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giovedì 29 ottobre 2020

Agenzia Fides 29 ottobre 2020

 

VATICANO - Riconosciuto il martirio di due missionari cappuccini libanesi
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Il Santo Padre Francesco ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare i Decreti riguardanti il martirio dei Servi di Dio Leonardo Melki e Tommaso Saleh, Sacerdoti professi dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, uccisi in odio alla Fede in Turchia nel 1915 e nel 1917.
I due missionari cappuccini di Baabdat, località libanese nel distretto di al-Matn sul monte Libano, a 22 chilometri da Beirut furono arrestati, torturati e uccisi in Turchia durante il genocidio del 1915. Fr. Léonard Melki (1881-1915) rifiutò l’apostasia, dopo aver nascosto il Santissimo Sacramento all’arrivo della polizia. Fu condotto nel deserto, dove fu giustiziato l’11 giugno 1915 con il Vescovo armeno, il beato Ignace Maloyan, e 415 uomini di Mardin.
Dopo aver dato ospitalità ad un sacerdote armeno durante il genocidio, fr. Thomas Saleh (1879-1917) fu arrestato e condannato a morte e deportato in pieno inverno sotto scorta di un plotone di soldati. Morì durante la strada il 18 gennaio 1917 ripetendo con coraggio: “Ho piena fiducia in Dio, non ho paura della morte”. (SL) (Agenzia Fides 29/10/2020)
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AFRICA/COSTA D’AVORIO - “Donne operatrici di pace”: iniziativa dell’Unione Africana in vista del voto presidenziale
 
Abidjan (Agenzia Fides) - “Abbiamo voluto questo grande raduno per dimostrare che le donne sono una forza e che possono diventare operatrici di pace. Che tutti possano essere messaggeri di pace nel loro ambiente” afferma Joséphine Charlotte Mayuma Kala, rappresentante speciale della presidente della Commissione dell'Unione africana in Costa d'Avorio, nel suo intervento all’incontro “Le donne nelle discussioni di mediazione”
Con l'avvicinarsi delle elezioni presidenziali in Costa d'Avorio di sabato 31 ottobre, si moltiplicano nel Paese le azioni a favore della pace, e le donne non vogliono restare in disparte nella ricerca di questo ideale. Hanno quindi risposto favorevolmente all'appello dell'Unione Africana e dell’Unesco per una giornata di mobilitazione e consapevolezza della pace che si è tenuta il 27 ottobre.
Le partecipanti sono state sollecitate da diversi messaggi che le invitavano a prendere parte attiva al processo di pace in Costa d'Avorio, anche da parte dell’associazione delle donne mediatrici dell'Unione Africana (Femwise) che hanno condiviso le esperienze dei rispettivi Paesi.
"Siamo venuti al fianco delle donne della Costa d'Avorio per mostrare loro il nostro sostegno, la nostra solidarietà, il nostro incoraggiamento e dire loro che ora è il momento di alzarsi in piedi; il Paese, la nazione ha bisogno di loro. Le donne rappresentano l'amore, sono portatrici di vita, sono ovunque nella società ed è proprio il loro compito oggi alzarsi in piedi e dire no alla violenza” ha affermato Marie Louise Baricako del Burundi, membro di Femwise Africa.
L’incontro è stato uno dei momenti forti di comunione e fraternità vissuti tra donne di ogni appartenenza politica, etnica, religiosa della Costa d'Avorio, venute in gran numero (più di 500). Altro momento importate che ha contrassegnato l’incontro è stato l’avvio della carovana della pace che attraverserà per tre giorni la città di Abidjan. (S.S.) (Agenzia Fides 29/10/2020)
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AFRICA/ZAMBIA - “Siamo preoccupati per il rapido deterioramento dell’economia” avverte un centro studi dei Gesuiti
 
Lusaka (Agenzia Fides) - “Siamo è profondamente preoccupati per il rapido indebolimento dell'economia nel nostro Paese, che sta mettendo a repentaglio la vita economica e sociale dei cittadini comuni, in particolare i poveri, gli emarginati e i vulnerabili", afferma il Jesuit Center for Theological Reflection (JCTR) nello Zambia, in una dichiarazione pubblicata in occasione dell'anniversario dell'indipendenza del Paese, il 24 ottobre.
Il documento sottolinea che il debito estero dello Zambia è equivalente al suo Prodotto Interno Lordo (PIL): "Il debito estero totale dello Zambia ora ammonta a 27 miliardi di dollari, che, letteralmente, è equivalente al suo PIL. Il debito nazionale era di 11,97 miliardi di dollari a giugno 2020 ".
"Il deficit fiscale, il tasso di inflazione e il deprezzamento della valuta sono in aumento" avverte il centro studi gesuita. “Non è la prima volta che lo Zambia si trova in una crisi del debito. Il governo deve imparare da queste esperienze e trovare una soluzione duratura per evitare di ritrovarsi continuamente in questa situazione” avverte il JCTR, secondo il quale "il governo deve mettere in atto un meccanismo trasparente di contrazione del debito e una gestione del debito solida e praticabile e una strategia di sostenibilità", affermano i funzionari di JCTR. I gesuiti sottolineano che "la maturità della nostra indipendenza e democrazia sarà misurata dall’effettiva volontà dei nostri leader di pensare al bene comune invece che al proprio arricchimento”.
Lo Zambia, uno dei principali produttori mondiali di rame, è precipitato in una crisi del debito poiché la pandemia Covid-19 ha danneggiato la sua economia e ha esposto il suo debito pubblico come insostenibile.
L’'inflazione dello Zambia è aumentata per il secondo mese consecutivo in ottobre. I prezzi al consumo sono aumentati del 16% rispetto all'anno precedente. (L.M.) (Agenzia Fides 29/10/2020)
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ASIA/PAKISTAN - Un tribunale approva il rapimento della minorenne cattolica: vibranti proteste della Chiesa e della società civile
 
Karachi (Agenzia Fides) - “Chiediamo alle autorità del governo del Sindh, ai funzionari di polizia e alla magistratura, giustizia e un giusto processo. Auspichiamo severe misure da adottare per fermare la crescente ondata di rapimenti e conversioni forzate e matrimoni forzati delle ragazze che appartengono alle minoranze religiose del Pakistan. Al momento i cittadini delle minoranze non si considerano sicuri e con eguali diritti”: lo dice in un messaggio inviato all'Agenzia Fides, il Cardinale Joseph Coutts, Arcivescovo di Karachi, intervenendo sul caso della ragazza cattolica Arzoo Raja, sequestrata, convertita all'islam e costretta alle nozze da un uomo musulmano, a Karachi (vedi Fides 21/10, 22/10 e 24/10/2020)
Padre Saleh Diego, Vicario generale dell'Arcidiocesi di Karachi e anche a capo della Commissione diocesana per la giustizia e la pace, ha guidato la protesta di oltre 300 persone tra cristiani, indù e musulmani all'ingresso della cattedrale di San Patrizio, ieri 28 ottobre. P. Diego ha detto: “Chiediamo giustizia per la minorenne Arzoo Raja, che ha solo 13 anni. L'ordinanza del tribunale che di fatto legittima il rapimento ha rattristato la comunità cristiana del Pakistan; secondo l'ordinanza la ragazza dovrà convivere con il suo rapitore e la polizia garantirà loro protezione”. P. Diego informa: “La ragazza rapita è già con il rapitore da due settimane e il tribunale ha deliberato in favore del rapitore, è terribile. Per renderle giustizia faremo ogni sforzo possibile”.
Arzoo Raja è stato rapita il 13 ottobre 2020 da un uomo musulmano di nome Ali Azhar, che viveva in una casa vicina della ragazza cristiana, e lo stesso giorno ha rapito la ragazza, la ragazza si è convertita all'Islam e lo ha sposato.
L'ordinanza del tribunale, emessa il 27 ottobre, afferma che Arzoo Fatima (il nome musulmano) è firmataria e consenziente presso la Corte. Nell'ordinanza emessa si menziona che Arzoo Fatima era inizialmente di religione cattolica tuttavia, con il passare del tempo, avrebbe compreso che l'Islam è una religione universale e ha chiesto ai suoi genitori e ad altri membri della famiglia di abbracciare l'Islam, ma essi hanno rifiutato categoricamente. Arzoo successivamente ha accettato l'Islam per sua libera volontà, Arzoo ha contratto un matrimonio con un uomo musulmano, Ali Azhar, suo rapitore.
Nella stesso ordinanza, la polizia è invitata a non effettuare alcun arresto in relazione alla denuncia (First Information Report) registrata ai sensi dell'articolo 364-A del codice penale pakistano (ovvero rapimento di una persona di età inferiore ai 14 anni). Anzi, la polizia è tenuta a fornire protezione alla ragazza appena sposata.
Shema Kirmani, musulmana e attivista per i diritti umani ha detto a Fides: "Condanniamo fermamente tali atti che vengono compiuti in nome della religione. Nessuna religione permette di costringere qualcuno a convertirsi e di sposarsi con il rapitore. Si tratta di rapimento e stupro". E aggiunge: "Secondo il Child Marriage Act della provincia del Sindh, non si può permettere a nessuno di contrarre matrimonio in età inferiore ai 18 anni, le autorità devono arrestare e punire i colpevoli".
La cristiana Ghazala Shafiq, attivista per i diritti umani e delle donne, parlando a Fides rimarca: “Questa ordinanza del tribunale accetta la conversione forzata di Arzoo Raja, una ragazza di 13 anni. Il giudice non ha nemmeno chiesto il suo certificato di nascita per dimostrare l'età e non le hanno permesso di incontrare i suoi genitori. Si tratta di un ordine ingiusto, in cui non viene data priorità ai documenti presentati dai genitori che dimostrano la corretta età della ragazza"
(AG-PA) (Agenzia Fides 29/10/2020)
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ASIA/TERRA SANTA - A Betlemme cristiani e musulmani deplorano insieme le vignette che offendono l’islam
 
