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mercoledì 18 marzo 2020

Agenzia Fides 17 marzo 2020

EUROPA/ITALIA - I missionari Camilliani coinvolti nella piattaforma online "Corona Care"
 
Roma (Agenzia Fides) - “Il rischio è che si diffonda in molti luoghi la 'modalità panico'. Diversi Paesi sono sotto forte stress: le persone sono alla ricerca di risposte e soluzioni adeguate. Noi della Fondazione Internazionale Camillian Disaster Service (CADIS) siamo intervenuti aderendo alla speciale piattaforma Corona Care, ideata in India”: lo riferisce all’Agenzia Fides padre Aris Miranda, missionario Camilliano e Direttore esecutivo CADIS.
“Insieme a Catholic Hospital Association of India, Sister Doctors Forum of India, Social Workers Forum, abbiamo organizzato un call center globale, dedicato a chiunque voglia parlare del corona virus per telefono o su internet: possono farlo le persone infette in cerca di conforto e sostegno ma anche chiunque abbia paura o sospetti per le proprie condizioni o di qualche conoscente o familiare”.
“La gente – sottolinea il missionario - ha bisogno di ogni tipo di informazioni: mediche, sui viaggi, sulle politiche e questa piattaforma, resa disponibile grazie a una partnership con l'azienda 'Billion Lives', offre una grande quantità di informazioni attendibili. Il nostro obiettivo è creare di un sistema, in diverse lingue, che permetta alle persone di chiamare e parlare, una sessione di consulenza di cui le persone hanno bisogno. Stiamo cercando di allargarci a livello globale, cerchiamo volontari (medici, psicologi, assistenti sociali, direttori spirituali, sacerdoti, suore, religiosi, ecc.). Abbiamo solo bisogno di un orecchio che sa ascoltare e soprattutto dell’amore e attenzione per le persone colpite da COVID 19.”
(AM/AP) (17/3/220 Agenzia Fides)
LINK
La piattaforma globale "Corona Care" per avere informazioni e consulenza sul corona virus -> https://coronacare.life/
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EUROPA/SPAGNA - Un messaggio di speranza dai musicisti cattolici attraverso un festival virtuale
 
Madrid (Agenzia Fides) – I più noti artisti cattolici si uniscono in un festival virtuale per portare un messaggio di speranza a quanti sono costretti nelle loro case per la pandemia: in queste due settimane terranno concerti dal vivo attraverso i social network, aderendo alla campagna #YoMeQuedoEnCasa, per lanciare un messaggio di fiducia in Dio in questo periodo di difficoltà.
A questa iniziativa, promossa dai “Católicos en Red” con il sostegno della Sottocommissione per i giovani e i bambini della Conferenza Episcopale spagnola, hanno aderito noti musicisti internazionali. Le esibizioni, che saranno offerte attraverso il profilo di ciascun artista sui social network come Instagram, Facebook o YouTube, dureranno 30 minuti, a partire dalle ore 20 (ora spagnola) di ogni giorno. Con questi concerti, gli artisti partecipanti vogliono invitare le persone a seguire le istruzioni delle autorità civili e sanitarie, oltre a trasmettere un messaggio di tranquillità e di fiducia in Dio di fronte alla pandemia. (SL) (Agenzia Fides 17/03/2020)
LINK
Il programma del festival e i canali attraverso i quali verrà trasmesso -> httpps://www.catik.org
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AFRICA/NIGERIA - Religiosa muore tra le fiamme dopo aver messo in salvo gli studenti
 
Lagos (Agenzia Fides) - Suor Henrietta Alokha, preside del Bethlehem Girls College, nella zona di Abule Ado, a Lagos, è tra le vittime dell'esplosione avvenuta domenica scorsa, 15 marzo. Mentre si stava celebrando la santa Messa nella scuola, è avvenuta una forte esplosione, sentita anche a chilometri di distanza, ed è divampato un violento incendio che ha danneggiato gravemente abitazioni e edifici dei dintorni. Suor Henrietta si è subito prodigata per aiutare le studentesse a mettersi in salvo, ma quando è stato il suo momento di lasciare i locali, è stata avvolta dalle fiamme e travolta dal crollo dell’edificio.
Secondo le informazioni raccolte da Fides infatti, la terribile esplosione si è verificata in un impianto di trattamento del gas, provocata dall’impatto di un camion con un deposito di bombole di gas. E’ quindi divampato un incendio che ha distrutto una cinquantina di edifici e la scuola del quartiere di cui era preside la religiosa. Le prime stime ufficiali, ancora provvisorie, parlano di una quindicina di morti, mentre si continua a rimuovere le macerie.
L'Arcivescovo di Lagos, Alfred Adewale Martins, ha affermato che suor Henrietta, morta nell'esplosione, “ha pagato il prezzo supremo della sua offerta per assicurare la sicurezza di oltre 300 studenti sotto la sua responsabilità” e ha smentito le ipotesi che anche un sacerdote fosse morto nell'esplosione. Il celebrante della messa infatti si è adoperato per mettere in salvo gli studenti ed è poi riuscito a salvarsi. "Vogliamo informare che tutti gli studenti della scuola sono sani e salvi. Coloro che hanno riportato ferite sono stati prontamente assistiti in vari ospedali dei dintorni” ha scritto. L’Arcivescovo informa inoltre che il dipartimento dell'educazione insieme agli amministratori di altre scuole arcidiocesane, stanno considerando come gli studenti del Bethlehem Girls College possano essere sistemati in altre scuole per non interrompere la loro istruzione. Mons. Martins esprime la sua vicinanza alle famiglie di coloro che sono morti, prega per la guarigione dei feriti e prega il Signore di provvedere ai bisogni di tutti coloro che hanno perso le loro proprietà.
Suor Henrietta apparteneva alla Congregazione delle Sisters of the Sacred Heart (SSH), il primo ordine religioso indigeno nella regione del Mid-West in Nigeria, fondato da Mons. Patrick Ebosele Ekpu, Arcivescovo emerito di Benin City, il 6 aprile 1975. La Congregazione non è stata fondata per un ministero specifico, ma per rispondere ai bisogni della Chiesa dove emergono e ovunque si manifestino. Le religiose sono impegnate per eliminare le cause profonde della povertà, per la valorizzazione della donna, per la realizzazione della pace, della giustizia, dell'amore e dell'unità di tutto il creato. Il motto della Congregazione è “Ut unum sint” (Gv. 17,21), è presente in Nigeria, in Italia e negli Stati Uniti. (SL) (Agenzia Fides 17/03/2020)
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AFRICA/GHANA - Coronavirus: “Rispettate le indicazioni del governo” invitano i Vescovi
 
Accra (Agenzia Fides) - Il Presidente della Conferenza Episcopale del Ghana e Arcivescovo metropolita di Tamale, Mons. Philip Naameh, in una dichiarazione rilasciata a nome della Conferenza episcopale ieri, 16 marzo, ha invitato cattolici e cristiani in Ghana a rispettare i dettami del governo e ha disposto il rinvio di quattro settimane di tutte le manifestazione spirituali pubbliche come ritiri, devozioni, incontri, confessioni, pellegrinaggi. Ad oggi, 17 marzo, il Ghana ha registrato 6 casi importati di coronavirus che hanno provocato forte preoccupazione tra molti nel Paese.
Con la sua dichiarazione, la Conferenza Episcopale ha così accolto le disposizioni del governo che chiede che tutte le messe pubbliche siano sospese per le prossime quattro settimane, come anche le lezioni in tutte le scuole cattoliche, che saranno chiuse fino a nuovo avviso.
Funerali e matrimoni saranno sospesi per le prossime quattro settimane e le sepolture possono essere eseguite ma con non più di 25 persone presenti.
I Vescovi raccomandano anche quanto segue:
1. Le Messe private giornaliere devono essere celebrate per chiedere l'intervento di Dio con non più di cinque persone presenti.
2. Chiese e cappelle di adorazione sono aperte alla preghiera privata dei parrocchiani, facendo attenzione ad osservare la distanza richiesta di due metri e di pregare in silenzio.
3. Laddove sia possibile, lo streaming live delle Messe dovrebbe essere incoraggiato per consentire ai fedeli di fare la Comunione spirituale.
4. Esortiamo tutti i cattolici e le persone di fede a intensificare le preghiere individuali e familiari e incoraggiamo tutti a leggere le letture e le riflessioni quotidiane della Messa fornite su diverse piattaforme di social media.
“Oltre alle raccomandazioni di cui sopra, invitiamo tutti i ghanesi a continuare a osservare le misure precauzionali di base che aiuteranno a ridurre al minimo la diffusione del virus e proteggersi dall'infezione da Covid-19” conclude il messaggio dei Vescovi. (L.M) (A.A) (Agenzia Fides 17/03/2020)
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AFRICA/EGITTO - Corte di cassazione raccomanda di annullare la condanna a morte di un monaco copto accusato dell’omicidio di Anba Epiphanios
 
