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mercoledì 20 maggio 2020

Agenzia Fides 20 maggio 2020

AFRICA/GHANA - “Il Covid-19 sta facendo emergere l'immagine della Chiesa come famiglia di Dio”, dice il Direttore Nazionale delle POM
Accra (Agenzia Fides) – “Il Covid-19 ha incoraggiato le famiglie a stare e a pregare insieme, facendo emergere l'immagine della Chiesa come famiglia” dice all’Agenzia Fides p. Isaac Ebo-Blay, Direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie del Ghana (POM).
“Così facendo la pandemia ha cambiato la percezione della gente verso la Chiesa non più solo come un edificio di culto ma anche e soprattutto come Chiesa di battezzati che sono il tempio dello Spirito Santo: è così che forma la Chiesa domestica”.
Il Direttore nazionale delle POM sottolinea inoltre che la sospensione delle celebrazioni a causa della pandemia “ha incoraggiato la Chiesa del Ghana a utilizzare di più i social media per diffondere il Vangelo ai fedeli, che fino ad ora non erano molto utilizzati”.
“La vita sacramentale dei fedeli però è stata gravemente colpita perché sebbene seguano la Messa online e in tv e preghino per la loro comunione spirituale, non è la stessa cosa della partecipazione alla celebrazione comunitaria dell'Eucaristia” sottolinea p. Ebo-Blay. Inoltre “la vita pastorale è stata gravemente colpita. Le visite a case, ospedali, prigioni ecc. sono state sospese. Gli anziani e i malati non ricevono la comunione”.
Gli effetti di questo periodo di blocco delle regolari attività ecclesiali potrebbero determinare sviluppi come "un aumento dell'influenza dei gruppi ecclesiali, i cui membri laici generalmente dedicano molto più tempo degli altri cattolici al lavoro missionario e con più fervore evangelico” o l'emergere di piccole affiatate comunità di fede all'interno delle parrocchie, che si incontrano regolarmente nelle case, invece che in grandi eventi parrocchiali”.
Dal punto di vista economico dice il Direttore nazionale delle POM “la pandemia ha messo a dura prova i contributi delle persone. Sebbene i pagamenti elettronici e digitali vengano effettuati da alcuni fedeli, una percentuale maggiore di questi non riesce a pagare. Ciò sta influenzando negativamente la missione della Chiesa in Ghana”.
In questa difficile situazione, “la Chiesa in Ghana deve essere lodata per aver mostrato compassione e amore per le persone che vivono negli slum di città e villaggi” dice p. Ebo-Blay. "I giovani aiutano a distribuire cibo alla gente. Tuttavia, nel perseguimento della missione, la Chiesa in Ghana dovrebbe prestare maggiore attenzione ai poveri nella Chiesa e nella società il cui numero è aumentato”. Il Direttore delle POM ricorda un’importante iniziativa caritativa: “l'arcidiocesi di Accra con il suo pastore, l’Arcivescovo Sua Ecc. Moms. John Bonaventure Kwofie, ha offerto cibo e sistemi di protezione personale (DPI) ai residenti della baraccopoli “La città di Dio” che ospita oltre 150.000 abitanti per lo più poveri e vulnerabili”.
“La recessione potrebbe anche provocare una nuova spinta e un'opportunità per l'evangelizzazione, poiché le persone sono provate dalla pandemia e si trovano alla ricerca di un significato” dice p. Ebo-Blay.
Per quanto riguarda il Fondo speciale di emergenza delle POM per le vittime di coronavirus, p. Ebo-Blay dice che “sebbene le informazioni sul Fondo di emergenza siano state ricevute e diffuse alle Opere e alle istituzioni della Chiesa, solo una delle Opere finora ha promesso una donazione. Stiamo ancora aspettando la risposta delle altre Opere. Nel frattempo alcune società ecclesiali hanno contribuito agli sforzi della Conferenza episcopale cattolica del Ghana per aiutare le vittime del coronavirus”. (L.M.) (Agenzia Fides 20/5/2020)
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AFRICA/ANGOLA - La vita dopo Covid-19 non sarà più la stessa: in aumento fame e povertà
Luanda (Agenzia Fides) – I primi casi di coronavirus nel Paese sono stati registrati dalle autorità alla fine di marzo. Alcune settimane dopo, il governo ha decretato lo stato di emergenza, ma "nella crisi, si è registrata e vista la presenza costante della Chiesa cattolica accanto alla popolazione": lo scrive all’Agenzia Fides José Ventura, docente e sociologo angolano. “Con lo stato di emergenza, gli angolani sono entrati in isolamento, riducendo così i diritti della popolazione, in vista di attenuare la pandemia. Chiuse scuole, chiese, università, pubblica amministrazione, società private e commercio informale.”
Nella nota pervenuta a Fides, il professor Ventura sottolinea che "la Chiesa cattolica è la più grande confessione religiosa del paese e attraverso i media, principalmente attraverso Radio Ecclesia, Radio Maria, le emittenti diocesane e la televisione di stato ha intensificato la sua presenza trasmettendo la messa domenicale. Le parrocchie sono rimaste accanto alla gente attraverso i social network, una realtà non molto presente prima del Covid-19. In alcune comunità, ad esempio, i parroci hanno creato su Facebook, il social più usato del paese, i profili delle loro parrocchie per rimanere più presenti nella vita dei fedeli.”
Facendo riferimento alla situazione della vita sociale ed economica, il sociologo angolano rileva che “la vita in Angola è diventata più costosa dal punto di vista economico. I limiti imposti dallo stato di emergenza hanno indebolito il mercato informale, assorbendo gran parte della forza lavoro del paese. Poiché la maggior parte dei cittadini dipende dal settore informale, la povertà è aumentata e con essa le difficoltà dei cittadini. La situazione tende a peggiorare a causa del calo del prezzo del petrolio, mettendo il paese in una situazione di dilagante recessione economica, che dura dal 2014 e che aggrava la vita delle popolazioni. Giorno dopo giorno molte famiglie perdono il loro potere d'acquisto. A causa della situazione di estrema povertà, ci sono casi di decessi dovuti alla fame. Inoltre, aggiunge il giornalista angolano - in Angola, il sistema sanitario nazionale è molto fragile, anche oggi molte persone muoiono per malaria.”
Continua Ventura: “Per mitigare la situazione sociale causata dalla pandemia, il governo ha attuato politiche di assistenza sociale con distribuzione gratuita di acqua potabile, alimenti non deperibili, prodotti per l'igiene . Secondo l'opinione di esperti sociali, queste misure del governo non risolvono la situazione di povertà in Angola. L'esecutivo angolano dovrebbe rivedere le sue politiche pubbliche, legate all'emancipazione delle famiglie, poiché il piano di diversificazione economica annunciato nel 2014 non ha dato buoni esiti. Tuttavia, le autorità locali sperano di tornare presto alla vita normale nel paese, con il ripristino dei servizi, delle istituzioni e dell'economia. Una cosa è certa, la vita dopo il Covid-19 non sarà più la stessa”, conclude il professor Ventura.
(JV/AP) (Agenzia Fides 20/5/2020)
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ASIA/FILIPPINE - Dopo il Covid-19, urge una "svolta verde" nell'economia, ripartendo dall'agricoltura
Manila (Agenzia Fides) - La Chiesa nelle Filippine vede l'urgenza e propone una "svolta verde" nell'economia del paese, soprattutto nel periodo post-Covid-19. Secondo gli economisti dell'Università Ateneo di Manila, guidata dai Gesuiti nella capitale, la nazione potrebbe sollevarsi dalla pandemia, e avere una ripresa migliore e duratura, se il governo attuasse riforme che incoraggino lo sviluppo di un'economia verde, trainata dall'agricoltura.
Questi temi e queste riflessioni sono state rilanciate e diffuse da vari enti e istituzioni cattoliche nel corso della Settimana celebrativa dedicata alla "Laudato Si'", che si tiene dal 16 al 24 maggio in occasione del 5° anniversario dell'enciclica di Papa Francesco.
Il Segretariato nazionale per l'azione sociale (NASSA) della Conferenza episcopale delle Filippine, che è la "Caritas Filippine", ha lanciato per l'occasione la "Campagna verde Laudato Si'", al fine di "creare una maggiore consapevolezza tra le persone per la cura dell'ambiente e i nuovi modelli di viluppo" ha spiegato a Fides p. Edwin Gariguez, segretario esecutivo del NASSA.
La campagna promuove la sicurezza alimentare, la tutela dell'ambiente e delle popolazioni indigene, investimenti verso l'energia pulita e rinnovabile, Il Segretariato ha avviato un programma per garantire la sicurezza alimentare nelle comunità durante e dopo la pandemia di coronavirus. A tal fine si incoraggiano diocesi e parrocchie a promuovere l'agricoltura comunitaria e a intensificare le loro campagne ecologiche.
In tempi di Covid-19, si afferma, la fede, la prossimità, la solidarietà e la condivisione sono "armi vitali per salvare i nostri simili".
Per rispondere a questo appello, tra le tante iniziative registrate in tutte le diocesi, la diocesi di San Carlos, attraverso la San Carlos Diocesan Social Action Foundation, Inc. ha avviato uno programma per raggiungere gli indigenti, lanciando il progetto "Adotta una famiglia". Si punta così a individuare quanti considerati i più poveri tra i poveri, persone che non sono in grado di lavorare a causa della crisi e quindi non hanno la capacità di nutrire la loro famiglia. (SD-PA) (AGenzia Fides 20/5/2020)
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ASIA/CAMBOGIA - Il ricordo delle vittime dei Khmer rossi è occasione per fare memoria dei martiri cambogiani
Phnom Penh (Agenzia Fides) - "Ricordiamo oggi le vittime e le sofferenze che sono avvenute durante il regime genocidario dei Khmer rossi. Ricordiamo anche i nostri martiri. E preghiamo per la pace, il dialogo e la riconciliazione in Cambogia e nel mondo": è il messaggio inviato all'Agenzia Fides dal Vescovo Olivier Schmitthaeusler, M.E.P, Vicario Apostolico di Phnom Penh, mentre il Cambogia il 20 maggio si celebra la Giornata per ricordare le stragi compiute dai Khmer Rossi e dal regime di Pol Pot. I cambogiani la definiscono "Giornata della rabbia'', e spesso in diversi luoghi si assiste a ricostruzioni o rappresentazioni in cui studenti vestiti in nero ricreano le vessazioni commesse nei celebri "campi del massacro''.
