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lunedì 7 dicembre 2020

Vatican news 7 dicembre 2020

 

Città vecchia di Mosul- Croce sulla Chiesa di S. Thomas
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L’annuncio del nuovo pellegrinaggio, il primo dalla fine del 2019, è stato dato dal direttore della Sala Stampa della Santa Sede: il Papa visiterà Baghdad, la piana di Ur, Erbil, Mosul e Qaraqosh 

Cardinale Sako, Patriarca caldeo in Iraq
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Il Patriarca di Babilonia dei Caldei commenta l'annuncio della visita di Papa Francesco in Iraq dal 5 all'8 marzo del 2021: da tempo viviamo nella paura, ma ... 

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Papa Francesco modifica con il Motu proprio “Ab initio” le norme canoniche delle Chiese cattoliche d'Oriente stabilendo la priorità della Santa Sede ... 

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Il 7 dicembre 1965 la storica Dichiarazione comune con il reciproco gesto di perdono che poneva fine alle reciproche scomuniche, preceduta dall’abbraccio fra ... 

SANTA SEDE E CHIESA NEL MONDO

Confessionali
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Una Lettera di auguri quella del Penitenziere Maggiore che guarda al Natale come all'incontro con Gesù che viene a salvarci, ad un abbraccio con Lui che deve ... 

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Nella Solennità dell’Immacolata Concezione, la Conferenza Episcopale Italiana invita fedeli e comunità religiose ad unirsi virtualmente tramite radio, tv e ... 

San Giovanni Paolo II
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In un comunicato stampa l'arcivescovo Stanisław Gądecki, Presidente della Conferenza Episcopale Polacca, risponde in merito agli attacchi alla persona di S. ... 

Croce
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L’Esarca dei cattolici ucraini di rito bizantino in Italia traccia le priorità del suo impegno pastorale non dimenticando le sfide che la pandemia impone anche ... 

La protesta degli agricoltori in Perù
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Rivedere il quadro normativo per regolare il lavoro di molti operai che mancano dei diritti essenziali. E’ la richiesta dei presuli al Congresso 

Cristiani in Pakistan
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Dopo la liberazione della dodicenne cristiana costretta a sposarsi contro la sua volontà, resta alta l’attenzione sul problema delle conversioni forzate. Il 10 ... 

Mobilitazione per il rilascio di padre Swamy
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Rinviata al 10 dicembre l’udienza per la libertà su cauzione del religioso sul quale pesano accuse di sedizione e terrorismo. Tante le voci di protesta che si ... 

Voto regionale in Indonesia
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In occasione del voto del 9 dicembre, i presuli lanciano un appello perché si rispettino le regole e si lavori per il bene comune 

mercoledì 19 febbraio 2020

Agenzia Fides 19 febbraio 2020

AFRICA/NIGERIA - Liberato p. Oboh, il prete nigeriano rapito la scorsa settimana
 
Abuja (Agenzia Fides) - È stato liberato nella serata di ieri, 18 febbraio, P. Nicholas Oboh, il prete nigeriano rapito la scorsa settimana nella regione sud-occidentale della Nigeria (vedi Fides 15/2/2020). “Sono lieto di informarvi che il nostro sacerdote rapito giovedì scorso, P. Nicolas Oboh, ha riguadagnato la sua libertà" ha detto un portavoce della diocesi di Uromi in un messaggio trasmesso via WhatsApp il 18 febbraio. “È stato rilasciato stasera" ha detto il portavoce. “Molte grazie per le vostre preghiere”.
Il rapimento di p. Oboh è l'ultimo di una serie di rapimenti e uccisioni in Nigeria di cattolici e di appartenenti ad altre confessioni cristiane. All'inizio di questa settimana, nello Stato di Borno un gruppo di militanti islamisti ha assalito alcuni veicoli, dandoli alle fiamme, uccidendo 30 persone, tra cui una madre incinta e il suo bambino. L'attacco ha anche distrutto 18 veicoli pieni di scorte di cibo per la regione.
Ricordiamo inoltre i quattro seminaristi rapiti dal seminario maggiore del Buon Pastore di Kakau, nello Stato di Kaduna, nel nord-ovest della Nigeria, da uomini armati nella notte dell'8 gennaio (vedi Fides 13/1/2020). Il più giovane di questi, Michael Nnadi (18 anni), è stato ucciso mentre gli altri tre sono stati liberati (vedi Fides 3/2/2020), ma uno si trova in ospedale in condizioni critiche per le ferite subite. (L.M.) (Agenzia Fides 19/2/2020)
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AFRICA/COSTA D’AVORIO - La diocesi di Yopougon impegna i suoi sacerdoti a combattere la violenza e gli abusi sessuali
 
