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mercoledì 8 maggio 2019

Agenzia Fides 7 maggio 2019

AFRICA/SUDAFRICA - “No alla violenza, sì ad un voto libero e pacifico” chiedono i Vescovi alla vigilia delle elezioni
 
Johannesburg (Agenzia Fides) – “Fratelli e sorelle sudafricani, vi preghiamo in nome della nostra comune umanità e dei valori spirituali, di comportarvi in modo pacifico prima, durante e dopo le elezioni” chiedono i Vescovi del Sudafrica in vista delle elezioni generali che si tengono domani, 8 maggio. Si tratta delle “seste elezioni generali” dal 1994, anno della fine dell’apartheid, precisa la dichiarazione dei Vescovi.
“L'esercizio del diritto di voto è un dovere sia sacro che morale. Molte persone hanno sofferto e sono morte per permetterci di esercitare il voto” sottolinea il documento, pervenuto a Fides. Per questo i Vescovi condannano ogni atto di violenza che impedisca un voto libero e pacifico. “La violenza ha sempre ottenuto solo distruzione, non costruzione, lo scatenamento delle passioni, non la pacificazione, l'accumulo di odio, non la riconciliazione delle parti.
I Vescovi esortano i leader politici “ad astenersi da dichiarazioni incendiarie, intimidatorie e inappropriate", ed i cittadini ad "adottare misure chiare e decisive quando i candidati e i loro sostenitori sono coinvolti in atti di intolleranza, intimidazione, molestie e disturbo", e a garantire il rispetto del processo elettorale e dei risultati.
“Preghiamo intensamente per la nostra nazione durante le prossime attività elettorali: prima di votare, mentre votiamo, e dopo aver votato per il bene comune” concludono i Vescovi.
Nelle scorse settimane si sono verificati atti di violenza xenofoba nei confronti degli immigrati provenienti dai Paesi vicini. Violenze attribuite alla propaganda contro gli stranieri condotta da diversi candidati alle elezioni, che pur di ottenere voti alimentano la paura e l’odio nei confronti dei migranti. I Vescovi hanno di recente condannato con forza l’ondata xenofoba, che a loro avviso “rischia di riportare il Paese ai tempi dell’apartheid” (vedi Fides 30/4/2019). (L.M.) (Agenzia Fides 7/5/2019)
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AFRICA/MALAWI - I Vescovi promuovono la leadership delle donne cattoliche, in vista delle elezioni
 
Lilongwe (Agenzia Fides) – “Leadership for Salvation” questo il tema del corso al quale hanno preso parte 69 donne delle otto diocesi cattoliche del Malawi nei giorni scorsi. Il corso è stato organizzato dalla Conferenza episcopale del Malawi (ECM) che ha voluto puntare l’attenzione sulla leadership e la gestione delle Commissioni per i comitati nazionali e diocesani delle organizzazioni femminili cattoliche (CWO).
“Resta indiscusso il ruolo imprescindibile della figura femminile nella Chiesa e nelle nostre rispettive comunità”, afferma in una nota inviata a Fides mons. Peter Martin Musikuwa, Presidente della Commissione pastorale, rivolgendosi ai partecipanti. Mons. Musikuwa, Vescovo di Chikwawa, ha messo ulteriormente in luce l'importante ruolo che le donne svolgono nella Chiesa e nella società, e ha spiegato la necessità di sostenerle per lo sviluppo delle loro capacità di leadership.
In occasione delle prossime elezioni, che si terranno nel Paese il 21 maggio (vedi Fides 25/3/2019), il Vescovo ha invitato le donne cattoliche a “sostenere le compagne impegnate a trasformare il paese, assicurando loro il supporto della Chiesa cattolica".
Padre Vincent Mwakhwawa, cappellano nazionale per i laici, ha ringraziato le donne per aver patrocinato questo evento e ha aggiunto che l'ECM seguirà da vicino le commissioni di tutte le diocesi del paese per verificare se la formazione darà frutti. “Questo corso non segna la fine del cammino, cercate di mettere in atto al meglio le conoscenze che avrete acquisito” ha detto.
Lucy Vokhiwa, presidente della CWO, ha apprezzato l’impegno della ECM e ha promesso che le commissioni metteranno in pratica gli insegnamenti.
"Il piano strategico previsto dal CWO per il 2019-2023 mira ai seguenti obiettivi: garantire che le donne cattoliche del Malawi approfondiscano la loro fede e la loro conoscenza spirituale, così da essere missionarie di Gesù Cristo e rappresentanti della creazione di Dio; rafforzare l'impegno pastorale; assicurare che le donne cattoliche del Malawi siano dotate di poteri politici, economici e sociali; e che il CWO sia efficace, efficiente e sostenibile”.
(AP) (7/5/2019 Agenzia Fides) 
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ASIA/SRI LANKA - Appello del Cardinale Ranjith: "Non lasciamo che vinca l'odio e la società si polarizzi"
 
Colombo (Agenzia Fides) - Non bisogna lasciare che" l'odio trionfi e che la violenza di Pasqua diventi occasione per polarizzare la società e spaccare la nazione": è il nuovo appello lanciato dal Cardinale Malcolm Ranjith, Arcivescovo di Colombo che, in una nota inviata all'Agenzia Fides, esorta tutti i cittadini alla calma e a mantenere il bene supremo della pace. La Chiesa in Sri Lanka è preoccupata dopo i recenti episodi di violenza registratisi a Negombo: centinaia di agenti di sicurezza sono entrati in città per far rispettare il coprifuoco dopo che decine di negozi, case e veicoli di proprietà musulmana sono stati attaccati. La chiesa di San Sebastiano nella città di Negombo, a 40 chilometri a nord della capitale Colombo, è stata una delle tre chiese e tre alberghi colpiti da attentatori suicidi il 21 aprile.
"Faccio appello a tutti i fratelli e sorelle cristiani, e di altre religioni, affinché non feriscano nemmeno un singolo musulmano perché sono nostri fratelli, perché fanno parte della nostra società" afferma il Cardinale Ranjith, che invita a "creare uno spirito di comprensione e buone relazioni tra tutte le comunità dello Sri Lanka", come ha ribadito anche in un videomessaggio diffuso in tutte le tv della nazione, esortando cristiani, buddisti e musulmani a mostrare moderazione e tolleranza.
Il Cardinale ha visitato Negombo, ha incontrato i leader musulmani in una moschea e "ha chiesto al governo di tutelare la sicurezza" nella città dove "esiste una forte comunità cattolica, tanto che la città è conosciuta come Piccola Roma", rileva il portavoce della diocesi di Colombo, p. Edmund Tilakaratne.
Negombo ha sofferto il più alto numero di vittime negli attacchi della domenica di Pasqua che sono stati rivendicati dallo "Stato Islamico". La bomba a San Sebastiano ha ucciso più di 100 fedeli cattolici.
Intanto lo stato di emergenza continua nel paese e le misure di sicurezza restano alte in tutta la nazione, mentre le scuole statali hanno ripreso le lezioni lunedì 6 maggio. Anche le scuole cattoliche a Colombo e nella provincia sono rimaste chiuse per una settimana.
Un forum di sacerdoti, religiosi, gruppi della società civile e membri di altre comunità religiose ha scritto una lettera aperta al Presidente, al Primo Ministro, ai membri del Consiglio dei Ministri e ai membri del Parlamento riguardo alla situazione nello Sri Lanka. Nel testo della missiva, pervenuto a Fides, si afferma: "Il nostro obiettivo comune è stato quello di far progredire i diritti politici, sociali, economici e culturali della popolazione promuovendo la pace, l'armonia e la giustizia sociale per tutti. In passato ci siamo impegnati in modo costruttivo con tutti i governi e continueremo a farlo anche oggi. Siamo sconvolti dalla carneficina in Sri Lanka. La nostra solidarietà va alle vittime e alle loro famiglie e al nostro amato paese. Esortiamo il governo a individuare rapidamente la verità e a trovare i perpetratori e i loro alleati, nel rispetto dei diritti umani".
La società civile in Sri Lnala offre assistenza attraverso le sue ampie reti di organizzazioni comunitarie che sono impegnate a promuovere la pace e l'unità nazionale. Queste reti possono condividere informazioni e, data la loro presenza capillare nel territorio, aiutare a prevenire problemi comunitari che potrebbero insorgere. (SD) (Agenzia Fides 7/5/2019)
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ASIA/GIORDANIA - Nuova donazione di Re Abdallah II per i lavori di restauro del Santo Sepolcro
 
