potenziato, anche perché ancora non è stato risolto.
Sull'importanza di includere i diritti sull'acqua nella nuova Costituzione, il Vicario ha assicurato che "in tutto il mondo, la proprietà dell'acqua appartiene allo Stato e la gestione e la distribuzione è affidata a società private, comunità, comuni o a misto pubblico-privato”.
In Cile tuttavia l'82% dei proprietari dell'acqua è costituito da società transnazionali. "C'è e continua il problema! Questa Costituzione del Cile, che concede la proprietà privata dell'acqua a coloro che hanno il potere di acquistarla, ha favorito la privatizzazione della maggior parte dei diritti sull'acqua nel nostro paese da parte di società transnazionali. Nemmeno cilene” ha sottolineato Mons. Infanti.
Dopo la grande polemica sulle dighe che si volevano installare ad Aysén, il Vescovo assicura che “da lì si è tentato di modificare la Costituzione. Volevano cambiare la legge del codice delle acque, redatta nel 1981, e non ci sono stati progressi proprio perché ci sono forti lobby delle aziende forestali, minerarie e agricole; grandi aziende del Paese, che premono perché la situazione attuale non cambi".
(CE) (Agenzia Fides 03/11/2020)
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AMERICA/BOLIVIA - Nel giorno della commemorazione dei defunti il ricordo per i morti a causa del Covid-19
 
Santa Cruz (Agenzia Fides) – “In questo giorno in cui commemoriamo tutti i fedeli defunti, nei nostri cuori si mescolano dolore e ricordi, domande e dubbi, in particolare in questa tragedia globale del coronavirus che ha portato via all'improvviso tanti fratelli e sorelle. Tuttavia, come cristiani, non possiamo abbandonarci solo a questi sentimenti profondamente umani, ma dobbiamo guardare con gli occhi della fede al mistero della vita e della ‘nostra sorella morte’, come la chiamava san Francesco. Sorella morte perché apre la porta alla vita eterna che attende in Cristo risorto chi ha creduto e crede in Lui”. Con questa esortazione l’Arcivescovo di Santa Cruz, Mons. Sergio Gualberti, ha iniziato l’omelia durante la concelebrazione eucaristica che ha presieduto ieri, 2 novembre, nel giorno della Commemorazione di tutti i fedeli defunti, nella Basilica di San Lorenzo martire. Hanno concelebrato i Vescovi ausiliari, il Vicario generale e altri sacerdoti.
“La mensa eucaristica della Parola e del Pane di vita mette in luce gli elementi centrali del mistero della Risurrezione: vita, comunione e gratitudine, speranza” ha spiegato l’Arcivescovo, che ha proseguito: “L'Eucaristia è gratitudine, il nostro modo migliore per ringraziare il Signore per le persone che ci hanno dato la vita e per coloro che ci hanno iniziato alla vita di fede. Oltre ai nostri fratelli e amici, questa mattina ricordiamo in particolare tutti i Pastori che hanno dato la loro vita al Vangelo e alla Chiesa pellegrina a Santa Cruz, come i sacerdoti P. Jorge Robles, José Bialasik e P. Ignacio Roca. Le vittime del Covid-19, e gli Arcivescovi Mons. Luís Rodríguez, e il nostro amato Cardinale Julio Terrazas, di cui celebreremo il 9 dicembre prossimo il 5° anniversario del suo ritorno alla casa del Padre”.
Nell’omelia l’Arcivescovo ha ricordato che in questo momento storico sembrava che l'umanità avesse raggiunto i traguardi più clamorosi dal punto di vista scientifico e tecnico, del dominio della natura, invece “ci troviamo in una società di morte e impotenti di fronte a un virus invisibile. Morte causata in misura maggiore dall'uomo: guerre, terrorismo, totalitarismo, conflitti, povertà, fame, inquinamento dell'ambiente e biodiversità”. Quindi ha richiamato la festa di Tutti i Santi, in cui si celebra "l'immensa moltitudine, che nessuno può contare ... che lavò le vesti nel sangue dell'Agnello", che “ci apre alla speranza che, grazie al sangue di Cristo sulla croce, un giorno condivideremo con i nostri fratelli defunti la gioia di stare insieme alla presenza di Dio”. (SL) (Agenzia Fides 3/11/2020)