Betlemme (Agenzia Fides) – “Betlemme deplora le vignette che in Francia offendono il Profeta Mohammad e l’islam”. Così hanno scritto sui loro cartelli e striscioni, un gruppo di cristiani e musulmani di Terra Santa, radunatisi mercoledì 28 ottobre a Betlemme, nella Piazza della Mangiatoia antistante alla Basilica della Natività, per manifestare insieme la propria riprovazione nei confronti delle vignette denigratorie nei confronti dell’iniziatore della religione islamica, ripubblicate in Francia dalla rivista satirica Charlie Hebdo, che stanno sollevando una ondata imponente di proteste antifrancesi in molti Paesi a maggioranza musulmana.
Alla manifestazione di Betlemme ha preso parte, tra gli altri, anche Atallah (Theodosios) Hanna, Arcivescovo greco ortodosso di Sebastia, del Patriarcato greco ortodosso di Gerusalemme. I partecipanti al raduno hanno denunciato con i cartelli esposti e con i loro interventi, le offese gratuite nei confronti di tutte le figure e i simboli cari alle diverse tradizioni religiose.
Martedì 27 ottobre, anche il Patriarca greco ortodosso di Gerusalemme, Theophilos III, aveva deprecato ogni forma di violenza contro persone con opinioni o credenze religiose diverse, esprimendo preoccupazione per la crescente polarizzazione seguita alla “sfortunata sequenza di eventi in Francia”, e ricordando che il dialogo è “l’unico modo adeguato per trattare le distanze intellettuale tra le diverse appartenenze religiose e ideologiche”. (GV) (Agenzia Fides 29/10/2020)
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AMERICA/NICARAGUA - Le parrocchie in una situazione economica critica, ma non interrompono gli aiuti ai più poveri
 
Managua (Agenzia Fides) – La situazione economica in Nicaragua, a causa della pandemia, è diventata sempre più grave per tante famiglie e per i più poveri in modo particolare, ma anche per le parrocchie, che vivono delle offerte dei fedeli. L’Arcivescovo di Managua, il Cardinale Leopoldo Brenes, in questi giorni ha riferito al giornale “La Prensa”: “le nostre 115 parrocchie dell'arcidiocesi di Managua stanno soffrendo sempre di più per riuscire a pagare i servizi di base che richiedono solo le infrastrutture parrocchiali". "Ho parlato con i sacerdoti - continua il Cardinale -, e mi hanno riferito che perfino rinunciando al loro stipendio, le parrocchie non riescono a pagare le bollette di luce e acqua, ma solo con l'aiuto dei fedeli, piano piano ci riescono, malgrado tutto sappiamo che i costi dei servizi sono aumentati".
Nonostante questo, “tante parrocchie non hanno interrotto la consegna di beni alimentari ai più poveri che, con questa pandemia, sono stati i più abbandonati" ha affermato il Card. Brenes.
Anche il Vicario Generale dell'arcidiocesi, Mons. Carlos Aviles, ha detto alla stampa che i costi dei servizi sono aumentati, sono eccessivi, e se a questo aggiungiamo che le chiese sono state chiuse, così non hanno potuto raccogliere le offerte da parte di tanti fedeli, la situazione delle parrocchie è critica.
In questi giorni, il Ministro del Credito Pubblico ha presentato il bilancio nazionale all'Assemblea Nazionale, evidenziando che il paese vive una forte crisi economica. La stampa specializzata ha segnalato che tale crisi economica viene dall’aprile 2018, dopo la violenta repressione del governo delle proteste popolari, fatto che obbligò molte imprese a chiudere e allontanò gli investimenti esteri dal paese. Adesso per la pandemia, la crisi si è ulteriormente aggravata.
(CE) (Agenzia Fides 29/10/2020)
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AMERICA/BOLIVIA - Vigilia di Tutti i Santi: Adorazione eucaristica e Concerto "per una Chiesa missionaria"
 
Santa Cruz (Agenzia Fides) – La Pastorale giovanile vocazionale delle suore Francescane Angeline, da 6 anni il 31 ottobre promuove “CristoWin”, “Cristo Vince”, una veglia di lode e di preghiera che dura dalla sera fino all’alba del 1° novembre, per far vivere ai giovani l’autentico significato della festa di Ognissanti, seguendo quanto dice San Paolo (1Tes. 5,5): siamo "figli della Luce e figli del giorno, non siamo della notte o delle tenebre". Ogni anno vi partecipano circa 450 giovani provenienti da diverse parrocchie, gruppi e movimenti giovanili della diocesi di Santa Cruz.
Quest'anno, a causa della pandemia di Covid-19, tale iniziativa non si potrà svolgere nella solita forma, ma in preparazione a “CristoWin”, si sta svolgendo una settimana di Adorazione eucaristica, in diverse parrocchie e cappelle, in collaborazione con la Pastorale Giovanile Arcidiocesana.
L’adorazione è orientata ogni giorno da un tema, animata da un diverso Vicariato insieme a qualche movimento o comunità che vi aderisce. La conclusione il 31 ottobre, presso il collegio Uboldi, dalle 20 alle 23,30, con un piccolissimo gruppo di giovani, tenendo conto di tutte le misure di biosicurezza.
Tutti coloro che vogliono partecipare, possono seguire le trasmissioni tramite la pagina Facebook e il canale YouTube: Franciscanas Angelinas.
Sempre per il 31 ottobre, vigilia di Tutti i Santi e conclusione del Mese missionario, la Pastorale Giovanile e la Commissione per le Missioni dell'Arcidiocesi di Sucre, hanno invitato i gruppi musicali di tutte le parrocchie, a partecipare al Grande "Concerto Virtuale per una Chiesa Missionaria", che sarà trasmesso dalla pagine Facebook dell'Arcidiocesi di Sucre e da Católica Tv, dalle 18 alle 21. Con lo slogan "Eccomi Signore manda me ... Prendi la mia voce e il mio cuore" l'obiettivo è di suscitare nei battezzati la loro coscienza di essere Chiesa e di collaborare alla missione dell'Arcidiocesi di Sucre attraverso la musica e la testimonianza di quanti sono impegnati in questo ministero. (SL) (Agenzia Fides 29/10/2020)

mercoledì 19 febbraio 2020

Agenzia Fides 19 febbraio 2020

AFRICA/NIGERIA - Liberato p. Oboh, il prete nigeriano rapito la scorsa settimana
 
Abuja (Agenzia Fides) - È stato liberato nella serata di ieri, 18 febbraio, P. Nicholas Oboh, il prete nigeriano rapito la scorsa settimana nella regione sud-occidentale della Nigeria (vedi Fides 15/2/2020). “Sono lieto di informarvi che il nostro sacerdote rapito giovedì scorso, P. Nicolas Oboh, ha riguadagnato la sua libertà" ha detto un portavoce della diocesi di Uromi in un messaggio trasmesso via WhatsApp il 18 febbraio. “È stato rilasciato stasera" ha detto il portavoce. “Molte grazie per le vostre preghiere”.
Il rapimento di p. Oboh è l'ultimo di una serie di rapimenti e uccisioni in Nigeria di cattolici e di appartenenti ad altre confessioni cristiane. All'inizio di questa settimana, nello Stato di Borno un gruppo di militanti islamisti ha assalito alcuni veicoli, dandoli alle fiamme, uccidendo 30 persone, tra cui una madre incinta e il suo bambino. L'attacco ha anche distrutto 18 veicoli pieni di scorte di cibo per la regione.
Ricordiamo inoltre i quattro seminaristi rapiti dal seminario maggiore del Buon Pastore di Kakau, nello Stato di Kaduna, nel nord-ovest della Nigeria, da uomini armati nella notte dell'8 gennaio (vedi Fides 13/1/2020). Il più giovane di questi, Michael Nnadi (18 anni), è stato ucciso mentre gli altri tre sono stati liberati (vedi Fides 3/2/2020), ma uno si trova in ospedale in condizioni critiche per le ferite subite. (L.M.) (Agenzia Fides 19/2/2020)
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AFRICA/COSTA D’AVORIO - La diocesi di Yopougon impegna i suoi sacerdoti a combattere la violenza e gli abusi sessuali
 