Il Cairo (Agenzia Fides) - La Corte di cassazione ha raccomandato l’annullamento di una delle due sentenze di condanna a morte comminate in primo grado dalla giustizia egiziana nei confronti del monaco e dell’ex monaco accusati dell’omicidio di Anba Epiphanios (nella foto), abate del monastero copto di San Macario. Lo ha riferito nei giorni scorsi il legale Michel Halim, avvocato difensore di uno dei due accusati, aggiungendo che l’orientamento espresso dalla Corte di cassazione non rappresenta comunque ancora un pronunciamento vincolante da parte dell’organismo giudiziario, e non riguarderebbe l’altro accusato Isaiah al Makari.
Sabato 23 febbraio 2019 la Corte penale di Damanhur aveva emesso due sentenze di condanna a morte per il monaco Falta’os al Makari e l’ex monaco Wael Saad Tawadros (che da monaco portava il nome di Isaiah al Makari), condannati come colpevoli dell’assassinio di Anba Epiphanios, perpetrato il 29 luglio 2018 nel monastero di San Macario, nella regione del Wadi Natrun (vedi Fides 25/2/2019). L’assassinio dell’abate aveva sconvolto l’intera comunità copta e in particolare gli ambienti monastici. La prima sentenza di condanna a morte, confermata due mesi dopo, era stata subito definita come “una catastrofe” da Anba Agathon, Vescovo copto ortodosso di Maghagha. Il Vescovo Agathon aveva da subito invitato a pregare per i due condannati, e aveva suggerito di presentare al più presto il ricorso per un’ulteriore istanza di giudizio.
Nella prima sentenza di condanna, si legge tra l’altro che i due condannati “non hanno avuto scrupoli nel commettere il loro crimine in un luogo sacro, e hanno mostrato di non tenere in alcun conto neanche l’età avanzata e la statura spirituale della vittima”. Secondo quanto ricostruito durante le indagini, tra l’Abate assassinato e i due condannati erano sorti contrasti per questioni economiche e per diverse violazioni delle regole monastiche da parte dei due monaci (uno dei quali, Wael Saad Tawadros, dopo l’omicidio era stato spogliato dell’abito monastico al termine di un lungo processo canonico). Durante il dibattimento processuale, i due accusati hanno continuato a proclamarsi innocenti, e hanno anche ritrattato precedenti confessioni di colpevolezza che, a loro dire, sarebbero state estorte attraverso pressioni psicologiche da parte degli organi inquirenti.
Alle prime ore di domenica 29 luglio 2018, il corpo del Vescovo Epiphanios era stato rinvenuto in una pozza di sangue, all'interno del monastero, lungo il tragitto che dalla sua cella conduceva alla chiesa, dove il Vescovo si stava recando per iniziare la giornata con l'ufficio delle preghiere mattutine, prima della Messa domenicale (vedi Fides 30/7/2018). 64 anni, nativo di Tanta, laureato in medicina, Anba Epiphanios era entrato nel Monastero di San Macario, nella regione del Wadi Natrun, nel 1984, era stato ordinato sacerdote nel 2002. Ricercatore e studioso, aveva lavorato alla traduzione dal greco all'arabo di diversi libri della Bibbia. (GV) (Agenzia Fides 17/3/2020)
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ASIA/BANGLADESH - Preghiera e sensibilizzazione sul corona virus, mentre la nazione celebra il "Padre della patria"
 
Dhaka (Agenzia Fides) - "Siamo tutti informati sul corona virus. I media hanno riferito che persone di oltre 70 paesi sono state infettate dal corona virus. È diventato una minaccia per alcuni paesi. A nome della Conferenza episcopale cattolica del Bangladesh (CBCB), chiediamo a sacerdoti, suore e fedeli di essere consapevoli del virus e della necessità di protezione per tutti. Richiamiamo tutti a pregare Dio Onnipotente per salvarci dal virus. Possa Dio Onnipotente salvare l'umanità da questo corona virus mortale": è quanto afferma un appello diffuso dalla Conferenza episcopale cattolica del Bangladesh (CBCB), che ha chiesto una intensa preghiera a sacerdoti, suore e fedeli, nel mezzo della crisi del corona virus, mentre la nazione celebra oggi, 17 marzo, i cento anni della nascita di Sheikh Mujibur Rahman, il fondatore e "Padre della patria".
"Preghiamo per gli ammalati, per coloro che sono già stati infettati dal corona virus, preghiamo per loro e per quelli che sono defunti, perché abbiano pace nella vita eterna" si legge nel testo pervenuto all'Agenzia Fides. Una speciale preghiera è stata innalzata a Dio, per la salvezza dal coronavirus durante le sante messe, in tutto il paese, domenica 15 marzo. “Nella santa messa abbiamo pregato, tutti insieme, per salvare gli esseri umani sulla terra dal micidiale corona virus. Speriamo che il Signore ascolti la nostra preghiera" ha detto a Fides Subash Rozario, cattolico di Dhaka.
Focolai di corona virus sono stati riscontrati in Bangladesh. L'Istituto di epidemiologia per il controllo delle malattie e la ricerca ha dichiarato il 15 marzo che 10 persone, due positive al corona virus, sono tenute in isolamento negli ospedali, mentre oltre 2.300 persone in tutto il paese sono state messe in quarantena domestica.
La Chiesa cattolica ha subito sensibilizzato il popolo, ha affermato il coordinatore per la salute della Caritas Bangladesh, il dott. Edward Pallab Rozario, che ha dichiara all'Agenzia Fides: “Stiamo conducendo un programma di sensibilizzazione nelle scuole e nelle chiese in diverse parti del paese per informare e proteggere dal coronavirus. Abbiamo realizzato poster sulla consapevolezza del coronavirus. La Chiesa cattolica del Bangladesh ha preso sul serio la questione”.
Edward informa di aver inviato opuscoli, poster a oltre 3000 membri del personale della Caritas, tutti sacerdoti e laici cattolici, in tutto il paese, che sono coinvolti nella sensibilizzazione sul coronavirus. Un programma di sensibilizzazione sul corona virus è stato inserito nel progetto "Smile", che prevede incontri anche in varie baraccopoli e nei quartieri più poveri delle città.
Il governo del Bangladesh celebra oggi, 17 marzo, il centenario della nascita di Sheikh Mujibur Rahman, considerato il "Padre della patria". A causa dei rischi per la diffusione del virus, le celebrazioni, previste in un primo tempo con grandi manifestazioni, hanno un tono minore e sono state prese misure precauzionali. Rahman (Tungipara, 17 marzo 1920 – Dacca, 15 agosto 1975) politico bengalese alla guida della Lega Awami, noto anche come "Mujib e Bangabandhu", cioè “amico del Bengala”, fu una figura centrale nel movimento e nella guerra di liberazione del Bangladesh, divenuto indipendente dal Pakistan nel 1971. Fu il primo Presidente del paese tra il 1971 e il 1972, fu poi Primo ministro e morì assassinato da un gruppo di ufficiali dell’Esercito nel 1975.
(FC) (Agenzia Fides, 17/3/2020)
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AMERICA/PERU' - I Vescovi: far crescere la solidarietà con chi non lavora, affrontare come famiglia questo duro momento
 
Lima (Agenzia Fides) – "E' un duro momento che deve essere anche un'opportunità per far crescere la nostra solidarietà ed affrontare insieme come famiglia...questa malattia che non conosce né colore della pelle né limiti, quindi dobbiamo seguire le disposizioni del governo come un obbligo morale", così il comunicato della Conferenza Episcopale Peruviana (CEP) inviato a Fides, che riguarda l'emergenza CoronaVirus (Covid-19) in questo paese.
Il Cardinale Pedro Barreto, in un suo intervento alla televisione nazionale ieri, ha invitato la popolazione a mantenere la calma e a praticare la solidarietà di fronte allo stato di emergenza decretato dal governo, al fine di fermare la diffusione del coronavirus (covid-19). Un certo "stupore" da parte di molti cittadini è normale, perché si tratta di una decisione senza precedenti nella nostra storia, ma allo stesso tempo è una misura "comprensibile". "L'importante è che insieme andremo avanti, l'importante è mantenere la calma e praticare la solidarietà, sono il primo a prestare attenzione a questa decisione e dobbiamo rispettarla" ha affermato. Allo stesso modo, ha detto che questa misura riguarda un settore di maggioranza, di quanti lavorano "giorno per giorno" con l'intenzione di portare il pane a casa. "Ho visto le persone piangere per non sapere cosa fare, perché alcuni lavorano a giornata, ma io chiedo di mantenere la calma e praticare la solidarietà" ha aggiunto.
La popolazione peruviana vive momenti di paura e sconcerto dinanzi al futuro immediato, in seguito alle misure prese di rimanere a casa e non lavorare in piazze, mercati, luoghi aperti al pubblico in generale. L'economia della classe media e della maggioranza della popolazione nelle città del paese vive con il lavoro svolto a giornata, quindi c'è il rischio di non avere niente alla fine del giorno.
Il comunicato della CEP firmato da Mons. Miguel Cabrejos Vidarte, OFM, Arcivescovo Metropolita di Trujillo e Presidente della CEP informa anche della nuova disposizione per cui ogni diocesi deve procurarsi strumenti digitali ed offrire la messa della domenica e le celebrazioni della Settimana Santa attraverso internet. Una notizia che ha ulteriormente sconvolto larga parte della popolazione, che chiede la possibilità di vivere la pietà popolare in modo tradizionale, con manifestazioni esterne.
"Vivere la Settimana Santa" in molte città delle Ande significa stare insieme per pregare, toccare le immagini sacre, usare l'acqua benedetta e portare in processione i Santi che per secoli hanno protetto il popolo... proprio quanto la CEP è costretta a vietare per urgenti motivi sanitari. La richiesta dei Vescovi peruviani coincide con quanto ha chiesto Papa Francesco ai cattolici del mondo: pregare per la riconquista della vita, sconfiggere la paura e vivere la speranza.
(CE) (Agenzia Fides, 17/03/2020)
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AFRICA/KENYA - Nomina del Vescovo di Kitui
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Il Santo Padre Francesco ha nominato Vescovo della Diocesi di Kitui (Kenya) il rev.do Joseph Mwongela, del clero di Kitui, finora Vicario generale della medesima Diocesi.
Il nuovo Vescovo è nato il 7 aprile 1968 a Kakumi, Diocesi di Kitui. Ha svolto l’anno Propedeutico nel St. Mary’s Senior Seminary, nella Diocesi di Nakuru (1989), ha compiuto gli studi di Filosofia nel St. Augustine’s Senior Seminary di Mabanga, nella Diocesi di Bungoma (1990-1991) e quelli di Teologia nel St. Thomas Aquinas Major Seminary a Nairobi (1992-1995). È stato ordinato sacerdote il 7 settembre 1996 per la Diocesi di Kitui. Successivamente ha ricoperto i seguenti incarichi e svolto ulteriori studi: Vicario parrocchiale di Migwani Parish (1996-1997); Parroco di Nguni Parish (1997-1998); Formatore presso St. Patrick Formation House (1999-2001); Cancelliere diocesano e, al contempo, Direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale delle Vocazioni (2001-2003); (2003-2008) studi a Roma per la Licenza presso la Pontificia Università Gregoriana (2003-2005) e poi per il Dottorato in Teologia dogmatica (2005-2008) presso l’Angelicum; Cappellano dell’Ospedale Mater Misericordiae Hospital di Kitui (2008); Parroco di Muthale Parish (2008-2013); Direttore del St. John Paul II Institute of Professional Studies e Parroco di Boma Parish (Our Lady of Africa Cathedral) (2014-2015); dal 2015 Vicario Generale della Diocesi di Kitui. (SL) (Agenzia Fides 17/03/2020)

venerdì 7 febbraio 2020

aGENZIA fIDES 7 FEBBRAIO 2020

AFRICA/NIGER - “La dittatura del jihad si è installata a 100 km dalla capitale”, denuncia un missionario
 