domenica 21 giugno 2020

Oggi da Vatican News 21 giugno 2020



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I cristiani perseguitati, che oggi sono con "sicurezza" più di quelli dei primi tempi, rappresentano i martiri dei nostri giorni. All'Angelus, Papa Francesco ... 
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Dopo la preghiera mariana dell’Angelus, Francesco ha ricordato che durante il tempo della pandemia molti luoghi sono rifioriti in tutto il loro splendore. La ... 
L'arrivo del Papa emerito a Regensburg nella casa del fratello malato Georg
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Benedetto XVI lunedì 22 giugno rientra a Roma con un volo da Monaco di Baviera: si conclude la visita al fratello gravemente malato 
SANTA SEDE E CHIESA NEL MONDO
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La Pastoral da Criança, l’organismo strettamente legato alla Conferenza nazionale dei vescovi brasiliani, partecipa all’indagine dell’Istituto nazionale di ... 

venerdì 8 novembre 2019

Agenzia Fides 7 novembre

AFRICA/SUD SUDAN - I Vescovi sono “Pastori e amministratori della delicata vigna di Dio”
 
Juba (Agenzia Fides) – “Come Vescovi del Sudan e del Sud Sudan riteniamo prioritaria la tutela dei minori e ci impegniamo a lavorare per la prevenzione di ogni forma di abuso, atrocità e violenza contro i bambini. Sono contento che durante questa Plenaria, tra i molti argomenti sia stata scelta la tutela dei minori”: lo ha detto Mons. Edward Hiiboro, Vescovo di Tombura-Yambo e Presidente della Conferenza Episcopale del Sudan, a conclusione di un recente seminario organizzato a Juba dall’Associazione dei Vescovi delle Conferenze episcopali dell'Africa orientale (AMECEA), che ha coinvolto i Vescovi di Sudan e Sud Sudan sull’istituzione di un apposito Dipartimento per la tutela dei minori.
Oltre al tema della tutela dei minori, il Vescovo Hiiboro ha affermato che l'Assemblea Plenaria è stata “per i vescovi del Sudan e del Sud Sudan, un'opportunità di connettersi in primis con Dio, fonte della loro vita; in secondo luogo per rafforzarsi reciprocamente come Pastori e amministratori della delicata vigna di Dio; infine per meditare sulla loro missione verso il popolo di Dio nei due paesi.
I Vescovi di entrambi i paesi, nonostante le difficoltà che stanno affrontando, hanno preso posizione e hanno voluto agire per proteggere, individuare e bloccare qualsiasi abuso contro i minori e contro le persone più vulnerabili. “L’incontro è partito dalle raccomandazioni di Papa Francesco”, ha detto il funzionario per la tutela dei minori dell'AMECEA George Thuku, che ha condiviso con i Vescovi le politiche e le linee guida e le priorità stabilite da alcune Conferenze episcopali della regione.
(AP) (7/11/2019 Agenzia Fides)
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ASIA/INDONESIA - I Vescovi: attualizzare il Documento di Abu Dhabi per migliorare il dialogo con l'islam
 
