collegamento orari cp
Visualizzazione post con etichetta Vietnam. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Vietnam. Mostra tutti i post

mercoledì 15 giugno 2022

nordesteconomia.gelocal.it: Porto Nogaro, a maggio crollo dei traffici del 51 per cento


UDINE. Situazione drammatica allo scalo portuale di Porto Nogaro di San Giorgio di Nogaro, per il consistente calo a maggio della movimentazione delle merci che ha fatto registrare -51%. Lo scalo nel 2021 aveva movimentato 1 milione e 300 mila tonnellate di merci delle quali il 50% erano bramme. Il trend negativo del porto commerciale friulano si è innescato con l'avvio del conflitto russo- ucraino, ed è legato soprattutto alla caduta del porto di Mariupol, porto dal quale partivano le navi della compagnia dei Fratelli Cosulich carichi di bramme (manufatti di ferro o acciaio) per i laminatoi della zona industriale dell'Aussa Corno di San Giorgio di Nogaro: quello delle Officine Tecnosider, quelli di Marcegaglia Plates e Marcegaglia Palini e Bertoli e della Trametal (del gruppo ucraino Metinvest), che sono riusciti a restare in produzione grazie all'approvvigionamento della materia prima in altri Paesi.

A spiegare la difficile situazione dello scalo friulano, è il presidente della storica impresa portuale Porto Nogaro (l'altra azienda che opera in banchina Magreth è la Midolini), 35 soci e 10 dipendenti, Emanuele Malisan, rimarcando come le percentuali dei traffici movimentati in questi ultimi tre mesi sono andate in calando, «a marzo abbiamo avuto un meno 16%; ad aprile un meno 41%; e un preoccupante maggio con meno 51%. Come si vede- spiega Malisan-, i dati sono allarmanti. Abbiamo registrato un dimezzamento della movimentazione in questi ultimi due mesi rispetto all’anno precedente a causa della guerra In Ucraina. Le due acciaierie di Mariupol sono semi distrutte e nessuno sa quale sarà il loro futuro. In questa situazione di forte criticità siamo dovuti ricorrere agli ammortizzatori sociali e dopo due anni di pandemia, in cui abbiamo fatto notevoli sforzi per garantire le operazioni portuali, ci rattrista molto questa situazione che stiamo vivendo e che ha colpito il cuore del nostro business».

Il presidente Malisan sottolinea che «d’ora in avanti l’approvvigionamento per i laminatoi di San Giorgio di Nogaro potrà avvenire solo attraverso nuove fonti diversificate da altri Paesi: Cina, India, Indonesia, Vietnam, Brasile. Oltre a essere un’attività difficile da organizzare - afferma-, ricordo che per queste tratte verranno utilizzate navi con stazze molto più grandi e che non potranno raggiungere il nostro porto a causa del pescaggio limitato di 5,50 metri (da anni si attendono i promessi 7.50 metri di pescaggio per permettere l'accesso a navi da 10- 13 mila tonnellate di stazza che ridurrebbero anche i costi di trasporto). Queste navi verranno scaricate completamente al porto di Monfalcone. La nostra speranza è che dallo scalo monfalconese si possa riuscire a trasferire a Porto Nogaro quantitativi importanti mediante le chiatte (trasportano attorno alle 5 tonnellate). Ma ci vorrà ancora del tempo, e con i nostri partner siamo al lavoro per riprenderci almeno una parte di quello che questa stupida guerra ci ha tolto» .

Il porto occupa circa 450 addetti tra imprese portuali, pilota, ormeggiatori, dogana, Capitaneria di Porto, case di spedizione e agenzie marittime, con un indotto di circa 900 addetti, ed è la più grande azienda della zona industriale dell'Aussa Corno.

martedì 1 febbraio 2022

"Non abbiate paura": l'Anno della Tigre porta forza e speranza nella vita dei cattolici

 

ASIA/VIETNAM - "Non abbiate paura": l'Anno della Tigre porta forza e speranza nella vita dei cattolici
 
Hanoi (Agenzia Fides) - "Non abbiate paura! Confidiamo in Dio, la speranza diffonderà pace in ogni famiglia, nonostante le difficoltà della nostra vita sociale”: è questo il messaggio centrale per il nuovo Anno lunare, come ha detto nell'omelia della prima Messa mattutina del nuovo anno, Mons. Joseph Dang Duc Ngan, Vescovo della diocesi di Da Nang. Come appreso da Fides, il Vescovo ha auspicato che "l'appello di Gesù, 'Non abbiate paura', risuoni in ogni cuore, in ogni casa, in ogni famiglia, in tutta la nazione", augurando ai fedeli ogni bene e un anno colmo della grazia di Dio.
Il Vescovo della diocesi di Ha, Mons. Tinh Louis Nguyen Anh Tuan, ha detto ai fedeli: "L'Anno della Tigre ci porterà gioia, pace e prosperità. La vita è dura a causa della pandemia di Covid-19, ma ci sono crescenti segni di speranza. La gioia è ancora più grande quando il popolo di Dio è unito e si ama, diventando testimone del Vangelo e dell'amore di Dio verso l'umanità".
Nella Lettera pastorale diffusa in occasione del Capodanno, il Vescovo Mathew Nguyen Van Khoi, alla guida della diocesi di Qui Nhon, scrive: “Il nuovo tempo che Dio ci dona è l'Anno della Tigre che simboleggia forza, maestà e libertà. Speriamo che Dio doni agli esseri umani la forza per sconfiggere la pandemia di Covid-19 e rimuovere tutte le fobie e le paure nei loro cuori. Come cattolici, ognuno di noi deve cercare di rafforzare la propria fede, anche attraverso la preghiera. Siamo chiamati a testimoniare la fede nella vita quotidiana, nonostante le difficoltà e le sfide, sia con le parole, sia con la vita. In quest'anno della Tigre, siamo chiamati a vivere secondo il Vangelo, in modo che la luce della fede e dell'amore di Dio si diffonda intorno a noi”.
La festa del Tet, il Capodanno lunare - la più grande festa del popolo vietnamita, tramandata dai tempi antichi nella tradizione nazionale - ha per i cattolici vietnamiti (circa 9 milioni di fedeli su 97 milioni di abitanti, in un paese a maggioranza buddista) anche un profondo significato religioso: i fedeli si recano in Chiesa a celebrare l'Eucarestia, per rendere grazie a Dio e pregare per la propria famiglia e per la nazione. Secondo la tradizione, nei 4 giorni della Festa del Tet, la Chiesa del Vietnam celebra 4 diverse messe, una per ogni giorno, per 4 giorni consecutivi.
La prima "Messa di Capodanno" si celebra la notte dell'ultimo giorno dell'Anno lunare precedente, ed è una messa di ringraziamento a Dio per l'anno appena trascorso, per i doni e le grazie ricevute.
La mattina del primo giorno del Capodanno lunare si celebra, poi, una santa messa per pregare, in special modo, per la pace nella propria famiglia e nella nazione. A conclusione di questa celebrazione, ogni famiglia riceve una frase estratta dal Vangelo, splendidamente scritta con la calligrafia, nello stile tradizionale del Tet. Questa citazione evangelica viene appesa solennemente in casa in modo da diventare riferimento e guida per tutta la famiglia, durante il nuovo anno.
L'indomani, l'Eucarestia del secondo giorno del Tet è dedicata alla preghiera per gli antenati, vivi o morti: ogni fedele onora, rende omaggio e prega per chi si è preso cura di lui e lo ha nutrito. In questa messa, gli anziani della comunità sono i protagonisti: vengono accompagnati e accolti per assistere alla celebrazione, e il parroco e tutta la comunità rivolgono loro speciali ringraziamenti e onore.
Infine, nel terzo giorno della Festa del nuovo anno, la santa messa include una intenzione di preghiera per il lavoro di ogni persona e di ogni famiglia, invocando la prosperità secondo la richiesta di non far mancare mai "il pane quotidiano".
(AD-PA) (Agenzia Fides 1/2/2022)

venerdì 28 gennaio 2022

Agenzia Fides: Capodanno lunare all'insegna della solidarietà e della condivisione

