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martedì 25 febbraio 2020

agenzia Fides 25 febbraio 2020

EUROPA/SPAGNA - “Día de Hispanoamérica”: in comunione con i missionari spagnoli in America Latina
Madrid (Agenzia Fides) – Ricordare i missionari spagnoli in America Latina e collaborare con loro: questo è lo scopo del "Día de Hispanoamérica" che si celebra domenica prossima, 1 marzo. Quest'anno il motto sarà "Affinché in Lui possano avere vita". Si tratta di "una dimensione fondamentale della vita che Dio partecipa e ci invita a condividere, il nucleo vivente che anima e verifica il cammino missionario della Chiesa, della vita che diventa Vita” spiega la presidenza della Pontificia Commissione per l'America Latina nel suo messaggio per la giornata inviato a Fides.
Fra le diversi segnalazioni pervenute a Fides per questa circostanza, la Commissione per le Missioni e la Cooperazione fra le Chiese della Conferenza Episcopale Spagnola ha pubblicato diversi sussidi per la Giornata dell'Ispanoamerica, che comprendono fra altro il Messaggio della Presidenza della Pontificia Commissione per l'America Latina, un sussidio liturgico, un rapporto informativo, e un testo sul tema del Laicato Missionario scritto per l'occasione da Dolores Golmayo, Presidente del Gruppo Associazioni di Laici Missionari.
Le Pontificie Opere Missionarie (POM) della Spagna stanno preparando la celebrazione della Giornata con diverse attività sui social media, in modo organizzato e con ampia diffusione. Il programma televisivo "Tu eres Mision", programma delle Pontificie Opere Missionarie sulla tv TRECE, presenterà la Giornata, che ogni prima domenica di marzo la Chiesa spagnola celebra in tutti i paesi ispanici, ricordando in modo speciale le Chiese gemelle dell'America Latina. Padre Javier Pedraza, sacerdote diocesano di Madrid, membro della Obra de Cooperación Sacerdotal Hispanoamericana (OCSHA), parlerà dei suoi 18 anni di missione in Brasile, offrendo la testimonianza della sua esperienza missionaria nelle diocesi brasiliane di Feira de Santana e Ruy Barbosa, vicino a Bahia. Quindi seguità la testimonianza di una coppia di sposi missionari e di una religiosa colombiana che ha lavorato in Congo, ad Haiti e in Angola.
Il Progetto delle POM della Spagna per questa occasione riguarda una delle Chiese più giovani del mondo, la Mongolia, dove tre missionari arrivarono nel 1992, dopo la caduta del regime comunista. Attualmente ci sono più di 70 missionari di 24 nazioni.
Il rapporto della Obra per la Cooperación Sacerdotal Hispanoamericana (OCSHA) informa che attualmente ci sono 208 sacerdoti spagnoli in America Latina, mentre nel 2019 erano 237. In questo giorno vengono ricordati in modo particolare attraverso la preghiera e l'aiuto economico.
(CE) (Agenzia Fides, 25/02/2020)
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AFRICA/COSTA D’AVORIO - Land grabbing, i Vescovi: “Serve uno strumento giuridico per regolare le attività delle società transnazionali”
Abidjan (Agenzia Fides) - “Denunciamo con forza l'accaparramento della terra e l'espropriazione forzata della terra in tutte le sue forme. Le conseguenze sono incalcolabili: perdita del patrimonio culturale e ancestrale, sfollamento, disoccupazione, carestia, esodo, migrazione, ecc.” affermano i Vescovi del Comitato Permanente dell’Unione delle Conferenze Episcopali dell’Africa Occidentale (Cerao/Recowa), nella dichiarazione pubblicata al termine della loro riunione tenutasi a metà febbraio ad Abidjan.
Rivolgendosi agli “Stati, aziende multinazionali e a tutti coloro che sono coinvolti nella disastrosa operazione di accaparramento del suolo e di espropriazione forzata della terra in Africa”, i Vescovi chiedono di ascoltare la parola di Dio: “Non depredare il povero, perché egli è povero, e non affliggere il misero in tribunale” (Pr.22,22). Oltre al “fenomeno del land grabbing da parte delle multinazionali, con la connivenza di alcuni attori locali”, i Vescovi denunciano “l’espropriazione forzata della terra degli agricoltori da parte dei pastori a fini di pascolo”, con “la caccia all'uomo, lo sfollamento forzata degli abitanti dei villaggi i cui terreni agricoli vengono distrutti. E la conseguente perdita di vite umane”.
“Nonostante ciò che si può dire dei benefici economici dell'estrazione mineraria in Africa, va notato che i suoi effetti dannosi sono incalcolabili per il popolo africano” afferma il messaggio. Tra gli effetti dannosi vi sono: il degrado dell'ambiente, lo squilibrio dell'ecosistema, la perdita di biodiversità, l'inquinamento di fiumi, mari, acque sotterranee, ecc.
I Vescovi dell’Africa occidentale chiedono pertanto “la creazione di uno strumento globale giuridicamente vincolante per regolare le attività delle società transnazionali. Chiediamo ai nostri rispettivi governi in Africa occidentale di lavorare collettivamente con altri Paesi per il raggiungimento di tale strumento di pacifica governance globale”
“Lavoriamo insieme per un nuovo ordine mondiale che garantisca alle diverse comunità dell'Africa occidentale il diritto a un ambiente favorevole allo sviluppo sostenibile, rispettoso della natura e delle risorse naturali. Seguendo il Santo Padre, invitiamo i governi dell'Africa occidentale a "correggere i modelli di crescita che sembrano incapaci di garantire il rispetto per l'ambiente" e i diritti delle comunità” conclude la dichiarazione. (L.M.) (Agenzia Fides 25/2/2020)
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AFRICA/TOGO - La sfida della democrazia in Africa: opposizioni deboli
Sokodè (Agenzia Fides) – In base ai risultati diffusi dalla Commission Électorale Nationale Indépendante (CENI), Faure Gnassingbé è stato appena rieletto Presidente del Togo per un quarto mandato, con quasi il 72,36% dei voti contro il 18,37% dell’avversario Agbéyomé Messan Kodjo, ex Primo ministro ed ex-presidente dell’Assembla nazionale, e il 4,35% di Jean Pierre Fabre, presidente del principale partito di opposizione del Togo, la National Alliance for Change.
Nonostante le proteste dell’opposizione, che ha denunciato brogli, il giorno delle votazioni l'accesso a Internet è stato limitato e molti cittadini non sono riusciti a votare. “Affrontare la sfida della democrazia in Africa non deve essere solo una prerogativa dei poteri esistenti, ma anche dell'opposizione. Il recente caso del Togo ne è un esempio perfetto” ha scritto all’Agenzia Fides p. Donald Zagore, sacerdote della Società per le Missioni Africane, missionario in Togo. “Eppure – prosegue - in Togo, l'opposizione ha commesso gravi errori di cui oggi deve assumersi la responsabilità.”
Il missionario fa notare quanto la campagna elettorale delle forze di opposizione fosse circoscritta al sud e visibilmente assente al nord del Paese. “Prima, incapace di parlare all’unisono, - prosegue Zagore – l’opposizione aveva invitato i suoi sostenitori a non partecipare al censimento elettorale che si è svolto dal 1 al 25 ottobre 2018. Non prendendo parte alle elezioni legislative del 20 dicembre 2018, si è ritrovata a non avere un rappresentante in Parlamento. Inoltre, durante la campagna elettorale, l'opposizione ha avuto come obiettivo prevalente l’allontanamento dell’attuale presidente più che proporre al popolo togolese un solido programma di governo.”
“La debolezza delle forze di opposizione rimane un grave problema per la democrazia in Africa: esso pregiudica la politica africana che registra, in linea generale, la mancanza di argomenti concreti, preferendo spesso un linguaggio di violenza e ribellioni armate per accedere al potere”, conclude il missionario.
(DZ/AP) (25/2/2020 Agenzia Fides)
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ASIA/PAKISTAN - Dialogo e fraternità: l'eredità della dichiarazione di Abu Dhabi in Pakistan
Lahore (Agenzia Fides) - Il dialogo senza pregiudizi, la cultura dell'incontro, la relazione fraterna con il prossimo, al di là delle diffierenze di cultura, religione o etnia, lingua o classe sociale, la collaborazione materiale e spirituale tra fedeli cristiani e musulmani: è questo il prezioso patrimonio che lascia al Pakistan lo storico documento sulla "Fratellanza umana per la pace e la vita nel mondo" firmato da Papa Francesco e da Ahmad Al -Tayyeb, Grande Imam di Al-Ahzar, il 4 febbraio 2019. E' quanto emerso da un recente incontro, tenutosi a Lahore, che ha voluto celebrare nella "terra dei puri" il primo anniversario di quella storica firma, che in Pakistan ha generato iniziative di scambio, dialogo, preghiera interreligiosa.
Alla commemorazione, organizzata dalla Commissione nazionale per il dialogo interreligioso e l'ecumenismo, in seno alla Conferenza episcopale cattolica del Pakistan, erano presenti, tra gli altri leader cristiani, l'Arcivescovo Sebastian Francis Shaw, Presidente della Commissione, e l'Arcivescovo Christophe Zakhia El-Kassis, Nunzio Apostolico in Pakistan. Accanto a loro, Chaudhry Mohammad Sarwar, Governatore della provincia del Punjab, Muhammad Abdul Khabir Azad, Imam della grande "Moschea reale" di Lahore e numerosi altri eminenti leader musulmani. Tra i partecipanti, anche membri della società civile, rappresentanti delle scuole, studenti di facoltà di college e università e un buon numero di fedeli di diverse religioni.
Scopo dell'evento era rinnovare il comune impegno per il dialogo e la fraternità in Pakistan ed esprimere solidarietà a Papa Francesco e ad Ahmad Al-Tayyeb per i loro sforzi nel promuovere la riconciliazione, la cultura del dialogo, la pace, la libertà e la giustizia nel mondo.
L'Arcivescovo Shaw ha affermato che "accettarsi e accogliersi reciprocamente è essenziale per vivere insieme in pace e armonia", guardando con favore il fatto che "tante persone di diverse religioni" fossero riunite "per commemorare il primo anniversario di quello storico documento". Il Nunzio Apostolico Zakhia El-Kassis ha riaffermato la visione di Papa Francesco per la pace, l'armonia e la convivenza nel mondo, ricordando che "è necessario promuovere la cultura del dialogo come percorso per il rispetto reciproco, l'accettazione, l'armonia, la giustizia, la libertà e l'uguaglianza".
L'impegno de cristiani e musulmani in Pakistan per il dialogo e la convivenza, nell'ottica del bene comune del paese, è stato apprezzato da Chaudhry Mohammad Sarwar, Governatore della provincia del Punjab, che ha detto: "Tutti siamo chiamati a dare il nostro contributo per rendere il Pakistan un paese migliore". La pace, ha ricordato, "non si può promuovere in una società senza la giustizia", promettendo che "il governo farà del suo meglio per promuovere l'armonia religiosa".
Anche Muhammad Abdul Khabir Azad e gli altri leder musulmani hanno espresso la loro visione favorevole al documento di Abu Dhabi, confermando l'impegno per "il rispetto reciproco, il dialogo, i diritti umani e la giustizia, basati sulla misericordia, per costruire una società prospera e pacifica in Pakistan".
A conclusione della commemorazione, nel giardino del Palazzo del Governatore del Punjab a Lahore è stato piantato un ulivo, simbolo di pace e prosperità nella Sacra Bibbia e nel Corano. (PA) (Agenzia Fides 25/2/2020)
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ASIA/PAKISTAN - Feriti tre cristiani che volevano costruire una cappella
