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giovedì 26 settembre 2019

Agenzia Fides 26 settembre 2019

EUROPA/PORTOGALLO - Giornata dei migranti: è possibile vivere l’accoglienza
 
Lisbona (Agenzia Fides) – Le comunità cristiane hanno l'obbligo di dimostrare che è "possibile vivere l'accoglienza, la protezione, l'integrazione e la promozione" con rifugiati e migranti. Lo afferma Eugenia Quaresma, direttrice dell'Opera Cattolica Portoghese di Migrazioni (OCPM), rimarcando: “Il primo appello è alle nostre comunità. Abbiamo un mandato evangelico che invita ad accogliere, che parla di protezione, che ci dice che in ogni nazione ci sono discepoli di Cristo per adempiere questo mandato”. La direttrice ha parlato della prossima celebrazione della Giornata Mondiale dei migranti e dei rifugiati, che la Chiesa cattolica ricorda questa domenica 29 settembre.
La direttrice dell'OCPM afferma che "nel prendersi cura dei migranti e dei rifugiati, ogni persona si prende cura anche di se stessa, delle sue paure, perché conoscendo cosa spaventa e superando queste paure, se riesce a promuovere l'incontro e l'accettazione". La donna sottolinea il "forte richiamo" sul modo in cui "la società vive l'umanità" e come "l'accento è posto sullo sfruttamento umano", sulla tratta di esseri umani e "sulla responsabilità di ogni persona, non solo del cittadino, dei consumatori, ma anche delle aziende e di tutti”.
Papa Francesco ha scelto il tema "Non si tratta solo di migranti" e il sottotitolo "riguarda anche le nostre paure" per la 105a Giornata mondiale dei migranti e dei rifugiati. “Il tema è molto bello, anche a causa del modo pedagogico in cui ci è stato presentato, parte del messaggio biblico. Poi c'è un messaggio del magistero e quindi esempi pratici di come la Parola può essere messa in pratica nella vita di tutti i giorni", conclude Eugenia Quaresma.
Secondo gli ultimi dati pubblicati dalle Nazioni Unite, in Portogallo ci sono 880.188 immigrati, che rappresentano l'8,55% della popolazione del Portogallo. L'immigrazione femminile è più elevata rispetto agli uomini, con 469.533 donne, che rappresentano il 53,34% degli immigrati totali, rispetto ai 410.655 immigrati maschi, che sono il 46,65%. Guardando la classifica della presenza di immigrati, il Portogallo è il 64° paese al mondo in percentuale. I principali paesi di origine degli immigrati presenti in Portogallo sono Angola, 18,19%, Brasile, 15,62% e Francia, 10,57%.
(CE) (Agenzia Fides, 26/09/2019)
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EUROPA/UNGHERIA - Il piccolo seme dell’Infanzia Missionaria è diventato in dieci anni un grande albero
 
Budapest (Agenzia Fides) – “Gesù parla del Regno di Dio nella parabola del seme di senape. Un seme che è molto piccolo, cresce diventando una grande pianta e in seguito porta frutti, persino gli uccelli del cielo fanno il loro nido sui suoi rami. Qualcosa di simile è successo in terra ungherese dieci anni fa. Un piccolo seme che è stato piantato 10 anni fa è cresciuto diventando una grande pianta e ora porta molti frutti”. Così scrive p. Benvin Sebastian, SVD, Direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie in Ungheria, in una nota pervenuta all’Agenzia Fides sul decimo anniversario della Pontificia Opera dell’Infanzia Missionaria nel suo paese, festeggiato il 21 settembre. “Quando ebbe fine il comunismo in Ungheria, nel 1992, le Pontificie Opere Missionarie (POM) iniziarono di nuovo la loro missione – racconta -. Ma ci sono voluti molti anni per iniziare la Pontificia Opera dell’Infanzia Missionaria. Nel 2009 abbiamo iniziato con 34 bambini. Ora abbiamo 31 comunità con più di 1000 bambini che pregano e raccolgono fondi con i loro piccoli sacrifici per la missione della Chiesa universale”.
La celebrazione del decennale si è svolta nella Basilica di Santo Stefano a Budapest e al Parlamento ungherese. Alle ore 10 il Vescovo ausiliare di Esztergom-Budapest ha dato il benvenuto ai bambini, cui è seguito l’intervento del rappresentante della Commissione episcopale per le missioni, László Kiss- Rigó. Quindi è stata la volta del messaggio del Nunzio apostolico, Michael August Blume, SVD, ed il rapporto del Direttore nazionale delle POM, p. Benvin Sebastian SVD. Alle 11,15 la Santa Messa di ringraziamento presieduta dal Cardinale Peter Erdo, Arcivescovo della diocesi di Esztergom-Budapest.
Nel pomeriggio i bambini sono stati accolti nella sede del Parlamento, dove è stato letto il messaggio del Presidente ungherese e del Presidente del parlamento. Quindi è seguito il discorso di Soltész Miklos, Segretario di Stato per le Chiese, le minoranze e gli affari civili. “Abbiamo concluso la celebrazione del Giubileo pregando per il mondo intero e per i leader del mondo, in particolare per i leader ungheresi – scrive il Direttore nazionale delle POM -. La presenza di suor Roberta Tremarelli AMSS, Segretaria generale della Pontificia Opera dell’Infanzia Missionaria ha reso la celebrazione più ricca e incoraggiante. Ha potuto visitare una parrocchia e una scuola greco-cattolica dove è attiva l’Opera”. (SL) (Agenzia Fides 26/9/2019)
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AFRICA/NIGERIA - “Superiamo la situazione di precarietà nella quale viviamo” esortano i Vescovi
 
