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lunedì 21 novembre 2022

Il Papa ai giovani. “No schiavi di un cellulare, ma cambiate il mondo come Maria"

"Un pensiero e un abbraccio speciale vorrei rivolgere ai giovani – grazie di essere venuti numerosi oggi!", dice il Papa ad Asti


Al termine della celebrazione della Messa nella Cattedrale di Asti Papa Francesco guida la preghiera dell’Angelus. “Desidero esprimere la mia riconoscenza alla Diocesi, alla Provincia e alla Città di Asti: grazie per l’accoglienza calorosa che mi avete riservato! Sono tanto grato alle Autorità civili e religiose anche per i preparativi che hanno reso possibile questa desiderata visita. A tutti vorrei dire che a la fame propri piasi’ encuntreve! [mi ha fatto piacere incontrarvi]; e augurarvi: ch’a staga bin! [state bene!]”.

“Un pensiero e un abbraccio speciale vorrei rivolgere ai giovani – grazie di essere venuti numerosi oggi! –. Dallo scorso anno, proprio nella Solennità di Cristo Re si celebra nelle Chiese particolari la Giornata Mondiale della Gioventù. Il tema, lo stesso della prossima GMG di Lisbona, a cui rinnovo l’invito a partecipare, è «Maria si alzò e andò in fretta» (Lc 1,39). La Madonna fece questo quand’era giovane, e ci dice che il segreto per rimanere giovani sta proprio in quei due verbi, alzarsi e andare. Alzarsi e andare: non restare fermi a pensare a sé stessi, sprecando la vita a inseguire le comodità o l’ultima moda, ma puntare verso l’Alto, mettersi in cammino, uscire dalle proprie paure per tendere la mano a chi ha bisogno. E oggi ci vogliono giovani veramente “trasgressivi”, non conformisti, che non siano schiavi di un cellulare, ma cambino il mondo come Maria, portando Gesù agli altri, prendendosi cura degli altri, costruendo comunità fraterne con gli altri, realizzando sogni di pace!”.

La Giornata mondiale della gioventù viene celebrata a livello diocesano nella solennità di Cristo Re. Lo aveva annunciato Papa Francesco il 22 novembre 2020, nella Basilica di San Pietro, al termine della Messa, dopo aver salutato i giovani di Panama e del Portogallo presenti per il passaggio della Croce e dell’icona di Maria Salus Populi Romani, “simboli delle Gmg".

“Il nostro tempo sta vivendo una carestia di pace: pensiamo a tanti luoghi del mondo flagellati dalla guerra, in particolare alla martoriata Ucraina. Diamoci da fare e continuiamo a pregare per la pace! E invochiamo ora la Regina della pace, la Madonna, a cui è dedicata questa bella Cattedrale”, conclude così il Papa la preghiera mariana. Il Papa ricorda anche le vittime dell’incendio in un campo profughi della Palestina, dove sono morti anche molti bambini.

Dopo la recita dell’Angelus e la benedizione finale,  Papa Francesco raggiunge l’Episcopio per il pranzo. Nel pomeriggio si trasferisce in auto allo Stadio Comunale Censin Bosia di Asti, da dove – alle ore 16:00 circa – parte per far rientro in Vaticano.

domenica 13 giugno 2021

Lo scriba al Santuario di Sant'Antonio di Padova 12 giugno 2021







 Mi sono permesso di copiare un po' del depliant del pellegrino per descrivere quale può essere il percorso per avvicinarsi al santuario di un così importante Santo

mercoledì 18 novembre 2020

GMG

 

I Simboli della GMG (JMJ) lasciano Panama e partono per Roma- giugno 2019
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Il 22 novembre e non come da tradizione la Domenica delle Palme, a causa della pandemia, avrà luogo nella Basilica di San Pietro il passaggio dei simboli delle ... 

giovedì 26 settembre 2019

Agenzia Fides 26 settembre 2019

EUROPA/PORTOGALLO - Giornata dei migranti: è possibile vivere l’accoglienza
 
Lisbona (Agenzia Fides) – Le comunità cristiane hanno l'obbligo di dimostrare che è "possibile vivere l'accoglienza, la protezione, l'integrazione e la promozione" con rifugiati e migranti. Lo afferma Eugenia Quaresma, direttrice dell'Opera Cattolica Portoghese di Migrazioni (OCPM), rimarcando: “Il primo appello è alle nostre comunità. Abbiamo un mandato evangelico che invita ad accogliere, che parla di protezione, che ci dice che in ogni nazione ci sono discepoli di Cristo per adempiere questo mandato”. La direttrice ha parlato della prossima celebrazione della Giornata Mondiale dei migranti e dei rifugiati, che la Chiesa cattolica ricorda questa domenica 29 settembre.
La direttrice dell'OCPM afferma che "nel prendersi cura dei migranti e dei rifugiati, ogni persona si prende cura anche di se stessa, delle sue paure, perché conoscendo cosa spaventa e superando queste paure, se riesce a promuovere l'incontro e l'accettazione". La donna sottolinea il "forte richiamo" sul modo in cui "la società vive l'umanità" e come "l'accento è posto sullo sfruttamento umano", sulla tratta di esseri umani e "sulla responsabilità di ogni persona, non solo del cittadino, dei consumatori, ma anche delle aziende e di tutti”.
Papa Francesco ha scelto il tema "Non si tratta solo di migranti" e il sottotitolo "riguarda anche le nostre paure" per la 105a Giornata mondiale dei migranti e dei rifugiati. “Il tema è molto bello, anche a causa del modo pedagogico in cui ci è stato presentato, parte del messaggio biblico. Poi c'è un messaggio del magistero e quindi esempi pratici di come la Parola può essere messa in pratica nella vita di tutti i giorni", conclude Eugenia Quaresma.
Secondo gli ultimi dati pubblicati dalle Nazioni Unite, in Portogallo ci sono 880.188 immigrati, che rappresentano l'8,55% della popolazione del Portogallo. L'immigrazione femminile è più elevata rispetto agli uomini, con 469.533 donne, che rappresentano il 53,34% degli immigrati totali, rispetto ai 410.655 immigrati maschi, che sono il 46,65%. Guardando la classifica della presenza di immigrati, il Portogallo è il 64° paese al mondo in percentuale. I principali paesi di origine degli immigrati presenti in Portogallo sono Angola, 18,19%, Brasile, 15,62% e Francia, 10,57%.
(CE) (Agenzia Fides, 26/09/2019)
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EUROPA/UNGHERIA - Il piccolo seme dell’Infanzia Missionaria è diventato in dieci anni un grande albero
 