Amman (Agenzia Fides) – Re Abdallah II di Giordania ha devoluto una nuova, consistente donazione per continuare a sostenere i lavori di restauro della Basilica del Santo Sepolcro, a Gerusalemme. Lo ha reso noto Teophilos III, Patriarca greco ortodosso di Gerusalemme, diffondendo lunedì 6 maggio un comunicato in cui esprime a nome della sua Chiesa gratitudine al monarca hascemita per la sua sollecitudine nel contribuire al restauro e alla tutela dei Luoghi Santi cristiani.
La nuova donazione - il cui importo non è stato finora reso noto – rappresenta una parte della somma in cui consiste il Premio Templeton, assegnato a Re Abdallah II nel novembre 2018. Istituito nel 1972 dal cristiano presbiteriano John Templeton come Premio per il Progresso nella Religione (Prize for Progress in Religion), il premio Templeton è assegnato annualmente a personalità che hanno dato particolari contributi nell'ambito della religione o della spiritualità, nella convinzione che «le rivelazioni scientifiche saranno una miniera d'oro per rivitalizzare la religione nel XXI secolo». Il premio è pari a 1,1 milioni di sterline britanniche (corrispondenti a più di un milione e 283mila euro) e rappresenta uno dei premi individuali annuali più consistenti del mondo. In passato, hanno ricevuto il Premio Templeton anche Madre Teresa (nel 1973), il Dalai Lama (nel 2012), l’Arcivescovo anglicano Desmond Tutu (nel 2013) e il Rabbino Jonathan Sacks (nel 2016). Nell'assegnare il Premio al Re Abdallah, la Fondazione Templeton aveva ricordato anche il suo impegno costante a favore della protezione dei Luoghi santi cristiani e islamici a Gerusalemme.
Nell’aprile 2016, Re Abdallah II aveva fatto pervenire sotto forma di “beneficenza reale” (Makruma) una consistente donazione personale a favore dei lavori di restauro dell’Edicola del Santo Sepolcro, terminati nel marzo 2017. Altre offerte del Monarca erano state devolute a favore della sistemazione del sito del Battesimo di Gesù, lungo il fiume Giordano.
La Monarchia Hascemita di Giordania legittima il proprio potere sulla base della propria discendenza in linea diretta dal Profeta Muhammad, e rivendica come propria responsabilità prioritaria anche la protezione dei Luoghi Santi musulmani e cristiani di Gerusalemme. (GV) (Agenzia Fides 7/5/2019)
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AMERICA/ECUADOR - Di fronte alla crisi economica i Vescovi chiedono “un nuovo modo di fare politica”
 
Quito (Agenzia Fides) – “Abbiamo bisogno di un nuovo modo di fare politica che, al di là di interessi particolari, cerchi il bene comune e promuova un grande patto nazionale al servizio dei cittadini”: lo rilevano i Vescovi dell’Ecuador nel comunicato emesso al termine della loro Assemblea plenaria, celebrata dal 29 aprile al 2 maggio, allo scopo di portare un contributo al dialogo nazionale.
“La crisi economica – scrivono nel messaggio pervenuto a Fides - richiede una politica più chiara e decisa a favore degli investimenti produttivi e della creazione di occupazione. La disuguaglianza sta diventando ogni giorno sempre più evidente, molte persone hanno serie difficoltà per arrivare alla fine del mese. Siamo particolarmente preoccupati per il tasso di disoccupazione giovanile e la mancanza di una remunerazione sufficiente per poter vivere con dignità”.
Tra le principali preoccupazioni, i Vescovi citano al primo posto la corruzione, “fonte di scandalo e di vergogna”, e ricordano i “funzionari di alto livello accusati, processati, condannati o fuggiti all'estero”, che rendono evidente “la gravità dei reati e il furto che è stato sistematicamente fatto al paese”. La proliferazione delle tangenti “contamina la coscienza nazionale e la dimensione etica della nostra convivenza”. Quindi ammoniscono: “rubare denaro ai poveri è molto grave, ma ugualmente grave è la creazione di una sottocultura che giustifica tutto a proprio beneficio. Dall'impunità, fenomeni come il crimine, il femminicidio, il furto o l’omicidio... diventano ordinari nella nostra vita quotidiana”.
Un’altra preoccupazione dei Vescovi dell’Ecuador è per la famiglia, “soggetta a forti cambiamenti culturali e alla dittatura dell'ideologia di genere, non sufficientemente contrastata dalla scienza e dall'antropologia”. Per quanto riguarda l'ecologia, i Vescovi chiamano ancora una volta ad essere attenti alle miniere a cielo aperto, all'estrazione di petrolio, all'inquinamento dell'acqua, alla mancanza di rispetto per la gente che non viene contattata e per le comunità che non sono consultate. “Oggi il nostro paese è più fragile e più minacciato rispetto al passato - evidenziano -. Pertanto, sentiamo più fortemente la necessità di prenderci cura dell’opera del Creatore”.
Nella conclusione i Vescovi ecuadoriani mettono in risalto che “non è in gioco solo il prestigio delle istituzioni o la transizione verso un'autentica democrazia, ma il benessere e il futuro della nostra gente”. Invocano quindi la benedizione di Dio su tutti, cittadini, famiglie e autorità, chiedendo “determinazione e volontà politica per costruire un paese democratico, inclusivo, pacifico, equo e unito. Un paese benedetto da Dio”. (SL) (Agenzia Fides 7/5/2019)
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AMERICA/HAITI - Le bande uccidono e terrorizzano, ricattato anche chi realizza progetti umanitari
 
Port au Prince (Agenzia Fides) – Organizzazioni per i diritti umani e istituzioni religiose continuano ad essere preoccupate per l'aumento dell'insicurezza su tutto il territorio nazionale ad Haiti, secondo quanto informa una nota pervenuta a Fides da fonti locali. Da novembre 2018 sono più di 100 i civili assassinati dalla violenza delle bande, mentre la polizia denuncia 15 suoi membri uccisi solo nel 2019. Forse per la prima volta nella storia della violenza, le bande cominciano a ricattare persino le Ong e le Ambasciate, chiedendo denaro in cambio della “protezione” per completare qualche progetto umanitario nel paese.
Insieme alle organizzazioni per i diritti umani che hanno denunciato la carneficina perpetrata la sera del 24 aprile da banditi appartenenti ad una banda che usa il nome di Sony John, alias Tije, a Carrefour Feuilles (distretto sud-est della capitale Port-au-Prince) anche la Chiesa cattolica e la Federazione protestante hanno alzato la voce. Otto persone, tra cui una donna incinta, sono state uccise e una dozzina di altre sono rimaste ferite, secondo il rapporto della polizia.
L'Arcivescovo metropolita di Port-au-Prince, Mons. Max Leroy Mésidor, ha detto in un incontro con la stampa locale che "il futuro incerto della società si dibatte tra povertà, insicurezza e impunità". "L'attuale violenza non è spontanea, è organizzata" ha sottolineato l'Arcivescovo nel suo messaggio di condoglianze alle famiglie delle vittime del massacro del 24 aprile.
La Federazione protestante di Haiti (Fph) ha condannato vigorosamente "questo atto vile e barbaro" commesso contro cittadini pacifici da parte da banditi senza fede né legge. "Nessun alto funzionario statale dovrebbe sentirsi orgoglioso della posizione che ricopre, fino a quando giustizia non sia stata fatta" afferma la Fph, esprimendo sgomento per l'allarmante deterioramento delle condizioni di vita dei cittadini ad Haiti.
L'Osservatorio haitiano per i diritti umani (Ohdh) denuncia la passività delle autorità politiche e di polizia, che sarebbero incapaci di mettere fuori combattimento i famigerati banditi che terrorizzano la popolazione da diversi mesi. Questi, secondo le critiche della stampa locale, avrebbero il sostegno di parlamentari, alti ufficiali della polizia nazionale di Haiti (Pnh) e membri del governo, come riferisce l'Ohdh. Ne è prova il fatto che il senatore Garcia Delva è stato espulso dal suo partito politico, Ayiti, in quanto sono stati scoperti i suoi accordi con il capo della banda, Arnel Joseph.
Dai missionari che operano sul posto, Fides ha ricevuto testimonianze drammatiche: "quelli che soffrono sono i più poveri, perché sembra che lo stesso governo venda le armi ai banditi nei quartieri poveri per seminare la paura e rimanere al potere. Ogni politico ha il suo gruppo di banditi, è un vero caos! In questi giorni la polizia nazionale prova a fermare questi gruppi al fine di neutralizzare la violenza, ma non ci riesce".
La situazione continua ad impedire non solo lo sviluppo del paese ma anche la distribuzione degli aiuti fondamentali per sfamare i più indifesi come i bambini. Solo alcuni settori della Chiesa cattolica e alcune Ong riescono a far arrivare alimenti ai più piccoli (vedi Fides 13/03/2019).
(CE) (Agenzia Fides, 07/05/2019)