Abidjan (Agenzia Fides) - Impegnare i propri sacerdoti nella lotta della Chiesa universale contro gli abusi sessuali e a favore della protezione dei minori e delle persone vulnerabili. È l’obiettivo che si è dato Sua Ecc. Mons. Jean Salomon Lézoutié, Vescovo di Yopougon in Costa d'Avorio, che ha organizzato un corso di formazione sull'argomento per sacerdoti diocesani e religiosi, svoltosi il 13 febbraio.
Il corso si è tenuto presso il Centro Mons. Alexandre Chapoulie, ed è stato organizzato dal Centro per la protezione dei minori e delle persone vulnerabili dell’Istituto Cattolico Missionario (ICMA). Secondo p. Donatien Lolo, Vicario episcopale responsabile del clero diocesano, il corso di formazione “ci invita a raddoppiare la vigilanza e ad accrescere la prudenza nell'accompagnare i bambini e persino gli adulti, perché dobbiamo ricordare che rischiamo di distruggere le vite con gesti e comportamenti inappropriati e indelicati”. Ha poi aggiunto che “la formazione è un mezzo molto efficace per prevenire e combattere queste tristi pratiche che deturpano la Chiesa”.
Al termine del corso, seguendo la logica di "tolleranza zero" di Papa Francesco e della Chiesa universale per la prevenzione e la gestione in modo trasparente e rigoroso dei casi di abuso sessuale di minori o sulle persone vulnerabili, la diocesi di Yopougon ha adottato alcune misure che includono, tra le altre cose, l'offerta agli operatori pastorali di un codice di condotta contro l'abuso sessuale e per la protezione di minori e persone vulnerabili, elaborato dalla Conferenza Episcopale della Costa d'Avorio la cui convalida è in attesa di approvazione da parte della Santa Sede. Verranno inoltre creati nei prossimi giorni degli uffici di segnalazione per il sostegno sia delle vittima che del sacerdote accusato. Verranno infine aumentati i corsi di formazione e sensibilizzazione affinché tutti siano coinvolti in questa lotta. (S.S.) (Agenzia Fides 19/2/2020)

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ASIA/MALAYSIA - Pace, amore e fede: pietre angolari di una società armoniosa
 
Kuching (agenzia Fides) - La Chiesa cattolica nello stato del Sarawak, parte del Borneo malaysiano, è costantemente impegnata a promuovere l'armonia interreligiosa nella società. Come appreso dall'Agenzia Fides, nei giorni scorsi l'Arcivescovo di Kuching, Simon Poh, e don Felix Au, della diocesi di Kuching, in Sarawak, hanno partecipato come delegati al 12° Forum multireligioso annuale presso l'Islamic Information Center. Giunto alla sua 12a edizione, il Forum rappresenta un'occasione di scambio e di confronto importante per affrontare questioni e preoccupazioni esistenti nelle diverse comunità di fede in Malaysia. Quest'anno i rappresentanti di varie comunità religiose della regione si sono riuniti confrontandosi su di un tema che li ha visti tutti coinvolti: "Pace, amore e fede: pietre angolari di una società armoniosa".
Don Felix Au ha spiegato ai presenti la prospettiva di un cristiano e ha toccato l'importanza di amare Dio e il prossimo, per portare il "frutto dell'amore" che è la pace. "Amare Dio è il primo e il più grande di tutti i comandamenti" ha detto. "L'espressione pratica di amare Dio è strettamente connessa con l'altro grande comandamento: amare il prossimo come te stesso" ha rimarcato il sacerdote. Don Au ha anche fatto riferimento alla parabola del Buon samaritano, applicandola al contesto della Malaysia e auspicando che ogni cittadino "possa essere aperto, umile e rispettoso verso gli altri fratelli e sorelle". "L'obiettivo del dialogo religioso - ha detto - non è 'avere la meglio in una discussione' o convertire l'interlocutore, ma di arrivare insieme alla pace, alla comprensione e al maggiore rispetto reciproco".
Il leader Desmond Tan, rappresentante del Taoismo, ha condiviso il suo pensiero, rimarcando "l'importanza di creare armonia con la natura", mentre Gurdial Singh, in rappresentanza della religione sikh ha affermato che "coltivare l'amore in se stessi e l'amore per Dio sono le chiavi per raggiungere la pace". Il Forum ha anche accolto le opinioni dei rappresentanti di fede Baha’i e di Wan Muhammad Mujahid Bin Wan Alwi, che ha parlato della prospettiva islamica.
I leader presenti hanno concordato sul fatto che l'atmosfera di comprensione e unità, a livello culturale e religioso, che si vive negli stati del Borneo malaysiano (Sabah e Sarawak) può essere un buon esempio per la società della Malaysia peninsulare. E' importante anche che le autorità civili promuovano politiche e una prassi sociale di integrazione nella gestione della religione e delle relazioni interetniche nel paese, hanno affermato. Un aspetto importante, al fine di tutelare sempre l'armonia interreligiosa, è individuare e svelare se alcune questioni religiose sono manipolate da individui con una agenda personale o in cerca di consenso elettorale. I cittadini malaysiani sono chiamati a riconoscere queste trappole e a tenere alto il livello di tolleranza, rispetto e fiducia verso altre persone, di fede, cultura o etnia differente, continuando a cercare la comprensione reciproca per combattere idee estremiste e radicali. E' stato questo l'appello conclusivo lanciato dai delegati presenti.
La Malaysia è un paese multietnico, multiculturale e multi-religioso. La sua popolazione è composta da quasi 32 milioni di persone, di cui oltre il 60% sono musulmani etnici Maaya. I cattolici rappresentano il 4% della popolazione. (SD-PA) (Agenzia Fides 19/2/2020)
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ASIA/AFGHANISTAN - Scuola per i bambini Down: la missione delle suore a Kabul
 