Niamey (Agenzia Fides) - “La visione apocalittica ha messo le sue radici a poco più di cento chilometri da Niamey. È questo il messaggio, accompagnato dalla prassi, dei missionari del jihad che opera al confine col Burkina Faso, in zona Gourmantché: convertitevi perché il tempo è compiuto” riferisce all’Agenzia Fides p. Mauro Armanino, missionario della Società delle Missioni Africane (SMA) che opera in Niger. “L’ultimo attacco in ordine di tempo è avvenuto nel pressi di Bomoanga, il villaggio dove il 17 settembre è stato rapito Pierluigi Maccalli (vedi Fides 18/9/2018), e risale alla sera del 5 febbraio. Almeno sei giovani armati in bicicletta hanno circondato, interrogato e poi frustato l’incauto tagliatore di alberi” dice p. Armanino. “Poco lontano hanno scoperto un suo amico col tabacco in tasca e, dopo aver bruciato il tabacco l’hanno minacciato di una punizione ben peggiore se l’avessero ancora sorpreso fumando” prosegue il missionario.
“Fortuna volle che il presidente della locale sezione dei genitori degli alunni fosse assente o nascosto. La sua moto è stata bruciata assieme al materiale scolastico e rubato il denaro che teneva nel negozietto informale che gestiva. Il presidente è scappato altrove, così come altre decine di famiglie, bambini delle elementari e adolescenti delle superiori. La maggior parte ha trovato rifugio nella meglio difesa cittadina di Makalondi a una quarantina di chilometri dal villaggio citato”. Secondo p. Mauro i jihadisti hanno “invitato gli abitanti a mettere in pratica quanto, secondo loro, è statuato dal profeta dell’Islam: niente feste, alcool, tabacco, taglio di alberi, scuole occidentali e cristiani. Le donne andranno velate e ciò le proteggerà da qualunque sopruso e così saranno protetti i bambini. Sono risparmiati dalla distruzione i centri di salute o dispensari perché, dicono, curando e nutrendo i bimbi si prepara il futuro dell’islamizzazione”.
Il missionario dice che i cristiani locali sono costretti a “pregare nelle case, nelle famiglie e di nascosto coi vicini ‘sicuri’, in un Paese che formalmente riconosce la libertà di religione, di culto e di lingua”. “Si è installata una dittatura chiamata Jihad che rimodella stili di vita, opzioni, scelte quotidiane e soprattutto instilla la paura come condizione per raggiungere l’obiettivo prefissato fin dal rapimento di p. Pierluigi: sradicare l’avventura cristiana dal suolo del popolo Gourmantché” denuncia il missionario. “I jihadisti presenti nella zona, di etnia fulani, parlano il fulfulde, lingua che tutti nella zona capiscono perché agricoltori e pastori hanno avuto contatti e conflitti costanti”.
“Quanto allo Stato, entità poco visibile nelle campagne dove vivono i poveri contadini di seconda categoria, era scomparso ancora prima che tutte queste cose accadessero. Assente prima e assente adesso malgrado i militari siano poco lontani dalle zone citate. Ci troviamo a poco più di cento chilometri da Niamey, la capitale del Paese, dove si trova la cattedrale cattolica dedicata a Maria, Madre del Perpetuo Soccorso” conclude. (M.A.) (L.M.) (Agenzia Fides 7/2/2020)
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AFRICA/COSTA D’AVORIO - Si apre la prossima settimana il consiglio nazionale delle POM ivoriane
 


Abidjan (Agenzia Fides) -La diocesi di Yamoussoukro nel centro della Costa d'Avorio, ospiterà dal 10 al 12 febbraio 2020 l'incontro di revisione delle Pontificie Opere Missionarie (POM) del Paese.
Durante questo incontro che riunirà i direttori diocesani delle POM, i segretari esecutivi diocesani delle opere insieme al direttore nazionale delle POM, ciascuno degli amministratori presenterà la revisione provvisoria del proprio esercizio finanziario.
Come preludio a questo incontro, p. Jean-Noël Gossou, direttore nazionale dell'OPM, ha tenuto una riunione preparatoria con il comitato organizzatore presso il CAM, (Centro di accoglienza missionario) di Abidjan.
Oltre alla sessione di revisione intermedia dal 10 al 12 febbraio prossimo, la direzione nazionale delle POM, attraverso la segreteria nazionale per la Santa Infanzia organizza dal 14 al 16 febbraio 2020 nella parrocchia di Saint Mathieu nella diocesi di Yopougon, la finale del concorso musicale per bambini "Cantare la missione", nel prolungamento del Mese Missionario Straordinario. Per la finale di questo concorso, il programma prevede, oltre al concorso coristico, una visita guidata con i bambini, nel pomeriggio del 14 febbraio presso il Santuario Nazionale mariano, Nostra Signora dell'Africa, Madre di tutte le Grazie ad Abidjan Attécoubé , con una riflessione sul tema “La missione del bambino nella Chiesa”. (S.S.) (Agenzia Fides 7/2/2020)
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AFRICA/EGITTO - La Chiesa copta celebra il V anniversario dell’eccidio dei “martiri di Libia”
 
Samalut (Agenzia Fides) – Nella diocesi copta ortodossa di Samalut sono in corso le celebrazioni indette per commemorare i “martiri copti di Libia”, nel V anniversario del loro martirio. Le celebrazioni, iniziate sabato 1° febbraio, si concludono domenica 16 febbraio e si svolgono principalmente presso la chiesa e presso il museo dedicati ai martiri, edificati in tempi rapidi con il sostegno concreto del governo egiziano e inaugurati entrambe nel 2018. Presso il museo, il prossimo 15 febbraio, verrà inaugurata l’esposizione di nuovo materiale documentario sula vicenda dei martiri copti di Libia, con legende, pannelli illustrativi e contributi audiovisivi predisposti in arabo, inglese e francese.
Nel sacrario-museo dei martiri copti di Libia (vedi Fides 12/7/2018) sono già custodite come reliquie anche le manette che legavano le mani dei martiri, mentre loro venivano sgozzati, e quel che resta delle divise color arancione che i carnefici affiliati al cosiddetto Statto Islamico ( Daesh) facevano indossare alle vittime della loro macabre esecuzioni, sempre filmate e diffuse via internet. Tra gli oggetti esposti nel museo ci sono anche le monete trovate nelle tasche dei corpi martirizzati e le loro scarpe, insieme a alcuni documenti di identità e ai registri di lavoro su cui due di loro segnavano le attività lavorative compiute giorno per giorno.
I 20 copti egiziani e un loro compagno di lavoro ghanese erano stati rapiti in Libia all'inizio di gennaio 2015. Il video della loro decapitazione fu messo in rete dai siti jihadisti il 15 febbraio successivo. Ad appena una settimana dalla notizia del massacro, il Patriarca copto ortodosso Tawadros II decise di iscrivere i 21 martiri sgozzati dal Daesh nel Synaxarium, il libro dei martiri della Chiesa copta, stabilendo che la loro memoria fosse celebrata proprio il 15 febbraio.
I resti mortali dei copti uccisi in Libia dai jihadisti erano stati individuati alla fine di settembre 2017 in una fossa comune sulla costa libica, presso la città di Sirte. I loro corpi erano stati rinvenuti con le mani legate dietro alla schiena, vestiti con le stesse tute color arancione che indossavano nel macabro video filmato dai carnefici al momento della loro decapitazione. “Il video che ritrae la loro esecuzione - riferì dopo il massacro all'Agenzia Fides Anba Antonios Aziz Mina, Vescovo copto cattolico emerito di Guizeh - è stato costruito come un'agghiacciante messinscena cinematografica, con l'intento di spargere terrore. Eppure, in quel prodotto diabolico della finzione e dell'orrore sanguinario, si vede che alcuni dei martiri, nel momento della loro barbara esecuzione, ripetono ‘Signore Gesù Cristo’. Il nome di Gesù è stata l'ultima parola affiorata sulle loro labbra. Come nella passione dei primi martiri, si sono affidati a Colui che poco dopo li avrebbe accolti. E così hanno celebrato la loro vittoria, la vittoria che nessun carnefice potrà loro togliere. Quel nome sussurrato nell'ultimo istante è stato come il sigillo del loro martirio”. (GV) (Agenzia Fides 7/2/2020).
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ASIA/FILIPPINE - Le associazioni cattoliche: "No" alla legalizzazione di divorzio, che approda in Parlamento
 
