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venerdì 14 giugno 2019

Agenzia Fides 14 giugno 2019

AFRICA/NIGER - Minacce di Boko Haram ai cristiani di Diffa: “Notizia vera, ma non c’è una fuga in massa dei fedeli”
 
Niamey (Agenzia Fides) - “I cristiani sono stati minacciati, ma è falso che abbiano iniziato ad abbandonare in massa l’area” dice all’Agenzia Fides Mons. Anthony Coudjofio, Vicario Generale di Niamey, al quale abbiamo chiesto se è vero che i cristiani di Diffa, regione del sud-est del Niger, abbiano ricevuto un messaggio di Boko Haram, che concede loro tre giorni di tempo per lasciare l’area, altrimenti saranno uccisi.
“Ho contattato l’associazione dei cattolici a Diffa che mi hanno confermato di aver ricevuto il messaggio di minacce. Hanno detto che il fatto è certamente inquietante, ma hanno aggiunto che le forze di sicurezza stanno pattugliando l’area, proteggendo le chiese. I fedeli cattolici, sia pure spaventati, non hanno lasciato le loro case, contrariamente alle notizie che si erano diffuse su una fuga dei cristiani da Diffa. Una notizia priva di ogni fondamento” conclude Mons. Coudjofio.
Boko Haram, gruppo jihadista originario della Nigeria, ha allargato le sue attività anche ai Paesi vicini, tra cui il Niger. La regione di Diffa è stata già colpita diverse volte dagli attentati di Boko Haram. A fine marzo 10 persone hanno perso la vita quando due attentatrici si sono fatte esplodere nel mercato di un villaggio della regione.
L’11 giugno 64 membri di Boko Haram sono stati uccisi in un duro scontro con la Multinational Joint Task Force (MNJTF) a Darak nella regione del Lago Ciad. Il Ciad è un altro Paese preso di mira dal gruppo jihadista. La MNJTF è una forza congiunta organizzata dagli Stati della regione per combattere Boko Haram. (L.M.) (Agenzia Fides 14/6/2019)
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AFRICA/COSTA D’AVORIO - Tensioni politiche e crisi di identità nella società: il ruolo profetico della Chiesa
 
Abidjan (Agenzia Fides) – “Le turbolente dichiarazioni dei politici ivoriani continuano ad alimentare serie minacce alla stabilità politica del nostro paese, soprattutto in vista delle elezioni presidenziali del 2020” dice all’Agenzia Fides padre Donald Zagore, teologo ivoriano della Società per le Missioni Africane (SMA). “In un contesto socio-politico sempre più teso e inquietante - continua p. Zagore - molti si stanno chiedendo cosa pensa la Chiesa in una situazione che sta degenerando, specialmente su alcune questioni cruciali, legate all’identità ivoriana e al ‘recupero etnico’, che oggi scuotono la vita quotidiana delle persone”
“La Chiesa – spiega il missionario - deve essere in grado di anticipare le questioni, con il suo ruolo profetico. Il suo impegno per la pace e la stabilità di questa nazione deve essere sempre più visibile, concreto e pratico, e soprattutto decisivo. Vogliamo una Chiesa che sia custode del popolo, che interpreta i valori, in modo che i politici non finiscano per imporre logiche di interessi privati”.
“Pur rimanendo consapevole della necessità e del rigoroso rispetto del carattere neutrale del suo impegno politico, la Chiesa non deve cedere alla rassegnazione, ma essere presente nella società e portarvi l’annuncio del Vangelo di pace, giustizia, carità” , conclude p. Donald.
(DZ/AP) (14/6/2019 Agenzia Fides)
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ASIA/SRI LANKA - Il governo dello Sri Lanka istituisce un Consiglio per la riconciliazione tra religioni
 
Colombo (Agenzia Fides) - Il governo dello Sri Lanka ha annunciato che istituirà uno speciale "Consiglio per la riconciliazione tra religioni", con l'obiettivo di costruire la convivenza interreligiosa nella società e evitare ogni forma di polarizzazione. Come ha affermato il Primo ministro Ranil Wickremesinghe, l'idea del Consiglio proviene da rappresentanti dei monaci buddisti: il Consiglio includerà leader religiosi di tutte le comunità di fede presenti in Sri Lanka. Wickremesinghe ha ricordato che, a prescindere dalle opinioni religiose, ognuno dovrebbe avere il diritto di praticare liberamente la propria fede, anche se la Costituzione dello Sri Lanka assegna una sorta di "priorità" al buddismo.
Il governo è al lavoro per formulare le leggi e i regolamenti necessari per istituire il Consiglio. La decisione di istituire il nuovo organismo giunge sulla scia degli attentati di Pasqua, rivendicati dallo Stato islamico, che hanno scosso il paese il 21 aprile, uccidendo oltre 250 persone e ferendone altre 500.
Robert Thilakaratne, laico cattolico locale, dichiara a Fides: "Istituire un Consiglio per la riconciliazione religiosa e impegnarsi direttamente a costruire la convivenza nella società è una mossa gradita e saggia del governo. Servirà a promuovere la solidarietà, la comprensione, l'armonia, la pace e la fratellanza. Il paese ne ha davvero bisogno".
Lo Sri Lanka è una nazione multietnica con 22 milioni di abitanti, in maggioranza buddisti, ma comprende minoranze cristiane, musulmane e indù. I musulmani rappresentano quasi il 10% della popolazione; i cristiani sono il 7,4% (6,1% cattolici e 1,3% protestanti). (SD) (Agenzia Fides 14/6/2019)
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ASIA/KAZAKHSTAN - La Caritas lancia il progetto di agricoltura sostenibile: fornirà sostentamento e formazione professionale
 
Almaty (Agenzia Fides) - “La costruzione delle due serre di Almaty e Talgar è terminata. Ciò significa che stiamo per avviare la fase operativa del progetto di agricoltura sostenibile. Il primo aspetto da affrontare è quello dell'organizzazione del lavoro per vendere i prodotti agricoli. Infatti se una parte della produzione verrà utilizzata per supportare persone assistite dalla Caritas, i proventi delle vendite della restante parte saranno utilizzati per sostenere gli altri nostri progetti. Tutto questo ci porterà a ricercare dipendenti che si occupino dell’imballaggio e della distribuzione di prodotti. Un altro aspetto importante è che abbiamo in mente la possibilità di utilizzare le serre come location per realizzare corsi di formazione. A tal fine è stata avviata un’importante collaborazione con Caritas India per lo scambio di conoscenze e di competenze nel campo dell'agricoltura”. E’ quanto riferisce, in una nota inviata all’Agenzia Fides, Caritas Almaty, illustrando gli sviluppi del progetto di agricoltura sostenibile portato avanti nell’ex capitale kazaka e nella vicina città di Talgar.
A dare impulso all’iniziativa, un workshop formativo organizzato in Indonesia nel giugno 2018 da Caritas Asia. L'esperienza viene definita “significativa, nonostante la sua semplicità. Sebbene le condizioni economiche e sociali dei nostri rispettivi paesi siano notevolmente diverse, molte caratteristiche di quei progetti sono applicabili nei nostri siti rurali”.
La costituzione delle serre rappresenta, inoltre, il seguito del lavoro di sensibilizzazione iniziato due anni fa con l’Expo di Astana: “E’ la continuazione ideale, a livello locale, del messaggio diffuso all’interno del padiglione del Vaticano, e cioè che è possibile utilizzare risorse che la natura ci fornisce come bene comune, in modo che l'energia sia per tutti. E che essa può rappresentare non solo un mezzo di sussistenza, ma anche un luogo di educazione con cui apprendere nuove tecnologie di coltivazione e quindi acquisire competenze in ambito lavorativo”.
La formazione e lo sviluppo di competenze professionali rappresentano una priorità per la Caritas in Kazakistan, che negli ultimi anni ha attivato, tra gli altri progetti, un’iniziativa volta all’inserimento nel mondo del lavoro di persone affette da sindrome di Down ed un serie di corsi online di lingua inglese. (LF) (Agenzia Fides 14/6/2019)
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ASIA/EMIRATI ARABI - Il ministro della tolleranza presiede l’apertura ufficiale del sito archeologico cristiano di Sir Bani Yas
 
