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lunedì 10 giugno 2019

[Agenzia Fides] Newsletter Fides del 10-06-2019

AFRICA/SUDAN - I leader religiosi africani condannano la brutale repressione delle proteste in Sudan
 
Khartoum (Agenzia Fides) – Sono 4 i morti del primo giorno di protesta a Khartoum per indurre il Consiglio militare transitorio, che ha rimpiazzato il Presidente Omar El Bashir ad aprile, a cedere il potere a un governo civile. Secondo fonti dell’opposizione, sono almeno 118 i morti dal sanguinoso blitz del 3 giugno contro il sit-in dei manifestanti a Khartoum. La protesta hanno portato alle dimissioni e all’arresto di Bashir ma la giunta militare che ha preso il potere non vuole cederlo ai civili.
La repressione delle dimostrazioni pacifiche è stata duramente criticata dall’African Council of Religious Leaders -Religions for Peace (ACRL-RfP) in una dichiarazione firmata da parte cattolica da Sua Eminenza il Cardinale John Onaiyekan, Arcivescovo di Abuja (Nigeria) e Copresidente dell’ACLR-RfP. “Condanniamo la risposta del Consiglio militare di transizione alle proteste pacifiche in corso sulle strade di Khartoum. Il brutale uso della forza per disperdere i manifestanti pacifici a Khartoum è davvero scioccante e tragico” afferma il comunicato giunto all’Agenzia Fides che denuncia “le violenze fisiche, l'uso di munizioni letali, il prendere di mira i centri sanitari e la detenzione senza processo di attivisti e manifestanti alla ricerca di libertà di espressione”. “Siamo solidali con loro” affermano gli estensori del messaggio. “Facciamo appello ai militari sudanesi di fermare gli attacchi ai centri sanitari, sostenere lo Stato di diritto e liberare tutte le persone detenute senza processo”.
Il messaggio si conclude lanciando un appello al dialogo tra il Consiglio militare transitorio e l'alleanza dell’opposizione in Sudan per riportare la pace in Sudan e creare le condizioni perché di formi un governo che risponda ai bisogni della popolazione. (L.M.) (Agenzia Fides 10/6/2019)
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ASIA/CAMBOGIA - Il Vicario Apostolico di Phnom Penh ai cresimandi: "Vivere la Buona novella e condividerla"
 
Phnom Penh (Agenzia Fides) - "Siamo qui per celebrare la vita che Dio ci dona nel suo Santo Spirito. Pace e gioia, perdono e fede, amore e verità dimorino in noi e ci conducano verso Dio nostro Padre che ci ama così tanto. Il Sacramento della Confermazione che impartirò a 20 giovani e adulti cambogiani, coreani e filippini, ci ricorda la nostra missione di battezzati: vivere la Buona novella e condividerla": è quanto ha detto il Vescovo Olivier Schmitthaeusler, Vicario apostolico di Phnom Penh, nella messa di Pentecoste, celebrata nella capitale cambogiana, davanti a una assemblea di oltre 2.000 fedeli, in cui ha amministrato il sacramento della Cresima a giovani di diverse nazionalità.
Nell'omelia, inviata dal Vicario all'Agenzia Fides, Mons. Schmitthaeusler ha citato l'esperienza della torre di Babele come "l'anti-Pentecoste", un momento in cui “gli uomini vogliono diventare più grandi e più forti di Dio”, mentre "lo Spirito ci dà di comprenderci l'un l'altro in diverse lingue perché Dio vive in ognuno di noi e ci unisce nel suo infinito amore". "L'uomo è stato creato da Dio per vivere con Dio nel più intimo di se stesso. La torre di Babele voleva distruggere questa intima vocazione dell'uomo" ha aggiunto.
Ha continuato il Vicario: "Ogni vita umana è tabernacolo della presenza di Dio. La vita di Dio abita in noi. Siamo un piccolo tabernacolo della presenza di Dio. Gli apostoli spaventati hanno visto lingue di fuoco sulle loro teste. Vediamo queste piccole luci rosse brillare nei nostri cuori e nei nostri occhi? Lo Spirito di Dio è in noi”. Mons. Schmitthaeusler ha poi ricordato che nel sacramento della Confermazione "lo Spirito Santo si unisce con il nostro spirito fragile e debole in modo che la nostra vita sia illuminata dalla presenza di Dio", donando a ciascuno "responsabilità, coraggio, forza, saggezza, desiderio di compiere la volontà di Dio". "La vita è sacra, ogni respiro della vita è il respiro di Dio. Apriamo i nostri cuori e le nostre mani agli altri, costruiamo questa famiglia fraterna e unita dalla presenza divina" ha esortato.
Il Vicario ha poi sottolineato la consapevolezza missionaria, dato che "l’Amore infinito dilata i nostri cuori e ci invia", invitando i credenti a lasciare la propria zona di confort, in famiglia, in parrocchia, "per andare nelle strade, ai nostri vicini, ai senzatetto e ai non amati", laddove la vita umana è umiliata o maltrattata.
Il 26 maggio scorso il Vescovo ha anche celebrato il rito della Cresima per 30 candidati nella chiesa di San Pietro a Po Thom, chiedendo ai fedeli di porsi delle domande: "Come promuovere lo sviluppo della Chiesa e della società?". In forza del Sacramento della Confermazione, ha rimarcato, "dobbiamo trovare un modo per impegnarci nella società, per stabilire relazioni con tutta l'umanità, per vivere con amore, sincerità e giustizia, per prenderci cura degli emarginati, per creare un'unica grande famiglia”. (PA) (Agenzia Fides 10/6/2019)
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AMERICA/HAITI - I Vescovi dopo gli scandali della corruzione generalizzata: “è il momento di un vero cambiamento radicale”
 