Ma la Chiesa vuole ricordarla e celebrarla come "Giornata della memoria, dei martiri e della riconciliazione", piuttosto che porre l'accento su sentimenti come rabbia e vendetta. Spiega il Vescovo a Fides: "Quest'anno celebriamo il 45° anniversario dell'ordinazione episcopale del primo Vescovo cambogiano, Mons. Joseph Chhmar Salas, ordinato segretamente da Mons. Yves Ramousse, il 14 aprile 1975, mentre la chiesa di Notre Dame a Phnom Penh veniva bombardata. Il 17 aprile 1975, i Khmer Rossi entrarono a Phnom Penh e tutta la popolazione fuggì o fu evacuata. Mons. Chhmar Salas fu portato nel nordest del Paese, a Tangkauk, dove è morto nel 1977. È il protomartire nella nostra lista di 14 martiri la cui causa di beatificazione è in corso dal 15 maggio 2015" .
Il Vicario Apostolico aggiunge: "Quest'anno celebriamo, inoltre, il trentesimo anniversario della resurrezione della Chiesa in Cambogia: era il 14 aprile 1990 quando Mons. Emile Destombes celebrò nuovamente la Pasqua in un cinema a Phnom Penh. Fu un momento storico e di grande valore simbolico e spirituale: nel blackout degli anni bui del regime, la luce della fede non si era spenta e la fiamma del cero pasquale riscaldò e illuminò quella stanza buia". " Oggi - prosegue Mons. Schmitthaeusler - i cattolici dicono con fede: Cristo Gesù è vivo! Questo è ciò che abbiamo celebrato 30 anni dopo, nel nostro mondo invaso dall'oscurità della morte, della paura e della solitudine. Vogliamo ricordare le ultime parole di Mons. Salas a Mons. Ramousse, pronunciate il 17 aprile 1975 prima di partire per le polverose strade della Cambogia, che furono: 'Parlate di noi al mondo'. Con questo spirito teniamo viva la memoria dei nostri martiri e viviamo nella Cambogia di oggi il Vangelo della pace e della riconciliazione".
Durante il potere dei Khmer Rossi, dal 1975 al 1979, circa due milioni di cambogiani morirono a causa di esecuzioni, fame o malattie. I campi di sterminio punteggiano il paese, con oltre 20.000 siti di tombe di massa contenenti oltre 1,38 milioni di corpi, secondo il Centro di documentazione della Cambogia. Il più grande dei campi di sterminio era Choeung Ek, che si trova alla periferia di Phnom Penh e oggi funge da monumento a tutti coloro che sono morti e sopravvissuti, e per ricordare ai posteri quella immane sofferenza. Per le proporzioni del fenomeno e l’impatto sulla popolazione totale, lo sterminio cambogiano può essere considerato come un caso senza precedenti nella storia dell’umanità. (PA) (Agenzia FIdes 20/5/2020)
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AMERICA/COLOMBIA - Covid 19: gli operatori della pastorale sociale sono un ponte tra le persone che hanno bisogno
Malaga (Agenzia Fides) - La Chiesa cattolica continua a portare avanti il suo impegno ​accompagnando, sostenendo, proteggendo e coordinando gli sforzi per garantire il minimo necessario di cui hanno bisogno le comunità in questo periodo di pandemia. Così la diocesi di Malaga-Soatá, da Santander (Colombia) ha informato della condivisione con i più vulnerabili.
Tutto il gruppo che lavora nella leadership della diocesi ha organizzato delle iniziative di beneficenza nella regione, come l'assistenza alimentare, l'accesso alla salute e il reperimento di alloggio, che hanno particolarmente alleviato la situazione della popolazione vulnerabile e migrante; Un altro dei suoi contributi è la promozione dello sviluppo umano integrale e dei processi di formazione, principalmente per la popolazione rurale, al fine di generare economie sostenibili, autosufficienti e solidali.
Rispondendo ai bisogni che sorgono a seguito dell'emergenza sanitaria che il Paese sta affrontando a causa del Covid-19, Mons. José Libardo Garcés Monsalve, i sacerdoti e i parroci di questa circoscrizione, con l'obiettivo di non avere "nessun affamato nella diocesi" hanno promosso campagne di incoraggiamento e di speranza, al fine di promuove la solidarietà e la generosità a livello diocesano e da parte delle parrocchie. La raccolta di beni di prima necessità è stata molto positiva, grazie alla risposta della comunità e soprattutto dei commercianti, che contribuiscono maggiormente a questa causa.
Nella nota inviata a Fides, il sacerdote Luis Alfonso Hernández, osserva: "lo facciamo perché riconosciamo che questa è la missione della Chiesa, è la nostra missione, la nostra responsabilità, perché comprendiamo che la carità è il cuore del Vangelo e senza di essa non ci sarebbe alcun senso o ragione di essere, ciò che facciamo è ciò che siamo”.
Da quando è iniziata la quarantena, le azioni di sensibilizzazione e condivisione si sono intensificate, le reti di comunicazione sono state rafforzate in modo che gli aiuti raggiungano le persone che ne hanno bisogno, in particolare gli anziani, i malati, le persone in carcere, le famiglie più vulnerabili, i migranti, la popolazione rurale dispersa e i disoccupati.
"Gli operatori della pastorale sociale sono un ponte tra le persone che hanno bisogno di accesso agli aiuti alimentari e noi che li canalizziamo" afferma il sacerdote Hernández. Inoltre, la diocesi ha gestito, articolato e coordinato le azioni con organizzazioni come il Banco Alimentare, ad esempio, con quella di Bucaramanga, è riuscita a gestire 100 mercati che sono stati di grande aiuto per la popolazione vulnerabile.
(CE) (Agenzia Fides 20/05/2020)
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AMERICA/PARAGUAY - Nella sua visita Giovanni Paolo II ci incoraggiò “a non rinunciare al sogno e all'impegno per un Paraguay riconciliato e fraterno”
Asuncion (Agenzia Fides) – “Nell'Anno della Parola di Dio che celebra la nostra Chiesa in Paraguay, Dio ha cercato il modo per rendere la Buona Novella più viva e presente. Le chiese sono state vuote, ma i pulpiti sono stati riempiti con la Parola di vita eterna. Speriamo che, rispettando le necessarie misure igieniche e di biosicurezza, saremo presto in grado di incontrarci di nuovo per condividere la frazione del pane e i sacramenti della Chiesa. Manteniamo viva la fede, resti saldo il nostro animo, come ci ha detto san Giovanni Paolo II”. E’ l’esortazione che i Vescovi del Paraguay hanno rivolto alla comunità dei fedeli il 19 maggio. “Il centenario della nascita di San Giovanni Paolo II, che ci visitò 32 anni fa come Papa, è l'occasione di questo messaggio pastorale – spiegano -. Ricordiamo nel suo ministero e nel suo magistero, la sua fede convinta e ferma… Papa Giovanni Paolo II ci ha visitato per confermarci nella fede, nella speranza e nella carità, incoraggiandoci a non rinunciare al sogno e all'impegno per un Paraguay riconciliato e fraterno”.
Nel loro messaggio, pervenuto a Fides, i Vescovi ricordano che “sono passati mesi dalla dichiarazione della pandemia di Covid-19 e sappiamo che la fine non sarà presto”. Di fronte alla fatica, alla paura, all'angoscia per il pane quotidiano, alla sensazione di insicurezza e vulnerabilità, agli interrogativi per il futuro, invitano: “aumentiamo le nostre preghiere, affinché, dalla solidarietà internazionale e nazionale, possano essere offerte soluzioni scientifiche, tecniche, economiche e amministrative per sostenere la vita, proteggere la convivenza e aprire nuove e migliori vie per l'umanità”. I Vescovi del Paraguay sono “solidali in questa avversità”, e ricordano le parole di San Giovanni Paolo II sulla valorizzazione della cultura locale per superare le prove.
Il messaggio è articolato in cinque punti, richiamando le parole di Papa Giovanni Paolo II. Il primo, “Viviamo la speranza, non la paura”, ricorda che “come cristiani dobbiamo essere prudenti, ascoltare i consigli dei medici e proteggerci. Ma ancora di più, dobbiamo rinnovare il nostro impegno per Cristo in ogni persona malata, con il vicino che è solo, in condizioni vulnerabili, lontano dalla sua casa e famiglia… Per rafforzare la speranza dobbiamo fare più affidamento sulla fede e sull'amore, che ci umanizza e ci spinge a fare il bene”. Nel secondo punto, intitolato “Traiamo forza dalla debolezza, per offrire ospitalità ai più vulnerabili”, scrivono: “La nostra forza cristiana si manifesta nella capacità di prenderci cura dello straniero, dell'abbandonato, del visitatore, del bisognoso, condividendo ciò che abbiamo, anche se è poco”.
Quindi, nel terzo punto, esortano a sostenere “il coraggio della solidarietà”. Molti hanno perso il lavoro e non sono in grado di mantenere le loro famiglie, l'economia entra in una fase di recessione, aumentano violenza domestica e atti criminali, per questo “Dobbiamo decidere tra egoismo o generosità, scegliere di costruire un mondo più cristiano e più umano, prendendoci cura dell'integrità delle persone, della vita delle famiglie, unendo gli sforzi di solidarietà di tutti per il pane, la casa, il lavoro, la salute e l’istruzione”.
Il quarto punto chiede una leadership di alta moralità, “impegnata per la vita e un nuovo Paraguay”. “La nostra missione di pastori e di tutti i cristiani – scrivono - è quella di costruire una società più sana nella vita morale e piena di pace nella convivenza. La moralità pubblica è il presupposto che rende possibili i più grandi ideali di giustizia, pace, libertà e partecipazione”, quindi sottolineano che “l'ora in cui viviamo deve essere intesa come la chiamata di Dio per coloro che occupano una posizione di comando e per tutti i cittadini. È tempo di prendere le giuste decisioni, di apportare le modifiche necessarie e di proporre i piani adeguati per lo sviluppo integrale del nostro paese a beneficio di tutti”.
Infine i Vescovi invitano a rivolgersi alla Vergine di Caacupé: “Lei non ci abbandona nella nostra povertà, nella nostra malattia, nelle situazioni di dimenticanza sociale, e ci chiede di non scoraggiarci, di avere fede nel suo Figlio Gesù, di ascoltare la sua Parola e di continuare insieme, come suoi discepoli”. (SL) (Agenzia Fides 20/5/2020)