lunedì 19 giugno 2017

Agenzia Fides 19 giugno 2017

AFRICA/MALI - Assalto a un resort turistico a Bamako e attacco con razzi all’aeroporto di Timbuctu
 
Bamako (Agenzia Fides) - Due attacchi nel giro di 24 ore contro obiettivi altamente simbolici per dimostrare che la situazione in Mali non è stabilizzata. Ieri, domenica 18 giugno, nella capitale, Bamako, un gruppo di terroristi ha assalito il resort turistico “Kangaba”, uccidendo due civili. Due assalitori sono morti nello scontro a fuoco con i militari maliani intervenuti con l’appoggio di truppe francesi per liberare i civili presi in ostaggio. Nello stesso tempo l’aeroporto di Timbuctu, nel nord del Paese, è stato attaccato con dei razzi. In città è stato decretato lo stato d’emergenza.
“Non abbiamo ancora prove che i due attacchi siano stati commessi dal medesimo gruppo, perché per l’attacco di Bamako, a mia conoscenza al momento, non ci sono ancora rivendicazioni. Ma è molto probabile” dice all’Agenzia Fides don Edmond Dembele, Segretario generale della Conferenza Episcopale del Mali.
Il sacerdote sottolinea che “gli attacchi con razzi e mortai a Timbuctu e a Kidal sono sempre più frequenti. Sono attacchi ormai regolari, che prendono di mira i militari della MINUSMA (Missione ONU in Mali) e obiettivi nel centro delle due città, che vivono in costante tensione”.
Oltre ai jihadisti del 'Gruppo di sostegno all'Islam e ai musulmani”, nato dall’unione di cinque gruppi islamisti preesistenti, in Mali operano diversi altri gruppi armati. Alcuni a base etnica, in particolare Tuareg, altri invece sono nati in appoggio al governo. “A Kidal la settimana scorsa ci sono stati scontri tra un gruppo ribelle Tuareg e una milizia di autodifesa alleata alle istituzioni statali. Uno scontro nel quale le differenti appartenenze etniche hanno avuto un ruolo” ricorda don Dembele.
“In Mali ci sono troppi gruppi armati e, più sono numerosi, più è difficile coordinare i negoziati con gli uni e gli altri. Ogni gruppo inoltre tende a dimostrare di essere in grado di colpire, quindi gli attacchi si moltiplicano. La situazione è infine complicata dalla presenza dei gruppi jihadisti che hanno una proiezione regionale. I jihadisti ricevono un flusso costante di rinforzi in uomini e armi dai Paesi vicini. Gli Stati del Sahel intendono costituire una forza comune per fronteggiare il terrorismo che colpisce oltre al Mali, Mauritania, Burkina Faso, Niger e Ciad” conclude il sacerdote. (L.M.) (Agenzia Fides 19/6/2017)
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ASIA/INDONESIA - In otto giorni ordinati 37 diaconi a Flores, terra fertile di vocazioni
 
Maumere (Agenzia Fides) – “L’isola di Flores, Indonesia, è ancora terra fertile di vocazioni religiose e sacerdotali. Lo dimostra il fatto che, nello spazio di solo otto giorni, sabato 10 e domenica 18 giugno, a Maumere, sono stati ordinati 37 diaconi”. Lo ha raccontato a Fides padre Luigi Galvani, MI, che vive sull’isola il suo impegno missionario. “Di loro – continua il religioso - 18 appartengono ai Verbiti, 16 provengono dalle quattro diocesi dell’isola di Flores e 3 appartengono ai Missionari dei Cuori di Gesù e Maria. Tutti seguono gli studi teologici nel Seminario Verbita di Ledalero, che con i suoi quasi mille studenti, provenienti da 12 istituti religiosi diversi, è considerato il più grande istituto Filosofico e Teologico dell’Asia.” “La festa poi non è stata solo in chiesa, ma anche nelle varie famiglie dei nuovi diaconi con buon cibo e musica durata anche fino alle prime ore del mattino. Belle tradizioni che ci sono ancora da queste parti!” aggiunge padre Luigi.
“Veramente a Flores, unica isola a maggioranza cattolica dell’Indonesia, la Chiesa sembra non conoscere la crisi vocazionale. Infatti ogni anno sono ancora centinaia i giovani e le giovani che entrano nelle varie comunità religiose e nei seminari per iniziare la loro formazione. Certamente, molti di loro andranno un giorno a rafforzare il numero delle centinaia di missionari indonesiani già sparsi nei vari paesi del mondo” conclude il missionario.
(LG/AP) (19/6/2017 Agenzia Fides)
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ASIA/LIBANO - E' iniziato il Sinodo per l'elezione del nuovo Patriarca greco-melchita
 
Beirut (Agenzia Fides) – E' iniziato oggi, lunedì 19 giugno, il Sinodo dei Vescovi della Chiesa greco-melkita che dovrà eleggere il nuovo Patriarca, dopo che, all'inizio di maggio, Papa Francesco ha comunicato di aver accettato la rinuncia all'incarico patriarcale da parte di Gregorio III Laham (nella foto). L'assemblea sinodale si svolge a Ain Traz, a sudovest di Beirut, e vede la partecipazione di 29 dei 33 aventi diritto al voto per l'elezione patriarcale. Le riunioni della prima giornata saranno scandite dalle riflessioni spirituali tenute da Joseph Kallas, Arcivescovo greco-melchita emerito di Beirut e Jbeil. A partire da domani, 20 giugno, prenderà il via il processo elettorale che porterà all'elezione del nuovo Patriarca. Per essere eletto, il nuovo Patriarca dovrà ottenere i due terzi dei voti. Una volta concluso il processo elettorale, si unirà all'assemblea sindale dei Vescovi melchiti anche l'Arcivescovo Gabriele Caccia, Nunzio apostolico in Libano. La proclamazione dell'avvenuta elezione avverrà dopo che il nuovo Patriarca avrà ricevuto la “Ecclesiastica Communio” da parte di Papa Francesco. (GV) (Agenzia Fides 19/6/2017).
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ASIA/GIORDANIA - Re Abdallah II conferma: la difesa dei Luoghi Santi cristiani e musulmani di Gerusalemme è una “priorità” per la Monarchia Hascemita
 
