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domenica 6 febbraio 2011

Siamo in ritardo nella comunicazione e , non potendo andarci, pregheremo per la Buona Riuscita

Domenica a Cividale incontro su lavoro e impegno sociale versione testuale


Interventi dell'economista Luigino Bruni e del docente di Economia politica

ed Economia delle organizzazioni non profit Benedetto Gui

CIVIDALE DEL FRIULI (4 febbraio, ore 9.30) - Il Movimento Umanità Nuova del Friuli-Venezia Giulia organizza per domenica 6 febbraio nel Centro San Francesco a Cividale del Friuli una giornata di approfondimento sulle relazioni di reciprocità nei luoghi di lavoro e impegno sociale, in particolare per gli ambiti Economia e lavoro, Salute, Educazione, Politica e Pubblica amministrazione.



L'appuntamento, con inizio alle ore 9.30, prevede momenti comuni e lavori di gruppo corrispondenti alle professioni esercitate o agli ambiti del sociale interessati.



Attraverso una videoconferenza dell'economista Luigino Bruni verrà affrontata la tematica «Lavoro e oltre: tra sofferenza e fioritura umana». In particolare per l’ambito dell’Economia e lavoro interverrà Benedetto Gui, docente di Economia politica ed Economia delle organizzazioni non profit e delle imprese sociali all'Università di Padova sul tema: «Come coniugare efficienza e reciprocità nei luoghi di lavoro».

lunedì 11 ottobre 2010

L'Asp di S. Giorgio di Nogaro annuncia il nuovo servizio rivolto anche ai familiari. Alzheimer, alla "Chiabà" apre il Centro diurno

L'11 ottobre parte la formazione di operatori, medici generici, responsabili di Ambito e Distretto

San Giorgio di Nogaro
Persone sofferenti di demenza senile e malattia di Alzheimer, l’Azienda per i servizi alla persona “G. Chiabà” di San Giorgio di Nogaro annuncia l’apertura a breve di un Centro diurno rivolto a tutti gli anziani che soffrono di tale malattia degenerativa, ma anche ai loro familiari e più in generale a coloro i quali se ne prendono cura. Strettamente collegata all’avvio del nuovo servizio è la giornata formativa interna, prevista lunedì 11 ottobre alle 14 presso la sede dell’Asp, rivolta non solo agli operatori della Chiabà ma anche ai medici di medicina generale, ai responsabili del Distretto sanitario e dell’Ambito socio assistenziale. L’incontro, che verterà sul tema “L’ambiente: determinante della qualità della vita per il malato e per chi lo assiste. Sinergie possibili tra architettura e sanità”, è realizzato dalla Chiabà in collaborazione con il gruppo Ottima Senior. Il programma prevede gli interventi di tre luminari nei rispettivi settori: il dott. Piero Angelo Bonati, geriatra Area anziani - Dipartimento cure primarie Ausl - Distretto di Parma, Elena Bortolomiol, referente italiana del modello Gentlecare, e l’architetto Enzo Angiolini, Progettista specializzato in strutture assistenziali.
“L’obiettivo principale che l’Amministrazione dell’Asp si propone con la prossima apertura del Centro diurno per l’accoglimento di persone affette da morbo di Alzheimer e demenza senile – premette la presidente del Consiglio di amministrazione, Daniela Corso - è quello di offrire ai pazienti e loro famigliari “care givers” risposte adeguate ai loro bisogni in un ambiente appositamente progettato per le necessità proprie della malattia”.
L’auspicio è quello di un “fattivo coinvolgimento” anche di altri attori facenti parte del circuito socio sanitario, quali Azienda sanitaria, Ambito socio assistenziale, Associazioni di volontariato e di categoria, in quanto “soggetti legati tutti da un comune denominatore rappresentato dalla malattia  e dalle sue ricadute”.
Obiettivo prioritario dell’Asp è fornire agli operatori che dovranno assistere le persone ammalate e dare supporto ai loro care givers una “visione completa di quello che rappresenta la malattia dovuta alla demenza”. I destinatari del seminario dell’11 ottobre sono infatti gli operatori assistenziali e socio sanitari dell’Asp, i medici di medicina generale, i responsabili del Distretto sanitario e dell’Ambito.
Attualmente nella cura delle persone anziane, in particolare affette da demenza e/o Alzheimer, “l’approccio di assistenza può essere distinto in due modelli principali. Il primo – spiega il geriatra Piero Angelo Bonati - è quello cosiddetto tradizionale, caratterizzato dalla cura dei sintomi, l’enfatizzazione della efficienza, da uno staff emotivamamente distaccato, dalla valutazione quantitativa. Il secondo, invece, è quello protesico basato fondamentalmente sulla comprensione dei problemi, l’enfatizzazione dei valori umani, con uno staff emotivamente coinvolto che applica strategie non invasive dove la valutazione qualitativa tende ad enfatizzare le abilità residue del singolo in una alleanza tra lo staff e la famiglia”.
In questa prospettiva “la progettazione dell’ambiente per i soggetti affetti da demenza possiede la stessa dignità scientifica della terapia farmacologica. L’ambiente, quindi, ha un ruolo strategico per le scelte terapeutiche ed assistenziali – sottolinea il dottor Bonati -. Dotato di caratteristiche di plasticità e flessibilità, può fornire un valido sostegno protesico ai deficit della persona assistita, facilitando al tempo stesso l’attività del caregiver perché, se non si può pensare di cambiare la storia naturale della malattia, si potrà ad esempio ridurre alcuni sintomi quali i problemi del comportamento e rallentare il declino delle funzioni”.
Il Gentlecare è un approccio centrato sulla persona. “In base a questo modello – spiega Elena Bortolomiol -, diventano aspetti importanti di ogni trattamento o approccio, non solo la risoluzione o la compensazione dei sintomi ma il benessere, la soddisfazione, la partecipazione e la qualità della vita della persona coinvolta”. L’ambiente cerca così di avvicinarsi quanto più possibile ad una casa, “dove si cura e si rispettano il più possibile le esigenze della persona malata, che vive in questo ambiente, la maggior parte delle volte, per tutta la vita”.
La quotidianità “viene riempita di attività estremamente significative per la persona malata, le cui attività vengono improntate sui ruoli e sulle attitudini che hanno ne caratterizzato la vita, verificando che la persona, in parte, possa svolgerle effettivamente traendone tranquillità ed utilità nella gestione del tempo quotidiano ritmato dalla demenza”.
Sotto questa angolazione, ben si inserisce il Gruppo Ottima Senior che da anni si occupa di progettazione e organizzazione di servizi per anziani in una prospettiva d'insieme: dalla progettazione alla ristrutturazione, dall'organizzazione dello spazio alla scelta dei materiali, dallo studio dell'illuminazione più adeguata alla scelta dei colori degli ambienti e tipologia degli arredi, dal progetto di gestione ai percorsi formativi per il personale. Solamente un progetto multidisciplinare ed integrato, concepito nella sua totale complessità e affidato ad un'unica regia, può garantire risultati efficaci e su misura, tanto più in un ambito dove regna molta frammentarietà. Ecco perché Ottima Senior promuove e realizza progetti basati sull’integrazione tra diverse professionalità, tratto specifico che rende il Gruppo una realtà unica in Italia.
Il programma dei lavori dell’11 ottobre prevede nell’ordine gli interventi di Elena Bortolomiol, referente italiana del modello Gentlecare, “Come adattare l’ambiente alle esigenze della persona malata: il metodo Gentlecare”; dell’arch. Enzo Angiolini, progettista specializzato in strutture assistenziali, “Spazi, luci e colori per una migliore qualità della vita nell’assistenza”; e del dott. Piero Angelo Bonati, geriatra Area Anziani - Dipartimento Cure Primarie Ausl - Distretto di Parma, nonché presidente Associazione Geriatri extraospedalieri geriatria territoriale italiana sezione Emilia Romagna, “La riorganizzazione dell’ambiente come strategia di cura”.