Kabul (Agenzia Fides) - “L’operato delle suore a Kabul continua in maniera instancabile. Sappiamo che tra qualche giorno dovrebbe ricominciare l’anno scolastico con circa un mese di ritardo. Al ritorno dalle vacanze invernali, infatti, la neve e il freddo avevano congelato le tubature per l’erogazione dell’acqua, ma ora il problema sembra essere stato risolto. Attualmente, le nostre tre suore si occupano dell’istruzione di circa quaranta bambini affetti da sindrome di Down. Gli studenti sono distribuiti in 4 aule, guidati da insegnanti locali. Le lezioni iniziano al mattino, intorno alle 8 e terminano il pomeriggio verso le 16”. E’ quanto racconta all’Agenzia Fides padre Matteo Sanavio, sacerdote della Congregazione dei padri Rogazionisti e referente dell’Associazione "Pro Bambini di Kabul". Si tratta di una realtà intercongregazionale (che accoglie, cioè, religiose di diversi Ordini) nata su iniziativa del sacerdote Guanelliano p. Giancarlo Pravettoni per rispondere alla richiesta di Giovanni Paolo II che, nel discorso di Natale del 2001, lancio un appello al mondo per salvare i bambini afghani.
“Le suore sono supportate in tutto dall’Associazione, che vive quasi esclusivamente di donazioni. Fino allo scorso anno avevamo dubbi sul fatto che potessimo continuare questo servizio nel 2020, ma abbiamo organizzato raccolte e cercato nuovi sostenitori. La Provvidenza dimostra sempre di non abbandonarci”, spiega p. Sanavio, che aggiunge: “Tutto sommato adesso la situazione è abbastanza tranquilla, non abbiamo notizie di disordini a Kabul. Il problema più grande resta quello di garantire un ricambio tra le religiose presenti nella scuola: a novembre erano rimaste in due e la situazione era piuttosto precaria, ma poi siamo riusciti a garantire nuovamente la presenza di tre sorelle”. Nel reperire le religiose, che giungono per un periodo di missione, vi è la necessità di suore che abbiano una cultura vicina a quella afghana o che, per lo meno, conoscano la lingua araba. Soprattutto bisogna trovare suore disposte a trascorrere due o tre anni della propria vita compiendo grandi sacrifici, in condizioni precarie.
In Afghanistan, dove l’Islam è riconosciuto come religione di Stato, la presenza cattolica fu ammessa all'inizio del Novecento come semplice assistenza spirituale all’interno dell’Ambasciata italiana a Kabul, con il primo sacerdote Barnabita. Nel 2002 è stata creata la “Missio sui iuris” da Giovanni Paolo II. Oggi la missione cattolica continua ad aver base nella struttura diplomatica ed è affidata al Barnabita padre Giovanni Scalese. Nella capitale afghana sono operative, inoltre, le suore Missionarie della Carità. (LF-PA) (Agenzia Fides 19/2/2020)
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ASIA/IRAQ - Gli Emirati Arabi (con patrocinio Unesco) finanziano la ricostruzione della chiesa di San Tommaso a Mosul
 
Mosul (Agenzia Fides) – Inizieranno entro aprile i lavori di ricostruzione e restauro della chiesa di San Tommaso a Mosul, devastata - ma non completamente distrutta - nel tempo in cui la metropoli irachena era sotto il controllo dei jihadisti dell’auto-proclamato Stato Islamico. La ricostruzione del luogo di culto cristiano, appartenente alla Chiesa siro–cattolica, viene presentata anche da commentatori locali come un segno della rinascita di Mosul: a sostenere l’opera di restauro sarà l’Unesco, grazie soprattutto a un cospicuo finanziamento fornito dagli Emirati Arabi Uniti.
Il progetto fa parte dell’iniziativa “Revive the spirit of Mosul”, lanciata nel 2018 e volta a raccogliere fondi per ricostruire monumenti e luoghi di culto che simboleggiano l’identità plurale, multietnica e multireligiosa della città nord-irachena, e che hanno subito gravi danni durante l’occupazione jihadista. Il programma di restauri ha ricevuto dalle autorità degli Emirati Arabi Uniti un finanziamento di 50 milioni di dollari.
Durante l’occupazione jihadista e nelle fasi di conflitto terminate nel dicembre 2017 con la riconquista di Mosul da parte delle forze armate irachene, la chiesa di San Tommaso aveva subito gravi danni alle mura esterne e al colonnato interno che separa le navate. La portata simbolica del restauro della chiesa di San Tommaso è stata sottolineata in un comunicato dell’Unesco, che descrive il luogo di culto cristiano come un emblema della storia di Mosul, che in passato è stata "crocevia di culture e rifugio tranquillo per diverse comunità religiose nel corso dei secoli". La chiesa si trova nella parte storica della città, sulla sponda orientale del fiume Tigri, ed è stata costruita nel 1859.
Dopo gli anni dell’occupazione jihadista di Mosul, e a più di un anno e mezzo dalla sua liberazione, proprio la chiesa di San Tommaso, ancora ingombra di macerie, ha ospitato giovedì 28 febbraio 2019 una “Messa per la pace” (nella foto) che ha registrato anche la presenza di musulmani e di membri di minoranze non cristiane, nel segno dell’auspicata riconciliazione tra le diverse componenti della popolazione locale. La liturgia eucaristica, come riferito dall’Agenzia Fides (vedi Fides 1/3/2019), fu celebrata dall’Arcivescovo siro cattolico Boutros Moshi, e vide la partecipazione dell’Arcivescovo caldeo Najib Mikhail Moussa OP, insieme a diverse suore, sacerdoti, rappresentanti delle organizzazioni della società civile e gruppi di musulmani, yazudi, shabak, curdi e turkmeni.
Quella liturgia eucaristica rappresentò un passaggio importante del progetto sostenuto dall’Associazione Italiana "Un Ponte Per…", progetto volto a sostenere iniziative e processi di riconciliazione tra le diverse componenti della popolazione e il superamento delle ferite, dei risentimenti e dei sospetti lasciati in eredità dal conflitto.
Nella cornice dell’iniziativa “revive the spirit of Mosul” sono già iniziati anche i lavori di restauro della grande moschea di al Nuri. Il 5 luglio 2014, Abu Bakr al Baghdadi pronunciò la sua prima allocuzione dopo essere stato proclamato “Califfo” dello Stato islamico.
Intanto, domenica 16 febbraio, Najm al-Jubouri, governatore della Provincia irachena di Ninive, ha riferito che negli ultimi tempi sono state 79 le famiglie cristiane ritornate alle proprie case nella Piana di Ninive, da dove erano dovute fuggire precipitosamente nel giugno 2014 davanti all’avanzata delle milizie jihadiste di Daesh. Al Jubouri ha ribadito che il ritorno degli sfollati nelle loro aree di tradizionale insediamento rappresenta una priorità per le autorità locali irachene. Nondimeno, diverse ricerche e indagini sui processi di contro-esodo concordano nel riferire che rimane piuttosto bassa la percentuale di sfollati cristiani ritornati alle proprie case a Mosul e nella Provincia di Ninive. (GV) (Agenzia Fides 19/2/2020).
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AMERICA - I Vescovi del continente riuniti per analizzare le situazioni particolari e individuare linee comuni di azione
 