 

ASIA/VIETNAM - Capodanno lunare all'insegna della solidarietà e della condivisione
 

Ho Chi Minh city (Agenzia Fides) - Il Tet, il "Capodanno lunare" che si celebra il 1° febbraio, è il più grande festival dell'anno per i vietnamiti. In questi giorni, le persone in tutto il paese si preparano a vivere le vacanze del Tet, sia fisicamente sia spiritualmente. In questa occasione, molte organizzazioni sociali e religiose donano ai poveri cibo e denaro per assicurarsi che tutto il popolo goda dell'atmosfera felice e calorosa delle vacanze del Tet.
“La via che dobbiamo percorrere e praticare per essere uniti in Gesù è quella di entrare in relazione e condividere con tutti, in particolare con i poveri, come ha fatto il nostro Salvatore”, dice all'Agenzia Fides p. Joseph Pham Ba Lam, sacerdote della parrocchia di Hoa Hung, appartenente all'arcidiocesi di Ho chi minh city. Il parroco e i fedeli della comunità hanno portato doni a 166 famiglie povere, nei giorni precedenti il ​​Tet, in modo che potessero acquistare cibo e vestiti per celebrare il Capodanno lunare.
Anche don Peter Huynh Phuc Hau, parroco della chiesa di O Mon della diocesi di Can Tho, ha chiamato la sua comunità parrocchiale ad unire le mani per aiutare i poveri, per portare a tutti la gioia della Primavera dicendo: “Voi, parrocchiani, potete risparmiare una piccola parte delle spese della famiglia per aiutare i vulnerabili, i vagabondi , gli anziani soli e deboli, i malati cronici. Ogni vostro aiuto è un dono prezioso e significativo per loro in questo momento speciale”. Con lo scopo di aiutare tante famiglie povere a celebrare un felice anno nuovo, il sacerdote 49enne auspica: “Ci saranno tanti cuori gentili che si uniranno per portare il calore amorevole della carità". Il desiderio di portare, in occasione del Capodanno lunare, un'atmosfera gioiosa e accogliente al prossimo è diffuso in tutto il Paese, e nelle parrocchie e nelle diocesi cattoliche assume una caratterizzazione speciale, unita alla fede in Cristo. I Vescovi, parroci e leader cattolici non mancano di diffondere messaggi augurali per un nuovo anno pieno di salute e colmo delle benedizioni di Dio.
Come da tradizione vietnamita, la vacanza del Tet è tempo di visitare amici e parenti per condividere amore e cordialità. Pertanto associazioni religiose, organizzazioni governative, comunità in tutto il Vietnam si scambiano visite per consolidare l'amicizia e la solidarietà. In un incontro in occasione del Tet con dignitari di diverse religioni nella città di Danang il 24 gennaio scorso, il presidente del Comitato del popolo di Danang ha espresso sinceri ringraziamenti alle organizzazioni cristiane per il loro contributo alla società, in in un momento difficile a causa del Covid-19.
L'atmosfera di condivisione nei giorni del Capodanno lunare è per i cattolici vietnamiti un prolungamento dello spirito vissuto durante il periodo natalizio, che ha visto leader civili e religiosi non cristiani recarsi nelle case e negli uffici vescovili e parrocchiali per porgere gli auguri ai cattolici.
Le autorità civili in più occasioni hanno rimarcato che il pieno coinvolgimento dei cattolici nella vita sociale della nazione, in tutte le circostanze, è un beneficio per la nazione, e hanno ricordato che "i fedeli non solo adorano Dio, ma amano anche la loro nazione". Viene in particolar modo apprezzato lo spirito di solidarietà, che è parte integrante della tradizione nazionale, che contribuisce alla prosperità e al benessere collettivo del Paese.

Il vicepresidente permanente dell'Assemblea nazionale Tran Thanh Man, visitando nelle scorse settimane la casa arcivescovile di Ho Chi Minh City e poi la casa episcopale della diocesi di My Tho, ha ricordato: “Nel 2021 il nostro Paese ha dovuto affrontare molte difficoltà e sfide, soprattutto a causa del Covid-19. Le attività economiche e produttive sono state gravemente danneggiate. In tale situazione, molti istituti religiosi, ordini religiosi e parrocchie si sono prodigati mettendosi a disposizione sia a in ambito sanitario, per la cura dei pazienti, sia negli aiuti agli indigenti, ai disoccupati, ai nuovi poveri. Questo impegno ha mostrato il volto del cattolicesimo che ha aiutato le persone a superare le difficoltà. Speriamo che queste opere compassionevoli continuino a essere promosse".
Mons. Nguyen Van Kham, Vescovo di My Tho, ringraziando le autorità civili, ha confermato che la "comunità cattolica collabora alla costruzione della patria pere rendere il Paese più prospero e più bello”. Mons. Joseph Nguyen Nang, Arcivescovo di Ho Chi Minh ha assicurato che i fedeli cattolici continueranno a contribuire, con ferventi preghiere e con opere di misericordia e carità, allo sviluppo della nazione.
(AD-PA) (Agenzia Fides 28/1/2022)

lunedì 20 dicembre 2021

Agenzia Fides 20 dicembre 2021

 

AFRICA/CAMERUN - L’Arcivescovo di Bamenda: si intensificano gli attacchi, con grande sofferenza dei civili
 
Bamenda (Agenzia Fides) - “La situazione nelle regioni anglofone è sempre molto tesa. Secondo gli osservatori, gli ‘Amba Boys’ (i gruppi indipendentisti, ndr) stanno intensificando gli attacchi sui militari. Questo comporta una reazione violenta da parte dell’esercito, che però colpisce anche la popolazione civile. Di recente, ad esempio, i gruppi armati hanno piazzato una bomba nei pressi di un centro dell’esercito che ha distrutto l’edificio e ucciso alcuni tra i militari e i soldati. In risposta, questi hanno dato fuoco alle case attorno all’area, con il risultato di morti tra i militari e almeno due tra i civili, oltre a varie abitazioni completamente distrutte”. È quanto riferisce all’Agenzia Fides l’Arcivescovo di Bamenda, Mons. Andrew Nkea Fuanya. La aree anglofone continuano a rappresentare un focolaio di grande tensione in Camerun mentre il processo di dialogo stenta a procedere.
Prosegue l’Arcivescovo: “Non c’è stato alcun passo in avanti negli ultimi tempi. Ora è un periodo pieno di attività, a ogni livello, e speriamo che dopo le festività natalizie si possa riprendere il processo di incontro e dialogo. Per quanto riguarda la situazione generale, dopo aver sottolineato che gli attacchi sono cresciuti in numero e intensità, va detto che, dal punto di vista sociale, la vita continua: la gente ha imparato a convivere con questo assurdo stato di cose e tira avanti. I negozi, gli uffici, i trasporti proseguono l’attività. Anche le scuole sono aperte, anche se non tutte, solo nei grandi centri, diciamo che si arriva a un 60% di istituti aperti. In questo periodo, le città sono piene di decorazioni per Natale, le chiese sono sempre piene e, se qualcuno dovesse passare da queste parti, potrebbe non rendersi conto che c’è una guerra in corso. La gente è stanca, vuole tornare alla normalità e con queste manifestazioni coglie l’occasione per mostrarlo a tutti. Come Chiesa, anche attraverso l’intervento della Caritas e della Commissione “Giustizia e Pace”, ci stiamo attivando per sostenere i nuovi sfollati interni creati dagli ultimi attacchi e speriamo davvero che il Natale possa illuminare i cuori e che il nuovo anno porti buone novità”.
Alla situazione di alta tensione che da anni si registra nelle regioni occidentali di lingua inglese, si aggiungono, di recente, quelle emerse nel nord del Paese, dove pastori e pescatori si sono scontrati violentemente per questioni legate all’utilizzo dell’acqua. Solo nelle scorse settimane ci sono stati 22 morti e migliaia di sfollati
“Il vescovo di Yagoua – conclude mons. Andrew Nkea Fuanya. - ci ha detto che la situazione è davvero pesante. Questi conflitti interni di tipo tribale sono davvero preoccupanti, specie in quella zona del Paese dove dovremmo essere tutti uniti per non offrire spazi di manovra all’avanzata di Boko Haram, molto attivo in quell’area”.
(LA) (Agenzia Fides 20/12/2021)
 top^ 
 
