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mercoledì 15 dicembre 2021

Agenzia fides Newsletter completa 15 dicembre 2021

 

EUROPA/ITALIA - I corridoi umanitari dall’Afghanistan, una via per salvare vite
 
Trento (Agenzia Fides) - Le organizzazioni cristiane impegnate in Italia con aiuti umanitari, progetti di sviluppo e accoglienza, mettono a servizio le proprie risorse, le competenze e la “passione per l’umanità” che le caratterizza, per attivare i corridoi umanitari, esperienza che permetterà di accogliere in Italia profughi afghani. E lo fanno, come riferito all’Agenzia Fides, chiedendo che le istituzioni diano un valido supporto, e possano sbloccare le procedure per avviare concretamente il programma, nella certezza di fondo che “chi salva una vita, salva il mondo intero”, come recita la nota frase del Talmud.
Il Protocollo d’Intesa siglato con il Governo italiano il 4 novembre scorso, prevede l’attivazione di un canale di ingresso legale in Italia, per cittadini afghani bisognosi di protezione internazionale, provenienti da campi profughi in Pakistan, Iran o altri paesi di primo asilo o di transito. Saranno 1.200 le persone accolte in due anni (con un possibile ampliamento), trasferite tramite voli organizzati dal governo italiano.
Tra le organizzazioni firmatarie vi sono la Caritas Italiana, la Federazione delle Chiese Evangeliche, la Tavola Valdese, la Comunità di Sant'Egidio, l’Arci. Nel convegno dal titolo “Afghanistan, il futuro negato”, tenutosi a Trento il 14 dicembre, le organizzazioni hanno messo in luce la bontà dell'iniziativa che vede una collaborazione tra governo italiano e società civile, sottolineando il valore di un modello, quello dei corridoi umanitari. “Il modello funziona e porta frutto – si è notato - soprattutto perché va ben oltre il semplice trasferimento, l’evacuazione, o il resettlement. Esso presuppone l’attenta preparazione della rete di accoglienza, nel contesto e nei territori che ospiteranno le persone accolte, tenendo conto della tipologie e delle specifiche esigenze quanti si trovano catapultati in una altra nazione”. Tale rete di accoglienza, composta da famiglie, comunità, parrocchie, organizzazioni locali, facilita l'integrazione e dunque anche il processo di autodeterminazione delle persone accolte, che possono nuovamente dare corpo al loro futuro. D’altro canto occorre preparare i territori di destinazione, per far sì che le persone accolte possano trovare una assistenza adeguata e un terreno fertile a tutti i livelli: logistico, solidale, culturale.
L’iniziativa dei corridoi umanitari – ha rilevato Cesare Zucconi, della Comunità di Sant’Egidio - “ha aperto una strada nuova, gestita in toto dalle organizzazioni della società civile; una strada che intende evitare i viaggi della morte, cercando percorsi sicuri e legali, sia pel persone coinvolte, sia per i paesi che accolgono”. Si sono così consolidate buone pratiche replicabili a livello europeo, seguendo il criterio generale di accoglienza e protezione di persone vulnerabili. Le organizzazioni coinvolte chiedono al governo italiano di attivare in tempi brevi le procedure che agevolino il processo, aprendo canali di dialogo con i governi dei paesi coinvolti (soprattutto Pakistan e Iran), coordinando anche le iniziative di ricongiungimento familiare.
(PA) (Agenzia Fides 15/12/2021)
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AFRICA/GIBUTI - La piccola ma significativa presenza di una Chiesa dialogante e in cammino
 
Gibuti (Agenzia Fides) - “È una Chiesa piccola, fragile, ma forte della luce del Vangelo che non può essere annunciato verbalmente, essendo un paese islamico, ma vissuto. Certamente i cristiani e le sorelle che vivono lì sono una piccola ma significativa presenza”. A parlare con l’Agenzia Fides è Suor Simona Brambilla, Superiora Generale delle Missionarie della Consolata (MC), congregazione che a Gibuti opera con una missione aperta nel 2004.
Al confine tra Etiopia e Somalia, il Gibuti è una terra deserta che ospita diverse etnie, e dove tanto la Chiesa ha fatto in termini di dialogo nel rispetto delle differenze. È proprio di alcuni giorni fa una intervista di Mons. Giorgio Bertin, Vescovo di Gibuti, Amministratore apostolico di Mogadiscio, rilasciata al settimanale cattolico “La difesa del Popolo”. Il Vescovo, parlando della situazione geopolitica della Somalia e del lavoro della Chiesa, ha ricordato come a Gibuti essa abbia addirittura precorso i tempi come nel caso dell’azione a favore delle persone con disabilità, che fino a pochi anni fa venivano tenute segregate a casa.
In questo modo, nel tempo ne è nata un’agenzia statale che se ne prende cura e promuove, insieme alle missioni come quella dove si trova Suor Anna Bacchion MC, a Gibuti dall’inizio della fondazione della missione, nel 2004, che del progetto inclusivo “École pur tous” racconta all’Agenzia Fides: “Nel 2013 è iniziata una scuola inclusiva destinata ai bambini disabili fisici e mentali. Questo progetto è stato ideato e realizzato dalla Chiesa di Gibuti.
Ora, dopo anni d’intenso lavoro, diversi bambini sono stati ammessi alla scuola primaria sia pubblica che privata. Le loro famiglie hanno compreso il significato di questa scuola. Prima i loro bambini, perché disabili, rimanevano chiusi, nascosti nelle loro capanne, ed ora sono liberi e più sicuri di loro stessi, perché, come gli altri bambini, possono scrivere e leggere. I nostri bambini escono da questa scuola con la convinzione di sapere fare delle belle cose. Questo programma è iniziato come un piccolo seme, ma ora si è sviluppato ed è stato adottato anche dal Governo il quale vuole estenderlo a tutte le scuole per facilitare l’inserimento dei bambini disabili nelle scuole pubbliche”. Suor Anna, che nel 1976 aveva già vissuto in Libia un’esperienza missionaria in un contesto musulmano, definisce entrambe le esperienze positive e illuminanti nella comprensione di un fatto: il dialogo di vita deve contagiare e diffondere i valori dell’accoglienza e della tenerezza.
“A Gibuti, dal 2004 – conclude la religiosa - ho iniziato un dialogo semplice, un dialogo che si mette in silenzio per ascoltare, cercando di valorizzare il bene presente nell’ altro, un dialogo che cerca di emanare il profumo di Cristo. Non ho trovato difficoltà ad entrare in dialogo con i poveri dei nostri villaggi ed anche con i grandi. Il mio popolo è un popolo che crede, che prega, che celebra le feste, che gioisce, che soffre e che spesso desidera soltanto la nostra vicinanza per condividere le loro gioie e le loro difficoltà”.
(EG) (Agenzia Fides 15/12/2021)
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AFRICA/SUD SUDAN - Nella contea di Ezo verso un mondo post pandemico inclusivo accessibile e sostenibile
 
