ASIA/SIRIA - Liberato il Padre francescano iracheno rapito in Siria il 4 luglio
Damasco (Agenzia Fides)- Padre Dhiya Azziz, il francescano iracheno rapito in Siria il 4 luglio, è stato liberato. Lo ha annunciato la Custodia della Terra Santa.
I contatti con Padre Dhiya Azziz, parroco a Yacoubieh (Provincia di Idlib, distretto di Jisr al Chougour, Siria), si erano interrotti nel tardo pomeriggio del 4 luglio.
Secondo quanto aveva riferito un comunicato della Custodia, Padre Dhiya è stato portato via da una brigata di miliziani per un breve incontro con l'emiro che esercita l'autorità nella regione, attualmente sottoposta al dominio del Fronte al-Nusra, braccio siriano di al-Qaida (vedi Fides 7/7/2015).
In seguito l’ordine francescano ha affermato che il Fronte al-Nusra “ha smentito qualsiasi coinvolgimento nel rapimento” che sarebbe stato perpetrato da “un altro gruppo jihadista”.
“C’è una pletora di gruppi operanti nella regione” ha spiegato la Custodia della Terra Santa, aggiungendo che “Padre Azziz sarebbe stato trattato bene durante la prigionia”. (L.M.) (Agenzia Fides 11/7/2015)
I contatti con Padre Dhiya Azziz, parroco a Yacoubieh (Provincia di Idlib, distretto di Jisr al Chougour, Siria), si erano interrotti nel tardo pomeriggio del 4 luglio.
Secondo quanto aveva riferito un comunicato della Custodia, Padre Dhiya è stato portato via da una brigata di miliziani per un breve incontro con l'emiro che esercita l'autorità nella regione, attualmente sottoposta al dominio del Fronte al-Nusra, braccio siriano di al-Qaida (vedi Fides 7/7/2015).
In seguito l’ordine francescano ha affermato che il Fronte al-Nusra “ha smentito qualsiasi coinvolgimento nel rapimento” che sarebbe stato perpetrato da “un altro gruppo jihadista”.
“C’è una pletora di gruppi operanti nella regione” ha spiegato la Custodia della Terra Santa, aggiungendo che “Padre Azziz sarebbe stato trattato bene durante la prigionia”. (L.M.) (Agenzia Fides 11/7/2015)
AFRICA/ETIOPIA - “Occorrono regole internazionali giuste” afferma il Presidente di Caritas Internationalis alla vigilia della Conferenza sullo sviluppo
Addis Abeba (Agenzia Fides)-“I governi devono impegnarsi per finanziare lo sviluppo dei Paesi poveri. Sono necessarie regole internazionali giuste e inclusive per permettere l’equa allocazione delle risorse e prevenire le attività dannose nel settore privato” afferma il Cardinale Luis Antonio Tagle, Arcivescovo di Manila e Presidente di Caritas Internationalis, in un comunicato sulla Conferenza sul finanziamento dello sviluppo che si apre ad Addis Abeba il 13 luglio.
Secondo il comunicato inviato all’Agenzia Fides, la Conferenza “determinerà il livello di impegno finanziario per combattere la povertà e le ineguaglianze nei prossimi 15 anni”.
La Conferenza di Addis Abeba è il primo di tre importanti incontri che si terranno nel 2015. Sarà seguito dall’adozione dell’Agenda di Sviluppo post-2015 a New York a settembre, e dalla conferenza dell’ONU sui cambiamenti climatici a dicembre a Parigi.
Per questo motivo il Cardinale Tagle sottolinea che “un fallimento ad Addis Abeba rischia di danneggiare la volontà politica della comunità internazionale prima di altre scadenze chiave nel 2015. I governi devono andare oltre i loro interessi egoistici e di breve termine”.
Secondo Caritas Internationalis i Paesi ricchi vogliono fare appello al settore privato per un ampio impegno al fine di finanziare programmi di sviluppo tramite incentivi. “Inchinandosi al settore privato rischia però di creare un'economia dominata dalla finanza con gravissime conseguenze per i Paesi in cui regolamenti bancari sono ancora fragili” afferma il comunicato.
Al meeting di Addis Abeba sarà presente una delegazione di Caritas Internationalis. (L.M.) (Agenzia Fides 11/7/2015)
Secondo il comunicato inviato all’Agenzia Fides, la Conferenza “determinerà il livello di impegno finanziario per combattere la povertà e le ineguaglianze nei prossimi 15 anni”.
La Conferenza di Addis Abeba è il primo di tre importanti incontri che si terranno nel 2015. Sarà seguito dall’adozione dell’Agenda di Sviluppo post-2015 a New York a settembre, e dalla conferenza dell’ONU sui cambiamenti climatici a dicembre a Parigi.
Per questo motivo il Cardinale Tagle sottolinea che “un fallimento ad Addis Abeba rischia di danneggiare la volontà politica della comunità internazionale prima di altre scadenze chiave nel 2015. I governi devono andare oltre i loro interessi egoistici e di breve termine”.
Secondo Caritas Internationalis i Paesi ricchi vogliono fare appello al settore privato per un ampio impegno al fine di finanziare programmi di sviluppo tramite incentivi. “Inchinandosi al settore privato rischia però di creare un'economia dominata dalla finanza con gravissime conseguenze per i Paesi in cui regolamenti bancari sono ancora fragili” afferma il comunicato.
