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mercoledì 19 gennaio 2011

Un'incontro letterario per chi ama i libri di Gianni Rodari

“Gianni Rodari e la Letteratura contemporanea per ragazzi”, un incontro a cura del prof. Livio Sossi

Venerdì 21 gennaio, alle 16.00, presso la Biblioteca comunale Villa Dora di San Giorgio di Nogaro, in p.za del Plebiscito, si terrà l’ incontro su “Gianni Rodari e la Letteratura contemporanea per ragazzi”, una conversazione a cura di Livio Sossi, docente di Letteratura per l’infanzia presso la Facoltà di Scienze della formazione dell’Università di Udine.
L’attività è ad ingresso libero e si rivolge ad insegnanti, bibliotecari, educatori, studenti e operatori culturali interessati ad approfondire e conoscere le suggestioni letterarie del grande scrittore per l’infanzia Gianni Rodari e, in particolare, l’influenza della sua opera sulla narrativa per ragazzi. L’appuntamento s’inserisce nella fase formativa del vasto progetto culturale “Sulle Strade di Rodari”, ideato dalla Cooperativa Damatrà e realizzato in oltre 60 biblioteche dell’intera regione con la volontà promuovere tra bambini e adulti la figura e le opere del noto autore per l’infanzia a 90 anni dalla sua scomparsa.
Per info:
Biblioteca comunale di San Giorgio di Nogaro
tel: 0431.620281
e-mail: biblioteca@bibliotecasangiorgio.191.it

lunedì 8 novembre 2010

Quegli studenti laureati al fronte

http://www.repubblica.it/cronaca/2010/11/07/news/meletti-8853274/

Seguendo questo link troverete un interessante articolo di Repubblica su uno studio riguardante l'Università Castrense a San Giorgio di Nogaro durante la Prima Guerra Mondiale.

mercoledì 30 dicembre 2009

Addio a Carlo Sgorlon, in migliaia ai funerali

Migliaia di udinesi hanno tributato oggi l'ultimo saluto allo scrittore Carlo Sgorlon, morto il giorno di Natale, a 79 anni, dopo una breve malattia. Al rito funebre presenti il presidente del Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo, e il sindaco di Udine, Furio Honsell
di Elvio Guagnini
Carlo Sgorlon
Carlo Sgorlon
UDINE. Migliaia di udinesi hanno tributato oggi l'ultimo saluto allo scrittore Carlo Sgorlon, morto il giorno di Natale, a 79 anni, dopo una breve malattia. Il rito funebre - cui, tra gli altri, hanno assistito il presidente del Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo, e il sindaco di Udine, Furio Honsell - è stato concelebrato da nove parroci e presieduto da don Claudio Como, della chiesa di San Quirino Martire, parrocchia frequentata dal pluripremiato scrittore friulano. Nell'omelia, don Como ha brevemente ricordato lo scrittore e l'uomo Sgorlon, "coerente nella sua lode al Friuli e alla sacralità della vita fino all'ultimo".

Dopo il rito sono intervenuti anche mons. Giulio Gherbezza, che ha portato i saluti dell'arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, la flautista Luisa Sello e il regista Marcello De Stefano. "Ha avuto il coraggio di essere coerente in un mondo dove la trasgressione ai valori la fa da padrone - ha detto De Stefano - per questo si è salvato". Il sindaco di Udine ha invece assunto l'impegno a fare in modo "che il pensiero di Sgorlon possa rimanere sempre vivo". Lo scrittore friulano - il cui ultimo libro 'Il Circolo Swedenborg uscirà postumo il 16 febbraio 2010 - riposerà nel cimitero di Raspano di Cassacco (Udine), paesino della collina morenica che da anni Sgorlon aveva assunto a suo 'buen retiro'.