Budapest (Agenzia Fides) – “Gesù parla del Regno di Dio nella parabola del seme di senape. Un seme che è molto piccolo, cresce diventando una grande pianta e in seguito porta frutti, persino gli uccelli del cielo fanno il loro nido sui suoi rami. Qualcosa di simile è successo in terra ungherese dieci anni fa. Un piccolo seme che è stato piantato 10 anni fa è cresciuto diventando una grande pianta e ora porta molti frutti”. Così scrive p. Benvin Sebastian, SVD, Direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie in Ungheria, in una nota pervenuta all’Agenzia Fides sul decimo anniversario della Pontificia Opera dell’Infanzia Missionaria nel suo paese, festeggiato il 21 settembre. “Quando ebbe fine il comunismo in Ungheria, nel 1992, le Pontificie Opere Missionarie (POM) iniziarono di nuovo la loro missione – racconta -. Ma ci sono voluti molti anni per iniziare la Pontificia Opera dell’Infanzia Missionaria. Nel 2009 abbiamo iniziato con 34 bambini. Ora abbiamo 31 comunità con più di 1000 bambini che pregano e raccolgono fondi con i loro piccoli sacrifici per la missione della Chiesa universale”.
La celebrazione del decennale si è svolta nella Basilica di Santo Stefano a Budapest e al Parlamento ungherese. Alle ore 10 il Vescovo ausiliare di Esztergom-Budapest ha dato il benvenuto ai bambini, cui è seguito l’intervento del rappresentante della Commissione episcopale per le missioni, László Kiss- Rigó. Quindi è stata la volta del messaggio del Nunzio apostolico, Michael August Blume, SVD, ed il rapporto del Direttore nazionale delle POM, p. Benvin Sebastian SVD. Alle 11,15 la Santa Messa di ringraziamento presieduta dal Cardinale Peter Erdo, Arcivescovo della diocesi di Esztergom-Budapest.
Nel pomeriggio i bambini sono stati accolti nella sede del Parlamento, dove è stato letto il messaggio del Presidente ungherese e del Presidente del parlamento. Quindi è seguito il discorso di Soltész Miklos, Segretario di Stato per le Chiese, le minoranze e gli affari civili. “Abbiamo concluso la celebrazione del Giubileo pregando per il mondo intero e per i leader del mondo, in particolare per i leader ungheresi – scrive il Direttore nazionale delle POM -. La presenza di suor Roberta Tremarelli AMSS, Segretaria generale della Pontificia Opera dell’Infanzia Missionaria ha reso la celebrazione più ricca e incoraggiante. Ha potuto visitare una parrocchia e una scuola greco-cattolica dove è attiva l’Opera”. (SL) (Agenzia Fides 26/9/2019)
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AFRICA/NIGERIA - “Superiamo la situazione di precarietà nella quale viviamo” esortano i Vescovi
 