Al meeting di Addis Abeba sarà presente una delegazione di Caritas Internationalis. (L.M.) (Agenzia Fides 11/7/2015)
AMERICA/PERU - La chiesa di Huancayo: “Risolvere con urgenza la situazione del complesso metallurgico”
Huancayo (Agenzia Fides) – Mettere a norma di legge il complesso metallurgico di La Oroya (Perù), per garantire il futuro di oltre duemila lavoratori e delle loro famiglie, preservando l’ambiente e la qualità di vita della popolazione. È l’appello lanciato dalla diocesi di Huancayo, nel cui territorio rientra il complesso minerario, considerato il più inquinante del mondo, che ora rischia la chiusura.
Secondo una nota inviata a Fides dalla Conferenza Episcopale peruviana, l'Arcivescovo di Huancayo, Sua Ecc. Mons. Pedro Barreto Jimeno, SJ., ha detto che La Oroya vive un grave problema ambientale, sociale e lavorativo, che se non viene risolto al più presto pregiudicherà le future generazioni. Il Vescovo ha sottolineato che la qualità dell'aria è essenziale per la vita e la salute delle persone; a questo proposito, l'Organizzazione Mondiale della Sanità indica che il livello massimo di anidride solforosa è di 20 microgrammi per metro cubo. Egli ha aggiunto che il problema del processo di vendita del complesso metallurgico richiede l'adeguamento delle misure di protezione per garantire la qualità dell'aria.
La Chiesa aveva già denunciato la grave situazione provocata dalla richiesta di una terza proroga per l'applicazione della tutela ambientale, perché questa mancanza è un'offesa alla dignità e alla salute degli abitanti di La Oroya e dei lavoratori del complesso metallurgico che sono costretti a lavorare in condizioni per loro mortali (Vedi Fides 1/03/2012). (CE) (Agenzia Fides, 11/07/2015)
Secondo una nota inviata a Fides dalla Conferenza Episcopale peruviana, l'Arcivescovo di Huancayo, Sua Ecc. Mons. Pedro Barreto Jimeno, SJ., ha detto che La Oroya vive un grave problema ambientale, sociale e lavorativo, che se non viene risolto al più presto pregiudicherà le future generazioni. Il Vescovo ha sottolineato che la qualità dell'aria è essenziale per la vita e la salute delle persone; a questo proposito, l'Organizzazione Mondiale della Sanità indica che il livello massimo di anidride solforosa è di 20 microgrammi per metro cubo. Egli ha aggiunto che il problema del processo di vendita del complesso metallurgico richiede l'adeguamento delle misure di protezione per garantire la qualità dell'aria.
La Chiesa aveva già denunciato la grave situazione provocata dalla richiesta di una terza proroga per l'applicazione della tutela ambientale, perché questa mancanza è un'offesa alla dignità e alla salute degli abitanti di La Oroya e dei lavoratori del complesso metallurgico che sono costretti a lavorare in condizioni per loro mortali (Vedi Fides 1/03/2012). (CE) (Agenzia Fides, 11/07/2015)
AMERICA/COLOMBIA - I Vescovi auspicano il raggiungimento di un accordo di pace con le FARC
Bogotà (Agenzia Fides) – “Invitiamo lo Stato a promuovere le condizioni per raggiungere la pace con la guerriglia delle FARC, e d'altra parte, proponiamo una pedagogia che permetta a tutti di capire la portata di questi negoziati” affermano i Vescovi della Colombia nel messaggio pubblicato al termine della loro XCIX Assemblea Plenaria, tenutasi dal 6 al 10 luglio.
Il documento, pervenuto all’Agenzia Fides, oltre a sollecitare una positiva conclusione dei negoziati in corso a Cuba tra il governo di Bogotà e le FARC, sottolinea le preoccupazioni dei Vescovi sui problemi della vita nazionale. In primo luogo la violenza e il terrorismo, oltre all’inquinamento dell’ambiente, i problemi della sanità, la mancanza di rispetto alla vita umana e il narcotraffico.
Nel messaggio si ricorda il problema dell’illegale sfruttamento delle risorse naturali e della produzione di energia in modo non conforme alla legge.
I Vescovi infine hanno espresso il loro disappunto per le decisioni prese da organismi dello Stato sulla promozione dell'aborto e dell'eutanasia, ricordando che sono un attacco alla dignità della persona e della famiglia.
(CE) (Agenzia Fides, 11/07/2015)
Il documento, pervenuto all’Agenzia Fides, oltre a sollecitare una positiva conclusione dei negoziati in corso a Cuba tra il governo di Bogotà e le FARC, sottolinea le preoccupazioni dei Vescovi sui problemi della vita nazionale. In primo luogo la violenza e il terrorismo, oltre all’inquinamento dell’ambiente, i problemi della sanità, la mancanza di rispetto alla vita umana e il narcotraffico.
Nel messaggio si ricorda il problema dell’illegale sfruttamento delle risorse naturali e della produzione di energia in modo non conforme alla legge.
I Vescovi infine hanno espresso il loro disappunto per le decisioni prese da organismi dello Stato sulla promozione dell'aborto e dell'eutanasia, ricordando che sono un attacco alla dignità della persona e della famiglia.
(CE) (Agenzia Fides, 11/07/2015)
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