 
 
ASIA/FIILIPPINE - Natale di solidarietà con le vittime del tifone Odette
 
Manila (Agenzia Fides) - La Chiesa cattolica nelle Filippine si mobilita per aiutare milioni di persone colpite dal recente supertifone "Rai", chiamato localmente "Odette", e prepara un Natale di piena e profonda solidarietà. “In questo tempo di tragedie come i disastri causati dal tifone Odette a Visayas e Mindanao, abbiamo bisogno di mantenere vivo nella nostra coscienza lo spirito dell'amore, lo spirito della solidarietà con chi soffre”, ha scritto in un messaggio Mons. Pablo Virgilio David, Presidente della Conferenza episcopale delle Filippine (CBCP). La Chiesa ha deciso che il 25 e il 26 dicembre saranno vissute come giornate nazionali di preghiera per le famiglie colpite dal tifone “Odette”, come comunicato dalla Conferenza Episcopale a tutte le diocesi.
Il Vescovo David, che guida la diocesi di Kalookan ha affermato che il fondo "Alay Kapwa Solidarity Fund" sarà utilizzato per la risposta alle emergenze delle comunità cattoliche. “Incoraggiamo tutti a rimettere tutte le collette alla Caritas che poi pianificherà e implementerà la nostra risposta complessiva”, ha aggiunto. "Possa questa stagione offrirci maggiori opportunità di compiere atti coerenti di Alay Kapwa (offerta di se stessi)", ha asserito.
Il Segretariato nazionale per l'azione sociale (NASSA), che è la Caritas delle Filippine, sta attualmente mobilitando i soccorsi per le diocesi più devastate, ha riferito il Vescovo David, auspicando: “Rispondiamo con generosità". Diverse diocesi nelle isole Visayas sono state gravemente danneggiate dal tifone Odette. Tra queste c'è la diocesi di Tagbilaran. In una dichiarazione pervenuta a Fides, il Vescovo Alberto Sy Uy della diocesi di Tagbilaran ha affermato: "La nostra provincia di Bohol è pesantemente devastata dal super tifone Odette. Sulla base dei primi rapporti, i soffitti delle case e delle infrastrutture sono stati gravemente danneggiati, comprese le nostre chiese e conventi; piante coltivazioni sono state sradicati; sono stati interrotti i collegamenti elettrici, così come l'approvvigionamento idrico. Il numero di possibili vittime è ancora da determinare”.
E' stato lanciato un allarme umanitario: molte delle persone colpite da questo disastro sono in condizioni miserabili e hanno un disperato bisogno di cibo, acqua, vestiti, riparo temporaneo e medicine. Sono confinati nelle rispettive città e villaggi poiché la maggior parte delle reti stradali è interrotta. Inoltre, le linee di comunicazione sono molto difficili in questo momento e le persone stanno lottando per raggiungere le comunità colpite.
Aggiunge il Vescovo Alberto Sy Uy: “Data la nostra grave situazione, ci rivolgiamo umilmente a voi per donazioni in denaro, inclusi beni di soccorso di vario genere. Con un numero crescente di vittime, decessi, feriti e sfollati, abbiamo bisogno di aiuti urgenti. Chiediamo di continuare a pregare per noi".
Anche l'Arcivescovo di Cebu, mons. Jose S. Palma, ha chiesto a tutti di mostrare solidarietà concreta con le persone gravemente colpite dal tifone Odette. In alcune parrocchie nel sud di Cebu, sulle strade sono ancora presenti pali elettrici e detriti di alberi. La gente fa lunghe file per approvvigionamenti di acqua e benzina. Mancano elettricità e comunicazione nel sud di Cebu. La maggior parte delle famiglie è colpita dal tifone: le persone hanno bisogno di cibo, acqua potabile e kit per l'igiene.
P. Antonio Labiao, Segretario esecutivo della Caritas delle Filippine riferisce a Fides a che diverse diocesi delle regioni di Visayas e Mindanao (nel sud delle Filippine) sono gravemente colpite dal tifone e che "hanno bisogno urgentemente di ripari, cibo, acqua e medicine". Secondo una prima, rapida valutazione, ben 10 diocesi sono devastate dal tifone. Tra queste l'arcidiocesi di Cebu e le diocesi di Tagbilaran, Maasin e Surigao sono "gravemente danneggiati".
“Celebriamo la nascita di Cristo attraverso la nostra carità, misericordia, compassione e generosità”, ha detto, rivolgendo l'appello di solidarietà a tutti i fedeli, per ricordare "le famiglie e in particolare i bambini colpiti dal tifone Odette”. Ieri, 19 dicembre, diverse diocesi hanno tenuto una apposita colletta durante le messe domenicali per aumentare la risposta della Chiesa.
Il National Disaster Risk Reduction and Management Council (NDRMMC) ha affermato che oltre 1,8 milioni di persone sono state colpite da Odette. Al 20 dicembre, la polizia nazionale filippina ha affermato che almeno 208 persone sono state uccise dal tifone Odette. Più di 239 persone sono rimaste ferite, mentre 52 erano disperse.
Secondo la Croce Rossa filippina, le conseguenze del tifone sono "una completa distruzione" nelle zone costiere, con "case, ospedali, edifici scolastici e comunitari fatti a pezzi".
Odette si è intensificato divenendo un "super tifone" prima di atterrare sull'isola di Siargao a Surigao del Norte il 16 dicembre, costringendo l'evacuazione di massa nelle zone pianeggianti. Con venti massimi sostenuti fino a 195 km, il 15° tifone che quest'anno è entrato nel territorio filippino provocando lo sfollamento di migliaia di famiglie e interrompendo anche le linee elettriche e di comunicazione.
Gli osservatori paragonano Odetto con il super tifone Haiyan che nel 2013 fece oltre 7.300 tra morti e dispersi.
Le Filippine, classificate tra le nazioni più vulnerabili del mondo agli impatti dei cambiamenti climatici, sono colpite da una media di 20 tempeste e tifoni ogni anno.
(SD-PA) (Agenzia Fides 20/12/2021)
 top^ 
 
 
 
ASIA/SIRIA - Il Vescovo di Aleppo: il Natale e il cammino sinodale facciano rifiorire la nostra missione in tempi difficili
 