mercoledì 18 marzo 2020

Agenzia Fides 17 marzo 2020

EUROPA/ITALIA - I missionari Camilliani coinvolti nella piattaforma online "Corona Care"
 
Roma (Agenzia Fides) - “Il rischio è che si diffonda in molti luoghi la 'modalità panico'. Diversi Paesi sono sotto forte stress: le persone sono alla ricerca di risposte e soluzioni adeguate. Noi della Fondazione Internazionale Camillian Disaster Service (CADIS) siamo intervenuti aderendo alla speciale piattaforma Corona Care, ideata in India”: lo riferisce all’Agenzia Fides padre Aris Miranda, missionario Camilliano e Direttore esecutivo CADIS.
“Insieme a Catholic Hospital Association of India, Sister Doctors Forum of India, Social Workers Forum, abbiamo organizzato un call center globale, dedicato a chiunque voglia parlare del corona virus per telefono o su internet: possono farlo le persone infette in cerca di conforto e sostegno ma anche chiunque abbia paura o sospetti per le proprie condizioni o di qualche conoscente o familiare”.
“La gente – sottolinea il missionario - ha bisogno di ogni tipo di informazioni: mediche, sui viaggi, sulle politiche e questa piattaforma, resa disponibile grazie a una partnership con l'azienda 'Billion Lives', offre una grande quantità di informazioni attendibili. Il nostro obiettivo è creare di un sistema, in diverse lingue, che permetta alle persone di chiamare e parlare, una sessione di consulenza di cui le persone hanno bisogno. Stiamo cercando di allargarci a livello globale, cerchiamo volontari (medici, psicologi, assistenti sociali, direttori spirituali, sacerdoti, suore, religiosi, ecc.). Abbiamo solo bisogno di un orecchio che sa ascoltare e soprattutto dell’amore e attenzione per le persone colpite da COVID 19.”
(AM/AP) (17/3/220 Agenzia Fides)
LINK
La piattaforma globale "Corona Care" per avere informazioni e consulenza sul corona virus -> https://coronacare.life/
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EUROPA/SPAGNA - Un messaggio di speranza dai musicisti cattolici attraverso un festival virtuale
 
Madrid (Agenzia Fides) – I più noti artisti cattolici si uniscono in un festival virtuale per portare un messaggio di speranza a quanti sono costretti nelle loro case per la pandemia: in queste due settimane terranno concerti dal vivo attraverso i social network, aderendo alla campagna #YoMeQuedoEnCasa, per lanciare un messaggio di fiducia in Dio in questo periodo di difficoltà.
A questa iniziativa, promossa dai “Católicos en Red” con il sostegno della Sottocommissione per i giovani e i bambini della Conferenza Episcopale spagnola, hanno aderito noti musicisti internazionali. Le esibizioni, che saranno offerte attraverso il profilo di ciascun artista sui social network come Instagram, Facebook o YouTube, dureranno 30 minuti, a partire dalle ore 20 (ora spagnola) di ogni giorno. Con questi concerti, gli artisti partecipanti vogliono invitare le persone a seguire le istruzioni delle autorità civili e sanitarie, oltre a trasmettere un messaggio di tranquillità e di fiducia in Dio di fronte alla pandemia. (SL) (Agenzia Fides 17/03/2020)
LINK
Il programma del festival e i canali attraverso i quali verrà trasmesso -> httpps://www.catik.org
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AFRICA/NIGERIA - Religiosa muore tra le fiamme dopo aver messo in salvo gli studenti
 
Lagos (Agenzia Fides) - Suor Henrietta Alokha, preside del Bethlehem Girls College, nella zona di Abule Ado, a Lagos, è tra le vittime dell'esplosione avvenuta domenica scorsa, 15 marzo. Mentre si stava celebrando la santa Messa nella scuola, è avvenuta una forte esplosione, sentita anche a chilometri di distanza, ed è divampato un violento incendio che ha danneggiato gravemente abitazioni e edifici dei dintorni. Suor Henrietta si è subito prodigata per aiutare le studentesse a mettersi in salvo, ma quando è stato il suo momento di lasciare i locali, è stata avvolta dalle fiamme e travolta dal crollo dell’edificio.
Secondo le informazioni raccolte da Fides infatti, la terribile esplosione si è verificata in un impianto di trattamento del gas, provocata dall’impatto di un camion con un deposito di bombole di gas. E’ quindi divampato un incendio che ha distrutto una cinquantina di edifici e la scuola del quartiere di cui era preside la religiosa. Le prime stime ufficiali, ancora provvisorie, parlano di una quindicina di morti, mentre si continua a rimuovere le macerie.
L'Arcivescovo di Lagos, Alfred Adewale Martins, ha affermato che suor Henrietta, morta nell'esplosione, “ha pagato il prezzo supremo della sua offerta per assicurare la sicurezza di oltre 300 studenti sotto la sua responsabilità” e ha smentito le ipotesi che anche un sacerdote fosse morto nell'esplosione. Il celebrante della messa infatti si è adoperato per mettere in salvo gli studenti ed è poi riuscito a salvarsi. "Vogliamo informare che tutti gli studenti della scuola sono sani e salvi. Coloro che hanno riportato ferite sono stati prontamente assistiti in vari ospedali dei dintorni” ha scritto. L’Arcivescovo informa inoltre che il dipartimento dell'educazione insieme agli amministratori di altre scuole arcidiocesane, stanno considerando come gli studenti del Bethlehem Girls College possano essere sistemati in altre scuole per non interrompere la loro istruzione. Mons. Martins esprime la sua vicinanza alle famiglie di coloro che sono morti, prega per la guarigione dei feriti e prega il Signore di provvedere ai bisogni di tutti coloro che hanno perso le loro proprietà.
Suor Henrietta apparteneva alla Congregazione delle Sisters of the Sacred Heart (SSH), il primo ordine religioso indigeno nella regione del Mid-West in Nigeria, fondato da Mons. Patrick Ebosele Ekpu, Arcivescovo emerito di Benin City, il 6 aprile 1975. La Congregazione non è stata fondata per un ministero specifico, ma per rispondere ai bisogni della Chiesa dove emergono e ovunque si manifestino. Le religiose sono impegnate per eliminare le cause profonde della povertà, per la valorizzazione della donna, per la realizzazione della pace, della giustizia, dell'amore e dell'unità di tutto il creato. Il motto della Congregazione è “Ut unum sint” (Gv. 17,21), è presente in Nigeria, in Italia e negli Stati Uniti. (SL) (Agenzia Fides 17/03/2020)
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AFRICA/GHANA - Coronavirus: “Rispettate le indicazioni del governo” invitano i Vescovi
 
Accra (Agenzia Fides) - Il Presidente della Conferenza Episcopale del Ghana e Arcivescovo metropolita di Tamale, Mons. Philip Naameh, in una dichiarazione rilasciata a nome della Conferenza episcopale ieri, 16 marzo, ha invitato cattolici e cristiani in Ghana a rispettare i dettami del governo e ha disposto il rinvio di quattro settimane di tutte le manifestazione spirituali pubbliche come ritiri, devozioni, incontri, confessioni, pellegrinaggi. Ad oggi, 17 marzo, il Ghana ha registrato 6 casi importati di coronavirus che hanno provocato forte preoccupazione tra molti nel Paese.
Con la sua dichiarazione, la Conferenza Episcopale ha così accolto le disposizioni del governo che chiede che tutte le messe pubbliche siano sospese per le prossime quattro settimane, come anche le lezioni in tutte le scuole cattoliche, che saranno chiuse fino a nuovo avviso.
Funerali e matrimoni saranno sospesi per le prossime quattro settimane e le sepolture possono essere eseguite ma con non più di 25 persone presenti.
I Vescovi raccomandano anche quanto segue:
1. Le Messe private giornaliere devono essere celebrate per chiedere l'intervento di Dio con non più di cinque persone presenti.
2. Chiese e cappelle di adorazione sono aperte alla preghiera privata dei parrocchiani, facendo attenzione ad osservare la distanza richiesta di due metri e di pregare in silenzio.
3. Laddove sia possibile, lo streaming live delle Messe dovrebbe essere incoraggiato per consentire ai fedeli di fare la Comunione spirituale.
4. Esortiamo tutti i cattolici e le persone di fede a intensificare le preghiere individuali e familiari e incoraggiamo tutti a leggere le letture e le riflessioni quotidiane della Messa fornite su diverse piattaforme di social media.
“Oltre alle raccomandazioni di cui sopra, invitiamo tutti i ghanesi a continuare a osservare le misure precauzionali di base che aiuteranno a ridurre al minimo la diffusione del virus e proteggersi dall'infezione da Covid-19” conclude il messaggio dei Vescovi. (L.M) (A.A) (Agenzia Fides 17/03/2020)
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AFRICA/EGITTO - Corte di cassazione raccomanda di annullare la condanna a morte di un monaco copto accusato dell’omicidio di Anba Epiphanios
 