Port au Prince (Agenzia Fides) – Migliaia di haitiani sono scesi ieri nelle strade della capitale chiedendo le dimissioni del Presidente di Haiti, Jovenel Moïse, responsabile secondo la Corte dei Conti della cattiva gestione e della sparizione dei fondi della PetroCaribe. Infatti pochi giorni fa la Corte dei conti ha pubblicato un rapporto di oltre 600 pagine sulla gestione di PetroCaribe, un programma di sviluppo sponsorizzato dal Venezuela, che ha portato alla luce numerosi casi di gestione irregolare dei fondi e di corruzione per migliaia di dollari.
La Conferenza episcopale di Haiti (CEH) ha reagito con tono energico dinanzi a questo nuovo caso di cattiva gestione: “Abbiamo letto con cautela e costernazione i due rapporti di revisione emessi dalla Corte superiore dei conti e dell'Amministrazione del Contenzioso (CSC/CA) sulla gestione dei progetti finanziati dai fondi PetroCaribe” si legge nella nota dei Vescovi inviata a Fides.
“Questi proiettano una luce nitida e travolgente sulla grandezza sconcertante e sulla gravità del male della corruzione nei suoi vari meccanismi politici e operativi. La corruzione generalizzata diventa un male endemico, un fatto degradante, una rapina organizzata. È diventata una vera piaga sociale che affligge le nostre istituzioni e quindi mina seriamente, sia da un punto di vista etico che economico, lo sviluppo del nostro paese.”
“Il popolo haitiano – prosegue il testo - si aspetta che queste due relazioni di controllo emesse dalla CSC/CA abbiano un seguito. Nella sua rabbia e furia per questo vasto scandalo di corruzione che raggiunge o abbatte le vette più alte dello Stato, chiede che si tenga il processo PetroCaribe.”
I Vescovi haitiani deplorano che “il nostro paese sia sistematicamente impoverito dalla sconcertante avidità di certi leader rapaci e inconsapevoli che non tengono conto della difficile situazione delle persone in difficoltà. Tali leader non aiutano il progresso o lo sviluppo del paese. La popolazione haitiana sta subendo le conseguenze [...] dannose di questi atti [...] perché l'instabilità politica che sta imperversando ad Haiti e il comportamento indegno dei politici, stanno per inaugurare nel paese ‘l'era dell'ubriachezza omicida senza limiti’ e stiamo assistendo - in quasi tutti i settori della vita nazionale - a una specie di violenza multiforme da cui nessuno è immune.”
Quindi il testo dei Vescovi ricorda che “il tempo non serve per liquidare i conti, ma per la responsabilità. È giunto il momento per il cambiamento, un vero cambiamento radicale ... Chiediamo al popolo di distinguere coloro che stanno davvero cercando il loro bene. Perché le cose cambino, sono necessari, a tutti i livelli di potere e di uffici pubblici, donne e uomini nuovi nella loro mentalità, nella loro coscienza professionale e nella loro competenza. Questo è il motivo per cui il nostro intervento intende mettere i protagonisti politici di fronte alle loro responsabilità. Li esortiamo a rimediare alle ingiustizie sociali, a presentarsi alla giustizia del paese, se è il prezzo da pagare per ripristinare l'autorità morale dello Stato e dei suoi governanti".
La nota porta le firme di Mons. Launay Saturné, Vescovo di Jacmel, Presidente della CEH e di tutti i Vescovi della CEH.
(CE) (Agenzia Fides, 10/06/2019)
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AMERICA/ARGENTINA - Ucciso un diacono permanente
 