Abuja (Agenzia Fides) - “Occorre rafforzare il senso di appartenenza nazionale” scrivono i Vescovi della Nigeria nel documento conclusivo pubblicato al termine della loro seconda Assemblea Plenaria tenutasi dal 10 al 20 settembre ad Agbamaya, Obada-Oko, Abeokuta, nello Stato di Ogun.
“Notiamo con sgomento che a diversi mesi dalle elezioni generali, svariate aree della nostra nazione vivono ancora in una situazione precaria. Il Paese è profondamente diviso. Questo risulta evidente nelle nomine di funzionari in posizioni d’importanza nazionale, nelle modalità di condivisione delle risorse e nella distribuzione di servizi sociali” sottolinea la dichiarazione, pervenuta all’Agenzia Fides. “Sollecitiamo in particolare il governo federale a garantire che non prevalgano considerazioni di egemonia etnica o religiosa nel nostro Stato multi-religioso e secolare. Il senso di appartenenza ad un’unica nazione deve prevalere sulle differenze tribali, religiose o politiche”.
Le divisioni alimentano gli atti violenti, denunciati dai Vescovi: “Vi sono sfortunatamente ancora troppe morti derivanti dalla diffusione di banditismo, rapimenti, assassini, rapine a mano armata, uso sconsiderato della forza da parte delle agenzie di sicurezza e linciaggi. Ultimamente, si è avuta un'impennata nei casi di suicidio, anche tra i nostri giovani. Inoltre, sono continuati gli scontri tra pastori e comunità locali e le attività degli insorti di Boko Haram, con la morte di tante persone innocenti. Queste violenze rendono molto precaria la vita in Nigeria”.
Pur riconoscendo gli sforzi compiuti dal governo per combattere l'insicurezza, i Vescovi osservano che “il governo federale, cui è affidato il potere di controllare le principali agenzie di sicurezza, è sopraffatto”. I Vescovi auspicano pertanto “un decentramento delle forze di sicurezza per ottenere risultati efficaci”.
“La Nigeria è dotata di notevoli risorse naturali, umane e spirituali. Purtroppo, le autorità politiche non sono state capaci di metterle a frutto adeguatamente, né di ridistribuirle in modo equo. Laddove non esiste una condivisione equa della ricchezza e delle opportunità, è inevitabile che ci sia una crisi” sottolineano i Vescovi. “Chiediamo ai cristiani e alle persone di buona volontà di predicare quotidianamente questo messaggio di giustizia e pace e di viverlo coerentemente. Possa la Beata Vergine Maria Nostra Madre, Regina della Pace e Patrona della Nigeria intercedere per noi” conclude il messaggio. (L.M.) (Agenzia Fides 26/9/2019)
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AFRICA/SUDAFRICA - Incontro di riconciliazione tra sudafricani e nigeriani dopo gli attacchi xenofobi
 