Tampa (Agenzia Fides) – Presiedendo la preghiera del mattino e poi l'Eucaristia, il Presidente del Consiglio episcopale per l'America Latina (CELAM), Mons. Miguel Cabrejos, Arcivescovo di Trujillo (Perù), ha dato inizio ieri all'incontro dei Vescovi della Chiesa in America. L’evento si svolge presso il centro di spiritualità Betania, nella città di Tampa - Florida (Stati Uniti), dal 17 al 20 febbraio.
Questo incontro, che è iniziato nel 1967, ha come temi centrali il contesto del Sinodo speciale sull'Amazonía e la recente Esortazione apostolica "Querida Amazonia", presentata in videoconferenza da Mauricio López, segretario della rete ecclesiale panamazonica, REPAM. Altro argomento di rilievo è la realtà delle comunità indigene in Canada e le sfide pastorali per la Chiesa in quel paese, tema che sarà presentato da Mons. Raymond Poisson, Vice presidente della Conferenza episcopale del Canada.
Mons. José Horacio Gómez, Presidente della Conferenza episcopale degli Stati Uniti, ha presentato il tema dell'evangelizzazione nell'unione americana con la sfida di accompagnare una pastorale integrativa per gli immigrati e le strategie da adottare per avvicinarsi ai cattolici che si allontano sempre di più dalla Chiesa.
La prima giornata si è conclusa con la presentazione della crisi socio-politica vissuta da alcuni paesi dell'America Latina e dei Caraibi, da parte di Rodrigo Guerra, direttore del Center for Advanced Social Research.
Tale incontro, che si svolge ogni due anni, è l’unico che riunisce la Presidenza della Conferenza dei Vescovi cattolici degli Stati Uniti (USCCB), della Conferenza episcopale del Canada (CCCB) e il Consiglio Episcopale Latinoamericano (CELAM) per coordinare linee comuni di azione a livello continentale.
(CE) (Agenzia Fides, 19/02/2020)
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AMERICA/BOLIVIA - Dilaga la dengue: la Chiesa sollecita la popolazione a collaborare per limitarne la diffusione
 
Santa Cruz (Agenzia Fides) – In Bolivia la popolazione è in allerta per la propagazione del virus della dengue che sta facendo registrare picchi molto elevati di contagi. “Il Signore ci chiede di essere corresponsabili nell'attuare le misure preventive che le autorità sanitarie hanno pianificato, ci invita ad essere solidali con i malati ma anche ad affidarli insieme alle loro famiglie alla Vergine Maria” ha detto mons. Sergio Gualberti, Arcivescovo di Santa Cruz rivolgendosi ai fedeli durante l’omelia della messa domenicale.
In occasione della Giornata Mondiale del Malato, celebrata lo scorso 11 febbraio, mons. Gualberti ha sottolineato la peculiarità di questa giornata, dando particolare rilevanza ai contagi di dengue in Bolivia e alla minaccia globale del coronavirus.
L’intera popolazione boliviana – esorta la Chiesa Cattolica – è chiamata ad assumersi la responsabilità di attenersi alle misure di prevenzione programmate dalle autorità sanitarie nelle aree endemiche. Dall’inizio del mese il Ministero della Sanità ha segnalato 5 decessi a causa della dengue in Bolivia, 9.142 casi sospetti e 1.943 confermati. Secondo il bilancio provvisorio, la situazione è particolarmente allarmante nel dipartimento di Santa Cruz, dove è stata registrata la più alta prevalenza della malattia con 5.641 casi sospetti e 1.245 confermati.
Secondo i dati diffusi dall’Organizzazione panamericana della salute (Ops) nel 2019, nell’America del Sud la propagazione del virus della dengue ha toccato picchi storici: i casi accertati di infezione sono stati circa 3 milioni 140 mila, per un totale di oltre 1.500 decessi. Nelle prime quattro settimane del 2020 sono già stati più di 125mila i nuovi casi, in netta crescita. In Bolivia, le istituzioni, la Chiesa e la società civile chiedono alla popolazione di collaborare attivamente per frenare la diffusione della malattia.
(AP) (19/2/2020 Agenzia Fides)
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AMERICA/VENEZUELA - Una connotazione missionaria alla Giornata Nazionale della Gioventù
 