Lomas de Zamora (Agenzia Fides) – La diocesi argentina di Lomas de Zamora, sotto la guida del suo Vescovo, Mons. Jorge Rubén Lugones, S.J. prega per l'eterno riposo del diacono permanente Guillermo Luquín, riferimento pastorale nelle parrocchie carmelitane di Lomas e Banfield Este, in particolare a Nuestra Señora del Carmen, ucciso nella sua abitazione.
Guillermo Luquin, nato il 5 agosto 1966, era stato ordinato diacono il 19 ottobre 2002 dall'allora Vescovo diocesano, Mons. Agustín Radrizzani. La sua opera era molto apprezzata dai fedeli della comunità di El Carmen e El Buen Pastor (Banfield), dove ad aprile ha guidato quella parrocchia in attesa della nomina di un nuovo parroco.
Fides ha ricevuto la tragica notizia e gli apprezzamenti sul lavoro del diacono attraverso i social media. La stampa locale, che dedica molto spazio alla cronaca, aspetta il rapporto della polizia che in un primo intervento ha segnalato soltanto che il diacono è stato trovato morto con una ferita al collo nella sua abitazione del quartiere Villa Galicia. La polizia ha riferito che sembra sia stato ucciso all’alba di domenica 9 giugno.
Secondo informazioni fornite dalla diocesi, il lavoro dei diaconi permanenti, 75 nella diocesi, è molto apprezzato per l'aiuto che offrono in un territorio molto diversificato della "grande Buenos Aires".
(CE) (Agenzia Fides, 10/06/2019)
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OCEANIA/PAPUA NUOVA GUINEA - Nomina del Rettore del Seminario interdiocesano “Good Shepherd” nell’arcidiocesi di Mount Hagen
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Il Card. Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, il 22 febbraio 2019 ha nominato Rettore del Seminario interdiocesano “Good Shepherd” nell’arcidiocesi di Mount Hagen, in Papua Nuova Guinea, il rev. Raphael Moka Mel, dell’arcidiocesi di Mount Hagen.
Il nuovo Rettore è nato il 20 marzo 1971 a Rogley (Penda), Dei District, nell’arcidiocesi di Mount Hagen, ed è stato ordinato sacerdote il 22 novembre 2000. Dopo aver frequentato il “Good Shepherd” Seminary ed il Catholic Theological Institute, ha conseguito la licenza in Missiologia alla Pontificia Università Urbaniana. Dopo l’ordinazione è stato viceparroco e parroco in comunità diverse, oltre che direttore diocesano delle vocazioni. E’ stato vicerettore, decano accademico e docente al “Good Shepherd” Seminary. (SL) (Agenzia Fides 10/6/2019) 

lunedì 9 maggio 2016

Bollettino Agenzia Fides di lunedì 9 maggio 2016

AFRICA/TANZANIA - Chiesa cattolica incendiata: terzo luogo di culto cristiano dato alle fiamme dall’inizio dell’anno
 
Dar es Salaam (Agenzia Fides) - Una chiesa cattolica è stata data alla fiamme nel nord-ovest della Tanzania. Si tratta della chiesa di Nyarwele, nella regione di Kagera, nell’estremo nord-ovest della Tanzania, al confine con Uganda, Burundi e Rwanda.
Secondo notizie solo ora pervenute all’Agenzia Fides, il fatto è avvenuto il 2 maggio. Secondo i testimoni le fiamme hanno distrutto tra l’altro documenti della parrocchia, sedie, panche, libri liturgici e il generatore.
Si tratta del terzo luogo di culto cristiano dato alle fiamme nell’area dall’inizio dell’anno. Negli ultimi quattro mesi sono stati bruciati un tempio della Tanzania Assemblies of God ed uno Pentecostale. Nel settembre 2015, sempre a Kagera, erano state bruciate nel giro di una settimana ben sei chiese, tra cui quella cattolica di Kitundu.
“Quelli che pensano che distruggendo le nostre chiese non pregheremo più, si sbagliano...c’è un grande albero vicino alla chiesa e continueremo a riunirci lì per pregare” ha detto don Fortunatus Bijura, uno dei sacerdoti che operava nella chiesa distrutta.
Sua Ecc. Mons. Almachius Vicent Rweyongeza, Vescovo di Kayanga, la diocesi sotto la quale ricade Nyarwele, ha invitato tutti alla calma e alla collaborazione con le autorità di polizia per portare di fronte alla giustizia gli autori di questi crimini. (L.M.) (Agenzia Fides 9/5/2016)
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AFRICA/NIGERIA - Massacri nel sud-est: “c’è chi soffia sul fuoco dello scontro religioso” avverte il Card. Onaiyekan
 