Johannesburg (Agenzia Fides) - “Abbiamo ritenuto importante cercare di conciliare nigeriani e sudafricani e gli altri cittadini. I nigeriani hanno contribuito alla liberazione del Sudafrica ... Pensiamo che dobbiamo mantenere buoni rapporti con loro” ha affermato il reverendo Kenneth Meshoe, leader dell’African Christian Democratic Party, uno degli animatori dei colloqui di riconciliazione tra sudafricani e immigrati nigeriani che si sono tenuti il 19 settembre.
I colloqui, promossi dal Forum Unity di Nig-SA, un organismo composto da sudafricani e da cittadini stranieri, sono volti a concordare un percorso per superare le tensioni dopo gli assalti xenofobi contro i nigeriani e cittadini di altri Paesi che vivono in Sudafrica. Attacchi che sono stati condannati dai diversi Paesi africani (vedi Fides 11/9/2019).
I Vescovi nigeriani hanno denunciato “gli orrendi attacchi xenofobi in Sudafrica in cui molti stranieri, tra cui i nigeriani, hanno perso la vita e/o hanno subito saccheggiati e/o sono stati costretti a fuggire dal Paese per non perdere la vita. “Preghiamo per coloro che hanno perso la vita, porgiamo le nostre condoglianze a quelli che hanno perso i propri cari, e siamo vicini ai feriti e a quelli che hanno subito gravi perdite” scrivono i Vescovi della Nigeria nel documento conclusivo pubblicato al termine della loro seconda Assemblea Plenaria tenutasi dal 10 al 20 settembre. “Lodiamo la Conferenza Episcopale Cattolica sudafricana (SACBC vedi Fides 5/9/2019) per essere stata profetica nella sua condanna degli attacchi e per sollecitare il governo a prendere provvedimenti decisivi per mettervi fine”.
“Notiamo che il Sudafrica e la Nigeria hanno fatto molta strada nelle relazioni fraterne e diplomatiche. Esortiamo i nigeriani che vivono in patria e all'estero di essere bravi cittadini rispettosi della legge” concludono i Vescovi nigeriani. (L.M.) (Agenzia Fides 26/9/2019)
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ASIA/AFGHANISTAN - La preghiera come strumento di pace in uno scenario di nuove tensioni
 
Kabul (Agenzia Fides) - “Negli ultimi secoli hanno provato a convincerci che la religione fosse una delle principali cause di divisione e di mancanza di pace, e che quindi bisognasse metterla da parte. Dove potremo andare a cercare la pace, allora? Nella politica? Nelle ideologie? Nell’economia? Essa è possibile solo nel Regno di Dio, un regno in cui sono giunto arrivando come pellegrino di pace in Afghanistan, un paese in guerra da quarant’anni”. E’ la testimonianza espressa in una inviata all’Agenzia Fides da padre Giovanni Scalese sacerdote Barnabita, responsabile della Missio sui iuris afgana.
Nel paese asiatico, dove l’Islam è religione di Stato e la conversione ad altre fedi è inquadrabile con il reato di apostasia, la presenza cattolica deve limitarsi allo svolgimento di azioni caritative e all’assistenza spirituale della comunità internazionale. Ma, spiega p. Scalese, l’impegno dei cattolici in Afghanistan è soprattutto quello di pregare senza sosta per la pace: “Due anni fa, il 13 ottobre 2017, alla fine del centenario delle apparizioni di Fatima, abbiamo consacrato l'Afghanistan al Cuore Immacolato di Maria. Quest'anno, nella domenica delle Palme, abbiamo piantato, di fronte alla chiesa della Missione, l'Ulivo della Pace, proveniente da Nazareth, il luogo in cui dove la Parola di Dio si è fatta carne e il Principe della pace ha messo le sue radici tra noi. A luglio scorso, infine, sono andato personalmente in pellegrinaggio presso il Santuario mariano nazionale di Oziornoje, in Kazakistan, per invocare la Regina della pace affinché possa operare in Afghanistan, in Asia e in tutto il mondo”.
Intanto, dopo il fallimento dei dialoghi di pace tra Stati Uniti e movimento talebano, il paese sta vivendo una nuova escalation di violenza. Tra gli ultimi episodi, un raid compiuto domenica 22 settembre da forze speciali afgane, col supporto di aerei statunitensi, sui nascondigli dei talebani, ha provocato la morte di almeno 40 civili riuniti per festeggiare un matrimonio.
In Afghanistan, la presenza cattolica fu ammessa a inizio Novecento come semplice assistenza spirituale all’interno dell’Ambasciata italiana a Kabul e fu poi elevata a “Missio sui iuris” nel 2002 da Giovanni Paolo II. Oggi la missione continua ad aver base nella struttura diplomatica ed è affidata al Barnabita padre Giovanni Scalese. Nella capitale afghana sono presenti anche le suore Madre Teresa di Calcutta e l’Associazione intercongregazionale Pro Bambini di Kabul. (LF) (Agenzia Fides 26/9/2019)
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AMERICA/BOLIVIA - L’entusiasmo missionario del CAM 5 si trasmette al Mese Missionario Straordinario
 