Bandung (Agenzia Fides) - "La fraternità umana per un'Indonesia pacifica" è il tema dell'Assemblea dei Vescovi indonesiani, in corso a Bandung (4-11 novembre), con l'obiettivo di "comprendere bene il Documento di Abu Dhabi sulla fraternità umana per la pace e la vita nel mondo, firmato congiuntamente da Papa Francesco e dal Grande Imam Ahmed el-Tayeb ad Abu Dhabi lo scorso febbraio, attualizzando il documento nel contesto indonesiano, al fine di rafforzare il dialogo della Chiesa indonesiana con l'islam nell'arcipalago" recita una nota inviata all'Agenzia Fides.
Come appreso da Fides, i Vescovi indonesiani hanno fortemente voluto dedicare la loro Assemblea alla riflessione su quel Documento, per trovare strade di applicazione nella realtà tanto diversa e plurale dell'arcipelago indonesiano. I relatori, ospiti nelle giornate di studio, sono stati l'Imam della Moschea Istiqlal di Jakarta, Nasaruddin Umar; il Segretario dell'Istituto internazionale per le relazioni della organizzazione islamica "Muhammadiyah", Wachid Ridwan; la coordinatrice nazionale del movimento "Gusdurian Network", Alissa Wahid; Padre Damiano Fadjar Tejo Soekarno, prete della diocesi di Malang, attivista in una comunità interreligiosa nell'isola di Madura.
Secondo il Cardinale Ignatius Suharyo, Presidente della Conferenza episcopale indonesiana, "il tema scelto dai Vescovi era conforme alla richiesta di Papa Francesco, che ha chiesto all'episcopato di tutto il mondo di trovare modalità di attualizzare le idee contenute nel documento di Abu Dhabi".
L'Arcivescovo Piero Pioppo, Nunzio Apostolico in Indonesia, nel suo discorso ai Vescovi indonesiani ha affermato che "quel Documento è molto importante soprattutto per la situazione nazionale dell'Indonesia, laddove la ricerca di pace, armonia e convivenza è una sfida che dobbiamo affrontare insieme".
“Come Vescovi della Chiesa cattolica che ha dato un grande contributo alla nascita della nostra nazione, e come nazione indipendente, unita e sovrana, ne avete bisogno per preservare i valori condivisi della società. Dobbiamo guidare la nostra comunità, umilmente, in un dialogo fraterno con tutte le persone, per proclamare sempre in Indonesia i valori del Vangelo e dell'unità ("Ut unum sint"), che sono il nostro contributo speciale al futuro della nazione”, ha affermato il Nunzio Apostolico.
Secondo il Segretario esecutivo della Commissione episcopale per la comunicazione, padre Steven Lalu, "le discussioni durante i giorni di studio dei Vescovi hanno portato a comprendere che tutte le parti coinvolte devono impegnarsi a diffondere i buoni valori del Documento e a concretizzarlo in attività che costruiscono la pace e la convivenza. Oltre a questo, si è detto durante i lavori, la tolleranza è necessaria non per trovare somiglianze ma piuttosto per abituarsi a vivere le differenze". (PP) (Agenzia Fides 7/11/2019)
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ASIA/NEPAL - I missionari Clarettiani: cura e istruzione dei bambini vittime del terremoto
 
Kathmandu (Agenzia Fides) - I missionari Clarettiani sono impegnati a costruire il futuro dei bambini orfani e poveri, vittime del terremoto del 2015 in Nepal, fornendo loro assistenza e istruzione. “Abbiamo visitato il Nepal dopo il terremoto del 2015 e abbiamo contribuito a ricostruire il villaggio di Wasbang, nel distretto di Chitwan, nel centro del Nepal. Ci siamo imbattuti in un bambino orfano e abbiamo iniziato a prendercene cura. Oggi stiamo aiutando e educando oltre 400 studenti. Il nostro obiettivo è aiutare 900 studenti entro il 2025 ”, dice all'Agenzia Fides il padre Clarettiano Jojo Peter Ancheril, tra i responsabili dell'iniziativa, avviata dai missionari Clarettiani di Macao.
Oltre 400 bambini, orfani, poveri e con disabilità fisiche, risiedono nella casa dei bambini di Antyodaya a Parsa, nel distretto di Chitwan. La casa è stata costruita il 13 maggio 2017. "Intendiamo raggiungere i bambini meno fortunati dei villaggi remoti offrendo loro l'educazione e lo sviluppo della personalità", afferma padre Ancheril.
Il 12 aprile 2015 il forte sisma colpì il Nepal, uccidendo migliaia di persone e lasciando milioni di persone senza tetto e senza la possibilità di soddisfare i bisogni primari. Imponente fu la mobilitazione internazionale e la casa dei bambini di Antyodaya rientrò in questa ondata di solidarietà.
Padre Ancheril, dopo un primo viaggio in Nepal, iniziò a coinvolgere parrocchiani e benefattori per ricostruire case per le famiglie colpite dal sisma, nel villaggio di Wasbang, anche grazie al supporto dei Padri della Little Flower Society di Narayangh. Dopo un successivo viaggio con circa 30 pellegrini, questo impegno si fortificò e stabilizzò. Un giorno Bobby Anthony, project manager in Nepal, si imbattè in una bambina di circa quattro anni che vagava nella giungla. Sua madre era malata di cancro (e poco dopo morì), suo padre era vecchio e fragile. Iniziarono così a prendersene cura e così venne l'ispirazione di occuparsi stabilmente di bambini in situazioni simili, costruendo una apposita casa per loro. Yessermaya, assistente sociale del luogo, si interessò ai lavori di costruzione e identificò altri bambini bisognosi. Ben preso si aggiunsero altri bambini da villaggi rurali, dove non vi erano scuole e le famiglie vivono in estrema povertà.
"Oggi la Casa per bambini di Antyodaya offre agli studenti una nuova vita per crescere, lavorare e sperare nel futuro. Agli studenti viene data la giusta attenzione e cure speciali per i bisognosi, oltre che istruzione e assistenza sanitaria. L'amore di Dio non conosce limiti". conclude suor Liza Franca Augustine, collaboratrice del progetto e missionaria in Nepal. (SD) (Agenzia Fides 7/11/2019)
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AMERICA/ARGENTINA - “Superare le diverse forme di violenza e costruire un'amicizia sociale” chiedono i Vescovi
 