Lahore (Agenzia Fides) - Tre uomini cristiani pakistani che stavano lavorando alla costruzione di una cappella a Sahiwal, nella provincia del Punjab pakistano, sono stati feriti in seguito ad una aggressione di persone che volevano fermare il progetto. Come appreso dall'Agenzia Fides, nei giorni scorsi i musulmani Muhammad Akram, Muhammad Liaqat, Aslam e i loro compagni hanno attaccato i cristiani, che avevano manifestato l'intenzione di costruire una piccola cappella, sulla loro terra, nel villaggio dove vivono, il "Chak 92-9L", nel distretto di Sahiwal. Il villaggio è composto da 150 case, mentre la popolazione cristiana totale è di circa 120 fedeli. Gulzar Masih, uno dei cristiani locali, proprietario di un appezzamento di terra (con tanto di certificato legale di proprietà), intendeva erigere una semplice costruzione da adibire a cappella per il culto dei cristiani locali, attualmente costretti a percorrere diversi chilometri per recarsi in una chiesa. Muhammad Liaqat si è opposto alla costruzione della chiesa, contestando la proprietà di quella terra e contestando, inoltre, l'idea di avere una chiesa cristiana nel villaggio. Ne è sorto un litigio conclusosi con l'arrivo della polizia che ha fermato le persone coinvolte nella rissa: Gulzar e suo figlio, Liaqat e i suoi compagni, tutti successivamente rilasciati.
Lo stesso giorno Muhammad Liaqat con i suoi complici, questa volta equipaggiati con armi da fuoco e da taglio, hanno iniziato a demolire il muro di cinta che i cristiani avevano cominciato a costruire, per poi edificare la cappella. All'arrivo di Gulzar Masih e di altri fedeli, che volevano impedire la demolizione, gli aggressori hanno aperto il fuoco ferendo gravemente tre cristiani: Azeem, figlio di Gulzar, Sajjad e Razaq, tutti poi ricoverati all'ospedale civile di Sahiwal. La polizia ha nuovamente fermato alcuni sospetti ma intanto anche gli aggressori hanno sporto denuncia contro i cristiani, sostenendo di essere stati aggrediti.
Secondo l'Ong CLAAS (Centre for Legal Aid, Assistance and Settlement) , che fornisce assistenza legale ai cristiani del villaggio, si tratta di "una patente violazione dei diritto al culto dei fedeli, e di un abuso compiuto da altri cittadini musulmani, che usano la violenza indiscriminata sulle minoranze religiose". (PA) (Agenzia Fides 25/2/2020) .
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ASIA/IRAQ - Parlamentari iracheni della componente cristiana: non voteremo la fiducia al governo Allawi
Baghdad (Agenzia Fides) – Il Parlamento iracheno si appresta a votare, giovedì 27 febbraio, la fiducia al governo designato dal Primo Ministro Mohammed Allawi, ma i membri dell’assemblea parlamentare che occupano i cinque seggi riservati alle minoranze cristiane hanno già annunciato la loro intenzione di far mancare il loro voto di sostegno al nuovo esecutivo. A rendere nota la posizione dei cinque parlamentari è stato il parlamentare Aswan al Kildani, appartenente alla formazione politica delle cosiddette “Brigate Babilonia”, che occupa il seggio riservato ai cristiani nella Provincia elettorale di Ninive.
Aswan Salem, fratello di Rayan al Kildani (il fondatore delle “Brigate Babilonia”), in una recente intervista rilasciata alla rete televisiva MBC Iraq ha dichiarato che i cinque deputati della “componente cristiana” non daranno il proprio voto di fiducia al governo Allawi perché il Premier designato non ha avuto consultazioni con i rappresentanti delle proprie rispettive formazioni politiche, e non ha reso noto il nome dell’esponente cristiano a cui intende affidare un ministero nella futura compagine governativa. Un altro parlamentare titolare di uno dei cinque seggi riservati ai cristiani ha chiarito il motivo della contesa, dichiarando che il Premier incaricato Allawi avrebbe intenzione di affidare un ministero a una personalità cristiana “indipendente”; senza tener conto delle indicazioni e dei desiderata delle formazioni politiche di appartenenza dei parlamentari che occupano i cinque seggi riservati ai cristiani.
Dopo le ultime elezioni politiche, avvenute nel maggio 2018, anche il Patriarca caldeo Louis Raphael Sako (vedi Fides 16/5/2019) aveva denunciato le operazioni dei Partiti politici iracheni più influenti, che a giudizio di molti osservatori avevano piazzato i propri emissari anche nei seggi parlamentari riservati dal sistema istituzionale nazionale ai rappresentanti appartenenti alla componente cristiana.
Secondo indiscrezioni circolate sui media iracheni, e riportate anche sul website ankawa.com, il rappresentante cristiano scelto dal Premier designato Allawi per guidare il Ministero dell’immigrazione e dei rifugiati sarebbe Wiliam Warda. Giornalista e esponente di spicco del Partito Zowaa (Assyrian Democratic Movement), premiato nel 2019 dal Dipartimento di Stato USA all’International Religious Freedom Award.
Nei giorni scorsi, il Segretario di Stato USA Mike Pompeo ha chiamato il Premier designato iracheno Allawi per chiedergli di proteggere i 5200 soldati statunitensi di stanza in Iraq. Nel dibattito politico che precede il voto di fiducia, le componenti sciite chiedono di espellere dal Paese la presenza militare statunitense, mentre le componendi sunnite insieme a quelle curde chiedono di mantenere sul proprio territorio il contingente militare Usa, anche in considerazione del ruolo che i soldati statunitensi possono svolgere nella lotta alle cellule clandestine dei miliziani del sedicente Stato Islamico (Daesh) ancora presenti in Iraq.
Nella conversazione avuta con Allawi, Pompeo ha anche sottolineato l'urgenza con cui il prossimo governo iracheno deve porre fine alle uccisioni di manifestanti e dia risposte adeguate alle loro richieste.
Dallo scorso ottobre, l'Iraq è in preda a una rivolta segnata da quasi 550 morti e 30.000 feriti, per lo più manifestanti, e che ha portato anche alle dimissioni del precedente governo, guidato da Adel Abdel Mahdi.
il 3 gennaio 2020, gli apparati USA hanno ucciso a Baghdad il generale iraniano Qasem Soleimani. (GV) (Agenzia Fides (25/2/2020)
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AMERICA - I Vescovi di Messico e Paraguay: rispettare le donne, riconoscere i loro diritti, promuovere la loro dignità
Città del Messico (Agenzia Fides) – “Siamo profondamente addolorati dalla violenza contro le donne, che si è espressa in un modo nuovo e aggressivo, così crudele da generare confusione, dolore, amarezza, tristezza, pianto, indignazione, impotenza e molti desideri di vendetta”. Così scrive la Presidenza della Conferenza episcopale del Messico, in un comunicato dal titolo “Educare alla pace, urgenza nazionale”, che prende spunto dai recenti brutali crimini commessi contro donne e bambine, per affermare che “il grido di dolore delle vittime della violenza grida al cielo per ottenere giustizia. I cristiani non possono rimanere indifferenti”.
“Questa realtà ci mette di fronte ad un'autentica emergenza educativa perché abbiamo perso i riferimenti di base della convivenza umana: verità, bontà e bellezza” sottolinea il testo, pervenuto all’Agenzia Fides. I Vescovi sottolineano che l’educazione non può essere ridotta solo all'istituzione scolastica, pur importante, ma non sufficiente. “Riconosciamo la necessità di una base educativa che coinvolga la vita familiare” ribadiscono, mettendo in rilievo che le lezioni impartite nelle scuole “non possono sostituire l'educazione che la famiglia può dare”.
I Vescovi ricordano: “siamo tutti corresponsabili della soluzione della crisi di umanità che affrontiamo: la famiglia, la scuola, i media, le Chiese”, al fine di forgiare una cultura di speranza e di pace, unendosi alla responsabilità dello Stato. “Chiediamo a tutti i credenti e alle persone di buona volontà – concludono i Vescovi messicani - di fare tutto il possibile per impedire che la violenza cresca e si diffonda, in modo speciale invitiamo tutti a rispettare le donne e a riconoscere il diritto che loro hanno, a promuovere la loro dignità, garantendo la loro libertà e integrità nella nostra società”.
In occasione della “Giornata della donna paraguaiana” celebrata in tutto il Paese il 24 febbraio, in ricordo della prima assemblea delle donne americane, che si tenne in Paraguay il 24 febbraio 1967, i Vescovi del paese hanno pubblicato un messaggio in cui sottolineano che “le donne hanno sempre avuto un ruolo importante nella società e in particolare in Paraguay, le donne hanno persino dato la vita per salvare il loro paese in momenti critici. Le donne paraguayane hanno saputo forgiare un nuovo percorso per la ricostruzione della nazione paraguayana dopo la catastrofe che abbiamo vissuto tra il 1865 e il 1870. Nonostante il grande contributo, anche in questo caso, le donne sono state retrocesse”.
Sebbene l'apporto delle donne in diversi settori della società sia stato ampiamente riconosciuto, sottolineano i Vescovi, “la società machista del nostro paese ha sempre posticipato la loro partecipazione a vari aspetti della vita pubblica”. Oggi la Chiesa apprezza “l'incorporazione delle donne nelle aree di lavoro tradizionalmente occupate dagli uomini” e riconosce che “sono eroine coraggiose che salvano vite umane, amministrano la giustizia e lavorano per mettere fine alla corruzione”.
Nella conclusione i Vescovi del Paraguay constatano che “la violenza contro le donne continua ad aumentare e ad evidenziare il misconoscimento della dignità e del valore di molte donne, per questo è importante "parlare con loro", come ci chiede Aparecida, riconoscerle e creare spazi di partecipazione per camminare insieme verso un paese più inclusivo, cooperativo e solidale”. (SL) (Agenzia Fides 25/2/2020)
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ASIA/INDIA - Nomina del Vescovo Ausiliare di Tura
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Il Santo Padre Francesco, il 24 febbraio 2020 ha nominato Vescovo Ausiliare della Diocesi di Tura (India), il rev.do Jose Chirackal, del clero di Tura, finora Parroco di St. Luke’s Church e Direttore del Centro Pastorale Diocesano, assegnandogli la sede titolare di Acufida.
Il rev.do Jose Chirackal è nato il 14 luglio 1960 a Karukutty, Kerala, nell’Arcidiocesi Maggiore di Rito Siro-Malabarese di Ernakulam-Angamaly. Dopo gli studi secondari, ha lasciato lo Stato del Kerala, trasferendosi a Shillong nel 1976, per la formazione ecclesiastica. Ha frequentato il St. Paul’s Minor Seminary, prima di studiare Filosofia nel Christ King College e Teologia nell’Oriens Theological College, Shillong. Ha ottenuto un Baccalaureato in Arti, presso il St. Anthony’s College. Ha conseguito Licenza e Dottorato in Diritto Canonico all’Università Urbaniana, in Roma. È stato ordinato sacerdote il 29 dicembre 1987, per la Diocesi di Tura.
Dopo l’ordinazione sacerdotale ha svolto i seguenti incarichi: 1988-1991: Vicario parrocchiale di St. Joseph’s Church a Selsella; 1991-1995: Studi di Dottorato in Diritto Canonico a Roma; 1995-2004: Rettore del St. Peter’s Minor Seminary, Tura; 2004-2009: Cancelliere ed Economo diocesano; 2004-2011: Vicario Giudiziale e Portavoce diocesano; 2009-2011: Parroco della Cattedrale Mary of Help of Christians, Tura; 2011-2014: Rettore dell’Oriens Theological College, Arcidiocesi di Shillong e Segretario della Commissione per le vocazioni e formazione nella Regione Nort East; 2014-2019: Economo diocesano e Difensore del Vincolo del Tribunale ecclesiastico della Diocesi di Tura. Dal luglio 2019: Parroco nella St. Luke’s Church, Walbakgre, Tura e Direttore del Centro Pastorale. (SL) (Agenzia Fides 25/2/2020)