Amman (Agenzia Fides) – La protezione dei Luoghi Santi musulmani e cristiani di Gerusalemme rappresenta una “priorità” per la Monarchia Hascemita, impegnata a sostenere la nascita di uno Stato Palestinese indipendente che abbia Gerusalrmme Est come capitale. Lo ha ribadito Re Abdallah II di Giordania, ricevendo domenica 18 giugno ad Amman una delegazione di rappresentanti religiosi, cristiani e musulmani, provenienti da Gerusalemme. Il Monarca giordano ha rimarcato che l'impegno a favore delle comunità cristiane e musulmane consiste in primis nella tutela dello status quo rispetto a tutte le misure unilaterali miranti a modificare la tradizionale gestione dei Luoghi Santi di Gerusalemme e le misure codificate che ne garantiscono l'accesso da parte dei fedeli delle diverse comunità religiose. Re Abdallah ha anche riaffermato che solo la nascita di uno Stato palestinese indipendente secondo le linee guida definite e confermate a livello internazionale protrà davvero garantire il superamento dei conflitti che tormentano l'area.
Il leader giordano ha anche mostrato fiducia nell'impegno preso dal Presidente degli Stati Uniti Donald Trump a lavorare per la pace tra i palestinesi e gli israeliani.
La delegazione gerosolimitana ricevuta da Re Abdallah comprendeva, tra gli altri, lo Sheikh Abdul Azim Salhab, capo del Consiglio di Gerusalemme per le dotazioni religiose ( Awqaf) e il Vescovo William Shomali, Vicario patriarcale del Patriarcato latino di Gerusalemme per la Città Santa e la Palestina. I membri della delegazione hanno potuto anche ringraziare Re Abdallah per il suo finanziamento personale al progetto di restauro dell'Edicola del Santo Sepolcro. (GV) (Agenzia Fides 19/6/2017).
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AMERICA/COLOMBIA - Attentato a Bogotà: “l’agonia dei nemici della pace, che vogliono un clima di guerra”
 
Bogotà (Agenzia Fides) – Nel pomeriggio di sabato 17 giugno è esploso un ordigno collocato nel Centro commerciale Andino, affollato di gente, provocando tre morti e una dozzina di feriti. Il Presidente della Conferenza Episcopale Colombiana (CEC), Mons. Luis Augusto Castro Quiroga, Arcivescovo di Tunja, ha espresso la sua solidarietà alle persone e alle famiglie colpite, in una intervista a Blu Radio.
L’Arcivescovo, secondo la nota della CEC pervenuta a Fides, ha invitato il paese a riflettere sul fatto criminoso, sottolineando che queste manifestazioni di violenza sono contro la pace e gli sforzi compiuti per “superare la storia della guerra e del terrorismo” che ha vissuto la Colombia. “Questa è l’agonia dei nemici della pace, che vogliono in qualunque modo che nel nostro paese si viva un clima di guerra" ha detto il Presidente della CEC. Ha quindi invitato i colombiani a lavorare per la riconciliazione e ha chiesto di essere capaci di perdonare per "costruire una patria di fratelli che si amano e non di lupi che si sbranano”. Anche gli altri Vescovi del paese hanno espresso, attraverso le reti sociali, la loro condanna per l’atto di violenza, e solidarietà e conforto alle vittime. (SL) (Agenzia Fides 19/6/2017)
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AMERICA/BRASILE - Settimana del Migrante: non si tratta solo di una crisi umanitaria
 
San Paolo (Agenzia Fides) – Dal 18 al 25 giugno la Chiesa in Brasile celebra la 32° Settimana del Migrante, con il tema "Migrazioni, biomi e vivere bene" annuncia la Conferenza Episcopale del Brasile nel comunicato giunto a Fides. Lo scopo della Settimana, secondo il Vescovo di Pesqueira, Mons. José Luiz Ferreira Salles, incaricato della Pastorale dei Migranti, è di annunciare, denunciare, riflettere e costruire un nuovo rapporto tra gli esseri umani e la Madre Terra. Il tema è ispirato alla Campagna di Fraternità di questo anno, e propone un cambio di prospettiva a livello di mentalità e di comportamento.
Il Servizio per la Pastorale dei Migranti (SPM), della Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile (CNBB), ha preparato vari materiali (testo base, celebrazioni, incontri biblici, ecc) per aiutare le comunità e le parrocchie ad approfondire il tema. Durante la Settimana, l’Agenzia dell’Onu per i rifugiati (ACNUR) ed i suoi partner, promuovono una serie di eventi per celebrare la Giornata del Rifugiato, il 20 giugno, a Brasilia, San Paolo e Rio de Janeiro: incontri culturali, proiezioni cinematografiche, seminari…
La migrazione, secondo Sua Ecc. Mons. José Luiz Ferreira Salles, è fortemente legata alla crisi che concentra la ricchezza ed esclude i lavoratori della campagna e della città. "Non è solo una crisi umanitaria, come suggerito dai media, ma l'esclusione di una massa di milioni di esseri umani, annullando i diritti e distruggendo il pianeta” ha sottolineato. (SL) (Agenzia Fides 19/6/2017)
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AMERICA/NICARAGUA - Oltre mille bambini lavoratori impegnati nei mercati di Managua
 
Managua (Agenzia Fides) – Centinaia di bambini e bambine vulnerabili di Managua abbandonano la scuola per andare a lavorare nei mercati della città. Molti di loro sono figli degli stessi commercianti. L’Istituto Nicaraguense per la Promozione Umana (Inprhu) stima che nei mercati di Managua ci siano almeno 1200 minori lavoratori. Questa situazione espone i piccoli a giornate lavorative infinite, abusi sessuali e abbandono scolastico. Secondo l’ufficio per il Coordinamento Nicaraguense delle ong che lavorano con l’Infanzia e l’Adolescenza (Codeni), il rischio principale è la diserzione scolastica. L’Inprhu organizza programmi di recupero scolastico, corsi di artigianato e danza per i piccoli lavoratori di alcuni mercati della città. Attualmente sono circa 250, principalmente figli di commercianti, anche se continuano ad arrivare da altri dipartimenti bambini della fascia di età tra 10 e 14 anni.
L’ultima cifra ufficiale sul lavoro minorile nel Paese risale al 2012, quando si registrarono 396.118 minori impegnati in attività lavorative, remunerate o meno. In Nicaragua il Codice del Lavoro e il Codice per Infanzia e Adolescenza stabiliscono divieti per le imprese pubbliche e private che assumono mano d’opera infantile. Entrambi i codici decretano che nel Paese possono essere impiegati adolescenti a partire dai 14 anni di età e che l’ambiente di lavoro non deve mettere a rischio la loro vita, salute, integrità, e non interrompa il loro processo educativo.
(AP) (19/6/2017 Agenzia Fides)

mercoledì 5 ottobre 2016

Bollettino agenzia Fides del 5 ottobre 2016

AFRICA/CONGO RD - Separare le elezioni presidenziali da quelle legislative e locali per superare la crisi
 

Kinshasa (Agenzia Fides) - Il Presidente della Repubblica Democratica del Congo, Joseph Kabila, ha confermato il 4 ottobre il rinvio delle elezioni presidenziali che dovevano tenersi prima del 19 dicembre, data di scadenza del suo secondo mandato. In precedenza la Commissione Elettorale Indipendente aveva annunciato che le elezioni sarebbero slittate alla fine del 2018, dopo il completamento della revisione delle liste elettorali (vedi Fides 3/10/2016).
Nuove manifestazioni di protesta sono state annunciate per il 19 ottobre da “Le Rassemblement”, la coalizione dell’opposizione che sostiene lo storico leader Étienne Tshisekedi e che non partecipa al “dialogo nazionale” tra maggioranza e altri partiti d’opposizione per trovare una soluzione alla crisi politica. “Le Rassemblement” aveva indetto le proteste del 19 settembre che erano degenerate in violenti scontri con un bilancio di oltre 50 morti, 127 feriti e 368 arresti. Le Rassemblement” si è comunque dichiarato disponibile a “un vero dialogo inclusivo” per risolvere la crisi
Secondo una nota inviata all’Agenzia Fides dalla Rete Pace per il Congo, “la soluzione alla crisi potrebbe passare attraverso la ricerca di un compromesso, tra le due posizioni sulla questione della data delle prossime elezioni presidenziali, che dovrebbero essere organizzate in una data che si avvicini il più possibile a quella prevista dalla Costituzione, ormai impossibile da rispettare”. Affinché esse possano avere luogo il più presto possibile, sarebbe quindi necessario organizzarle con priorità, disgiungendole da quelle legislative nazionali e legislative provinciali. Inoltre, si potrebbe prendere in considerazione la possibilità di abbreviare, nella misura del possibile, il tempo necessario per la rielaborazione del registro elettorale.
In tal modo, sarebbe possibile organizzare le elezioni presidenziali nel corso dell’anno 2017, in una data che non superi i mesi di ottobre o novembre. “Si tratta di una possibilità realista, poiché il registro elettorale sarebbe già disponibile a partire da giugno-luglio, la circoscrizione elettorale sarebbe una sola (l’intero territorio nazionale) e non richiederebbe, quindi, l’operazione di ripartizione dei seggi secondo le varie circoscrizioni, la quantità del materiale elettorale sarebbe ridotta alle sole presidenziali e richiederebbe un tempo relativamente breve sia par la sua produzione che per la sua distribuzione sul territorio. La formazione degli agenti elettorali potrebbe essere organizzata in contemporanea con altre operazioni di tipo logistico” conclude la nota. (L.M.) (Agenzia Fides 5/10/2016)
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AFRICA/CENTRAFRICA - “Combattimenti al km5 dopo l’uccisione di un comandante militare” riferiscono fonti di Fides
 