Pilar (Agenzia Fides) – “Chiediamo a Dio di aiutarci affinché il percorso democratico si traduca in una vita dignitosa, sviluppo integrale, lavoro per tutti, accesso alla salute e istruzione di qualità”: lo affermano i Vescovi dell’Argentina in un messaggio dal titolo “Il rafforzamento della nostra nazione”, che hanno pubblicato mentre si svolge la loro Assemblea Plenaria nella città di Pilar. Dal 4 al 9 novembre infatti l’Episcopato argentino è riunito per affrontare diversi temi relativi alla realtà sociale e pastorale, tra cui la prevenzione degli abusi sessuali nella Chiesa, il Congresso Mariano dell’anno prossimo, l’elaborazione del catechismo argentino, il Sinodo per l’Amazzonia, la riforma economica.
Dopo le elezioni del 27 ottobre, che hanno decretato la vittoria al primo turno del candidato peronista Alberto Fernandez, che ha ottenuto il 48,10% dei voti, mentre il presidente uscente liberale Mauricio Macri non è andato oltre il 40,37%, i Vescovi nel loro messaggio pervenuto a Fides, ribadiscono che “all'inizio di un nuovo periodo della nostra democrazia, per il quale abbiamo optato irreversibilmente, vogliamo camminare con gli argentini per consolidarla ogni giorno di più”.
“La Patria richiede a tutti – proseguono - un rinnovato sforzo di dialogo sincero e di ricerca del consenso al fine di generare una sintesi superiore. La grandezza della nostra leadership si manifesterà in questo tentativo se saprà incorporare anche gli sforzi e le ricerche dei più poveri”.
I Vescovi sottolineano poi il crimine della corruzione e ribadiscono che il reale rafforzamento della democrazia non sarà possibile “senza una ferma opzione etica ai diversi livelli della vita sociale, senza una vera divisione dei poteri dello Stato e una partecipazione quotidiana e generosa di ogni argentino”. Infine esortano, come cittadini responsabili, “a formare un popolo che, al di là delle discrepanze, mantenga riferimenti stabili conformi ad un progetto comune”, questo presuppone “un rinnovato impegno per superare le diverse forme di violenza e per costruire un'amicizia sociale”. (S.L.) (Agenzia Fides 07/11/2019)
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AMERICA/PARAGUAY - L’Arcivescovo di Asunción: “immorale” aumentare lo stipendio dei politici invece di sostenere i più poveri
 