Abidjan (Agenzia Fides) - Impegnare i propri sacerdoti nella lotta della Chiesa universale contro gli abusi sessuali e a favore della protezione dei minori e delle persone vulnerabili. È l’obiettivo che si è dato Sua Ecc. Mons. Jean Salomon Lézoutié, Vescovo di Yopougon in Costa d'Avorio, che ha organizzato un corso di formazione sull'argomento per sacerdoti diocesani e religiosi, svoltosi il 13 febbraio.
Il corso si è tenuto presso il Centro Mons. Alexandre Chapoulie, ed è stato organizzato dal Centro per la protezione dei minori e delle persone vulnerabili dell’Istituto Cattolico Missionario (ICMA). Secondo p. Donatien Lolo, Vicario episcopale responsabile del clero diocesano, il corso di formazione “ci invita a raddoppiare la vigilanza e ad accrescere la prudenza nell'accompagnare i bambini e persino gli adulti, perché dobbiamo ricordare che rischiamo di distruggere le vite con gesti e comportamenti inappropriati e indelicati”. Ha poi aggiunto che “la formazione è un mezzo molto efficace per prevenire e combattere queste tristi pratiche che deturpano la Chiesa”.
Al termine del corso, seguendo la logica di "tolleranza zero" di Papa Francesco e della Chiesa universale per la prevenzione e la gestione in modo trasparente e rigoroso dei casi di abuso sessuale di minori o sulle persone vulnerabili, la diocesi di Yopougon ha adottato alcune misure che includono, tra le altre cose, l'offerta agli operatori pastorali di un codice di condotta contro l'abuso sessuale e per la protezione di minori e persone vulnerabili, elaborato dalla Conferenza Episcopale della Costa d'Avorio la cui convalida è in attesa di approvazione da parte della Santa Sede. Verranno inoltre creati nei prossimi giorni degli uffici di segnalazione per il sostegno sia delle vittima che del sacerdote accusato. Verranno infine aumentati i corsi di formazione e sensibilizzazione affinché tutti siano coinvolti in questa lotta. (S.S.) (Agenzia Fides 19/2/2020)

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ASIA/MALAYSIA - Pace, amore e fede: pietre angolari di una società armoniosa
 
Kuching (agenzia Fides) - La Chiesa cattolica nello stato del Sarawak, parte del Borneo malaysiano, è costantemente impegnata a promuovere l'armonia interreligiosa nella società. Come appreso dall'Agenzia Fides, nei giorni scorsi l'Arcivescovo di Kuching, Simon Poh, e don Felix Au, della diocesi di Kuching, in Sarawak, hanno partecipato come delegati al 12° Forum multireligioso annuale presso l'Islamic Information Center. Giunto alla sua 12a edizione, il Forum rappresenta un'occasione di scambio e di confronto importante per affrontare questioni e preoccupazioni esistenti nelle diverse comunità di fede in Malaysia. Quest'anno i rappresentanti di varie comunità religiose della regione si sono riuniti confrontandosi su di un tema che li ha visti tutti coinvolti: "Pace, amore e fede: pietre angolari di una società armoniosa".
Don Felix Au ha spiegato ai presenti la prospettiva di un cristiano e ha toccato l'importanza di amare Dio e il prossimo, per portare il "frutto dell'amore" che è la pace. "Amare Dio è il primo e il più grande di tutti i comandamenti" ha detto. "L'espressione pratica di amare Dio è strettamente connessa con l'altro grande comandamento: amare il prossimo come te stesso" ha rimarcato il sacerdote. Don Au ha anche fatto riferimento alla parabola del Buon samaritano, applicandola al contesto della Malaysia e auspicando che ogni cittadino "possa essere aperto, umile e rispettoso verso gli altri fratelli e sorelle". "L'obiettivo del dialogo religioso - ha detto - non è 'avere la meglio in una discussione' o convertire l'interlocutore, ma di arrivare insieme alla pace, alla comprensione e al maggiore rispetto reciproco".
Il leader Desmond Tan, rappresentante del Taoismo, ha condiviso il suo pensiero, rimarcando "l'importanza di creare armonia con la natura", mentre Gurdial Singh, in rappresentanza della religione sikh ha affermato che "coltivare l'amore in se stessi e l'amore per Dio sono le chiavi per raggiungere la pace". Il Forum ha anche accolto le opinioni dei rappresentanti di fede Baha’i e di Wan Muhammad Mujahid Bin Wan Alwi, che ha parlato della prospettiva islamica.
I leader presenti hanno concordato sul fatto che l'atmosfera di comprensione e unità, a livello culturale e religioso, che si vive negli stati del Borneo malaysiano (Sabah e Sarawak) può essere un buon esempio per la società della Malaysia peninsulare. E' importante anche che le autorità civili promuovano politiche e una prassi sociale di integrazione nella gestione della religione e delle relazioni interetniche nel paese, hanno affermato. Un aspetto importante, al fine di tutelare sempre l'armonia interreligiosa, è individuare e svelare se alcune questioni religiose sono manipolate da individui con una agenda personale o in cerca di consenso elettorale. I cittadini malaysiani sono chiamati a riconoscere queste trappole e a tenere alto il livello di tolleranza, rispetto e fiducia verso altre persone, di fede, cultura o etnia differente, continuando a cercare la comprensione reciproca per combattere idee estremiste e radicali. E' stato questo l'appello conclusivo lanciato dai delegati presenti.
La Malaysia è un paese multietnico, multiculturale e multi-religioso. La sua popolazione è composta da quasi 32 milioni di persone, di cui oltre il 60% sono musulmani etnici Maaya. I cattolici rappresentano il 4% della popolazione. (SD-PA) (Agenzia Fides 19/2/2020)
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ASIA/AFGHANISTAN - Scuola per i bambini Down: la missione delle suore a Kabul
 
Kabul (Agenzia Fides) - “L’operato delle suore a Kabul continua in maniera instancabile. Sappiamo che tra qualche giorno dovrebbe ricominciare l’anno scolastico con circa un mese di ritardo. Al ritorno dalle vacanze invernali, infatti, la neve e il freddo avevano congelato le tubature per l’erogazione dell’acqua, ma ora il problema sembra essere stato risolto. Attualmente, le nostre tre suore si occupano dell’istruzione di circa quaranta bambini affetti da sindrome di Down. Gli studenti sono distribuiti in 4 aule, guidati da insegnanti locali. Le lezioni iniziano al mattino, intorno alle 8 e terminano il pomeriggio verso le 16”. E’ quanto racconta all’Agenzia Fides padre Matteo Sanavio, sacerdote della Congregazione dei padri Rogazionisti e referente dell’Associazione "Pro Bambini di Kabul". Si tratta di una realtà intercongregazionale (che accoglie, cioè, religiose di diversi Ordini) nata su iniziativa del sacerdote Guanelliano p. Giancarlo Pravettoni per rispondere alla richiesta di Giovanni Paolo II che, nel discorso di Natale del 2001, lancio un appello al mondo per salvare i bambini afghani.
“Le suore sono supportate in tutto dall’Associazione, che vive quasi esclusivamente di donazioni. Fino allo scorso anno avevamo dubbi sul fatto che potessimo continuare questo servizio nel 2020, ma abbiamo organizzato raccolte e cercato nuovi sostenitori. La Provvidenza dimostra sempre di non abbandonarci”, spiega p. Sanavio, che aggiunge: “Tutto sommato adesso la situazione è abbastanza tranquilla, non abbiamo notizie di disordini a Kabul. Il problema più grande resta quello di garantire un ricambio tra le religiose presenti nella scuola: a novembre erano rimaste in due e la situazione era piuttosto precaria, ma poi siamo riusciti a garantire nuovamente la presenza di tre sorelle”. Nel reperire le religiose, che giungono per un periodo di missione, vi è la necessità di suore che abbiano una cultura vicina a quella afghana o che, per lo meno, conoscano la lingua araba. Soprattutto bisogna trovare suore disposte a trascorrere due o tre anni della propria vita compiendo grandi sacrifici, in condizioni precarie.
In Afghanistan, dove l’Islam è riconosciuto come religione di Stato, la presenza cattolica fu ammessa all'inizio del Novecento come semplice assistenza spirituale all’interno dell’Ambasciata italiana a Kabul, con il primo sacerdote Barnabita. Nel 2002 è stata creata la “Missio sui iuris” da Giovanni Paolo II. Oggi la missione cattolica continua ad aver base nella struttura diplomatica ed è affidata al Barnabita padre Giovanni Scalese. Nella capitale afghana sono operative, inoltre, le suore Missionarie della Carità. (LF-PA) (Agenzia Fides 19/2/2020)
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ASIA/IRAQ - Gli Emirati Arabi (con patrocinio Unesco) finanziano la ricostruzione della chiesa di San Tommaso a Mosul
 