sabato 26 dicembre 2009

Morto a Udine lo scrittore Carlo Sgorlon


Aveva 79 anni. Cultura friulana in lutto. Martedì i funerali

UDINE (26 dicembre, ore 14) - La sera di Natale è morto a Udine lo scrittore Carlo Sgorlon. Aveva 79 anni. Era malato da tempo e ricoverato da un mese e mezzo nell'ospedale “Santa Maria della Misericordia”. I funerali saranno celebrati martedì 28 dicembre alle 12 nella chiesa di San Quirino. con i suoi libri ha vinto oltre quaranta premi letterari, tra cui il Supercampiello (due volte, unico tra gli scrittori italiani contemporanei), lo Strega, il Nonino. Recentemente aveva pubblicato il romanzo “Ombris tal infinit”, il suo terzo in lingua friulana, nel quale aveva fatto più volte riferimento al tema della morte.
“Affiora effettivamente nel libro un senso di solitudine dell'uomo su questo piccolo pianeta che è la terra che è nel cosmo – aveva affermato Sgorlon nella sua ultima intervista concessa al settimanale la Vita Cattolica -. E' un pensiero che non nasce in molti e che è stato definito nella storia della filosofia soprattutto a partire da Giordano Bruno. Io questo pensiero ce l'ho fortissimo. Ma nel libro si parla anche del mistero del mondo e si sente nei confronti di esso una sorta di sentimento religioso”.
Carlo Sgorlon era nato il 26 luglio 1930 a Cassacco. I suoi genitori, Livia maestra elementare, e Antonio sarto, abitavano già a Udine. Non frequentò quasi per nulla le scuole elementari. Imparava qualche nozione da sé, o con l’aiuto delle donne di servizio della nonna ostetrica. Alla fine di ogni anno scolastico veniva condotto in città per sostenere gli esami di idoneità alla classe successiva. In città frequentò le prime classi della scuola media. Poi vinse un concorso per frequentare le scuole in un collegio cittadino. A 18 anni vinse il concorso per entrare nella Scuola Normale Superiore di Pisa, tra gli studenti di lettere. Si laureò con una tesi più tardi pubblicata, su Franz Kafka. Poi cominciò l’attività di insegnate di lettere nelle scuole superiori. Si sposò con Edda Agarinis.
Di seguito l'elenco delle opere
Romanzi
La poltrona - Mondadori (1968) - Milano 2 edizioni
La notte del ragno mannaro (1979) - Udine, Pordenone 4 edizioni
La luna color ametista Rebellato / Mondadori (1972) - Padova , Milano 3 edizioni
Il vento nel vigneto - Gremese (1973) - Roma 12 edizioni
Il trono di legno - Mondadori (1973) - Milano 26 edizioni
Regina di Saba - Mondadori (1975) - Milano 3 edizioni
Gli dei torneranno - Mondadori (1977) - Milano 10 edizioni
La carrozza di rame - Mondadori (1979) - Milano 9 edizioni
La contrada - Mondadori (1981) - Milano 7 edizioni
La conchiglia di Anataj - Mondadori (1983) - Milano 18 edizioni
L'armata dei fiumi perduti - Mondadori (1985) - Milano 22 edizioni
I sette veli - Mondadori (1986) - Milano 4 edizioni
L'ultima valle - Mondadori (1987) - Milano 5 edizioni
Il caldéras - Mondadori (1988) - Milano 9 edizioni
La fontana di Lorena - Mondadori (1990) - Milano 7 edizioni
La tribù - Edizioni Paoline (1990) - Milano
Il patriarcato della luna - Mondadori (1991) - Milano 5 edizioni
La foiba grande - Mondadori (1992) - Milano 9 edizioni
Marco d'Europa - Edizioni Paoline (1993) - Milano 2 edizioni
Il guaritore - Mondadori (1993) - Milano
Il regno dell'uomo - Mondadori (1994) - Milano 2 edizioni
Il costruttore - Mondadori (1995) - Milano 3 edizioni
La malga di Sîr - Mondadori (1997) - Milano 7 edizioni
Il processo di Tolosa - Mondadori (1998) Milano 5 edizioni
Il filo di Seta - Piemme (1999) - Casale Monferrato 3 edizioni
La tredicesima notte - Mondadori (2001) - Milano 6 edizioni
L'uomo di Praga - Mondadori (2003) - Milano 2 edizioni
Le sorelle boreali - Mondadori (2004) - Milano
Il velo di Maya - Mondadori (2006) - Milano
L'alchimista degli strati - Mondadori (2008) - Milano
La penna d'oro - Morganti (2008) - Treviso
Racconti
Il paria dell'universo - Gremese (1979)- Roma
Il quarto Re mago - Studio Tesi (1986) - Pordenone 3 edizioni
Racconti della terra di Canan - Mondadori (1989) - Milano 4 edizioni
Romanzi in friulano
Prime di sere - Soc. Filologica Friulana (1970) - Udine 5 edizioni
Il Dolfin - La Panarie / Vattori (1982) - Udine 3 edizioni
Ombris tal infinit – Soc. Filologina Friulana (2009) - Udine
Saggi
Kafka narratore - Neri Pozza (1961) - Venezia
Invito alla lettura di Elsa Morante - Mursia (1972) - Milano 6 edizioni
Gli affreschi di Tiepolo nel Veneto - De Agostini (1982) - Novara

lunedì 27 ottobre 2008

Via Annia

Itinerari Culturali
VIA ANNIA: 200 KM DI STORIA, TRADIZIONI, ARTI E CULTURE TRA TERRA E MARE. A PADOVA 4 "NUOVE" SALE ALLESTITE AGLI EREMITANI