Abuja (Agenzia Fides) - “Occorre rafforzare il senso di appartenenza nazionale” scrivono i Vescovi della Nigeria nel documento conclusivo pubblicato al termine della loro seconda Assemblea Plenaria tenutasi dal 10 al 20 settembre ad Agbamaya, Obada-Oko, Abeokuta, nello Stato di Ogun.
“Notiamo con sgomento che a diversi mesi dalle elezioni generali, svariate aree della nostra nazione vivono ancora in una situazione precaria. Il Paese è profondamente diviso. Questo risulta evidente nelle nomine di funzionari in posizioni d’importanza nazionale, nelle modalità di condivisione delle risorse e nella distribuzione di servizi sociali” sottolinea la dichiarazione, pervenuta all’Agenzia Fides. “Sollecitiamo in particolare il governo federale a garantire che non prevalgano considerazioni di egemonia etnica o religiosa nel nostro Stato multi-religioso e secolare. Il senso di appartenenza ad un’unica nazione deve prevalere sulle differenze tribali, religiose o politiche”.
Le divisioni alimentano gli atti violenti, denunciati dai Vescovi: “Vi sono sfortunatamente ancora troppe morti derivanti dalla diffusione di banditismo, rapimenti, assassini, rapine a mano armata, uso sconsiderato della forza da parte delle agenzie di sicurezza e linciaggi. Ultimamente, si è avuta un'impennata nei casi di suicidio, anche tra i nostri giovani. Inoltre, sono continuati gli scontri tra pastori e comunità locali e le attività degli insorti di Boko Haram, con la morte di tante persone innocenti. Queste violenze rendono molto precaria la vita in Nigeria”.
Pur riconoscendo gli sforzi compiuti dal governo per combattere l'insicurezza, i Vescovi osservano che “il governo federale, cui è affidato il potere di controllare le principali agenzie di sicurezza, è sopraffatto”. I Vescovi auspicano pertanto “un decentramento delle forze di sicurezza per ottenere risultati efficaci”.
“La Nigeria è dotata di notevoli risorse naturali, umane e spirituali. Purtroppo, le autorità politiche non sono state capaci di metterle a frutto adeguatamente, né di ridistribuirle in modo equo. Laddove non esiste una condivisione equa della ricchezza e delle opportunità, è inevitabile che ci sia una crisi” sottolineano i Vescovi. “Chiediamo ai cristiani e alle persone di buona volontà di predicare quotidianamente questo messaggio di giustizia e pace e di viverlo coerentemente. Possa la Beata Vergine Maria Nostra Madre, Regina della Pace e Patrona della Nigeria intercedere per noi” conclude il messaggio. (L.M.) (Agenzia Fides 26/9/2019)
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AFRICA/SUDAFRICA - Incontro di riconciliazione tra sudafricani e nigeriani dopo gli attacchi xenofobi
 
Johannesburg (Agenzia Fides) - “Abbiamo ritenuto importante cercare di conciliare nigeriani e sudafricani e gli altri cittadini. I nigeriani hanno contribuito alla liberazione del Sudafrica ... Pensiamo che dobbiamo mantenere buoni rapporti con loro” ha affermato il reverendo Kenneth Meshoe, leader dell’African Christian Democratic Party, uno degli animatori dei colloqui di riconciliazione tra sudafricani e immigrati nigeriani che si sono tenuti il 19 settembre.
I colloqui, promossi dal Forum Unity di Nig-SA, un organismo composto da sudafricani e da cittadini stranieri, sono volti a concordare un percorso per superare le tensioni dopo gli assalti xenofobi contro i nigeriani e cittadini di altri Paesi che vivono in Sudafrica. Attacchi che sono stati condannati dai diversi Paesi africani (vedi Fides 11/9/2019).
I Vescovi nigeriani hanno denunciato “gli orrendi attacchi xenofobi in Sudafrica in cui molti stranieri, tra cui i nigeriani, hanno perso la vita e/o hanno subito saccheggiati e/o sono stati costretti a fuggire dal Paese per non perdere la vita. “Preghiamo per coloro che hanno perso la vita, porgiamo le nostre condoglianze a quelli che hanno perso i propri cari, e siamo vicini ai feriti e a quelli che hanno subito gravi perdite” scrivono i Vescovi della Nigeria nel documento conclusivo pubblicato al termine della loro seconda Assemblea Plenaria tenutasi dal 10 al 20 settembre. “Lodiamo la Conferenza Episcopale Cattolica sudafricana (SACBC vedi Fides 5/9/2019) per essere stata profetica nella sua condanna degli attacchi e per sollecitare il governo a prendere provvedimenti decisivi per mettervi fine”.
“Notiamo che il Sudafrica e la Nigeria hanno fatto molta strada nelle relazioni fraterne e diplomatiche. Esortiamo i nigeriani che vivono in patria e all'estero di essere bravi cittadini rispettosi della legge” concludono i Vescovi nigeriani. (L.M.) (Agenzia Fides 26/9/2019)
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ASIA/AFGHANISTAN - La preghiera come strumento di pace in uno scenario di nuove tensioni
 
Kabul (Agenzia Fides) - “Negli ultimi secoli hanno provato a convincerci che la religione fosse una delle principali cause di divisione e di mancanza di pace, e che quindi bisognasse metterla da parte. Dove potremo andare a cercare la pace, allora? Nella politica? Nelle ideologie? Nell’economia? Essa è possibile solo nel Regno di Dio, un regno in cui sono giunto arrivando come pellegrino di pace in Afghanistan, un paese in guerra da quarant’anni”. E’ la testimonianza espressa in una inviata all’Agenzia Fides da padre Giovanni Scalese sacerdote Barnabita, responsabile della Missio sui iuris afgana.
Nel paese asiatico, dove l’Islam è religione di Stato e la conversione ad altre fedi è inquadrabile con il reato di apostasia, la presenza cattolica deve limitarsi allo svolgimento di azioni caritative e all’assistenza spirituale della comunità internazionale. Ma, spiega p. Scalese, l’impegno dei cattolici in Afghanistan è soprattutto quello di pregare senza sosta per la pace: “Due anni fa, il 13 ottobre 2017, alla fine del centenario delle apparizioni di Fatima, abbiamo consacrato l'Afghanistan al Cuore Immacolato di Maria. Quest'anno, nella domenica delle Palme, abbiamo piantato, di fronte alla chiesa della Missione, l'Ulivo della Pace, proveniente da Nazareth, il luogo in cui dove la Parola di Dio si è fatta carne e il Principe della pace ha messo le sue radici tra noi. A luglio scorso, infine, sono andato personalmente in pellegrinaggio presso il Santuario mariano nazionale di Oziornoje, in Kazakistan, per invocare la Regina della pace affinché possa operare in Afghanistan, in Asia e in tutto il mondo”.
Intanto, dopo il fallimento dei dialoghi di pace tra Stati Uniti e movimento talebano, il paese sta vivendo una nuova escalation di violenza. Tra gli ultimi episodi, un raid compiuto domenica 22 settembre da forze speciali afgane, col supporto di aerei statunitensi, sui nascondigli dei talebani, ha provocato la morte di almeno 40 civili riuniti per festeggiare un matrimonio.
In Afghanistan, la presenza cattolica fu ammessa a inizio Novecento come semplice assistenza spirituale all’interno dell’Ambasciata italiana a Kabul e fu poi elevata a “Missio sui iuris” nel 2002 da Giovanni Paolo II. Oggi la missione continua ad aver base nella struttura diplomatica ed è affidata al Barnabita padre Giovanni Scalese. Nella capitale afghana sono presenti anche le suore Madre Teresa di Calcutta e l’Associazione intercongregazionale Pro Bambini di Kabul. (LF) (Agenzia Fides 26/9/2019)
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AMERICA/BOLIVIA - L’entusiasmo missionario del CAM 5 si trasmette al Mese Missionario Straordinario
 