Yambio (Agenzia Fides) - "Leadership e partecipazione delle persone con disabilità verso un mondo post Covid-19 inclusivo, accessibile e sostenibile" è stato il tema dell’incontro organizzato nella contea di Ezo, una delle dieci dello Stato dell’Equatoria occidentale, in occasione della Giornata Internazionale per le persone con disabilità.
Secondo quanto pervenuto dall’Arcidiocesi di Tombura Yambio, l’evento è stato coordinato dalla Star Trust in collaborazione con diverse agenzie umanitarie della contea. Tra i progetti chiave che si stanno implementando a Ezo, in particolare quello riguardante il mercato agricolo, Smallholder Agriculture Market Support (SAMS) finanziato dal World Food Program (WFP), The Youth Economic Empowerment Project (YEEP) finanziato dal Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP) e il Local Response Pool Fund (LRPF) Progetto Rapid Emergency Response (RER) che sostiene 120 persone che vivono con disabilità nel centro di Ezo Payam.
Il Ministro di Stato per il genere, l'infanzia e la previdenza sociale, Anigunde Cecilia, intervenuta insieme alle autorità della Chiesa locale, del governo e altre agenzie umanitarie, ha applaudito tutte le organizzazioni che operano nella contea di Ezo per il loro sostegno alle persone più vulnerabili e ha esortato i genitori a prendersi cura dei propri figli e a mandarli a scuola. Anigunde ha inoltre sollecitato i membri della comunità a continuare a sostenere gli sfollati interni arrivati in cerca di rifugio e pace nella contea e soprattutto le persone che vivono con disabilità.
Il ministero ha donato articoli assortiti alle persone che vivono con disabilità e ha assicurato loro di coinvolgere altri partner per fornire loro ulteriore assistenza. Il ministro
(AP) (Agenzia Fides 15/12/2021)
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ASIA/PAKISTAN - Migliorare le relazioni interreligiose: l'impegno delle organizzazioni cristiane
 
Lahore (Agenzia Fides) - “Il dialogo interreligioso è di grande importanza in Pakistan: gli incontri tra persone di diverse religioni sono indispensabili per superare le tensioni e le divisioni, per eliminare la violenza, l'odio e la discriminazione di casta, credo e religione nella nostra società. Il dialogo interreligioso contribuirà a creare una società civile tollerante e pacifica. È molto importante che il nostro governo promuova tale approccio nelle scuole e a tutti i livelli sociali". Lo dice all'Agenzia Fides p. James Channan OP, sacerdote domenicano e direttore del "Peace Center" a Lahore. "Il nostro attuale governo - nota padre Channan - ha già compiuto passi avanti in tal senso e deve fare molto di più per rendere il nostro Paese molto pacifico e armonioso”.
Nei giorni scorsi padre Channan è intervenuto ad una conferenza nazionale sul futuro delle relazioni interreligiose in Pakistan, organizzata a Lahore dal "Centro per la giustizia sociale", con la partecipazione di organizzazioni della società civile, promotori dei diritti umani, avvocati, giornalisti, rappresentanti politici e leader delle minoranze religiose.
Il cattolico Peter Jacob, direttore del "Centro per la giustizia sociale", ha dichiarato che " per rafforzare l'armonia interreligiosa in Pakistan, bisogna affrontare e rimuovere fenomeni come l'intolleranza sociale, l'accaparramento di terre, l'incitamento all'odio, la conversione forzata delle ragazze non musulmane; tali sfide vanno affrontate attraverso provvedimenti legislativi, amministrativi ed educativi”.
Jacob ha ricordato la sentenza della Corte Suprema dl Pakistan, del 19 giugno 2014, che invitava le istituzioni a tutelare le minoranze religiose, notando la necessita di darle attuazione. I cristiani continuano a chiedere un apposito disegno di legge sul divieto di conversione forzata delle donne delle minoranze religiose e sulla protezione dei luoghi di culto.
Syeda Mehnaz Hassan, pedagogista e scienziata sociale, notando che "il Pakistan è molto ricco di cultura e di storia e religioni diverse”, ha invitato a "rafforzare la pace e l'armonia tramite un approccio multiculturale e multireligioso nel processo educativo”.
Sara Rizvi Jafree, nota sociologa, ricercatrice ed educatrice, ha rilevato "la complessa relazione tra il basso status socio-economico delle minoranze religiose in Pakistan e gli alti livelli di intolleranza religiosa". Promuovendo l'armonia interreligiosa, ha detto, "si compie il primo passo per migliorare lo status delle minoranze religiose nel Paese”.
Secondo l'avvocato Saroop Ijaz, "l'uguaglianza dei cittadini è una precondizione per qualsiasi democrazia moderna funzionante. Il futuro delle relazioni interreligiose dipende dal riconoscimento e dal rispetto del principio di uguaglianza".
Qais Aslam, professore ed economista, ha ricordato che "la Costituzione del Pakistan riconosce diritti e pari opportunità per tutti, quindi occorre rispettare la diversità di cultura, etnia, genere e credo religioso, lavorando per rafforzare l'armonia interreligiosa per la coesistenza pacifica di persone di tutte le fedi in Pakistan”.
(AG-PA) (Agenzia Fides 15/12/2021)
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ASIA/INDIA - Missionarie della Carità accusate di proselitismo: per i cattolici è pura diffamazione
 