Maracaibo (Agenzia Fides) – Nell’ambito delle diverse iniziative previste per la Giornata Nazionale della Gioventù (JNJ), che in Venezuela viene celebrata la domenica più vicina al 12 febbraio, i gruppi missionari giovanili delle parrocchie dell’arcidiocesi di Maracaibo hanno preso parte al Sabato Giovanile Missionario (SAJUMI), che si è svolto il 15 febbraio nella chiesa di San Martin de Porres. Secondo le informazioni pervenute a Fides, la giornata è stata scandita da varie attività formative, ricreative, di preghiera, di riflessione e di evangelizzazione. All'evento hanno partecipato oltre cento giovani di diverse comunità che condividono il carisma del Servizio di animazione e cooperazione missionaria, Jovenmision. Anche il Seminario maggiore di Maracaibo ha svolto iniziative di evangelizzazione e di fratellanza attraverso le attività sportive.
La Pastorale Giovanile dell’arcidiocesi di Maracaibo ha celebrato la 13ma Giornata Nazionale della Gioventù (JNJ) attraverso numerose attività che si sono svolte nelle parrocchie, secondo il motto scelto dalla Pastorale Giovenile del Venezuela: “Giovane venezuelano, Cristo vive e ti ama vivo!”, che era accompagnato dalla citazione biblica dell’annunciazione: “Perché nulla è impossibile a Dio” (Lc 1,37).
Tutti i sacerdoti sono stati invitati a celebrare questa Giornata in ogni parrocchia durante l'Eucaristia domenicale del 16 febbraio, seguendo le indicazioni di un sussidio guida, affinché questa intenzione della Chiesa del Venezuela fosse presente nella liturgia e i fedeli fossero motivati a collaborare con la loro preghiera e una colletta speciale per il lavoro portato avanti dalla Pastorale Giovanile nel paese. La Giornata Nazionale della Gioventù è uno spazio dedicato ai giovani per l'ascolto, la riflessione, la condivisione di esperienze e momenti celebrativi. (SL) (Agenzia Fides 19/2/2020)

martedì 7 febbraio 2017

Bollettino Agenzia Fides 7 febbraio 2017

AFRICA/CONGO RD - I Vescovi: “la scomparsa di Tshisekedi sproni tutti a concludere l’accordo per il quale si era battuto”
 

Kinshasa (Agenzia Fides) - “Étienne Tshisekedi incarna una buona parte della storia politica del nostro Paese in quanto figura emblematica dell’opposizione congolese” scrivono i Vescovi della Repubblica Democratica del Congo in un comunicato giunto a Fides sulla morte dell’84enne capo fila dell’opposizione, morto a Bruxelles il 1° febbraio (vedi Fides 2/2/2017).
“La sua scomparsa lascia un vuoto politico in questo momento cruciale della storia del nostro Paese” afferma il messaggio firmato da Sua Ecc. Mons. Marcel Utembi Tapa, Arcivescovo di Kisangani e Presidente della CENCO (Conferenza Episcopale Nazionale del Congo), facendo riferimento alle trattative per l’attuazione dell’accordo di San Silvestro al fine di creare un governo di unione nazionale che porti il Paese alle elezioni entro l’anno (vedi Fides 3/1/2017).
“Che la scomparsa di questa icona della politica sia per tutti un’occasione e un leitmotiv per portare a termine l’accordo politico” auspica Mons. Utembi, che è uno dei mediatori della trattativa. L’impegno di Tshisekedi nelle discussioni, appena prima della sua morte, deve essere considerato come “un testamento politico lasciato in eredità a tutti i difensori della democrazia” conclude l’Arcivescovo. (L.M.) (Agenzia Fides 7/2/2017)
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AFRICA/SUD SUDAN - Wau: centinaia di sfollati in gravi difficoltà accolti in una parrocchia cattolica
 

Juba (Agenzia Fides) - Centinaia di sfollati accolti all’interno della chiesa Nazareth di Wau si trovano in forte sofferenza per la scarsità di cibo e di riparo. Lo ha detto a Radio Tamazuj, Natalina Andrea Mambo, Direttore della Commissione Giustizia e Pace della diocesi di Wau. Gli sfollati sono stati costretti alla fuga per gli scontri tra agricoltori e pastori nella Contea di Jur River. Queste persone vivono all’aperto nel comprensorio della parrocchia cattolica e soffrono per la forte carenza di cibo e di protezione dagli agenti atmosferici, anche se hanno ricevuto assistenza dalle locali organizzazioni umanitarie.
Nonostante ciò “la loro situazione è ancora la stessa, sono stata questa mattina (5 febbraio, ndr.) alla chiesa Nazareth e ho trovato che molti di loro vivono ancora all’aperto senza protezione” ha detto la responsabile di Giustizia e Pace.
“In questi giorni a Wau fa freddo e gli sfollati stanno ricevendo solo alcuni aiuti per i bambini. Non hanno fogli di plastica per poter fare delle tende, ed anche quelli che si trovano nella chiesa episcopale non hanno ricevuto nulla”.
Wau si trova 650 km a nord-ovest di Juba, capitale del Sud Sudan. La guerra civile che oppone il Presidente Salva Kiir all’ex Presidente Riek Machar ha accentuato i conflitti a sfondo etnico-tribale e quelli tra agricoltori e pastori.
Un’altra area del Paese maggiormente colpita dall’insicurezza è quella di Yei, dove il Vescovo, Sua Ecc. Mons.Erkolano Lodu Tombe, ha affermato che la parrocchia del Sacro Cuore di Lomin rischia di chiudere, come altre sei parrocchie, se l’insicurezza nella zona dovesse persistere. Domenica 5 febbraio durante la Messa nella cattedrale di Cristo Re, Mons. Lodu ha invitato i fedeli a pregare affinché i missionari e le missionarie comboniani non siano costretti ad abbandonare la parrocchia, alla quale sono annessi una scuola e un ambulatorio. Strutture che, se abbandonate, rischiano di essere saccheggiate con grave danno per la popolazione locale. (L.M.) (Agenzia Fides 7/2/2017)
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AFRICA/EGITTO - Al Azhar respinge le richieste del Presidente al Sisi contro la pratica del “divorzio a voce” islamico
 