Aleppo (Agenzia Fides) - Il cammino sinodale intrapreso dalla Chiesa universale su suggerimento di Papa Francesco, può diventare anche per le comunità cattoliche di Aleppo e della martoriata Siria un tempo propizio per scoprire i nuovi sentieri in cui il Signore vuole attirare la missione della Sua Chiesa, liberandola dalla tentazione del ripiegamento su di sé e dell’immobilismo paralizzato davanti all’infierire di tempi cattivi. L’invito a fare tesoro di tale occasione, anche nelle difficili condizioni che tormentano il vissuto del popolo siriano, arriva dal Vescovo Georges Abou Khazen, Vicario apostolico di Aleppo per i cattolici di rito latino. Nel messaggio appena diffuso in vista del Natale che è alle porte, il Vescovo francescano esprime uno sguardo nutrito di speranza cristiana e scevro da ogni paralizzante vittimismo recriminatorio.
Nel testo diffuso dal Vescovo Georges, considerazioni sul cammino sinodale avviato dalla Chiesa universale si intrecciano con l’attesa trepidante del Signore che viene, insieme a riferimenti concreti ai problemi che assediano la quotidianità siriana, dove anche nelle aree ormai sottratte a conflitti bellici e scontri armati le condizioni economiche “diventano giorno dopo giorno più difficili”.
Il “modello sinodale” seguito nel processo che coinvolgerà tutta la Chiesa cattolica in vista del Sinodo del 2023 – rimarca il Vicario apostolico di Aleppo – “in realtà non è nuovo. È il modello delle prime Chiese nel cristianesimo: una Chiesa sinodale in cui i battezzati condividono con sacerdoti e vescovi la responsabilità congiunta della futura missione”. Anche nella condizione di sofferenza e precarietà che segna il dopoguerra siriano – riferisce il Vescovo Georges - “la mia speranza nasce da decine, da centinaia, anzi direi migliaia di laici che non sono rimasti a guardare”, e hanno attestato con le loro vite che la missione di annunciare il Vangelo consolando e soccorrendo chi soffre non è un ‘affare’ riservato al clero. Loro – prosegue il Vescovo – hanno mostrato che le circostanze difficili non sono per forza occasione e giustificazione per ripiegarsi in se stessi e recludersi un una apatia paralizzante e triste.
Proprio il racconto storico del Natale, e il dinamismo stesso del mistero dell’incarnazione nazione – rivelano quale è la sorgente che anima la speranza cristiana e la missione della Chiesa, anche in circostanze difficili e in condizioni avverse: “A Natale” ha rimarcato il Vescovo Abou Khazen - celebriamo la venuta di Cristo, il Verbo di Dio che è venuto e ha abitato in mezzo a noi. Sì, è venuto, e ha abitato in mezzo a noi. Non si è limitato a aprire la porta e a dire: ‘Chi vuole, venga qui, io non mi muoverò dal mio posto’. Invece, è sceso dal cielo per incontrare gli esseri umani. Allo stesso modo, la Vergine Maria, dopo che l'angelo Gabriele le aveva annunciato che avrebbe concepito e dato alla luce un figlio senza ‘conoscere uomo’, andò da sua cugina Elisabetta sulle montagne per servirla, perché Elisabetta, in attesa di Giovanni Battista, era anziana e aveva bisogno di qualcuno che le stesse accanto”. Lo stesso movimento dell’ “andare incontro” - ha aggiunto il Vicario apostolico di Aleppo – è condiviso nel racconto evangelico dai Re Magi, che vennero “vennero a cercare il re neonato” seguendo la stella. “Si aspettavano di trovarlo nei palazzi, e nei palazzi andarono prima a informarsi su di lui – annota il Vescovo George - ma non lo trovarono. E poiché il loro desiderio di incontrare l'altro era più forte della loro immaginazione, trovarono e riconobbero il bambino divino in un'umile mangiatoia, tra gente umile”. Il Natale di quest'anno, “che celebriamo nel cammino del Sinodo” ha proseguito il Vescovo francescano “ci ricorda che Dio non viene a noi mentre stiamo fermi e stabili, ma mentre camminiamo: ‘Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce’. Non dobbiamo lasciare che le circostanze ci paralizzino e ci impediscano di camminare e di domandare”. (GV) (Agenzia Fides 20/12/2021)
 top^ 
 
 
 
AMERICA/CILE - I Vescovi al Presidente eletto Gabriel Boric: “Il Paese le affida una grande missione”
 
Santiago (Agenzia Fides) – In una lettera firmata dal Cardinale Celestino Aós Braco, Arcivescovo di Santiago e Presidente della Conferenza Episcopale Cilena (CECh) e da Monsignor Sergio Pérez de Arce Arriagada, Vescovo di Chillán, Segretario generale della CECh, i Vescovi cileni si congratulano con Gabriel Boric Font per il successo elettorale ottenuto al ballottaggio di domenica 19 dicembre (vedi Fides 17/12/2021), che lo porterà ad assumere la Presidenza della Repubblica dal prossimo marzo.
“Il Paese ha espresso un voto di fiducia e le affida una grande missione, volta a dirigere i destini della nostra nazione come prima autorità e primo servitore” è scritto nel messaggio, pervenuto all’Agenzia Fides. “Preghiamo Dio di donarle la sua saggezza e la sua forza, di cui avrà indubbiamente bisogno – proseguono i Vescovi -. La missione è sempre più grande delle nostre possibilità e capacità, ma confidiamo che - con la collaborazione dei cittadini, il lavoro dei diversi protagonisti sociali e politici, e la forza spirituale che viene dalla fede e dalle più profonde convinzioni umane - possa affrontare il suo compito con generosità, impegno e prudenza”.
I Vescovi ribadiscono infine che la Chiesa cattolica in Cile “vuole continuare a contribuire, secondo la sua particolare missione, alla costruzione di un'umanità più giusta e fraterna, dove specialmente i poveri e i sofferenti siano rispettati nella loro dignità”. Assicurano quindi il loro sostegno, la loro preghiera, e il contributo dell’azione pastorale, “che svilupperemo sempre nel dovuto rispetto dell'ordine democratico della nostra Patria e delle sue autorità legittimamente elette”.
Secondo le informazioni diffuse dalle agenzie internazionali, il candidato della sinistra Gabriel Boric, 35 anni, ha ottenuto il 56% dei voti, rispetto al 44% del suo avversario, il legislatore esponente della destra Jose Antonio Kast, alle elezioni presidenziali cilene tenutesi ieri. Kast ha fatto sapere tramite il suo profilo twitter di aver telefonato a Boric per complimentarsi per la vittoria. Il Cile sta vivendo un periodo di travaglio in tutti i campi dall’ottobre 2019, contrassegnato anche da manifestazioni e violenze che non hanno risparmiato la Chiesa. Con il plebiscito del 25 ottobre 2020 (vedi Fides 27/10/2020) i cileni hanno sancito l’inizio del processo per l’elaborazione di una nuova Costituzione. Il 21 novembre 2021 si sono svolte le elezioni presidenziali, parlamentari e regionali in un clima di forte polarizzazione, e il 19 dicembre il ballottaggio tra i due candidati alla Presidenza. Alla vigilia delle elezioni i Vescovi avevano sottolineato che “per chiunque verrà a governare il Paese nel prossimo periodo, il compito sarà difficile e complesso” (vedi Fides 25/10/2021;12/11/2021). (SL) (Agenzia Fides 20/12/2021)
 top^ 
 
 
 
AMERICA/BRASILE - Caritas Brasile: kit di prevenzione dal Covid e attività informative per le comunità amazzoniche vulnerabili
 
Manaus (Agenzia Fides) - Entro la fine del mese di dicembre 4.500 famiglie di 9 comuni dell’Amazzonia, per un totale di 22.500 persone, riceveranno kit di igiene e prevenzione del Covid-19 grazie al progetto “Ajuri pela Vida na Amazônia” sviluppato da Caritas Brasile e alcune Caritas locali, con il finanziamento dell'USAID (Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale) e il sostegno di Catholic Relief Services (CRS). Le prime consegne sono iniziate il 6 dicembre e proseguiranno fino alla fine del mese. Caritas Brasile raggiungerà con questo progetto più di 100 comunità in situazione di vulnerabilità sociale, in nove comuni amazzonici: Coari, Tefé, Maraã, Alvarães, Fonte Boa, Juruá, Uarini, Itacoatiara e Parintins. I kit in distribuzione contengono gel alcolico, mascherina facciale in tessuto riutilizzabile, candeggina e sapone, per favorire il lavaggio delle mani.
Nella nota pervenuta a Fides si spiega che gli educatori sociali stanno inoltre portando avanti nelle comunità l’illustrazione del corretto utilizzo della mascherina, delle linee guida igieniche e del corretto lavaggio delle mani, nonché del distanziamento sociale, inoltre si sta sensibilizzando la popolazione sulle due dosi del vaccino contro il Covid-19. Si stanno organizzando anche focus group con popolazioni indigene, rivierasche, quilombola e periurbane, per implementare gli strumenti WASH (acqua, servizi igienico-sanitari e igiene). Secondo Anna Hrybyk del CRS, la promozione dell'igiene per la prevenzione dal Covid-19 è una priorità dell'intero progetto, in quanto tali pratiche devono essere mantenute anche dopo il completamento del ciclo di immunizzazione. (SL) (Agenzia Fides 20/12/2021)
 top^ 
 