Mosul (Agenzia Fides) – Inizieranno entro aprile i lavori di ricostruzione e restauro della chiesa di San Tommaso a Mosul, devastata - ma non completamente distrutta - nel tempo in cui la metropoli irachena era sotto il controllo dei jihadisti dell’auto-proclamato Stato Islamico. La ricostruzione del luogo di culto cristiano, appartenente alla Chiesa siro–cattolica, viene presentata anche da commentatori locali come un segno della rinascita di Mosul: a sostenere l’opera di restauro sarà l’Unesco, grazie soprattutto a un cospicuo finanziamento fornito dagli Emirati Arabi Uniti.
Il progetto fa parte dell’iniziativa “Revive the spirit of Mosul”, lanciata nel 2018 e volta a raccogliere fondi per ricostruire monumenti e luoghi di culto che simboleggiano l’identità plurale, multietnica e multireligiosa della città nord-irachena, e che hanno subito gravi danni durante l’occupazione jihadista. Il programma di restauri ha ricevuto dalle autorità degli Emirati Arabi Uniti un finanziamento di 50 milioni di dollari.
Durante l’occupazione jihadista e nelle fasi di conflitto terminate nel dicembre 2017 con la riconquista di Mosul da parte delle forze armate irachene, la chiesa di San Tommaso aveva subito gravi danni alle mura esterne e al colonnato interno che separa le navate. La portata simbolica del restauro della chiesa di San Tommaso è stata sottolineata in un comunicato dell’Unesco, che descrive il luogo di culto cristiano come un emblema della storia di Mosul, che in passato è stata "crocevia di culture e rifugio tranquillo per diverse comunità religiose nel corso dei secoli". La chiesa si trova nella parte storica della città, sulla sponda orientale del fiume Tigri, ed è stata costruita nel 1859.
Dopo gli anni dell’occupazione jihadista di Mosul, e a più di un anno e mezzo dalla sua liberazione, proprio la chiesa di San Tommaso, ancora ingombra di macerie, ha ospitato giovedì 28 febbraio 2019 una “Messa per la pace” (nella foto) che ha registrato anche la presenza di musulmani e di membri di minoranze non cristiane, nel segno dell’auspicata riconciliazione tra le diverse componenti della popolazione locale. La liturgia eucaristica, come riferito dall’Agenzia Fides (vedi Fides 1/3/2019), fu celebrata dall’Arcivescovo siro cattolico Boutros Moshi, e vide la partecipazione dell’Arcivescovo caldeo Najib Mikhail Moussa OP, insieme a diverse suore, sacerdoti, rappresentanti delle organizzazioni della società civile e gruppi di musulmani, yazudi, shabak, curdi e turkmeni.
Quella liturgia eucaristica rappresentò un passaggio importante del progetto sostenuto dall’Associazione Italiana "Un Ponte Per…", progetto volto a sostenere iniziative e processi di riconciliazione tra le diverse componenti della popolazione e il superamento delle ferite, dei risentimenti e dei sospetti lasciati in eredità dal conflitto.
Nella cornice dell’iniziativa “revive the spirit of Mosul” sono già iniziati anche i lavori di restauro della grande moschea di al Nuri. Il 5 luglio 2014, Abu Bakr al Baghdadi pronunciò la sua prima allocuzione dopo essere stato proclamato “Califfo” dello Stato islamico.
Intanto, domenica 16 febbraio, Najm al-Jubouri, governatore della Provincia irachena di Ninive, ha riferito che negli ultimi tempi sono state 79 le famiglie cristiane ritornate alle proprie case nella Piana di Ninive, da dove erano dovute fuggire precipitosamente nel giugno 2014 davanti all’avanzata delle milizie jihadiste di Daesh. Al Jubouri ha ribadito che il ritorno degli sfollati nelle loro aree di tradizionale insediamento rappresenta una priorità per le autorità locali irachene. Nondimeno, diverse ricerche e indagini sui processi di contro-esodo concordano nel riferire che rimane piuttosto bassa la percentuale di sfollati cristiani ritornati alle proprie case a Mosul e nella Provincia di Ninive. (GV) (Agenzia Fides 19/2/2020).
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AMERICA - I Vescovi del continente riuniti per analizzare le situazioni particolari e individuare linee comuni di azione
 
Tampa (Agenzia Fides) – Presiedendo la preghiera del mattino e poi l'Eucaristia, il Presidente del Consiglio episcopale per l'America Latina (CELAM), Mons. Miguel Cabrejos, Arcivescovo di Trujillo (Perù), ha dato inizio ieri all'incontro dei Vescovi della Chiesa in America. L’evento si svolge presso il centro di spiritualità Betania, nella città di Tampa - Florida (Stati Uniti), dal 17 al 20 febbraio.
Questo incontro, che è iniziato nel 1967, ha come temi centrali il contesto del Sinodo speciale sull'Amazonía e la recente Esortazione apostolica "Querida Amazonia", presentata in videoconferenza da Mauricio López, segretario della rete ecclesiale panamazonica, REPAM. Altro argomento di rilievo è la realtà delle comunità indigene in Canada e le sfide pastorali per la Chiesa in quel paese, tema che sarà presentato da Mons. Raymond Poisson, Vice presidente della Conferenza episcopale del Canada.
Mons. José Horacio Gómez, Presidente della Conferenza episcopale degli Stati Uniti, ha presentato il tema dell'evangelizzazione nell'unione americana con la sfida di accompagnare una pastorale integrativa per gli immigrati e le strategie da adottare per avvicinarsi ai cattolici che si allontano sempre di più dalla Chiesa.
La prima giornata si è conclusa con la presentazione della crisi socio-politica vissuta da alcuni paesi dell'America Latina e dei Caraibi, da parte di Rodrigo Guerra, direttore del Center for Advanced Social Research.
Tale incontro, che si svolge ogni due anni, è l’unico che riunisce la Presidenza della Conferenza dei Vescovi cattolici degli Stati Uniti (USCCB), della Conferenza episcopale del Canada (CCCB) e il Consiglio Episcopale Latinoamericano (CELAM) per coordinare linee comuni di azione a livello continentale.
(CE) (Agenzia Fides, 19/02/2020)
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AMERICA/BOLIVIA - Dilaga la dengue: la Chiesa sollecita la popolazione a collaborare per limitarne la diffusione
 
Santa Cruz (Agenzia Fides) – In Bolivia la popolazione è in allerta per la propagazione del virus della dengue che sta facendo registrare picchi molto elevati di contagi. “Il Signore ci chiede di essere corresponsabili nell'attuare le misure preventive che le autorità sanitarie hanno pianificato, ci invita ad essere solidali con i malati ma anche ad affidarli insieme alle loro famiglie alla Vergine Maria” ha detto mons. Sergio Gualberti, Arcivescovo di Santa Cruz rivolgendosi ai fedeli durante l’omelia della messa domenicale.
In occasione della Giornata Mondiale del Malato, celebrata lo scorso 11 febbraio, mons. Gualberti ha sottolineato la peculiarità di questa giornata, dando particolare rilevanza ai contagi di dengue in Bolivia e alla minaccia globale del coronavirus.
L’intera popolazione boliviana – esorta la Chiesa Cattolica – è chiamata ad assumersi la responsabilità di attenersi alle misure di prevenzione programmate dalle autorità sanitarie nelle aree endemiche. Dall’inizio del mese il Ministero della Sanità ha segnalato 5 decessi a causa della dengue in Bolivia, 9.142 casi sospetti e 1.943 confermati. Secondo il bilancio provvisorio, la situazione è particolarmente allarmante nel dipartimento di Santa Cruz, dove è stata registrata la più alta prevalenza della malattia con 5.641 casi sospetti e 1.245 confermati.
Secondo i dati diffusi dall’Organizzazione panamericana della salute (Ops) nel 2019, nell’America del Sud la propagazione del virus della dengue ha toccato picchi storici: i casi accertati di infezione sono stati circa 3 milioni 140 mila, per un totale di oltre 1.500 decessi. Nelle prime quattro settimane del 2020 sono già stati più di 125mila i nuovi casi, in netta crescita. In Bolivia, le istituzioni, la Chiesa e la società civile chiedono alla popolazione di collaborare attivamente per frenare la diffusione della malattia.
(AP) (19/2/2020 Agenzia Fides)
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AMERICA/VENEZUELA - Una connotazione missionaria alla Giornata Nazionale della Gioventù
 
Maracaibo (Agenzia Fides) – Nell’ambito delle diverse iniziative previste per la Giornata Nazionale della Gioventù (JNJ), che in Venezuela viene celebrata la domenica più vicina al 12 febbraio, i gruppi missionari giovanili delle parrocchie dell’arcidiocesi di Maracaibo hanno preso parte al Sabato Giovanile Missionario (SAJUMI), che si è svolto il 15 febbraio nella chiesa di San Martin de Porres. Secondo le informazioni pervenute a Fides, la giornata è stata scandita da varie attività formative, ricreative, di preghiera, di riflessione e di evangelizzazione. All'evento hanno partecipato oltre cento giovani di diverse comunità che condividono il carisma del Servizio di animazione e cooperazione missionaria, Jovenmision. Anche il Seminario maggiore di Maracaibo ha svolto iniziative di evangelizzazione e di fratellanza attraverso le attività sportive.
La Pastorale Giovanile dell’arcidiocesi di Maracaibo ha celebrato la 13ma Giornata Nazionale della Gioventù (JNJ) attraverso numerose attività che si sono svolte nelle parrocchie, secondo il motto scelto dalla Pastorale Giovenile del Venezuela: “Giovane venezuelano, Cristo vive e ti ama vivo!”, che era accompagnato dalla citazione biblica dell’annunciazione: “Perché nulla è impossibile a Dio” (Lc 1,37).
Tutti i sacerdoti sono stati invitati a celebrare questa Giornata in ogni parrocchia durante l'Eucaristia domenicale del 16 febbraio, seguendo le indicazioni di un sussidio guida, affinché questa intenzione della Chiesa del Venezuela fosse presente nella liturgia e i fedeli fossero motivati a collaborare con la loro preghiera e una colletta speciale per il lavoro portato avanti dalla Pastorale Giovanile nel paese. La Giornata Nazionale della Gioventù è uno spazio dedicato ai giovani per l'ascolto, la riflessione, la condivisione di esperienze e momenti celebrativi. (SL) (Agenzia Fides 19/2/2020)

domenica 16 febbraio 2020

Agenzia Fides 15 febbraio 2020

VATICANO - “Incontro cordiale” tra l’Arcivescovo Paul Richard Gallagher e il Ministro degli Esteri cinese Wang Yi
 