Il Cairo (Agenzia Fides) – Il Consiglio degli Anziani di al Azhar, oganismo di vertice dell’istituzione accademica più autorevole dell'islam sunnita, ha respinto le recenti sollecitazioni giunte dal Presidente Abdel Fattah al Sisi a contrastare la prassi del “divorzio a voce” islamico, che consente agli uomini di rompere il vincolo matrimoniale con le prorie consorti con una semplice dichiarazione vocale. In una dichiarazione ufficiale, resa nota domenica 5 febbraio, il Consiglio degli Anziani di al Azhar ha confermato la validità del “divorzio a voce”, ritenendo che tale prassi soddisfa le condizioni della Legge islamica ed è stata introdotta fin dal tempo del Profeta Mohammad.
Nell'esporre e motivare il proprio pronunciamento, l'organismo di al Azhar ha richiamato gli uomini che ripudiano la propria moglie tramite semplice dichiarazione vocale a comunicare l'avvenuto divorzio alle autorità competenti, affinchè siano tutelati i diritti della donna e della prole previsti dalla Legge islamica. A giudizio del Consiglio dei Saggi Anziani – riferiscono media egiziani – il fenomeno preoccupante della crescita esponenziale dei divorzi va contrastato con l'educazione dei giovani attraverso “i media, l'arte, la cultura e la conoscenza in generale".
Il Capo della nazione egiziana aveva espresso lo scorso 24 gennaio (vedi Fides 25/1/2017) il suo allarme e proposto le sue contromisure al dilagare del divorzio, durante un discorso pubblico tenuto in occasione di una cerimonia celebrativa delle forze di polizia. Al Sisi aveva fatto riferimento ai dati dell'Ufficio statistico nazionale, secondo cui circa il 40% dei 900mila matrimoni registrati ogni anno in Egitto terminano per divorzio entro cinque anni dal loro inizio. Per arginare il fenomeno, al Sisi aveva proposto di considerare legale un divorzio solo se esso avviene alla presenza di un rappresentante religioso autorizzato dal governo a sancire sia i matrimoni che i divorzi.
La prassi secolare del “divorzio verbale” è di fatto una prerogativa riservata agli uomini. La proposta di vincolare i divorzi alla necessaria presenza di un leader religioso puntava a lasciare aperta almeno la possibilità di un ripensamento, che eviti di rendere definitive le conseguenze di una decisione presa spesso sull'onda degli impulsi emotivi. (GV) (Agenzia Fides 7/2/2017).
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ASIA/INDONESIA - Elezioni a Giacarta: la Chiesa invita al voto e sostiene la pace
 
Giacarta (Agenzia Fides) - Mentre nel paese si registra una crescente tensione e polarizzazione, in vista delle elezioni del governatore di Giacarta, previste il 15 febbraio, l'Arcivescovo di Giacarta, Julius Suharyo, ha diffuso un messaggio ai fedeli invitando ad affrontare "con calma e serenità la situazione attuale, sostenendo tutti gli sforzi promossi dal governo per mantenere la pace", ed "esercitando il diritto di voto secondo coscienza".
Nel testo della lettera, pervenuto a Fides, l'Arcivescovo auspica che "i cattolici mettano davanti a tutto il senso di nazionalità" e quella “diversità” intesa con "un significato positivo per l'integrità della Repubblica di Indonesia, che si basa sulla ideologia della Pancasila" (la carta dei cinque principi, ndr). L'Arcivescovo Suharyo invita la sua gente a continuare a pregare "perchè Dio protegga sempre la nostra nazione, e perchè i leader del nostro paese abbiano sempre la saggezza, in modo che possano costruire una società pacifica e prospera".
Riferendosi al principio cardine della repubblica, "l’unità nella diversità", mons. Suharyo ricorda ai cattolici di non fare della Chiesa "il luogo o lo strumento di qualsiasi forma di campagna politica" e invita d'altro canto i fedeli a pregare con una novena e a recitare il rosario perchè il candidato cristiano Basuki Tjahaja Purnama, detto "Ahok", possa vincere la corsa al seggio di governatore. Ahok è attualmente sotto processo per presunta blsfemia, ma questo non gli impedisce di continuare la sua campagna e di partecipare alle elezioni.
Nei giorni scorsi, in uno degli eventi elettorali, Ahok ha detto: "Crediamo che Jakarta abbia bisogno di un leader onesto. Se il leader è onesto, allora gli ufficiali pubblici avranno lo stesso atteggiamento. Quindi il leader dovrebbe essere trasparente e competente".
Maxi Paat, laico cattolico impiegato nella segreteria della Commissione episcopale per gli affari ecumenici e interreligiosi, dice a Fides: "I cattolici si mescolano con gli altri elettori. Voterò Ahok non per il suo background religioso o etnico, ma perchè ha dato ottima prova del suo lavoro nello sviluppo di Giacarta". Felix Lengkong, psicologo dell'Università cattolica Atma Jaya di Jakarta, nota a Fides che "Ahok è sostenuto anche da molti musulmani, dal momento che molti credono nella sua onestà e correttezza".
Oggi, 7 febbraio Ahok è stato presente alla nona udienza del processo a suo carico per blasfemia. La denuncia nei suoi confronti è stata registrata il 6 ottobre 2016 dal gruppo radicale "Islamic Defenders Frnt" sulla base di un discorso del 27 settembre, in cui Ahok ha citato la Sura "Al Maidah" del Corano. Dopo settimane di indagini, la polizia ha rinviato a giudizio il politico cristiano per sospetta blasfemia. (PA-PP) (Agenzia Fides 7/2/2017)
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ASIA/PAKISTAN - L'Arcivescovo Shaw: "Nel 2017 sette nuovi sacerdoti a Lahore"
 