 
 

 top^ 
 
 
 
ASIA/VIETNAM - Nomina del Vescovo di Hung Hoá, Mons. Dominic Hoang Minh Tien
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Il Santo Padre Francesco il 18 dicembre 2021 ha nominato Vescovo della Diocesi di Hung Hoá (Viêt Nam), il rev. Dominic Hoang Minh Tien, del clero della medesima Diocesi, finora Vicario generale.
Mons. Dominc Hoang Minh Tien è nato il 7 gennaio 1969 a Bao Loc, nella Diocesi di Đà Lat. Dal 1992 al 1998 ha ricevuto la formazione filosofica e teologica a Hô Chí Minh City. Dal 1998 al 2003 ha lavorato nell’Economato, nell’Episcopio e nella Parrocchia di Thien Loc. Dal 2004 al 2006 ha frequentato i corsi complementari di Filosofia e Teologia nel Seminario Maggiore di Sao Bien a Nha Trang. Dal 2007 al 2008 ha svolto studi di Teologia pastorale presso l’East Asian Pastoral Institute dell’Ateneo de Manila University (Filippine). Dal 2009 al 2012 ha studiato Teologia nel Saint Charles Borromeo Seminary dell’Arcidiocesi di Philadelphia (Stati Uniti d’America), conseguendo il Master of Arts in Theology con specializzazione in Ecclesiologia. È stato ordinato sacerdote il 14 febbraio 2006 per la Diocesi di Hung Hoá.
Dopo l’Ordinazione sacerdotale, ha ricoperto i seguenti incarichi: Vicario Parrocchiale di No Luc (2006-2007); Servizio presso l’Economato Diocesano (2012-2014); Segretario del Vescovo e Responsabile per le vocazioni/pre-seminaristi (2012-2016); Economo Diocesano (2014-2020). Dal 2012 è stato Presidente della Commissione Diocesana per le vocazioni; dal 2016 Responsabile dei seminaristi maggiori e dal 2020 finora Vicario Generale della Diocesi di Hung Hoá e Parroco di Son Loc. (SL) (Agenzia Fides 20/12/2021)

lunedì 22 novembre 2021

Agenzia Fides 22 novembre 2021

 


EUROPA/ITALIA - I martiri vietnamiti, fonte di incoraggiamento per le comunità cattoliche
 
Roma (Agenzia Fides) – Celebrare con fede e devozione la Festa dei Santi Martiri Vietnamiti, canonizzati nel 1988 dal Papa San Giovanni Paolo II: con questo spirito, alla vigilia della festa di Cristo Re, sabato 20 novembre, oltre duecento membri della “Associazione dei religiosi e dei laici vietnamiti”, che studiano, vivono e svolgono le loro diverse missioni a Roma, si sono riuniti, insieme a vari gruppi di pellegrini provenienti dagli Stati Uniti e Europa, nel Santuario di Santa Maria delle Grazie alle Fornaci, vicino alla Basilica di San Pietro.
“Sanguis Martyrum, semen Christianorum” - “Il sangue dei martiri, seme dei cristiani”. Le parole dell'apologeta Tertulliano sono state ribadite alla assemblea liturgica come un richiamo e una sfida dalla condivisione da parte di don Tran Manh Duyet, Vice-postulatore della causa di canonizzazione dei Santi martiri vietnamiti, rivolgendosi all'assemblea nella solenne messa di commemorazione, celebrata in vista della festa liturgica di quei martiri che è fissata nel calendario liturgico il 24 novembre.
Il 19 giugno 1988, in Piazza San Pietro, il Papa San Giovanni Paolo II ha canonizzato 117 vietnamiti che hanno versato il loro sangue per testimoniare il Vangelo di Dio tra il 1745 e il 1862, tra loro 21 missionari della Spagna e della Francia, insieme a 96 vietnamiti. Questo numero, tuttavia, è solo rappresentativo degli oltre 100.000 martiri del Vietnam durante il periodo che va dal XVII al XIX secolo.
“La canonizzazione di un gruppo così numeroso è un evento senza precedenti – ha detto p. Tran –. Il processo di preparazione è stato una vera sfida, poiché una delle condizioni essenziali per la canonizzazione di un santo è che ci sia almeno un miracolo. Ma un miracolo per ogni membro del gruppo era quasi impossibile. Grazie a Dio, per sua benigna volontà, il Santo Papa Giovanni Paolo II ha riconosciuto un miracolo innegabile, cioè il miracoloso sviluppo della Chiesa in Vietnam attraverso una lunghissima storia di persecuzione. Partendo da zero, il numero dei cattolici in quel tempo è cresciuto fino ormai a quasi 6 milioni. Questo sviluppo non può essere spiegato al di fuori della volontà di Dio”.
Celebrare e far rivivere gli esempi eroici della vita e della fede dei Santi antenati – hanno notato i fedeli presenti – è una significativa fonte di incoraggiamento per le comunità cattoliche vietnamite, in particolare nella difficile situazione della pandemia. Appartenendo a un piccolo popolo che è sopravvissuto a tante sofferenze della guerra e dell'odio, i cattolici vietnamiti traggono dalle loro origini una forza inesauribile per continuare ad andare avanti verso un futuro più luminoso.
(CGA-PA) (Agenzia Fides 22/11/2021)
 top^ 
 
 
 
AFRICA/KENYA - Mancano risorse adeguate per far fronte in egual modo alla pandemia oltre che alla grave siccità
 
Wajir (Agenzia Fides) – Programmi di recupero e di resilienza, sicurezza alimentare (agricoltura sostenibile), fornitura di acqua, sanità e servizi igienici, sono tra le priorità che il Camillian Disaster Service (CADIS) Kenya, Fondazione Internazionale dei Camilliani (vedi Agenzia Fides 8/8/2016), sta per promuovere in risposta all’emergenza che incombe nel Wajir West, parte nord-orientale del Kenya, dove una grave siccità ha lasciato pesanti conseguenze al bestiame e all’agricoltura.
Secondo quanto pervenuto all’Agenzia Fides, dopo una rapida valutazione dei bisogni, sono state identificate carenze come cibo, mezzi di sussistenza (agro-pastorali), acqua e salute. La siccità ha colpito le popolazioni vulnerabili causando insicurezza alimentare e malnutrizione. Per fare fronte a questa criticità, il programma di CADIS Kenya mira a ridurre l’incidenza della malnutrizione del 50% attraverso la distribuzione di cibo a 4.000 famiglie, migliorare il sostentamento dei beneficiari del 50% attraverso la distribuzione di cibo per il bestiame e la clinica mobile.
La situazione nel paese è precipitata, ha dichiarato p. Francis Maina, MI, Coordinatore CADIS Kenya, “negli ultimi due anni, a Wajir, una delle regioni aride e semi-aride (ASALS), non ha piovuto, con un conseguente grave impatto sui mezzi di sostentamento della popolazione, sull’agricoltura, sul bestiame e sulla salute. Combinando tutto questo con gli effetti attuali di Covid-19 nel paese, la vita diventa miserabile, specialmente in questa regione.”
La scarsità di cibo ha portato a un’alta domanda sul mercato e ad una escalation dei prezzi oltre la capacità media di potere d’acquisto della gente. La situazione della sicurezza alimentare nella contea si sta deteriorando ogni giorno a causa della mancanza di acqua per il consumo umano e del bestiame. Questo ha contribuito alla massiccia mortalità del bestiame, all’aumento dei tassi di malnutrizione e alle complicazioni sanitarie. È necessario un intervento urgente per arrestare la situazione.
(AP/FM) (Agenzia Fides 22/11/2021)
 top^ 
 