Abuja (Agenzia Fides) - “C’è un vento terribile che soffia nel nostro Paese. Ci sono così tante persone che stanno alimentando le fiamme della discordia e dell’odio che sta diventando molto difficile predicare l’unità e il naturale amore reciproco, mentre alcuni già prevedono uno scontro tra cristiani e musulmani”. È il grido d’allarme lanciato dal Card. John Onaiyekan, Arcivescovo di Abuja, dopo i recenti massacri attribuiti a pastori Fulani nel sud-est della Nigeria (vedi Fides 2/5/2016).
Riferendosi ai massacri il Card. Onaiyekan ha affermato: “Vi sono persone che interpretano gli scontri tra pastori e agricoltori come la linea del fronte della battaglia. Alcuni stanno affilando i coltelli per essere pronti alla battaglia decisiva”. Il Cardinale ha sottolineato che “una delle responsabilità primarie del governo è quella di garantire la sicurezza della vita e delle proprietà di tutti i nigeriani; questo significa che quando hai gruppi di persone, che siano pastori o sequestratori, o banditi armati, il governo deve trovare i modi per sconfiggerli”.
“Grazie a Dio - ha rimarcato - ci sono tanti nigeriani che credono che non siamo condannati ad ucciderci l’un l’altro e che c’è la speranza di vivere insieme”. Un fatto che il Cardinale Onaiyekan ricorda sempre quando si trova all’estero. “Vado in giro per il mondo a dire che in Nigeria abbiamo non meno di 80 milioni di cristiani e 80 milioni di musulmani che vivono insieme, giorno per giorno”.
Il Cardinale ha ricordato che mali comuni, come Ebola o la corruzione, colpiscono indistintamente tutti i nigeriani, a qualunque religione appartengano, così ci sono ladri e corrotti tra i cristiani come tra i musulmani. “Tutti noi soffriamo a causa della corruzione. Abbiamo il compito comune di chiedere con insistenza un buon governo e l’onestà di chi ci governa. Per questo, dobbiamo unirci e affrontare insieme le sfide comuni” ha concluso. (L.M.) (Agenzia Fides 9/5/2016)
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ASIA/FILIPPINE - La Chiesa agli elettori: “Pensate a Cristo al momento del voto”
 
Manila (Agenzia Fides) – Tenere Cristo nei pensieri, mentre si esprime il voto per le elezioni politiche di oggi, 9 maggio: è l’esortazione rivolta agli elettori dalla Chiesa filippina in occasione della Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, celebrata ieri. “Esercitando il nostro sacro dovere del voto, pensiamo sempre a Cristo prima di parlare, di comunicare, di agire” ha detto p Chris Arthur Militante, portavoce dell'Arcidiocesi di Palo. Concorda suor Gemma Ria Dela Cruz, delle Figlie di San Paolo, invitando a “mettere l'amore e la misericordia di Cristo al centro dell’importante esercizio politico di quest'anno”, seguendo il criterio della “verità nella carità” come guida per gli elettori nella scelta i leader nazionali.
“Urge votare per la pace. Il voto per la pace significa la scelta di candidati che lavoreranno per una pace giusta e duratura” e “che vedono il servizio pubblico come mezzo per lavorare per il bene comune”, hanno aggiunto i leader dell’organizzazione Philippine Ecumenical Peace Platform (PEPP), che riunisce enti cristiani di diverse confessioni. Il forum segnala quegli uomini che “sappiano affrontare le sfide della giustizia sociale e la necessità di riforme socio-economiche fondamentali, toccando i temi della povertà e della disuguaglianza, radici del conflitto armato nel Sud del paese”.
Nei giorni scorsi anche il Card. Luis Antonio Tagle, Arcivescovo di Manila, nel corso di una Messa nella Cattedrale di Manila, ha ribadito che “l'elezione di un candidato è una benedizione che porta con sé una grande responsabilità”. L’eletto è chiamato a “realizzare i sogni della gente e il bene comune”. La Chiesa ha proposto a tutti candidati la firma di una simbolica convenzione che li impegna a essere “veritieri, responsabili, trasparenti e onesti”. (PA) (Agenzia Fides 9/5/2016)
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ASIA/IRAQ - Il Patriarca Luis Raphael I scrive alla diocesi caldea in Usa: i sacerdoti emigrati senza permesso riflettano sulla propria vocazione
 
Baghdad (Agenzia Fides) – Dividere il corpo ecclesiale in gruppi separati è “un peccato grave”, in un momento in cui la Chiesa caldea è sollecitata anche dalle drammatiche circostanze storiche a custodire con particolare cura l'unità. Per questo, anche le comunità in diapora che appartengono all'eparchia di san Pietro dei Caldei, con sede a San Diego, in California, sono chiamate a camminare sulla via della riconciliazione, e approfittare della nomina del nuovo Amministratore apostolico per favorire il ritorno al proprio “eccellente inizio”. Così il Patriarca Louis Raphael I si rivolge ai sacerdoti, ai religiosi e ai fedeli della diocesi caldea negli Usa, nella lettera in cui annuncia anche la nomina come loro Amministratore apostolico sede vacante dell'Arcivescovo Shlemon Warduni, Vescovo ausiliare di Baghdad, in attesa che il Sinodo caldeo proceda all'elezione del nuovo Vescovo, dopo che sabato 7 maggio Papa Francesco ha accettato la rinun cia al governo pastorale dell'Eparchia presentata da Mons. Sarhad Jammo.
Nel messaggio inviato all'eparchia di San Pietro dei Caldei a San Diego, il Patriarca si rivolge in particolare alla "coscienza" dei monaci e sacerdoti caldei che dall'Iraq si sono trasferiti negli Usa senza il consenso dei propri superiori. Il Patriarca li invita a riflettere sulle proprie responsabilità di persone consacrate a Cristo, e a liberarsi da tutti gli ostacoli che gli impediscono di compiere la loro missione, a cominciare dalla tentazione di mantenere posizioni comode e di prestigio. "Per favore”, ripete il primate della Chiesa caldea, “non permettete a nessuno di separarvi dalle vostre diocesi e dai vostri monasteri d'origine... Il vostro futuro consiste nell'affidarsi al Signore, per rendere testimonianza a Cristo non solo a parole, ma con l'esempio, rinnegando voi stessi, amando e servendo la vostra gente, a partire da chi è nel bisogno”.
La vicenda dei monaci e dei sacerdoti diocesani che hanno lasciato le proprie diocesi e comunità religiose in Iraq per emigrare e trasferirsi all'estero senza il consenso dei superiori è da lungo tempo al centro della sollecitudine pastorale del Patriarcate caldeo e del Sinodo caldei. “Dobbiamo vivere e morire nel luogo dove Dio ci chiama” aveva scritto il Patriarca Luis Raphael in un messaggio dedicato a questo problema pastorale già nel settembre 2014 (Vedi Fides 23/9/2014). Sacerdoti e religiosi – si leggeva già in quel proninciamento patriarcale, rilanciato dall'Agenzia Fides - “non devono avere come aspirazione la ricerca di condizioni di vita confortevoli, ma servire i fratelli seguendo Cristo, anche accettando di portare la croce, quando ciò viene richiesto dalla circostanze. Per questo nessuno può abbandonare la propria diocesi o la propria comunità religiosa senza l'approvazione formale del Vescovo o del proprio superiore, secondo quanto è stato ribadito anche in occasione del Sinodo dei Vescovi caldei tenutosi nel giugno 2013”. (GV) (Agenzia Fides 9/5/2016)
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ASIA/CAMBOGIA - Nell’Anno del Giubileo 111 battesimi e 80 catecumeni
 