Santa Cruz (Agenzia Fides) – Il team di Giovani Missionari dell'Arcidiocesi di Santa Cruz in Bolivia, ha lanciato ieri l’appello a tutti i giovani interessati a partecipare alla Missione Giovane ("Mision Joven") che si svolgerà nella Parrocchia di Nostra Signora del Rosario, il 27 ottobre, con l'obiettivo di vivere con gioia il tema della Giornata Missionaria Mondiale: “Battezzati ed inviati”.
L'Arcidiocesi ha preparato un calendario di incontri per i giovani: 28 settembre, 5, 12 e 19 ottobre ci saranno dei workshop di preparazione e formazione, La "Mision Joven" si svolgerà il 27 ottobre con tutti i giovani e i fedeli dell'arcidiocesi impegnati a svolgere attività missionarie. I temi degli incontri di formazione sono: il Mese Missionario Straordinario (28/9), Catechesi sul Battesimo (5/10), la Comunione Missionaria (12/10), Profilo Missionario (19/10) infine l'invio alla Missione Giovane.
Ci si attende di vivere il Mese Missionario Straordinario con grande entusiasmo fra i giovani e tutti i fedeli perché la Bolivia sente ancora l’effetto dei giorni del CAM 5, che hanno lasciato una Chiesa boliviana rinnovata nella missione. L’evento missionario continentale ha segnato non solo coloro che hanno potuto assistere agli incontri, ma tutte le piccole comunità che hanno accolto i partecipanti. E’ stato il primo Incontro Continentale Missionario dove i partecipanti hanno condiviso la vita delle famiglie della comunità di Santa Cruz e di altre città della Bolivia.
(CE) (Agenzia Fides, 26/09/2019)
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OCEANIA/PAPUA NUOVA GUINEA - Limitare gli effetti dei cambiamenti climatici: appello degli studenti
 
Port Moresby (Agenzia Fides) – “I leader del mondo e quelli della Papua Nuova Guinea devono elaborare politiche, regolamenti e leggi che riducano i livelli di produzione delle aziende per limitare gli effetti dei cambiamenti climatici”: è l’appello lanciato dai giovani della Papua, studenti della scuola secondaria St Charles Lwanga di Port Moresby, che hanno partecipato al programma dal titolo “Il cambiamento climatico: la più grande minaccia nella storia umana”, nel corso dello spazio “Chat Room” sulla emittente Tribe 92 FM, stazione radiofonica dedicata e incentrata sui giovani in Papua Nuova Guinea.
Dopo una breve introduzione, gli studenti hanno parlato delle implicazioni ambientali, sociali ed economiche che interessano i paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo e si sono soffermati su una rielaborazione delle raccomandazioni delle Nazioni Unite per ridurre gli effetti dei cambiamenti climatici.
In Oceania essi sono ben evidenti: “Non abbiamo bisogno di ulteriori spiegazioni su cosa siano, perché sta accadendo intorno a noi e colpiscono i nostri fratelli e sorelle nelle nazioni insulari più piccole. I segnali sono evidenti e il cambiamento climatico ha purtroppo una tendenza a lungo termine”, ha detto uno degli studenti intervenuti.
“Le popolazioni in Oceania dipendono prevalentemente dall'agricoltura e dalla pesca sia per sostentamento che come fonte di reddito” ha sottolineato un’altra dei partecipanti, rimarcando gli effetti devastanti su alcune popolazioni indigene degli arcipelaghi dell’Oceano Pacifico.
Nel corso del dibattito, i giovani hanno invitato le grandi aziende multinazionali di tutto il mondo a “dare un contributo per migliorare la qualità della vita dell'umanità invece di cercare di realizzare maggior profitto a spese del benessere e della dignità del genere umano”. Bainam Bani, vice preside della scuola, ha affermato di essere rimasta colpita dalla fiducia dimostrata dai suoi studenti nelle discussioni: “le aziende manifatturiere devono iniziare a utilizzare energia pulita, è necessario piantare più alberi, dobbiamo iniziare a utilizzare materiali riciclabili”, ha evidenziato. (AP) (26/9/2019 Agenzia Fides)

mercoledì 11 settembre 2019

Notizie di oggi da Fides Nees 11 settembre 2019

EUROPA/PORTOGALLO - Oggi i funerali della suora uccisa che assisteva malati e bisognosi
 