martedì 28 gennaio 2020

Agenzia Fides 28 gennaio 2020

AFRICA/BURKINA FASO - Aperto il Simposio continentale sulla missione ad gentes
 


Ouagadougou (Agenzia Fides) - Al via in Burkina Faso al Simposio continentale sulla missione ad gentes che si tiene presso il Centro nazionale Cardinale Paul Zoungrana di Ouagadougou dal 27 gennaio al 1 ° febbraio 2020.
Inizialmente programmato come parte della celebrazione centenaria della Lettera Apostolica Maximum Illud di Papa Benedetto XV (30 novembre 1919), l'evento è stato rinviato al gennaio 2020 per motivi di calendario.
È organizzato dalla Pontificia Unione Missionaria e dalle Pontificie Opere Missionarie per consentire la riflessione su questioni teologiche, bibliche, socioantropologiche, pastorali, ecc. sollevato dalla prassi missionaria nei Paesi africani di lingua francese. Da questa prospettiva interdisciplinare, quindici ricercatori lavoreranno su questi temi al fine di stimolare l'azione missionaria ad gentes come paradigma dell'azione cristiana e di essere Chiesa-Famiglia di Dio. Il tema della conferenza è: "Testimoniare, annunciare e celebrare la fede nella missione di evangelizzazione in Africa oggi". Sono quindici direttori nazionali delle Pontificie Opere Missionarie e quindici Vescovi che partecipano agli incontri aperti presso gli istituti e le università cattolici della zona. In totale, i partecipanti provengono da tredici nazioni tra cui il Libano. Possa lo Spirito del Padre e del Figlio, protagonista della missione, fertilizzare queste opere. (F.M.) (Agenzia Fides 28/1/2020)
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AFRICA/EGITTO - Si avvicina l’istituzione di organismi per la corretta gestione dei beni delle Chiese cattoliche e evangeliche
 
Il Cairo (Agenzia Fides) – Prosegue a ritmi intensi il lavoro della commissione governativa impegnata a predisporre un progetto di legge per l’istituzione di organismi di gestione dei beni appartenenti alla Chiesa cattolica e alle Chiese evangeliche presenti in Egitto. “Alcuni mesi fa” riferisce all’Agenzia Fides Anba Kyrillos William, Vescovo copto cattolico di Assiut “La Chiesa cattolica e le denominazioni cristiane evangeliche avevano inviato agli organi governativi competenti la richiesta di istituire organismi incaricati del controllo e della corretta gestione delle loro proprietà e dei loro beni immobiliari, sul modello di quello che controlla e amministra i beni della Chiesa copta ortodossa. E’ stata formata una commissione ad hoc che si è messa subito al lavoro” Adesso, sui media cominciano a circolare dettagli sul disegno di legge che porterà a istituire i nuovi organismi per la gestione delle dotazioni ecclesiastiche. Il progetto di legge, vagliato anche dalla Commissione parlamentare per gli affari religiosi, dovrebbe portare entro tempi non lunghi all’istituzione degli organismi di gestione richiesti, volti a assicurare una corretta amministrazione dei beni ecclesiastici e delle donazioni, comprese quelle al centro di contese legali. “Gli organismi” rimarca Anba Kyrillos ”dovranno vigilare anche sul corretto utilizzo delle donazioni e scongiurare ogni tornaconto personale, privato o di clan nell’uso dei beni ecclesiastici”.
Di recente, alcuni media egiziani hanno lasciato filtrare dettagli sulla costituzione dei nuovi organismi di gestione dei beni ecclesiastici. Per quanto riguarda la Chiesa cattolica, l’organismo di gestione delle proprietà ecclesiastiche dovrebbe essere guidato da un Consiglio di amministrazione, presieduto dal Patriarca copto cattolico e formato da 12 membri, per metà vescovi e per l’altra metà sacerdoti, religiosi, religiose e laici. I due organismi di gestione dovranno redigere e presentare alle autorità civili competenti un resoconto e un bilancio annuali della gestione dei beni ecclesiastici a loro affidata. (GV) (Agenzia Fides 28/1/2020)
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AFRICA/TOGO - Urge un quadro giuridico che garantisca elezioni pacifiche, credibili, libere e trasparenti
 
Kara (Agenzia Fides) - Alla vigilia delle elezioni presidenziali in Togo l'atmosfera tra i poteri politici e la Chiesa rimane molto tesa. “Come in Costa d'Avorio, anche in Togo la Chiesa cattolica è accusata dai poteri di essere in collusione con l'opposizione. Spesso viene addirittura definita portavoce dell'opposizione”, ha commentato all’Agenzia Fides p. Donald Zagore, sacerdote della Società per le Missioni Africane (SMA), nel contesto delle tensioni sociali presenti nei due paesi africani.
“In Togo, in una lettera dell'amministrazione territoriale del 16 gennaio 2020, la Chiesa cattolica è stata accusata di atteggiamento imparziale con il conseguente impedimento di svolgere un ruolo di osservatore durante le prossime elezioni presidenziali di febbraio 2020 – spiega p. Zagore. In Costa d'Avorio, dopo la 114a Assemblea plenaria della Conferenza episcopale sono state sollevate le stesse critiche sull'imparzialità della Chiesa cattolica.”
“La missione fondamentale della Chiesa è difendere senza alcuna ambiguità i principi di verità e giustizia, che sono fondamentali per tutti gli uomini e tutti i popoli- insiste il sacerdote. In questo impegno la Chiesa deve essere in grado di combattere con zelo, professionalità e spirito profetico.
Oggi la spinosa questione di elezioni pacifiche, credibili, libere e trasparenti, tutelate da un quadro giuridico che garantisce sanzioni penali, costituisce la grande sfida non solo per la Chiesa cattolica nel nostro continente africano ma per tutte le istituzioni. Dato il sanguinoso passato elettorale la Chiesa cattolica non può esimersi dalla difesa del diritto alla vita tutelando i principi fondamentali di verità e giustizia”.
(DZ/AP) (28/1/2020 Agenzia Fides)
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AFRICA/COSTA D’AVORIO - La preghiera per la pace di Abidjan non prevede più la processione “per motivi di sicurezza”
 

Abidjan (Agenzia Fides) - È un’iniziativa programmata dall'ottobre 2019; sfortunatamente, l'attuazione di questo progetto soffre di interpretazioni ambivalenti, contraddittorie e ambigue. Questo rischia, se non si è attenti, di distorcere sia l'intenzione strettamente spirituale sia lo scopo di questa lodevole iniziativa” ha affermato p. Augustin Obrou, responsabile delle comunicazioni dell’Arcidiocesi di Abidjan, nell’annunciare la decisione presa da Sua Eminenza il Cardinale Jean Pierre Kutwa, Arcivescovo di Abidjan, di tenere la preghiera per la pace esclusivamente nella Cattedrale di San Paolo “per motivi di sicurezza”.
La preghiera per la pace in Costa d'Avorio si terrà sabato 15 febbraio dalle 7:00 alle 13:30, ma non vi sarà la processione da Place de la République sull'Altopiano di Abidjan alla cattedrale come inizialmente previsto (vedi Fides 24/1/2020).
Dopo aver ricordato che nell’ambito della Chiesa cattolica, processioni, Via Crucis, preghiere d’intercessioni sono pratiche comuni, “essendo suppliche rivolte a Dio a favore di tutte le persone in momenti difficili” p. Obrou ha sottolineato che “la Chiesa non può essere la cassa di risonanza per alcun gruppo o associazione”. A seguito di pericoli dell'infiltrazione e preoccupato per l'incolumità dei suoi fedeli, il Cardinale Kutwa ha deciso di limitare la giornata di preghiera esclusivamente all'interno della Cattedrale. Alcuni partiti politici infatti avevano invitato i propri militanti e sostenitori ad unirsi alla processione, sollevando così polemiche su un’iniziativa che deve rimanere strettamente pastorale. “Il suo obiettivo è riaffermare l'importanza di vivere in un ambiente stabile, sostenendo la pace tra i giovani, mostrando la necessità di vivere in fraternità e coesione, di sensibilizzazione la gioventù alla non violenza durante il periodo elettorale” ricorda p. Obrou.
“Sua Eminenza comprende la delusione di tutti coloro che vorrebbero vivere questo momento di preghiera come pellegrinaggio. Ma "Tutto contribuisce al bene di coloro che credono", afferma San Paolo, Apostolo delle Genti” ha concluso p. Obrou. (S.S.) (L.M.) (Agenzia Fides 28/1/2020)
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ASIA/FILIPPINE - Il Cardinale Tagle ringrazia e saluta i fedeli: "Fare tutto nel nome di Cristo"
 