Il Cairo (Agenzia Fides) - La Corte di cassazione ha raccomandato l’annullamento di una delle due sentenze di condanna a morte comminate in primo grado dalla giustizia egiziana nei confronti del monaco e dell’ex monaco accusati dell’omicidio di Anba Epiphanios (nella foto), abate del monastero copto di San Macario. Lo ha riferito nei giorni scorsi il legale Michel Halim, avvocato difensore di uno dei due accusati, aggiungendo che l’orientamento espresso dalla Corte di cassazione non rappresenta comunque ancora un pronunciamento vincolante da parte dell’organismo giudiziario, e non riguarderebbe l’altro accusato Isaiah al Makari.
Sabato 23 febbraio 2019 la Corte penale di Damanhur aveva emesso due sentenze di condanna a morte per il monaco Falta’os al Makari e l’ex monaco Wael Saad Tawadros (che da monaco portava il nome di Isaiah al Makari), condannati come colpevoli dell’assassinio di Anba Epiphanios, perpetrato il 29 luglio 2018 nel monastero di San Macario, nella regione del Wadi Natrun (vedi Fides 25/2/2019). L’assassinio dell’abate aveva sconvolto l’intera comunità copta e in particolare gli ambienti monastici. La prima sentenza di condanna a morte, confermata due mesi dopo, era stata subito definita come “una catastrofe” da Anba Agathon, Vescovo copto ortodosso di Maghagha. Il Vescovo Agathon aveva da subito invitato a pregare per i due condannati, e aveva suggerito di presentare al più presto il ricorso per un’ulteriore istanza di giudizio.
Nella prima sentenza di condanna, si legge tra l’altro che i due condannati “non hanno avuto scrupoli nel commettere il loro crimine in un luogo sacro, e hanno mostrato di non tenere in alcun conto neanche l’età avanzata e la statura spirituale della vittima”. Secondo quanto ricostruito durante le indagini, tra l’Abate assassinato e i due condannati erano sorti contrasti per questioni economiche e per diverse violazioni delle regole monastiche da parte dei due monaci (uno dei quali, Wael Saad Tawadros, dopo l’omicidio era stato spogliato dell’abito monastico al termine di un lungo processo canonico). Durante il dibattimento processuale, i due accusati hanno continuato a proclamarsi innocenti, e hanno anche ritrattato precedenti confessioni di colpevolezza che, a loro dire, sarebbero state estorte attraverso pressioni psicologiche da parte degli organi inquirenti.
Alle prime ore di domenica 29 luglio 2018, il corpo del Vescovo Epiphanios era stato rinvenuto in una pozza di sangue, all'interno del monastero, lungo il tragitto che dalla sua cella conduceva alla chiesa, dove il Vescovo si stava recando per iniziare la giornata con l'ufficio delle preghiere mattutine, prima della Messa domenicale (vedi Fides 30/7/2018). 64 anni, nativo di Tanta, laureato in medicina, Anba Epiphanios era entrato nel Monastero di San Macario, nella regione del Wadi Natrun, nel 1984, era stato ordinato sacerdote nel 2002. Ricercatore e studioso, aveva lavorato alla traduzione dal greco all'arabo di diversi libri della Bibbia. (GV) (Agenzia Fides 17/3/2020)
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ASIA/BANGLADESH - Preghiera e sensibilizzazione sul corona virus, mentre la nazione celebra il "Padre della patria"
 
Dhaka (Agenzia Fides) - "Siamo tutti informati sul corona virus. I media hanno riferito che persone di oltre 70 paesi sono state infettate dal corona virus. È diventato una minaccia per alcuni paesi. A nome della Conferenza episcopale cattolica del Bangladesh (CBCB), chiediamo a sacerdoti, suore e fedeli di essere consapevoli del virus e della necessità di protezione per tutti. Richiamiamo tutti a pregare Dio Onnipotente per salvarci dal virus. Possa Dio Onnipotente salvare l'umanità da questo corona virus mortale": è quanto afferma un appello diffuso dalla Conferenza episcopale cattolica del Bangladesh (CBCB), che ha chiesto una intensa preghiera a sacerdoti, suore e fedeli, nel mezzo della crisi del corona virus, mentre la nazione celebra oggi, 17 marzo, i cento anni della nascita di Sheikh Mujibur Rahman, il fondatore e "Padre della patria".
"Preghiamo per gli ammalati, per coloro che sono già stati infettati dal corona virus, preghiamo per loro e per quelli che sono defunti, perché abbiano pace nella vita eterna" si legge nel testo pervenuto all'Agenzia Fides. Una speciale preghiera è stata innalzata a Dio, per la salvezza dal coronavirus durante le sante messe, in tutto il paese, domenica 15 marzo. “Nella santa messa abbiamo pregato, tutti insieme, per salvare gli esseri umani sulla terra dal micidiale corona virus. Speriamo che il Signore ascolti la nostra preghiera" ha detto a Fides Subash Rozario, cattolico di Dhaka.
Focolai di corona virus sono stati riscontrati in Bangladesh. L'Istituto di epidemiologia per il controllo delle malattie e la ricerca ha dichiarato il 15 marzo che 10 persone, due positive al corona virus, sono tenute in isolamento negli ospedali, mentre oltre 2.300 persone in tutto il paese sono state messe in quarantena domestica.
La Chiesa cattolica ha subito sensibilizzato il popolo, ha affermato il coordinatore per la salute della Caritas Bangladesh, il dott. Edward Pallab Rozario, che ha dichiara all'Agenzia Fides: “Stiamo conducendo un programma di sensibilizzazione nelle scuole e nelle chiese in diverse parti del paese per informare e proteggere dal coronavirus. Abbiamo realizzato poster sulla consapevolezza del coronavirus. La Chiesa cattolica del Bangladesh ha preso sul serio la questione”.
Edward informa di aver inviato opuscoli, poster a oltre 3000 membri del personale della Caritas, tutti sacerdoti e laici cattolici, in tutto il paese, che sono coinvolti nella sensibilizzazione sul coronavirus. Un programma di sensibilizzazione sul corona virus è stato inserito nel progetto "Smile", che prevede incontri anche in varie baraccopoli e nei quartieri più poveri delle città.
Il governo del Bangladesh celebra oggi, 17 marzo, il centenario della nascita di Sheikh Mujibur Rahman, considerato il "Padre della patria". A causa dei rischi per la diffusione del virus, le celebrazioni, previste in un primo tempo con grandi manifestazioni, hanno un tono minore e sono state prese misure precauzionali. Rahman (Tungipara, 17 marzo 1920 – Dacca, 15 agosto 1975) politico bengalese alla guida della Lega Awami, noto anche come "Mujib e Bangabandhu", cioè “amico del Bengala”, fu una figura centrale nel movimento e nella guerra di liberazione del Bangladesh, divenuto indipendente dal Pakistan nel 1971. Fu il primo Presidente del paese tra il 1971 e il 1972, fu poi Primo ministro e morì assassinato da un gruppo di ufficiali dell’Esercito nel 1975.
(FC) (Agenzia Fides, 17/3/2020)
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AMERICA/PERU' - I Vescovi: far crescere la solidarietà con chi non lavora, affrontare come famiglia questo duro momento
 