Vadodara (Agenzia Fides) - "Le Missionarie della Carità sono prese di mira dai nazionalisti indù. Si tratta di pura diffamazione; si vogliono diffamare e calunniare le suore e le istituzioni cristiane". Così dichiara all'Agenzia Fides il cappuccino padre Suresh Mathew, direttore del settimanale cattolico “Indian Currents”, commentando l'accusa di "conversione religiosa" mossa contro le Missionarie della Carità che lavorano nello stato del Gujarat, nell'India occidentale.
Le religiose sono state incriminate ai sensi del "Gujarat Freedom of Religion Act", legge in vigore dal 2003. Secondo la denuncia, depositata alla polizia di Makarpura il 12 dicembre, le suore avrebbero "ferito i sentimenti religiosi indù" e "attirato verso il cristianesimo giovani ragazze" in una casa di accoglienza che gestiscono nella città di Vadodara. In precedenza, l'ufficiale dei servizi sociali distrettuali, Mayank Trivedi, ha visitato la Casa per ragazze gestita dalle Missionarie della Carità, affermando che " le ragazze della casa sono obbligate a leggere testi religiosi cristiani e a partecipare a preghiere di fede cristiana, con l'intenzione di condurle al cristianesimo”. "Si fa loro indossare una croce al collo e si pone la Bibbia sul tavolo della sale, per costringerle a leggerla È un tentativo criminale costringere le ragazze alla conversione religiosa", si legge nel rapporto consegnato alla polizia.
Le Missionarie della Carità, congregazione fondata da Madre Teresa di Calcutta, negano ogni accusa. “Non siamo coinvolte in nessuna attività di conversione religiosa. Ospitiamo 24 ragazze che vivono con noi e seguono la nostra pratica di vita. Non abbiamo convertito nessuno o costretto nessuno a sposarsi con rito cristiano”, ha affermato una portavoce delle Missionarie della Carità.
Secondo la denuncia della "Child Welfare Committee", le suore avrebbero anche costretto una ragazza indù a sposarsi in una famiglia cristiana, secondo il rito cristiano. Il commissario di polizia di Vadodara, Shamsher Singh, ha riferito che la polizia svolgerà ulteriori indagini sulla questione.
Il Gujarat è governato dal partito nazionalista indù Bharatiya Janata Party (BJP). In Gujarat, e in altri sette stati indiani, sono in vigore apposite "leggi anti-conversione" che sottopongono al vaglio di un magistrato il cambiamento personale di fede religiosa e puniscono la conversione religiosa operata con mezzi fraudolenti.
Nel 2018, le Missionarie della Carità nello stato indiano di Harkhand sono state accusate di proselitismo e traffico di minori e una una suora è stata trattenuta dalla polizia per qualche tempo. In India circa 5.200 Missionarie della Carità gestiscono 277 case e istituti con attività sociali e caritative.
(SD-PA) (Agenzia Fides 15/12/2021)



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ASIA/TERRA SANTA - Patriarchi e Capi delle Chiese chiedono ai governi locali una “zona di salvaguardia” per il quartiere cristiano di Gerusalemme
 
Gerusalemme (Agenzia Fides) – I governi locali che attualmente controllano la Terra Santa sono sollecitati ad “avviare un dialogo” tra di loro e con le Chiese e comunità ecclesiali lì presenti, in vista della creazione di una “zona speciale” di tutela culturale con l’obiettivo di “salvaguardare l'integrità del Quartiere cristiano nella Città Vecchia di Gerusalemme” e “garantire che il suo carattere unico e il suo patrimonio siano preservati per il bene della comunità locale, la nostra vita nazionale e nel mondo intero”. Contiene anche questa inedita richiesta-proposta l’appello diffuso nell’imminenza del Natale dai Patriarchi e dai Capi delle Chiese di Terra Santa, focalizzato sulle “correnti minacce” alla presenza cristiana nelle terre in cui è nato, morto e risorto Gesù Cristo.
La richiesta sembra riecheggiare, in termini più attenuati, le proposte delineate in passato anche dalla diplomazia vaticana, che prefiguravano come conveniente la definizione di uno “Statuto internazionalmente garantito” per la parte storica della Città Santa, che ancorasse a livello internazionale la tutela dei Luoghi Santi e la loro accessibilità ai credenti di tutto il mondo, per preservarli anche da iniziative unilaterali e “politiche dei fatti compiuti” eventualmente perseguite e messe in atto da singoli Stati o entità politiche locali.
Il nuovo pronunciamento di Patriarchi e capi delle Chiese e comunità ecclesiali di Terra Santa prende atto “con gratitudine” dell’impegno profuso dal governo d’Israele per garantire una vita sicura ai cristiani in Terra Santa, preservando la loro presenza come componente imprescindibile del locale “mosaico” comunitario. Una prova di tale impegno – riconoscono i capi delle Chiese – eè rappresentato dagli sforzi messi in atto da Israele per facilitare l’accesso dei milioni di cristiani che arrivano da tutto il mondo a visitare come pellegrini i Luoghi Santi. Nel contempo, il pronunciamento dei rappresentanti delle comunità cristiane locali ricorda gli “innumerevoli attacchi” subiti da chiese, monasteri e rappresentanti del clero da parte di “gruppi radicali”. Profanazioni e assalti perpetrati con l’evidente obiettivo di “espellere” la presenza cristiana da Gerusalemme e dalla Terra Santa.
Il carattere spirituale e culturale dei singoli quartieri storici di Gerusalemme – ricordano i Capi delle Chiese di Terra Santa – “dovrebbe essere protetto, e è già tutelato nella legge israeliana per quanto riguarda il quartiere ebraico. Tuttavia, gruppi radicali continuano ad acquisire proprietà strategiche nel quartiere cristiano, con l'obiettivo di diminuire la presenza cristiana, spesso usando rapporti subdoli e tattiche intimidatorie per sfrattare i residenti dalle loro case”.
En passant, i Capi delle Chiese di Terra Santa ricordano anche che i pellegrinaggi dei cristiani provenienti da tutto il mondo portano “grandi benefici all'economia e alla società israeliana”, e citano un recente rapporto dell'Università di Birmingham, secondo il quale il flusso di pellegrini e turisti cristiani “contribuisce per 3 miliardi di dollari all'economia israeliana”. Inoltre, la comunità cristiana locale, sebbene si stia assottigliando in termini numerici, continua a offrire alle società civili di Israele, Giordania e Palestina una rete “sproporzionata” di iniziative nei campi sttrategici dell’educazione, della sanità e delle opere sociali a favore delle fasce più povere della popolazione.
Proprio sulla base di queste premesse, i Capi e i patriarchi delle Chiese di Terra Santa chiedono alle autorità politiche di Israele, Palestina e Giordania di avviare con loro un “dialogo urgente” per affrontare l’emergenza rappresentata dai citati “gruppi radicali” e per confrontarsi in merito alla “creazione di una speciale zona culturale relativa al patrimonio cristiano”. In modo da “salvaguardare l'integrità del Quartiere cristiano nella Città Vecchia di Gerusalemme e garantire che il suo carattere unico e il suo patrimonio siano preservati per il bene della comunità locale, il nostro vita nazionale e nel mondo intero”. (GV) (Agenzia Fides 15/12/2021)
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AMERICA/BOLIVIA - I Vescovi: contemplando la famiglia di Betlemme, ogni casa diventi una scuola di crescita e di esperienze positive
 