Monaco di Baviera (Agenzia Fides) - L’Arcivescovo Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede, e il Vicepremier e Ministro degli Esteri cinese Wang Yi, si sono incontrati a Monaco di Baviera e hanno avuto un colloquio nel pomeriggio di ieri, venerdì 14 febbraio, nella cornice della Munich Security Conference 2020, la conferenza annuale sulle politiche di sicurezza globale che dal 1963 si svolge ogni anno a Monaco di Baviera. Si è trattato del primo incontro ufficiale di tale livello tra un rappresentante della Sata Sede e un membro del governo della Repubblica Popolare Cinese.
«Nel corso del colloquio, svoltosi in un clima cordiale» riferisce il comunicato diffuso in dalla Sala Stampa vaticana nella tarda serata di venerdì 14 febbraio, «sono stati evocati i contatti fra le due Parti, sviluppatisi positivamente nel tempo». In particolare «si è evidenziata l’importanza dell’Accordo Provvisorio sulla nomina dei Vescovi, firmato il 22 settembre 2018, rinnovando altresì la volontà di proseguire il dialogo istituzionale a livello bilaterale per favorire la vita della Chiesa cattolica e il bene del Popolo cinese».
Nel colloquio è stato espresso anche comune apprezzamento «per gli sforzi che si stanno compiendo per debellare l’epidemia di coronavirus» e solidarietà «nei confronti della popolazione colpita». Inoltre, si è auspicata «maggiore cooperazione internazionale al fine di promuovere la convivenza civile e la pace nel mondo e si sono scambiate considerazioni sul dialogo interculturale e i diritti umani». (GV) Agenzia Fides 15/2/2020).
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VATICANO - La preghiera dei bambini è quella che piace al Signore: il Cardinale Tagle in visita all’ospedale Bambino Gesù
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Il primo impegno ufficiale del Cardinale Luis Antonio Tagle a Roma, dopo la nomina a Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, è stato la visita ai bambini ricoverati all’Ospedale Bambino Gesù di Roma, venerdì 14 febbraio. L’occasione è nata dalla presentazione del libro "I bambini sono speranza" (Salani editore), una raccolta di disegni che i bambini di tutto il mondo hanno regalato a Papa Francesco, da cui padre Antonio Spadaro, Direttore de La Civiltà Cattolica, ha tratto questo libro curandone l'edizione.
“E’ un libro che mi riporta alle radici della mia famiglia, quando la sera sfogliavamo sempre le stesse immagini in semplicità e con tanta serenità” ha raccontato il Cardinale ai bambini che ha più volte invitato ad essere felici e fiduciosi verso il futuro. “La Chiesa ha un futuro perché ci sono i bambini” ha sottolineato il Cardinale Prefetto durante la presentazione del libro. “A Manila le ragazze della casa per bambini di strada ‘Ponte di vita verso la speranza’, che Papa Francesco durante la sua visita ha voluto visitare a sorpresa, quando hanno saputo della mia partenza per Roma hanno organizzato una semplice festa per salutarmi con canti, balli, preghiere e anche molte lacrime. Mi hanno chiesto di dire a Papa Francesco di non dimenticare questa casa, di dirgli che lui rimane in questa casa nella memoria dei bambini. Le ragazze hanno promesso che pregheranno ogni giorno per me e io credo che la preghiera dei bambini senza speculazioni, senza troppe parole, con sorrisi e lacrime, è la preghiera che piace al Signore”.
Il Cardinale Tagle, che prima dell'incontro con i giornalisti ha visitato i piccoli pazienti ricoverati nel nosocomio pediatrico accompagnato dalla presidente Mariella Enoc, intrattenendosi con loro e con i familiari, ha infine salutato i bambini invitandoli a sorridere e a mantenere sui loro visi un ‘sorriso permanente’.
(AP) (Agenzia Fides 15/2/2020)
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AFRICA/NIGER - Padre Pier Luigi Maccali: le spine e i fiori di un rapimento
 
Niamey (Agenzia Fides) - “Nessuna informazione, nessun segno che ci aiuti a dare un vero nome a quello che è successo e a intravedere la strada da percorrere” scrive padre Ceferino Cainelli, Superiore provinciale della Società per le Missioni Africane (SMA) dell'Italia, in prossimità di un altro mese dal rapimento di p. Pier Luigi Maccalli dalla missione di Bomoanga (vedi Agenzia Fides 18/9/2018).
“Il dolore provocato dall’assenza di p. Pier Luigi, dopo un anno e cinque mesi del suo rapimento, si fa sentire. La spina continua ad essere presente e fa molto male" scrive p. Cainelli, il quale aggiunge che “nel frattempo, nell’attesa, sono germogliati dei bei fiori di solidarietà e di speranza, di condivisione e di crescita nella fede.”
“Uno di questi ce lo offre la Diocesi di Crema che, dopo il rapimento di padre Pier Luigi si riunisce ogni mese per manifestare nella fede la sua ‘paziente e insistente speranza’, fiore di luce e di fede, di perseveranza nella preghiera, di comunione profetica, di Chiesa in cammino.
“Noi missionari della SMA – conclude la p. Cainelli - ci sentiamo in profonda comunione con questa diocesi di cui è originario il nostro confratello. Ringraziamo di cuore il suo Vescovo, Mons. Daniele Gianotti, l’Ufficio Missionario e tutta la comunità Diocesana, per averci coinvolti ogni volta in questi momenti di preghiera, che ci incoraggiano e ci consolano nella sofferenza, che ci fanno crescere come Chiesa, e che ci fanno condividere la stessa missione e la stessa speranza”.
(CC/AP) (15/2/2020 Agenzia Fides)
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AFRICA/NIGERIA - Nuovo rapimento di un sacerdote in Nigeria
 
Abuja (Agenzia Fides) - “Siamo sicuri che sia vivo e abbiamo subito intrapreso i passi necessari per assicurare che p. Nicholas Oboh sia rilasciato incolume” ha affermato p. Osi Odenore, Cancelliere della diocesi di Uromi, in una conferenza stampa nella quale ha denunciato il rapimento di p. Nicholas Oboh, che opera nella diocesi di Uromi, nello Stato di Edo, nel sud-est della Nigeria. P. Odenore ha affermato che il sacerdote è stato rapito ieri, 14 febbraio, ma non ha specificato in quale zona sia avvenuto il sequestro. P. Odenore ha concluso il suo intervento chiedendo preghiere per la rapida liberazione di p. Oboh.
I sequestri a scopo di estorsione sono una piaga che colpisce da tempo diverse aree della Nigeria. In concomitanza con il rapimento di p. Oboh, quattro bambini sono stati sequestrati a Umelu, nello Stato di Edo, quando alcuni banditi hanno assalito il villaggio. Dopo aver derubato i residenti, i malviventi sono fuggiti portando con loro i quattro bambini. Nonostante il pagamento di un riscatto, solo uno di loro è stato finora rilasciato.
Tra le persone rapite ci sono sacerdoti e religiosi/e. Gli ultimi in ordine di tempo sono i quattro seminaristi rapiti dal seminario maggiore del Buon Pastore di Kakau, nello Stato di Kaduna, nel nord-ovest della Nigeria, da uomini armati nella notte dell'8 gennaio (vedi Fides 13/1/2020). Il più giovane di questi, Michael Nnadi (18 anni), è stato ucciso mentre gli altri tre sono stati liberati (vedi Fides 3/2/2020).
Al suo funerale (vedi Fides 13/2/2020), Sua Ecc. Mons. Matthew Hassan Kukah, Vescovo di Sokoto, ha rivolto un duro atto d’accusa nei confronti del Presidente Muhammadu Buhari, che era stato eletto sulla promessa di ristabilire la sicurezza nel Paese. Mons. Kukah ha contestato non solo l’insicurezza che regna in Nigeria, ma anche le politiche che hanno approfondito le divisioni etniche e religiose tra Nord e Sud. (L.M.) (Agenzia Fides 15/2/2020)
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ASIA/SINGAPORE - Coronavirus: Messe e incontri sospesi a tempo indeterminato nell’arcidiocesi di Singapore
 