Manila (Agenzia Fides) - "Ogni vostra azione sia un'azione eucaristica. La vostra vita sia un'Eucarestia senza fine. Tutto sia fatto nel nome del Signore Gesù Cristo, per ringraziarlo della sua chiamata, della sua bontà, della sua misericordia". Con queste parole, pronunciate con commozione, il cardinale Luis Antonio Tagle si è rivolto al popolo dei fedeli di Manila, celebrando ieri sera, 27 gennaio, una santa messa di ringraziamento nella Cattedrale dell'Immacolata Concezione. Come appreso da Fides, la chiesa era gremita di oltre duemila fedeli dell'arcidiocesi, giunti da tutto il territorio e dalle oltre 85 parrocchie, per condividere e salutare il cardinale che, nei prossimi giorni, raggiungerà il Vaticano per insediarsi come Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli. Erano presenti numerosi vescovi di altre diocesi filippine, massiccia era la presenza di sacerdoti, religiosi e catechisti di quella che è una tra le più antiche diocesi dell'Asia. Infatti, mentre la Chiesa nelle Filippine si sta preparando a celebrare i 500 anni dell'arrivo del Vangelo nell'arcipelago (1521-2021), circa 50 anni dopo che il primo filippino fu battezzato (1521), data la crescita imponente della comunità dei fedeli, nel 1579 venne istituita la diocesi di Manila, come suffraganea di Città del Messico. Nel 1595 Manila era già arcidiocesi e oggi è composta da sette città (Manila, Makati, Pasay, Mandaluyong, Pasig, Quezon City, Kalookan) e cinque comuni, un territorio dove vivono oltre 3 milioni di fedeli cattolici.
Nella messa di congedo dalla sua comunità, il Cardinale ha esortato a tenere sempre uno sguardo e un atteggiamento di ringraziamento nei confronti di Dio, Signore della storia, perchè "i piani di Dio non sono i nostri piani, ma crediamo e sappiamo che Lui è buono, che la sua misericordia dura per sempre". E, ha aggiunto il Card. Tagle, come Cristo ha ringraziato il Padre, donando tutto se stesso, così "ogni battezzato, come atto di ringraziamento, è chiamato a donare il suo corpo e il suo sangue".
Alle parole del cardinale hanno fatto eco quelle del Vescovo ausiliare di Manila, Broderick Pabillo che, esprimendo sentimenti comuni, ha detto: "Ci sentiamo privilegiati di aver avuto per otto anni un Pastore che ha compiuto ogni sforzo e si è donato senza riserve per essere sempre al servizio della sua comunità. Negli ultimi anni, nonostante gli impegni di carattere internazionale, si è fatto sempre presente, non mancando mai di stare in mezzo a noi. Gli siamo grati e lo accompagneremo con la nostra preghiera".
La celebrazione si è conclusa con un atto di affidamento, in cui il popolo ha imposto le mani e ha pregato per il Cardinale, ringraziandolo per "aver mostrato con la sua vita la compassione di Dio".
"Siamo da un lato tristi perchè il card. Tagle ci mancherà. è entrato nel cuore di tutti. Ma siamo coscienti che egli rappresenta un dono che la Chiese nelle Filippine fa alla Chiesa universale", nota a Fides il vescovo di Novaliches, mons. Roberto O. Gaa, ex Rettore dell’Holy Apostles Senior Seminary della arcidiocesi di Manila. "Abbiamo emozioni contrastanti: l' eredità più bella è la sua umiltà e prossimità: è stato davvero un Buon Pastore per noi", dice Sharon, cattolica impegnata in una parrocchia dl territorio. "Si è davvero preso cura di noi con amore" conclude p. Abos, anziano prete di Manila. Il Card. Tagle lascia una diocesi fiorente con circa 600 preti, tra diocesani e religiosi, ben oltre 700 suore, oltre 400 catechisti. (PA) (Agenzia Fides 28/1/2020)
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AMERICA/EL SALVADOR - La Chiesa indice l’Anno Giubilare dei Martiri a 40 anni dal martirio di San Oscar Romero
 
San Salvador (Agenzia Fides) – "Il martirio è la più grande testimonianza di fede, perché riproduce fedelmente Cristo, dando la propria vita in modo che gli altri possano avere la vita in abbondanza" (cfr Gv 10,10), sottolinea il messaggio della Conferenza Episcopale di El Salvador, in preparazione dell’Anno Giubilare dei Martiri, a 40 anni dal Martirio di San Oscar Arnulfo Romero.
Nel messaggio sono indicate le date nelle quali verranno celebrati i martiri nazionali: 12 marzo, 43esimo anniversario del martirio di p. Rutilio Grande; 24 marzo, 40esimo Anniversario del martirio di San Oscar Arnulfo Romero; 14 giugno, 40esimo Anniversario del martirio di p. Cosme Spessotto. Seguirà il 31 luglio, 1 e 2 agosto, il grande Pellegrinaggio a Ciudad Barrios, città natale di San Oscar Arnulfo Romero, e il Congresso nazionale sui martiri.
"I martiri hanno dato la vita e ci accompagnano nel nostro pellegrinaggio di fede. Vogliamo sentire la loro voce e allo stesso tempo vogliamo riecheggiare quella voce. Pertanto, e nella nostra qualità di pastori, chiediamo rispettosamente all'Assemblea parlamentare di promulgare un'autentica "Legge di Riconciliazione Nazionale" per rendere giustizia alle vittime, conoscere la verità e definire un risarcimento" affermano i Vescovi.
Nel chiedere giustizia a favore della popolazione, i Vescovi domandano anche “un nuovo sistema d'assistenza per i pensionati” e l'approvazione in modo definitivo della "Legge Generale sull’acqua", che assicuri a tutti cittadini salvadoregni il diritto all'acqua. "L'acqua è un bene pubblico, quindi deve essere amministrata solo dallo Stato" scrivono i Vescovi che invitano la popolazione “a fare uso del proprio diritto alla partecipazione democratica e a far sentire la propria voce sui social network, inviando il maggior numero possibile di messaggi ai deputati, chiedendo che, conformemente al loro mandato costituzionale, legiferino su ciascuno dei punti indicati, a favore delle persone che li hanno eletti e in difesa dei diritti dei più poveri”.
Infine i Vescovi esprimono solidarietà ai migranti e chiedono il rispetto dei loro diritti.
(CE) (Agenzia Fides, 28/01/2020)

martedì 21 gennaio 2020

Agenzia Fides 21 gennaio 2020

AFRICA/NIGERIA - Liberato uno dei quattro seminaristi rapiti
 
Abuja (Agenzia Fides) - “Siamo felici di apprendere che uno dei seminaristi rapiti è stato rilasciato, lungo l' autostrada Kaduna-Abuja. Preghiamo che Dio tocchi i cuori dei rapitori e rilasci i rimanenti tre”. Così un sacerdote dell’Arcidiocesi di Kaduna, al termine di un incontro di preghiera per i quattro seminaristi rapiti la sera dell’8 gennaio nel Seminario Maggiore “Buon Pastore di Kakau lungo l'autostrada Kaduna-Abuja (vedi Fides 13/1/2020), ha annunciato la liberazione di uno dei seminaristi sequestrati.
L’insicurezza nello Stato di Kaduna ha raggiunto livelli tali che Sua Ecc. Mons. Matthew Man-oso Ndagoso, Arcivescovo di Kaduna, in Nigeria, aveva denunciato “Siamo sotto assedio” ricordando che quello dei seminaristi è il terzo rapimento di personale ecclesiastico avvenuto nella sua diocesi (vedi Fides 20/1/2020).
La settimana scorsa 10 comunità nelle aree governative locali di Chikun e Brinin Gwari sono state assalite da banditi, che hanno ucciso almeno 35 persone e ne hanno rapite altre 58 a scopo di estorsione. (L.M.) (Agenzia Fides 21/1/2020)
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AFRICA/COSTA D’AVORIO - “Le elezioni di ottobre siano trasparenti, credibili e pacifiche” auspicano i Vescovi
 
Korhogo (Agenzia Fides) - “Alla luce di questa situazione, la prima condizione da osservare nella preparazione delle elezioni deve essere la riconciliazione; la seconda condizione è quella della concertazione e del consenso al fine di tenere conto dei requisiti e delle aspirazioni legittime di tutti gli attori socio-politici e dei saggi consigli della comunità internazionale, infine la terza condizione è l'istituzione e il consolidamento dello Stato di diritto”: lo affermano i Vescovi della Costa d’Avorio nella dichiarazione pubblicata al termine della 114a Assemblea plenaria, tenutasi dal 13 al 19 gennaio presso il centro di spiritualità Notre Dame du Rosaire de Latha, a Korhogo, nel nord del Paese.
I Vescovi hanno espresso la loro preoccupazione per la situazione sociopolitica nella quale vive la Costa d’Avorio a pochi mesi dalle elezioni presidenziali di ottobre, e lanciano un appello urgente alla classe politica perché sia al servizio dell’interesse della nazione.
"Noi Arcivescovi e Vescovi cattolici della Costa d'Avorio, preoccupati per la situazione sociopolitica alla vigilia delle elezioni generali nel nostro paese, vi inviamo questo messaggio come un logico seguito a quello consegnato ad Agboville, nel giugno 2019, intitolato ' 'Evitiamo un'altra guerra' '”.
"Alla fine della crisi post-elettorale del 2010, le autorità statali si erano prefissate le priorità della riconciliazione e si erano impegnate a ricucire il tessuto sociale lacerato dalle divisioni. Questo grande progetto aveva suscitato un’immensa speranza con la successiva istituzione di due istituzioni: la Commissione Dialogo e Riconciliazione (CDVR) e la Commissione Nazionale per la Riconciliazione e il Risarcimento delle Vittime (CONARIV). Sfortunatamente, i risultati del loro lavoro non hanno avuto alcun seguito” osservano i Vescovi.
Secondo la Conferenza Episcopale, la riconciliazione deve avvenire prima del voto di ottobre: "Dobbiamo concordare sul fatto che le prossime elezioni devono essere trasparenti, credibili e pacifiche in modo che tutti accettino i risultati che emergeranno come espressione della volontà della maggioranza degli ivoriani. "
"La questione dell'indipendenza delle strutture che devono organizzare il voto, come la CEI (la Commissione Elettorale Indipendente), sta ancora dividendo e cristallizzando le tensioni", affermano i Vescovi che auspicano che sia garantita la totale indipendenza di questo organo fondamentale per la correttezza del voto.
I Vescovi hanno infine annunciato la pubblicazione a breve di una lettera pastorale dal titolo "La Chiesa in Costa d'Avorio, al servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace”. (S.S.) (L.M.) (Agenzia Fides 21/1/2020)
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AFRICA/TOGO - E’ necessaria una riforma del sistema sanitario contro il traffico di falsi medicinali
 