Padova, 25 ottobre 2008 (dall'inviato A. Miatello e la collaborazione di July). "Il Progetto Via Annia - finanziato da ARCUS S.p.A. e sostenuto dalla Regione del Veneto e dal Comune di Padova (costo 1.800.000 euro) - ha come obiettivo il recupero e la valorizzazione dell'antico tracciato romano del II sec. a.C. che collegava un capolinea meridionale, ipoteticamente individuato in Adria passando per i centri di Padova, Altino e Concordia", così inizia Fausta Bressani, responsabile della Direzione Beni Culturali della Regione Veneto, nel suo breve intervento alla conferenza stampa che si è svolta ieri alla sala del Romanino. In epoca romana la Via Annia era una principale "strada" di comunicazione tra il Delta del Po e Aquileia e grazie ad una serie di collegamenti secondari, garantiva un'agevole penetrazione verso altre direzioni dell'entroterra. "Una sorta di spina dorsale lungo la quale si è sviluppata l'identità dei territori circostanti e che ha avuto un ruolo fondamentale nel proiettare la cultura romana verso il Nord Est della penisola ed il centro dell'Europa".

Il percorso, ricavato dai romani su precedenti piste protostoriche, oggi è parzialmente rintracciabile nella strada statale Triestina, malgrado le vicende climatiche e i dissesti idrogeologici di epoca tardoantica e altomedioevale che ne hanno cancellato le tracce, facendo perdere per lungo tempo la memoria di questa importante via di comunicazione. "La valorizzare del tracciato di questa antica via romana significa" - come ha spiegato Girolamo Zampieri, conservatore del Museo Archeologico patavino - "recuperare quel filo conduttore che unisce, oggi come ieri, le terre del nord-est italiano con il cuore d'Europa. Il recupero non può che partire da tutte quelle testimonianze, spesso conosciute soltanto dagli studiosi, che parlano della storia del territorio". Il Progetto Via Annia mira nella sua globalità (si spera che i fondi siano sufficienti anche per le prossime tappe, ndr.) a fare dell' antico tracciato romano una sorta di perno da cui incentivare il processo di crescita dei territori del Nord-est; una promozione culturale, dunque, che proceda di pari passo con progetti di valorizzazione paesaggistica e di recupero delle antiche tradizioni eno-gastronomiche oggi esistenti. L'obbiettivo del progetto è di rendere la Via Annia un patrimonio culturale accessibile, trasformando quello che oggi è per i più un "non luogo" in una realtà percepibile.
In pratica sarebbe la prima volta che si lavora ad un progetto su un "piano orizzontale" e "non verticalistico", come ha precisato l'on. Andrea Colasio, forse il vero fustigatore per il raggiungimento di questo obiettivo. Non più dunque calato dall'alto (di solito sono le soprintendenze che dettano la loro governance) ma con una articolata politica di aggregazione tra enti locali diversi (fondazioni private, comuni, musei, università e naturalmente le soprintendenze). Una sorte di federalismo avanzato che in altri paesi europei esiste da molti decenni.
Il recupero e la valorizzazione della Via Annia, che sinceramente la conoscevamo nei libri di storia o di "miscellanea" memoria (ad esempio nei Tre Volumi "Venetia" della Casa editrice Cedam del 1967, vi è un'ampia descrizione), dovrebbe stimolare la rinascita di altre vie romane, come la via Postumia (da Verona a Vicenza a Concordia, in cui si intrecciava con la via Annia, o la via Claudia Augusta che andava da Altino verso Belluno). Nel Triveneto abbiamo diversi musei che sono ricchi di collezioni archeologiche ma purtroppo il sistema museale è come una pelle di leopardo. Belluno, Rovigo, Vicenza, Verona ed altre città d'arte non fanno sistema. Mancano i fondi ma anche le persone non brillano. Le fondazioni bancarie ed i privati preferiscono puntare sui titoli ...fantasma delle borse mondiali!
L'allestimento museale archeologico a volte è obsoleto dal punto di vista della presentazione o persino non perfettamente adatto a tutte le "stature" dei visitatori (le vetrine hanno le scaffalature oltre il mt. 160) che impediscono di concentrarsi sui rari oggetti esposti. Poi certi pannelli con le spiegazioni sono sempre con caratteri troppo piccoli. A questo punto i musei comunali dovrebbero disporre di audioguide gratuite ed essere pagate dal Ministero della pubblica istruzione. Ma così purtroppo non lo è perchè un tale servizio è solo offerto dalle mostre miliardarie che da tempo vanno di moda in Italia. L'ultima nella città del Cagnan sembra si aggiri attorno ai sette milioni di euro!