Singapore (Agenzia Fides) - Nella lotta contro la diffusione del coronavirus (Covid-19), l'arcidiocesi di Singapore ha deciso di sospendere la celebrazione di tutte le messe della domenica e dei giorni feriali a partire dal 15 febbraio fino a nuovo avviso. L'arcidiocesi - che comprende 32 chiese - ha avvisato i parroci e le comunità laicali che anche tutti gli altri eventi pubblici che prevedono un gran numero di persone, come incontri di formazione della fede, ritiri e seminari, dovrebbero essere sospesi. Alla fine del mese scorso, l’arcidiocesi aveva già esentato quanti non fossero in piena salute o manifestassero sintomi simil-influenzali dalla partecipazione alla Messa.
In una sua lettera pervenuta a Fides, l'Arcivescovo di Singapore William Goh ricorda che nelle ultime settimane la Chiesa locale si era adoperata per ridurre al minimo il rischio di diffusione dei focolai di Covid-19 nelle sue istituzioni e tra i sacerdoti, invitando a misurare la temperatura delle persone. Tuttavia questo provvedimento non è uno strumento di screening infallibile, in quanto anche le persone asintomatiche possono essere portatrici dell'infezione.
L'Arcivescovo sottolinea che la sospensione delle Messe non significa che i cattolici possono sentirsi esentati dall'adempimento del loro principale obbligo religioso, e aggiunge che possono seguire la trasmissione della Messa su YouTube o sull'applicazione mobile CatholicSG Radio. Invita quindi a pregare perché questo virus sia contenuto e sradicato, e anche per quelli in prima linea - i dottori e le infermiere - che stanno mettendo la propria salute a servizio dei malati.
Ai matrimoni e ai funerali potranno partecipare solo le persone strettamente coinvolte, e
in precedenza dovranno essere presi accordi con il parroco, seguendo tutte le misure precauzionali in base alla Catholic Medical Guild.
Al 14 febbraio a Singapore erano stati registrati 67 casi confermati di Covid-19. Di questi 17 sono stati dimessi dall'ospedale mentre altri 6 rimangono nel reparto di terapia intensiva e sono malati gravi. (SD) (Agenzia Fides 15/02/2020)
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AMERICA/MESSICO - Nuovi strumenti di discernimento per l'animazione, la formazione e la cooperazione missionaria nel continente
 
Città del Messico (Agenzia Fides) – Si sta svolgendo a Città del Messico, presso la sede delle Pontificie Opere Missionarie (POM), il primo Incontro Continentale di Formazione per docenti di Missionologia ed Ecclesiologia (vedi Fides 14/2/2020), che dal 14 al 16 febbraio vede riuniti i docenti nella materia, i direttori, i coordinatori e altri membri delle POM di Brasile, Porto Rico, Messico, Argentina, tra altri paesi latinoamericani.
Secondo le informazioni inviate a Fides dalle POM del Messico, che fanno notare come il numero di laici impegnati nella Missio Ad Gentes in ogni paese sia considerevole, la dinamica di questo seminario sono i workshop e le tavole rotonde per il dialogo a temi, come preparazione ad un incontro plenario e a un contributo generale finale, al fine di indicare nuove prospettive per spingere il lavoro missionario in tutta l’America Latina.
In precedenza, sempre presso la sede delle POM a Città del Messico, mercoledì 12 e giovedì 13 febbraio, si è riunita una Commissione che, accompagnata dal Coordinatore continentale delle POM, ha presentato le conclusioni del lavoro di ricerca svolto: uno studio dei Congressi Missionari Continentali (COMLA e CAM) che si sono tenuti dal 1977 nel continente. Lo scopo è quello di compilare un rapporto basato su due linee guida: la metodologia utilizzata nei vari Congressi Missionari e la priorità della Missio Ad Gente, oltre naturalmente ad approfondisce temi, contenuti, contesto di ogni Congresso e altri aspetti peculiari.
L'obiettivo di questo lavoro è quello di offrire strumenti di discernimento al servizio dell'animazione, della formazione e dell'attuale cooperazione missionaria in tutto il continente, evidenziando errori, successi, sfide e opportunità sollevate. I partecipanti a questo incontro sono stati: P. Ender Zapata, Direttore nazionale delle POM del Venezuela; P. Alexis Gil, Direttore nazionale delle POM della Colombia, P. Luís A. Nahuelanca, Direttore nazionale delle POM del Cile, una équipe di Porto Rico (sede scelta per il CAM 6 nel 2023) e P. Leonardo Rodriguez, Direttore nazionale delle POM dell’Uruguay e Coordinatore continentale delle POM dell’America.
(CE) (Agenzia Fides, 15/02/2020)
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AMERICA/CILE - Trecento giovani di Concepción in missione per condividere la loro fede e la loro speranza
 
Concepción (Agenzia Fides) - Circa 300 giovani dell'Arcidiocesi cilena di Concepción, nei mesi di gennaio e febbraio hanno svolto le missioni estive in diverse comunità, a sostegno dell'azione pastorale che si svolge durante tutto l'anno. In questo modo hanno voluto rispondere a ciò che Papa Francesco chiede loro nella sua Esortazione apostolica "Christus vivit", dove incoraggia i giovani ad essere missionari coraggiosi: “I giovani sono chiamati a testimoniare il Vangelo ovunque, con la propria vita… Siate capaci di andare controcorrente e sappiate condividere Gesù, comunicate la fede che Lui vi ha donato” (nn.175-176).
Come informa la nota della Conferenza episcopale giunta a Fides, molte zone rurali e urbane, come la prigione di Arauco o l’Isla de Chiloé e l'Isla de Santa María, sono state toccate dall'entusiasmo e dalla gioia dei giovani missionari, che hanno fatto tutto il possibile per portare la loro testimonianza. Nei giorni della missione i giovani hanno visitato ogni casa del settore affidato, hanno organizzato diversi incontri con la comunità locale, in un clima di grande fraternità e fervore spirituale, con la celebrazione dell'Eucaristia come momento principale di ogni giornata.
Il vicario della Pastorale della gioventù dell'Arcidiocesi di Concepción, padre Víctor Álvarez, ha commentato: "assumendosi la responsabilità della loro missione, nella Chiesa e nel contesto sociale in cui viviamo come nazione, i giovani sono andati a condividere la loro fede e la loro speranza in ogni zona missionaria". Ogni area di missione poteva contare sul sostegno di alcuni sacerdoti e religiose, impegnati nei diversi settori della pastorale e in diversi luoghi, rafforzando così la dimensione spirituale e l'incontro con Gesù Cristo come fondamento di tutto ciò che è stato realizzato in quei giorni. (SL) (Agenzia Fides 15/2/2020)
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AFRICA/BURUNDI - Dimissioni del Vescovo di Bururi e nomina del successore
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Il Santo Padre Francesco ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Bururi (Burundi), presentata da S.E. Mons. Venant Bacinoni. Il Santo Padre, contemporaneamente, ha nominato Vescovo della medesima Diocesi il Rev.do Salvator Niciteretse, del clero di Bururi, finora Segretario della Commissione Episcopale per l’Apostolato dei Laici.
Il Rev.do Salvator Niciteretse è nato il 2 agosto 1958 a Rutwenzi, Diocesi di Bururi ed è entrato nel Seminario Minore di Kanyosha (1975-1979). Ha ottenuto un Diploma con indirizzo umanistico nel Seminario medio di Bujumbura (1979-1982), completando poi il Baccalaureato in Filosofia nel Seminario Maggiore di Bujumbura (1982-1985) e quello in Teologia nel Seminario Maggiore di Burasira (1985-1989). È stato ordinato sacerdote il 9 luglio 1989 per la Diocesi di Bururi.
Dopo l’ordinazione sacerdotale ha ricoperto i seguenti incarichi: 1989-1993: Vicario parrocchiale di Murago e poi Parroco della stessa parrocchia e Cappellano Nazionale del Movimento di Azione Cattolica Xavéri (M.A.C. Xavéri); 1993-1998: Parroco della Cattedrale di Bururi e Direttore diocesano delle Pontificie Opere Missionarie; 1998-2002: Studi Superiori presso la Pontificia Università Lateranense dove ha conseguito una Licenza in Teologia Pastorale e un Dottorato in Dottrina Sociale della Chiesa; dal 2003: Segretario della Commissione Episcopale per l’Apostolato dei Laici; Professore nel Seminario Maggiore di Gitega e di Kiryama; Incaricato per l’Africa al Forum Internazionale dell’Azione Cattolica. (SL) (Agenzia Fides 15/2/2020)