Lomè (Agenzia Fides) – Nel corso del vertice sulla lotta contro il traffico di medicinali falsi è emersa la necessità di una seria riforma del sistema sanitario. Come appreso dall’Agenzia Fides, dal summit concluso di recente a Lomé, sono emerse due priorità: l'istituzione di strutture adeguate e l'adozione di leggi per arginare il fenomeno e bloccare le diverse forme di traffico. E’ risultata urgente la firma di un accordo tra le parti interessate per definire un quadro giuridico e imporre sanzioni penali.
“Il diritto alla salute è fondamentale per tutti. Nel nostro continente, il traffico di farmaci contraffatti è una vera tragedia, un flagello criminale che dobbiamo denunciare e contro il quale dobbiamo intervenire”, dice all’Agenzia Fides p. Donald Zagore, teologo della Società per le Missioni Africane. “I medicinali falsi stanno uccidendo gli africani e in particolare i più poveri. Per superare seriamente questo fenomeno – insiste il missionario - bisogna che i nostri responsabili politici prendano consapevolezza della gravità dello stesso e creino sistemi sanitari che soddisfino efficacemente le esigenze delle popolazioni. Il traffico di medicinali falsi è solo il lato nascosto di un problema più grande che è la precarietà del sistema sanitario africano.”
“In Africa, - conclude Zagore - è difficile per i poveri ricevere una assistenza sanitaria adeguata perché i nostri sistemi stanno fallendo. I ricchi fanno ricorso agli ospedali europei, i poveri vengono curati per strada. Ed è purtroppo nella strada che fiorisce il traffico di medicine false. Possiamo organizzare conferenze sull’argomento, ma se non affrontiamo l'essenza del problema esse rimarranno sempre improduttive.”
(DZ/AP) (21/1/2020 Agenzia Fides)
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ASIA/TAJIKISTAN - Il cammino della piccola comunità cattolica nel nuovo anno
 
Dushambe (Agenzia Fides) - Sono attualmente un centinaio, distribuiti tra le due parrocchie di Dushambe e di Qurǧonteppa, i fedeli che formano la comunità cattolica del Tajikistan, “i più assidui sono circa 70 nella capitale e 30 nell’altra città”. Lo racconta all’Agenzia Fides il sacerdote dell'Istituto del Verbo Incarnato, padre Pedro Ramiro López, responsabile della Missio sui iuris del Tajikistan dal 2013. Il missionario, attivo e presente nello stato dell'Asia centrale sin dal 2004, traccia all’Agenzia Fides un quadro incoraggiante, pur nella esiguità di una presenza, quella cattolica, per cui davvero si può usare l’espressione evangelica di Gesù “piccolo gregge”.
Infatti, nota p. Ramiro López, il numero dei partecipanti alla Santa Messa aumenta, come avvenuto durante le recenti celebrazioni natalizie: “La piccola comunità dei battezzati del Tajikistan ha festeggiato il Natale e le solennità dei giorni successivi, come la Gran Madre di Dio e l’Epifania, vivendo insieme le messe più importanti: il 24 dicembre c’è stata la celebrazione in russo a Dushambe, mentre il giorno successivo siamo stati a Qurǧonteppa dove abbiamo celebrato l’Eucarestia in inglese. Inoltre, nella nostra zona, vive un nutrito gruppo di lavoratori italiani, per questo abbiamo celebrato anche una messa nella loro lingua”.
A livello pastorale, la Chiesa si sta occupando di curare la preparazione di 25 bambini del catechismo: “I piccoli hanno vissuto il periodo di Avvento con grande intensità, scrivendo i loro buoni propositi per poi deporli davanti al presepe. Alla fine di questo percorso, il 5 gennaio, hanno realizzato un concerto di Natale dedicato a Gesù Bambino”.
Uno dei rami dall’opera pastorale che la comunità cattolica porta avanti è quello relativo alle attività caritative. Spiega p. López: “Vanno avanti tramite la Caritas, che ha avuto modo di realizzare di recente un piccolo progetto dedicato ad una quarantina di bambini disabili, accompagnandoli nel loro percorso di crescita, con dei volontari che donano loro tempo, sorriso, accoglienza, e anche piccoli regali”. Tutto questo, conclude il missionario, dona “nuova speranza nell’anno 2020, che affidiamo alle mani sapienti del Signore”.
La Missio sui iuris in Tajikistan è stata eretta da Giovanni Paolo II nel 1997: si trattò di una rinascita dopo le campagne antireligiose del dominio sovietico. Attualmente, i cattolici del Tajikistan sono assistiti da 3 sacerdoti argentini dell’Istituto del Verbo Incarnato, 4 suore Missionarie della Carità e 3 religiose dell’Istituto Serve del Signore e della Vergine di Matarà. (LF) (Agenzia Fides 21/1/2020)
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ASIA/SIRIA - Patriarcati siro-ortodosso e greco-ortodosso: nessuna certezza sulla sorte dei Vescovi di Aleppo scomparsi
 
Aleppo (Agenzia Fides) - Negli ultimi mesi sono state diffuse molte ricostruzioni e “dichiarazioni inquietanti” riguardo al destino dei due Arcivescovi di Aleppo – il greco ortodosso Boulos Yazigi e il siro ortodosso Mar Gregorios Yohanna Ibrahim – scomparsi senza lasciare traccia il 22 aprile 2013 nell’area compresa tra Aleppo e il confine tra Siria e Turchia. Ma al momento, i massimi esponenti delle Chiese a cui appartenevano i due Arcivescovi spariti non sono in grado di fornire elementi utili a confermare o smentire tali dichiarazioni. Lo riferisce un comunicato congiunto, diffuso lunedì 20 gennaio attraverso i social media, dal Patriarcato greco ortodosso e dal Patriarcato siro ortodosso. Nel comunicato, i due Patriarcati dichiarano di aver seguito con attenzione le dichiarazioni e le ricostruzioni diffuse attraverso i social media, e nel contempo, sottolineano che tali interventi e ricostruzioni si configurano come iniziative spontanee, “totalmente indipendenti dagli sforzi da noi compiuti nella ricerca dei nostri due arcivescovi scomparsi”.
I massimi responsabili dei due Patriarcati - guidati rispettivamente da Yohanna X Yazigi, Patriarca greco ortodosso di Antiochia, e da Mar Ignatios Aphrem II, Patriarca siro ortodosso di Antiochia – confermano la condivisa determinazione “a non lasciare nulla di intentato” per fare luce sulla sorte dei due Vescovi scomparsi, e in questo orizzonte riconoscono di non avere elementi utili a confermare o smentire la validità delle ricostruzioni e delle considerazioni sul possibile destino dei due ecclesiastici diffuse da fonti diverse negli ultimi mesi. “Mentre manifestiamo la nostra sincera gratitudine verso tutti gli individui e realtà preoccupati per la sorte dei nostri Arcivescovi, e soprattutto verso coloro che portano avanti iniziative per contribuire a far luce sul loro calvario, chiediamo a tutti di pregare per i due Arcivescovi e invitiamo tutti coloro che possono sostenere i nostri sforzi volti a risolvere questo caso umanitario a mettersi in contatto con le nostre Chiese attraverso i canali ufficiali predisposti a questo scopo”.
La dichiarazione congiunta del Patriarcati di Antiochia dei siro ortodossi e dei greco ortodossi si presenta come una misurata e non polemica presa di distanze anche nei confronti della recente inchiesta giornalistica realizzata da una squadra investigativa guidata da Mansur Salib, ricercatore siriano residente negli Usa, e diffusa attraverso la piattaforma digitale medium.com, nuovo social media collegato a Twitter. Secondo tale inchiesta, i due Arcivescovi sarebbero morti come martiri, uccisi nel dicembre 2016 dalla banda di miliziani che li teneva in ostaggio da anni. A uccidere i due Arcivescovi sarebbero stati i militanti di Nour al-Din al-Zenki, gruppo indipendente coinvolto nel conflitto siriano, finanziato e armato durante il conflitto sia dall’Arabia saudita che dagli USA. La ricostruzione pubblicata su medium.com, come già sottolineato dall’Agenzia Fides (vedi Fides 15/1/2020), riporta notizie già note, insieme a illazioni esposte senza riscontri oggettivi. (GV) (Agenzia Fides21/1/2020)

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AMERICA/BRASILE - Al via il Corso universitario in Missiologia, perché la Chiesa assuma sempre di più una coscienza missionaria
 
Brasilia (Agenzia Fides) – Si è aperto ieri, 20 gennaio, presso la sede della Facoltà di Teologia (Fateo) dell'arcidiocesi di Brasilia, il 1° Corso universitario in Missiologia promosso dal Centro Culturale Missionario (CCM) della Conferenza episcopale del Brasile (CNBB), in collaborazione con la Facoltà di Teologia, con il sostegno delle Pontificie Opere Missionarie (POM), della Conferenza dei Religiosi del Brasile (CRB) e della rete ecclesiale pan-amazzonica (REPAM).
Padre Antônio Niemiec, Segretario nazionale della Pontificia Unione Missionaria, Coordinatore del corso, spiega che l’iniziativa rientra nelle indicazioni del Programma missionario nazionale, delle Linee guida generali per l'azione evangelizzatrice della Chiesa in Brasile (DGAE 2019-2023), ed è frutto dell’esperienza vissuta per la preparazione e la celebrazione del Mese Missionario Straordinario dell'ottobre 2019.
L’obiettivo è di offrire ai partecipanti le basi che favoriscano la crescita della loro coscienza missionaria, attraverso lo studio, la ricerca e la riflessione, motivati dalla consapevolezza che “l'azione missionaria è il paradigma di ogni opera della Chiesa” (EG 15). Il corso prevede 360 ore di lezione, suddivise in tre moduli, da gennaio 2020 a marzo 2021, distribuite in aula e in ore di studio virtuali.
Secondo le informazioni diffuse dalla Conferenza episcopale, pervenute a Fides, i circa 50 partecipanti provengono dalle 18 regioni della CNBB, e sono sacerdoti, religiosi e religiose, consacrati e laici. Dopo la messa inaugurale, è seguita la prima lezione, che è stata tenuta dal Direttore generale della Fateo, il sacerdote nigeriano Godwin Nnaemeka Uchego, che ha approfondito il tema della missiologia come fondamento di tutte le scienze teologiche.
Il Sottosegretario generale aggiunto della CNBB, padre Dirceu de Oliveira Medeiros, presente per la celebrazione di apertura, ha affermato che il corso è una risposta all'insistente appello di Papa Francesco sulla Chiesa in uscita e sulle necessità di andare incontro alle periferie esistenziali: “Speriamo che i partecipanti al corso possano diventarne moltiplicatori nelle regioni della CNBB, aiutando a formare altre persone, perché la Chiesa assuma sempre più una coscienza missionaria”. (SL) (Agenzia Fides 21/1/2020)
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AMERICA/MESSICO - Violenza tra bande e gruppi armati: anche la Chiesa ne subisce le conseguenze
 