 
 



AFRICA/MAROCCO - Addio al monaco “sopravvissuto” Jean-Pierre Schumacher, ultimo compagno dei martiri di Tibhirine
 
Fez (Agenzia Fides) - «Era così bello!», ripeteva commuovendosi il monaco trappista Jean-Pierre Schumacher, quando ricordava i lunghi anni di vita fraterna trascorsi insieme ai suoi confratelli nel monastero algerino di Thibirine, trucidati nel 1996 in una delle più luminose vicende di martirio cristiano degli ultimi decenni. Ora anche lui, l’ultimo “sopravvissuto” di Thibirine, ha lasciato questo mondo. Il suo cuore si è fermato la mattina di domenica 21 novembre, festa di Cristo Re dell’Universo, nella quiete del monastero di Notre-Dame de l'Atlas, situato a Midelt, alle pendici dell’Atlante marocchino, ultimo presidio trappista in Nord- Africa.
Frère Jean-Pierre avrebbe compiuto 98 anni il prossimo febbraio. Si era trasferito come monaco in Algeria nel 1967. La commozione che gli inumidiva gli occhi quando ricordava la quotidianità monastica toccata dalla grazia e condivisa con i suoi confratelli martiri, caparra del Paradiso («Era così bello!») era il segno luminoso che non l’eroismo o la dedizione, solo la gratitudine per una felicità assaporata può far confessare la fede in Cristo e alimentare ogni autentica testimonianza cristiana, fino al martirio.
Il superiore Christian de Chergé e gli altri sei confratelli monaci di frére Jean-Pierre (beatificati l’8 dicembre 2018 insieme a altri 12 martiri d’Algeria) erano stati rapiti nella notte tra il 26 e il 27 marzo 1996, nel Paese stravolto dalla guerra civile. Lui, insieme all’altro Amèdèe (scomparso nel 2008), era scampato al sequestro perché quella notte era di servizio in portineria, in un edificio adiacente al monastero. Due mesi dopo il rapimento, le teste mozzate dei 7 monaci vennero fatte ritrovare lungo una strada. Gli autori della strage non furono mai identificati con certezza. La tesi ufficiale attribuiva l’eccidio alle bande clandestine del Gruppo Islamico Armato (l’organizzazione terroristica islamista nata nel 1991 dopo che il governo aveva rifiutato di riconoscere i risultati elettorali favorevoli alle forze islamiste), mentre inchieste condotte da ricercatori indipendenti hanno indicato la pista di una possibile implicazione in quella vicenda dei servizi segreti militari algerini.
Quattro anni dopo il martirio dei suoi confratelli, Jean- Pierre si era trasferito in Marocco, divenendo priore della comunità trappista di Notre-Dame de l’Atlas. Più volte ha confessato il peso di una domanda che lo accompagnava sempre: «perché il Signore mi aveva concesso di restare in vita?». Nel trascorrere del tempo, aveva percepito che il suo destino di “sopravvissuto” alla strage coincideva con la missione di «testimoniare gli avvenimenti di Tibhirine e far conoscere l’esperienza di comunione con i nostri fratelli musulmani, che continuiamo ora qui nel monastero di Midelt, in Marocco».
Nella loro nuova dimora, frére Jean-Pierre e frère Amédée si definivano il “piccolo resto” di Tibhirine: «La nostra presenza al monastero – ha raccontato – era un segno di fedeltà al Vangelo, alla Chiesa e alla popolazione algerina». I trappisti di Tibhirine non “volevano” diventare martiri.. Ma nella fedeltà alla propria vocazione monastica vollero condividere con tutti gli algerini il rischio di essere bersaglio di una violenza cieca, che in quegli anni insanguinava il Paese e moltiplicava le stragi di innocenti. Come francesi potevano partire, ma non l’hanno fatto. «A Tibhirine - ha raccontato frère Jean-Pierre al giornalista francese François Vayne - le campane del monastero suonavano e i musulmani non ci hanno mai chiesto di farle tacere. Noi ci rispettiamo nel cuore stesso della nostra vocazione comune: adorare Dio». Negli ultimi anni, il monaco di Tibhirine ha compiuto la sua missione anche con il suo sorriso benedetto di bambino con cui disarmava gli assalti – a volte carichi di brutale ignoranza – con cui certi operatori della comunicazione assediavano la sua pace della vita del monastero, a caccia di qualche frasetta a effetto da rilanciare sulle agenzie. Con quel sorriso frère Jean-Pierre ha reso testimonianza impareggiabile al tesoro di una esperienza monastica che ha trovato nelle sorgenti della preghiera e della liturgia le vie sorprendenti per confessare in parole e opere il nome di Cristo anche tra i figli dell’Umma di Muhammad: «In Marocco» - raccontava il monaco scampato all’eccidio di Tibhirine - «noi viviamo questa comunione nella preghiera, quando ci alziamo di notte per pregare, alla stessa ora in cui i nostri vicini musulmani sono svegliati dal muezzin». «La fedeltà all’appuntamento della preghiera – aggiungeva frère Jean-Pierre – è il segreto della nostra amicizia con i musulmani». (GV) Agenzia Fides 22/11/2021)
 top^ 
 
 
 
ASIA/SRI LANKA - Prete cattolico fermato dalla polizia: ha chiesto verità e giustizia sugli attacchi di Pasqua
 
Colombo (Agenzia Fides) - "Siamo qui da tre giorni per accompagnare il nostro fratello p. Cyril Gamini Fernando, chiamato dai servizi di Intelligence per interrogatori. Gli chiedono conto di affermazioni che egli ha fatto sulla responsabilità dell'Intelligence relativa alle esplosioni di Pasqua del 2019. Siamo qui in rappresentanza dei sacerdoti della Arcidiocesi di Colombo. Siamo qui in preghiera, con il Rosario in mano, esprimendo solidarietà a padre Cyril, e per chiedere a Dio che la verità venga alla luce e vi sia autentica giustizia. Chiediamo a tutti i fedeli di pregare con noi": lo dice all'Agenzia Fides p Robinson Wijesinghe, parte del gruppo di preti cattolici dell'Arcidiocesi di Colombo che sta tenendo un sit-in di protesta pacifica e di preghiera silenziosa davanti al Crime Investigation Department della capitale Colombo, dove p. Cyril Gamini Fernando, sacerdote della stessa Arcidiocesi, è trattenuto per indagini e interrogatori.
Mentre tutta la Chiesa in Sri Lanka ha chiesto alla politica e alle forze dell'ordine di fare chiarezza e verità sui mandanti degli attentati del 2019 (vedi Fides 8/9/2021), padre Cyril è stato denunciato e convocato per le sue dichiarazioni che hanno chiamato in causa il ruolo e le falle dei Servizi di Intelligence.
Aggiunge a Fides padre Cecil Joy anch'egli presente al presidio: "Siamo radunati da tutta la diocesi di Colombo per chiedere giustizia e verità. Ricordiamo che nel 2019 sono morte più di 200 persone e più di 500 feriti per attacchi terribili. Dopo oltre due anni siamo ancora qui a chiedere la verità. Uno dei nostri sacerdoti. padre Cyril, è stato convocato perchè ha chiesto pubblicamente che la verità venga alla luce: la verità è un diritto delle vittime, è un dovere dello stato. La comunità internazionale deve sapere. Chiediamo a tutti i fedeli di pregare per noi e con noi. Siamo riuniti nel nome di Dio come credenti, in cerca della verità".
P. Cyril Gamini Fernando è membro del "Comitato cattolico nazionale per la giustizia alle vittime" degli attacchi di Pasqua del 2019. Un mese fa il direttore generale del servizio di Intelligence statale, il generale Suresh Salley, ha presentato una denuncia contro il sacerdote per le dichiarazioni da lui rilasciate.
In Sri Lanka il 21 aprile 2019 tre hotel di lusso a Colombo (Cinnamon Grand, Kingsbury e Shangri-La), e tre chiese (St. Anthony's, Colombo, San Sebastiano, Negombo e Chiesa di Sion, Batticaloa) furono colpiti da attentataori kamikaze. Altre due bombe esplosero, una in una casa a Dematagoda e un'altra al Tropical Inn a Dehiwala. Negli attacchi sono rimaste uccis,e oltre agli otto attentatori suicidi, 269 persone, tra i quali 45 cittadini stranieri, mentre almeno 500 sono rimasti gravemente feriti.
Gli attentatori suicidi sono stati identificati come associati all'organizzazione National Thowheeth Jama'ath (NTJ). Sul movente, i mandanti, la realizzazione degli attacchi, il mancato intervento delle forze dell'ordine e dell'Intelligence, nonostante gli allarmi ricevuti, vi sono molte incognite e, dopo due anni, l'opinione pubblica attende ancora chiarezza e verità.
(PA) (Agenzia Fides 22/11/2021)
 top^ 
 