Manila (Agenzia Fides) - Le associazioni laiche cattoliche si oppongono alla legalizzazione del divorzio nelle Filippine, mentre l'iter parlamentare per farlo è stato avviato. La Commissione parlamentare sulla popolazione e sulle relazioni familiari ha approvato il 5 febbraio un disegno di legge volto a legalizzare il divorzio nel paese, che sarà sottoposto alle Camere e sembra avere un generale consenso delle forze politiche.
"Il Congresso filippino (la Camera bassa) deve agire per rafforzare la famiglia e non per indebolirla", afferma in una nota inviata a Fides il forum chiamato "Laiko", ovvero il "Consiglio dei Laici delle Filippine", una piattaforma che raduna varie organizzazioni e movimenti ecclesiali. Il forum sottolinea che "il matrimonio e la famiglia sono un dono che dev'essere protetto".
"Il Consiglio dei Laici delle Filippine è fortemente contrario all'introduzione della legge sul divorzio come via più semplice per lo scioglimento del matrimonio nelle Filippine", afferma il presidente di "Laiko", Rouquel Ponte. "È nostro auspicio quindi, che le Filippine rimangano sempre come un faro di speranza per la famiglia e la società", ha detto. Le Filippine sono l'unico paese al mondo dove il divorzio è ancora illegale. Ponte rileva che "questo non è certo un buon motivo per permetterlo".
Il leader cattolico esorta, invece, i sostenitori del divorzio nella nazione a "imparare dall'esperienza di altri paesi nei quali il divorzio è legale, notando il forte indebolimento dell'istituzione della famiglia avvenuto in quelle nazioni". "Di conseguenza, sono sorti molti problemi per il coniuge abbandonato e per i loro figli", nota Ponte,.
Il progetto di legge messo a punto nella Commissione parlamentare, denominato "House Bill 100" o "Absolute Divorce Bill", intende garantire che i procedimenti per la concessione del divorzio siano accessibili ed efficienti.
Dicendosi consapevole della difficile situazione che vivono i cittadini filippini che soffrono per "matrimoni falliti", il capo di "Laiko" ha invitato le organizzazioni che si occupano della famiglia "a cercare di accompagnarli e seguirli con interventi pastorali utili", come "l'educazione, la formazione e l'accompagnamento umano e spirituale, che vanno insieme al riconoscimento di valori come la vita, l'amore, la fedeltà". "Il Consiglio dei Laici delle Filippine - nota - garantisce il pieno sostegno a chi si impegna in questo campo".
Jenlyen Passion, una madre cattolica impegnata in attività pastorali, dice a Fides: "Il matrimonio è un sacramento e non può essere infranto. Ciò che i legislatori stanno pianificando, ovvero legalizzare il divorzio, è un disegno sotto l'influenza di valori secolari, dunque lo contrasteremo". (SD-PA) (Agenzia Fides 7/2/2020)
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ASIA/INDIA - I Vescovi del Gujarat: "Sospendere le leggi sulla cittadinanza"
 
Gandhinagar (Agenzia Fides) - Esistono seri dubbi sulla promulgazione di tre provvedimenti legislativi che hanno un serio impatto sulla società indiana, ovvero il Citizenship Emendamento Act (CAA), il National Register of Citizens (NRC) e il National Population Register (NPR). Per questo i Vescovi cattolici dello stato indiano del Gujarat (India Occidentale) chiedono al governo indiano di "sospendere immediatamente questi provvedimenti e le relative procedure, fino a quando non viene fornita adeguata considerazione a tutti gli aspetti umani esso correlati, in modo da tutelare il bene dell'intera comunità umana residente in India, perchè l'India emerga nel mondo come nazione esemplare, per la sua adesione alla Costituzione e la protezione dei diritti umani".
In un comunicato inviato all'Agenzia Fides, i Vescovi notano: "La comunità dei cattolici indiani, orgogliosi cittadini della nazione, è profondamente impegnata nella costruzione di una nazione basata sulla giustizia e l'equità. La Chiesa cattolica ritiene doveroso stare 'dalla parte del paese' in ogni momento difficile. La Madre India, da secoli, nutre ogni singolo cittadino, senza alcuna discriminazione basata su casta, religione, lingua o regione. Essendo culla di diverse religioni e culture, l'India ha dato al mondo l'ideale dell'unità nella diversità".
per questo, prosegue la nota "come fedeli e cittadini dell'India, i cattolici del Gujarat sono impegnati a salvaguardare la Costituzione e a garantire che tutte le comunità che vivono nel Paese godano di felicità, prosperità e diritti umani, senza discriminazioni".
Si afferma poi: "C'è stata una diffusa protesta contro il Citizenship Emendamento Act (CAA) da quando è stata approvata dal Parlamento. La Chiesa cattolica del Gujarat accoglie con favore il tentativo del governo di dare protezione ad alcuni rifugiati del Pakistan, del Bangladesh e dell'Afghanistan; tuttavia esprime preoccupazione e apprensione, nel processo di conferimento della cittadinanza, per l'esclusione di un particolare gruppo sulla base della religiosa . È incostituzionale determinare la cittadinanza su base religiosa".
"Le disposizioni proposte - rileva la nota dell'episcopato - sollevano anche serie apprensioni sui benefici per il paese, a fronte delle ingenti spese sostenute per l'attuazione di CAA, NRC e NPR. Vi sono anche domande sulla sicurezza degli immigrati "illegali" e, soprattutto, sulla dignità e sulle condizioni di vita quanti sono già confinati (o possono essere confinati) nei centri di detenzione".
Il testo dei Vescovi del Gujarat asserisce: "Siamo solidali con le proteste non violente nel paese, per la giustizia, come espressione del diritto alla libertà di parola e di espressione. Nello stesso tempo, condanniamo qualsiasi tentativo di mettere a tacere il dissenso e di reprimere le proteste non violente. Prendiamo atto del lassismo e della negligenza dell'amministrazione e della polizia nell'agire contro chi tenta violentemente di interrompere le proteste pacifiche".
La Chiesa cattolica solleva domande sull'applicazione dei provvedimenti sotto esame: ad esempio, la disponibilità del documento stipulato per dimostrare la propria cittadinanza; la competenza e la qualifica dei funzionari preposti a determinare la cittadinanza di un altro.
"Riteniamo sconsiderato e affrettato procedere con l'attuazione di CAA, NPR e NRC senza un'adeguata riflessione sui rimedi e sulle soluzioni di questi problemi relativi ai diritti umani e alla dignità umana, nonché alla pace e all'unità della nazione; e senza un'adeguata consultazione con il popolo indiano", concludono i Vescovi.(PA) (Agenzia Fides 7/2/2020)
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OCEANIA/PAPUA NUOVA GUINEA - La Chiesa esorta i giovani a un uso responsabile dei social media
 
Port Moresby (Agenzia Fides) - Oltre trecento studenti dell'Istituto Tecnologico Don Bosco (DBTI) hanno preso parte al programma di orientamento della durata di quattro giorni in occasione dell’apertura dell'Anno accademico.
Dal 3 al 6 febbraio presso il DBTI si sono susseguite sessioni di studio e di confronto che hanno spaziato dalla vita del campus, a politiche accademiche, dall'uso delle tecnologie al codice di condotta della scuola, fino a toccare le tradizioni e l'approccio del del DBTI.
“L'intelligenza artificiale sta programmando le nostre vite, sta manipolando i nostri valori, i nostri atteggiamenti e sta distruggendo la nostra cultura” ha detto all’Agenzia Fides padre Ambrose Pereira, sdb, Direttore dell’Ufficio Comunicazioni della Conferenza Episcopale di Papua Nuova Guinea e Isole Salomone, nella sua presentazione di una sessione di studio e di analisi sull'uso responsabile e sicuro dei media.
P. Pereira si è concentrato sui social media e sul loro scopo, sull’atteggiamento dell'umanità verso il mondo della tecnologia di oggi. Ha esposto un riferimento biblico per passare al tema della diffusione tecnologia, alla sua crescita esponenziale, alla iper-connessione con i "nativi digitali" di oggi.
Padre Ambrose ha spiegato come "le persone si stanno lentamente perdendo nel mondo dei social media" attraverso l'uso degli smartphone e ha incoraggiato gli studenti a "non permettere a questi prodotti di dominare le loro vite". Soffermandosi sull'intelligenza artificiale, ha descritto i telefoni come "oggetti senza anima", esortando gli studenti a valutare attentamente l'uso dei loro telefonini, ricordando la loro natura di "esseri umani dotati di intelletto, volontà e anima".
Come si evince dalla nota pervenuta a Fides, la risposta degli studenti è stata in linea con l’obiettivo dell’incontro. Alcuni di loro hanno riconosciuto di "dedicare tempo agli smartphone per fare cose improduttive", ritrovandosi a "trascorrere tempo con persone che non hanno incontrato piuttosto che con le persone che incontrano faccia a faccia". Gli studenti hanno accolto favorevolmente il discorso costruttivo sull'uso responsabile della tecnologia e dei social media, promosso dalla Chiesa. (AP) (7/2/2020 Agenzia Fides)

mercoledì 8 gennaio 2020

Agenzia Fides 7 gennaio 2020

AFRICA/RDC - Il Cardinale Fridolin Ambongo denuncia un piano di balcanizzazione della Repubblica Democratica del Congo
 