Lahore (Agenzia Fides) - "Avremo nel 2017 sette nuove ordinazioni di sacerdoti: una buona notizia per la comunità cattolica di Lahore e per tutta la Chiesa in Pakistan": lo riferisce all'Agenzia Fides l'Arcivescovo Sebastian Shaw che guida la comunità dei battezzati a Lahore. "La Chiesa cresce in numero. Quest’anno celebreremo l'ordinazione di sette nuovi preti , che hanno ultimato gli studi di teologia. Lo scorso anno abbiamo avuto cinque ordinazioni. Sono un segno di benedizione per noi. Il Signore ci dona nuove vocazioni e nuovi preti e accresce la fede nella nostra comunità" prosegue.
Mons. Shaw ricorda che "durante l'Anno della Misericordia nell'arcidiocesi abbiamo aperto due nuove parrocchie e nuove scuole cattoliche: un segno della misericordia di Dio verso il suo popolo e un segno di benedizione per noi. Tutti i fedeli ringraziano Dio per questi doni e hanno nel cuore una rinnovata speranza" osserva. L’Arcivescovo ricorda il grande pellegrinaggio che si svolge ogni anno, nella sua diocesi, al santuario mariano di Mariamabad, il più grande del Pakistan: "Migliaia di fedeli l'8 settembre compiono un lungo viaggio, anche a piedi, per raggiungere il santuario e implorare grazie dalla Vergine Maria. E' una manifestazione di profonda fede”, nota. "Vengono pellegrini da tutto il paese, cristiani e non", ricorda, apprezzando il dono della fede nella sua comunità.
D'altro canto, rileva l'Arcivescovo, "le sfide sono sempre molte. I cristiani vivono alcune difficoltà data la presenza in Punjab di gruppi militanti islamici. La nostra risposta per neutralizzare la violenza è impegnarsi sempre più nel dialogo interreligioso che avvicina i credenti di fedi diverse. Tramite il dialogo tra leader religiosi, impariamo gli uni dagli altri, influenziamo in modo costruttivo la gente comune e ci impegniamo insieme per rendere il Pakistan un paese migliore". (PA) (Agenzia Fides 7/2/2107)
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ASIA/IRAQ - Vescovo siro ortodosso di Mosul visita la chiesa di sant'Efrem sottratta all'occupazione dei jihadisti
 
Mosul (Agenzia Fides) – La chiesa siro-ortodossa di Mosul dedicata Sant Efrem, un tempo utilizzata dai jihadisti dell'auto-proclamato Stato islamico (Daesh) come sede del Consiglio di stato dei Mujahidin, situata in un'area della città già riconquistata dall'esercito iracheno, è stata visitata da Mar Nicodemus Daoud Matti Sharaf, Vescovo siro ortodosso di Mosul. Alcune foto pubblicate dal sito ankawa.com mostrano la chiesa gravemente danneggiata ma non distrutta, dopo più di due anni e mezzo di occupazione jihadista e dopo l'offensiva militare compiuta dall'esercito iracheno e dai raid della coalizione internazionale a guida USA per riconquistare Mosul. Le foto pubblicate mostrano che sulla facciata e sulle pareti dell'edificio di culto cristiano ancora campeggiano gli striscioni e i cartelloni neri del Daesh.
I miliziani del Califfato già nel luglio 2014 avevano scelto la chiesa di Sant'Efrem come sede del Consiglio di stato dei mujahidin. La croce che svettava sulla cupola era stata divelta. Il 9 settembre di quello stesso anno, i raid aerei compiuti per colpire le postazioni dei jihadisti avevano danneggiato gravemente alcuni edifici adiacenti alla chiesa di Sant'Efrem e a quella siro-cattolica dedicata a san Paolo, anch'essa situata nel cosiddetto “quartiere della polizia”. Poi, nel novembre 2014, la chiesa di Sant'Efrem era stata svuotata dei suoi arredi interni e voci insistenti messe in rete via internet avevano accreditato la voce – mai confermata - che il luogo di culto cristiano sarebbe stato presto trasformato in moschea. (GV) (Agenzia Fides 7/2/2017).
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AMERICA/EL SALVADOR - I Vescovi chiedono una legge per proteggere il territorio dallo sfruttamento minerario
 