Phnom Penh (Agenzia Fides) – Sono 111 i nuovi battezzati che arricchiscono la Chiesa cambogiana nell’Anno della Misericordia, e 80 i catecumeni ammessi, durante il tempo di Quaresima, a camminare nella comunità preparandosi al Sacramento del battesimo: lo riferisce all’Agenzia Fides il Vicariato apostolico di Phnom Penh, guidato dal Vescovo Olivier Schmitthaeusler. I 111 nuovi fedeli hanno ricevuto il battesimo durante la Veglia pasquale, nella cattedrale di Phnom Penh, per la grande gioia della intera comunità.
Il cammino giubilare è stato segnato, riferisco il Vescovo, da diversi momenti molto importanti, come il ritiro spirituale sul tema della misericordia, a cui hanno preso parte circa 500 fedeli provenienti dai diversi settori pastorali del Vicariato. Mons. Olivier, parlando ai presenti, si è soffermato sul tema della grazia. “La grazia è dono di Dio. La grazia è la compassione. Dio aspetta, accoglie e perdona l'umanità sempre. La grazia ci ispira a vivere una vera conversione del cuore con la misericordia e la giustizia”. Il Vescovo ha esortato i fedeli a mettere in pratica le opere di misericordia corporali e spirituali, inviando anche un messaggio ai parroci perché continuino a sollecitare le loro comunità per praticarle insieme, in forma comunitaria.
Nella lettera pastorale diffusa all’inizio del Giubileo straordinario, il Vicario apostolico aveva invitato a vivere l’Anno della Misericordia all'insegna di opere di carità ispirate dal Vangelo del Buon Samaritano e compiendo almeno un pellegrinaggio. (PA) (Agenzia Fides 9/5/2016)
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ASIA/EMIRATI ARABI - Il Catholicos Aram I inaugura la scuola e il Centro culturale armeno a Abu Dhabi
 
Abu Dhabi (Agenzia Fides) – Centinaia di immigrati armeni che lavorano negli Emirati Arabi Uniti hanno preso parte, sabato 7 maggio, all'inauguraizone ufficiale del nuovo Centro culturale armeno, situato nell'area di Musaffah, a Abu Dhabi, e annesso alla prima chiesa armena apostolica inaugurata nella capitale degli Emirati nel dicembre del 2014. All'inauguarazione del Centro, cha rappresenterà d'ora in poi un importante punto di riferimento per la vita culturale e sociale dei cristiani armeni presenti nel Paese, ha preso parte anche lo Sheikh Nahyan Bin Mubarak Al Nahyan, Ministro della cultura, insieme al Catholicos armeno della Grande Casa di Cilicia Aram I. Rivolgendosi ai presenti, il Ministro Nahyan ha voluto sottolineare che il luogo di culto, e ora il Centro culturale ad esso collegato, rappresentano una conferma che “la tolleranza e il rispetto delle altre fedi sono pilastri fondamentali del nostro Paese, possono convivere in pace e sicurezza”. In occasione dell'inaugurazione, fonti locali hanno rilanciato le affermazioni di padre Mesrob Sarkissian, responsabile delle comunità armene apostoliche locali, secondo il quale gli armeni negli Emirati Arabi sono almeno 10mila. (GV) (Agenzia Fides 9/5/2016). 
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AMERICA/ARGENTINA - Incontro delle diocesi di frontiera di 4 paesi dedicato all’ambiente e ai cambiamenti climatici
 