Bangui (Agenzia Fides) - Un comandante dell’esercito centrafricano, Marcel Mombeka, è stato ucciso ieri mattina nei pressi del km5, il quartiere musulmano della capitale della Repubblica Centrafricana, Bangui. Nell’agguato è rimasto ferito il figlio quattordicenne del militare.
“La dinamica dell’omicidio del comandate sembra essere quella di un regolamento di conti e non un attacco di Seleka, l’ex ribellione protagonista della guerra civile, almeno è quello che pensa una parte della popolazione” dice all’Agenzia Fides una fonte locale, che ha chiesto l’anonimato per motivi di sicurezza.
“I militari a lui fedeli si sono subito mobilitati per vendicarlo e ne è nata una serie di sparatorie tra questi e i gruppi armati che controllano il km5. Si è combattuto tutto il pomeriggio di ieri fino alla sera, anche con armi pesanti, dietro alla parrocchia del quartiere. Di fronte alla parrocchia sono state erette barricate, mentre la gente della zona è stata costretta di nuovo alla fuga”.
“Oggi, forse anche grazie alla pioggia che cade da stamattina, la situazione è un po’ più calma. Le strade del quartiere sono però deserte e l’atmosfera è pesante. Altre informazioni non è possibile averle perché è ancora pericoloso addentrarsi nel Km5 e ci vorrà qualche giorno per avere un bilancio delle vittime dei combattimenti” conclude la nostra fonte. (L.M.) (Agenzia Fides 5/10/2016)
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AFRICA/EGITTO - Quattro copti (compreso un bambino) rapiti nella provincia di Assiut
 
Assiut (Agenzia Fides) – Quattro cristiani copti, tra i quali figura anche un bambino di 9 anni, sono stati rapiti il 3 ottobre nella città di Manfalut, compresa nella provincia di Assiut, 350 km a sud del Cairo. I rapitori hanno inizialmente chiesto per riscatto 500mila sterline egiziane, equivalenti a oltre 50mila euro. Secondo quanto riportato dal network Watani, i familiari dei rapiti hanno ricevuto dalla polizia il consiglio di pagare il riscatto, se vogliono evitare che i loro congiunti siano uccisi dai rapitori. Questa è la prassi suggerita dalle forze di polizia in casi del genere, dopo che in alcune occasioni i rapiti sono stati uccisi perchè avevano temporeggiato nel pagare le somme richieste.
Il rapimento è avvenuto con modalità singolari: due dei quattro rapiti, i fratelli Emad e Rami Lamei, operano nel campo delle costruzioni edilizie, ed erano stati convocati ad un appuntamento a Manfalut, con la promessa di ricevere una commessa di lavoro. Giunti nella città, un loro parente si è offerto di accompagnarli insieme al figlio piccolo, di nove anni, al luogo dell'appuntamento, dove ad attenderli c'erano i rapitori.
La piaga dei sequestri di persona perpetrati a danno di appartenenti alla comunità copta continua a mietere vittime in tutto l'Egitto, con una concentrazione nell'Alto Egitto, in particolare nelle regioni di Minya e di Assiut, dove in alcuni villaggi sulle rive del Nilo i cristiani in passato sono stati talvolta costretti anche a pagare “preventivamente” somme di denaro sotto la minaccia di subire ritorsioni violente. Nel solo Governatorato di Minya, la somma complessiva di denaro versata per pagare il riscatto di cristiani rapiti dal gennaio 2011 alla fine del 2014 ha ormai superato la cifra di 120 milioni di sterline egiziane. (GV) (Agenzia Fides 5/10/2016). 
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ASIA/INDIA - Crisi del Kashmir: la Chiesa lancia una grande preghiera interreligiosa nazionale
 
New Delhi (Agenzia Fides) - “Annunciamo una grande preghiera nazionale che si terrà domenica 16 ottobre 2016: tutti i Vescovi, tutti i sacerdoti, religiosi e laici, animeranno messe, liturgie, veglie e preghiere per il bene della nazione. Chiediamo a tutti gli uomini e le donne di buona volontà di unirsi a noi e di pregare per il nostro amato paese, invocando la benedizione di Dio sulla sua popolazione”: è l’appello diffuso dal Cardinale Baselios Cleemis, Presidente della Conferenza Episcopale interrituale dell’India (CBCI) - che raggruppa i Vescovi di rito latino, malabarese e malankarese – in risposta alla crisi del Kashmir e all’escalation che si registra nella regione di confine col Pakistan.
Nello stato indiano di Jammu e Kashmir, alla frontiera pakistana, è tuttora in vigore il coprifuoco. Il conflitto tra l'esercito e i gruppi indipendentisti si è infiammato dopo l'uccisione, avvenuta a luglio, di Burhan Wani, noto militante, cui è seguita una serie di attentati e attacchi alle basi militari. La tensione è alta e la popolazione vive sotto sorveglianza militare, mentre scuole, università ed esercizi commerciali sono fermi. Anche le feste e le assemblee religiose sono per ora sospese.
Il messaggio del Cardinale Cleemis, inviato a Fides, invita i credenti di tutte le religioni a unirsi in una preghiera per la pace, valore cha accomuna tutte le fedi: “Il 2 ottobre abbiamo celebrato il compleanno del Mahatma Gandhi; il 4 ottobre è stata la festa di san Francesco di Assisi, messaggero di pace. L’11 ottobre si celebra la festa indù del Dusserah, che è la vittoria del bene sul male; il Muharram, festa significativa per i musulmani, cade il 12 ottobre; il 20 ottobre i sikh ricordano la nascita del guru Granth, mentre il 30 ottobre celebreremo il Deepavali, la festa che segna la vittoria della luce sulle tenebre. Tra tutte queste feste religiose, il nostro amato paese affronta una sfida straordinaria, specialmente ai suoi confini. La Chiesa cattolica , con tutti gli altri credenti, vuole pregare per la giustizia, la pace, la prosperità, l’armonia e l’unità” conclude il Cardinale. (PA) (Agenzia Fides 5/10/2016)
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ASIA/GIORDANIA - La Giordania è il Paese con più rifugiati. Caritas Jordan: situazione insostenibile e pericolosa
 
Amman (Agenzia Fides) - La Giordania ospita al momento due milioni e 7mila rifugiati: una moltitudine che pone il Regno Hascemita al primo posto nella classifica delle Nazioni ospitanti il maggior numero di profughi e sfollati, seguita da Turchia (2,5 milioni), Pakistan (1,6 milioni) e Libano (1,5 milioni). Secondo i dati forniti da Amnesty International, la metà dell'intera massa globale di rifugiati in tutto il mondo è ospitata soltanto da 10 Paesi dei 193 che compongono l'intera lista delle nazioni.
“Questi dati” commenta all'Agenzia Fides Wael Suleiman, Direttore generale di Caritas Jordan, “sono addirittura sottostimati rispetto alla realtà, e impressionano anche perchè documentano che le nazioni più ricche e avanzate ospitano un numero esiguo di profughi, nonostante adesso in quei Paesi molti governi siano guidati o comunque condizionati da forze che guadagnano potere proprio sfruttando e fomentando la paura e il rifiuto degli immigrati. La Giordania è aperta a tutti, siamo consapevoli di svolgere una missione umanitaria importante, e vogliamo continuare. Negli ultimi tempi sono stati regolarizzati come lavoratori legali 200mila rifugiati siriani. Ma ormai rifugiati e immigrati rappresenano il 40 per cento della popolazione. Il debito nazionale è cresciuto negli ultimi anni in maniera esponenziale. Tanti giordani sono adesso più poveri di molti immigrati. Se la comunità internazionale non prende atto della situazione esplosiva e non interviene a sost enere questo sforzo compiuto dall'intero Paese, arriverà un tempo in cui anche qui verranno chiuse le porte d'ingreso e si penserà di rimpatriare chi era fuggito dalla fame e dalle guerre”. (GV) (Agenzia Fides 5/10/2016). 
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AMERICA/BRASILE - Forum sulla garanzia dei Diritti fondamentali riunisce 26 diocesi
 