Luque (Agenzia Fides) – E’ "immorale" la richiesta di aumentare gli stipendi ai politici invece di destinare il denaro a creare e rafforzare programmi per la salute, l’istruzione e l’alloggio destinati ai settori più vulnerabili della popolazione, continuamente in crescita: lo ha denunciato l’Arcivescovo di Asunción, Mons. Edmundo Valenzuela, durante una conferenza stampa tenuta ieri, in occasione dell’Assemblea plenaria della Conferenza Episcopale del Paraguay, che si tiene a Luque (vedi Fides 5/11/2019) e prende in considerazione i principali temi legati alla realtà sociale ed ecclesiale del paese.
Durante la conferenza stampa, sollecitato dai giornalisti, Mons. Valenzuela ha sottolineato che la richiesta di aumento degli stipendi conviene solo ai politici, e ha aggiunto: "sappiamo già che con i politici non avremo certo giustizia e solidarietà". Ha quindi ribadito che la richiesta è "immorale" proprio perché non esiste da parte delle autorità l'interesse ad aumentare il bilancio per la salute, l'istruzione e l'edilizia abitativa, in particolare per quei settori che sono a rischio continuo.
L’Arcivescovo ha invitato i rappresentanti dei partiti politici a riconsiderare la richiesta e a ripensare la situazione usando come esempio gli avvenimenti in Cile e in Bolivia, in quanto ciò "può essere una causa di rivolta, in seguito alle ingiustizie, a causa di una realtà ingiusta".
“Con i soldi dati ai politici non ci sono progressi. Almeno finora non l'abbiamo visto. Chiediamo che il buon denaro pubblico sia ben utilizzato nei programmi che promuovono lo sviluppo dell'agricoltura familiare, dell'istruzione e della salute che sono sempre molto minacciati” ha ribadito Mons. Valenzuela.
Sebbene attraverso il programma Tekoporà del Ministero dello Sviluppo Sociale, 612 mila persone in estrema povertà percepiscano un bonus per i servizi fondamentali, la realtà dei circa 7 milioni di abitanti del Paraguay è che le famiglie povere ed in estrema necessità aumentano ogni giorno. Inoltre nei programmi di sostegno alle famiglie, le famiglie indigene vengono penalizzate ricevendo sussidi inferiori.
L'incontro dei Vescovi culminerà venerdì 8 novembre nella casa di riposo “Emmaus”, situata nella periferia della città di Luque.
(CE) (Agenzia Fides, 07/11/2019)

domenica 6 ottobre 2019

XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C) 6 ottobre 2019


    XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)


Grado della Celebrazione: DOMENICA
Colore liturgico: Verde

Antifona d'ingresso
Tutte le cose sono in tuo potere, Signore,
e nessuno può resistere al tuo volere.
Tu hai fatto tutte le cose, il cielo e la terra
e tutte le meraviglie che vi sono racchiuse;
tu sei il Signore di tutto l’universo. (Est 4,17b)

Colletta

O Padre, che ci ascolti se abbiamo fede
quanto un granello di senapa,
donaci l’umiltà del cuore,
perché, cooperando con tutte le nostre forze
alla crescita del tuo regno,
ci riconosciamo servi inutili,
che tu hai chiamato a rivelare le meraviglie del tuo amore.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Ab 1,2-3;2,2-4)
Il giusto vivrà per la sua fede.

Dal libro del profeta Abacuc

Fino a quando, Signore, implorerò aiuto
e non ascolti,
a te alzerò il grido: «Violenza!»
e non salvi?
Perché mi fai vedere l’iniquità
e resti spettatore dell’oppressione?
Ho davanti a me rapina e violenza
e ci sono liti e si muovono contese.
Il Signore rispose e mi disse:
«Scrivi la visione
e incidila bene sulle tavolette,
perché la si legga speditamente.
È una visione che attesta un termine,
parla di una scadenza e non mentisce;
se indugia, attendila,
perché certo verrà e non tarderà.
Ecco, soccombe colui che non ha l’animo retto,
mentre il giusto vivrà per la sua fede».

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 94)
Rit: Ascoltate oggi la voce del Signore.

Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia.

Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce.

Se ascoltaste oggi la sua voce!
«Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere».