El Paso (Agenzia Fides) – Si apre oggi, 9 maggio, e si concluderà l’11 maggio, il 31° Incontro delle “Diocesi di frontiera” che vedrà riunite un centinaio di persone tra Vescovi, sacerdoti, religiose e laici di quattro nazioni: Argentina, Paraguay, Brasile e Uruguay. La riunione si svolge al Paso de la Patria, località nota come El Paso, nella provincia argentina di Corrientes, e analizzerà i problemi pastorali comuni alle circoscrizioni ecclesiastiche di frontiera delle quattro nazioni. Quest’anno il tema scelto è quello dell’ambiente, seguendo la recente enciclica “Laudato Sì”.
Secondo le informazioni pervenute a Fides, i partecipanti discuteranno vari temi legati all'ecologia e alla cura dell'ambiente, con tutto ciò che attualmente comportano i cambiamenti climatici nella regione e i problemi che interessano l'area. Tra le altre questioni da affrontare sono evidenziate: la desertificazione, ambiente e sviluppo, il modello agroindustriale argentino, gli impatti sull'economia, l'ambiente, la salute, i conflitti sociali. (SL) (Agenzia Fides 9/05/2016)
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AMERICA/BRASILE - Settimana per l’unità dei cristiani: rispettosi, non solo tolleranti, verso i migranti
 
San Paolo (Agenzia Fides) – In Brasile, come in diversi altri paesi dell’America Latina, la settimana che precede la solennità di Pentecoste è dedicata alla preghiera per l’unità dei cristiani. “Chiamati e chiamate a proclamare le grandi opere del Signore" è il tema scelto per la settimana di quest’anno in Brasile, dall’8 al 15 maggio, che trae spunto dal versetto biblico 1Pt 2,9 richiamando la realtà delle migrazioni. Secondo le informazioni pervenute a Fides, la proposta del tema è del movimento ecumenico della Lettonia, adattata in Brasile dal Movimento Ecumenico Curitiba (MoveC).
Nella lettera dei rappresentanti delle diverse comunità cristiane brasiliane diffusa per la circostanza, si sottolinea che “l'anno 2015 è stato caratterizzato dalle ondate migratorie. Anche all'inizio di quest'anno, abbiamo visto in Europa, migranti e rifugiati disperati alla ricerca di nuove condizioni di vita. I loro paesi sono stati distrutti da guerre e disastri ambientali. Alcuni paesi hanno scelto di chiudere le proprie frontiere per impedire l'ingresso ai migranti. Altri stanno pensando a questa possibilità”.
Quindi evidenziano che “in Brasile, la situazione non è così drammatica come lo è in Europa. Ma anche qui è aumentato il numero di migranti e rifugiati… Purtroppo, nel 2015, alcuni migranti sono stati picchiati e sono stati oggetto di preconcetti. Atteggiamenti razzisti e pregiudizi non sono coerenti con le grandi opere di Dio”. Il testo ricorda che in passato un numero significativo di gruppi etnici è arrivato in Brasile per motivi legati alla fame e alla guerra, trovando qui accglienza e protezione.
“Il battesimo ci chiama al rispetto per i migranti. Più che tolleranti, dobbiamo essere rispettosi – esorta la lettera -. La tolleranza dovrebbe portare al riconoscimento del diritto alla dignità che è insito in ogni essere umano. Siamo chiamati e chiamate a proclamare le grandi opere del Signore! Che questa proclamazione si traduca in atteggiamenti di dialogo, accoglienza e rispetto per quelle persone che vengono nel nostro paese in cerca di nuove opportunità di vita”. (SL) (Agenzia Fides 9/05/2016)
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AMERICA/MESSICO - Nuovi progetti per arginare il fenomeno dei bambini di strada
 
Villahermosa (Agenzia Fides) - Le istituzioni locali dello Stato messicano di Tabasco si stanno unendo per affrontare il problema dei bambini di strada e porre un rimedio tutti insieme. Nonostante esista un Centro di Assistenza per i Minori e gli Adolescenti (CAIMA), creato per offrire tutela sociale integrale a bambini e adolescenti di strada, nelle fascia di età tra 10 e 17 anni, a rischio di farmaco dipendenza, privi del loro ambiente familiare e senza una dimora fissa alla quale fare riferimento, questo non viene utilizzato a causa delle gravi lacune che esistono nella legge. Tra l’altro è previsto che i minori rimangano solo se lo vogliono e le autorità non possono obbligarli. Attualmente al CAIMA ci sono solo 9 bambini. Qui hanno da dormire, vestiti, cibo, assistenza medica, psicologica, laboratori, attività ricreative e culturali, sportive. (AP) (9/5/2016 Agenzia Fides)
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AMERICA - Un anno di zika in America latina
 