Risultati immagini per sao joao da madeira portugal suor Antonia Pinho Joao da Madeira (Agenzia Fides) – Si tengono oggi pomeriggio nella località portoghese di Sao Joao da Madeira i funerali di una religiosa della Congregazione delle Serve di Maria Ministre degli infermi, suor Antonia Pinho, 62 anni, portoghese, che è stata uccisa in un appartamento della città. Era molto conosciuta per la sua generosità ed il suo impegno, in quanto si muoveva in moto per la città, indossando il suo abito religioso, per assistere in ospedale e a domicilio malati e infermi, e portare il suo aiuto a chi ne avesse bisogno, sia di giorno che di notte, secondo il carisma del suo istituto. Era infermiera e religiosa da 40 anni, e aveva svolto il suo servizio in Italia e in Spagna. Le Serve di Maria Ministre degli Infermi sono una congregazione religiosa sorta a Madrid nel 1851 per l’assistenza a domicilio degli infermi. Attualmente sono presenti in Europa, Africa, America e Asia.
Secondo le informazioni pervenute all’Agenzia Fides, il corpo della religiosa è stato trovato nell’appartamento di un tossicodipendente, che era uscito dal carcere tre mesi fa dopo aver scontato una pena per stupro. Probabilmente l’uomo si era fatto dare un passaggio in moto dalla suora la mattina di domenica. Una volta arrivato a casa, le avrebbe prima offerto un caffè per ringraziarla e poi ha tentato di abusare di lei. Al rifiuto di suor Antonia, l’ha soffocata e subito dopo ha abusato di lei, quando già era morta. Suor Antonia viveva a Sao Joao Madeira nella casa della madre per assisterla e intanto continuava la sua opera di aiuto ai malati della cittadina. (SL) (Agenzia Fides 11/09/2019)
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EUROPA/POLONIA - Le POM impegnate nella formazione degli insegnanti di religione delle scuole
 
Varsavia (Agenzia Fides) - Da qualche anno le Pontificie Opere Missionarie (POM) in Polonia hanno iniziato a organizzare dei ritiri per catechisti laici in varie diocesi del paese. La specificità della Polonia, informa la nota inviata all’Agenzia Fides dalla Direzione nazionale POM, è che le lezioni di religione si svolgono nelle scuole e hanno il taglio della catechesi. Gli insegnanti di religione vengono quindi chiamiati “catechisti” e non sono solo insegnanti della materia, ma soprattutto testimoni di Gesù Cristo, inviati nella scuola sulla base di una missione speciale loro affidata dal Vescovo diocesano.
Ogni catechista è quindi tenuto a curare la sua formazione permanente, che comprende anche i ritiri di tre giorni una volta all’anno. Tre anni fa, la prima diocesi chiese alle POM di guidare il ritiro e da allora le POM sono state presenti nella meta di tutte le diocesi della Polonia. Durante tali ritiri, nei momenti di preghiera e nelle conferenze, i catechisti vengono resi consapevoli della loro missione, della loro chiamata speciale e di essere missionari che proclamano la Parola. Durante i lavori di gruppo viene presentata la struttura delle POM e le diverse attività, incoraggiando alla cooperazione all’opera missionaria della Chiesa.
Quest'anno le POM sono state presenti a numerosi incontri dei catechisti prima dell’inizio del nuovo anno scolastico, negli ultimi giorni di agosto. In tutte le occasioni è stato richiamato il tema della loro chiamata missionaria e della missione speciale come testimoni "battezzati e inviati" di Gesù Cristo. Sono state fatte conoscere le POM e gli obiettivi del Mese Missionario Straordinario.
La formazione permanente dei catechisti laici fa parte degli impegni statutari delle POM e attraverso gli insegnanti di religione si possono raggiungere un numero enorme di bambini e giovani. Questo è particolarmente importante ora, in vista del Mese Missionario Straordinario. Ogni anno aumenta in Polonia il numero di insegnanti e catechisti che realizzano progetti delle POM. (MJ/SL) (Agenzia Fides 11/09/2019)
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AFRICA/SUDAFRICA - Vescovi e leader africani prendono posizione contro le violenze xenofobe
 