San Salvador (Agenzia Fides) – I Vescovi salvadoregni hanno chiesto ieri, 6 febbraio, all'Assemblea Legislativa di emanare una legge per vietare l’estrazione dei metalli in questo paese centroamericano che continua ad essere preso di mira da compagnie minerarie transnazionali.
Durante una conferenza stampa, l'Arcivescovo di San Salvador, Sua Ecc. Mons. José Luis Escobar Alas, ha sollecitato il nuovo disegno di legge, sostenuto dalla Caritas di El Salvador e dall'Università CentroAmericana Jose Simeon Cañas (UCA). "La legge mineraria che abbiamo è estremamente obsoleta e ci mette in grave pericolo, fa diventare vulnerabile la nazione" ha detto il Presule secondo le informazioni pervenute a Fides.
La nota ricorda che, dopo una lunga disputa, El Salvador ha vinto ad ottobre 2016 la causa contro la società Oceana Gold (prima era la Pacific Rin), che aveva citato in giudizio lo Stato salvadoregno perché negava i permessi di estrazione, chiedendo un risarcimento di 250 milioni di dollari per la perdita di guadagni potenziali.
Su questo tema, la Chiesa locale ha sempre sostenuto la difesa del territorio dinanzi allo sfruttamento delle miniere di metalli preziosi: "Una simile attività è inaccettabile, poiché provoca un danno irreversibile alle persone e all’ecosistema” scrivevano i Vescovi già nel 2008 (vedi Fides 25/01/2008).
Secondo le Nazioni Unite, El Salvador ha il più alto grado di degrado ambientale nella regione dopo Haiti, con solo il 3% della foresta naturale vergine e terreni rovinati da pratiche agricole inappropriate. Un sondaggio della UCA del 2015, ha dimostrato che il 79,5% della popolazione dei comuni più minacciati dalla estrazione dei metalli, considera El Salvador non adeguato per questo settore. Inoltre il 77% della popolazione esige dal governo che prenda misure immediate per vietarla.
(CE) (Agenzia Fides, 07/02/2017)
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AMERICA/MESSICO - “La Costituzione dovrebbe rappresentare i messicani” afferma Mons. Martínez Zepeda
 
Irapuato (Agenzia Fides) – “La Costituzione Politica del Messico dovrebbe essere più chiara e rappresentare i messicani, perché con le più di 690 riforme che ha subito fin dalla sua entrata in vigore, non soddisfa questo scopo” ha detto il Vescovo della diocesi messicana di Irapuato, Sua Ecc. Mons. José de Jesús Martínez Zepeda.
Nel giorno in cui la nazione ha celebrato con atti pubblici il Centenario della Costituzione, il 5 febbraio, come informa la nota pervenuta a Fides, il Vescovo ha espresso la sua opinione dopo la Messa domenicale dicendo che le modifiche devono essere fatte con il rigore della coscienza e non solo per "distorcere" la Carta costituzione. Ha osservato che la propaganda per la difesa dei diritti fatta nel corso degli anni, suona falsa, perché non è stata mai aperta a tutti i cittadini messicani, inoltre la Corte Suprema si è concentrata su lavori che non le competono.
(CE) (Agenzia Fides, 07/02/2017)
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AMERICA/COLOMBIA - Contadini si organizzano con un sito internet per superare la povertà
 
Toca (Agenzia Fides) – Una famiglia di Toca, municipio di Boyacá, nel centro della Colombia, assillata dalle perdite annuali delle coltivazioni di cipolla, ha sfruttato le sue modeste conoscenze informatiche per creare una applicazione stile ‘eBay’ per vendere il prodotto della terra senza intermediari. Si tratta di Campoagro, premiata come iniziativa di pace e oggi utilizzata da migliaia di contadini. Toca è terra di suoli fertili, motivo per il quale gran parte degli abitanti si dedica all’attività agricola. Tuttavia, anni fa, queste attività hanno iniziato a perdere redditività per i produttori che, pur lavorando mesi per la raccolta, alla fine passavano quasi tutto agli intermediari.
Campoagro ha iniziato a prendere piede tre anni fa, in concomitanza con uno sciopero nazionale degli agricoltori, quando rappresentanti del Ministero delle Tecnologie dell’Informazione e delle Comunicazioni (MinTic) e il loro programma Apps.co furono presentati all’interno delle scuole con l’obiettivo di creare business attraverso la strumentazione digitale.
Due studenti di Toca allora decisero di presentare il progetto di un sito web che offrisse agli agricoltori la possibilità di contattare i clienti, come i supermercati, luoghi di mercato, produttori di patate fritte o ristoranti, per vendere direttamente cipolle, patate, lattuga, piselli, mais, mango o formaggio. Anche se Campoagro ha oltre 4 mila produttori registrati, questi devono fare fronte all’accesso limitato a internet nei campi e alla sfida di avvicinare i braccianti alle nuove tecnologie. Campoagro “ha voluto dimostrare che la tecnologia favorisce tutti e che, con la metodologia adeguata, il livello di scolarizzazione non è un limite”, ha dichiarato il MinTic in una nota stampa pervenuta a Fides.
(AP) (7/2/2017 Agenzia Fides)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

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