Kinshasa (Agenzia Fides) - "Il clima generale nella parte orientale del Paese è caratterizzato da insicurezza e miseria insopportabile. Il rapporto mostra chiaramente che l'obiettivo di tutto ciò è la balcanizzazione del nostro Paese" ha affermato il Cardinale Fridolin Ambongo, Arcivescovo di Kinshasa, durante una conferenza stampa tenutasi a Kinshasa venerdì 3 gennaio 2020, nella quale ha illustrato la sua visita pastorale nella diocesi di Butembo-Beni nel Nord Kivu dal 27 al 31 dicembre 2019 (vedi Fides 3/1/2020).
Il Cardinale Ambongo si è recato nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo su invito di Sua Ecc. Mons. Melchizedek Paluku Sikuli, Vescovo della diocesi di Butembo-Beni. Nel corso della visita, il Cardinale ha trasmesso il messaggio di sostegno alle popolazioni locali di Papa Francesco, e di tutti i Vescovi della Repubblica Democratica del Congo. Questa preoccupazione pastorale va di pari passo con il messaggio inviato al Cardinale dai deputati di questa parte del Paese e dai membri della comunità Nande che vivono a Kinshasa, che gli hanno fatto visita in precedenza.
Massacri quotidiani, stupri, rapimenti, sfollamenti di popolazioni e altri dettagli raccapriccianti caratterizzano il clima di insicurezza, secondo l'osservazione del Cardinale. Sono almeno 5 i sacerdoti rapiti e dei quali non si hanno notizie. Il Cardinale ha deplorato il silenzio e l’indifferenza del resto del Paese su quanto avviene nell’est, ed ha stigmatizzato l'ambiguità della comunità internazionale di fronte a questa situazione che dura da decenni.
Il Cardinale Ambongo ha infine invitato la Missione ONU nella RDC (MONUSCO) a rivedere la gestione delle sue operazioni, dato che alcuni massacri hanno avuto luogo a pochi metri dalle installazioni dei Caschi Blu.
"Il paese è in guerra! E per questo, deve esserci consapevolezza a livello nazionale. Tuttavia, nonostante questa immagine desolata, restiamo fiduciosi. Esorto i miei fratelli e sorelle nell’est a farsi coraggio, li affido all'intercessione della Vergine Maria, Patrona del nostro paese ".
La tesi di balcanizzazione è confermata dal fatto che le popolazioni sfollate vengono sistematicamente sostituite da gruppi ruandofoni e ugandesi, ha affermato il Cardinale Fridolin Ambongo. Il Cardinale ha espresso la sua gratitudine a Papa Francesco che segue da vicino la situazione nella Repubblica Democratica del Congo e che spesso prega per questo Paese e si è detto fiducioso del sostegno della Chiesa cattolica in tutto il mondo e della collaborazione delle Conferenze Episcopali dei Paesi vicini, affinché si possa raggiungere la pace nella parte orientale della RDC. (M.B.P.) (L.M.) (Agenzia Fides 7/1/2020)
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AFRICA/NIGERIA - Esplosione al confine con il Camerun provoca 30 morti
 
Abuja (Agenzia Fides) - Almeno 30 persone sono morte nell’esplosione di un ponte che collega la Nigeria al Camerun. Nell'attacco al ponte El Beid a Gamboru, nello stato del Borno, avvenuto nel pomeriggio del 6 gennaio, oltre alle vittime sono rimaste ferite decine di persone. Il ponte che collega Ngala-Gamboru in Nigeria e Fotokol in Camerun, era particolarmente affollato perché centinaia di persone stavano tornando in Nigeria dal mercato sul lato camerunese.
Secondo le autorità camerunesi l’esplosione non è dovuta ad un attentato terrorista ma all’imprudenza di alcuni giovani che avrebbero cercato di vendere una granata inesplosa trovata fortuitamente. Nella zona operano i terroristi di una fazione di Boko Haram che ha aderito allo Stato Islamico. A dicembre questo gruppo ha ucciso una cinquantina di persone nella zona.
Tra gli omicidi attribuiti a Boko Haram, avvenuti di recente nello Stato di Borno, c’è quello di una coppia di promessi sposi, Martha Bulus e il suo compagno. Secondo p. Francis Arinse, Direttore delle Comunicazioni Sociali della diocesi di Maiduguri, il 26 dicembre la coppia insieme ad altre persone si stava recando da Maiduguri al luogo del matrimonio, previsto il 31 dicembre, quando sono stati intercettati da un gruppo di terroristi nei pressi di Gwoza. La futura sposa, il suo promesso sposo e i loro parenti e amici sono stati decapitati sul posto dagli uomini di Boko Haram.
P. Arinse ha ricordato che ci sono stati una serie di rapimenti nell'area. Fonti di stampa avevano riferito che il 26 dicembre il gruppo dello Stato Islamico aveva pubblicato un video che mostrava la decapitazione di 10 cristiani. Lo Stato Islamico ha affermato che le decapitazioni sono la risposta all'uccisione, a fine ottobre, del suo leader, Abu Bakr al-Baghadi, in Siria.
Le autorità nigeriane hanno elevato lo stato d’allerta dopo l’uccisione in Iraq, il 3 gennaio, di Qassem Soleimani, il comandante delle brigate al Qods del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica. (L.M.) (Agenzia Fides 7/1/2020)
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AFRICA/EGITTO - Al Sisi alla veglia del Natale copto:“Se amiamo Dio, dobbiamo amarci l’un l’altro”
 
Il Cairo (Agenzia Fides) – “Andiamo avanti in modo onorevole, in un tempo senza onore, e crediamo che Dio renderà vittoriose le persone onorevoli”. Così il Presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi si è espresso nell’intervento svolto davanti al Patriarca Tawadros e a vescovi, sacerdoti, religiosi e alla moltitudine dei fedeli radunati nella Cattedrale dedicata alla Natività, nella nuova capitale amministrativa dell’Egitto, in occasione della sua partecipazione alla veglia di Natale, celebrata dalla Chiesa copta la sera di lunedì 6 gennaio.
Sono già sei anni che il Presidente egiziano presenzia alla liturgia della veglia di Natale celebrata dal Patriarca copto ortodosso. La circostanza, anche quest’anno, ha fornito ad al Sisi l’occasione per esprimere considerazioni rivolte non solo alla comunità copta, ma a tutta la nazione, con parole d’ispirazione patriottica e richiami a tutti gli egiziani a superare le divisioni e a fare fronte comune contro le insidie provenienti dall’esterno. “Finché siamo uniti” ha detto tra l’altro il Presidente egiziano, “non dovremmo preoccuparci, e dovremmo solo prenderci cura di quelli che sono intorno a noi". Avventurandosi sul terreno del linguaggio religioso, il leader politico ha anche sottolineato che “se amiamo Dio, dobbiamo amarci l’un l’altro, e non dobbiamo permettere a nessuno di seminare discordia tra di noi”. Riferendosi alle tensioni e ai conflitti che agitano la regione mediorientale, al Sisi ha fatto notare che anche l’Egitto avrebbe potuto essere risucchiato da crisi devastanti, come è accaduto e sta accadendo ad altre nazioni dell’area. “Ma finché saremo uniti” ha aggiunto il Presidente egiziano, “nessuno potrà trascinarci in tali situazioni”.
Dopo il suo intervento, e prima di lasciare l’assemblea liturgica, il Presidente egiziano ha offerto a Papa Tawadros II un bouquet di fiori a nome di tutti gli egiziani, salutandolo prima di lasciare la messa.
La nuova Cattedrale copta dedicata alla Natività di Gesù sorge nell'area urbana a 45 km dal Cairo, destinata a diventare la nuova capitale amministrativa dell'Egitto. Alla liturgia hanno preso parte anche i rappresentanti dell'Università sunnita di al Azhar e numerosi esponenti del governo egiziano. compreso il Premier Mostafa Madbouly.
La stessa Cattedrale, inaugurata ufficialmente lo scorso anno (vedi Fides 4/1/2019), vuole rappresentare anche un simbolo della strategia politica con cui al Sisi intende assicurare a sé e al suo progetto politico la solidarietà della Chiesa copta. L'attuale Presidenza egiziana ha contribuito direttamente con 100mila sterline egiziane al primo finanziamento dell'imponente opera urbanistica. Secondo il leader egiziano, il nuovo luogo di culto rappresenta «un messaggio per l’Egitto e per il mondo intero». I media egiziani presentano la nuova cattedrale copta come «la chiesa più grande del Medio Oriente». Il disegno architettonico della Cattedrale, fedele alla tradizione copta, vuole richiamare il profilo dell'Arca di Noè, e così riproporre l'immagine della Chiesa come “barca” di salvezza che naviga tra le traversie della storia, verso la meta celeste del Paradiso.
Nel piano urbanistico della nuova capitale amministrativa, al Sisi ha voluto far inserire anche la costruzione della più grande moschea del Paese, con l’intento di presentare cattedrale e moschea come simboli di convivenza e unità nazionale. (GV) (Agenzia Fides 7/1/2020).
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ASIA/BANGLADESH - La Bibbia al centro della missione della Chiesa
 
Dacca (Agenzia Fides) - "Come battezzati, abbiamo la responsabilità di predicare il messaggio di Dio, tenendo la Parola di Dio nel nostro cuore e portandola nella nostra vita”: lo afferma all'Agenzia Fides Mons. James Romen Boiragi, Vescovo della diocesi di Khulna e Presidente della Commissione per la catechesi e l'apostolato biblico, in seno alla Conferenza episcopale cattolica del Bangladesh.
Sottolineando la centralità della Bibbia nella missione della Chiesa, il Vescovo James Romen Boiragi ha spiegato: "Il messaggio di Dio presente nella Bibbia va predicato con la nostra vita, dando testimonianza di fede con la vita e il comportamento. Se lo stile di vita di ciascuno di noi si illumina e si lascia guidare sempre riferendosi alla Bibbia, ogni fedele diventerebbe una Bibbia vivente, con grande beneficio per l'evangelizzazione”.
Il Vescovo ha ricordato il tema della recente giornata della Bibbia, celebrata nel dicembre scorso, "La tua Parola è lampada per i miei passi, luce sul mio cammino" e lo ha riproposto come leit-motiv del cammino di evangelizzazione della Chiesa in Bangladesh per il 2020.
E ha detto: "In questo nuovo anno chiediamo ai cattolici del Bangladesh di conoscere e approfondire le loro responsabilità di battezzati, che sono inviati ad annunciare la Buona Novella, secondo la Bibbia. Possa la Bibbia diventare la nostra luce, rendere la nostra vita divina: questa è la mia preghiera”.
Padre Ripon Anthony D’Rozario, viceparroco di Tejgaon a Dhaka, anch'egli impegnato nell'apostolato biblico nel paese, ha affermato che i cattolici dovrebbero prendersi cura della Sacra Bibbia: "Ho notato che in molte case c'è la Bibbia, ma non la si legge spesso e non la si cura in modo appropriato. Invito tutti a leggere la Bibbia ogni giorno perché è Parola di Dio e cibo spirituale per noi”. Proshanto Gomes, laico cattolico, ha detto a Fides che "con la lettura della Bibbia, Dio rimane con me. Trascorro i miei giorni con le benedizioni di Dio".
La Commissione episcopale per la catechesi e l'apostolato biblico si sta impegnando a promuovere, in tutte le diocesi del Bangladesh, l'apostolato biblico, assistendo e collaborando per la preparazione e diffusione di materiali catechistici e biblici nelle lingue locali, provvedendo alla formazione di catechisti e insegnanti di religione cattolica. (FC) (Agenzia Fides 7/1/2020)
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AMERICA/NICARAGUA - Il Card. Brenes chiede di continuare a impegnarsi per la liberazione di tutti i prigionieri politici e per la pace
 