 
 
ASIA/FILIPPINE - Il Vescovo David: "Occorre eleggere candidati affidabili"
 
Manila (Agenzia Fides) - E' importante eleggere “candidati affidabili” alle elezioni generali previste per il prossimo maggio del 2022. E' l'invito reso pubblico in un messaggio del Presidente eletto della Conferenza episcopale delle Filippine (CBCP), Mons. Pablo Virgilio David, Vescovo di Caloocan, che si prepara ad assumere la carica alla guida della CBCP il 1° dicembre prossimo.
Citando uno scienziato gesuita filippino, p. Jett Villarin, ex presidente dell'Università Ateneo di Manila, il Vescovo David ha detto che ai candidati basterebbe questo: “Seguire i comandamenti. Non uccidere. Non rubare. Non mentire. Osservando questi principi, già si è a buon punto". “Dovremmo vergognarci di definirci cristiani - ha aggiunto - se non partecipiamo attivamente a far votare alla carica i candidati affidabili. Cioè, occorre avere a cuore il futuro del nostro Paese”.
L'autorità politica, ha spiegato il Vescovo David, non consiste nell'essere "padroni delle persone" ma nel compiere un servizio. “Gesù non è un elettore nelle prossime elezioni", ha detto in modo provocatorio. "Ma noi lo siamo. Ci ha affidato il compito di compiere questa scelta importante” ha proseguito il Presule. "Risponderemo o non risponderemo alla sua chiamata ad essere amministratori responsabili della nostra nazione che il Signore ama così tanto e che ha già salvato molte volte dalla distruzione?" ha concluso.
Un leader laico cattolico, Mon Santiago, facendo eco all'invito del Vescovo, asserisce: “Continuiamo a pregare affinché gli elettori scelgano con saggezza nelle elezioni del maggio 2022 ed eleggano persone pronte a servire il popolo e il nostro Paese per il bene di questa e delle generazioni future. Dio benedica le Filippine”.
Mentre il dibattito pubblico ferve, anche all'interno delle comunità cattoliche, il Gesuita padre Manoling V. Francisco SJ, presidente della "Tanging Yaman Foundation", osserva: “Usiamo il nostro sacro dovere di votare eleggendo uomini e donne timorati di Dio, che non agiscano per l'onore e la gloria personale o nazionale, ma soprattutto per la gloria di Dio."
In vista delle elezioni politiche, previste per il 9 maggio 2022, la Commissione Elettorale dovrebbe pubblicare entro gennaio 2022 l'elenco definitivo dei candidati ufficiali, compresi quelli in corsa per la carica di presidente, vicepresidente, per i seggi di 12 senatori e 308 membri della Camera dei Deputati.
Ci sono poi i candidati per i seggi di 81 governatori e vice governatori, 780 seggi nei consigli provinciali, 1.634 sindaci e vicesindaci di comuni, 13.546 seggi nei consigli comunali. Secondo la Costituzione filippina del 1987, le elezioni generali si tengono ogni sei anni, il secondo lunedì di maggio.
(SD-PA) (Agenzia Fides 22/11/2021)
 top^ 
 
 
 
ASIA/CINA - La scomparsa di Mons. Stefano Yang Xiangtai
 
Roma (Agenzia Fides) - Nella notte del 13 ottobre 2021 è deceduto, all’età di 99 anni, S.E Mons. Stefano Yang Xiangtai, Vescovo di Handan/Yongnian (Hebei), “ufficiale”. Nato il 3 gennaio 1923 da una devota famiglia cattolica di Gaocun, nella contea di Wu’an (attuale Hebei), fu battezzato da piccolo. Nel 1935 entrò nel Seminario minore di Weihui e nel 1940 passò al Seminario maggiore di Kaifeng. Il 27 agosto 1949 fu ordinato sacerdote.
A causa della fede e per la fedeltà al Papa, nel 1966 venne arrestato e, dopo un periodo di incarcerazione, fu costretto ai lavori forzati per 15 anni. In seguito alle aperture di Deng Xiaoping, nel 1980 fu riabilitato e, una volta dichiarata la sua innocenza, venne liberato. Svolse, poi, il ministero pastorale nelle contee di Handan, Cixian, Shexian e Wu’an. Nel 1988 fu direttore spirituale del Seminario diocesano e della Congregazione dello Spirito Santo Consolatore e, infine, Vicario Generale.
Il 30 novembre 1996 fu consacrato Vescovo Coadiutore di Handan. Nel 1998 divenne Rettore del Seminario diocesano. Il 17 settembre 1999, succedette a S.E. Mons. Chen Bolu, dimissionario, come Vescovo diocesano.
S.E. Mons. Stephen Yang Xiangtai è stato un Vescovo molto amato dai fedeli, che lo ricordano per la forte fedeltà al Signore, la gentilezza verso tutti, la semplicità di vita e la dedizione costante per il suo gregge.
I funerali sono stati celebrati a Caozhuang il 19 ottobre 2021, presieduti dal successore, S.E. Mons. Sun Jigen, nella chiesa di Nostra Signora di Lourdes, dove la salma è stata esposta alla venerazione e alla preghiera dei fedeli che gli hanno voluto rendere l’ultimo saluto. (Agenzia Fides 22/11/2021)
 top^ 
 
 
 
AMERICA/NICARAGUA - Giustizia e Pace: “ogni persona ha il diritto di agire in coscienza e libertà”
 