Johannesburg (Agenzia Fides) - Si levano le voci dei Vescovi dei Paesi africani contro le violenze xenofobe in Sudafrica. “I sudafricani non devono dimenticare che gli altri africani hanno avuto un ruolo guida nel contribuire a porre fine all'apartheid e a portare la libertà nel loro Paese” ha affermato il Cardinale Peter Appiah Turkson, Presidente del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, al Kofi Annan Peace and Security Forum di Accra. Il Cardinale ghaniano che è anche l'Ambasciatore di buona volontà del Kofi Annan International Peacekeeping Training Center (KAIPTC), ha inoltre sottolineato che l’ondata di violenza contro altri cittadini africani in Sudafrica rischia di provocare reazioni violente contro i sudafricani che vivono in diversi Stati del continente. “Questi incidenti possono provocare attacchi contro i sudafricani in altri Paesi. Non è la prima volta che succede. È successo nel 2008, 2012 e quest'anno”.
Anche i Vescovi dello Zambia hanno condannato le violenze xenofobe. "Siamo profondamente rattristati per il verificarsi degli attacchi xenofobi in Sudafrica” affermano in una dichiarazione del 6 settembre firmata da Sua Ecc. Mons. George Cosmas Zumaire Lungu, Vescovo di Chipata e Presidente della Zambia Conference of Catholic Bishops (ZCCB).
“Temiamo che se questa situazione dovesse continuare potrebbe causare spiacevoli conseguenze per i cittadini del Sudafrica che vivono in altre nazioni, ... chiediamo quindi al governo sudafricano di accrescere gli sforzi per gestire la situazione mantenendo i valori di civiltà, tolleranza e pacifica convivenza nella nazione arcobaleno” afferma il comunicato, facendo riferimento al concetto di “nazione arcobaleno” espresso da Nelson Mandela alla fine dell’apartheid, nella quale ogni etnia vive in pari dignità con le altre.
I Vescovi hanno anche messo in guardia i leader politici locali di evitare dichiarazioni che potrebbero incitare alla violenza contro gli immigrati africani, ed hanno esortato gli zambiani ad astenersi dal vendicarsi contro i sudafricani che vivono in Zambia.
Nel frattempo il consolato nigeriano di Johannesburg ha annunciato che 600 nigeriani saranno rimpatriati dopo l’ultima ondata di violenza xenofoba che ha provocato 12 morti la scorsa settimana. Zambia e Madagascar hanno cancellato delle partite di calcio contro la nazionale sudafricana mentre la Tanzania ha sospeso i voli verso il Sudafrica. (L.M.) (Agenzia Fides 11/9/2019)
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AFRICA/SUDAN - Tutela delle donne del Darfur da abusi, violenze sessuali, molestie e uccisioni
 
Karthoum (Agenzia Fides) – Le donne in Darfur continuano ad essere maltrattate, abusate, molestate sessualmente e uccise. Come appreso da Fides, a denunciare la condizione femminile in Darfur è la ricercatrice sociale Ibtihal Ishag, parlando durante una conferenza sulla violenza contro le donne in Darfur, organizzata dall'Unione Femminile Sudanese a Khartum.
Come hanno rilevato i presenti alla conferenza, il regime del presidente Omar Al Bashir è accusato di “aver distrutto il tessuto sociale solo per rafforzare la propria posizione e presenza”. L’appello della sociologa oggi chiede “sforzi concertati per raggiungere una pace giusta e globale nel Darfur e in tutto il Sudan”. Nel corso dell’incontro Ishag ha auspicato un risarcimento individuale per le vittime, la rimozione delle cause di sfollamento e l'inclusione dell'Accordo di Addis Abeba nel documento costituzionale.
Il “Darfur Women Group”, recentemente costituito e che conta membri in tutti e cinque gli stati, ha come obiettivo la pace e la sicurezza in tutte le zone di guerra in Sudan, nonché la promozione della partecipazione politica delle donne a tutti i livelli, ha sottolineato la ricercatrice. Il gruppo ha firmato un Protocollo d'intesa con la Darfur Bar Association, associazione di avvocati. Insieme organizzeranno un forum con i leader dei movimenti armati al fine di dare un contributo a raggiungere la pace. Ishag ha spiegato che il Gruppo cerca di sostenere i diritti delle donne che vivono nei campi per gli sfollati, sottolineando la necessità di affrontare le questioni delle donne del Darfur nel quadro delle questioni generali dell’intero Sudan.
La sociologa ha inoltre fatto appello ad un maggiore impegno per il coinvolgimento politico femminile tutti i livelli, in conformità con il Documento Costituzionale, e ha criticato la scarsa partecipazione delle donne ai negoziati tra la giunta e le Forze per la libertà e il cambiamento.
(AP) (11/9/2019 Agenzia Fides)
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ASIA/INDONESIA - Armonia e bene comune: il Cardinale Bo guida un gruppo di leader religiosi in Indonesia
 