Lima (Agenzia Fides) – "E' un duro momento che deve essere anche un'opportunità per far crescere la nostra solidarietà ed affrontare insieme come famiglia...questa malattia che non conosce né colore della pelle né limiti, quindi dobbiamo seguire le disposizioni del governo come un obbligo morale", così il comunicato della Conferenza Episcopale Peruviana (CEP) inviato a Fides, che riguarda l'emergenza CoronaVirus (Covid-19) in questo paese.
Il Cardinale Pedro Barreto, in un suo intervento alla televisione nazionale ieri, ha invitato la popolazione a mantenere la calma e a praticare la solidarietà di fronte allo stato di emergenza decretato dal governo, al fine di fermare la diffusione del coronavirus (covid-19). Un certo "stupore" da parte di molti cittadini è normale, perché si tratta di una decisione senza precedenti nella nostra storia, ma allo stesso tempo è una misura "comprensibile". "L'importante è che insieme andremo avanti, l'importante è mantenere la calma e praticare la solidarietà, sono il primo a prestare attenzione a questa decisione e dobbiamo rispettarla" ha affermato. Allo stesso modo, ha detto che questa misura riguarda un settore di maggioranza, di quanti lavorano "giorno per giorno" con l'intenzione di portare il pane a casa. "Ho visto le persone piangere per non sapere cosa fare, perché alcuni lavorano a giornata, ma io chiedo di mantenere la calma e praticare la solidarietà" ha aggiunto.
La popolazione peruviana vive momenti di paura e sconcerto dinanzi al futuro immediato, in seguito alle misure prese di rimanere a casa e non lavorare in piazze, mercati, luoghi aperti al pubblico in generale. L'economia della classe media e della maggioranza della popolazione nelle città del paese vive con il lavoro svolto a giornata, quindi c'è il rischio di non avere niente alla fine del giorno.
Il comunicato della CEP firmato da Mons. Miguel Cabrejos Vidarte, OFM, Arcivescovo Metropolita di Trujillo e Presidente della CEP informa anche della nuova disposizione per cui ogni diocesi deve procurarsi strumenti digitali ed offrire la messa della domenica e le celebrazioni della Settimana Santa attraverso internet. Una notizia che ha ulteriormente sconvolto larga parte della popolazione, che chiede la possibilità di vivere la pietà popolare in modo tradizionale, con manifestazioni esterne.
"Vivere la Settimana Santa" in molte città delle Ande significa stare insieme per pregare, toccare le immagini sacre, usare l'acqua benedetta e portare in processione i Santi che per secoli hanno protetto il popolo... proprio quanto la CEP è costretta a vietare per urgenti motivi sanitari. La richiesta dei Vescovi peruviani coincide con quanto ha chiesto Papa Francesco ai cattolici del mondo: pregare per la riconquista della vita, sconfiggere la paura e vivere la speranza.
(CE) (Agenzia Fides, 17/03/2020)
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AFRICA/KENYA - Nomina del Vescovo di Kitui
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Il Santo Padre Francesco ha nominato Vescovo della Diocesi di Kitui (Kenya) il rev.do Joseph Mwongela, del clero di Kitui, finora Vicario generale della medesima Diocesi.
Il nuovo Vescovo è nato il 7 aprile 1968 a Kakumi, Diocesi di Kitui. Ha svolto l’anno Propedeutico nel St. Mary’s Senior Seminary, nella Diocesi di Nakuru (1989), ha compiuto gli studi di Filosofia nel St. Augustine’s Senior Seminary di Mabanga, nella Diocesi di Bungoma (1990-1991) e quelli di Teologia nel St. Thomas Aquinas Major Seminary a Nairobi (1992-1995). È stato ordinato sacerdote il 7 settembre 1996 per la Diocesi di Kitui. Successivamente ha ricoperto i seguenti incarichi e svolto ulteriori studi: Vicario parrocchiale di Migwani Parish (1996-1997); Parroco di Nguni Parish (1997-1998); Formatore presso St. Patrick Formation House (1999-2001); Cancelliere diocesano e, al contempo, Direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale delle Vocazioni (2001-2003); (2003-2008) studi a Roma per la Licenza presso la Pontificia Università Gregoriana (2003-2005) e poi per il Dottorato in Teologia dogmatica (2005-2008) presso l’Angelicum; Cappellano dell’Ospedale Mater Misericordiae Hospital di Kitui (2008); Parroco di Muthale Parish (2008-2013); Direttore del St. John Paul II Institute of Professional Studies e Parroco di Boma Parish (Our Lady of Africa Cathedral) (2014-2015); dal 2015 Vicario Generale della Diocesi di Kitui. (SL) (Agenzia Fides 17/03/2020)

sabato 23 gennaio 2016

Bollettino Fides News del 22 gennaio 2016

EUROPA/SPAGNA - Emittente televisiva cattolica per l’annuncio del Vangelo e la diffusione della vita della Chiesa
 
Toledo (Agenzia Fides) – E’ stata appena lanciata una nuova sinergia di comunicazione cattolica online, attraverso Radiotelevisión Diocesana di Toledo, che comprende Canal Diocesano de TV e Radio Santa María di Toledo, due mezzi di comunicazione della Fondazione Radio Santa María, presieduta dall’Arcivescovo di Toledo. La Fondazione vuole essere un canale per l’annuncio del Vangelo e la diffusione della vita della Chiesa, partendo dalle esigenze e dalle sfide della società e della cultura del nostro tempo. Essa mira inoltre ad essere uno spazio di incontro e di accoglienza per coloro che non hanno sufficiente possibilità di fare sentire la loro voce ed esprimere le loro preoccupazioni. RTVD sarà presente anche in due delle più importanti reti sociali, Facebook e Twitter. Offrirà, inoltre, la possibilità di recuperare contenuti, audio e video, in due piattaforme online, Ivoox e Youtube. Obiettivo di questa strategia di comunicazione è quello di creare nuovi canali informativi anche per quelli che sono fisicamente lontani, in particolare tutti i missionari, affinchè anche loro abbiano aggiornamenti sulla vita pastorale della diocesi.
Dalla pagina web (www.rtvd.org) si può accedere alle reti sociali e alle due piattaforme online.
(AP) (22/1/2016 Agenzia Fides)
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AFRICA/KENYA - Santa Croce, l’unica parrocchia al mondo all’interno di un campo profughi
 


Nairobi (Agenzia Fides) - “Siamo due preti qui, e riuscire a servire tutti i fedeli è una sfida” dice p. Augustine Kharmuti, padre salesiano che opera nella parrocchia di Santa Croce, la sola chiesa nel mondo collocata dentro un campo profughi, quello di Kakuma, nella Contea di Turkana, nel nord-ovest del Kenya.
Il campo ospita circa 182.000 rifugiati provenienti da Sud Sudan, Sudan, Uganda, Burundi, Rwanda, Repubblica Democratica del Congo ed Etiopia.
P. Augustine dirige il Don Bosco Technical Institute, che offre una formazione professionale ai rifugiati come carpentiere, elettricista, saldatore, sarto, stilista, meccanico di autoveicoli, segretaria, oltre a corsi di computer e di inglese.
“Formiamo dai 3.000 ai 3.200 studenti ogni anno e accogliamo da 500 a 600 fedeli ad ogni Messa” dice il missionario. Sebbene i due padri abbiano l’aiuto di due catechisti e di tre suore, il recente afflusso di nuovi rifugiati specie dal Sud Sudan pone nuove sfide alla loro opera pastorale ed educativa ed hanno quindi chiesto un sostegno alla Chiesa e al governo per migliorare la qualità dell'istruzione e per formare un numero maggiore di studenti. (L.M.) (Agenzia Fides 22/1/2016)
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AFRICA/GHANA - Preoccupazione nel paese per l’arrivo di due ex detenuti di Guantanamo
 

Accra (Agenzia Fides) - Due importanti associazioni del laicato cattolico si sono unite all’appello lanciato dai Vescovi del Ghana perché il governo di Accra riconsideri la decisione di accogliere due ex detenuti nella base militare statunitense di Guantanamo (Cuba). L’11 gennaio la Conferenza Episcopale del Ghana aveva pubblicato una dichiarazione nella quale si affermava: “In quest’anno elettorale ci aspettiamo che il nostro governo focalizzi la sua attenzione nel garantire la pace e la sicurezza nel Paese (…) e non ponga a rischio la sicurezza della nostra terra ospitando due ex terroristi”.
Il Ghana si è impegnato ad ospitare persone provenienti da aree di crisi come Rwanda, Siria e Yemen, ed ha accettato di accogliere due ex detenuti a Guantanamo, Mahmud Umar Muhammad Bin Atef e Khalid Muhammad Salih Al-Dhuby, dopo aver raggiunto un accordo con le autorità di Washington. Una decisione che sta suscitando un vivo dibattito in Ghana.
In appoggio ai Vescovi sono scesi in campo i Knights and Ladies of Marshall e la Kumasi Province of the Association of Catholic Teachers (ACT).
In una loro dichiarazione, i Knights and Ladies of Marshall affermano di “associarsi alle preoccupazioni poste da diversi gruppi della società civile del Ghana, inclusi la Ghana Catholic Bishops Conference e il Christian Council of Ghana, sul fatto che la questione dei due ex detenuti di Guantanamo è totalmente differente dalle richieste di asilo presentate da altri rifugiati”.
In particolare si nota che “il Ministro dell’Interno ha dichiarato di non aver preso parte alla discussione” sull’accoglienza dei due, sottolineando che “sebbene il governo affermi che i due ex detenuti non sono un rischio per la sicurezza, ci chiediamo perché sono tenuti nel complesso della Sicurezza Nazionale e i loro movimenti sorvegliati 24 ore su 24, sette giorni su sette”. (L.M.) (Agenzia Fides 22/1/2016)
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AFRICA/SIERRA LEONE - Confermato un nuovo caso di Ebola a una settima dal primo
 
Kambia (Agenzia Fides) - Dalla Sierra Leone è arrivata la conferma di un nuovo caso di Ebola. Si tratta di una parente della studentessa di 22 anni morta il 12 gennaio, dopo aver viaggiato dal distretto di Kambia, al confine con la Guinea, fino a quello di Tonkolili, dove è stata sepolta senza seguire le procedure di sicurezza (vedi Fides 16/1/2016). Secondo informazioni della ong Medici con l’Africa Cuamm, pervenute all’Agenzia Fides, il contagio del nuovo caso sarebbe da ricondurre al mancato rispetto delle procedure di sicurezza. Infatti una parente della vittima, che avrebbe partecipato al lavaggio rituale del corpo prima della sepoltura, è venuta a contatto con il virus. “In questi giorni ci si renderà conto della reale dimensione del nuovo focolaio” riferisce Matteo Bottecchia, rappresentante del Cuamm in Sierra Leone. La situazione è al momento molto delicata: prima di morire infatti la giovane ha viaggiato con mezzi pubblici, incontrato parenti e amici. U n rapporto pubblicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che la donna sia entrata in contatto con 256 persone prima di morire: di queste, 42 persone sarebbero ad alto rischio di contagio. (AP) (22/1/2016 Agenzia Fides)
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ASIA/PAKISTAN - Un cristiano ucciso in Punjab
 