venerdì 17 luglio 2015

Bollettino Fides News del 17 luglio 2015

EUROPA/SPAGNA - Sacerdote ucciso a coltellate sulla porta di casa
Siviglia (Agenzia Fides) – Il sacerdote p. Carlos Martinez Perez, 75 anni, è morto ieri pomeriggio, 16 luglio, vittima di una brutale aggressione sulla porta della sua casa, dopo aver celebrato l'Eucaristia nella chiesa del convento di San Leandro, di cui era cappellano. Come informa un comunicato dell’Arcidiocesi di Siviglia pervenuto all’Agenzia Fides, l’Arcivescovo, Sua Ecc. Mons. Juan Jose Asenjo, il Vescovo Ausiliare, Mons. Santiago Gomez, unitamente al Consiglio Episcopale ed al Presbiterio di Siviglia, “esprimono la loro profonda costernazione a questa notizia, manifestano il loro dolore e quello di tutta l'Arcidiocesi per questa tragica perdita, e chiedono una preghiera per il riposo eterno del sacerdote e il conforto dei suoi familiari”.
D. Carlos Martinez era nato a Siviglia il 28 novembre 1939 ed era stato ordinato sacerdote nel maggio 1972. Dottore in storia, con una laurea in economia e geografia e scienze storiche, era vicario parrocchiale a San Isidoro, San Ildefonso y Santiago, oltre che cappellano di San Leandro.
Secondo le notizie raccolte da Fides, il sacerdote è morto per le ferite causate da un grosso coltello con cui è stato aggredito. Il presunto omicida, arrestato nella stessa serata di ieri, sarebbe l’ex marito della nipote del sacerdote, che attribuiva a p. Carlos il fallimento del suo matrimonio. L’uomo sarebbe stato in cura presso un ospedale psichiatrico, e dopo aver ucciso il sacerdote sembra fosse diretto a casa della ex moglie e dei tre figli. (SL) (Agenzia Fides 17/07/2015)
AFRICA/LESOTHO - “Scontro all’interno delle forze armate con arresti arbitrari e torture” denuncia “Giustizia e Pace”
Maseru (Agenzia Fides) - Protesta di massa in Lesotho contro gli abusi dei diritti umani da parte del governo del Premier Pakalitha Mosisili. All’inizio della settimana, la capitale Maseru era una “città morta” con uffici ed esercizi commerciali chiusi e senza taxi in circolazione. All’inizio di luglio la dirigenza sudafricana aveva definito “esplosiva” la situazione in Lesotho, dopo l’uccisione dell’ex Capo di Stato Maggiore, il generale Maaparankoe Mahao, che secondo i familiari è stato assassinato da uomini che indossavano uniformi militari e guidavano veicoli dell’esercito (vedi Fides 7/7/2015).
Le gravi violazioni dei diritti umani sono state denunciate da una dichiarazione congiunta della Commissione Episcopale del Lesotho e del “Lesotho Law Society and Transformation Resource Centre” (TRC).
Nel documento, pubblicato il 24 giugno, ma solo ora pervenuto all’Agenzia Fides, si denunciano torture, arresti arbitrari e intimidazioni nei confronti dei familiari dei militari arrestati in relazione al fallito golpe di fine agosto 2014 (vedi Fides 8/9/2014).
Per uscire dalla crisi, la dichiarazione propone la creazione di una Commissione d’inchiesta, composta da personalità interne ed esterne al Lesotho, che dovrà accertare le responsabilità della situazione del Paese. “Quello che è certo - si afferma nel documento - è che le cause della crisi sono interne alle forze armate, alle quali appartengono le vittime delle detenzioni e delle torture, così come gli autori di questi crimini”. La Commissione dovrà inoltre indagare le cause profonde dell’instabilità del Paese e raccomandare le riforme costituzionali e istituzionali da intraprendere per assicurarne la stabilità a lungo termine e la democratizzazione. (L.M.) (Agenzia Fides 17/7/2015)
AFRICA/CONGO RD - Nuovi assalti dell’ADF/MDI nel territorio di Beni: incendi, saccheggi, razzie
Kinshasa (Agenzia Fides) - Undici persone sono state uccise il 15 luglio nell’assalto a tre villaggi nel territorio di Beni, nel Nord Kivu, nell’est della Repubblica Democratica del Congo, da parte dell’ADF-NALU, gruppo di origine ugandese che ormai si fa chiamare Muslim Defense International (MDI).
Secondo un comunicato inviato all’Agenzia Fides dal “Centro Studi per la pace, la democrazia e i diritti umani” (CEPADHO), la maggior parte delle vittime sono morte nell’incendio delle loro abitazioni, date alle fiamme dai guerriglieri, o colpite dai tiri d’arma da fuoco. Gli uomini dell’MDI hanno incendiato 69 abitazioni e razziato bestiame e suppellettili.
Secondo la CEPADHO si tratta del quarto più grave attacco commesso nel giro di un mese dagli uomini dell’MDI (vedi Fides 13/7/2015). L’organizzazione della società civile locale chiede al governo di Kinshasa e all’Onu l’invio di nuove truppe (congolesi e internazionali), dotate di mezzi adeguati per fermare le azioni dei terroristi dell’ADF/MDI “che costituiscono una minaccia per la pace e la sicurezza nella regione”, come hanno denunciato a maggio i Vescovi locali (vedi Fides 26/5/2015). (L.M.) (Agenzia Fides 17/7/2015)
AFRICA/SUD SUDAN - “Bisogna ripartire da zero” dice il Vescovo emerito di Juba
Juba (Agenzia Fides) – Lo scorso 9 luglio il sud Sudan ha celebrato il quarto anno di indipendenza. Purtroppo l’anniversario è funestato dal conflitto etnico che dal dicembre 2013 vede scontrarsi le forze governative del presidente Kiir, di etnia dinka, e quelle fedeli all’ex vicepresidente Machar, di etnia nuer. Gli scontri hanno causato finora oltre 500 mila vittime. Secondo una dichiarazione del Vescovo emerito di Torit, Mons. Paride Taban, nel Paese non si erano mai viste tante migliaia di bambini di strada che, nella capitale Juba, frugano tra la spazzatura per cercare qualcosa da mangiare. “Siamo tutti colpevoli di questa incresciosa situazione - commenta il Vescovo -, e dobbiamo ricominciare da capo per la ricostruzione del Paese più giovane del mondo, e far si che la popolazione muoia di vecchiaia e non per la guerra”. Secondo un recente rapporto diffuso da Aiuto alla Chiesa che Soffre, molta gente è costretta a nutrirsi di erba e frutti selvatici per non morir e di fame. Attualmente nel Paese ci sono oltre un milione di bambini denutriti, due milioni di sfollati e 500 mila persone sono fuggite all’estero. (AP) (17/7/2015 Agenzia Fides)
AFRICA/ALGERIA - Ancora violenze nella valle di M'Zab. Il Vescovo Rault: la repressione, da sola, aumenta l'incendio
Ghardaia (Agenzia Fides) - La Valle di M’Zab, nel sud dell’Algeria, continua a essere teatro di violenze settarie su base etnico-religiosa, che gli apparati di sicurezza algerini non riescono a fermare. Gli scontri contrappongono da più di un anno e mezzo la popolazione berbera ibadita a gruppi di islamisti sunniti, e il quadro appare complicato dalle manovre di bande di delinquenti che fomentano lo scontro identitario per approfittare del caos e compiere saccheggi e altre azioni criminali. Negli ultimi tempi, la spirale di violenza senza misura ha visto i contendenti passare dagli scontri con bastoni e coltelli all'uso di armi da fuoco, con il conseguente aumento esponenziale del numero delle vittime. Nelle ultime fiammate di violenza si sono registrati 25 morti e decine di feriti.
A fornire un quadro desolante della situazione della Valle di M'Zab - trasformatasi da luogo di convivenza pacifica in vera e propria “Valle di Lacrime” - è Sua Ecc. Mons. Claude Rault, M. Afr., Vescovo della diocesi di Laghouat. Nel suo ultimo resoconto - diffuso dall'associazione Amis du Diocèse du Sahara e pervenuto all'Agenzia Fides - il titolare di una delle diocesi territorialmente più vaste del mondo (più di 2 milioni di km quadrati) fa riferimento alle testimonianze dirette da lui raccolte intorno ai “tristi avvenimenti” che hanno coinvolto i centri di Ghardaia e soprattutto di Berriane e Guerrara. “Molte delle famiglie - riferisce il Vescovo - piangono i loro morti, vivono nella paura e nell'inquietudine davanti alla ripresa di una barbarie che appare cieca. E di sicuro la sola repressione non potrà far altro che estendere l'incendio, anche se essa riesce a placare per un po' questa follia mortale”.
In questo scenario drammatico, i cristiani locali continuano a offrire le proprie preghiere e il proprio contributo fattivo per aiutare a superare le lacerazioni che stanno distruggendo la secolare convivenza tra i diversi gruppi radicati nella regione. “Come piccola comunità cristiana che vive da tanto tempo nella Valle - scrive nel suo messaggio il Vescovo Rault - noi abbiamo tessuto legami forti di fraternità, convivialità e collaborazione, e vogliamo continuare su questa strada. Abbiamo ricevuto molto da questa popolazione, che ci è cara, e che ci ha sempre rispettato malgrado le differenze che avrebbero potuto provocare l'esclusione”. “Per questo – aggiunge il Vescovo – noi piangiamo con le famiglie che hanno perduto i propri cari. Soffriamo delle loro ferite. Siamo inquieti insieme a quelli che vedono l'uno o l'altro dei loro seminare la violenza e l'odio. Abbiamo paura di questo futuro incerto. Ma crediamo nelle risorse d'umanità e di saggezza che Dio ha seminato in qu esta popolazione che ci accoglie.... La nostra preghiera, in questi tempi di Ramadan - conclude mons. Rault - è che la Valle di M'Zab torni a essere una valle felice”. (GV) (Agenzia Fides 17/7/2015).
ASIA/SIRIA - L'Arcivescovo Antiba conferma il rapimento di padre Antoine Boutros e del suo collaboratore
Khabab (Agenzia Fides) – “Posso confermare che padre Antoine Boutros e il suo collaboratore Said Al-Abdun, scomparsi da domenica scorsa, sono stati effettivamente fermati e sequestrati da uno dei tanti gruppi armati ribelli che si muovono nella zona. Dal momento della scomparsa non abbiamo notizie di loro, né ci sono arrivate richieste da parte dei rapitori”. Così Mons. Nicolas Antiba, Arcivescovo greco-melkita di Bosra e Hauran, conferma all'Agenzia Fides l'ipotesi del rapimento, circolata fin dalle prime ore successive alla sparizione di padre Antoine e di Said (vedi Fides 16/7/2015). I due, a bordo di un'autovettura, erano in viaggio dalla città di Shahba a quella di Sama Hinadat, dove padre Antoine avrebbe dovuto celebrare la messa domenicale.
Il sacerdote greco-melkita Antoine Boutros, 50 anni, sposato e padre di una figlia, parroco della chiesa di San Filippo Apostolo nella città di Shahba (50 miglia a sud-est di Damasco), è conosciuto anche per le iniziative caritative e umanitarie da lui coordinate nella provincia siriana di Suwayda, e per aver contribuito a mantenere in quell'area una relativa pace civile, coinvolgendosi in operazioni di mediazione tra le diverse fazioni in lotta. “Tutti i venti sacerdoti dell'arcidiocesi sono operatori di pace, e cercano sempre di lavorare per la riconciliazione e a vantaggio di tutti, nella situazione di sofferenza e dolore vissuta dal popolo siriano” sottolinea a Fides l'Arcivescovo Antiba. (GV) (Agenzia Fides 17/7/2015).
AMERICA/HONDURAS - Gli abusi sessuali sui minori si ripercuotono in età adulta
Tegucigalpa (Agenzia Fides) – Il fenomeno degli abusi sessuali e delle violenze sui minori continua ad essere una tra le principali problematiche del Paese. Nel 2014 la ong Medici senza Frontiere ha registrato un totale di 1.715 casi di abusi di minori soccorsi nelle cliniche dove prestano il loro servizio. Di questo totale, il 57% corrisponde a bambini tra 0 e 18 anni. Ogni giorno quindi una media di 2.7 piccoli cade nelle grinfie di qualche carnefice. La situazione è aggravata dal fatto che in Honduras solo il 10% delle vittime denunciano il fatto. Oltre a conseguenze fisiche molto gravi, i minori rischiano di contrarre malattie come sifilide, gonorrea, epatite o Hiv. I danni psicologici sono altrettanto drammatici. Uno studio dell’Organizzazione Panamericana della Sanità rivela che i problemi di queste vittime si trascinano per tutta la vita. Gli adulti abusati sessualmente da bambini rischiano infatti problemi comportamentali, fisici e mentali che possono sfociare in atti di violenza, depressione, consumo di sostante nocive alla salute. (AP) (17/7/2015 Agenzia Fides)