Abu Dhabi (Agenzia Fides) – Il sito archeologico cristiano dell’isola di Sir Bani Yas, 200 km a ovest della città di Abu Dhabi, è stato riaperto giovedì 13 giugno dopo un periodo di lavori che renderanno visitabili ampie aree dei resti del complesso monastico finora chiuse al pubblico. La riapertura ufficiale del sito è avvenuta alla presenza dello Sheikh Nahyan bin Mubarak, ministro della Tolleranza degli Emirati Arabi Uniti: "La chiesa e il monastero di Sir Bani Yas” ha detto tra l’altro il ministro nel suo intervento, ”gettano luce sulla nostra storia culturale, di cui siamo orgogliosi”.
Il sito archeologico comprende le vestigia di un complesso monastico nestoriano risalente al VII secolo dopo Cristo, dove viveva una piccola comunità di circa 30 monaci. "La sua esistenza” ha sottolineato tra l’altro lo sheikh Nayan bin Mubarak “è la conferma che nella nostra terra la tolleranza e l’accettazione dell’altro sono valori di lunga data”. A Abu Dhabi, lo scorso 4 febbraio, Papa Francesco e lo Sheikh Ahmad al Tayyeb, Grande Imam di al Azhar, hanno sottoscritto il Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune.
I monaci che costruirono e abitarono il complesso monastico appartenevano alla rete di comunità cristiane presenti fin dalla più lontana antichità a est dei confini dell’Impero romano, entro gli sconfinati territori dell’Asia centrale, dalla Persia fino all’India e alla Cina. “Si tratta di comunità” ha scritto lo storico don Lorenzo Cappelletti, professore presso la Pontificia Università Antonianum “che un po’ affrettatamente vengono dette nestoriane perché al momento del Concilio di Efeso (431), che condannò il patriarca costantinopolitano Nestorio, rimasero fedeli alla tradizione teologica antiochena, da cui proveniva Nestorio, contro la estremizzazione della corrente teologica alessandrina”.
In realtà, “ già prima del Concilio di Efeso, avevano inteso prendere le distanze dalla Chiesa di Stato romana. Fin dall’inizio del III secolo, in effetti, questi cristiani avevano un loro patriarca ( katholikos) con sede a Seleucia-Ctesifonte sul Tigri, la cui autonomia scaturì dalla necessità di mostrare l’indipendenza di questi cristiani dall’Impero romano, che costituiva da secoli il nemico per eccellenza del mondo persiano. Più che un allontanamento a livello dogmatico, in altre parole, la loro autonomia tendeva a evitare incomprensioni e persecuzioni”.
Secondo i ricercatori e gli archeologi che hanno studiato il sito di Sir Bani Yas, il complesso monastico fu attivo per almeno 150 anni, continuando a rappresentare un punto di sosta per commercianti e viaggiatori per molti decenni anche dopo l'avvento dell'Islam. "All'inizio deve esserci stata una tolleranza reciproca notevole” ha sottolineato il Vescovo Paul Hinder, Vicario apostolico dell’Arabia meridionale, presente all’inaugurazione.
Il sito archeologico era stato scoperto nel 1992. Alcuni anni dopo, il ritrovamento di alcune croci ha confermato che si trattava dei resti di un complesso ecclesiale, comprendente una chiesa, il refettorio, il dormitorio e un cimitero. Per vivere, i monaci cuocevano in loco il pane e il pesce pescato da loro, visto che il complesso monastico sorgeva non lontano dal mare. (GV) (Agenzia Fides 14/6/2019)
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AMERICA/BRASILE - Assassinato il presidente del Sindacato Lavoratori Rurali: crescono violenze e omicidi in Amazzonia
 
Parà (Agenzia Fides) – La Rete ecclesiale panamazzonica (REPAM) del Brasile ripudia l'azione violenta e l'attacco che ha avuto per vittima l'ennesimo leader, Carlos Cabral Pereira, presidente del Sindacato dei Lavoratori Rurali (STR la sigle in portoghese) di Rio Maria, nel sud-est del Pará, assassinato nel pomeriggio di martedì 11 giugno, con 4 colpi di pistola. Cabral Pereira era già stato bersaglio di un attacco nel 1991, quando venne ferito in una imboscata.
Secondo il rapporto della Commissione pastorale della Terra (CPT) "Conflitos no Campo", nel 2018 il 49% dei 1.489 conflitti registrati sul campo in Brasile si sono verificati nella regione amazzonica. Delle 960.630 persone coinvolte nei conflitti, il 62% (599.084) si trova in Amazzonia. Lo stato di Pará guida il numero di omicidi e tentati omicidi.
“Di fronte a questo episodio e a molti altri casi di omicidi legati ai conflitti agrari nello stato, chiediamo che il potere pubblico prenda le misure necessarie nell'indagine e nella risoluzione del caso, oltre a stabilire politiche pubbliche in vista della garanzia e della protezione di tanti uomini e donne che ogni giorno vivono minacciati nelle campagne" si legge nel comunicato pervenuto a Fides.
"Esprimiamo la nostra solidarietà alla famiglia di Carlos Cabral, ai suoi amici e compagni combattenti e a tutti i leader minacciati e perseguitati nelle campagne, specialmente a Rio Maria, chiamata informalmente “la terra della morte annunciata", e chiediamo che il potere pubblico agisci con determinazione nella lotta contro l'impunità cosicché, in questo modo, la violenza nella regione abbia fine" conclude il comunicato.
Secondo una nota del Ministero Pubblico Federale (MPF), con Cabral Pereira sono quattro i leader assassinati del STR: uno nel 1985, un altro nel 1990 e l'ultimo nel 1991. La violenza in questa zona del Brasile ha obbligato la CPT a dedicare una sezione del suo rapporto annuale a questi numeri, dati e situazioni che confermano l'importanza della figura del leader fra i contadino nella foresta brasiliana e l'abbandono da parte dello stato che non li tutela.
La CPT ha dovuto creare "l'Atlas dei conflitti nell'Amazzonia" per illustrare questa terribile e irrisoluta situazione. Solo in Brasile copre gli stati di Acre, Amapá, Amazonas, Tocantins, Pará, Rondônia, Roraima, Mato Grosso e Maranhão. Le comunità sentono molto questa violenza come un affronto al loro tipo di vita e alla pacifica convivenza. Dall’assassinio della missionaria suor Dorothy Stang nel 2005 (vedi Fides 10/07/2017), sentono che è anche una violenza contro i rappresentanti della Chiesa cattolica.
(CE) (Agenzia Fides, 14/06/2019)
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AMERICA/MESSICO - Due giovani sequestrati e uccisi in pochi giorni: i Vescovi chiedono alle autorità di intervenire
 
Città del Messico (Agenzia Fides) – “Negli ultimi tempi abbiamo vissuto situazioni di grande violenza che sono state un vero calvario per i cittadini e per molte famiglie in diverse parti del paese, delle quali non vediamo la fine”: lo scrive la Conferenza episcopale del Messico (CEM) in un comunicato pervenuto all’Agenzia Fides in cui, “con dolore e tristezza, lamenta l'omicidio dello studente dell'Università Intercontinentale, Hugo Leonardo Avendaño Chávez”. Nel testo, firmato dal Segretario generale della CEM, il Vescovo ausiliare di Monterrey, Mons. Alfonso Miranda Guardiola, si ricorda anche Norberto Ronquillo, un altro giovane studente che è stato rapito e ucciso la settimana scorsa.
Secondo le informazioni raccolte da Fides, Hugo Leonardo Avendaño Chávez, 29 anni, frequentava i corsi post laurea all’Università Intercontinentale. E’ stato sequestrato verso le ore 23 dell’11 giugno, mentre si recava nella parrocchia a cui dedicava molto tempo, il suo corpo è stato trovato il giorno dopo nel suo furgone, avvolto in una coperta, nel quartiere di Aculco, nel municipio di Iztapalapa, con segni di tortura, è morto per strangolamento. I parenti lo ricordano come un giovane devoto che voleva dedicare la sua vita a Dio, era felice e pieno di vita, con un futuro radioso. Anche Norberto Ronquillo, 22 anni, era un giovane originario di Meoqui, studente dell’Università del Pedregal, scomparso mentre era alla guida della sua auto. Il suo corpo è stato ritrovato il 10 giugno, una settimana dopo il sequestro, dopo che la famiglia aveva pagato un ingente riscatto. Anche lui è stato torturato e ucciso per strangolamento.
“Stiamo vivendo in un clima di grave insicurezza e paura – scrivono i Vescovi nel loro comunicato -, quindi ancora una volta chiediamo alle autorità competenti che affrontino questa ondata di insicurezza che è andata crescendo nel nostro paese. Ai nostri fedeli e alla società in generale, chiediamo di non essere indifferenti al dolore degli altri e di continuare a costruire la pace. Come Chiesa preghiamo e lavoriamo incessantemente per la ricostruzione del tessuto sociale”.
I Vescovi messicani assicurano la loro “vicinanza e preghiera alla famiglia di Hugo Leonardo, così come a quella di Norberto Ronquillo, e a tutte le famiglie dalle quali è stata rapita una persona”, invocando Santa Maria di Guadalupe perché “guidi i nostri passi sul cammino della pace e ci aiuti a riconoscerci fratelli”. (SL) (Agenzia Fides 14/6/2019)

mercoledì 8 maggio 2019

Agenzia Fides 7 maggio 2019

AFRICA/SUDAFRICA - “No alla violenza, sì ad un voto libero e pacifico” chiedono i Vescovi alla vigilia delle elezioni
 