San Paolo (Agenzia Fides) – "Garanzia dei diritti fondamentali" è il tema del Forum, che si terrà il 29 ottobre a San Paolo, indicato dal gruppo di coordinamento del Forum dei Consigli Pastorali Sociali della Regione Sud 1 della Conferenza Episcopale Brasiliana (CNBB). Il gruppo ha così accolto la proposta della Commissione della Pastorale della Salute dell'Arcidiocesi di San Paolo, a causa della gravità del momento, che minaccia le conquiste sociali attraverso la Proposta di legge 241, in discussione al Congresso nazionale.
Tale proposta dovrebbe congelare la spesa per la Sanità e l’Educazione per 20 anni, con ripercussioni sui lavoratori privati ma soprattutto del pubblico impiego. Se la legge venisse approvata, verrebbe a completarsi la riforma del sistema di previdenza sociale iniziata anni fa, e comporterebbe il blocco dei concorsi e delle assunzioni, oltre al blocco dell’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici. Con l’attuale inflazione mensile che supera l’8,5%, congelare la spesa, i salari e le pensioni significherebbe impoverire l’intera società brasiliana.
Il Forum, secondo le informazioni pervenute a Fides, ha scelto questo tema perché è quello più urgente da trattare secondo le 26 diocesi della Regione Sud 1, che hanno già confermato la loro partecipazione. I Vescovi Sua Ecc. Mons. João Inácio Müller, Vescovo di Lorena, Coordinatore del Forum, e Sua Ecc. Mons. Leonardo Steiner, Ausiliare di Brasilia, Segretario generale della CNBB, si sono offerti ha seguire personalmente i partecipanti.
Nel frattempo, alla fine del mese di settembre hanno scioperato e manifestato i principali settori sociali del paese: lavoratori dei trasporti, dell’educazione, della sanità e le maggiori organizzazioni sindacali. (CE) (Agenzia Fides, 05/10/2016)
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AMERICA/NICARAGUA - Preghiera e digiuno per il presente e il futuro del Nicaragua
 
Managua (Agenzia Fides) – Da domani, 6 ottobre, dietro invito della Conferenza Episcopale del Nicaragua, ogni parrocchia della nazione organizzerà una “Giornata di Preghiera e Digiuno per il presente e il futuro del Nicaragua”.
Il 6 novembre, 3,4 milioni di cittadini nicaraguensi saranno chiamati alle urne per eleggere il Presidente della Repubblica e 90 deputati dell’Assemblea Nazionale. La situazione nel Paese è ancora tesa a causa dalla terza candidatura consecutiva del Presidente Daniel Ortega, non prevista dalla Costituzione, e dalla discussione in corso sulla presenza di osservatori internazionali che garantiscano elezioni libere e trasparenti (vedi Fides 28/09/2016). I Vescovi Silvio José Báez (Ausiliare di Managua), Rolando Alvarez Lagos (Vescovo di Matagalpa) e Juan Abelardo Mata (Vescovo di Estelí) hanno già espresso, a titolo personale, la loro preoccupazione per il futuro della democrazia in Nicaragua (vedi Fides 18/08/2016).
"Vogliamo illuminare dalla nostra fede, come Pastori della Chiesa, questo momento storico. Invitiamo tutti i cittadini ad affrontare questo processo elettorale con decisione e ad agire secondo la propria coscienza, liberamente e senza timore di alcuna coercizione esterna" si legge nel comunicato del Vescovi pubblicato il 22 agosto e rilanciato in questi giorni. "In tempi di crisi e di tensione è facile cedere alla tentazione della violenza, ma questa non risolve mai i conflitti. Chiamiamo tutti i nicaraguensi ad agire pacificamente, nel rispetto delle legittime scelte di ogni persona e ad evitare tutto ciò che minaccia l'integrità fisica e morale degli altri. La pace è un dono di Dio, ma è anche il frutto della giustizia e dell’impegno umano" sottolineano i Vescovi.
(CE) (Agenzia Fides, 05/10/2016)
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AMERICA/PERU’ - Sette bambini su 10 vittime di abusi
 
Lima (Agenzia Fides) - Il 74% dei bambini e delle bambine e l’81% degli adolescenti in Perù subiscono maltrattamenti. E’ quanto emerso nel IV Incontro nazionale per la Prima Infanzia, in corso a Lima. In questa occasione il Ministero della donna e delle popolazioni vulnerabili del Perù ha lanciato una campagna che ha come motto: “Senza picchiare nè umiliare, è ora di cambiare”, per rendere consapevoli gli adulti, attraverso video, degli effetti dannosi che comporta il maltrattamento sulla salute emotiva e fisica dei minori. Secondo la Ricerca nazionale sulle relazioni sociali (ENARES), il 74% dei bambini e delle bambine tra i 9 e gli 11 anni, almeno una volta ha subito violenza fisica o psicologica da parte delle persone con le quali vive. Nel caso degli adolescenti, tra 12 e 17 anni, la percentuale arriva all’81%. Secondo la ENARES, 75 bambini su 100 sono stati vittime di violenza fisica o psicologica da parte di alunni della scuola che frequentano. Il 71,1% ha subito violenza psicologica, il 36,3% è stata vittima di maltrattamento fisico e psicologico e il 40,4% fisico. Inoltre, il 35% del gruppo nella fascia di età tra 12 e 17 anni almeno qualche volta nella vita è stato vittima di violenza sessuale.
(AP) (5/10/2016 Agenzia Fides)

martedì 6 settembre 2016

Bollettino dell'agenzia Fides del 5 settembre 2016

VATICANO - Il Papa ricorda “tante religiose che donano la loro vita senza risparmio in contesti difficili”
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Al termine della Santa Messa celebrata ieri, domenica 4 settembre, sul sagrato della Basilica Vaticana per la Canonizzazione di Madre Teresa di Calcutta, il Santo Padre Francesco prima di recitare la preghiera mariana dell’Angelus, ha ricordato le tante religiose missionarie che operano nel mondo in situazioni spesso molto travagliate con queste parole: “In questo momento vorrei ricordare quanti si spendono al servizio dei fratelli in contesti difficili e rischiosi. Penso specialmente a tante Religiose che donano la loro vita senza risparmio. Preghiamo in particolare per la Suora missionaria spagnola, Suor Isabel, che è stata uccisa due giorni fa nella capitale di Haiti, un Paese tanto provato, per il quale auspico che cessino tali atti di violenza e vi sia maggiore sicurezza per tutti. Ricordiamo anche altre Suore che, recentemente, hanno subito violenze in altri Paesi”. La missionaria suor Isabel è stata uccisa nella capitale haitiana il 2 settembre per rapina (vedi Fides 3/9/2016).
(SL) (Agenzia Fides 5/9/2016)
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AFRICA/CONGO RD - Allerta nel Sud Kivu per la presenza di gruppi armati burundesi
 