sabato 11 luglio 2015

Bollettino Fides news del 11 luglio 2015

ASIA/SIRIA - Liberato il Padre francescano iracheno rapito in Siria il 4 luglio
Damasco (Agenzia Fides)- Padre Dhiya Azziz, il francescano iracheno rapito in Siria il 4 luglio, è stato liberato. Lo ha annunciato la Custodia della Terra Santa.
I contatti con Padre Dhiya Azziz, parroco a Yacoubieh (Provincia di Idlib, distretto di Jisr al Chougour, Siria), si erano interrotti nel tardo pomeriggio del 4 luglio.
Secondo quanto aveva riferito un comunicato della Custodia, Padre Dhiya è stato portato via da una brigata di miliziani per un breve incontro con l'emiro che esercita l'autorità nella regione, attualmente sottoposta al dominio del Fronte al-Nusra, braccio siriano di al-Qaida (vedi Fides 7/7/2015).
In seguito l’ordine francescano ha affermato che il Fronte al-Nusra “ha smentito qualsiasi coinvolgimento nel rapimento” che sarebbe stato perpetrato da “un altro gruppo jihadista”.
“C’è una pletora di gruppi operanti nella regione” ha spiegato la Custodia della Terra Santa, aggiungendo che “Padre Azziz sarebbe stato trattato bene durante la prigionia”. (L.M.) (Agenzia Fides 11/7/2015)
AFRICA/ETIOPIA - “Occorrono regole internazionali giuste” afferma il Presidente di Caritas Internationalis alla vigilia della Conferenza sullo sviluppo
Addis Abeba (Agenzia Fides)-“I governi devono impegnarsi per finanziare lo sviluppo dei Paesi poveri. Sono necessarie regole internazionali giuste e inclusive per permettere l’equa allocazione delle risorse e prevenire le attività dannose nel settore privato” afferma il Cardinale Luis Antonio Tagle, Arcivescovo di Manila e Presidente di Caritas Internationalis, in un comunicato sulla Conferenza sul finanziamento dello sviluppo che si apre ad Addis Abeba il 13 luglio.
Secondo il comunicato inviato all’Agenzia Fides, la Conferenza “determinerà il livello di impegno finanziario per combattere la povertà e le ineguaglianze nei prossimi 15 anni”.
La Conferenza di Addis Abeba è il primo di tre importanti incontri che si terranno nel 2015. Sarà seguito dall’adozione dell’Agenda di Sviluppo post-2015 a New York a settembre, e dalla conferenza dell’ONU sui cambiamenti climatici a dicembre a Parigi.
Per questo motivo il Cardinale Tagle sottolinea che “un fallimento ad Addis Abeba rischia di danneggiare la volontà politica della comunità internazionale prima di altre scadenze chiave nel 2015. I governi devono andare oltre i loro interessi egoistici e di breve termine”.
Secondo Caritas Internationalis i Paesi ricchi vogliono fare appello al settore privato per un ampio impegno al fine di finanziare programmi di sviluppo tramite incentivi. “Inchinandosi al settore privato rischia però di creare un'economia dominata dalla finanza con gravissime conseguenze per i Paesi in cui regolamenti bancari sono ancora fragili” afferma il comunicato.
Al meeting di Addis Abeba sarà presente una delegazione di Caritas Internationalis. (L.M.) (Agenzia Fides 11/7/2015)
AMERICA/PERU - La chiesa di Huancayo: “Risolvere con urgenza la situazione del complesso metallurgico”
Huancayo (Agenzia Fides) – Mettere a norma di legge il complesso metallurgico di La Oroya (Perù), per garantire il futuro di oltre duemila lavoratori e delle loro famiglie, preservando l’ambiente e la qualità di vita della popolazione. È l’appello lanciato dalla diocesi di Huancayo, nel cui territorio rientra il complesso minerario, considerato il più inquinante del mondo, che ora rischia la chiusura.
Secondo una nota inviata a Fides dalla Conferenza Episcopale peruviana, l'Arcivescovo di Huancayo, Sua Ecc. Mons. Pedro Barreto Jimeno, SJ., ha detto che La Oroya vive un grave problema ambientale, sociale e lavorativo, che se non viene risolto al più presto pregiudicherà le future generazioni. Il Vescovo ha sottolineato che la qualità dell'aria è essenziale per la vita e la salute delle persone; a questo proposito, l'Organizzazione Mondiale della Sanità indica che il livello massimo di anidride solforosa è di 20 microgrammi per metro cubo. Egli ha aggiunto che il problema del processo di vendita del complesso metallurgico richiede l'adeguamento delle misure di protezione per garantire la qualità dell'aria.
La Chiesa aveva già denunciato la grave situazione provocata dalla richiesta di una terza proroga per l'applicazione della tutela ambientale, perché questa mancanza è un'offesa alla dignità e alla salute degli abitanti di La Oroya e dei lavoratori del complesso metallurgico che sono costretti a lavorare in condizioni per loro mortali (Vedi Fides 1/03/2012). (CE) (Agenzia Fides, 11/07/2015)
AMERICA/COLOMBIA - I Vescovi auspicano il raggiungimento di un accordo di pace con le FARC
Bogotà (Agenzia Fides) – “Invitiamo lo Stato a promuovere le condizioni per raggiungere la pace con la guerriglia delle FARC, e d'altra parte, proponiamo una pedagogia che permetta a tutti di capire la portata di questi negoziati” affermano i Vescovi della Colombia nel messaggio pubblicato al termine della loro XCIX Assemblea Plenaria, tenutasi dal 6 al 10 luglio.
Il documento, pervenuto all’Agenzia Fides, oltre a sollecitare una positiva conclusione dei negoziati in corso a Cuba tra il governo di Bogotà e le FARC, sottolinea le preoccupazioni dei Vescovi sui problemi della vita nazionale. In primo luogo la violenza e il terrorismo, oltre all’inquinamento dell’ambiente, i problemi della sanità, la mancanza di rispetto alla vita umana e il narcotraffico.
Nel messaggio si ricorda il problema dell’illegale sfruttamento delle risorse naturali e della produzione di energia in modo non conforme alla legge.
I Vescovi infine hanno espresso il loro disappunto per le decisioni prese da organismi dello Stato sulla promozione dell'aborto e dell'eutanasia, ricordando che sono un attacco alla dignità della persona e della famiglia.
(CE) (Agenzia Fides, 11/07/2015)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

The Chosen ...é sufficiente per me...posso fare molto con questo ..

Ed egli disse: «Portatemeli qui». E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull'erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occ...