Johannesburg (Agenzia Fides) – “Fratelli e sorelle sudafricani, vi preghiamo in nome della nostra comune umanità e dei valori spirituali, di comportarvi in modo pacifico prima, durante e dopo le elezioni” chiedono i Vescovi del Sudafrica in vista delle elezioni generali che si tengono domani, 8 maggio. Si tratta delle “seste elezioni generali” dal 1994, anno della fine dell’apartheid, precisa la dichiarazione dei Vescovi.
“L'esercizio del diritto di voto è un dovere sia sacro che morale. Molte persone hanno sofferto e sono morte per permetterci di esercitare il voto” sottolinea il documento, pervenuto a Fides. Per questo i Vescovi condannano ogni atto di violenza che impedisca un voto libero e pacifico. “La violenza ha sempre ottenuto solo distruzione, non costruzione, lo scatenamento delle passioni, non la pacificazione, l'accumulo di odio, non la riconciliazione delle parti.
I Vescovi esortano i leader politici “ad astenersi da dichiarazioni incendiarie, intimidatorie e inappropriate", ed i cittadini ad "adottare misure chiare e decisive quando i candidati e i loro sostenitori sono coinvolti in atti di intolleranza, intimidazione, molestie e disturbo", e a garantire il rispetto del processo elettorale e dei risultati.
“Preghiamo intensamente per la nostra nazione durante le prossime attività elettorali: prima di votare, mentre votiamo, e dopo aver votato per il bene comune” concludono i Vescovi.
Nelle scorse settimane si sono verificati atti di violenza xenofoba nei confronti degli immigrati provenienti dai Paesi vicini. Violenze attribuite alla propaganda contro gli stranieri condotta da diversi candidati alle elezioni, che pur di ottenere voti alimentano la paura e l’odio nei confronti dei migranti. I Vescovi hanno di recente condannato con forza l’ondata xenofoba, che a loro avviso “rischia di riportare il Paese ai tempi dell’apartheid” (vedi Fides 30/4/2019). (L.M.) (Agenzia Fides 7/5/2019)
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AFRICA/MALAWI - I Vescovi promuovono la leadership delle donne cattoliche, in vista delle elezioni
 
Lilongwe (Agenzia Fides) – “Leadership for Salvation” questo il tema del corso al quale hanno preso parte 69 donne delle otto diocesi cattoliche del Malawi nei giorni scorsi. Il corso è stato organizzato dalla Conferenza episcopale del Malawi (ECM) che ha voluto puntare l’attenzione sulla leadership e la gestione delle Commissioni per i comitati nazionali e diocesani delle organizzazioni femminili cattoliche (CWO).
“Resta indiscusso il ruolo imprescindibile della figura femminile nella Chiesa e nelle nostre rispettive comunità”, afferma in una nota inviata a Fides mons. Peter Martin Musikuwa, Presidente della Commissione pastorale, rivolgendosi ai partecipanti. Mons. Musikuwa, Vescovo di Chikwawa, ha messo ulteriormente in luce l'importante ruolo che le donne svolgono nella Chiesa e nella società, e ha spiegato la necessità di sostenerle per lo sviluppo delle loro capacità di leadership.
In occasione delle prossime elezioni, che si terranno nel Paese il 21 maggio (vedi Fides 25/3/2019), il Vescovo ha invitato le donne cattoliche a “sostenere le compagne impegnate a trasformare il paese, assicurando loro il supporto della Chiesa cattolica".
Padre Vincent Mwakhwawa, cappellano nazionale per i laici, ha ringraziato le donne per aver patrocinato questo evento e ha aggiunto che l'ECM seguirà da vicino le commissioni di tutte le diocesi del paese per verificare se la formazione darà frutti. “Questo corso non segna la fine del cammino, cercate di mettere in atto al meglio le conoscenze che avrete acquisito” ha detto.
Lucy Vokhiwa, presidente della CWO, ha apprezzato l’impegno della ECM e ha promesso che le commissioni metteranno in pratica gli insegnamenti.
"Il piano strategico previsto dal CWO per il 2019-2023 mira ai seguenti obiettivi: garantire che le donne cattoliche del Malawi approfondiscano la loro fede e la loro conoscenza spirituale, così da essere missionarie di Gesù Cristo e rappresentanti della creazione di Dio; rafforzare l'impegno pastorale; assicurare che le donne cattoliche del Malawi siano dotate di poteri politici, economici e sociali; e che il CWO sia efficace, efficiente e sostenibile”.
(AP) (7/5/2019 Agenzia Fides) 
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ASIA/SRI LANKA - Appello del Cardinale Ranjith: "Non lasciamo che vinca l'odio e la società si polarizzi"
 
Colombo (Agenzia Fides) - Non bisogna lasciare che" l'odio trionfi e che la violenza di Pasqua diventi occasione per polarizzare la società e spaccare la nazione": è il nuovo appello lanciato dal Cardinale Malcolm Ranjith, Arcivescovo di Colombo che, in una nota inviata all'Agenzia Fides, esorta tutti i cittadini alla calma e a mantenere il bene supremo della pace. La Chiesa in Sri Lanka è preoccupata dopo i recenti episodi di violenza registratisi a Negombo: centinaia di agenti di sicurezza sono entrati in città per far rispettare il coprifuoco dopo che decine di negozi, case e veicoli di proprietà musulmana sono stati attaccati. La chiesa di San Sebastiano nella città di Negombo, a 40 chilometri a nord della capitale Colombo, è stata una delle tre chiese e tre alberghi colpiti da attentatori suicidi il 21 aprile.
"Faccio appello a tutti i fratelli e sorelle cristiani, e di altre religioni, affinché non feriscano nemmeno un singolo musulmano perché sono nostri fratelli, perché fanno parte della nostra società" afferma il Cardinale Ranjith, che invita a "creare uno spirito di comprensione e buone relazioni tra tutte le comunità dello Sri Lanka", come ha ribadito anche in un videomessaggio diffuso in tutte le tv della nazione, esortando cristiani, buddisti e musulmani a mostrare moderazione e tolleranza.
Il Cardinale ha visitato Negombo, ha incontrato i leader musulmani in una moschea e "ha chiesto al governo di tutelare la sicurezza" nella città dove "esiste una forte comunità cattolica, tanto che la città è conosciuta come Piccola Roma", rileva il portavoce della diocesi di Colombo, p. Edmund Tilakaratne.
Negombo ha sofferto il più alto numero di vittime negli attacchi della domenica di Pasqua che sono stati rivendicati dallo "Stato Islamico". La bomba a San Sebastiano ha ucciso più di 100 fedeli cattolici.
Intanto lo stato di emergenza continua nel paese e le misure di sicurezza restano alte in tutta la nazione, mentre le scuole statali hanno ripreso le lezioni lunedì 6 maggio. Anche le scuole cattoliche a Colombo e nella provincia sono rimaste chiuse per una settimana.
Un forum di sacerdoti, religiosi, gruppi della società civile e membri di altre comunità religiose ha scritto una lettera aperta al Presidente, al Primo Ministro, ai membri del Consiglio dei Ministri e ai membri del Parlamento riguardo alla situazione nello Sri Lanka. Nel testo della missiva, pervenuto a Fides, si afferma: "Il nostro obiettivo comune è stato quello di far progredire i diritti politici, sociali, economici e culturali della popolazione promuovendo la pace, l'armonia e la giustizia sociale per tutti. In passato ci siamo impegnati in modo costruttivo con tutti i governi e continueremo a farlo anche oggi. Siamo sconvolti dalla carneficina in Sri Lanka. La nostra solidarietà va alle vittime e alle loro famiglie e al nostro amato paese. Esortiamo il governo a individuare rapidamente la verità e a trovare i perpetratori e i loro alleati, nel rispetto dei diritti umani".
La società civile in Sri Lnala offre assistenza attraverso le sue ampie reti di organizzazioni comunitarie che sono impegnate a promuovere la pace e l'unità nazionale. Queste reti possono condividere informazioni e, data la loro presenza capillare nel territorio, aiutare a prevenire problemi comunitari che potrebbero insorgere. (SD) (Agenzia Fides 7/5/2019)
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ASIA/GIORDANIA - Nuova donazione di Re Abdallah II per i lavori di restauro del Santo Sepolcro
 
Amman (Agenzia Fides) – Re Abdallah II di Giordania ha devoluto una nuova, consistente donazione per continuare a sostenere i lavori di restauro della Basilica del Santo Sepolcro, a Gerusalemme. Lo ha reso noto Teophilos III, Patriarca greco ortodosso di Gerusalemme, diffondendo lunedì 6 maggio un comunicato in cui esprime a nome della sua Chiesa gratitudine al monarca hascemita per la sua sollecitudine nel contribuire al restauro e alla tutela dei Luoghi Santi cristiani.
La nuova donazione - il cui importo non è stato finora reso noto – rappresenta una parte della somma in cui consiste il Premio Templeton, assegnato a Re Abdallah II nel novembre 2018. Istituito nel 1972 dal cristiano presbiteriano John Templeton come Premio per il Progresso nella Religione (Prize for Progress in Religion), il premio Templeton è assegnato annualmente a personalità che hanno dato particolari contributi nell'ambito della religione o della spiritualità, nella convinzione che «le rivelazioni scientifiche saranno una miniera d'oro per rivitalizzare la religione nel XXI secolo». Il premio è pari a 1,1 milioni di sterline britanniche (corrispondenti a più di un milione e 283mila euro) e rappresenta uno dei premi individuali annuali più consistenti del mondo. In passato, hanno ricevuto il Premio Templeton anche Madre Teresa (nel 1973), il Dalai Lama (nel 2012), l’Arcivescovo anglicano Desmond Tutu (nel 2013) e il Rabbino Jonathan Sacks (nel 2016). Nell'assegnare il Premio al Re Abdallah, la Fondazione Templeton aveva ricordato anche il suo impegno costante a favore della protezione dei Luoghi santi cristiani e islamici a Gerusalemme.
Nell’aprile 2016, Re Abdallah II aveva fatto pervenire sotto forma di “beneficenza reale” (Makruma) una consistente donazione personale a favore dei lavori di restauro dell’Edicola del Santo Sepolcro, terminati nel marzo 2017. Altre offerte del Monarca erano state devolute a favore della sistemazione del sito del Battesimo di Gesù, lungo il fiume Giordano.
La Monarchia Hascemita di Giordania legittima il proprio potere sulla base della propria discendenza in linea diretta dal Profeta Muhammad, e rivendica come propria responsabilità prioritaria anche la protezione dei Luoghi Santi musulmani e cristiani di Gerusalemme. (GV) (Agenzia Fides 7/5/2019)
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AMERICA/ECUADOR - Di fronte alla crisi economica i Vescovi chiedono “un nuovo modo di fare politica”
 