sabato 9 giugno 2007

Riceviamo da "La vita cattolica"

Interventi del Vicario Foraneo di Porpetto, del direttore del Consiglio Pastorale di San Giorgio e della direttrice del Consiglio Pastorale di Torviscosa:
diritto alla salute, innovazione,occupazione locale...


CONIUGARE DIRITTO alla
salute con il diritto
al lavoro, potendo
contare su organi di
controllo indipendenti.
Questa, secondo don Livio
Carlino, parroco di San Giorgio
di Nogaro e vicario foraneo di
Porpetto, la via da seguire nel
decidere se consentire o no,
nella Bassa friulana, l’insediamento
di nuove attività industriali
a forte impatto ambientale
e rischio inquinamento.
Dalla vicenda del cementificio
di Torviscosa all’ipotizzata
vetreria dell’Aussa Corno, all’inceneritore
richiesto dalla
Siderurgica, sempre dell’Aussa
Corno, fino alla grande questione
infrastrutturale legata
alla Tav, l’alta velocità ferroviaria,
alla terza corsia dell’autostrada
A4, per non parlare poi
delle ipotesi di nuove discariche
nella zona di Trivignano, la
Bassa friulana sarà nei prossimi
mesi oggetto di decisioni
che rischiano di accrescerne
l’inquinamento ambientale,
soprattutto in un territorio che
di problemi di questo genere
ne ha già molti, a partire dall’inquinamento
della laguna.