Celaya (Agenzia Fides) – Dopo i violenti fatti della settimana scorsa verificatisi a Celaya, dove un gruppo armato ha sparato colpi di arma da fuoco contro il bar "La Shula" e contro la chiesa della comunità di Pelavacas, il Vescovo della diocesi di Celaya (Guanajuato), Mons. José Benjamín Castillo Plascencia, ha parlato alla stampa locale per chiarire che "benché la Chiesa rispetti tutti, comprese le bande della zona, non possiamo stare apertamente contro nessuno perché ci uccidono, sappiamo che questi ultimi atti violenti sono opera del Cartel de Jalisco".
Mons. Castillo Plascencia ha commentato nella nota inviata a Fides: "Questi gruppi agiscono contro persone concrete, perché la loro guerra è questa, e non mancano anche le minace contro i sacerdoti e gli spari contro le nostre chiese". Poi ha aggiunto: "Non gli importa dei morti e dei feriti, fanno questo per seminare il terrore. Forse sarebbe il caso di consigliare alle autorità di agire con la prevenzione, non con la reazione”.
Il Vescovo ha aggiunto: "Purtroppo quando ci sono scontri tra bande, la gente ha paura di denunciare, molti sanno che ci sarà lo scontro, ma non lo possono denunciare, perché le bande hanno i loro ‘falchi’, quindi possono sapere chi ha denunciato".
Come in altri luoghi del Messico, la violenza fra le bande e i gruppi armati continua per il controllo del territorio, e anche la Chiesa paga le conseguenze di questa realtà vissuta da tutta la popolazione.
(CE) (Agenzia Fides, 21/01/2020)

sabato 18 gennaio 2020

Agenzia Fides 18 gennaio 2020

VATICANO - Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani: “L’ospitalità è una virtù che testimonia l’incontro amorevole verso il prossimo”
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) - “Siamo chiamati a pregare, affinché tutti i cristiani tornino ad essere un’unica famiglia, per testimoniare uniti l’amore verso Cristo”: così dichiara in un colloquio con l’Agenzia Fides, p. Anthony Currer, ufficiale del Pontificio Consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani, in occasione dell'apertura della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (18-25 gennaio), iniziativa di preghiera ecumenica internazionale, celebrata in tutto il mondo, promossa congiuntamente dal Consiglio Ecumenico delle Chiese, per protestanti e ortodossi, e dal Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, per i cattolici.
L'Ottvario di preghiera fu istituito per la prima volta nel 1908 come un momento in cui le confessioni cristiane pregano insieme per il raggiungimento della piena unità della Chiesa. Ogni anno si svolge nell’emisfero Nord tra il 18 e il 25 gennaio, mentre in quello Sud in altre date, ad esempio nel tempo di Pentecoste.
I testi proposti ai cristiani di tutto il mondo per il 2020 sono il frutto di un progetto realizzato dalle Chiese di Malta e Gozo, che si focalizza sulla tragedia dei migranti e sul tema dell’accoglienza: “Il sussidio di preghiera suggerito per quest’anno - riferisce p. Currer - s’intitola ‘Ci trattarono con gentilezza’ e trae spunto dall’episodio raccontato dal capitolo finale degli Atti degli apostoli (Atti 28, 2) in cui san Paolo e gli uomini che sono insieme a lui sulla nave dopo una terribile tempesta, riescono a salvarsi e vengono generosamente soccorsi dagli abitanti dell’isola di Malta”.
“Questo episodio - chiarisce il reverendo - ripropone il dramma dell’umanità: i passeggeri della barca sono alla mercé del mare violento e della poderosa tempesta che infuria intorno a loro. Sono forze che li spingono verso approdi sconosciuti, e si sentono persi. La Divina Provvidenza - prosegue - li accomuna, però, nella speranza della salvezza. La nave e tutto il suo prezioso carico andranno perduti, ma tutti avranno salva la vita”.
Dunque, persone diverse e in disaccordo tra loro, imbarcate sulla stessa nave, giungono alla stessa destinazione, dove l’ospitalità degli isolani rivela l’unità del genere umano: “Nella nostra ricerca di unità - rileva p. Currer - abbandonarsi alla Divina Provvidenza implica la necessità di lasciar andare molte delle cose cui siamo profondamente attaccati. Ciò che sta a cuore a Dio è la salvezza di tutti”.
“Come cristiani ed esseri umani - afferma p. Anthony - questa storia ci sfida: collimiamo con le fredde forze dell’indifferenza, oppure mostriamo una ‘rara gentilezza” e diventiamo testimoni dell’amorevole provvidenza di Dio a tutti gli uomini? L’ospitalità è una virtù fondamentale nella nostra ricerca dell’unità dei cristiani. La nostra unità cristiana - conclude - sarà scoperta non solo mostrandoci ospitalità l’uno all’altro, ma anche attraverso incontri d’amore con coloro che non parlano la nostra lingua, non hanno la nostra cultura o la nostra fede”.
La principale celebrazione ecumenica si è svolta nella pro-Cattedrale anglicana di San Paolo a La Valletta, la sera di venerdì 24 gennaio. Infine, i diversi partner ecumenici e le persone impegnate nel dialogo ecumenico a Malta si incontreranno sabato 25 gennaio, giorno della conclusione della Settimana, per un momento di preghiera e condivisione. (ES) (Agenzia Fides 18/1/2020)
LINK
Guarda la video-intervista al rev. Anthony Currer sul canale Youtube dell'Agenzia Fides -> https://www.youtube.com/watch?v=xFjqbvDaIhc
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AFRICA/SUD SUDAN - Tutta la Chiesa in Africa Orientale saluta la Dichiarazione di Roma per la pace in Sud Sudan
 
Juba (Agenzia Fides) - “Sono felice di apprendere della firma di questa dichiarazione. La mia speranza e preghiera è che le due parti - il governo della Repubblica del Sud Sudan e l'opposizione - lo rispettino. Sapete che il Santo Padre è coinvolto; anche noi ne siamo coinvolti. Questa è la mia preghiera e speranza” ha dichiarato Sua Ecc. Mons. John Baptist Odama, Arcivescovo di Gulu in Uganda, commentando la Dichiarazione firmata a Roma il 13 gennaio, per mettere fine alla guerra in Sud Sudan. Mons. Odama, la cui arcidiocesi ospita molti rifugiati dal Sud Sudan, è anche lui fortemente coinvolto nelle iniziative interreligiose per la pace nel Sud Sudan.
La Dichiarazione è stata firmata grazie agli sforzi della Comunità di Sant’Egidio, che ha agito da facilitatore, dai membri della delegazione del governo centrale del Sud Sudan, dai rappresentanti dei Movimenti di opposizione sud sudanesi che non hanno aderito all'accordo di pace rivitalizzato del 2018 ad Addis Abeba (SSOMA) e da quelli delle opposizioni firmatarie dell'accordo.
L’accordo prevede: l'impegno "solenne" alla cessazione delle ostilità a partire dalla mezzanotte del 15 gennaio; l'impegno a discutere e a valutare insieme, a Sant'Egidio, i meccanismi per risolvere le divergenze; la garanzia per le organizzazioni umanitarie di poter operare nel Paese a sostegno della popolazione civile.
L’accordo è stato salutato dai Vescovi dei Paesi confinanti che aderiscono all’AMECEA (Associazione dei membri delle conferenze episcopali dell'Africa orientale). Il segretario generale dell'AMECEA P. Anthony Makunde, ha elogiato le iniziative prese da Sant'Egidio e da tutti i partner regionali e internazionali per portare una pace duratura nel Sud Sudan. “Come diceva San Paolo, quando un organo è malato, tutto il corpo si sente male. Pertanto, qualsiasi sforzo per portare la pace duratura nel Sud Sudan è a favore di tutta la famiglia AMECEA. Il nostro appello è ai nostri fratelli e sorelle nel Sud Sudan di ricambiare questi sforzi in modo da poter mettere insieme i nostri sforzi per questo sforzo comune” conclude P. Makunde.
Fanno parte dell’AMECEA le Conferenze Episcopali di Etiopia ed Eritrea; Kenya; Malawi; Sudan e Sud Sudan; Tanzania; Uganda e Zambia. Somalia e Gibuti hanno lo status di osservatori. (L.M.) (Agenzia Fides 18/1/2020)

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AFRICA/TOGO - Urge una rivoluzione sociale, politica, religiosa e culturale per promuovere la leadership femminile
 
Kara (Agenzia Fides) – In molti paesi dell'Africa è tempo di elezioni. “Le strutture sociali, come la politica, la religione e la cultura, talvolta costituiscono veri e propri ostacoli alla promozione della leadership femminile”, nota il teologo ivoriano della Società per le Missioni Africane, padre Donald Zagore. “A causa delle strutture fortemente maschiliste, le donne nel continente africano rimangono fuori dai ruoli fondamentali nella vita dei loro paesi. A parte l'eccezionale e riuscito esempio di Ellen Johnson, ex presidente della Liberia, le donne in Africa si accontentano di svolgere ruoli secondari nella vita politica dei loro paesi. In Togo, ad esempio per le prossime elezioni presidenziali del 22 febbraio 2020, nessuna donna corre tra i dieci candidati dichiarati.
Il sacerdote ivoriano insiste sulle enormi potenzialità femminili “che potrebbero portare proprio quella stabilità politica che manca ai nostri paesi. Sono una miniera d'oro di talento e ricchezza da valorizzare” insiste. Urge una rivoluzione sociale, politica, religiosa e culturale per promuovere la leadership femminile in Africa”, conclude p. Zagore.
(DZ/AP) (18/1/2020 Agenzia Fides)
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ASIA/TURCHIA - Il Patriarca Sahak II smentisce le critiche alla diaspora armena attribuitegli da media turchi
 
Istanbul (Agenzia Fides) – Sahak II Masalyan, il nuovo Patriarca armeno di Costantinopoli eletto lo scorso 11 dicembre, ha voluto smentire almeno parzialmente le dichiarazioni critiche nei confronti delle comunità della diaspora armena sparse in tutto il mondo, che gli erano state attribuite da alcuni media turchi, nelle settimane seguite alla sua elezione patriarcale. Una nota della segreteria patriarcale chiama in causa in particolare il quotidiano turco Akşam, e l’articolo di quel giornale pubblicato il 2 gennaio che riportava alcuni giudizi aspri con cui il nuovo Patriarca avrebbe criticato in maniera complessiva tutta la diaspora armena, affermando che le comunità armene in diaspora non hanno “nulla in comune con gli armeni che sono rimasti in Turchia" e vivono con "100 anni di ritardo" (con un implicito riferimento alla memoria del Genocidio armeno, coltivata dagli armeni in tutto il mondo). La rettifica della segreteria patriarcale – riferisce Agos, il giornale bilingue armeno-turco pubblicato a Istanbul – sostiene che le affermazioni del Patriarca sono state riportate in maniera non precisa e fuorviante, forzandone i contenuti e distorcendo considerazioni sfumate e articolate con aggiunte di interpolazioni da attribuire soltanto all’estensore dell’articolo.
In effetti, le dichiarazioni attribuite al Patriarca - e pubblicate giovedì 2 gennaio dal quotidiano nazionalista turco Akşam – erano fatalmente destinate a provocare polemiche. In quelle dichiarazioni, il nuovo Patriarca sembrava voler enfatizzare la distanza del Patriarcato armeno di Costantinopoli dagli ambienti della diaspora armena, che trasmette di generazione in generazione come fattore identitario la memoria dei massacri subiti dagli armeni in Anatolia nel 1915. ”Noi” sottolineava tra l’altro il nuovo Patriarca “siamo rimasti su questa terra dopo quegli eventi. Abbiamo scelto di vivere con il resto della popolazione, mentre la diaspora è rimasta ferma al secolo passato”.
Il processo elettorale per la scelta del nuovo Patriarca con l’elezione di Sahak (vedi Fides 12/12/2019) è stato sofferto e segnato da controversie destinate ad avere strascichi anche in futuro, provocate almeno in parte dall’intreccio tra personalismi ecclesiastici e interferenze degli apparati secolari locali. (GV) (Agenzia Fides 18/1/2020)
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AMERICA/MESSICO - Settimana per l'unità dei cristiani: “un'unità che non escluda nessuno, specialmente i più svantaggiati, e tra questi i migranti”
 