Quito (Agenzia Fides) – “Abbiamo bisogno di un nuovo modo di fare politica che, al di là di interessi particolari, cerchi il bene comune e promuova un grande patto nazionale al servizio dei cittadini”: lo rilevano i Vescovi dell’Ecuador nel comunicato emesso al termine della loro Assemblea plenaria, celebrata dal 29 aprile al 2 maggio, allo scopo di portare un contributo al dialogo nazionale.
“La crisi economica – scrivono nel messaggio pervenuto a Fides - richiede una politica più chiara e decisa a favore degli investimenti produttivi e della creazione di occupazione. La disuguaglianza sta diventando ogni giorno sempre più evidente, molte persone hanno serie difficoltà per arrivare alla fine del mese. Siamo particolarmente preoccupati per il tasso di disoccupazione giovanile e la mancanza di una remunerazione sufficiente per poter vivere con dignità”.
Tra le principali preoccupazioni, i Vescovi citano al primo posto la corruzione, “fonte di scandalo e di vergogna”, e ricordano i “funzionari di alto livello accusati, processati, condannati o fuggiti all'estero”, che rendono evidente “la gravità dei reati e il furto che è stato sistematicamente fatto al paese”. La proliferazione delle tangenti “contamina la coscienza nazionale e la dimensione etica della nostra convivenza”. Quindi ammoniscono: “rubare denaro ai poveri è molto grave, ma ugualmente grave è la creazione di una sottocultura che giustifica tutto a proprio beneficio. Dall'impunità, fenomeni come il crimine, il femminicidio, il furto o l’omicidio... diventano ordinari nella nostra vita quotidiana”.
Un’altra preoccupazione dei Vescovi dell’Ecuador è per la famiglia, “soggetta a forti cambiamenti culturali e alla dittatura dell'ideologia di genere, non sufficientemente contrastata dalla scienza e dall'antropologia”. Per quanto riguarda l'ecologia, i Vescovi chiamano ancora una volta ad essere attenti alle miniere a cielo aperto, all'estrazione di petrolio, all'inquinamento dell'acqua, alla mancanza di rispetto per la gente che non viene contattata e per le comunità che non sono consultate. “Oggi il nostro paese è più fragile e più minacciato rispetto al passato - evidenziano -. Pertanto, sentiamo più fortemente la necessità di prenderci cura dell’opera del Creatore”.
Nella conclusione i Vescovi ecuadoriani mettono in risalto che “non è in gioco solo il prestigio delle istituzioni o la transizione verso un'autentica democrazia, ma il benessere e il futuro della nostra gente”. Invocano quindi la benedizione di Dio su tutti, cittadini, famiglie e autorità, chiedendo “determinazione e volontà politica per costruire un paese democratico, inclusivo, pacifico, equo e unito. Un paese benedetto da Dio”. (SL) (Agenzia Fides 7/5/2019)
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AMERICA/HAITI - Le bande uccidono e terrorizzano, ricattato anche chi realizza progetti umanitari
 
Port au Prince (Agenzia Fides) – Organizzazioni per i diritti umani e istituzioni religiose continuano ad essere preoccupate per l'aumento dell'insicurezza su tutto il territorio nazionale ad Haiti, secondo quanto informa una nota pervenuta a Fides da fonti locali. Da novembre 2018 sono più di 100 i civili assassinati dalla violenza delle bande, mentre la polizia denuncia 15 suoi membri uccisi solo nel 2019. Forse per la prima volta nella storia della violenza, le bande cominciano a ricattare persino le Ong e le Ambasciate, chiedendo denaro in cambio della “protezione” per completare qualche progetto umanitario nel paese.
Insieme alle organizzazioni per i diritti umani che hanno denunciato la carneficina perpetrata la sera del 24 aprile da banditi appartenenti ad una banda che usa il nome di Sony John, alias Tije, a Carrefour Feuilles (distretto sud-est della capitale Port-au-Prince) anche la Chiesa cattolica e la Federazione protestante hanno alzato la voce. Otto persone, tra cui una donna incinta, sono state uccise e una dozzina di altre sono rimaste ferite, secondo il rapporto della polizia.
L'Arcivescovo metropolita di Port-au-Prince, Mons. Max Leroy Mésidor, ha detto in un incontro con la stampa locale che "il futuro incerto della società si dibatte tra povertà, insicurezza e impunità". "L'attuale violenza non è spontanea, è organizzata" ha sottolineato l'Arcivescovo nel suo messaggio di condoglianze alle famiglie delle vittime del massacro del 24 aprile.
La Federazione protestante di Haiti (Fph) ha condannato vigorosamente "questo atto vile e barbaro" commesso contro cittadini pacifici da parte da banditi senza fede né legge. "Nessun alto funzionario statale dovrebbe sentirsi orgoglioso della posizione che ricopre, fino a quando giustizia non sia stata fatta" afferma la Fph, esprimendo sgomento per l'allarmante deterioramento delle condizioni di vita dei cittadini ad Haiti.
L'Osservatorio haitiano per i diritti umani (Ohdh) denuncia la passività delle autorità politiche e di polizia, che sarebbero incapaci di mettere fuori combattimento i famigerati banditi che terrorizzano la popolazione da diversi mesi. Questi, secondo le critiche della stampa locale, avrebbero il sostegno di parlamentari, alti ufficiali della polizia nazionale di Haiti (Pnh) e membri del governo, come riferisce l'Ohdh. Ne è prova il fatto che il senatore Garcia Delva è stato espulso dal suo partito politico, Ayiti, in quanto sono stati scoperti i suoi accordi con il capo della banda, Arnel Joseph.
Dai missionari che operano sul posto, Fides ha ricevuto testimonianze drammatiche: "quelli che soffrono sono i più poveri, perché sembra che lo stesso governo venda le armi ai banditi nei quartieri poveri per seminare la paura e rimanere al potere. Ogni politico ha il suo gruppo di banditi, è un vero caos! In questi giorni la polizia nazionale prova a fermare questi gruppi al fine di neutralizzare la violenza, ma non ci riesce".
La situazione continua ad impedire non solo lo sviluppo del paese ma anche la distribuzione degli aiuti fondamentali per sfamare i più indifesi come i bambini. Solo alcuni settori della Chiesa cattolica e alcune Ong riescono a far arrivare alimenti ai più piccoli (vedi Fides 13/03/2019).
(CE) (Agenzia Fides, 07/05/2019)

lunedì 28 novembre 2016

Bollettino Agenzia Fides del 28 novembre 2016

EUROPA/ITALIA - Don Andrea Santoro: uomo, credente, pastore e testimone del Vangelo
 
Roma (Agenzia Fides) – “Quanto è accaduto quel 5 febbraio di dieci anni fa nella chiesa di Trabzon ha commosso e ferito ben al di là dei confini della Diocesi di Roma e del Vicariato di Anatolia in Turchia, ma è una ferita da cui sta germogliando bene spirituale per molti, come ha ricordato anche Papa Francesco nel corso di una udienza generale. Su questi segni dello Spirito la Chiesa di Roma è chiamata a interrogarsi e riflettere, ma ciascuno di noi deve alimentare la fiammella accesa nel cuore dal Signore anche grazie al sacrificio di don Andrea”. Sono le parole del Card. Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, durante la Celebrazione Eucaristica che ha presieduto ieri nella Basilica di Santa Croce di Gerusalemme a Roma, a conclusione delle iniziative indette nel X anniversario della morte di don Andrea.
Don Andrea Santoro, parroco e poi sacerdote Fidei donum della Diocesi di Roma, venne ucciso a Trabzon (Turchia) il 5 febbraio 2006 mentre era raccolto in preghiera nella chiesa di Sancta Maria Kilisesi, che gli era stata affidata. Nel 2003 aveva fondato l’Associazione “Finestra per il Medio Oriente”: un gruppo dedicato allo studio, alla preghiera ed al dialogo per far incontrare il mondo occidentale ed il Medio Oriente (vedi Fides 6/2/2006; 7/2/2006; 8/2/2006; 9/2/2006; 10/2/2006).
Il Card. Sandri ha sottolineato nella sua omelia che don Andrea “ha saputo accendere il fuoco della Parola di Dio e della carità nelle comunità che ha guidato, ma ha voluto ripercorrere a ritroso la via delle scintille apostoliche che ci hanno portato il Vangelo, recandosi lui stesso, come sacerdote fidei donum di questa Diocesi, in Oriente. Gli appuntamenti che sono stati organizzati in collaborazione col Vicariato di Roma in questo anno ci hanno consentito di mettere a fuoco i tratti salienti del suo profilo di uomo, credente, pastore e testimone del Vangelo”.
In questi dieci anni trascorsi dalla sua morte violenta, molti hanno voluto conoscere e approfondire la sua figura e la sua spiritualità, “ma ciò che colpisce – ha sottolineato il Cardinale - è come anche persone che non avevano mai avuto nulla a che fare con lui si sono avvicinate, o qualcuno, come sacerdote, ha voluto ripercorrerne i passi verso Oriente”. (SL) (Agenzia Fides 28/11/2016) 
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AFRICA/CONGO RD - Massacrati 35 civili Hutu in un villaggio nel Nord Kivu
 