Sialkot (Agenzia Fides) – Nazir Masih, 50enne cristiano, padre di famiglia e impiegato nell’amministrazione locale di Sialkot, nella provincia del Punjab, è stato ucciso mentre completava il suo lavoro di pulizia delle strade. L’episodio è avvenuto alle 7 del mattino del 14 gennaio, ma solo ora ne è giunta notizia all’Agenzia Fides. Nazir Masih, sposato e padre di cinque figli, è stato aggredito da uomini armati e colpito da quattro proiettili di fucile, risultati letali.
La sua famiglia e i cristiani di Sialkot chiedono un'indagine approfondita che porti all'arresto dei colpevoli e un adeguato risarcimento per la famiglia. Sebbene Nazir fosse in servizio quando è stato ucciso, finora l’amministrazione comunale ha negato ogni assistenza per la famiglia.
I conoscenti ricordano Nazir “come un uomo gentile, umile e devoto, che non aveva nemici”, dunque nessuno comprende le ragioni dell’omicidio. Secondo le ipotesi della polizia “Nazir potrebbe aver involontariamente assistito a un crimine o a un reato e dunque potrebbe essere stato eliminato perché scomodo testimone”. Altre piste non escludono un attacco terroristico mirato. La famiglia di Nazir Masih si trova ora in gravi difficoltà finanziarie. Nazir lascia la moglie Samina e cinque figli tra i 21 e gli 11 anni. (PA) (Agenzia Fides 22/1/2016)
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ASIA/LIBANO - Tour dei Patriarchi delle Chiese sire tra i leader politici libanesi
 
Beirut (Agenzia Fides) – Nella giornata di ieri, i due Patriarchi delle Chiese siro-antiochene - il Patriarca siro ortodosso Mar Ignatius Aphrem II e il Patriarca siro cattolico Ignace Youssif III - hanno voluto realizzare insieme un giro di consultazioni presso i leader delle diverse forze politiche nazionali, in un frangente in cui lo scenario politico libanese appare movimentato dall'appoggio a sorpresa offerto dal Partito maronita delle Forze Libanesi alla candidatura dell'ex rivale Michel Aoun alla carica di Presidente della Repubblica.
Durante i colloqui, i due Primati delle Chiese, accompagnati da Vescovi e collaboratori, hanno esposto preoccupazioni e suggerimenti rispetto alle crisi che travagliano la regione – con particolare riferimento alle sofferenze vissute dalle comunità cristiane - e allo stallo istituzionale in cui versa il Paese dei Cedri. Il tour delle consultazioni patriarcali è iniziato con Mohammad Raad, leader della rappresentanza parlamentare del Partito sciita di Hezbollah. A seguire, ci sono stati gli incontri con l'ex generale Michel Aoun - leader del Movimento patriottico libero -, con Samir Geagea (leader delle Forze Libanesi), con Fouad Siniora (rappresentante del partito sunnita Futuro), con Sami Gemayel (leader del partit Kataeb) e con il Presidente del Parlamento libanese, lo sciita Nabih Berri.
Secondo il delicato sistema istituzionale libanese, la carica di Presidente della Republbica spetta a un cristiano maronita. In tutti gli incontri, la delegazione comune delle Chiese sire ha espresso la speranza che in Libano venga presto eletto un Presidente, per uscire dal vuoto politico e dalla paralisi istituzionale che dura da 18 mesi. Il nuovo Presidente - hanno auspicato i due Primati e i loro accompagnatori - dovà tutelare i diritti delle diverse denominazioni confessionali e religiose, anche minoritarie.A questo riguardo – riferisce un comunicato diffuso dal Patriarcato siro cattolico - i due Patriarchi hanno chiesto a tutti i loro interlocutori politici che almeno un seggio nel Parlamento libanese sia riservato a ciascuna delle due comunità ecclesiali sire. Tale richiesta – sottolinea il comunicato, pervenuto all'Agenzia Fides – ha avuto anche il pieno sostegno del Patriarca maronita Boutros Bechara Rai. (GV) (Agenzia Fides 22/1/2016).
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ASIA/IRAQ - I capi jihadisti in fuga dalla Provincia di Ninive
 
Mosul (Agenzia Fides) – Mentre nell'area di Mosul e della piana di Ninive si intensificano le incursioni aeree della coalizione a guida Usa contro le postazioni dello Stato Islamico (Daesh), un numero crescente di leader militari jihadisti lascia la regione, diretti a ingrossare le milizie collegate al Daesh operanti in Libia e Yemen. La notizia, rilanciata dal sito curdo ARA News, arriva da Rafaat al Zarari, direttore del Niniveh Media Network, che a sua volta raccoglie dati forniti dalle sue fonti ancora operanti a Mosul. Nelle ultime due settimane – riferisce al Zatari – almeno venti leader di punta delle milizie dello Stato Islamico hanno abbandonato la Piana di Ninive e sono usciti dall'Iraq, forse per evitare che l'apparato militare jihadista venga compromesso dall'intensificarsi delle operazioni militari della coalizione anti-Daesh.
La Piana di Ninive è l'area che ospita molte città e villaggi a maggioranza cristiana, abbandonati dalla popolazione tra la primavera e l'estate 2014, con fughe di massa provocate dall'avanzata delle milizie jihadiste. Nei giorni scorsi (vedi Fides 20/1/2016), i bombardamenti aerei compiuti dalla coalizione internazionale su Mosul – conquistata dal Daesh nel giugno 2014 – hanno colpito la chiesa siro-ortodossa dedicata alla Vergina Maria, nella zona del mercato. (GV) (Agenzia Fides 22/1/2016).
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ASIA/CAMBOGIA - Opere di carità e pellegrinaggi nell'Anno della Misericordia
 
Phnom Penh (Agenzia Fides) - Vivere l’Anno della Misericordia all'insegna di opere di carità ispirate dal Vangelo del Buon Samaritano; e compiendo almeno un pellegrinaggio: è l'esortazione che Sua Ecc. Mons. Olivier Schmitthaeusler, Vicario apostolico di Phnom Penh, rivolge ai fedeli in una lettera pastorale dedicata al Giubileo straordinario. Nel testo, inviato dal Vicario all'Agenzia Fides, si rimarca: “Questo è il programma dell’Anno Santo: la misericordia è il nostro cuore che si dilata, convertendosi e agendo concretamente per il prossimo nel modo in cui ha agito Gesù. Lasciate che il Buon Samaritano e il Cristo che lava i piedi ai suoi discepoli ci accompagnino in questo anno 2016”.
Con lo spirito di mettere in pratica la opere di misericordia, il Vescovo invita i fedeli di tutte le parrocchie a scegliere uno specifico apostolato tra le sei priorità definite insieme: istruzione, servizio nella sanità, formazione per i disoccupati, assistenza ai disabili, cura del creato, inclusione dei poveri.
Ogni comunità è inoltre invitata e scegliere un giorno dell'Anno Santo per compiere un pellegrinaggio in uno fra tre luoghi: la Porta Santa della Cattedrale di Phnom Penh; il santuario dei martiri cambogiani; la chiesa di Nostra Signora del Mekong ad Arey Ksat. Tutti i cattolici cambogiani, rimarca, sono chiamati in questo tempo “ad aprire tre Porte Sante nel proprio cuore”, mettendo in pratica la fede, la misericordia e la speranza. (PA) (Agenzia Fides 22/1/2016)
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AMERICA/HAITI - “Esercitare saggezza e dialogo” in modo urgente, appello dei Vescovi per il ballottaggio
 
Port au Prince (Agenzia Fides) – Il Presidente haitiano Michel Martelly, ha confermato ieri, 21 gennaio, durante una trasmissione alla televisione di stato, che il ballottaggio presidenziale si terrà comunque domenica prossima, 24 gennaio, nonostante le proteste dell'opposizione. Martelly ha riaffermato il suo impegno per organizzare le elezioni e ha spiegato che si tratta solo di un gruppo di persone che cercano di "distruggere il processo democratico" ed ha informato di aver mobilitato la Polizia Nazionale per garantire la partecipazione dei cittadini al ballottaggio.
Le dichiarazioni del Presidente sono venute dopo l'annuncio dell'opposizione, guidata dal candidato presidenziale Jude Célestin, che invitava ad una serie di proteste organizzate per oggi, venerdì 22 gennaio. Celestin, che deve vedersela al ballottaggio con Jovenel Moise, rappresentante del partito che governa attualmente Haiti, ha annunciato che non parteciperà alle elezioni, sostenendo le frodi già dal primo turno, lo scorso ottobre (vedi Fides 23/12/2015; 28/12/2015).
La Conferenza Episcopale di Haiti ha preso atto della decisione dell'esecutivo e della Commissione Elettorale Provvisoria (CEP) di andare alle elezioni nelle condizioni attuali. In un comunicato diffuso ieri, i Vescovi osservano però che le raccomandazioni della Commissione Elettorale non sono state chiaramente seguite. "L'ostinarsi di una parte per effettuare le elezioni il 24 gennaio 2016 e dell'altra a non cercare un accordo favorevole per il paese, non farà che peggiorare la crisi elettorale a lungo termine" si legge nella nota dei Vescovi pervenuta a Fides.
La Conferenza Episcopale ha fatto appello al governo, alla Commissione Elettorale e ad altri protagonisti coinvolti nelle elezioni, di esercitare la saggezza, l’intuizione e la capacità di dialogo al fine di trovare una soluzione accettabile e sostenibile per il popolo haitiano nel più breve tempo possibile.
(CE) (Agenzia Fides, 22/01/2016)
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AMERICA/REPUBBLICA DOMINICANA - “Vivere l’Anno della Misericordia coltivando la pace”: la festa della Vergine di Altagrazia, patrona del paese
 