Città del Messico (Agenzia Fides) – Il materiale per vivere la Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani, dal 18 al 25 gennaio, è stato preparato quest’anno dalle Chiese cristiane di Malta e Gozo. Ogni anno il 10 febbraio celebrano la festa del naufragio di San Paolo e, con questo evento, l'evangelizzazione delle isole. Le riflessioni e il motto, “Ci trattarono con gentilezza” (Atti 28, 2) hanno quindi per tema il viaggio dell'Apostolo, prigioniero e incatenato, che dovette affrontare le tempeste in mare. Come ricorda nel suo messaggio per l’ottavario, il Vescovo di Veracruz, Carlos Briseño Arch, Presidente della Commisione Episcopale per il Dialogo Interreligioso e la Comunione della Conferenza Episcopale Messicana, “prigionieri, marinai e soldati fecero naufragio e arrivarono su un'isola, dove gli abitanti non parlavano la loro lingua, non condividevano la loro cultura o religione, ma vennero accolti calorosamente, con cibo e vestiti asciutti, trattati con gentilezza”.
Nel testo pervenuto a Fides, il Vescovo di Veracruz spiega: “Questo passaggio nella vita di San Paolo ci ricorda scene che attualmente vediamo nelle notizie: migranti che affrontano tempeste, mentre infuriano i mari e arrivano in paesi con altre culture, altre lingue e altre religioni, ma a differenza degli abitanti di Malta, sono accolti in molte occasioni con indifferenza, discriminazione e rifiuto; vengono rapiti o sfruttati e persino sottoposti alla tratta di esseri umani. È questo l'atteggiamento di un cristiano? È questo ciò che Dio si aspetta da noi?”
Citando Papa Francesco che ha denunciato più volte questa situazione, Mons. Carlos Briseño Arch sottolinea che “i migranti, i rifugiati, gli sfollati e le vittime della tratta sono diventati un emblema di esclusione perché, oltre a sopportare le difficoltà dovute alle loro condizioni, sono spesso soggetti a giudizi negativi, in quanto ritenuti responsabili di malattie sociali. L'atteggiamento nei loro confronti costituisce un segnale di allarme, che ci avverte del decadimento morale che affrontiamo se continuiamo a dare spazio alla cultura dello scarto.
In Messico uno degli impegni pastorali del Progetto Globale Pastorale (PGP) è quello di identificare e accompagnare i gruppi vulnerabili della società, i migranti tra gli altri. “I materiali che offriamo per l'ottavario – conclude il Vescovo - sono stati preparati per pregare per l'unità dei cristiani, ma un'unità che non escluda nessuno, che non dimentichi nessuno, specialmente i più svantaggiati, i più deboli e, tra questi, i migranti”. (SL) (Agenzia Fides 18/1/2020)
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AMERICA/PERU’ - Assemblea dei Vescovi: tra i temi in esame le elezioni straordinarie del parlamento il 26 gennaio
 
Lima (Agenzia Fides) – Con la messa presieduta da Mons. Miguel Cabrejos OFM, Presidente della Conferenza episcopale peruviana (CEP) e Presidente del Consiglio episcopale latinoamericano (CELAM), concelebrata da tutti i Vescovi del Perù, inizierà lunedì 20 gennaio la 115 Assemblea Plenaria dell'Episcopato peruviano. Dopo la messa, nella parrocchia di Sant’Antonio da Padova, a Lima, i 52 Vescovi delle 46 giurisdizioni ecclesiastiche del paese si dirigeranno alla sede della CEP per iniziare le sessioni di lavoro. Come in ogni assemblea, i Vescovi prenderanno in esame vari argomenti, nello spirito di comunione e sinodalità, e analizzeranno gli ultimi avvenimenti del Paese. Eleggeranno inoltre il segretario generale e il presidente del Consiglio economico della CEP. Come ogni anno, sarà consegnata la Medaglia di Santo Toribio de Mogrovejo a persone e istituzioni che si siano distinte per il loro lavoro a favore della Chiesa in Perù.
Tra i punti su cui i Vescovi dovranno discutere, ci sono le prossime elezioni straordinarie del Parlamento, il 26 gennaio, dopo lo scioglimento da parte del presidente Vizcarra, lo scorso 30 settembre, per la corruzione dei parlamentari. A ottobre 2019, in piena crisi politica, i Vescovi peruviani avevano chiesto alla comunità nazionale di trasformare quel sentimento amaro contro la politica in un momento di riforma per il paese, dei politici e della politica, come accade in altre realtà latinoamericane. Secondo fonti locali di Fides, ciò non accade nella realtà peruviana e la società, ereditiera dell'Impero Incaico, vive attualmente lo stesso clima del settembre scorso, prima di vedere sciolto il Parlamento. La differenza è data da una campagna elettorale che vede ogni tipo di proposte e ogni tipo di confronto fra i candidati, perfino della stessa lista di partito.
Le prime inchieste fatte da organismi attendibili hanno rilevato che la maggioranza dei peruviani non sa chi votare, inoltre c'è ancora molta indifferenza verso la politica. Si intravvede quindi la prospettiva di un possibile Parlamento con tanti piccoli partiti, che non riusciranno a superare la soglia minima per entrare per la porta principale in Parlamento. Così, come afferma la critica internazionale, ci sarà una falsa maggioranza parlamentare costituita da autentiche minoranze politiche. Purtroppo la campagna elettorale è caratterizzata dall’esibizionismo politico e dal mercato dei voti, dove i candidati cambiano casacca appena vedono chi può assicurare loro un posto fisso, ma del bene comune o del futuro del paese non sono in molti a preoccuparsi.
(CE) (Agenzia Fides, 18/01/2020

giovedì 9 gennaio 2020

agenzia Fides 9 gennaio 2020

AFRICA/TOGO - Un missionario: “Non ci sono grandi autostrade per l’evangelizzazione, ma piccoli sentieri che bisogna cercare ogni giorno”
 
Kolowaré (Agenzia Fides) – “Ero già stato, alcuni giorni fa in alcune fattorie in mezzo alla savana boschiva, dietro Kadambara, verso il Sud, dove persiste un pressante bisogno di acqua”, ha raccontato all’Agenzia Fides padre Silvano Galli, sacerdote della Società per le Missioni Africane, narrando una sua recente esperienza di missione. “Bisognava inoltrarsi per una quindicina di km, su una pista sterrata, per raggiungere i luoghi. Una serie di agglomerati, di una ventina di persone ciascuno, distanti l’uno dall’altro, un tiro di freccia”, prosegue.
Nella nota inviata a Fides il missionario condivide alcuni tratti della vita quotidiana che lui affronta insieme ai suoi collaboratori: “Non ci sono grandi autostrade per l’evangelizzazione, ma piccoli sentieri che bisogna umilmente cercare ogni giorno. Ieri mattina, 8 gennaio, insieme ai miei collaboratori ci dirigiamo in tutt’altra direzione. Prendiamo la strada che va verso il Benin, poi ad Afadadè, infiliamo una pista laterale che non conoscevo, e via per una decina di km in mezzo alla savana. Ogni tanto c’è un piccolo villaggio con la sua moschea. Una mi colpisce particolarmente: appena uscita dal terreno, nuova, pulita e pronta all’uso. Il villaggio non è sulla pista, ma per raggiungerlo bisogna fare una deviazione, e decidiamo di fermarci. Anziani, giovani, donne, bambini, tutti erano là ad accoglierci, sotto il grande albero. Sono tutti musulmani. Sono commossi dal gesto che abbiamo fatto: siamo venuti a trovarli nel loro villaggio, sperduto in mezzo al nulla. Uno ad uno passano a salutarci. Un gruppo di donne si avvicina e depone davanti a noi un secchio: ecco l’acqua che troviamo, ci dicono. Ci scambiamo le notizie. Eravate venuti a trovarmi, dico, e noi, a nostra volta, siamo venuti a visitarvi, per mostrarvi che non siete soli, che siamo accanto a voi”. Il capo villaggio dice allora: “Non ho parole per ringraziarvi, Dio solo potrà farlo e lo farà, dandovi forza e salute perché possiate continuare la vostra missione”.
(SG/AP) (9/1/2020 Agenzia Fides)
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AFRICA/COSTA D’AVORIO - Una carovana di pace, riconciliazione e sviluppo in preparazione alle elezioni presidenziali dell'ottobre 2020
 
Abidjan (Agenzia Fides) - Dal 2011 la pace è la principale preoccupazione nelle menti e nei cuori degli ivoriani. In effetti, dopo oltre un decennio di crisi politico-militare in Costa d'Avorio (2002-2011), gli ivoriani in generale e il governo in particolare si sono resi conto che la pace è la condizione indispensabile per la coesione e lo sviluppo sociale ed economico del Paese. Le crisi e le attuali tensioni vissute dagli ivoriani a solo 9 mesi dalle prossime elezioni presidenziali hanno reso però la situazione allarmante, al punto che la pace è ora considerata un'emergenza vitale per la stabilità e lo sviluppo del Paese.
È per indicare questo percorso di convivenza pacifica che il PLCRD (Plateforme des Leaders Croyants pour la Paix, la Réconciliation, la Cohésion sociale et le Développement), ha organizzato "la carovana della pace, della riconciliazione e dello sviluppo” con l’obiettivo di mobilitare la coscienza collettiva degli ivoriani su queste problematiche. La carovana è stata presentata in una conferenza stampa il 7 gennaio presso la Casa San Francesco d'Assisi della comunità Madre del Divino Amore, situata a Cocody Riviera Palmeraie.
La città di Gagnoa accoglierà la prima tappa della carovana, dal 12 al 19 gennaio 2020, che toccherà poi le città di Bouaké, Man, Abengourou, Korhogo e Abidjan.
La PLCRD è una rete interreligiosa di leader religiosi che lavorano per la pace, creando un clima di fiducia promuovendo il vivere insieme e lo sviluppo comunitario. (S.S) (L.M.) (Agenzia Fides 9/1/2020)
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ASIA/FILIPPINE - Il Card. Tagle: "Preghiamo per la pace in Medio Oriente"
 