Santa Cruz (Agenzia Fides) – Il team di Giovani Missionari dell'Arcidiocesi di Santa Cruz in Bolivia, ha lanciato ieri l’appello a tutti i giovani interessati a partecipare alla Missione Giovane ("Mision Joven") che si svolgerà nella Parrocchia di Nostra Signora del Rosario, il 27 ottobre, con l'obiettivo di vivere con gioia il tema della Giornata Missionaria Mondiale: “Battezzati ed inviati”.
L'Arcidiocesi ha preparato un calendario di incontri per i giovani: 28 settembre, 5, 12 e 19 ottobre ci saranno dei workshop di preparazione e formazione, La "Mision Joven" si svolgerà il 27 ottobre con tutti i giovani e i fedeli dell'arcidiocesi impegnati a svolgere attività missionarie. I temi degli incontri di formazione sono: il Mese Missionario Straordinario (28/9), Catechesi sul Battesimo (5/10), la Comunione Missionaria (12/10), Profilo Missionario (19/10) infine l'invio alla Missione Giovane.
Ci si attende di vivere il Mese Missionario Straordinario con grande entusiasmo fra i giovani e tutti i fedeli perché la Bolivia sente ancora l’effetto dei giorni del CAM 5, che hanno lasciato una Chiesa boliviana rinnovata nella missione. L’evento missionario continentale ha segnato non solo coloro che hanno potuto assistere agli incontri, ma tutte le piccole comunità che hanno accolto i partecipanti. E’ stato il primo Incontro Continentale Missionario dove i partecipanti hanno condiviso la vita delle famiglie della comunità di Santa Cruz e di altre città della Bolivia.
(CE) (Agenzia Fides, 26/09/2019)
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OCEANIA/PAPUA NUOVA GUINEA - Limitare gli effetti dei cambiamenti climatici: appello degli studenti
 
Port Moresby (Agenzia Fides) – “I leader del mondo e quelli della Papua Nuova Guinea devono elaborare politiche, regolamenti e leggi che riducano i livelli di produzione delle aziende per limitare gli effetti dei cambiamenti climatici”: è l’appello lanciato dai giovani della Papua, studenti della scuola secondaria St Charles Lwanga di Port Moresby, che hanno partecipato al programma dal titolo “Il cambiamento climatico: la più grande minaccia nella storia umana”, nel corso dello spazio “Chat Room” sulla emittente Tribe 92 FM, stazione radiofonica dedicata e incentrata sui giovani in Papua Nuova Guinea.
Dopo una breve introduzione, gli studenti hanno parlato delle implicazioni ambientali, sociali ed economiche che interessano i paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo e si sono soffermati su una rielaborazione delle raccomandazioni delle Nazioni Unite per ridurre gli effetti dei cambiamenti climatici.
In Oceania essi sono ben evidenti: “Non abbiamo bisogno di ulteriori spiegazioni su cosa siano, perché sta accadendo intorno a noi e colpiscono i nostri fratelli e sorelle nelle nazioni insulari più piccole. I segnali sono evidenti e il cambiamento climatico ha purtroppo una tendenza a lungo termine”, ha detto uno degli studenti intervenuti.
“Le popolazioni in Oceania dipendono prevalentemente dall'agricoltura e dalla pesca sia per sostentamento che come fonte di reddito” ha sottolineato un’altra dei partecipanti, rimarcando gli effetti devastanti su alcune popolazioni indigene degli arcipelaghi dell’Oceano Pacifico.
Nel corso del dibattito, i giovani hanno invitato le grandi aziende multinazionali di tutto il mondo a “dare un contributo per migliorare la qualità della vita dell'umanità invece di cercare di realizzare maggior profitto a spese del benessere e della dignità del genere umano”. Bainam Bani, vice preside della scuola, ha affermato di essere rimasta colpita dalla fiducia dimostrata dai suoi studenti nelle discussioni: “le aziende manifatturiere devono iniziare a utilizzare energia pulita, è necessario piantare più alberi, dobbiamo iniziare a utilizzare materiali riciclabili”, ha evidenziato. (AP) (26/9/2019 Agenzia Fides)

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