Higuey (Agenzia Fides) – Il Vescovo della diocesi di Higuey, Sua Ecc. Mons. Nicanor Peña, che è il Presidente della Conferenza Episcopale della Repubblica Dominicana, ha chiesto a tutti di trasformare il paese in una patria dove si riesca a vivere nella sicurezza e dove i domenicani non abbiamo paura l'uno dell'altro. Ha anche esortato le autorità politiche a stabilire un dialogo sincero e aperto per discutere le grandi questioni nazionali.
Mons. Peña si è espresso così durante l'omelia della Messa che ha celebrato nella Basilica di Higuey, in occasione della festa della Patrona della Repubblica Dominicana, la Vergine di Altagracia, alla quale era presente il Presidente Danilo Medina e altri funzionari del governo, e centinaia di fedeli provenienti da tutto il paese.
La Vergine di Altagracia ci dà la forza di continuare sulla via del bene, al servizio degli altri, compiendo le opere di misericordia, ha detto il Vescovo: "Nelle sue mani poniamo il nostro paese, tutti i dominicani, perché Lei interceda per noi, per avere la grazia di vivere intensamente la nostra vita di fede senza paura, come Lei stessa ha fatto". Mons. Nicanor Peña ha ricordato che il 2016 è stato dichiarato da Papa Francesco come "Anno della Misericordia", quindi ha invitato tutti i domenicani a coltivare la pace, per essere coerenti con questo invito a tutta la comunità cristiana.
(CE) (Agenzia Fides, 22/01/2016)