La Paz (Agenzia Fides) – In vista del Natale e della conclusione dell’anno civile, i Vescovi della Bolivia fanno una valutazione “serena ma speranzosa” su alcuni temi in sospeso della vita nazionale che i boliviani “devono saper affrontare con saggezza e cuore sereno”. Citano quindi la legalizzazione dell'aborto, i femminicidi, gli infanticidi e altre forme di terribile violenza, esortando: “sarà importante creare spazi di dibattito con una adeguata informazione, nel quadro del rispetto e riconoscendo la dignità di tutte le persone come amati figli di Dio, impegnandoci nella ricerca di soluzioni e di opportunità migliori, lasciando da parte ideologie e interessi politici”.
Nel convidere questo messaggio di speranza, che ha per titolo “Celebrare il dono della vita”, la Chiesa cattolica in Bolivia “composta da fedeli di tutte le età, donne e uomini, che ogni giorno si sforzano di testimoniare la fede”, esprime la propria solidarietà a tutte le persone che hanno sofferto per la perdita dei propri cari, a causa della pandemia, dell'eccessiva violenza o di altre circostanze.
“Auspichiamo – prosegue il messaggio dei Vescovi pervenuto a Fides - che ogni persona, contemplando la famiglia di Betlemme, recuperi i valori che ci aiutano a fare di ogni casa una scuola di crescita e di esperienze positive, come: accoglienza, rispetto del Dono della Vita, incontro fraterno, solidarietà e dialogo tra fratelli. Non dimentichiamo che Gesù, il Figlio di Dio, si è fatto uomo assumendo la nostra umanità al solo scopo di salvarci e rendere più dignitosa la vita di tutti”.
I Vescovi ricordano infine che il tempo di Avvento ci prepara ad accogliere “il miglior dono di Dio per il suo Popolo, l'Emmanuele, il Dio con noi, che viene a donarci speranza e salvezza integrale; Lui ci restituisca i valori della convivenza pacifica, del rispetto, della fiducia e della vita piena”. Auspicano quindi che la celebrazione della nascita di Gesù “rafforzi le nostre speranze e ci incoraggi a seguire un cammino di crescita personale e comunitaria di servizio ai più bisognosi. Cristo nostro Salvatore rinnovi i nostri desideri di riconciliazione, unità e pace per l'anno 2022”. (SL) (Agenzia Fides 15/12/2021)
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AMERICA/BRASILE - Pastorale della Terra: in otto mesi registrati 26 omicidi
 
Brasilia (Agenzia Fides) – Secondo i dati del Centro di Documentazione della Commissione Pastorale della Terra (CPT) sui conflitti nei campi, nel periodo dal 1 gennaio al 31 agosto 2021, sono stati registrati 26 omicidi legati a conflitti per la terra. Rispetto a tutto l'anno 2020, rappresentano un aumento del 30%. Delle 26 vittime di omicidio, 8 erano indigeni, 6 senza terra, 3 occupanti abusivi, 3 quilombola, 2 coloni, 2 piccoli proprietari e 2 donne rompi cocco Babassu. In relazione al 2020, il numero di indigeni e quilombola uccisi è rimasto lo stesso, mentre il numero dei senza terra è triplicato, da 2 nel 2020 a 6 nel 2021. Tutti i quilombolas uccisi nel 2021 (3) provenivano dal Maranhão, lo stato con il più alto numero di omicidi nell'anno (9), circa un terzo del totale registrato finora.
Secondo la nota del CPT pervenuta a Fides, tutti i 6 senza terra sono stati uccisi in Amazzonia, di loro cinque sono stati uccisi a Rondônia. Erano tutti membri della Lega dei Contadini Poveri. Tre di loro sono stati uccisi in un massacro avvenuto il 13 agosto, dal Battaglione Operazioni Speciali (BOPE) del Primo Ministro di Rondônia e dalla Forza di Sicurezza Nazionale, a Nova Mutum, distretto di Porto Velho. Questo è stato l'unico massacro registrato dal CPT finora nel 2021. Il conflitto nella regione rimane molto teso. Il numero di occupanti abusivi uccisi è passato da 1 nel 2020 a 3 nel 2021 e quello dei coloni da 1 nel 2020 a 2 nel 2021. (SL) (Agenzia Fides 15/12/2021)

giovedì 2 settembre 2021

Agenzia Fides 2 settembre 2021

 



AFRICA/NIGERIA - Rapiti 73 alunni di una scuola; i Vescovi: “Troppi rapimenti di ragazzi. Rischiamo una generazione traumatizzata di giovani”
 
Abuja (Agenzia Fides) – “I rapimenti di bambini in età scolare ci presentano la prospettiva di una generazione traumatizzata di giovani”. Risuonano come un grave ammonimento le parole dei Vescovi della Nigeria, dopo il rapimento, ieri 1 settembre, di 73 alunni della scuola secondaria diurna nel villaggio di Kaya, nello Stato di Zamfara nel nord-ovest del Paese.
La notizia dell’ennesimo rapimento giunge a pochi giorni dal rilascio di altri tre gruppi di ostaggi che erano stati sequestrati a maggio nello Stato federato del Niger nella Nigeria settentrionale, sembra dopo il pagamento di un riscatto. Da dicembre più di 1.000 studenti sono stati rapiti dalle scuole nel nord della Nigeria.
Una situazione intollerabile secondo i Vescovi, che nella dichiarazione pubblicata al termine della loro seconda riunione plenaria, denunciano come in Nigeria “la vita non è mai stata così a buon mercato”.
Oltre alla piaga dei rapimenti di studenti e di adulti, compresi membri del clero, i Vescovi sottolineano la violenza diffusa sul territorio della federazione nigeriana. “Purtroppo, ad eccezione della guerra civile, la nostra nazione non ha mai assistito a una così diffusa malvagità, con distruzioni incontrollate e così vasti spargimenti di sangue”. "Le uccisioni per mano di rapitori, pastori assassini, banditi, gruppi terroristici hanno reso la Nigeria uno dei Paesi più terrorizzati al mondo" affermano i Vescovi, che chiedono al governo di "assumersi la piena responsabilità dell’attuale cultura di violenza".
Rivolgendosi ai fedeli cattolici, i Vescovi sottolineano che “come cristiani, siamo chiamati a sperare costantemente in Dio che non fallisce mai. Pertanto, invitiamo i nigeriani a sperare in una Nigeria migliore, sapendo benissimo che senza speranza noi come popolo non possiamo andare avanti” “Possa la Beata Vergine Maria, Madre di ogni consolazione e Regina della Nigeria, continuare a intercedere per il nostro Paese” concludono. (L.M.) (Agenzia Fides 2/9/2021)
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ASIA/FILIPPINE - La Chiesa cattolica celebra il Tempo del Creato nello spirito della Laudato si'
 