Managua (Agenzia Fides) - “La Chiesa, come Madre e Maestra, non smette di chiamare tutti a costruire la pace… Chiediamo ai fedeli di continuare a pregare perchè Gesù Cristo, Principe della Pace, e l’Immacolata Vergine Maria, continuino ad accompagnare il popolo che non perde la sua fede incrollabile in Dio e non abbandona la sua speranza in un future migliore per la Patria”. E’ l’appello rivolto “al popolo di Dio e alle persone di buona volonta” dalla Commissione “Giustizia e Pace” dell’Arcidiocesi di Managua, che ha per titolo una delle beatitudini: “Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia perchè saranno saziati” (Mt 5-6).
Il messaggio ricorda che secondo la Dottrina sociale della Chiesa, “per costruire una società formata da persone con la dignità di essere immagini viventi di Dio, è necessaria la ricerca del bene comune come fondamento di base, accompagnato da principi fondamentali come la libertà, la giustizia, la verità, la carità e la ricerca della pace”.
Il bene comune, sottolinea il testo pervenuto a Fides, implica che “tutti i cittadini possano vivere nella tranquillità che i loro diritti siano rispettati”. Ogni persona ha il diritto di agire in piena libertà e secondo coscienza, assumendo personalmente le decisioni morali e politiche; “nessuno deve essere obbligato ad agire contro la propria coscienza, né gli si deve impedire di agire secondo coscienza” come insegna il Catechismo della Chiesa cattolica. “Quanti detengono il potere pubblico, per legge o di fatto – ribadisce la Commissione -, hanno la responsabilità di procurare il bene comune della nazione, senza alcuna distinzione, rispettando i diritti fondamentali e inalienabili dei cittadini. Solo così si può costruire una società dove prevalga la dignità della persona umana”. (SL) (Agenzia Fides 22/11/2021)

martedì 16 novembre 2021

Da Agenzia Fides ASIA/VIETNAM - In nome della compassione, credenti di diverse fedi aiutano malati e sofferenti

 


ASIA/VIETNAM - In nome della compassione, credenti di diverse fedi aiutano malati e sofferenti
 
Ho Chi Minh City (Agenzia Fides) - Compassione è la parola chiava che unisce oggi credenti di diverse religioni in Vietnam, uniti per donare aiuto, tenerezza, consolazione, speranza ai malati e ai sofferenti, specialmente quanti sono in ospedale, lottando contro il Covid.19. E' quanto hanno raccontato diversi leader religiosi riunitisi nell'XI Convegno organizzato nei giorni scorsi dal Comitato per la Solidarietà Religiosa di Ho Chi Minh City, promosso dalla 'Arcidiocesi cattolica di Ho Chi Minh City. Nel raduno sono state riferite storie ed esperienze che, in nome della solidarietà, hanno coinvolto credenti di diverse religioni e di diverse professioni, uniti nel condividere la stessa compassione per gli esseri umani, in particolare per i pazienti che soffrono e combattono con la malattia per tornare alla vita normale.
Come appreso da Fides, una vasta esperienza di condivisione promossa nella città ha riunito nei mesi scorsi i 682 volontari di diverse fedi, che hanno collaborato con il personale medico e hanno vissuto in armonia un tempo definito "bello e pacifico", operando per il sollievo fisico, emotivo, psicologico e spirituale dei sofferenti. Hanno detto i leader presenti: "Le comunità religiose sono state più vicine mentre lavoravano insieme per servire i malati di Covid: suore buddiste e suore cattoliche condividevano cibo materiale e spirituale. Non c'era distinzione di età, etnia, religioni, tutti guardavano nella stessa direzione, cioè con il fine di servire l'essere umano con amore. Ciò ha lasciato una traccia di amicizia, amore e stima reciproca nei cuori dei leader e dei credenti coinvolti".
Ha detto Mons. Joseph Nguyen Nang, Arcivescovo di Ho Chi Minh City, nel suo intervento al raduno: “Quella comunione di intenti è venuta non solo dalla compassione, ma dal riconoscere la profonda dignità che Dio ha conferito a ogni persona. La fede in Dio è il fondamento ultimo della fraternità. Sebbene ogni religione possa rivolgersi a Dio con nomi diversi, tutte credono in un solo Dio, il Dio Onnipotente, il Creatore. Dio ha creato tutti gli esseri ed è il padre di tutti; quindi siamo tutti fratelli e sorelle, legati dalla fede nel nostro Dio. Se i bambini non si rendono conto del Padre comune a cui tutti apparteniamo, vivranno secondo l'egoismo e proteggeranno solo i propri interessi personali. In tal modo non si costruisce la fraternità, ma solo divergenza e separazione, fino a far sorgere anche un conflitto. La fede in Dio è alla base del vincolo ultimo della fratellanza”. E ha proseguito: "I rappresentanti di tutte le religioni che partecipano a questa XI Conferenza interreligiosa hanno espresso con forza questa ferma convinzione. Sosteniamo e accompagniamo l'umanità nella nostra società, diventiamo un segno di unità, costruiamo ponti, abbattiamo tutti i muri di ostacoli e seminiamo il semi di riconciliazione”.
L'Arcivescovo ha espresso a speranza che l'ecumenismo e la collaborazione tra religioni in Vietnam continui a svilupparsi soprattutto attraverso le difficoltà. Il Comitato per la Solidarietà Religiosa di Hochiminh City ha poi annunciato che le campane di tutte le chiese, pagode e altri templi in tutta la città suoneranno contemporaneamente alle 19:30 del 19 novembre in ricordo di tutti coloro che sono morti di Covid-19 nella metropoli.
Secondo recenti statistiche ufficiali governative, in Vietnam, su 97 milioni di abitanti, la maggioranza della popolazione (il 70%) segue il culto tradizionale o si professa "non credente"; vi sono poi 15,1 milioni di fedeli buddisti Mahayana e 1,3 milioni buddisti Hoa Hao; 7,1 milioni di cattolici, 1 milione di cristiani Protestanti; 1,1 milioni seguono il culto Cao Dai, 80.000 musulmani, accanto ad altre minoranze
induiste e bahaʼi.
(AD-PA) (Agenzia Fides 16/11/2021)

lunedì 1 novembre 2021

Vatican News 31 ottobre 2021

 

Non riesci a vedere la newsletter?  Guardala online

Vatican News

Le notizie del giorno

31/10/2021

1635073568484.JPG
video icon

Il Papa ritorna sul tema dell'ascolto e commentando le letture del giorno, afferma che la Parola del Signore "non può essere ricevuta come una qualsiasi notizia di cronaca: ma va ripetuta, fatta propria e custodita" 

1635679115434.JPG
video icon

Al termine della preghiera mariana, Papa Francesco ha rivolto due appelli alla preghiera e alla solidarietà concreta verso due popolazioni in difficoltà, quella ... 

Fedeli e pellegrini in piazza San Pietro per l'Angelus
article icon

Un nuovo appello del Papa in questa domenica che vede l'avvio a Glasgow della Conferenza Onu sul clima Cop26. Dopo la recita dell'Angelus, Francesco ha ... 

La copertina dell'e-book con la prefazione di Papa Francesco
article icon

Pubblichiamo la prefazione del Papa all'e-book "Laudato si' Reader. An Alliance of Care for Our Common House", edito dalla Lev in occasione di Cop26. Il testo, ... 

SANTA SEDE E CHIESA NEL MONDO

Immagine di un incendio devastante in California (foto d'archivio)
article icon

“Il momento è adesso. Avviare una giusta transizione per far fronte all’emergenza climatica”. È il titolo del dossier, pubblicato sul sito di Caritas Italiana, ... 

La cura del creato e la responsabilità comune, concetti chiave dell'enciclica Laudato si'
article icon

Il testo contiene le prefazioni di Papa Francesco e del segretario generale dell'Onu Guterres. Intitolato "Laudato si' Reader. An Alliance of Care for Our ... 

Famiglie senza casa vivono a cielo aperto (AFP)
article icon

Sono 100mila in tutto le persone che hanno dovuto abbandonare le proprie case e ora sono costrette a vivere a cielo aperto. Per un'ordinanza del tribunale anche ... 

Una religiosa delle Figlie della Carità in una clinica oculistica gestita dalle vincenziane in Etiopia
article icon

E' in corso, in Francia, l’Assemblea generale delle suore vincenziane, per valutare e promuovere la fedeltà al carisma e la vitalità apostolica dell'intera ... 

Padre Gabriele Amorth
article icon

Le Edizioni San Paolo pubblicano un volume, a firma del giornalista Domenico Agasso, per ripercorrere e raccontare la vita del sacerdote modenese, decano degli ... 

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

The Chosen ...é sufficiente per me...posso fare molto con questo ..

Ed egli disse: «Portatemeli qui». E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull'erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occ...