SECONDA LETTURA (2Tm 1,6-8.13-14)
Non vergognarti di dare testimonianza al Signore nostro.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo

Figlio mio, ti ricordo di ravvivare il dono di Dio, che è in te mediante l’imposizione delle mie mani. Dio infatti non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di carità e di prudenza.
Non vergognarti dunque di dare testimonianza al Signore nostro, né di me, che sono in carcere per lui; ma, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo.
Prendi come modello i sani insegnamenti che hai udito da me con la fede e l’amore, che sono in Cristo Gesù. Custodisci, mediante lo Spirito Santo che abita in noi, il bene prezioso che ti è stato affidato.

Parola di Dio

Canto al Vangelo (1Pt 1,25)
Alleluia, alleluia.

La parola del Signore rimane in eterno:
e questa è la parola del Vangelo che vi è stato annunciato.
Alleluia.

VANGELO (Lc 17,5-10)
Se aveste fede!

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!».
Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe.
Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stríngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

Parola del Signore
Preghiera dei fedeli
Dio ci chiede di rimanere saldi nell’ora della prova e di non cedere alla disperazione, sull’esempio di Gesù Cristo, morto in croce per salvarci.
Preghiamo insieme e diciamo: Signore, donaci una fede salda.

1. Perché la nostra fede non si manifesti solo a parole. Preghiamo.
2. Perché il nostro servizio nella comunità non venga sbandierato come un merito. Preghiamo.
3. Perché sappiamo che nulla è definitivo tranne il tuo amore. Preghiamo.
4. Perché dove la nostra speranza ci abbandona arrivi a sostenerci la nostra umiltà. Preghiamo.

O Padre, il cammino lungo cui ci conduci è pieno di distrazioni e di occasioni per perdere la fede: aiutaci a capire che il male non ha l’ultima parola. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.
Preghiera sulle offerte
Accogli, Signore, il sacrificio
che tu stesso ci hai comandato d’offrirti
e, mentre esercitiamo il nostro ufficio sacerdotale,
compi in noi la tua opera di salvezza.
Per Cristo nostro Signore.

Antifona di comunione
Il Signore è buono con chi spera in lui,
con l’anima che lo cerca. (Lam 3,25)

Oppure:
Uno solo è il pane, e noi, pur essendo molti,
siamo un corpo solo, perché partecipiamo tutti dell’unico pane
e dell’unico calice. (cf. 1Cor 10,17)

Oppure:
Dissero gli apostoli a Gesù: “Signore,
aumenta la nostra fede!”. (Lc 17,5)
Preghiera dopo la comunione
La comunione a questo sacramento
sazi la nostra fame e sete di te, o Padre,
e ci trasformi nel Cristo tuo Figlio.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
Commento
È un male molto diffuso tra i credenti quello di considerare la fede come un atteggiamento puramente intellettuale, come la semplice accettazione di alcune verità. Cioè una fede che si traduce in una presa di posizione teorica, senza una vera incidenza sulla vita. Questo squilibrio ha come conseguenza lo scandalo della croce: l’esitazione davanti alle difficoltà che incontriamo ogni giorno e che sono sovente insormontabili se noi non siamo abbastanza radicati in Dio. Allora ci rivoltiamo con la stessa reazione insolente e insultante che scopriamo nelle parole del libro di Abacuc.
Le due brevi parabole del testo evangelico ricordano due proprietà della fede: l’intensità e la gratuità. Per mettere in rilievo il valore di una fede minima, ma solida, Cristo insiste sugli effetti che può produrre: cambiare di posto anche all’albero più profondamente radicato. Per insistere sulla fede come dono di Dio, porta l’esempio del servitore che pone il servizio del suo amore prima di provvedere ai suoi propri bisogni. È l’esigenza del servizio del Vangelo che ci ricorda san Paolo (1Tm 1,1), ma questo stesso apostolo ci avverte che “i lavori penosi” trovano sempre l’appoggio della grazia di Dio.


Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

The Chosen ...é sufficiente per me...posso fare molto con questo ..

Ed egli disse: «Portatemeli qui». E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull'erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occ...