Un tema che preoccupa la
Chiesa locale, già intervenuta
sulla vicenda del cementificio
qualche mese fa.
«Occorre innanzitutto – afferma
don Carlino – tenere
presente la salvaguardia dei diritti
delle persone: quello alla
salute, come anche quello al
lavoro». Ma per poter valutare
bene, puntualizza ancora don
Carlino, «è molto importante
che gli organi preposti alla valutazione
di questi progetti
sappiano dare indicazioni precise
e chiare, senza lasciarsi influenzare,
che siano, cioè, indipendenti.
Mentre purtroppo a
volte vediamo relazioni negative
cui seguono pareri positivi,
come accaduto nel caso del cementificio.
Manca forse un po’
di chiarezza, da parte di tutti».
Il foraneo di Porpetto, prosegue
affermando che «certamente
la Bassa sta soffrendo una
situazione di eccessiva presenza
di industrie inquinanti.
Bisogna cercare un’industrializzazione
compatibile con la
nostra realtà. Già con l’entrata
a pieno regime della centrale
turboelettrica di Torviscosa ci
saranno maggiori uscite inquinanti.
Dovesse entrare in funzione
la vetreria ce ne sarebbero
ulteriori».
Don Carlino precisa di non
essere un tecnico, «per cui non
posso dire cementificio sì oppure
no, Tav sì oppure no. Il
problema di fondo è che, nelle
scelte, si tenga conto dei diritti
delle persone che devono poter
vivere in un ambiente sano,
trovando uno sviluppo industriale
compatibile con il diritto
alla salute dei cittadini».
Inoltre, prosegue il vicario
foraneo, «prima di pensare a
nuovi sviluppi occorre anche
rimettere l’ambiente a posto. A
Porto Nogaro abbiamo dietro
la chiesa il porto vecchio inquinato
da mercurio. Chi lo
mette a posto? Se non risolviamo
prima determinate situazioni,
non possiamo pensare
ad altro».
Ovviamente, ammette don
Carlino, «non si può rinunciare
al passato: l’area industriale
dell’Aussa Corno esiste. Bisogna
quindi andare avanti, ma
con determinate attenzioni. E
in questo senso ribadisco l’importanza
che gli organi di controllo
siano indipedenti, mentre
purtroppo questo non sempre
succede».
San Giorgio.


IL CEMENTIFICIO «rappresenta l’innovazione
di cui parla il presidente
Illy»?
A chiederselo è il direttore del
consiglio pastorale di San Giorgio di
Nogaro, Antonio Taverna.
Tavena nota come «se affrontiamo
ciascuna di queste "emergenze" separatamente,
dal cementificio alla vetreria,
ecc, non ne veniamo fuori. Si resta
sempre un po’ spiazzati tra pro e contro.
Dobbiamo invece ricordare che il
nostro territorio dagli anni ’30 ha cominciato
ad essere "terra di conquista"
». Il risultato «è che qui abbiamo
una percentuale di tumori più alta rispetto
alla media provinciale. Inoltre,
da uno studio in corso, sembrerebbe
che anche i bambini con sindrome di
Down qui nascano in numero maggiore
». Il direttore del consiglio pastorale
poi si chiede se veramente questo
tipo di sviluppo serve al territorio, «visto
che la forza lavoro necessaria per
vetrerie e cementifici qui non c’è: abbiamo
manodopera qualificata, diplomata
e laureata. Però, finché non
ci sarà una regia regionale che abbia
un’idea di sviluppo, gli amministratori
saranno sempre alla mercè delle
singole proposte». «Infine – conclude
Taverna – come cristiani non possiamo
non pensare che il creato ci è stato
dato e noi dobbiamo migliorarlo».


VA BENE L’OCCUPAZIONE, «ma se
mettiamo sull’altro piatto
della bilancia il discorso ambientale,
non abbiamo un equilibrio
». Ad affermarlo è Lucia Piovesan,
direttore del consiglio pastorale
di Torviscosa. «Qui abbiamo strade
– prosegue Piovesan – che se va in
porto il cementificio saranno penalizzate
in modo insostenibile».
Ed anche l’occupazione, poi, non
sembra un agromento molto forte per
i cittadini di qui: «I posti di lavoro che
verranno da un cementificio o da una
vetreria certamente non saranno per
persone di Torviscosa. Se una volta alla
Snia lavoravano tutti gli abitanti di
Torviscosa, ora alla Caffaro se ci lavora
un terzo è già tanto. In questo tipo
di industrie ci lavoreranno per lo più
immigrati. Benissimo, però allora
dobbiamo anche domandarci come li
facciamo lavorare e si pone il problema
dei servizi sociali che al momento
sono inadeguati».
Piovesan poi analizza i problemi
ambientali e ricorda che «ogni realtà
che si vuole insediare dà sempre tutte
le assicurazioni di carattere ambientali,
ma poi si sa che, in Italia, tra il dire
e il fare c’è molta acqua in mezzo».
Ecco allora «la massiccia contrarietà
dei cittadini, perché si sentono
un po’ presi in giro».

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

The Chosen ...é sufficiente per me...posso fare molto con questo ..

Ed egli disse: «Portatemeli qui». E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull'erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occ...