Giacarta (Agenzia Fides) - Tolleranza, armonia e relazioni interreligiose in Myanmar e Indonesia: questi i temi al centro del viaggio di alcuni leader birmani di diverse confessioni religiose giunti in Indonesia per incontri istituzionali. La delegazione, guidata dal Cardinale Charles Maung Bo, Arcivescovo di Yangon, ha incontrato il vicepresidente indonesiano Jusuf Kalla il 9 settembre a Giacarta. La visita è stata organizzata grazie alla cooperazione tra il governo e il Consiglio Interreligioso Indonesiano (IRC) avviato da Din Syamsuddin, noto leader musulmano indonesiano.  "Con i responsabili delle comunità religiose del Myanmar abbiamo parlato di come mantenere l'armonia interreligiosa nelle rispettive nazioni" ha affermato Syamsuddin.
Secondo Syamsuddin, il vicepresidente ha sottolineato i principi fondanti dell'Indonesia, ovvero la "Pancasila" (la "Carta dei cinque principi" alla base della convivenza civile) e il il motto nazionale indonesiano "Bhineka Tunggal Ika", cioè "Unità nella diversità".
Questi due binari, ha detto "hanno aiutato le persone a condurre un'esistenza armoniosa", facendo sì che questo approccio all'insegna della moderazione facesse da riferimento per altri paesi con struttura pluralistica.
Il leader delle delegazioni del Myanmar, il Cardinale Charles Bo, Arcivescovo di Yangon, ha lodato l'incontro ed ha espresso la speranza di "poter prendere spunto dall'Indonesia per coltivare l'uguaglianza tra persone di diverse fedi e promuoverla nel paese d'origine come in altre parti dell'Asia".
"Abbiamo potuto comprendere come questa nazione a maggioranza musulmana sostenga l'uguaglianza senza alcuna discriminazione", ha affermato il Cardinale Bo, che è anche presidente della Federazione delle Conferenze episcopali asiatiche (FABC), riferendosi all'Indonesia. Il Cardinale Bo e altri leader religiosi di entrambi i paesi hanno discusso in modo significativo su come promuovere l'armonia interreligiosa e lavorare per il bene comune.
In Myanmar, la religione gioca un ruolo chiave, ha rimarcato il Cardinale, ricordando la fase di transizione politica e i recenti sviluppi democratici cha ha vissuto la nazione. In quella cornice, ha detto, "desideriamo promuovere e favorire l'armonia religiosa e sociale tra tutte le componenti etniche e religiose nel paese, in modo da poter affrontare le disuguaglianze sociali, economiche e culturali e sviluppare l'unità nazionale".
Il Myanmar è un paese con oltre 48 milioni di buddisti, che compongono circa il 90% della popolazione. Il resto sono cristiani, musulmani, indù e di altri culti. Negli ultimi anni il paese ha dovuto affrontare tensioni tra buddisti e musulmani Rohingya nello stato di Rakhine, al confine con il Bangladesh. (SD) (Agenzia Fides 11/9/2019)
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ASIA/ARABIA SAUDITA - Il Principe Mohammed bin Salman riceve una delegazione di cristiani evangelici USA
 
Riyadh (Agenzia Fides) – Una delegazione di esponenti cristiani evangelici statunitensi in visita in Arabia Saudita è stata ricevuta dal Principe ereditario Mohammed bin Salman nella giornata di martedì 10 settembre, alla vigilia del 18esimo anniversario degli attacchi terroristi anti-Usa perpetrati l’11 settembre 2001 a New York. La delegazione era guidata dallo scrittore e stratega mediatico israelo-statunitense Joel Rosenberg, autore di romanzi in cui ha riletto anche il fenomeno del terrorismo moderno alla luce delle profezie bibliche.
Il Principe Mohammed Bin Salman – riferiscono le fonti ufficiali saudite – ha ricevuto gli illustri visitatori nel suo palazzo nella città di Gedda. Lo stesso Rosenberg, sul suo account twitter, ha riferito che nella conversazione col Principe si è parlato di “terrorismo, pace, libertà religiosa e diritti umani”.
Una analoga delegazione di cristiani evangelici, anch’essa guidata da Joel Rosenberg, aveva già visitato l’Arabia Saudita e incontrato alcuni suoi leader meno di un anno fa, agli inizi di novembre 2018.
La visita della delegazione evangelica allunga la serie di esponenti di Chiese e comunità cristiane che negli ultimi anni si sono recati in Arabia Saudita per avere incontri di alto livello con alti dignitari del Regno. Nell’aprile del 2018, le autorità saudite avevano ricevuto il Cardinale Jean-Louis Tauran, che allora era Presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso (e che sarebbe venuto a mancare il 5 luglio di quello stesso anno). Nel novembre 2017 anche il Patriarca maronita Bechara Boutros Rai aveva compiuto una visita ufficiale in Arabia Saudita, nel corso della quale aveva incontrato il Re Salman e il Principe Mohammed bin Salman.
Secondo alcuni osservatori, anche gli inviti rivolti a esponenti di Chiese e comunità cristiane fanno parte della strategia perseguita dallo stesso Principe ereditario per accreditare un’immagine aperta e dialogante della Casa reale saudita nella terra che ospita La Mecca e Medina, città sante dell’islam, e dove la pratica pubblica di altre fedi è bandita.
Joel Rosenberg e la moglie Lynn hanno fondato nel 2006 The Joshua Fund, organizzazione nata dal desiderio di portare i cristiani “a benedire Israele e i suoi vicini nel nome di Gesù”. Nel novembre 2018, la precedente visita in Arabia saudita della delegazione guidata da Rosenberg era stata criticata da The American Conservative, rivista fondata nel 2002 per dar voce a settori conservatori USA che si opponevano alla guerra in Iraq e alle politiche interventiste di George W. Bush. “E’ difficile” scrisse The American Conservative “non considerare l'incontro come un esercizio cinico nell'uso di evangelici ‘pro-Israele’ per consolidare i legami tra il regno saudita, gli Stati Uniti e Israele”. La testata conservatrice USA citò in quell’occasione anche il sito di notizie del Jerusalem Post, sottolineando che il quotidiano israeliano aveva presentato la delegazione di evangelici “come ambasciatori non ufficiali di un governo israeliano che vuole allearsi con l'Arabia Saudita nel confronto con l'Iran”. (GV) (Agenzia Fides 11/9/2019)
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AMERICA/NICARAGUA - Il rappresentante della Santa Sede a Ginevra: dialogo e elezioni in Nicaragua
 