La Via Annia, fatta costruire nel 131 a.C. dal pretore Tito Annio Rufo e costituita in gran parte da una superficie di ghiaia -viae glarea stratae- (essa doveva essere ricoperta di basoli solo in prossimità dei centri urbani più rilevanti), collegava Adria ad Aquileia, attraversando i territori dei tre importanti centri di Padova, Altino e Concordia. Più in dettaglio, in corrispondenza di Mestre, il tragitto lambiva la costa, mentre nel tratto tra Altino e Concordia, esso ripercorreva il preesistente sistema viario paleoveneto. La direttrice venne utilizzata fino al periodo tardo imperiale (cronache del tempo riferiscono che, nel corso del IV d.C, numerosi imperatori vi transitarono al fine di difendere il confine orientale dell'Impero). Una rete di collegamenti terra-laguna-corsi d'acqua. Interessante notare che la via terrestre (che attraversava la pianura perilagunare e delimitava a nord una vasta campagna centuriata e più a sud un territorio fluvio-palustre) era collegata anche ad un itinerario endolagunare segnato da fosse di navigazione e vie fluviali, che spesso consentivano di raggiungere l'interno con più facilità. Nel corso dei secoli l'instabilità dell'ambiente palustre e lagunare mutò ripetutamente l'assetto del territorio a sud dell'Annia, modificando anche il tracciato della stessa. Le varizazioni delle condizioni ambientali, già a partire dal II sec. d.C., ridussero in questa area traffici e commerci dando inizio ad un irreversibile processo di decadenza economica e culturale . E' in età imperiale tuttavia che si origina il vero declino del tracciato, dopo il 410 d.C., ed è legato al lento spopolamento delle campagne a causa delle invasioni barbariche. ll Veneto infatti era un punto di passaggio obbligato per le invasioni barbariche dell'Italia provenienti dalle pianure dell'Est. Nel corso delle lotte combattute dai popoli barbarici - Ostrogoti, Franchi, Longobardi - fra loro e contro gli imperatori di Bisanzio che tentavano di riconquistare l'Italia, il Veneto conobbe periodi di grave decadenza economica e sociale. Dopo la caduta dell'impero romano, in Veneto come nel resto d'Italia, non c'era più nessuno che curasse la manutenzione delle strade e quindi queste andarono in forte declino: le belle strade selciate romane o le più semplici inghiaiate furono sommerse da alluvioni o i loro blocchi regolari vennero usati come materiale da costruzione di Venezia e le isole della laguna).

- Tra i rinvenimenti più significativi riconducibili al tracciato stradale della via Annia, vanno menzionati tra le provincie di Padova e Venezia i quattro miliari rinvenuti a Stanga (Pd), Dolo, Campalto e Quarto d'Altino nonchè le stazioni di ristoro per viaggiatori e cavalli scavate a San Bruson di Dolo e Marghera.
- Due miliari della metà del IV sec. d.C. sono stati ritrovati a San Giorgio di Nogaro , in provincia di Udine, nella frazione di Chiarisacco. Gli studiosi concordano nel situare la mutatio ad Undecimum. Recenti lavori di dragaggio e pulitura del fiume Corno (sempre presso la frazione di Chiarisacco) hanno permesso di individuare la presenza di una imponente struttura muraria composta da grosse pietre e laterizi di epoca romana che attraversa l'intero alveo del corso d'acqua.
- Anche all'altezza di Ceggia- da dove la strada ripartiva per raggiungere Concordia Sagittaria ed Aquileia - sono stati rinvenuti i resti di due piloni e delle testate di un ponte a tre arcate.
- Lungo le vie d'acqua invece sono emersi un gran numero di insediamenti, per lo più ville rustiche (tra cui quella di Ca' Tron a Roncade- , che si avvalevano dell'abbondanza di corsi d'acqua per commerciare i loro prodotti, primo fra tutti il vino.

Fonte: www.aidanews.it

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

The Chosen ...é sufficiente per me...posso fare molto con questo ..

Ed egli disse: «Portatemeli qui». E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull'erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occ...