Kinshasa (Agenzia Fides) - Trentacinque civili sono stati uccisi e altri 28 feriti in un attacco di miliziani Mai-Mai perpetrato alle 4,30 della mattina di domenica 27 novembre nel villaggio di Luhanga, nel Territorio di Lubero, nella provincia del Nord Kivu, nell’est della Repubblica Democratica del Congo. I miliziani, una cinquantina, si sono divisi in due gruppi: mentre il primo ha assalito una vicina postazione delle forze armate congolesi (FARDC), l’altro massacrava la popolazione a colpi d’arma bianca e da fuoco. Le vittime sono di etnia Hutu.
Secondo le informazioni raccolte da Fides, i Caschi Blu indiani della MONUSCO (Missione ONU nella RDC) sono intervenuti uccidendo un miliziano e mettendo fine al massacro. I soldati dell’ONU hanno poi preceduto al trasferimento in ospedale, a Goma, di 15 persone ferite.
Questo è il secondo attacco a Luhanga dall’inizio dell’anno. In quello precedente erano state distrutte diverse abitazioni. Il Territorio di Lubero è sconvolto dalle rivalità tra le popolazioni Lande e Hutu. Secondo informazioni inviate all’Agenzia Fides dall’ONG locale CEPADHO, nei giorni che hanno preceduto l’assalto erano state diffuse, tramite volantini e altri mezzi, minacce anonime contro gli Hutu, diversi dei quali sono fuggiti dai villaggi della zona. Quelli che non hanno potuto scappare sono rimasti soprattutto a Luhanga. Il CEPADHO ha censito 120 famiglie hutu che sono sfollate a Kanyabayonga dove vivono all’addiaccio. (L.M.) (Agenzia Fides 28/11/2016)
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AFRICA/CENTRAFRICA - Un anno fa la visita di Papa Francesco, l’11 dicembre Messa presieduta dal Card. Nzapalainga
 
Bangui (Agenzia Fides) - “C’è veramente un prima e un dopo la visita di Papa Francesco” dicono all’Agenzia Fides fonti della Chiesa nella Repubblica Centrafricana ad un anno dalla visita di Papa Francesco, dal 29 al 30 novembre 2015 (vedi Fides 28/11/2015).
“Nonostante le difficoltà che stiamo attraversando, la gente ringrazia ancora per l’amore che il Santo Padre ha dimostrato e continua a dimostrare nei confronti di questo Paese. Le stesse elezioni pacifiche che hanno permesso l’elezione del nuovo Presidente sono considerate come un dono di questa visita. La nomina a Cardinale dell’Arcivescovo di Bangui, Mons. Dieudonné Nzapalainga, è vista come un’attenzione in più del Santo Padre nei confronti del Paese”.
In ricordo dell’evento, l’11 dicembre è prevista una Messa di ringraziamento presieduta dal neo Cardinale Nzapalainga. (L.M.) (Agenzia Fides 28/11/2016)
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ASIA/SRI LANKA - L'apostolato è orientato alla riconciliazione nazionale
 
Colombo (Agenzia Fides) - La Chiesa cattolica in Sri Lanka sostiene i "passi di riconciliazione" avviati dal governo azionale dopo la guerra civile: lo ha detto a Fides il Vescovo Harold Anthony Perera, che guida la diocesi di Kurunegala, ed è presidente della Commissione nazionale "Giustizia, pace e sviluppo umano". Il Vescovo ha ricordato che il paese "ha vissuto una guerra civile lunga e amara" , iniziata nel 1983, derivante da tensioni etniche fra la maggioranza singalese e la minoranza tamil, stanziata nel nord-est dell'isola.
Dopo oltre 25 anni di violenza, il conflitto si è concluso nel maggio 2009, quando le forze governative hanno conquistato l'ultima zona controllata dai ribelli delle Tigri Tamil (organizzazione fondata nel 1976). A sette anni dalla fine del conflitto, recriminazioni su abusi da entrambe le parti continuano.
Il governo del presidente Maithripala Sirisena, salito al potere nel 2015, "ha messo in atto sforzi concertati per la riconciliazione nazionale", ha detto il Vescovo Perera, aggiungendo che questo processo ha "il pieno sostegno della Chiesa".
"Cooperiamo con il governo in questo processo di riconciliazione per il bene comune della nazione" ha detto a Fides mons. Perera.
Il paese ha una popolazione di 21,2 milioni di abitanti, a maggioranza buddisti (70%). I cristiani sono circa il 6%, mentre indù e musulmani sono altre minoranze religiose.
La Chiesa cattolica in Sri Lanka, rileva il presidente, "è doppiamente benedetta perché noi abbiamo battezzati che appartengono sia alla comunità singalese, sia alle comunità tamil". Dato questa presenza di fedeli singalesi e tamil, la comunità cattolica può essere "un elemento catalizzatore di armonia, pace, riconciliazione e fratellanza in una società pluralista" rimarca
La Commissione nazionale per la giustizia, la pace e lo sviluppo umano della Conferenza episcopale dello Sri Lanka ha avviato numerose iniziative innovative per contribuire alla riconciliazione. Tutto l'apostolato, nel complesso, che include attività come istruzione, sanità, sviluppo sociale e altre attività pastorali "è orientato alla riconciliazione del paese", aggiunge il Vescovo.
Le misure di riconciliazione adottate dal governo rappresentano "una strada giusta", anche se "è un processo che richiede tempo per dare frutti concreti e risultati a lungo termine" prosegue. La Chiesa è fiduciosa: "A lungo andare, il paese saprà riassaporare il gusto della pace e della riconciliazione, che aprirebbe la strada a uno sviluppo integrato e sostenibile della popolazione”, nel paese, nota, "vi sono molte persone di buona volontà che attraversano i confini di religione o differenze etniche e costruiscono ponti: questo intensifica il processo di pace e riconciliazione e costruisce il bene comune del paese. La Chiesa si impegna a svolgere il suo ruolo in modo costruttivo" conclude (PA-SD) (Agenzia Fides 28/11/2016).
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AMERICA/MESSICO - “Migranti come merce” denuncia il Vescovo di Nogales
 
Nogales (Agenzia Fides) – "I migranti sono visti come merce di scambio dal momento che entrano in Messico per transito" ha detto il Vescovo della diocesi di Nogales, Sua Ecc. Mons. José Leopoldo González González, "ecco come appaiono agli occhi delle organizzazioni criminali" ha ribadito parlando alla stampa locale il 26 novembre, secondo la nota pervenuta a Fides.
La città di Nogales in questi giorni si trova a convivere con un enorme numero di migranti, che vivono e dormono per strada in attesa di un appuntamento con l’ufficio visti per chiedere il permesso per entrare negli Stati Uniti d’America. Nogales si trova a 800 km da Tijuana, luogo di confine dove c'è il gruppo più numeroso di migranti non solo centroamericani che tentano di entrare in territorio statunitense, verso San Diego, California.
"Mi rendo conto che in questo anno e mezzo da quando sono qui nella diocesi di Nogales, le persone che arrivano, che riescono a mettere piede sul suolo messicano, i migranti, stranieri e messicani stessi, sono visti come merce" ha spiegato il Vescovo. "Quando cominciano a muoversi nel nostro paese, da Sud a Nord, ci sono gruppi criminali che fanno di loro merce di scambio, come se fossero oggetti da sfruttare, denigrare, depredare della loro dignità".
Il Vescovo ha commentato che poco più di un mese, quando celebrò la Messa alla frontiera (vedi Fides 24/10/2016), chiese alle autorità se fossero preparate a gestire il massiccio afflusso di haitiani e africani che veniva registrato a Baja California. Pochi giorni dopo è iniziato l'arrivo di queste persone a Nogales. "Non siamo preparati per l'emergenza, vale a dire non abbiamo le strutture necessarie per dare riparo e ospitalità, ma abbiamo la generosità della nostra gente e del volontariato da parte della Chiesa" ha detto.
Grazie alla generosità delle persone, c'è un aiuto immediato ai migranti per le loro necessità primarie, ha detto Mons. González González, ma i migranti non sono solo haitiani e africani, ci sono centroamericani e i messicani stessi: "Questo fenomeno deve far riflettere profondamente tutti noi: società civile, governo, imprese e Chiesa, su come sono le nostre strutture, sul fatto che non siamo preparati".
(CE) (Agenzia Fides, 28/11/2016)
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AMERICA/PARAGUAY - Dedicata ai giovani la festa della Madonna di Caacupé
 