Manila (Agenzia Fides) - La Chiesa cattolica nelle Filippine vive e celebra con pieno coinvolgimento il "Tempo del Creato". I Vescovi filippini esortato sacerdoti, suore, laici, famiglie, comunità e movimenti cattolici, a salvaguardare il Creato, dono di Dio, rispettando ogni creatura, la dignità della vita umana, l'ambiente. In una Lettera pastorale in occasione del “Tempo del Creato”, che la Chiesa universale celebra dal 1° settembre al 4 ottobre, Mons. Romulo G. Valles, Arcivescovo di Davao, presidente uscente della Conferenza episcopale delle Filippine (CBCP), ha affermato: “La nostra Casa comune è sull'orlo della catastrofe. Servono azioni urgenti. Speriamo che questo Tempo del Creato ci porti a rinnovare il nostro impegno ad agire per garantire che tutta la creazione abbia una casa sana e sicura, in cui prosperare e partecipare al rinnovamento dell'Oikos (casa) di Dio”.
“Siate amministratori responsabili del creato” ha detto il Cardinale Jose Advincula, Arcivescovo di Manila, alla celebrazione di apertura del “Tempo del Creato”, il 1° settembre, richiamando tutti i fedeli a “proteggere la creazione di Dio non come monopolio, ma come dono che va condiviso con tutti” . “Ciò che abbiamo ricevuto in dono, lo dobbiamo dare in dono. Qui entra in gioco la dimensione missionaria del nostro Tempo del Creato”, ha detto il Cardinale Advincula, parlando nella Cattedrale dell'Immacolata Concezione, a Manila. E “i doni di Dio non possono essere usati a scapito o vantaggio di altri. Gesù ci insegna che i doni non devono essere monopolizzati solo da pochi. I doni vanno condivisi e devono giovare a tutti", ha aggiunto. “Uniamoci a Papa Francesco nella sua intenzione di preghiera affinché tutti noi facciamo scelte coraggiose per uno stile di vita semplice ed ecologicamente sostenibile”, ha affermato il Cardinale. “E con l'ispirazione di san Francesco d'Assisi, intraprendiamo questo Tempo del Creato con gratitudine per i doni che abbiamo ricevuto e con la ferma determinazione di condividere ed essere amministratori responsabili dei doni di Dio”, ha aggiunto.
Dal 1° settembre al 4 ottobre, festa di San Francesco, tutte le comunità cristiane nel mondo celebrano la bellezza e la bontà del creato. Questa celebrazione globale è iniziata nel 1989 con il riconoscimento della Giornata della Creazione da parte del Patriarcato ecumenico, il 1° settembre, ed è ora abbracciata a livello ecumenico.
La Chiesa filippina ha prolungato il Tempo del Creato per un'altra settimana, fino al 10 ottobre, domenica dedicata ai popoli indigeni nel paese. I Vescovi esortano tutti a celebrare il "Tempo del Creato" con le famiglie, le comunità e le parrocchie, in linea con l'Enciclica Laudato si' del 2015 di Papa Francesco sulla cura della casa comune.
In tutto il paese sono state organizzate varie attività per lanciare la "Laudato Si’ Action Platform", programma di sette anni per vivere insieme la Laudato Si'. Nella Lettera Pastorale diffusa dai Vescovii in tutte le diocesi, i fedeli sono anche invitati a firmare una petizione che invita le istituzioni internazionali a fare di più per la tutela del pianeta e dunque dell'umanità . “Invitate le vostre famiglie e i vostri amici a firmare questa petizione per i prossimi due grandi incontri su Biodiversità e Cambiamento Climatico”, ha detto Mons. Valles.
“La Conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità (COP 15) riunisce nazioni di tutto il mondo per affrontare il problema della perdita di biodiversità, mene la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP26) affronta l'urgenza della crisi climatica. Queste due questioni, clima e biodiversità, sono strettamente collegate: il cambiamento climatico si prevede diventi un fattore sempre più importante della perdita di biodiversità", spiega la Lettera.
Citando il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, i Vescovi filippini affermano: “Il mondo è pericolosamente vicino al riscaldamento globale irreversibile, causato inequivocabilmente dalle attività umane. Questo è il contesto in cui siamo chiamati a celebrare il Tempo del Creato, rinnovando e rispettando la nostra Casa comune che è sull'orlo del baratro”.
Già nel 2003, attraverso la Dichiarazione Pastorale del Consiglio Permanente, “Celebrare il Giorno del Creato e il Tempo del Creato”, la CBCP ha chiesto a tutte le comunità locali di osservare e celebrare il "Tempo del Creato". Nel 2015, Papa Francesco ha aggiunto formalmente al calendario cattolico la "Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato" come giornata di preghiera da celebrare annualmente a livello universale. Nel 2016 il Papa ha invitato ufficialmente tutti i cattolici del mondo a celebrarla all'interno del "Tempo del Creato", un mese speciale per riflettere, accrescere consapevolezza, agire. Quest'anno, il tema per il Tempo del Creato è “Una casa per tutti. Rinnovare l'Oikos di Dio”.
(SD-PA) (Agenzia Fides 2/9/2021)
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ASIA/TERRA SANTA - Pannelli solari all’Università di Betlemme e nelle scuole cattoliche, per custodire la “casa comune” e concentrare risorse nelle attività didattiche
 