martedì 14 luglio 2015

Bollettino Fides News del 14 luglio 2015

AFRICA/SUDAFRICA - “Priorità alla vita della povera gente invece che agli interessi delle aziende farmaceutiche”: appello di Giustizia e Pace
Johannesburg (Agenzia Fides) - “Date accesso alle cure per il cancro e l’Aids agli strati più poveri della popolazione”. È l’appello lanciato dalla Commissione Episcopale “Giustizia e Pace” del Sudafrica in una dichiarazione firmata da Sua Ecc. Mons. Abel Gabuza, Vescovo di Kimberley e Presidente della Commissione “Giustizia e Pace”, pervenuta a Fides.
“Diversi farmaci contro il cancro sono brevettati e il loro prezzo li mette fuori della portata dei più poveri” ricorda il Vescovo. Secondo “Giustizia e Pace” il Paese ha bisogno di un approccio innovativo che contemperi la protezione dei poveri e la necessità delle industrie farmaceutiche di recuperare i costi ed ottenere profitti ragionevoli dai farmaci da loro prodotti.
Per i Vescovi la protezione della proprietà individuale, come è gestita in Sudafrica, ha fallito nel bilanciare queste due esigenze. “Il nostro sistema fa sì che le nuove medicine siano finanziariamente insostenibili per il ministero della sanità e quindi indisponibili per milioni di poveri del Sudafrica”.
I Vescovi infine invitano il Dipartimento del Commercio e dell'Industria a salvare la vita dei pazienti affetti da cancro facendo approvare con urgenza la nuova politica sulla proprietà intellettuale dal Consiglio dei Ministri. “È deplorevole che il processo di messa a punto delle riforme dei brevetti sembri essere sequestrato dagli interessi meschini delle multinazionali farmaceutiche. Facciamo fermo appello al ministro del Commercio e dell'Industria perché abbia l’audacia di dare la priorità alla vita della nostra gente invece che agli interessi di lucro di potenti aziende farmaceutiche” conclude la dichiarazione. (L.M.) (Agenzia Fides 14/7/2015)
AFRICA/MALAWI - “Continueremo ad essere poveri senza un rinnovamento morale” dice l’Arcivescovo di Blantyre
Lilongwe (Agenzia Fides) - “Perché siamo poveri?” si è chiesto Sua Ecc. Mons. Thomas Luke Msusa, Arcivescovo di Blantyre, nel suo messaggio per il 51esimo anniversario dell’indipendenza del Malawi, celebrato il 6 luglio. “La nostra povertà è molto più profonda della mancanza di industrie, miniere, valuta straniera nelle nostre banche mal gestite. Forse la popolazione del Malawi è povera perché abbiamo perso la trasformazione umana e morale ancora prima di quella economica” risponde Mons. Msusa. “La trasformazione economica non potrà mai essere raggiunta senza una morale economica dimostrata dai nostri leader in ogni settore della società”.
“Fintanto che la corruzione, il nepotismo e il regionalismo saranno le caratteristiche principali dei leader di governo, non ci sarà un Malawi diverso” commenta in un report inviato all’Agenzia Fides, P. Piergiorgio Gamba, missionario monfortano. “I discorsi dei leader religiosi per l’anniversario hanno raccontato chiaramente di un Paese che con il trascorrere degli anni sprofonda nella povertà: per la cronica mancanza di medicine negli ospedali, il sistema sanitario vicino al collasso per il mancato pagamento dei salari, la mancanza di aule e insegnanti per le scuole, la scarsità di impiego per i giovani obbligati a cercare lavoro in Sudafrica nonostante la violenza causata dalla xenofobia, il tasso di interesse applicato dalle banche vicino al 40%”.
Il missionario ricorda che il Malawi, in queste condizioni, accoglie quasi mille persone scappate dal Mozambico, in fuga dalla violenza derivante dalla tregua mai del tutto raggiunta tra il partito della Frelimo al governo e l’opposizione della Renamo. Il Malawi inoltre non ha ancora completato il rimpatrio dei rwandesi, a causa della mancanza di aiuti per coprire le spese di trasporto, nonostante l’accordo che prevedeva il rimpatrio nel 2013.
Ad aggravare la situazione infine c’è la carenza di cibo per i mesi a venire, da ottobre a marzo 2016. Il raccolto è stato decimato dall’alluvione, lasciando due milioni e ottocento mila persone direttamente a rischio di sopravvivenza. (L.M.) (Agenzia Fides 14/7/2015)
ASIA/IRAQ - Trasformata in moschea la chiesa caldea di San Giuseppe a Mosul
Mosul (Agenzia Fides) - Dopo quella dedicata a Sant'Efrem, anche la chiesa caldea di Mosul intitolata a San Giuseppe è stata trasformata in moschea su disposizione dei leader dello Stato Islamico (Daesh), l'entità jihadista che dal giugno 2014 si è insediata nella seconda città irachena, trasformandola nella capitale dell'autoproclamato Califfato Islamico. A diffondere la notizia sono fonti di Mosul in contatto con il website ankawa.com. Alcune immagini del luogo di culto mostrano che la cupola è stata ridipinta di nero, e la chiesa – situata nel quartiere di Maidan, nel centro storico della città– è stata spogliata delle croci e di tutte le immagini e i simboli cristiani. La moschea sarebbe stata intitolata a Abu Abdulrahman al-Bilawi, un comandante iracheno del Daesh ucciso dalla polizia irachena.
Quella di San Giuseppe era una chiesa storica di Mosul, ma negli ultimi anni, per la diminuzione di sacerdoti e fedeli registrata dopo gli interventi militari a guida Usa, vi si celebrava la messa solo una volta al mese e vi si svolgevano pellegrinaggi nelle festività legate alla figura del padre putativo di Gesù, in particolare in occasione del primo maggio, festa di San Giuseppe lavoratore.
Dopo la conquista di Mosul da parte dei jihadisti, tutti i cristiani della città sono stati costretti a fuggire e molti di loro vivono da rifugiati a Ankawa, sobborgo di Erbil. Mons. Amel Shamon Nona, già Arcivescovo caldeo della metropoli irachena, è stato trasferito a guidare l'eparchia caldea in Australia, e per la nomina del suo successore a Mosul si attende di vedere se davvero avrà inizio la tante volte annunciata campagna militare per liberare la città dai jihadisti.
“La voce più insistente - riferisce all'Agenzia Fides Paolo Mekko, sacerdote caldeo di Mosul, attualmente rifugiato ad Ankawa - era quella secondo cui le operazioni militari su larga scala sarebbero iniziate dopo la fine del Ramadan. In effetti, in questi giorni sembra iniziata un'offensiva per recuperare terreno nella provincia di al-Anbar e liberare Ramadi. Vedremo se poi toccherà a Mosul”.
Nel frattempo, il Patriarcato caldeo, in accordo con i preti di Mosul, ha deciso di vendere alcuni veicoli di proprietà dell'arcidiocesi che giacevano inutilizzati nelle autorimesse, per evitare che con il passare del tempo perdano valore. Il ricavato dalla vendita – pari a quasi 60mila dollari - è stato versato nel conto bancario intestato all'arcidiocesi, nella speranza di poterlo usare quando arriveranno tempi migliori, e le parrocchie di Mosul potranno “ripartire”. (GV) (Agenzia Fides 14/7/2015).
ASIA/TERRA SANTA - Gli Uffici locali dell'Unione Europea: “rammarico e preoccupazione” per il muro nella Valle di Cremisan
Gerusalemme (Agenzia Fides) – Gli uffici di rappresentanza dell'Unione Europea (UE) a Gerusalemme e Ramallah hanno diffuso un comunicato relativo alla recente decisione della Corte suprema israeliana di autorizzare il proseguimento della costruzione del Muro di separazione nella Valle di Cremisan (vedi Fides 8/7/2015). Nella dichiarazione, che porta la data del 10 luglio, si esprime “profondo rammarico e preoccupazione” per la decisione presa dal supremo organo giudiziario israeliano. “Se verrà costruita - si legge nel comunicato, pervenuto all'Agenzia Fides – questa barriera restringerà severamente l'accesso di 58 famiglie palestinesi alle proprie terre, e avrà conseguenze profonde sulle loro vite. Inoltre la decisione comporterà un'ulteriore usurpazione di terra palestinese nell'area adiacente a Betlemme, in una zona già pesantemente colpita dall'espansione degli insediamenti di coloni”. Le famiglie palestinesi direttamente penalizzate dalla decisione della Corte su prema israeliana sono tutte cristiane.
Nel comunicato delle rappresentanze dell'UE e Gerusalemme e Ramallah si ricorda anche che l'Unione Europea aveva appoggiato il parere consultivo con cui la Corte Internazionale di Giustizia, già nel luglio 2004, aveva definito “illegale” la costruzione del Muro di separazione su terreni arbitrariamente e unilateralmente confiscati. (GV) (Agenzia Fides 14/7/2015).
AMERICA/NICARAGUA - Due bambini e una donna uccisi per errore dalla polizia; Mons. Baez chiede giustizia
Managua (Agenzia Fides) – Il Vescovo ausiliare dell'Arcidiocesi di Managua, Sua Ecc. Mons. Silvio Baez, chiede giustizia per i due bambini e la donna, loro parente, uccisi dalla polizia nell'ambito di un'operazione contro i narcotrafficanti, e per gli altri due bambini rimasti feriti in modo lieve. In una breve nota pervenuta a Fides, il Vescovo chiede di "ripristinare la giustizia, perché la violenza e l'impunità non prevalgano nella società. Le mie preghiere per questa famiglia e per i bambini feriti".
Secondo dati raccolti da Fides, l'incidente è avvenuto la sera di sabato scorso, 11 luglio, lungo una strada rurale a est di Managua. Secondo la versione della polizia, gli agenti hanno scambiato la famiglia di sette membri, quattro dei quali bambini, con un gruppo di narcotrafficanti,. Quattordici agenti di polizia coinvolti nell’operazione anti-droga sono stati arrestati e rimangono a disposizione per ulteriori indagini e verificare il loro grado di responsabilità.
Mons. Baez ritiene che la polizia dovrebbe fare un "esame di coscienza" dinanzi a quanto è accaduto: "La polizia dovrebbe rivedere il suo modo di operare, il protocollo nell'uso delle armi, i responsabili, il rispetto per i diritti umani, per i cittadini e per la legge. Il fatto più grave è che non si tratta di un caso isolato da parte della polizia. Sono molte le imprudenze nelle sparatorie, come gli abusi e la repressione" ha affermato il Vescovo.
(CE) (Agenzia Fides, 14/07/2015)
AMERICA/MESSICO - I Vescovi sulla fuga di El Chapo: “non siamo ingenui, bisogna eradicare la corruzione”
Irapuato (Agenzia Fides) – “La seconda fuga di Joaquin ‘El Chapo’ Guzman, leader del ‘Cartel de Sinaloa’ attraverso un tunnel dal carcere di massima sicurezza, indebolisce ulteriormente la poca credibilità della popolazione nelle autorità federali” ha commentato il Vescovo della Diocesi di Irapuato, Sua Ecc. Mons. José de Jesus Martinez Zepeda. Ha poi osservato che "questo caso è una tragedia in più per il Messico, perché tutto ciò che si dice riguardo alla sicurezza e alla serenità del paese svanisce quando uno spacciatore fugge per la seconda volta da un carcere di massima sicurezza, e rappresenta una presa in giro dei cittadini. Dobbiamo lavorare tutti per superare questa crisi di credibilità, di giustizia, di legalità e quindi provare a ricostruire il paese su una solida base di verità, di giustizia e trasparenza". Per Mons. Martinez Zepeda le autorità dovrebbero avere senso etico e di responsabilità, quindi evitare categoricamente i casi di corruzione.
La nota pervenuta a Fides segnala anche le dichiarazioni di altri Pastori della Chiesa cattolica in Messico riguardo a questo caso eclatante di cui sta parlando tutto il mondo. Sua Ecc. Mons. Francisco Moreno Barrón, Vescovo di Tlaxcala, segnala la "fragilità" di questi centri di "massima sicurezza" e richiamo a non cadere nella trappola mediatica che questo caso comporta, in quanto ci sono altri gravi problemi in Messico e non solo la fuga di un narcotrafficante.
Sua Ecc. Mons. Eduardo Porfirio Patiño Leal, Vescovo di Córdoba, Veracruz, chiede alle autorità di non trattare da "ingenua" la popolazione affermando che nessuno si era accorto di un tunnel di un km e mezzo da dove, si dice, è fuggito El Chapo. Piuttosto occorre prendere in esame il limite fin dove arriva la complicità di molti elementi dentro e fuori il carcere, e rivedere la velocità dei processi, che a volte durano anni.
(CE) (Agenzia Fides, 14/07/2015)
AFRICA/GHANA - Dimissioni del Vescovo di Ho e nomina del successore
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Il Santo Padre Francesco, in data 14 luglio 2015, ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Ho (Ghana), presentata da Sua Ecc. Mons. Francis Anani Kofi Lodonu, in conformità al can. 401 § 1 del Codice di Diritto Canonico. Il Papa ha nominato Vescovo di Ho (Ghana) il Rev.do P. Emmanuel Fianu, S.V.D., Segretario del Consiglio Generale dei Padri Verbiti.
Il Rev.do P. Emmanuel Fianu, S.V.D., è nato il 14 giugno 1957 a Tegbi, vicino a Keta (ora la località si trova nella diocesi di Keta-Akatsi). Dal 1963 ha frequentato le scuole elementari e secondarie a Tegbi, Ada-Foah e ad Accra. Per tre anni (dal 1976 al 1979) è stato alunno del Seminario maggiore di Tamale. Entrato nella Congregazione dei Missionari del Verbo Divino (SVD), ha svolto il Noviziato a Nkwatia-Kwahu, ha emesso la prima Professione nel 1980 ed ha pronunciato i voti perpetui nel 1984. È stato ordinato sacerdote il 14 luglio 1985 ad Accra.
Dopo l’ordinazione sacerdotale, ha svolto i seguenti uffici e ulteriori studi: 1986-1990: collaboratore in parrocchia nel Togo, Cappellano dei giovani e incaricato dell’apostolato dei laici; insegnante nel College d’Enseignement General di Kante; 1990-1994: studente di Teologia Biblica presso il Pontificio Istituto Biblico a Roma; 1994-1996: Admonitor del Distretto SVD di Lome, docente di Scienze Bibliche al St Jean Paul II Seminaire e all’Institut St. Paul di Lome, Segretario della Commissione per le pubblicazioni liturgiche Ghana-Togo; 1996–1998: Consigliere del Collegio del Verbo Divino a Roma; 1998-2000: Admonitor del Collegio del Verbo Divino a Roma; 2000-2004: Rettore del Collegio del Verbo Divino a Roma, docente e formatore al St. Victor’s Major Seminary a Tamale; 2001-2003: Segretario per la formazione delle Province SVD Africa-Madagascar; 2004-2006: Coordinatore per la zona AFRAM con sede ad Accra; dal 2006: Segretario del Consiglio Generale della sua Congregazione, confermato nello stesso incarico nel 2012.
La Diocesi di Ho, eretta nel 1994, suffraganea dell’Arcidiocesi di Accra, ha una superficie di 5.893 kmq e una popolazione di 658.845 abitanti, di cui 200.670 sono cattolici. Ci sono 28 Parrocchie, 82 sacerdoti (78 diocesani e 4 religiosi), 11 Fratelli Religiosi, 81 Suore e 19 seminaristi. (SL) (Agenzia Fides 14/07/2015)
ASIA/COREA - Nomina del Vescovo Ausiliare di Seoul
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Il Santo Padre Francesco, in data 14 luglio 2015, ha nominato Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di Seoul (Corea), il Rev.do Benedictus Son Hee-Song, Direttore del Dipartimento per la Pastorale arcidiocesana, assegnandogli la sede titolare vescovile di Campli.
Il Rev.do Benedictus Son Hee-Song è nato il 28 gennaio 1957 a Kyenki Yeonchenun Chadari, allora territorio dell’Arcidiocesi di Seoul ed ora della Diocesi di Uijeongbu. Ha svolto gli studi nel Seminario Maggiore di Seoul (1975-1979) e ad Innsbruck (Austria), dove ha conseguito la Licenza in Teologia (1986) e, poi, il Dottorato (1992).
È stato ordinato sacerdote il 4 luglio 1986, e incardinato nell’Arcidiocesi di Seoul.
Dopo l’ordinazione ha svolto i seguenti incarichi: dal 1986 al 1992: Studi per il Dottorato in Austria; dal 1992 al 1994: Parroco a Yongsan; dal 1994 al 2012: Docente al Seminario Maggiore di Seoul (Università Cattolica di Seoul), Direttore della Biblioteca del Seminario, Capo del Dipartimento per l’Informatica; dal 1999 al 2007: Membro della Commissione per la recensione delle pubblicazioni; dal 2007 al 2013: Vice-Direttore della Commissione per la recensione delle pubblicazioni; dal 2012: Direttore della Pastorale arcidiocesana, Membro del Consiglio Presbiterale, Membro del Consiglio Pastorale, Membro della Commissione per la Formazione Permanente del Clero, Membro della Commissione per le Missioni Estere, Membro e Vice-direttore della Commissione per la Tutela dei Luoghi Sacri di Martirio in Seoul, Membro della Commissione per la gestione del Centro di Assistenza giornaliera per anziani di Seoul; dal 2013: Responsabile dell’Associazione delle Donne Cattoliche, Membro della Commissione per la verifica della Pubblicità nei Media Cattolici; dal 2014: Responsabile per il Comitato Pianificazione e Coordinazione per la Visita del Papa in Corea (14-18 Agosto 2014). Ha svolto anche incarichi all’interno della Conferenza Episcopale: dal 2004 al 2005: Membro della Commissione Episcopale per la Dottrina della Fede; dal 2005 al 2012: Segretario Generale della Commissione Episcopale per la Dottrina della Fede; dal 2005: Rappresentante di Seoul e Membro della Commissione Episcopale per le Cause di Beatificazione e Canonizzazione; dal 2012: Segretario Generale della Commissione Episcopale per l’Apostolato Laico. (SL) (Agenzia Fides 14/07/2015)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

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