Caacupé (Agenzia Fides) – Sono più di 7 mila i giovani arrivati a Caacupé in questo fine settimana per la grande festa della Madonna di Caacupé, al Santuario a Lei dedicato. Le celebrazioni, che iniziano oggi e si prolungano durante tutta la settimana, sono state sempre molto frequentate dai fedeli che arrivano da tutto il paese. Il tema scelto dalla diocesi per le celebrazioni di questo anno, che darà inizio anche al triennio dedicato alla gioventù, è “Abbracciati a Cristo Gesù”.
Il Vescovo di Caacupé, Sua Ecc. Mons. Catalino Claudio Giménez Medina, ha detto che la festa quest'anno si concentrerà sulle questioni che interessano i giovani, perché solo con il loro coinvolgimento si possono trovare delle soluzioni ai problemi attuali. A questo proposito, ha ribadito che "per la Chiesa, i giovani sono l'elemento attivo più importante per riuscire nel cambiamento nel nostro Paese".
Quest'anno si aggiunge un significato particolare alla festa, perché la diocesi di Caacupé celebra i 50 anni della sua creazione. Ecco perché tra le varie iniziative, per la prima volta ci sarà la preghiera del Rosario bilingue e la sfilata delle lanterne. Mentre è stata sospesa la tradizionale processione con l'immagine della Madonna, che ha più di 300 anni, che sarà solo esposta alla venerazione di tutti, ma non verrà portata lungo le vie vicine al Santuario.
Il Card. Luis Héctor Villalba, Arcivescovo emerito di Tucumán (Argentina), Inviato Speciale del Santo Padre, presiederà la celebrazione conclusiva del 50° anniversario della diocesi di Caacupé, che si terrà al Santuario di Nuestra Señora de los Milagros, l’8 dicembre.
Padre Arnaldo Godoy, rettore della Basilica, ha auspicato, anche a nome dei predicatori invitati per questi giorni, che la festa sia una grande opportunità per trovare la pace e mettere fine all'insicurezza e alla violenza che flagella il paese.
(CE) (Agenzia Fides, 28/11/2016)
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AMERICA/PERU’ - Proposte di 60 ragazzi per lo sviluppo sostenibile ed il superamento della povertà infantile
 
Lima (Agenzia Fides) - Un gruppo formato da 60 ragazzi di 11 Paesi di America Latina e Caraibi ha presentato alla Commissione Economica per l’America Latina e Caraibi (CEPAL) una serie di proposte per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile del 2030 e il superamento della povertà infantile. Delle 250 iniziative presentate, secondo le informazioni pervenute a Fides, 15 sono state prese in considerazione e proposte all’incontro che si è appena concluso a Santiago del Cile. Tra le proposte la creazione di orti familiari agroalimentari per combattere la fame ad Haiti, una applicazione per telefoni cellulari con orientamenti sull’educazione sessuale per gli adolescenti in Argentina, un progetto per i bambini con meno di tre anni che vivono insieme alle rispettive mamme detenute in un carcere femminile in Perù. All’iniziativa hanno preso parte ragazzi nella fascia di età tra 15 e 17 anni di tutto il continente che, organizzati in gruppi hanno aderito i n forma compatta. I giovani selezionati provenivano da Argentina, Cile, Colombia, Costa Rica, Ecuador, Guatemala, Messico, Paraguay, Perù, Uruguay e Haiti, e si sono concentrati tra le altre tematiche su 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile attraverso la lotta alla fame, l’uguaglianza di genere, la fine della povertà e l’istruzione.
(AP) (Agenzia Fides 28/11/2016)

sabato 16 luglio 2016

Bollettino Agenzia Fides 16 luglio 2016

ASIA/SRI LANKA - La Chiesa si impegna contro il traffico di droga la tossicodipendenza
Colombo (Agenzia Fides) – Sradicare il traffico di droga in Sri Lanka e salvare i giovani e soprattutto i bambini dalla tossicodipendenza: è l’appello lanciato dal Card. Malcolm Ranjith, Arcivescovo di Colombo, in seguito alla denuncia di un preside di una suola cattolica che ha scoperto 15 studenti coinvolti nel consumo di eroina e marijuana. “Dobbiamo alzare la voce contro i narcotrafficanti che spesso spacciano nei pressi delle scuole. Urgono leggi rigide e restrittive”, ha aggiunto il Cardinale in una conferenza pubblica, dato che alcune droghe entrano nel paese spacciate come “farmaci”. Il cardinale Ranjith anche esortato i leader religiosi, la polizia, educatori e politici ad assumersi le proprie responsabilità e a unirsi per affrontare e sconfiggere la piaga del traffico di droga e la diffusione della tossicodipendenza. Il Vescovo ausiliare di Colombo mons. Maxwell Silva ha annunciato una marcia di protesta e di sensibilizzazione per il 30 luglio nella diocesi di Colombo, che coinvolgerà parrocchie, associazioni, movimenti cristiani e altre organizzazioni della società civile. (PA) (Agenzia Fides 16/7/2016)
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ASIA/TURCHIA - Golpe fallito. Un sacerdote: “Gli imam dalle moschee chiamavano il popolo a scendere in piazza per difendere Erdogan"
Antakya (Agenzia Fides) “Stanotte, per tutta la tutta la notte dagli altoparlanti delle moschee, oltre alle preghiere, gli imam a intervalli brevi facevano appelli invitando tutti a scendere in piazza per manifestare il proprio sostegno al governo e al Presidente Recep Tayyip Erdogan”. Così riferisce all'Agenzia Fides padre Paolo Pugliese OFMCap, che svolge il suo servizio pastorale presso la parrocchia cattolica di Antakya, l'antica Antiochia sull'Oronte, dove hanno vissuto San Pietro e San Paolo, San Luca e San Barnaba, e dove per la prima volta i discepoli di Gesù sono stati chiamati cristiani.
La testimonianza proveniente da Antakya, capoluogo della Provincia dell'Hatay, confinante con la Siria, conferma che anche nei centri urbani minori della Turchia ci sono state manifestazioni di piazza contro il tentativo di colpo di Stato realizzato da settori delle forze armate turche nella tarda serata di venerdì 15 luglio. Anche a Antakya una parte considerevole della popolazione è scesa per le strade del centro lanciando slogan e suonando i clacson delle auto, ma non si sono sentiti colpi di arma da fuoco. La giornata di oggi è iniziata con una calma piatta. Tutti sanno che Erdogan ha preso in mano la situazione, ma si attende di vedere come evolverà la vicenda e quali saranno le conseguenze del golpe fallito.
Fonti del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli riferiscono a Fides che nelle ore concitate del tentativo di colpo di Stato il Patriarca ecumenico Bartolomeo, attualmente all'estero per un periodo di riposo, ha fatto pervenire un messaggio alle persone – ecclesiastici e laici – attualmente presenti nella sede patriarcale affacciata sul Cord d'Oro, a Istanbul, fornendo loro disposizioni precauzionali su come comportarsi e affrontare la situazione. (GV) Agenzia Fides 16/7/2016).
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ASIA/PAKISTAN - Urge maggiore protezione dei difensori dei diritti umani
Islamabad (Agenzia Fides) - Urgono misure più forti di tutela e protezioni per i difensori dei diritti umani in Pakistan: è l'appello lanciato al governo dalla società civile e da organizzazioni internazionali come "Christian Solidarity Worldwide". L'appello giunge in seguito all'assassinio dell'attivista musulmano Zafar Lund avvenuto il 14 luglio. Lund è stato colpito alla testa da aggressori non identificati ed è morto al di fuori della sua casa di Kot Addu, nella provincia del Punjab . Era il fondatore di un forum della società civile che mira a proteggere i diritti delle comunità che vivono grazie alla vicinanza col fiume Indo a Kot Addu, ma anche l'istruzione e i diritti del bambino.
"La violenza contro gli attivisti per i diritti umani in tutto il Pakistan è stato in aumento. Vi sono minacce e intimidazioni di difensori dei diritti umani in Pakistan da parte di attori statali e non statali", afferma il forum della società civile, che raccomanda al governo del Pakistan di "combattere la cultura dell'impunità e assicurare alla giustizia tutti i responsabili di attacchi e minacce contro avvocati, intellettuali, giudici e difensori dei diritti umani".
Tra gli ultimi omicidi, il 7 maggio scorso Khurram Zaki, noto attivista per i diritti umani ed editore, è stato ucciso da quattro sconosciuti a Karachi. Zaki era tra gli attivisti della società civile a gennaio hanno presentato una denuncia contro il Maulana Abdul Aziz, il religioso della Lal Masjid, la nota "moschea rossa" di Karachi, accusata di incitare e di instillare in bambini e giovani l'odio settario e la violenza. (PA) (Agenzia Fides 16/7/2016)
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ASIA/ISRAELE - Associazione cristiana critica la nuova legge sulle ONG
Gerusalemme (Agenzia Fides) – Lo scorso 11 luglio il parlamento israeliano ha approvato la legge che vincola le organizzazioni non governative (ONG) che ricevono più del cinquanta per cento del loro finanziamento da istituzioni e governi stranieri a dichiarare pubblicamente in ogni proprio intervento e iniziativa – negli spazi pubblici, sulla stampa e online – la propria dipendenza da fondi provenienti dall'estero. In merito a tale legge, considerazioni critiche sono state diffuse da William Bell, consigliere dell'organizzazione Christian Aid per le iniziative svolte in Israele e i Territori palestinesi occupati. "Questa legge” ha detto tra l'altro Bell “rappresenta un chiaro tentativo di limitare o spegnere voci che si esprimono contro l'ingiustizia. La maggior parte delle organizzazioni a cui sarà applicata questa legge sono attive sul terreno della difesa dei diritti umani, e tra esse ci sono anche i partner israeliani di Christian Aid , di B'Tselem e Breaking te Silence”.
Christian Aid – ha comunque ribadito il consigliere Bell - “è orgogliosa di sostenere le organizzazioni della società civile israeliana che difendono i diritti umani e si oppongono alle discriminazioni, e continueremo a farlo".
Christian Aid è un'agenzia che sostiene progetti sociali e di sviluppo per conto di più di 40 Chiese e comunità cristiane presenti in Gran Bretagna e Irlanda. (GV) (Agenzia Fides 16/7/2016).
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AMERICA/ARGENTINA - Mons. Lozano: “I movimenti popolari aiutano a vedere i problemi dei più vulnerabili”
Gualeguaychú (Agenzia Fides) – I movimenti popolari ricoprono un prezioso ruolo sociale e di sensibilizzazione delle coscienze: lo afferma il Presidente della Commissione episcopale argentina per la pastorale sociale, Sua Ecc. Mons Jorge Lozano, e vescovo della diocesi di Gualeguaychú, che ha ricordato come questi movimenti “aiutino a promuovere lo sviluppo dei gruppi sociali emarginati”.