Gerusalemme (Agenzia Fides) – Mentre si apre anche quest’anno il “Tempo del Creato”, periodo dell’anno in cui cristiani di diverse confessioni in tutto il mondo sono invitati a pregare e operare insieme per la custodia della “casa comune”, la crescente sensibilità ecologica dei battezzati si riflette anche in scelte concrete e operative assunte da diverse istituzioni ecclesiali nell’ambito delle proprie attività pastorali, caritative e educative.
In questa cornice si inquadra anche la serie degli “accordi” stipulati dalla Missione Pontificia (“Pontifical Mission”) in Terra Santa con istituzioni accademiche e scolastiche cattoliche presenti in Terra Santa per incentivare presso tali istituzioni il ricorso a fonti di energia rinnovabili per sopperire ai propri bisogni energetici. In concreto, gli accordi prevedono l’avvio di una serie di progetti tecnici - finanziati anche grazie a fondi offerti dall’opera caritativa tedesca Misereor – che permetteranno di istallare presso scuole e istituzioni accademiche cristiane pannelli solari in grado di coprire fino alla metà del fabbisogno energetico dei singoli istituti.
Le prime istituzioni accademiche coinvolte nel progetto sono l’Università di Betlemme (nella foto) e due istituti scolastici - la scuola dei Fratelli delle scuole cristiane e il Terrasanta College – che sorgono a Beit Hanina, sobborgo di Gerusalemme. In un video diffuso dal Christian Media Center, i rappresentanti delle diverse istituzioni scolastiche e accademiche coinvolte (padre Peter Bray dell’Università di Betlemme, Georges al Neber, direttore dell’istituto dei Fratelli delle scuole cristiane a Beit Hanina e padre Ibrahim Faltas, della Custodia di Terra Santa) esprimono soddisfazione e riconoscenza per un’iniziativa che permetterà a tali istituzioni di risparmiare risorse finanziarie destinate a coprire il fabbisogno energetico, risorse che potranno essere investite nell’assunzione di nuovo personale e nel potenziamento di strutture necessarie a sostenere le attività didattiche e educative.
La “Missione Pontificia” (Pontifical Mission) in Terra Santa fu fondata nel 1949 su impulso di Papa Pio XII con l’intento primario di soccorrere i profughi palestinesi dopo la creazione dello Stato d’Israele. L’organizzazione anche oggi promuove e sostiene iniziative caritative, umanitarie e educative rivolte “ai bisognosi in Terra Santa, palestinesi e israeliani, di tutte le età e credenze”.
“Oggi – ha ricordato Papa Francesco durante l’Udienza generale svoltasi mercoledì 1° settembre nell’Aula Paolo VI - si celebra la Giornata mondiale per la custodia del creato”. Il Pontefice ha aggiunto che tale giornata segna “l’inizio del tempo del Creato, che si compirà il 4 ottobre, festa di San Francesco d’Assisi. “Con il Patriarca Ecumenico Bartolomeo e l’Arcivescovo di Canterbury, Justin Welby” ha aggiunto il Vescovo di Roma, “abbiamo preparato un Messaggio che uscirà nei prossimi giorni. Insieme con i fratelli e le sorelle di diverse confessioni cristiane, preghiamo e operiamo per la nostra casa comune, in questiempi di grave crisi planetaria”. (GV) (Agenzia Fides 2/9/2021)
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AMERICA/NICARAGUA - Richiesta di indagini sulla strage di 13 indigeni
 
Matagalpa (Agenzia Fides) - "Possiamo, senza esclusione, fermarci, parlare, correggere, perdonarci, in base al diritto fondamentale alla verità (...), stabilire un documento che definisca le regole fondamentali, minime e non esclusive, per realizzare un'organizzazione sociale che viva nella convivenza e in pace", ha affermato Monsignor Rolando Álvarez, Vescovo di Matagalpa, lanciando un appello per la pace domenica scorsa, 29 agosto, dopo l'assassinio di un gruppo di indigeni nel nord del paese per mano dei coloni.
Il 27 agosto, l'organizzazione civile "Gobierno de las Mujeres Mayangnas" del Nicaragua, ha denunciato che almeno 18 indigeni sono stati assassinati sulle cime di una montagna, nella zona chiamata Caribe Norte, da presunti "coloni". Pochi giorni dopo, l'Organizzazione non governativa Articolazione dei Movimenti Sociali ha confermato la cosiddetta "strage indigena", e ha stabilito il bilancio delle vittime a 13. Di queste, due sono donne che sono state anche violentate. Tra le vittime c’è anche un bambino di sei anni, otto nativi di Miskito e due Mayangna. Sia il "Gobierno de las Mujeres Mayangnas" che il Centro nicaraguense per i diritti umani (Cenidh) hanno chiesto alle autorità nazionali di indagare sul caso, ma finora non ci sono state dichiarazioni ufficiali sul crimine denunciato.
"Dobbiamo osare - ha detto Mons. Alvarez nella sua omelia domenicale -, raccogliamo la sfida, scriviamo il nostro atto di indipendenza, di giustizia, pace, sicurezza, e mettiamolo in pratica; solo allora vivremo ed entreremo a prendere possesso della terra che ci promette il Signore" ha ribadito il Vescovo di Matagalpa.
Secondo dati raccolti da Fides, i popoli indigeni e di origine africana in Nicaragua vivono in 304 comunità stabilite in 23 territori, la maggioranza nelle aree più povere e isolate del Paese. Il Centro per la giustizia e il diritto internazionale (Cejil), che ha indagato sugli omicidi contro le popolazioni indigene in Nicaragua, ha lanciato l’allarme poichè queste popolazioni rischiano di essere sterminate a causa della costante invasione dei loro territori.
(CE) (Agenzia Fides 02/09/2021)
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AMERICA/MESSICO - Il governo respinga la riattivazione del protocollo di protezione dei migranti, che viola i diritti dei richiedenti asilo
 
Città del Messico (Agenzia Fides) – “Il governo del Messico deve tenere una posizione che, sebbene rispettosa, deve essere ferma, chiara e di rifiuto assoluto dell'intenzione di riattivare il programma ‘Quédate en México’ (Restate in Messico)”: la richiesta al Presidente del Messico, Andres Manuel Lopez Obrador, al Segretario degli affari esteri, Marcelo Ebrard Casaubón, e al Sottosegretario per i Diritti umani, la popolazione e gli affari religiosi, Alejandro Encinas Rodríguez, viene da Monsignor J. Guadalupe Torres Campos, Vescovo di Ciudad Juárez, e Responsabile della Pastorale della Mobilità umana dell’Episcopato messicano.
“Con preoccupazione abbiamo ricevuto la notizia che si intende riattivare il Protocollo di Protezione dei Migranti (MPP) meglio conosciuto come ‘Quédate en México’, derivato dall'ordinanza della Corte Suprema degli Stati Uniti” scrive il Vescovo nella missiva, pervenuta all’Agenzia Fides. “Riteniamo che questo Protocollo sulla protezione dei migranti incida profondamente sui diritti umani delle persone richiedenti asilo. Le persone in cerca di asilo negli Stati Uniti sono costrette ad attendere la soluzione corrispondente alla loro situazione, al confine tra Stati Uniti e Messico, il che le espone a situazioni di vulnerabilità e a pericoli che mettono a rischio la loro vita, l'integrità fisica, emotiva e spirituale”.
Il Vescovo riconosce “la profonda crisi migratoria” che si sta verificando al confine meridionale del paese, dove centinaia di persone provenienti dal Triangolo Nord dell'America Centrale, cui se ne aggiungono ora altre provenienti da Haiti, è in attesa che le autorità dell’immigrazione risolvano la loro situazione legale. Il sovraffollamento, la mancanza di misure igieniche, di cibo, delle forniture di base, insieme alla lentezza nelle risoluzioni dell'Istituto nazionale delle migrazioni e della Commissione messicana per l'aiuto ai rifugiati, mettono le persone in una situazione di vulnerabilità, compromettendo l'esercizio dei loro diritti fondamentali, osserva il Vescovo. “I centri di accoglienza, le case dei migranti, le mense per i migranti, sono saturi e al limite della loro capacità – prosegue -, gli sforzi delle Chiese locali, delle parrocchie, delle diocesi, vengono sorpassati in assenza di una chiara politica migratoria, di una pianificazione strategica e di risorse scarse o nulle del Governo Federale”.
Monsignor J. Guadalupe Torres Campos condanna poi “i comportamenti repressivi, violenti e di contenimento delle migrazioni al confine meridionale, in particolare a Tapachula”; esorta le autorità competenti “a svolgere azioni concrete per assistere le persone nel contesto della mobilità, evitando così e prevenendo violazioni dei diritti umani”; infine chiede alle autorità di tutti i livelli di rispettare l'articolo 11 della Costituzione che sancisce il libero transito, “in modo che coloro che hanno già un permesso di soggiorno legale in Messico siano autorizzati a transitare attraverso il paese in cerca di opzioni di residenza e di lavoro che consentano loro di vivere con dignità e accedere ai servizi di base”.
Nella conclusione il Vescovo esprime particolare gratitudine alla Chiesa locale di Tapachula “per le sue espressioni di solidarietà e sostegno umanitario verso la popolazione migrante, sia a Tapachula che lungo la rotta migratoria che attraversa l'intera diocesi”, auspicando che il suo esempio motivi tutta la Chiesa messicana “affinché in ogni angolo del Messico ci siano comunità che accolgono, proteggono, promuovono e integrano i migranti”. Infine invoca l’intercessione di Dio perché continui ad incoraggiare e accompagnare “tutti gli operatori pastorali che difendono e promuovono generosamente i diritti di coloro che soffrono di più e li ricompensi per la loro generosità”. (SL) (Agenzia Fides 2/09/2021)
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OCEANIA/AUSTRALIA - No all'eutanasia, "la compassione non uccide mai": petizione dei cattolici e manifestazioni in strada
 