Managua (Agenzia Fides) – Un invito a "coloro che hanno influenza a livello sociale e politico" a continuare ad adoperarsi affinché nel 2020 siano liberate tutte "le persone private della libertà", è stato rivolto dal Cardinale Leopoldo Brenes, Arcivescovo di Managua, nella festa dell'Epifania, il 6 gennaio. Ha anche chiesto alle autorità e ai gruppi di potere di iniziare a lavorare per la pace e di smettere di "squalificare gli altri". "Spero che continuino a fare i loro sforzi affinché quest'anno 2020 le nostre carceri possano essere liberate da quelle persone che sono private della loro libertà" ha detto il Cardinale Brenes subito dopo l'Eucaristia celebrata nella parrocchia Jesus Sacramenteto, a Managua. "Credo che ciò che ci manca è il senso d'unità come nazione; non c'è un progetto di paese. Il problema esiste perché non abbiamo amore per la patria, per il nostro paese" ha concluso.
L'Epifania, come festa cattolica, è molto sentita fra la popolazione nicaraguense, Mons. Rolando Álvarez, Vescovo della diocesi di Matagalpa, nella celebrazione nella sua diocesi, ha sottolineato che il senso di unità del Nicaragua si trova nel popolo: "L'unità del Nicaragua è già iniziata nel popolo, perché è il popolo nicaraguense a fare la sua storia, non dobbiamo aspettare che l'unità venga dall'esterno, è il popolo che deve continuare a rafforzare i legami di unità".
La situazione dei prigionieri politici in Nicaragua continua ad essere tesa. Dopo il rilascio da parte del governo di un gruppo di 91 prigionieri politici poco prima di concludere il 2019, le minace contro i leader contadini, sindacalisti e universitari, non solo sono continuate ma anzi aumentate.
Molti dei prigionieri politici "liberati" hanno denunciato una costante persecuzione e l’aggressione dei gruppi militari nei loro confronti: scritte dipinte sulle pareti delle loro case, spari durante la notte davanti a casa, con la presenza di auto militari e di gruppi a piedi.
Secondo la nota inviata a Fides, la Commissione interamericana per i diritti umani (IACHR) ha chiesto misure speciali di protezione per più di 15 persone che sono state arrestate nel tentativo di portare aiuti umanitari ai parenti dei prigionieri politici in sciopero della fame (vedi Fides 18 e 20/11/2019).
Sebbene non si conosca il numero preciso dei prigionieri politici ancora in carcere, la testimonianza di quelli liberati la sera del 30 dicembre sottolinea l’impegno, con perseveranza, discrezione ed insistenza, del Nunzio apostolico, per la liberazione dei detenuti politici come stabilito all'inizio dei dialoghi con il governo. "Il Nunzio non ha mai rinunciato, non ha mai smesso di insistere su quanto si era accordato e accettato, liberare tutti i prigionieri politici" ha detto José Adán Aguerri, membro dell'Alleanza Civica parlando ad una radio locale. Commento che poi ha scritto anche su Twitter il 30 dicembre 2019: "Oggi siamo pieni di speranza. Grazie a Dio stanno liberando i prigionieri politici, inclusi coloro che portavano acqua alla chiesa di padre Roman. Un riconoscimento speciale al Nunzio Apostolico per il suo lavoro umanitario e la sua partecipazione a questo sforzo".
(CE) (Agenzia Fides, 07/01/2020)
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AMERICA/CILE - “Dobbiamo essere i costruttori della civiltà dell'amore”: giovani in missione nel paese durante le vacanze
 
Santiago (Agenzia Fides) - Più di 1.500 giovani sono arrivati sabato 4 gennaio al campus San Joaquin della Pontificia Università Cattolica del Cile, pieni di entusiasmo per dedicare le loro vacanze estive, appena iniziate, non solo al riposo ma anche all’evangelizzazione e al servizio dei più bisognosi. Come sottolinea la nota della Conferenza episcopale cilena pervenuta a Fides, di fronte alla crisi che sta vivendo il Paese, molti giovani hanno ascoltato l’appello di Papa Francesco che in diverse occasioni li ha chiamati ad essere “viandanti della fede”, membri di una "Chiesa in uscita".
L'invio dei giovani missionari è avvenuto durante la Messa presieduta dal nuovo Arcivescovo di Santiago del Cile, Mons. Celestino Aós, che ha esortato gli studenti a dare testimonianza di Dio nelle comunità in cui si recheranno: “Gesù Cristo non è un'idea, il cristianesimo non è un'ideologia, né una morale, né una filosofia. Cristo vive e io l'ho incontrato. E la gioia di quell'incontro è ciò che vogliamo comunicare agli altri." L'Arcivescovo ha anche sottolineato l'importanza, nell'attuale contesto sociale del paese, di essere costruttori della civiltà dell'amore: “Dovete amare anche quelli che vi perseguitano e vi calunniano, oggi in Cile questa è la nostra sfida cristiana, non dobbiamo amarci solo tra noi, dobbiamo amare anche quelli che ci disprezzano, quelli che distruggono le nostre chiese, le nostre istituzioni… Dobbiamo essere i costruttori della civiltà dell'amore. E la civiltà dell'amore si costruisce con l'amore, la civiltà della verità si costruisce con la verità, la civiltà della vita si costruisce con la vita".
Sono tre i progetti a cui si dedicheranno i giovani in questo periodo, nell’ambito della Pastorale dell'Università Cattolica. Il primo è un progetto di evangelizzazione che vuole "lavorare per l'anima del Cile", inviando i giovani ad annunciare il messaggio di Cristo nelle zone più remote. Il secondo progetto prevede la costruzione di cappelle nelle periferie urbane, perché non siano solo luoghi di preghiera ma anche di incontro, dove le comunità possono stare insieme, dialogare e rafforzare i loro legami. Il terzo progetto interessa l’ambito scolastico, per preparare gli studenti universitari a formare gli studenti. (SL) (Agenzia Fides 7/1/2020)
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AFRICA/NIGERIA - Nomina dell’Arcivescovo metropolita di Jos
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Il Santo Padre Francesco il 6 gennaio 2020 ha nominato Arcivescovo metropolita dell’Arcidiocesi metropolitana di Jos (Nigeria) S.E. Mons. Matthew Ishaya Audu, finora Vescovo di Lafia.
S.E. Mons. Matthew Ishaya Audu, è nato il 7 giugno 1959 in Tudu Uku, nella Diocesi di Makurdi. Dopo aver frequentato il St. James Minor Seminary a Keffi, ha compiuto gli studi filosofici e teologici presso il St. Augustine Major Seminary a Jos. È stato ordinato sacerdote il 23 giugno 1984, per il clero di Makurdi.
Dopo l’ordinazione ha ricoperto i seguenti incarichi: Viceparroco a Keffi (1984-86); Vice parroco a Lafia (1986-88); Parroco di Nasarawa (1988-89); studi in Teologia Morale a Roma presso l’Istituto di Teologia Morale della Pontificia Università Lateranense, Licenza (1989-91); Professore di Teologia Morale e Vice-Rettore del Seminario Maggiore di S. Thomas Aquinas, Makurdi (1992-97); a Roma, per la Laurea in Teologia Morale presso l’Alfonsianum (1997-99). Da giugno a dicembre 2000, con la partenza del Rettore del Seminario per un anno sabbatico, è stato Acting Rector del Seminario Maggiore di S. Thomas Aquinas, Makurdi. Eletto primo Vescovo di Lafia il 5 dicembre 2000, ha ricevuto l’Ordinazione episcopale il 31 marzo 2001. (SL) (Agenzia Fides 7/1/2020)
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OCEANIA/NUOVA ZELANDA - Nomina del Vescovo ausiliare di Auckland
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Il Santo Padre Francesco il 6 gennaio 2020 ha nominato Vescovo ausiliare della diocesi di Auckland (Nuova Zelanda) il rev.do Michael Andrew Gielen, del clero di Hamilton, finora Direttore per la formazione nel Seminario Nazionale di Holy Cross, in Auckland, assegnandogli la sede titolare di Abbir Maggiore.
Il rev.do Michael Andrew Gielen è nato a Cambridge, nella Diocesi di Hamilton, il 2 giugno 1971. Dal 1992 al 1997 ha svolto gli studi di Filosofia e Teologia all’Università di Otago (Nuova Zelanda). Dal 2005 al 2007 ha svolto il Master in Teologia nella Franciscan University of Steubenville, negli Stati Uniti. Dal 2012 al 2014 ha conseguito la Licenza in Teologia Spirituale presso la Pontificia Università Gregoriana (Roma). È stato ordinato sacerdote il 29 novembre 1997.
Dopo l’ordinazione, ha ricoperto i seguenti incarichi: Prete assistente nella parrocchia St. Mary's Star of the Sea, Gisborne, Diocesi di Hamilton (1997-2002); Membro del Consiglio presbiterale, Diocesi di Hamilton (1999-2002); Presidente della Gisborne Ministers Association, Diocesi di Hamilton (2001-2002); Parroco di St. Columba, Frankton, e nella parrocchia Holy Name, Raglan, Diocesi di Hamilton (2002-2005); Studi di specializzazione negli Stati Uniti (2005-2007); Parroco di St. Thomas More, Mt. Maunganui, e di St. Patrick, Te Puke, diocesi di Hamilton (2007-2012); Direttore delle vocazioni della Diocesi di Hamilton (2009-2012); Membro del Consiglio presbiterale e del Collegio dei Consultori, Diocesi di Hamilton (2009-2012); Decano del Pacifìc Moana Deanery, Diocesi di Hamilton (2011-2012); Studi a Roma (2012-2014); dal 2014, Direttore per la formazione nel Seminario nazionale Holy Cross in Auckland. (SL) (Agenzia Fides 7/1/2020)