Brasilia (Agenzia Fides) - Dalla sua scoperta in Uganda, nel 1947, il virus Zika non era mai uscito dall’Africa fino a quando nel 2007 sono stati registrati 185 casi sospetti in Micronesia, nel Pacifico. L’unico precedente dell’attuale epidemia in America latina è stato registrato nel 2013 nella Polinesia francese. Negli ultimi sette anni sono stati diagnosticati casi sporadici del virus un Cambogia, Thailandia, Indonesia, Nuova Caledonia, Isola di Pasqua (Cile) o Isole Cook.
Dal 7 maggio del 2015 lo Zika ha iniziato a dilagare i 42 Paesi. In Brasile, epicentro dell’epidemia, sono stati confermati 1.168 casi di microcefalia in neonati, anche se i sospetti riferiscono circa 7.150. Inoltre, sono stati riscontrati 246 decessi in aborti o immediatamente dopo il parto a causa dei danni cerebrali. Nel mese di febbraio 2015, un gruppo di medici del nordest del Brasile ha iniziato ad individuare un numero fuori dal normale di pazienti con sintomi simili all’influenza, con febbre, senso di malessere e eruzioni cutanee. A fine marzo, il numero di contagi superava i 7 mila: si trattava del virus Zika. (AP) (9/5/2016 Agenzia Fides) 

lunedì 2 maggio 2016

Bollettino Agenzia Fides del 2 maggio 2016

AFRICA/NIGERIA - “Un massacro annunciato; dove sono le forze di sicurezza?” si chiede il Vescovo di Nsukka dopo la strage del 25 aprile
 
Abuja (Agenzia Fides) - “L'aspetto più doloroso della strage di Nimbo è che è stata annunciata, prevista ed eseguita senza inibizioni, in pieno giorno” afferma Sua Ecc. Mons. Godfrey Igwebuike Onah, Vescovo di Nsukka, nello Stato di Enugu, nel sud-est della Nigeria, in una dichiarazione all’indomani del massacro di almeno una ventina di persone avvenuto nelle prime ore del 25 aprile, nella località di Nimbo nella Uzo-Uwani Local Government Area.
“Ancora?” è la domanda che il Vescovo, nel documento inviato all’Agenzia Fides, riporta ricordando che “si sentono storie simili negli ultimi tempi in diverse parti del Paese, inclusa Abbi, un’altra comunità nella nostra diocesi, anche questa nella Uzo-Uwani Local Government Area”.
Il Vescovo denuncia le carenze della forze di sicurezza che avrebbero facilitato gli attaccanti: “sembra che il governo dello Stato avesse fatto dei tentativi per garantire la sicurezza nella zona prima dell'incidente. Ma ciò che coloro che hanno perso i loro cari (soprattutto i bambini che ora devono affrontare un futuro incerto, perché i loro padri sono state insensatamente uccisi) e tutti noi vogliamo sapere è il motivo per cui le forze di sicurezza hanno effettuato una “ritirata tattica” poco prima l'attacco e il motivo per cui, quando queste sono tornate sul luogo del massacro, non c’è stato alcun tentativo di perseguire e arrestarne gli autori”.
Il massacro è attributo a pastori Fulani: un gruppo di loro avrebbe assalito il 28 aprile, in un’altra località della Nigeria, nello Stato di Edo, l’automobile del Card. John Olorunfemi Onaiyekan, Arcivescovo di Abuja. Secondo Mons. Onah gli assalitori, oltre ad uccidere indiscriminatamente gli abitanti di Nimbo, hanno preso particolarmente di mira le abitazioni dei sacerdoti cristiani, sia quella del pastore protestante (che è stata bruciata) sia quella del parroco cattolico. In quest’ultimo caso solo la mancanza di liquido infiammabile ha impedito al gruppo armato di incendiarla.
Il Vescovo riporta le inquietudini della popolazione locale che si chiede se il gruppo che ha commesso queste atrocità sia costituito solo da pastori Fulani oppure “se Boko Haram è stato effettivamente indebolito, come asserisce il governo di Abuja, o invece si è semplicemente spostato dal nord est-al sud-est”. (L.M.) (Agenzia Fides 2/5/2016)
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AFRICA/NIGERIA - Boko Haram si sta spostando verso sud seguendo il movimento dei pastori Fulani?
 