Brisbane (Agenzia Fides) - Respingere la proposta di legge sull'eutanasia e il suicidio assistito: è quanto chiede una petizione lanciata dai cattolici australiani, che sarà presentata al Parlamento dello stato australiano di Queensland dove, nelle prossime settimane, i parlamentari discuteranno e poi voteranno un controverso disegno di legge sul suicidio assistito volontario, che legalizzerebbe l'eutanasia nello stato.
A sostegno della petizione si è schierato l'Arcivescovo di Brisbane, Mons. Mark Coleridge, che in una lettera aperta esorta i cattolici, le loro famiglie e gli amici, a firmare la petizione. "Queste leggi, se approvate, capovolgeranno i principi fondamentali che hanno sostenuto per secoli i nostri sistemi medici e legali: l'etica del 'non nuocere' e il divieto di uccidere", afferma l'Arcivescovo Coleridge nella lettera indirizzata a tutti gli "amici di Cristo".
“Dobbiamo fare tutto il possibile per proteggere gli abitanti del Queensland piuttosto che aiutarli a morire", rileva. “Le leggi sull'eutanasia e sul suicidio assistito - argomenta Mons. Coleridge - minano il fondamentale rapporto di fiducia che dovrebbe esistere tra un paziente e il proprio medico. Hanno il potenziale per mettere a rischio di morte illegittima gli abitanti vulnerabili del Queensland, anziani o malati terminali, esercitando pressione su di loro affinché si tolgano la vita in modo da non essere un 'peso' per la loro famiglia e i loro amici. Lo abbiamo visto accadere in paesi oltreoceano che hanno seguito questa strada".
L'Arcivescovo Coleridge invita i cattolici a firmare una petizione sponsorizzata da "Hope", coalizione della società civile di gruppi che si oppongono all'eutanasia e al suicidio assistito. L'Arcivescovo chiede ai cattolici “di inviare un'e-mail ai membri del Parlamento dello Stato del Queensland e di esortarli a opporsi all'introduzione di queste leggi”.
“La questione è ora urgente” ha detto l'Arcivescovo Coleridge. Voci cattoliche di dissenso tra la popolazione del Queensland si sono sollevate nelle scorse settimane e varie manifestazioni pubbliche contro l'eutanasia sono state organizzate prima del cruciale dibattito in Parlamento. La rete degli ospedali cattolici ha apertamente rifiutato la via dell'eutanasia: “I malati e gli anziani vulnerabili nel Queensland hanno bisogno del tuo aiuto per garantire che queste leggi letali non vengano approvate in questo stato. Vi esortiamo a firmare la petizione e inviare un'e-mail ai parlamentari e a chiedere ad amici e familiari di fare lo stesso", si legge in un appello diffuso negli ospedali cattolici.
Tra l'altro, notano i medici cattolici, le leggi proposte prevarrebbero sulla possibile “obiezione di coscienza” di ospedali, case di cura e personale medico che si oppongono all'eutanasia. Secondo il disegno di legge così com'è formulato, infatti, se i pazienti morenti sono troppo malati o fragili per spostarsi e chiedono l'eutanasia, gli ospedali potrebbero essere costretti a consentire l'eutanasia nelle loro istituzioni.
L'11 settembre a Brisbane si svolgerà una "Marcia per la vita" per protestare contro le proposte di legge sull'eutanasia. La mobilitazione della Chiesa e la sensibilizzazione dell'opinione pubblica, grazie ad un'opera condotta sul territorio dalle varie parrocchie, anche andando casa per casa, mirano a far sì che la legge non venga approvata nell'assemblea legislativa dello stato. Il motto della campagna contro l'eutanasia è "La compassione non uccide mai".
(PA) (Agenzia Fides 2/9/2021)




mercoledì 28 luglio 2021

ASIA/TERRA SANTA - Beit Sahour, al via i lavori per costruire un centro di accoglienza nel “Campo dei pastori”

 

Beit Sahour (Agenzia Fides) – Il “Campo dei Pastori”, compreso nel territorio della cittadina palestinese di Beit Sahour, è uno dei luoghi più cari alla memoria cristiana della nascita di Gesù. In quella località, secondo la tradizione, pernottavano i pastori che per primi ricevettero dagli angeli la notizia del parto della Vergine Maria, avvenuto nella vicina Betlemme. In quel luogo, dove già sorge il piccolo Santuario francescano “Gloria in excelsis Deo”, a forma di tenda beduina, circondato da un piccolo parco con degli scavi archeologici (vedi foto), nei giorni scorsi è stata benedetta la posa della prima pietra che segna l’inizio dei lavori per la costruzione di un centro di accoglienza destinato a servire quanti - pellegrini e comunità ecclesiali locali – vorranno in futuro vivere tempi e occasioni di convivenza e ritiri spirituali in quel luogo così caro ai cristiani di tutto il mondo.
La notizia è stata diffusa attraverso i media legati alla Custodia francescana di Terra Santa. Padre Dobromir Jasztal, vicario della Custodia, e padre Marcelo Cichinelli, guardiano della chiesa di San Salvatore a Gerusalemme, hanno spiegato in un video diffuso dal Christian Media Center che gli spazi del centro di accoglienza verranno eretti grazie anche al contributo di donatori statunitensi. Inoltre la costruzione della nuova struttura permetterà di offrire anche occasioni di lavoro a famiglie che durante il tempo della pandemia hanno particolarmente sofferto dal punto di vista economico per la sospensione prolungata del tradizionale flusso di pellegrini. (GV) (Agenzia Fides 28/7/2021)

martedì 5 gennaio 2021

Epifania del Signore mercoledì 6 gennaio 2021

 