Come appreso da Fides, il Vescovo, in un breve incontro con la stampa locale, ha detto riguardo a queste organizzazioni: "Sono di grande beneficio non solo per le persone che riuniscono o rappresentano, ma anche per la società nel suo complesso. Essi aiutano a visualizzare i problemi dei più fragili e vulnerabili, che spesso restano nascosti o ignorati. E con poche risorse fanno miracoli", ha sottolineato. "Il Papa gli incoraggia perché vede l'impegno e la creatività che rendono la dignità umana e la società equa", ha detto, ricordando le tre “T”: "Chi non desidera di promuovere Terra, Tetto e lavoro (Trabajo) come diritti fondamentali?". "I movimenti popolari hanno un ruolo molto importante nella configurazione della nostra società", e ha presentato come esempio le cooperative di riciclaggio o della costruzione di abitazioni. Notevoli anche le organizzazioni che promuovono la tutela dell'ambiente o quanti combatto no per diritti dei lavoratori non in regola o disoccupati. (CE) (Agenzia Fides, 16/07/2016)
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AMERICA/PANAMA - 500 giovani alla Giornata Mondiale della Gioventù
Panama (Agenzia Fides) – La Chiesa cattolica a Panama ha riferito che una delegazione ufficiale composta da 500 giovani parteciperà alla Giornata mondiale della Gioventù che si tiene a Cracovia, in Polonia. I giovani saranno accompagnati dall'arcivescovo Sua Ecc. Mons. José Domingo Ulloa Mendieta, dal Cardinale José Luis Lacunza, Vescovo di David, e dal Vescovo di Colón-Kuna Yala, Mons. Manuel Ochogavía,

L'evento giovanile ha in programma anche un momento di preparazione, da svolgersi dal 20 al 24 luglio 2016 nelle diverse diocesi della Polonia. I giovani da tutto il mondo parteciperanno a diverse attività all'interno delle comunità polacche per sperimentare la vita locale a livello religioso e culturale. La delegazione da Panama è già in partenza verso la Polonia. La XXXI Giornata Mondiale della Gioventù, si svolgerà dal 26 al 31 luglio a Cracovia, con la partecipazione di Papa Francesco e migliaia di giovani di tutto il mondo. Il tema prescelto è: "Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia" (Mt 5,7). (CE) (Agenzia Fides, 16/07/2016)
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venerdì 5 febbraio 2016

Bollettino Fides News del 4 febbraio 2016

AFRICA/KENYA - La Chiesa cattolica plaude la decisione del Presidente di ritirare la proposta di regolamentazione del culto
 
Nairobi (Agenzia Fides) - La Chiesa cattolica in Kenya plaude la decisione del Presidente Uhuru Kenyatta di ritirare la proposta di regolamentazione delle confessioni religiose (“Religious Societies Rules 2015”, vedi Fides 30/1/2016) che aveva suscitato le proteste dei Vescovi cattolici e dei leader di altre confessioni (vedi Fides 13 e19 gennaio 2016).
In una intervista a Waumini News Today, p. Daniel Rono, Segretario Generale della Conferenza Episcopale del Kenya, spiega che la decisione del Presidente Kenyatta è stata presa dopo una consultazione tra i leader religiosi e il governo.
P. Rono ricorda che i leader religiosi riconoscono le preoccupazioni del governo sugli abusi della libertà di culto da parte di truffatori, che estorcono denaro ai fedeli, e da parte di coloro che istillano idee estremiste nei giovani, ma allo stesso tempo ribadiscono che ogni culto deve avere la possibilità di autoregolamentarsi.
I leader religiosi musulmani, induisti, cattolici e delle chiese protestanti ed evangeliche, hanno deciso di incontrarsi per discutere la questione. Il Presidente Kenyatta ha affermato di attendersi lo sviluppo di una regolamentazione che sostenga il sacrosanto principio della libertà di religione. (L.M.) (Agenzia Fides 4/2/2016)
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AFRICA/BURUNDI - Rapporto ONU: il Rwanda addestra rifugiati burundesi per rovesciare il Presidente Nkurunziza
 

Bujumbura (Agenzia Fides) - Un rapporto di esperti dell’ONU accusa il Rwanda di addestrare e armare dei rifugiati burundesi accolti nel proprio territorio al fine di rovesciare il Presidente burundese Pierre Nkurunziza.
Secondo quanto riporta un dispaccio Reuters, il gruppo di esperti ONU incaricato di indagare sulle violazione delle sanzioni ai gruppi armati che operano nella Repubblica Democratica del Congo, ha raccolta le testimonianze di 18 ribelli burundesi basati nel Sud Kivu, nell’est della RDC al confine con il Burundi, che affermano di essere stati reclutati nel campo di rifugiati di Mahama nell’est del Rwanda. I ribelli sostengono di aver ricevuto armi e un addestramento militare di due mesi da parte di istruttori dell’esercito rwandese e di aver visto almeno 4 compagnie di 100 uomini ciascuna in fase di addestramento durante la loro formazione in una foresta rwandese.
Dopo l’addestramento iniziale, i ribelli sono stati condotti nel Sud Kivu con falsi documenti congolesi procurati dalle autorità rwandesi. Il governo di Kigali ha respinto le accuse affermando che questo rapporto mina la credibilità del gruppo di esperti ONU.
Secondo fonti dell’Agenzia Fides, in Burundi sono sorti almeno tre gruppi di guerriglieri che si oppongono al terzo mandato del Presidente Nkurunziza. (L.M.) (Agenzia Fides 4/2/2016)
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AFRICA/EGITTO - Il Patriarca copto Tawadros inizia la sua visita alle diocesi: diciamo no alle violenze domestiche
 
Il Cairo (Agenzia Fides) – Le violenze domestiche di cui sono vittime soprattutto le donne e i bambini, rappresentano un fenomeno sociale devastante, che ha gravi effetti sulla vita delle persone e anche sulla convivenza civile. Lo ha detto il Patriarca copto ortodosso Tawadros II, durante l'incontro di catechesi e preghiera del mercoledì, ospitato presso la chiesa di San Giorgio, nel sobborgo cairota di Guizeh, alla presenza di migliaia di fedeli. Nella sua catechesi, citando le parole di Gesù nel discorso della montagna (“Beati i miti, perchè erediteranno la terra”), il Primate della Chiesa copta ortodossa ha sottolineato che anche i problemi coniugali e familiari “vanno risolti con dolcezza”, seguendo l'insegnamento evangelico della mitezza, caratteristica essenziale del modo di vivere di chi segue Gesù. In occasione della sua catechesi, il Patriarca Tawadros ha reso noto che, a partire da adesso, si recherà ogni settimana in visita in una dio cesi diversa, per incontrare fedeli e pastori, e conoscere le esigenze e le iniziative delle diverse comunità locali. (GV) (Agenzia Fides 4/2/2016).
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ASIA/SRI LANKA - Il card. Ranjith: “Pace e unità, i valori più importanti per la nazione”
 