sabato 17 febbraio 2018

I preti sposati sappiano conciliare ministero pastorale e cura della famiglia

AFRICA/EGITTO - Patriarca copto: i preti sposati sappiano conciliare ministero pastorale e cura della famiglia
Alessandria d'Egitto (Agenzia Fides) – I sacerdoti coniugati della Chiesa copta ortodossa sono chiamati a occuparsi con dedizione dellaproprie famiglie, trovando il giusto equilibrio tra il tempo riservato al ministero pastorale e quello dedicato ai propri impegni familiari. Lo ha ribadito nei giorni scorsi il Patriarca copto ortodosso Tawadros II, dopo aver ordinato 15 nuovi sacerdoti chiamati a vivere il proprio sacerdozio ad Alessandria d'Egitto. Il Primate della Chiesa copta ortodossa ha aggiunto che la vita familiare non deve essere trascurata dai sacerdoti, chiamati a viverla e abbracciarla come parte della propria vocazione e del proprio ministero.
Nel luglio 2015, come riferito dall'Agenzia Fides (vedi Fides 7/7/2015), il Patriarca copto ortodosso Tawadros II aveva voluto partecipare a un incontro di riflessione e preghiera con più di venti mogli dei sacerdoti copti ortodossi operanti nel settore orientale di Alessandria d'Egitto. In quell'occasione, Papa Tawadros aveva svolto la sua meditazione unendo considerazioni sulla vita e la vocazione del sacerdote a riflessioni sulla realtà della maternità e sul matrimonio così come vengono delineati nei testi biblici.
Nelle Chiese copte esiste la possibilità di scegliere i candidati al sacerdozio sia tra coloro che vivono il celibato sia tra coloro che sono sposati, mentre i Vescovi provengono tutti dalle file dei monaci e sono celibi.
Giovedì 15 febbraio, in una celebrazione dedicata alla commemorazione dei nuovi martiri copti, Papa Tawadros ha riproposto una citazione di San Giovanni Crisostomo, ricordando che “il martire muore una volta per il suo Signore, ma il pastore muore ogni giorno per il gregge del suo Maestro”. Chi non è disposto a abbracciare la connotazione martiriale del sacerdozio, sacrificandosi senza riserve nella cura del popolo di Dio – ha sottolineato il Patriarca - non è degno di essere pastore del gregge. (GV) (Agenzia Fides 17/2/2018).

venerdì 14 luglio 2017

Agenzia Fides 14 luglio 2017

EUROPA/SPAGNA - Missionari madrileni: 602 all’opera in 84 nazioni di tutti i continenti
 
Madrid (Agenzia Fides) – I missionari dell’arcidiocesi di Madrid che operano in 84 nazioni dei cinque continenti, sono attualmente 602 e appartengono a 122 istituti e congregazioni religiose, oltre che al clero dell’arcidiocesi di Madrid. Secondo le cifre rese note di recente dal “Consejo Diocesano de Misiones”, pervenute a Fides, le religiose missionarie madrilene sono 180 ed appartengono a 73 congregazioni, le religiose di clausura sono 6 di 5 congregazioni, i religiosi sono 124 di 29 istituti, i membri del clero diocesano sono 76 e del clero religioso 216, di 15 congregazioni o istituti.
Riguardo alla distribuzione geografica, il numero più alto di missionari madrileni, 338, svolge la propria opera in America, dove sono presenti in 25 paesi: al primo posto in Perù, dove operano 52 missionari, seguito da Messico, Venezuela, Stati Uniti. Segue per ripartizione continentale l’Africa, dove 68 missionari lavorano in 21 paesi: Repubblica democratica del Congo, Angola, Benin, Camerun, Etiopia tra i primi per numero di missionari presenti. In Europa i missionari madrileni sono 123, distribuiti in 21 paesi: al primo posto in Francia, quindi in Italia, Portogallo, Germania. In Asia 61 missionari operano in 15 paesi: in Giappone sono 16, seguono Filippine r Cina. Infine in Oceania sono presenti 12 missionari dell’arcidiocesi di Madrid: 10 in Australia e 2 a Guam (Micronesia). (SL) (Agenzia Fides 14/07/2017)
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AFRICA/CAMERUN - Rimpatri forzati e violenze spingono i profughi nigeriani a tornare in patria
 
Yaoundé (Agenzia Fides) - Sono 91 mila le persone che hanno lasciato la Nigeria per rifugiarsi in Camerun, tuttavia le ostilità incontrate stanno spingendo molti a tornare al loro paese di origine, a costo di esporsi alle violenze del gruppo armato Boko Haram. “Anche se le autorità camerunensi smentiscono ogni accusa di rimpatrio forzato, molti testimoni parlano di villaggi completamente militarizzati. Arresti, assassini, rinvii verso la Nigeria” informa Radio France International. Diverse testimonianze hanno parlato all’emittente di rimpatri forzati, ma numerosi sono anche i rifugiati che decidono di tornare a casa autonomamente, pagando 2.500 franchi Cfa (circa 4 euro) per tornare verso la frontiera nigeriana. Il fenomeno dei rimpatri volontari è alimentato anche dalla mancanza di informazioni sullo stato del conflitto in Nigeria. Dei 91 mila profughi presenti in Camerun, un terzo si trova nei villaggi vicini alla frontiera, mentre gli altri sono ospitati dal cam po di Minawao, nato per contenerne al massimo 30 mila.
(AP) (14/7/2017 Agenzia Fides)
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AFRICA/EGITTO - Il figlio di un copto ucciso dai jihadisti dona a una moschea e a una chiesa la somma riservata alle famiglie delle vittime
 
Minya (Agenzia Fides) – Il giovane copto Michael Atef Munir, figlio di una delle vittime della strage dei pellegrini copti uccisi lo scorso 26 maggio in un agguato jihadista, ha annunciato di voler devolvere in beneficenza a una moschea e a una chiesa della provincia di Minya la cifra in denaro che il governo egiziano riserva ai parenti delle vittime del terrorismo. La somma, pari a 100mila sterline egiziane (equivalenti a circa 5mila euro) verrà donata per metà alla chiesa di San Michele, nel villaggio di al Fikriya, e per l'altra metà alla moschea del villaggio di Saft al-Labban. Il figlio di Atef Munir, trucidato dai jihadisti insieme ad altri 27 copti, ha dato l'annuncio ai primi di luglio, nel corso di una messa di suffragio per le vittime celebrata nel monastero di San Samuele dal Vescovo copto ortodosso Basilios, Abate del monastero. Alla fine della messa – riferisce Watani.net – il governatore di Minya, Essam al Bedeiwi, ha consegnato alle famiglie delle vittime presenti alla liturgia, le somme messe a loro disposizione dal ministero della solidarietà sociale. In quella cornice, Michel ha annunciato l'intenzione della famiglia di voler donare la somma alla chiesa e alla moschea. Tale gesto – ha spiegato Michel – mira a rendere evidente che il tentativo jihadista di scatenare lotte e divisioni tra copti e musulmani egiziani ha sortito un effetto contrario rispetto a quello cercato dai terroristi.
La comitiva di copti massacrati lo scorso 26 maggio era diretta in pullman verso il monastero di San Samuele, quando ha subito nell'ultimo tratto di strada sterrata l'assalto di uomini mascherati sopraggiunti su degli autoveicoli. I terroristi hanno ucciso almeno 28 persone, compresi dieci bambini.
Intanto, da giovedì 12 luglio, le Chiese e le comunità cristiane presenti in Egitto hanno sospeso pellegrinaggi, conferenze e vacanze collettive per motivi di sicurezza, su indicazione delle autorità militari e politiche del Paese. La sospensione si protrarrà almeno fino alla fine di agosto. Secondo i media egiziani, la decisione è stata presa sulla base dei suggerimenti venuti dalle forze di polizia, che hanno alzato l'allerta intorno a possibili ulteriori attacchi jihadisti e hanno anche garantito un aumento delle misure di sicurezza per consentire lo svolgimento di alcuni importanti tradizionali raduni estivi ospitati da monasteri e santuari egiziani. (GV) (Agenzia Fides 14/7/2017).
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AFRICA/GABON - Festival delle Culture, ripreso l’evento culturale più popolare del Paese
 