Ginevra (Agenzia Fides) – Il Rappresentante della Santa Sede a Ginevra, Mons. Ivan Jurkovic, Osservatore permanente presso le Nazioni Unite, si è unito al coro delle nazioni che chiedono il dialogo e la giustizia in Nicaragua. Rivolgendosi alla Presidente, Michelle Bachelet, nel suo intervento pronunciato ieri, durante la 42.ma sessione del Consiglio dei Diritti Umani sulla situazione in Nicaragua, inviato all’Agenzia Fides, l’Arcivescovo ha detto: “La Santa Sede ha seguito con grande attenzione la situazione sociopolitica in Nicaragua e ritiene che le controversie irrisolte debbano essere risolte al più presto, rispettando sempre i diritti umani fondamentali e i principi sanciti dalla Costituzione del Paese".
Quindi ha affermato: "Per facilitare l'armonia sociale nel Paese e costruire una base per un futuro stabile di pace e prosperità, la Santa Sede raccomanda che i diversi attori politici e sociali, con un rinnovato spirito di responsabilità e riconciliazione, trovino insieme una soluzione che rispetti la verità, ripristini la giustizia e promuove il bene comune".
Mons. Jurkovic ha concluso: "La Santa Sede crede fermamente che sia essenziale attuare gli accordi raggiunti lo scorso marzo, tornare immediatamente a negoziati aperti e reciprocamente rispettosi ed effettuare, quanto prima, le riforme elettorali per lo svolgimento di elezioni libere e trasparenti con la presenza di osservatori".
Nella giornata di ieri è stato presentato anche il rapporto della stessa Michelle Bachelet che, in poche parole, ha riassunto ciò che accade in Nicaragua: una continua violazione dei diritti umani da parte delle forze governative e la mancanza di garanzie delle principali libertà di un popolo democratico. "Non è possibile che una persona venga arrestata per aver cantato l'inno nazionale o per sventolare la bandiera del Nicaragua in una piazza o in una via pubblica" ha detto tra l’altro Bachelet, e ha aggiunto: “La libertà di espressione è stata limitata attraverso azioni che vanno dalla chiusura di media indipendenti e la confisca delle attrezzature, alla detenzione di giornalisti nazionali per mesi". Nella conclusione del suo rapporto, Michelle Bachelet ha annunciato che l'Alto Commissariato ONU per i Diritti Umani (UNHCR) continuerà ad osservare la situazione del Paese e cercherà spazi di dialogo con la dittatura nicaraguense per trovare al più presto una soluzione alla crisi scatenatasi da aprile 2018.
(CE) (Agenzia Fides, 11/09/2019)
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AMERICA/BOLIVIA - Vicinanza ai migranti da parte della Chiesa, che chiede agli Stati politiche pubbliche adeguate
 
Cochabamba (Agenzia Fides) – Preoccupazione e vicinanza ai migranti è stata manifestata dalla Chiesa cattolica della Bolivia in occasione della Giornata nazionale dei migranti e dei rifugiati, celebrata l’8 settembre. La Pastorale della mobilità umana ha organizzato una fiera gastronomica internazionale e interculturale di cui sono stati protagonisti gli stessi migranti, nell'ambito delle attività di raccolta fondi per continuare il suo lavoro al servizio di migranti e rifugiati che arrivano in Bolivia.
Secondo le informazioni diffuse dalla Conferenza episcopale boliviana (CEB), pervenute a Fides, Mons. Oscar Aparicio, Arcivescovo di Cochabamba e Vice Presidente della CEB, durante la sua omelia nella Cattedrale ha espresso preoccupazione e vicinanza ai migranti, evidenziando la situazione di quanti arrivano dal Venezuela, quella dei giovani migranti che lasciano i loro paesi per andare a studiare, i politici costretti a lasciare la loro nazione, coloro che cercano migliori condizioni di vita e lasciano la campagna per la città.
Il Vescovo ausiliare di La Paz e Segretario generale della CEB, Mons. Aurelio Pesoa, ha letto la dichiarazione emessa al termine della riunione dei Consigli episcopali permanenti delle Conferenze di Cile, Perù e Bolivia, tenutasi a Lima il 3 e 4 settembre, in cui si chiede ai governi e alle rispettive agenzie pubbliche degli Stati coinvolti, “di analizzare e dialogare in profondità le politiche pubbliche che devono essere attuate in modo coordinato per rispondere al fenomeno migratorio”.
“In questi giorni – è scritto nel documento delle tre Conferenze episcopali - abbiamo potuto riflettere e verificare la grave situazione migratoria di grandi proporzioni che esiste nei nostri paesi, in particolare per i nostri fratelli dal Venezuela”. Esprimono quindi “vicinanza e solidarietà al popolo venezuelano, che negli ultimi tempi ha sofferto di difficili condizioni economiche, sociali e politiche”, quindi rinnovano la gratitudine verso le istituzioni della Chiesa cattolica per l’impegno di accogliere “i nostri fratelli che cercano migliori prospettive di lavoro e sicurezza”, apprezzando “in particolare gli sforzi di molte persone che hanno dedicato il loro tempo e le loro risorse al servizio di coloro che soffrono delle condizioni migratorie più difficili”. (SL) (Agenzia Fides 11/09/2019)

domenica 14 maggio 2017

A Fatima Papa Francesco prega per la pace tra i popoli


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A Fatima Papa Francesco prega per la pace tra i popoli
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Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

The Chosen ...é sufficiente per me...posso fare molto con questo ..

Ed egli disse: «Portatemeli qui». E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull'erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occ...