Manila (Agenzia Fides) - Il Card. Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila, nominato Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, esorta i fedeli filippini a pregare per la pace e la sicurezza dei popoli in Medio Oriente. Nella solenne Messa in occasione della Traslazione del Nazareno nero nel Rizal Park, all'alba del 9 gennaio, evento che registra annualmente una massiccia partecipazione popolare, il Cardinale ha chiesto ai fedeli di pregare intensamente perché "non si produca una escalation di vendetta tra USA e Iran".
"Siamo preoccupati per quanto accade in alcune parti del nostro mondo. Esiste il pericolo che la violenza degeneri in aperto conflitto" ha detto il Card. Tagle, esortando: "Preghiamo per la sicurezza dei nostri vicini in Medio Oriente, perché i desideri di distruzione e di vendetta scompaiano" ha aggiunto, ricordando i tanti cittadini filippini che vivono in Medio Oriente per lavoro e rivolgendo un pensiero alle loro famiglie nelle Filippine, preoccupate per loro.
Intanto il governo filippino ha ordinato l'evacuazione obbligatoria dei lavoratori filippini dall'Iraq e dall'Iran a causa delle ostilità tra gli Stati Uniti e l'Iran. Il governo ha alzato l'allerta in Iraq ai massimi livelli, richiedendo ai filippini di lasciare il paese a causa dei crescenti rischi per la loro sicurezza.
Secondo i registri del Ministero del lavoro, 2.191 filippini lavorano in Iraq, alcuni dei quali nelle strutture statunitensi, mentre più di 1.180 risiedono in Iran, e tra loro vi sono donne filippine sposate con iraniani. Sono oltre 2,1 milioni i lavoratori filippini in tutto il Medio Oriente, ha reso noto il ministero. (SD) (Agenzia Fides 9/1/2020)
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ASIA/FILIPPINE - Processione del Nazareno nero: "La nostra missione è l'amore"
 
Manila (Agenzia Fides) - Circa due milioni di filippini si sono riversati fin dalle prime ore di oggi, 9 gennaio, per le strade di Manila, occupando il distretto di Quiapo, per venerare un'immagine di Gesù Cristo che porta la croce, popolarmente conosciuta come il "Nazareno nero". La celebrazione del Nazareno nero, preparata da una novena di preghiera, culmina in una processione nota come "traslacion" (traslazione), che dura tutta la giornata del 9 gennaio. La processione ricorda il trasferimento dell'immagine del Nazareno nero che nel 1787 fu trasferito da una chiesa agostiniana, sita nella vecchia città fortificata di Manila, alla basilica nel quartiere Quiapo della città.
"Questo evento è espressione della grande fede della gente verso Cristo Gesù. La dimostrazione della pietà popolare dei fedeli è incredibile: molti camminano a piedi nudi per immedesimarsi nella sofferenza, altri aiutano a tirare il carro che porta la statua, c'è chi tenta di arrampicarsi per toccare il volto del Nazareno e avere una grazia", racconta a Fides Eduardo Torres Mejorada, un laico presente alla processione.
L'Arcivescovo di Manila, il Card Luis Antonio Tagle, nominato Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, ha celebrato la messa dell'alba per la folla di fedeli riuniti nel Rizal Park, invitando i presenti a "seguire la missione di Cristo: l'amore puro è la nostra missione. E' questo che possiamo donare agli altri".
Dopo la messa, l'immagine annerita del Cristo sofferente, invocato per i suoi poteri miracolosi, si è spostata dal Rizal Park di Manila fino alla Basilica del Nazareno nero a Quiapo, con una processione seguita da centinaia di migliaia di persone, mentre la polizia ha assicurato un servizio d'ordine e i volontari della Croce Rossa hanno fornito assistenza medica.
La statua color ebano fu portata a Manila dal Messico dai frati dell'Ordine degli Agostiniani Recolletti il 31 maggio 1606. Posto all'inizio nella chiesa di san Giovanni battista, il Nazareno nero fu trasferito nella chiesa di Quiapo nel 1787. La statua è sopravvissuta a numerosi disastri, come i grandi incendi che distrussero la chiesa di Quiapo nel 1791 e nel 1929 e i terremoti nel 1645 e nel 1863.
Quella verso il Nazareno nero è una delle manifestazioni di devozione religiose più popolari del paese. Le altre sono devozione a "Santo Nino" e a Maria Madre del Perpetuo Soccorso. (SD) (Agenzia Fides 9/1/2020)
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ASIA/LIBANO - Vescovi maroniti ai politici libanesi: non trascinate il Paese nei conflitti che agitano il Medio Oriente
 
Beirut (Agenzia Fides) – I politici libanesi devono fare il possibile per rafforzare la coesione nazionale del Libano e tenere il Paese al riparo dai nuovi venti di guerra che agitano l’intera regione. Lo chiedono i Vescovi della Chiesa maronita, riunitisi mercoledì 8 gennaio nella sede patriarcale di Bkerkè, sotto la presidenza del Patriarca Bechara Boutros Rai, per il loro tradizionale incontro mensile. Nel messaggio diffuso alla fine della riunione, tra le altre cose, i Vescovi maroniti hanno espresso inquietudine per la nuova escalation di violenza riaccesa in Medio Oriente dopo l’attentato con cui, il 3 gennaio, gli apparati USA hanno ucciso a Baghdad il generale iraniano Qasem Soleimani. Nel testo, i membri dell’Episcopato maronita hanno fatto appello alla comunità internazionale e ai governi delle nazioni affinché si faccia il possibile per prevenire ulteriori turbolenze. in un’area del mondo instabile e tormentata da conflitti negli ultimi decenni.
I Vescovi hanno anche richiamato le parole con cui Papa Francesco, nel suo messaggio “Urbi et Orbi” di Natale, ha esortato il popolo libanese a riscoprire “la sua vocazione ad essere un messaggio di libertà e di armoniosa coesistenza per tutti”. "La libertà – hanno aggiunto i Vescovi - è sempre stata, nel corso dei secoli, nel cuore dell'esistenza di questo piccolo Paese, in un Levante che si allontana sempre da essa, facendo scelte deleterie per tutti”. (GV) (Agenzia Fides 9/1/2020).
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AMERICA/MESSICO - Appello dei Vescovi all’inizio dell’anno: fermiamo la guerra e la violenza, frutto di intolleranza e interessi
 
Città del Messico (Agenzia Fides) – I Vescovi del Messico lanciano un appello “per fermare la violenza causata dall'intolleranza delle idee e dalla lotta degli interessi degli uni contro gli altri”, in un messaggio pubblicato l’8 gennaio con il titolo “No alla guerra e alla violenza”. “Non possiamo continuare ad accettare, e tanto meno a promuovere discorsi politici che polarizzano l'umanità o incitano alla violenza – scrivono i Vescovi nel loro messaggio, pervenuto a Fides -. La guerra rappresenta sempre una sconfitta per l'umanità. La pace sarà sempre un orizzonte raggiungibile per tutti, basato sul diritto internazionale, sulla solidarietà tra i popoli e sul rispetto reciproco e della nostra casa comune".
All'inizio del nuovo anno, i Vescovi messicani si rivolgono ai fedeli e a tutti gli uomini e le donne di buona volontà con queste parole: “Siamo tutti testimoni della delicata situazione di incertezza e violenza che viviamo a livello nazionale e internazionale, specialmente in questi primi giorni del 2020. La nostra famiglia umana continua a portare segni di guerre e conflitti tra le nazioni”.
Citando il Messaggio di Papa Francesco per la 53^ Giornata mondiale della Pace, proseguono: “Come Pastori non possiamo permettere il decadimento della speranza di fronte all'oscurità della guerra e dei conflitti, dobbiamo sempre pronunciarci affinché l'umanità e le nazioni esercitino il loro diritto al dialogo onesto e al nobile esercizio della diplomazia, come metodi che salvaguardano l’integrità e la dignità delle persone”.
Nella conclusione i Vescovi ribadiscono, a nome della Chiesa in Messico, che “non cammineremo lungo la strada della violenza e della guerra, che la storia giudicherà con vergogna, sapendo che un fratello ha alzato la mano contro suo fratello”, e invocano la benedizione del Dio della pace e l’intercessione di Maria, madre di tutti i popoli della terra, perché ci sostenga “nel duro cammino della riconciliazione”. (SL) (Agenzia Fides 9/1/2020)
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AMERICA/VENEZUELA - L’Assemblea dei Vescovi esamina la realtà ecclesiale e sociopolitica; richiamo al rispetto dell’Assemblea nazionale
 
Caracas (Agenzia Fides) – Mentre si sta svolgendo l’Assemblea plenaria ordinaria della Conferenza Episcopale del Venezuela (CEV), i 41 Vescovi delle diverse circoscrizioni ecclesiastiche del paese hanno pubblicato un forte comunicato sull'autonomia dell'Assemblea Nazionale e sui fatti di questi ultimi giorni. "Il 7 gennaio, il popolo venezuelano è stato testimone di un abuso di potere... si tratta di una nuova espressione dell'ideologia totalitaria di coloro che detengono il potere politico. Hanno promosso il non riconoscimento dell'autonomia della legittima Assemblea Nazionale" si legge nel documento dei Vescovi pervenuto all’Agenzia Fides.
"Si tratta di un duro colpo all'istituzione dello Stato, - continua il testo - tutto è indirizzato a tenere il potere e non a generare processi per il bene della società". "Condanniamo quanto accaduto, e come cittadini venezuelani chiediamo il rispetto dell'Assemblea Nazionale, unica Istituzione politica eletta dal popolo nel 2015". "Come Pastori, chiediamo di agire a favore del bene comune del popolo, colpito da una profonda crisi che svaluta la sua dignità" conclude il testo, che porta la data dell’8 gennaio.
L'Assemblea della CEV si è aperta il 7 gennaio presso l'Universidad Católica Andrés Bello (UCAB), con il discorso di accoglienza di Mons. José Trinidad Fernández, Vescovo ausiliare di Caracas e Segretario Generale della CEV, che ha presentato i temi da esaminare nell'Assemblea, che si concluderà domenica 12 gennaio. Mons. Mario Moronta, Vescovo di San Cristóbal e primo Vicepresidente della CEV, ha quindi letto il discorso di apertura scritto da Mons. José Luis Azuaje, Arcivescovo di Maracaibo e Presidente della CEV, assente per motivi di salute.
Il discorso è diviso in due parti fondamentali, la parte ecclesiale ("Aspetti ecclesiali globali di rilievo") e la parte socio-politica ("Una realtà che colpisce l'anima dell'essere venezuelano").
Fra altre cose, sono state segnalate “situazioni moralmente intollerabili”, dove la “violenza istituzionalizzata” si accompagna a “menzogne e parole manipolatorie”. Le statistiche sulle condizioni di vita nel Paese, mostrano uno scenario in progressivo deterioramento. La povertà è in aumento e sono sempre più negativi i dati riferiti all’accesso al lavoro. La “carenza alimentare” è inoltre una drammatica realtà per l’87% delle famiglie venezuelane.
(CE) (Agenzia Fides, 09/01/2020)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

The Chosen ...é sufficiente per me...posso fare molto con questo ..

Ed egli disse: «Portatemeli qui». E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull'erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occ...