Libreville (Agenzia Fides) – Si è appena conclusa l’edizione 2017 del Festival delle Culture in Gabon nei comuni di Libreville, Akanda e Owendo. Il tema di quest’anno è stato ‘Diversità Culturale e Coesione Nazionale’. Sospeso per qualche anno a causa di motivi organizzativi, il Festival è l’evento culturale più popolare del Paese che quest’anno, nella sua nuova versione, ha aperto le sue porte alle comunità straniere. Il Gabon vuole coinvolgere ulteriormente i gabonesi, gli africani e gli europei per un’espressione culturale ricca e diversificata e rendere Libreville un centro culturale.
Ospite speciale di questa 13a edizione, una delegazione di decine di artisti venuti direttamente dal Marocco. Fanno parte della competizione diversi giochi come il SONGO, un gioco tradizionale basato su calcoli matematici e strategie. Giochi e gare spesso accompagnati dalle melodie di strumenti tradizionali come la “mvet”, una specie di chitarra che racconta attraverso le sue corde: poesia, filosofia e talvolta la conoscenza scientifica del mondo.
Il Festival della Cultura è stato lanciato nel 1997 da padre Mba Abessolo, allora sindaco di Libreville prima di essere istituito come celebrazione nazionale da parte dell’ultimo Omar Bongo Ondimba.
(AP) (14/7/2017 Agenzia Fides)
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ASIA/FILIPPINE - A Marawi si combatte ancora, ma “non è guerra di religione”
 
Marawi (Agenzia Fides) - “Siamo in attesa trepidante per la sorte dei nostri 15 parrocchiani cristiani, ostaggi nelle mani del gruppo terrorista Maute a Marawi. La crisi continua e l’esercito profonde il massimo sforzo. Ma non si tratta di guerra di religione: lo abbiamo rimarcato con chiarezza come vescovi delle Filippine nei giorni scorsi”: lo dice all’Agenzia Fides il Vescovo Edwin de la Pena, alla guida della Prelatura di Marawi, che segue le vicende dell’assedio della città, dove i jihadisti del gruppo “Maute”, che ha giurato fedeltà allo Stato Islamico, continuano a restare asserragliati in un’area del territorio cittadino. Dal giorno dell’attacco terroristico, lanciato il 23 maggio, il numero di morti negli scontri di Marawi ha superato quota 500: 392 morti sono militanti jihadisti, 93 sono soldati e almeno 45 vittime civili.
I vertici militari hanno informato che la crisi di Marawi non finirà, come auspicato, entro il 24 luglio, e giorno in cui il presidente Duterte pronuncerà il suo secondo discorso sullo stato della nazione. Il 22 luglio, inoltre, è il giorno in cui scade il periodo di due mesi di “legge marziale” che, prevedibilmente, potrà essere prolungato dal presidente, se i combattimenti saranno ancora in corso.
Le forze armate delle Filippine hanno infatti annunciato di avere bisogno di altri 10-15 giorni per riconquistare gli edifici occupati dai terroristi a Marawi. Come reso noto, circa 600 edifici devono ancora essere liberati dai cecchini e l’esercito riesce, in media, a riconquistare circa 40-50 edifici al giorno. (PA) (Agenzia Fides 14/7/2017)
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ASIA/SIRIA - Offensiva “autonomista” dei curdi a Hassaké. L'Arcivescovo Hindo: si sentono protetti dagli americani
 
Hassaké (Agenzia Fides) - I militanti e i miliziani che fanno capo al Partito Democratico Curdo (PYD), braccio siriano del Partiya Karkeren Kurdistan (PKK), hanno iniziato a realizzare nei fatti il loro intento – coltivato da anni - di creare una regione autonoma curda nella regione siriana di Jazira, che nei media curdi già viene indicata col nome curdo di Rojava. Nella provincia siriana nord-orientale di Hassaké, l'auto-proclamata amministrazione autonoma di Rojava ha iniziato a implementare un sistema di tassazione locale per sovvenzionare i pubblici servizi della regione. Secondo quanto affermano i responsabili del progetto, le tasse saranno utilizzate per sostenere i servizi sanitari e educativi locali, per migliorare il sistema di sicurezza e anche per affermare con più forza nelle istituzioni e nella vita sociale i diritti delle donne. Il programma di tassazione prevede imposte per tutti i cittadini che hanno entrate mensili pari o superiori a 100mila lire siriane (circa 200 dollari), e quindi dovrebbe coinvolgere circa il 75 per cento della popolazione locale. “Oltre a cercare di imporre questo nuovo sistema di tasse” riferisce all'Agenzia Fides l'Arcivescovo siro cattolico Jacques Behnan Hindo "quelli del PYD hanno anche requisito e chiuso le scuole. Metà le hanno trasformate in caserme, e nelle altre hanno detto di voler introdurre nuovi programmi scolastici, che verranno realizzati in lingua curda. Tempo fa hanno provato anche a espropriare un terreno appartenente alla nostra Chiesa, ma lo hanno subito restituito, dopo che io avevo inviato lettere di denuncia sia alla Nunziatura che ad alcuni dei loro responsabili”. Secondo l'Arcivescovo Hindo, che guida l'Arcieparchia siro cattolica di Hassaké-Nisibi, anche la regione di Jazira è coinvolta nella delicata e complicata partita geopolitica che si sta giocando in tutta la regione, e che ruota anche intorno alla 'questione curda': “ I militanti curdi del PYD” riferisce a Fides l'Arcivescovo Hindo “si sentono forti perché credono di avere l'appoggio degli USA. Io li ho messi in guardia: guardate, gli americani prima o poi se ne andranno, e voi vi troverete peggio di prima. Questi militanti sono collegati al PKK, che opera in Turchia, e dicono di aspirare soltanto a una maggiore autonomia locale, senza perseguire mire indipendentiste. Inoltre, sono nemici dei curdi di Masud Barzani, che in Iraq stanno invece marciando verso il referendum per proclamare la piena indipendenza del Kurdistan iracheno. Qui da noi, il progetto di una amministrazione autonoma sostenuto del PYD sembra andare avanti perché loro hanno le armi, ma in realtà non riscuote consensi neanche da parte degli altri curdi. Tanto meno da parte delle tribù musulmane e di noi cristiani. E non credo che sarà mai accettato dal governo di Damasco”. (GV) (Agenzia Fides 14/7/2017).
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AMERICA/REPUBBLICA DOMINICANA - Mons. de la Rosa y Carpio: combattere i gruppi mafiosi dell'immigrazione illegale
 
Santiago (Agenzia Fides) – L'Arcivescovo emerito di Santiago de los Caballeros, Mons. Ramón Benito de la Rosa y Carpio, ha dichiarato in un breve colloquio con la stampa locale che fino a quando non si combatteranno i gruppi mafiosi composti da dominicani e stranieri che fanno affari con le necessità degli haitiani, il problema dell'immigrazione clandestina nella Repubblica Dominicana continuerà.
Per l'Arcivescovo i gruppi mafiosi esistono e gestiscono operazioni di traffico illegale di persone da Haiti alla Repubblica Dominicana. Il loro giro d'affari illegale muove ogni anno milioni di pesos e riescono ad agire in diverse parti del confine tra Repubblica Dominicana e Haiti. A tale proposito, nel testo pervenuto a Fides, l’Arcivescovo si è rammaricato del fatto che le grandi nazioni hanno completamente abbandonato Haiti e hanno lasciato il pesante fardello alla Repubblica Dominicana, che sta ricevendo una pacifica invasione di immigrati clandestini che arrivano in cerca di migliori condizioni di vita.
La Chiesa cattolica dominicana si è sempre mostrata solidale con Haiti, e tale sostegno è stato ribadito durante l'ultima riunione dei Vescovi dominicani, dove si è deciso di continuare il sostegno pastorale ad Haiti.
“Tra la Chiesa cattolica dominicana e la pastorale haitiana c'è un grande rapporto, nel cui ambito vengono trattati temi come il rispetto e la sovranità dei popoli” ha sottolineato Mons. de la Rosa e Carpio. "Dobbiamo anche ricordare - ha concluso l'Arcivescovo -, che la Repubblica Dominicana non è come le grandi potenze che hanno promesso e poi sono sparite, comunque noi non possiamo assumere l'intero peso degli haitiani, perché il nostro paese è piccolo e il governo ha le sue esigenze e anche gli impegni con la popolazione dominicana".
Solo pochi giorni fa, il governo della Repubblica Dominicana si è visto costretto a ribadire sulla stampa nazionale che le forze dell’ordine vigilano alle frontiere e a smentire ingressi in massa degli haitiani, come appare in alcuni video diffusi dalle reti sociali. Comunque la presenza di haitiani per le strade di alcuni città dominicane è in aumento, come la mano d’opera clandestina.
(CE) (Agenzia Fides, 14/07/2017)
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AMERICA/PERU’ - La salute della popolazione in pericolo per l’attività mineraria, denuncia dell’Arcivescovo
 
La Oroya (Agenzia Fides) – Dopo che il governo ha ridotto gli standard di qualità ambientale (ECA) per facilitare la vendita del complesso metallurgico di La Oroya, l’Arcivescovo di Huancayo, Mons. Pedro Barreto Jimeno, SJ, ha parlato con la stampa per denunciare che questa misura è dannosa per la salute della popolazione.
Mons. Barreto Jimeno ha osservato che dal 1928 lo Stato si è arricchito a spese della popolazione di questa zona, mineraria per tradizione, e non permetterà che si ripeta questa situazione: "Lo Stato dal 1928 ha riscosso le tasse e si è arricchito a spese della vita e della salute della popolazione, e ancora una volta lo Stato vuole tornare ai suoi vecchi metodi di corruzione, ma in questa occasione va contro la vita della popolazione" ha detto.
Dalla nota inviata a Fides da una fonte locale, si apprende che il governo ha permesso le emissioni di biossido di zolfo fino a 250 microgrammi, mentre in precedenza il massimo era di 20. Il decano del Collegio degli Ingegneri, Fredy Matos, ha espresso il suo disaccordo con questa flessibilità perché le conseguenze principali saranno a carico della salute della popolazione. La vicenda dell'attività mineraria nella zona si trascina da molto tempo. La Chiesa si era espressa positivamente circa la riattivazione del complesso metallurgico La Oroya ma solo dopo aver garantito la vita, la salute e un lavoro degno per gli operai (vedi Fides 1/03/2012).

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

The Chosen ...é sufficiente per me...posso fare molto con questo ..

Ed egli disse: «Portatemeli qui». E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull'erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occ...