EPIFANIA DEL SIGNORE



Colore liturgico: Bianco

Antifona d'ingresso
È venuto il Signore nostro re:
nelle sue mani è il regno, la potenza
e la gloria.(cf. Ml 3,1; 1Cr 19,12)

Colletta
O Dio, che in questo giorno, con la guida della stella,
hai rivelato alle genti il tuo unico Figlio,
conduci benigno anche noi,
che già ti abbiamo conosciuto per la fede,
a contemplare la grandezza della tua gloria.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Is 60,1-6)
La gloria del Signore brilla sopra di te.

Dal libro del profeta Isaìa

Àlzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce,
la gloria del Signore brilla sopra di te.
Poiché, ecco, la tenebra ricopre la terra,
nebbia fitta avvolge i popoli;
ma su di te risplende il Signore,
la sua gloria appare su di te.
Cammineranno le genti alla tua luce,
i re allo splendore del tuo sorgere.
Alza gli occhi intorno e guarda:
tutti costoro si sono radunati, vengono a te.
I tuoi figli vengono da lontano,
le tue figlie sono portate in braccio.
Allora guarderai e sarai raggiante,
palpiterà e si dilaterà il tuo cuore,
perché l’abbondanza del mare si riverserà su di te,
verrà a te la ricchezza delle genti.
Uno stuolo di cammelli ti invaderà,
dromedari di Màdian e di Efa,
tutti verranno da Saba, portando oro e incenso
e proclamando le glorie del Signore.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 71)
Rit: Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra.

O Dio, affida al re il tuo diritto,
al figlio di re la tua giustizia;
egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto.

Nei suoi giorni fiorisca il giusto
e abbondi la pace,
finché non si spenga la luna.
E dòmini da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra.

I re di Tarsis e delle isole portino tributi,
i re di Saba e di Seba offrano doni.
Tutti i re si prostrino a lui,
lo servano tutte le genti.

Perché egli libererà il misero che invoca
e il povero che non trova aiuto.
Abbia pietà del debole e del misero
e salvi la vita dei miseri.

SECONDA LETTURA (Ef 3,2-3a.5-6)
Ora è stato rivelato che tutte le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni

Fratelli, penso che abbiate sentito parlare del ministero della grazia di Dio, a me affidato a vostro favore: per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero.
Esso non è stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come ora è stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito: che le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo.

Parola di Dio

Canto al Vangelo (Mt 2,2)
Alleluia, alleluia.

Abbiamo visto la sua stella in oriente
e siamo venuti per adorare il Signore.
Alleluia.

VANGELO (Mt 2,1-12)
Siamo venuti dall’oriente per adorare il re.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

Parola del Signore

ANNUNZIO DEL GIORNO DELLA PASQUA
Dopo la proclamazione del Vangelo, il diacono o il sacerdote o un altro ministro idoneo può dare l’annunzio del giorno della Pasqua.

Fratelli carissimi, la gloria del Signore si è manifestata e sempre si manifesterà in mezzo a noi fino al suo ritorno.
Nei ritmi e nelle vicende del tempo ricordiamo e viviamo i misteri della salvezza.
Centro di tutto l’anno liturgico è il Triduo del Signore crocifisso, sepolto e risorto, che culminerà nella domenica di Pasqua il 4 aprile
In ogni domenica, Pasqua della settimana, la santa Chiesa rende presente questo grande evento nel quale Cristo ha vinto il peccato e la morte.
Dalla Pasqua scaturiscono tutti i giorni santi:
Le Ceneri, inizio della Quaresima, il 17 febbraio 
L’Ascensione del Signore, il 16 maggio
La Pentecoste, il 23 maggio
La prima domenica di Avvento, il 28 novembre
Anche nelle feste della santa Madre di Dio, degli apostoli, dei santi e nella commemorazione dei fedeli defunti, la Chiesa pellegrina sulla terra proclama la Pasqua del suo Signore.
A Cristo che era, che è e che viene, Signore del tempo e della storia, lode perenne nei secoli dei secoli.
Amen.

Preghiera dei fedeli
In questo giorno, nel quale possiamo ben dirci fratelli e sorelle, perché convocati nella famiglia della Chiesa da Gesù Cristo, nostro salvatore, rivolgiamo la nostra preghiera al Padre, sicuri che egli ci ascolterà e guarderà con benevolenza alle nostre suppliche.
Preghiamo dicendo: Ascoltaci Signore.

1. O Signore, rendi consapevoli gli uomini e le donne del nostro tempo che abbiamo bisogno di essere salvati e che la salvezza viene dalla fede in Cristo, tuo Figlio e nostro Signore. Preghiamo
2. Rendi la tua Chiesa una famiglia, Signore. Fa’ che ogni persona possa sentirsi amata, non giudicata, accolta pur con tutti i suoi limiti e le sue difficoltà. Preghiamo.
3. Effondi la sete di te, Signore, in tutti i governanti, perché guidino le nazioni illuminati dalla ricerca della giustizia e della pace. Preghiamo.
4. Le divisioni e le guerre lacerano l’umanità. Intervieni, o Signore, e fa crescere il tuo Regno in mezzo a noi, affinché possiamo amarci nella concordia. Preghiamo.
5. Donaci, o Signore, occhi per vedere le necessità dei fratelli: l’essere e il sentirci parte della tua famiglia ci porti a combattere la povertà e la miseria in cui versano milioni di esseri umani, tuoi figli e nostri fratelli. Preghiamo.

Accogli, Signore, le nostre preghiere. Forse non siamo neppure riusciti ad esprimere in parole i sentimenti che animano il nostro cuore. Ma tu ci conosci e ci vuoi bene. Ascoltaci, come un padre ascolta i suoi figli. Te lo chiediamo per Cristo, nostro Signore.


giovedì 24 dicembre 2020

Vatican news 23 dicembre 2020

 


Vatican News

Le notizie del giorno

23/12/2020

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Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

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Ed egli disse: «Portatemeli qui». E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull'erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occ...