Kinshasa (Agenzia Fides) - “La situazione nel pianoro di Ruzizi e nei suoi altipiani nella Provincia del Sud-Kivu, nell’est della Repubblica Democratica del Congo, continua a deteriorarsi. La situazione è così cupa che assomiglia ormai a quella della Provincia del Nord-Kivu” denuncia un comunicato inviato all’Agenzia Fides da ACMEJ/DH, organizzazione umanitaria locale.
Nel comunicato si afferma che negli ultimi giorni si sono verificate nell’area diverse rapine stradali ad opera di persone che parlavano il burundese (kirundi) e lo swahili, suscitando inquietudine nella popolazione locale, che rischia di trasformarsi in irritazione nei confronti dei rifugiati burundesi. Questi ultimi sono arrivati nell’area dall’aprile 2015 per sfuggire alle tensioni e alle violenze causate dalla rielezione del Presidente Pierre Nkurunziza.
Finora, secondo ACMEJ/DH, tra la popolazione locale e i rifugiati esistono buoni rapporti: “Alcuni dei rifugiati sono stati accolti da famiglie congolesi, altri affittano delle case con i propri mezzi finanziari. Ancora una volta, nell’insieme, si nota una vera solidarietà tra congolesi e rifugiati burundesi”.
L’ACMEJ/DH sottolinea che l’infiltrazione di gruppi armati burundesi nella zona non ha nulla a che vedere con la presenza dei rifugiati, anzi, questi ultimi rischiano di diventare “vittime innocenti di questa situazione”. L’organizzazione umanitaria chiede alle autorità locali e alla MONUSCO (Missione ONU nella RDC) di rafforzare la sicurezza nel pianoro di Ruzizi per prevenire ulteriori violenze. (L.M.) (Agenzia Fides 5/9/2016)

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AFRICA/ZAMBIA - La Corte Costituzionale respinge il ricorso del candidato sconfitto alle elezioni presidenziali
 

Lusaka (Agenzia Fides) - La Corte Costituzionale dello Zambia ha respinto il ricorso presentato da Hakainde Hichilema, il candidato sconfitto alle elezioni presidenziali dal Presidente uscente, Edgar Lungu, aprendo la strada al suo insediamento. Secondo la Costituzione, il candidato perdente può presentare ricorso in caso sospetti che ci siano state frodi nelle elezioni.
Nonostante la Corte avesse accordato il 2 settembre una proroga dell’udienza, per permettere a Hichilema di presentare nuovi documenti, oggi la Corte ha sentenziato che il procedimento giudiziario si è concluso lo stesso il 2 settembre, in accordo con la previsione costituzionale secondo la quale la Corte Costituzionale ha 14 giorni di tempo per emettere la propria sentenza dalla data di presentazione del ricorso.
Le elezioni sono state caratterizzate da tensioni, legate anche alla difficile situazioni economica del Paese, mentre le principali confessioni cristiane hanno denunciato la censura dei media indipendenti (vedi Fides 1/9/2016). (L.M) (Agenzia Fides 5/9/2016)
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ASIA/INDIA - Inaugurata in Orissa la strada intitolata a Madre Teresa
 
Bhubaneswar (Agenzia Fides) – Il Primo ministro dello stato di Orissa, Naveen Patnaik, ha ufficialmente inaugurato la “Madre Teresa Road” domenica 4 settembre, alle ore 10.15 (ora locale) a Bhubaneswar, capitale dello stato. L’inaugurazione – la prima in India – è stata pensata nello stesso giorno in cui la Madre veniva proclamata santa in Vaticano da Papa Francesco. Hanno partecipato alla cerimonia numerose autorità civili e religiose, tra le quali l’Arcivescovo John Barwa di Cuttack-Bhubaneswar, e suor Mary Olivet, Superiora regionale delle Missionarie della Carità in Orissa, oltre a migliaia di fedeli.
L’evento di intitolare una strada a Madre Teresa esprime l’auspicio “che l'India diventi una casa per servire i poveri, bisognosi e oppressi” ha detto il Primo Ministro.
Il governo ha accolto la richiesta del Consiglio Episcopale dell’Orissa, che ha espresso gioia e gratitudine verso l’esecutivo. Nell’occasione l’Arcivescovo Barwa, a nome dei Vescovi dell’Orissa, ha rimarcato che il fine di Madre Teresa “non era convertire le persone, ma – come ha detto lei stessa - di fare di un indù un buon indù, di un musulmano un buon musulmano e di un cristiano un buon cristiano”. “La Madre ha ridato dignità a ogni essere umano, senza distinzione di casta o credo” ha aggiunto.
I presenti hanno celebrato la Madre come “persona dal carisma unico”, ricordandone i tanti appellativi: “L'angelo di Calcutta”, “Santa dei poveri”, “Voce della compassione”, “Coscienza dell’umanità”, “Ambasciatrice della carità”, “Profetessa della pace”.
Anche suor Olivet ha ringraziato il governo per il ricordo pubblico di Madre Teresa. Recentemente il governo dell’Orissa ha chiesto alle Missionarie della Carità di prendersi cura delle donne disabili mentali e di alcuni uomini senza fissa dimora. Attualmente circa 90 di loro sono accolti in quattro diverse case delle missionarie in Orissa. In Orissa, le Missionarie della Carità hanno 18 case. Madre Teresa ha visitato per la prima volta Bhubaneswar nel 1974 e poi diverse altre volte. (PA-SD) (Agenzia Fides 5/9/2016)
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ASIA/GIORDANIA - Summit dei Capi delle Chiese su presente e futuro dei cristiani in Medio Oriente
 
Amman (Agenzia Fides) – Si apre domani, martedì 6 settembre, ad Amman, la XI Assemblea generale del Consiglio delle Chiese del Medio Oriente, che vede la partecipazione dei Capi e dei rappresentanti di tutte le compagini ecclesiali presenti nell'area mediorientale. All'incontro, che vede come Chiesa ospitante il Patriarcato greco ortodosso di Gerusalemme, prendono parte tra gli altri il Patriarca greco ortodosso di Antiochia, Yohanna X; il Patriarca caldeo, Louis Raphael I; il Patriarca latino elmerito di Gerusalemme, Fouad Twal: il Patriarca siro cattolico, Ignace Youssif III; il Patriarca greco melkita, Gregoire III, e il Patriarca copto ortodosso, Tawadros II.
Gli incontri e i colloqui tra i Capi delle Chiese e delle comunità religiose si concentreranno sulla condizione dei cristiani mediorientali nella travagliata fase storica attraversata dalla regione, e prenderannno in esame anche la necessità di favorire il dialogo e la convivenza con le comunità islamiche maggioritarie, e le iniziative di soccorso ai rifugiati e alle vittime delle guerre messe in atto dalle comunità ecclesiali. Si valuteranno anche le iniziative da prendere per sollecitare la Comunità internazionale e le potenze globali e regionali a favorire la fine dei conflitti in Siria e Iraq il più presto possibile.
Ospitando il summit ecclesiale di alto livello, il Regno Hascemita di Giordania rivendica anche il suo ruolo di custode dei Luoghi Santi cristiani, e attesta di nuovo la propria sollecitudine a riconoscere la presenza cristiana come elemento autoctono indispensabile e ineliminabile del mosaico di popoli e comunità religiose che convivono in Medio Oriente. Domenica 4 settembre Re Abdallah II, ricevendo il Patriarca copto ortodosso Tawadros II, ha voluto ribadire che la Giordania rappresenta un modello di “coesistenza armoniosa” tra cristiani e musulmani. Durante il suo primo giorno in Giordania, Papa Tawadros ha inaugurato a Madaba il monastero copto ortodosso di Sant'Antonio – la cui prima pietra era stata posta dal suo predecessore Shenuda III nel 2005 – e si è recato in vistita al Monte Nebo, da dove Mosè ebbe la visione della Terra Promessa destinata da Dio al Popolo Eletto.
Il Consiglio delle Chiese del Medio Oriente, fondato nel 1974 a Nicosia e attualmente con sede a Beirut, ha lo scopo di facilitare la convergenza delle comunità cristiane mediorientali su temi di comune interesse e favorire il superamento di contrasti di matrice confessionale. (GV) (Agenzia Fides 5/9/2016).
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ASIA/TURCHIA - Il Patriarcato ecumenico respinge le “false accuse” di coinvolgimento nel fallito colpo di Stato
 