Colombo (Agenzia Fides) – “Pace, unità, armonica convivenza tra tutte le comunità presenti nella società”: sono questi i valori più importanti da ricordare nel giorno dell’indipendenza dello Sri Lanka, che si celebra il 4 febbraio. Lo sottolinea il cardinale Malcolm Ranjith, Arcivescovo di Colombo in un messaggio pervenuto all’Agenzia Fides, in cui esorta la nazione a guardare avanti, dopo aver superato i traumi di una lunga guerra.
Il card. Ranjith ricorda: “E’ ben noto che avremmo potuto ottenere l'indipendenza sconfiggendo il colonialismo britannico grazie agli sforzi del popolo, unito per un unico obiettivo. Non siamo riusciti a conseguirlo in quanto il nostro paese è stato diviso in base a etnie e opinioni politiche”.
“La necessità prioritaria di questo momento – prosegue – è che tutti i leader politici e religiosi lavorino uniti per lo sviluppo del Paese e che proteggano i diritti, la cultura nazionale, le libertà, per costruire l'equità, la giustizia, l'uguaglianza, la verità e la convivenza. E’ dovere di tutti, politici e semplici cittadini, svolgere le proprie responsabilità e i propri obblighi con massimo impegno per conseguire tale nobile obiettivo”.
“Preghiamo il nostro Dio Onnipotente – conclude il messaggio – perche ci dia la forza e il privilegio di esercitare con piena lealtà il compito di valorizzare ulteriormente l'indipendenza che la nostra patria ha guadagnato”. (PA) (Agenzia Fides 4/2/2016)
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ASIA/PAKISTAN - Legge sulla blasfemia, la Chiesa spera in una modifica imminente
 
Lahore (Agenzia Fides) - "Approviamo la riflessione e i passi del Consiglio per l'ideologia e speriamo che una modifica della legge sulla blasfemia, per impedirne l'abuso, possa essere imminente. Già il Presidente del Pakistan, Mamnoon Hussain, incontrando noi Vescovi e altri leader religiosi lo scorso anno, ci aveva comunicato che si sarebbe impegnato in tal senso. L'abuso della legge, usata per altri scopi, fa soffrire molti cittadini pakistani musulmani e cristiani, e di tutte le religioni, distruggendo ingiustamente la vita di molti innocenti. Speriamo in un cambiamento in meglio": è quanto dichiara all’Agenzia Fides Sua Ecc. Mons. Sebastian Shaw, Arcivescovo di Lahore, parlando delle possibili modifiche alla legge sulla blasfemia, composta da tre articoli del Codice penale che puniscono con l'ergastolo o con la pena di morte il vilipendio alla religione islamica.
Nei giorni scorsi il Presidente del Consiglio dell'ideologia islamica, Muhammad Khan Sherani, ha manifestato la disponibilità a rivedere la legge sulla blasfemia. In un paese dove la critica all'islam è argomento altamente sensibile, questo passo è stato per anni impossibile, e anche discuterne pubblicamente è divenuto un tabù. Sherani potrebbe riaprire il dibattito e dare al Parlamento e al governo raccomandazioni che propongono modifiche atte a evitare gli abusi della legge. Secondo Nasir Saeed, attivista cristiano e direttore dell'Ong CLAAS (Centre for Legal Aid, Assistance and Settlement), impegnata nella difesa dei diritti dei cristiani in Pakistan, “le parole del presidente Sherani sono incoraggianti, dato che fino a qualche anno fa non si poteva nemmeno discutere di questa legge. Speriamo che ben presto avvenga una evoluzione positiva". (PA) (Agenzia Fides 4/2/2016)
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ASIA/TURCHIA - Associazioni cristiane reagiscono alle false voci sul ritrovamento di armi in una chiesa di Diyarbakir
 
Diyarbakir (Agenzia Fides) – La Federazione delle Associazioni sire e assire (Federation of Assyrian associations) ha reagito con durezza alle voci – fatte circolare nei giorni scorsi sui media turchi – secondo cui un deposito di armi e munizioni appartenenti a gruppi armati curdi sarebbe stato scoperto dall'esercito di Ankara presso la chiesa siro-ortodossa di Santa Maria, a Diyarbakir. “Ancora una menzogna, ancora un'infamia, ancora un'operazione mirata per colpire un bersaglio” scrive in una dichiarazione la rete internazionale di associazioni legate alle comunità cristiane sire e assire sparse in tutto il mondo. “Noi” si sottolinea nella dichiarazione, pervenuta all'Agenzia Fides, “condanniamo questa attitudine ostile, che colpisce tutti i siriaci e che aveva lo scopo di indicare un bersaglio. Invitiamo tutti i membri del governo, soprattutto il ministro dell'Interno e il governatore di Diyarbakir, a compiere i passi dovuti e a sanzionare i responsabili”. Al momento, non ci sono dichiarazioni ufficiali che riprendono le indiscrezioni mediatiche sul presunto ritrovamento di armi nella chiesa siro-ortodossa di Diyarbakir.
A fine gennaio (vedi Fides 29/1/2016), la chiesa è stata danneggiata durante le offensive militari turche contro le postazioni del Partito curdo dei Lavoratori (PKK). A provocare i danni sono stati i bombardamenti realizzati dall'esercito turco. (GV) (Agenzia Fides 4/2/2016).
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AMERICA/HAITI - Crisi politica: la Chiesa chiede di trovare un accordo in conformità alla Costituzione
 
Port au Prince (Agenzia Fides) – I Vescovi di Haiti si dicono preoccupati per la situazione del paese ed hanno chiesto ai politici e alle autorità di trovare un accordo al più presto possibile per evitare il deterioramento della crisi.

"Tutti gli attori politici e statali devono lavorare per trovare una soluzione negoziata e reciprocamente accettabile alla crisi con saggezza, intuizione, moderazione e patriottismo" afferma il comunicato dei vescovi haitiani, pubblicato ieri e pervenuto a Fides.

"La Conferenza Episcopale Haitiana (CEH) incoraggia vivamente tutte le forze del paese a riunirsi al fine di raggiungere un accordo basato sulla Costituzione e la saggezza di Haiti al fine di garantire la continuità dello Stato e la stabilità politica del Paese nel rispetto della vita, della proprietà e dei diritti fondamentali della persona umana" continua il comunicato.

Di fronte al fallimento dell'accordo per lo svolgimento del ballottaggio (vedi Fides 23/01/2016) la Chiesa cattolica invita tutti, autorità e popolazione, a collaborare alla soluzione della crisi e a non incitare alla violenza per non aggravare la situazione già fragile nel Paese. "La CEH incoraggia fortemente tutti al consolidamento dell'unità nazionale, alla promozione della cultura democratica e alla ricerca del bene superiore della nazione" conclude il documento.

Dopo che il principale candidato dell’opposizione Jude Celestin, si era ritirato dalla corsa elettorale lasciando solo il candidato in carica, Jovenel Moise e dopo le violenti proteste per chiedere al governo di rinviare il ballottaggio previsto per il 24 gennaio, si è creata una situazione incontrollabile. Le principali forze politiche, secondo la stampa locale, vogliono un accordo prima del 6 febbraio, l'istituzione di un governo di unità azionale e la tenuta delle elezioni presidenziali il 24 aprile.
(CE) (Agenzia Fides, 04/02/2016)
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AMERICA/REPUBBLICA DOMINICANA - “Ci lamentiamo della corruzione, ma dimentichiamo il lavoro e l'onestà” afferma Mons. De la Rosa
 
Santo Domingo (Agenzia Fides) – L'Arcivescovo emerito dell'arcidiocesi di Santiago de los Caballeros (RD), Sua Ecc. Mons. Ramón Benito de La Rosa y Carpio, ha criticato quanti hanno acquisito ricchezze illegalmente e rapidamente, e allo stesso tempo vogliono sminuire il lavoro serio e onesto. L’Arcivescovo è intervenuto ad una trasmissione televisiva di una emittente locale per commentare la situazione che attraversa il paese.
"Tutti ci lamentiamo della corruzione, ma la gente si dimentica del lavoro e dell'onestà" ha detto Mons. De la Rosa, sottolineando che è molto triste sapere che ci sono persone le quali oggi non vogliono lavorare in modo onesto. "Il lavoro e l'onestà non sono una cosa superata, la generazione che si dimentica di questo è una generazione che non vivrà bene" ha ribadito. L’Arcivescovo ha insistito sul fatto che è molto spiacevole vedere il rovesciamento dei valori nella Repubblica Dominicana, dove molte persone vogliono ottenere ricchezza con il minimo sforzo e molto rapidamente.
Secondo dati raccolti da Fides, nella società dominicana si sta affermando un modello sociale negativo, caratterizzato da violenza e criminalità organizzata, è in un aumento anche la delinquenza nei quartieri e persino nelle scuole. I giovani preferiscono la via facile della criminalità organizzata allo studio e al lavoro onesto.
(CE) (Agenzia Fides, 04/02/2016)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

The Chosen ...é sufficiente per me...posso fare molto con questo ..

Ed egli disse: «Portatemeli qui». E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull'erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occ...