Istanbul (Agenzia Fides) – Il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli deplora le “false accuse” circolate nei giorni scorsi sulla stampa turca e volte ad accreditare un coinvolgimento del Patriarca ecumenico Bartolomeo I nel fallito colpo di Stato tentato in Turchia lo scorso 15 luglio. La riprovazione del Patriarcato ecumenico e stata resa nota dal protopresbitero Dositheos Agnostpoulos, responsabile dell''Ufficio stampa patriarcale, con una dichiarazione asciutta, dove si fa riferimento all'articolo attribuito all'ex diplomatico Usa Arthur Hughes e pubblicato a metà agosto sul sito internet www.orietnalreview.org, che veniva presentato dalla stampa turca come fonte delle indiscrezioni riguardanti il Patriarcato ecumenico. In realtà, lo stesso Hughes ha smentito di essere l'autore dell'articolo. Considerati gli aspetti poco chiari della vicenda, fonti vicine al Patriarcato riportano all'Agenzia Fides l'impressione che l'intera operazione sia stata architettata per mettere in difficoltà lo stesso Patriarca Bartolomeo.
Lo scorso 30 agosto (vedi Fides 1/9/2016) il quotidiano turco Aksam ha pubblicato in prima pagina un articolo in cui si accreditavano presunte connivenze della CIA e del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli con il golpe fallito in Turchia il 15 luglio, ordito secondo Ankara dal predicatore islamico Fethullah Gulen – attualmente esule negli Usa – e al suo movimento Hizmet.
(GV) (Agenzia Fides 5/9/2016).
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AMERICA/MESSICO - In 18 mila pregano per la famiglia e i migranti
 
Ciudad Juarez (Agenzia Fides) – Da Ciudad Juarez (Messico), 15 Vescovi delle diocesi della zona di frontiera tra Stati Uniti e Messico, hanno partecipato alla celebrazione per la difesa della famiglia e dei migranti. Secondo la nota inviata a Fides, circa 18 mila persone sabato sera, 3 settembre, presso il Centro Convegni El Punto, hanno partecipato alla Messa presieduta da Sua Ecc. Mons. Jose Guadalupe Torres Campos, Vescovo di Ciudad Juarez, Chihuahua.
"Non possiamo rimanere indifferenti alla voce di Dio che oggi attraverso l'Eucaristia ci continua a parlare. Nel Vangelo, Dio parla a Giuseppe attraverso un sogno e dà un'indicazione molto concreta: Alzati prendi la tua famiglia, curala, proteggila, e Giuseppe ascolta la voce di Dio, prende la sua famiglia, la porta in Egitto per prendersi cura di essa e proteggerla dal nemico, la salva, la custodisce" ha detto il Vescovo durante l'omelia, “così anche noi riguardo alle nostre famiglie, dobbiamo seguire la voce di Dio”.
Sullo stesso altare costruito per la celebrazione di Papa Francesco per i migranti, durante la sua visita in Messico, insieme a Mons. Torres hanno concelebrato il Segretario della Conferenza Episcopale Messicana, alcuni Vescovi del Messico e degli Stati Uniti. Questa Messa è stata la celebrazione finale della "Marcia per le famiglie", organizzata pensando alle famiglie di tanti messicani divisi dalla frontiera, e nel programma degli eventi per l'Anno della Misericordia.
(CE) (Agenzia Fides 05/09/2016)
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AMERICA/COLOMBIA - La Settimana per la Pace a Cali: “Dai dialoghi agli accordi di riconciliazione”
 
Cali (Agenzia Fides) – Nella cornice della 29ma edizione della “Settimana per la Pace” che si celebra in Colombia dal 4 al'11 settembre (vedi Fides 1/09/2016), l'arcidiocesi di Cali, guidata dal suo Arcivescovo, Sua Ecc. Mons. Darío de Jesús Monsalve Mejía, ha preparato diversi eventi, di cui il principale sarà l'incontro, il 6 settembre, sul tema: “Dai dialoghi agli accordi di riconciliazione". Tale incontro, secondo gli organizzatori, avrà lo scopo di “fornire alla comunità strumenti sufficienti per prendere decisioni consapevoli dinanzi al referendum. Permetterà anche di comprendere le sfide che deve assumere la cittadinanza colombiana in questo nuovo processo di transizione verso la pace, nella costruzione della riconciliazione collettiva, nella credibilità e nel rispetto degli altri che la pensano diversamente".
L'incontro-dialogo presenterà l'esperienza della Chiesa nella costruzione della pace e l'importanza della riconciliazione come strumento essenziale per la pace. Il principale invitato è Sua Ecc. Mons. Luis Augusto Castro Quiroga, Arcivescovo de Tunja e presidente della Conferenza Episcopale della Colombia. Insieme a lui prenderanno la parola anche Henry Acosta, economista che lavora a Cali ed è uno dei principali protagonisti dei dialoghi fra Farc e governo colombiano, e padre José González, Vicario dell’arcidiocesi di Cali per la Riconciliazione e la Pace.
(CE) (Agenzia Fides, 05/09/2016)
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AMERICA/BOLIVIA - Missionario fra i giovani alcolisti nella foresta amazzonica
 
La Paz (Agenzia Fides) – Giovanni Forasacco aveva 54 anni quando lasciò l’Italia per andare missionario in Bolivia. Era entrato a far parte della Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi, e maturò qui la scelta di andare a vivere in piena foresta Amazzonica, nella regione dell’Alto Beni, insieme ad un gruppo di alcolisti per accompagnarli nel loro recupero. Come informa la nota pervenuta a Fides, si tratta di persone senza speranza, la cui unica possibilità di sopravvivere è isolarsi nella giungla. Insieme a loro coltiva banane, caffè, riso, ed annuncia la parola di Gesù traducendo loro “Pane Quotidiano”, il bimestrale con la parola di Dio di ogni giorno e le meditazioni di don Benzi. Ma soprattutto li ascolta, li sostiene, ed ancor più comprende le loro miserie.
Nella foresta le condizioni di vita sono estremamente difficili: caldo umido, insetti che ti tormentano tutto il giorno, povertà estrema. Nessun altro missionario era riuscito a stare lì a lungo, mentre Giovanni dona tutte le sue energie a quegli uomini distrutti dall’alcool e da una vita di stenti. Con l’aiuto di donazioni dall’Italia e dei progetti dell’Unione Europea, costruisce un nuovo capannone dove il piccolo gruppo potesse vivere più dignitosamente. Nel maggio di quest’anno era rientrato in Italia per reperire ancora fondi per continuare questi lavori, ma il 29 agosto muore improvvisamente, mentre sta lavorando la sua amata terra, a 63 anni. Aveva lasciato detto che voleva essere sepolto di fronte alla cappella di quella piccola comunità di persone ferite, accanto ad un giovane ospite morto qualche anno fa. (SL) (Agenzia Fides 5/9/2016)
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OCEANIA/AUSTRALIA - La misericordia viaggia in e-conference
 
Sydney (Agenzia Fides) – “Misericordia: un modo di essere nel mondo” è il titolo della nuova e-conference (conferenza sul web) organizzata per il 20 settembre dal Broken Bay Institute, nella omonima diocesi australiana, specializzato in comunicazione on-line su argomenti teologici e spirituali. In sintonia con i contenuti dell’Anno giubilare della Misericordia, Broken Bay Institute, partner della Conferenza episcopale Australiana, “intende rispondere in tal modo all'invito di Papa Francesco ad esplorare questo aspetto centrale della nostra fede” annuncia l’Istituto.
Come riferisce una nota pervenuta a Fides, il Broken Bay Institute ha creato nell’Anno santo una serie di eventi, conferenze e seminari intitolati “Momenti di misericordia” (Mercy Moments), in cui si inserisce la e-conference. “Crediamo che la e-conference sia un’estensione della formazione alla fede in epoca contemporanea e in un ambiente contemporaneo” ha spiegato Gerard Goldman, amministratore delegato dell’Istituto. In un Istituto che fa della formazione teologica e spirituale la sua missione, “riteniamo sia nostra responsabilità fornire a tutti i fedeli che possono collegarsi on-line una risorsa e un approfondimento gratuito” ha proseguito Goldman.
La web conferenza si avvarrà dei contributi in diretta di Sua Ecc. Mons. Mark Coleridge, Arcivescovo di Brisbane; di suor Veronica Lawson, scrittrice; di Phil Glendenning, presidente del Consiglio per i rifugiati dell'Australia. Quanti saranno collegati potranno intervenire in diretta per porre domande ai relatori o dibattere con loro. (PA) (Agenzia Fides 5/9/2016)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

The Chosen ...é sufficiente per me...posso fare molto con questo ..

Ed egli disse: «Portatemeli qui». E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull'erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occ...