Abuja (Agenzia Fides) - “I cambiamenti climatici stanno spingendo i pastori Fulani dal nord della Nigeria al sud, ma in questo movimento di popolazione si teme che si siano infilati i combattenti di Boko Haram in fuga dalle stesse aree dalle operazioni dell’esercito” dice all’Agenzia Fides p. Patrick Tor Alumuku, direttore dell’ufficio per le comunicazioni sociali dell’Arcidiocesi di Abuja.
“La questione dei pastori Fulani è una cosa molto seria” dice p. Patrick dopo l’assalto al villaggio di Nimbo (nello Stato di Enugu) del 25 aprile, con la morte di almeno 20 persone, e dell’agguato all’automobile del Card. John Olorunfemi Onaiyekan, Arcivescovo di Abuja, perpetrato il 28 aprile, nello Stato di Edo.
“Le due località sono distanti più di 200 km l’una dall’altra, ma sono sempre nel sud-est della Nigeria” rimarca p. Patrick, facendo capire l’estensione dell’instabilità associata al movimento dei Fulani.
“Il Sahara sta avanzando nel nord della Nigeria, e quest’anno è stato particolarmente duro per i pastori Fulani che stanno scendendo con decine di migliaia di bovini verso sud alla ricerca di acqua e pascoli” dice il sacerdote. “Questo sta alimentando forti tensioni con i contadini nel centro e nel sud del Paese. I Fulani sono armati per difendere le proprie mandrie dai furti di bestiame. Ma i massacri a loro attribuiti negli ultimi tempi nel sud della Nigeria appaiono essere opera di altri gruppi che si nascondano dietro questo movimento di massa di pastori”. “Sempre più nigeriani affermano che i massacri sono compiuti da membri di Boko Haram che si stanno spostando nel sud della Nigeria” conclude il sacerdote. (L.M.) (Agenzia Fides 2/5/2016)
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ASIA/SIRIA - I Vescovi cattolici di Aleppo: partecipiamo alla Passione di Cristo, le nostre sofferenze non saranno vane
 
Aleppo (Agenzia Fides) – “Noi siamo figli della Risurrezione, figli della Speranza, e crediamo fermamente che queste sofferenze non andranno a vuoto: sull'esempio dei Santi e dei Martiri, le uniamo con la Passione di Cristo, perché diventino sofferenze santificate e santificanti, per la pace in Siria e la salvezza della nostra città”. Così i Vescovi cattolici di Aleppo, in un messaggio rivolto innanzitutto ai propri fedeli, offrono parole di consolazione e speranza agli abitanti della città-martire siriana, di nuovo stravolta dal riacutizzarsi del conflitto che dopo poche settimane di tregua è tornato a infierire sulla popolazione civile, sia nei quartieri controllati dal governo che in quelli dove sono insediate le milizie ribelli, con lanci di artiglieria e bombardamente che hanno colpito anche un ospedale gestito da Medici senza Frontiere.
In un messaggio, pervenuto all'Agenzia Fides, i Vescovi cattolici di Aleppo rivolgono il loro grido “alle coscienze di chi progetta e chi esegue questa guerra”, implorando ad alta voce “Basta!” per “amor di Dio” e “per misericordia degli uomini”, per “il grido del sangue dei bambini e dei martiri che sale a Dio” e “per le lacrime delle madri in lutto”.
Nel delirio di morte e violenza che sommerge Aleppo, i Vescovi cattolici esprimono finalmente uno sguardo cristiano alle sofferenze dei propri fratelli nella fede e di tutti i propri concittadini, lontano dalle pose interessate di chi usa anche le sofferenze dei cristiani come armamentario strumentale per battaglie ideologiche, o come pretesto di mobilitazioni e campagne impostate in chiave cultural-politica.
I Vescovi di Aleppo invitano tutti a non lasciarsi “vincere dalla tristezza e dalla disperazione”, e suggeriscono che proprio nella loro misteriosa partecipazione alla passione di Cristo le sofferenze dei cristiani di Aleppo fanno percepire a tutto il mondo qualcosa di come accade nella storia il mistero della salvezza annunciata dal Vangelo. “Questo” riferiscono i Vescovi nel loro comunicato “è il significato più importante della nostra rimanenza in Aleppo”. In questo orizzonte, i Pastori cattolici della città martire siriana rinnovano la consacrazione di Aleppo al Cuore Immacolato di Maria, a colei “che nelle sue apparizioni a Fatima aveva chiesto la consacrazione del mondo al suo Cuore Immacolato per ottenere la pace”. In particolare, nel mese di maggio dedicato a Maria, i Vescovi chiedono ai cattolici di offrire “preghiere, e specialmente il Rosario, nelle nostre chiese per questa intenzione: convertìti a Dio, e supplicando l'intercessione di Ma ria Vergine, Regina della pace, mettiamo il nostro Paese, la Siria e la nostra città di Aleppo sotto la Sua protezione”.
Dell'assemblea dei Vescovi cattolici di Alepo fanno parte l'Arcivescovo siro cattolico Denys Antoine Chahda. l'Arcivescovo greco melchita Jean Clément Jeanbart, l'Arcivescovo maronita Joseph Tobji, l'arcivescovo armeno cattolico Boutros Marayati e il Vescovo caldeo Antoine Audo, insieme al francescano Georges Abou Khazen OFM, Vicario apostolico per i cattolici di rito latino. (GV) (Agenzia Fides 2/5/2016).
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ASIA/PALESTINA - Il Presidente Abu Mazen: abbiamo la missione e il dovere di proteggere la presenza dei cristiani in Medio Oriente
 
Ramallah (Agenzia Fides) - La tutela della presenza cristiana in Palestina e in tutto l'Oriente “è per noi un compito e una missione”: così il Presidente palestinese Abu Mazen ha ribadito il proprio impegno a far tutto il possibile per onorare tale dovere, a vantaggio dell'unità e del bene comune di tutto il popolo palestinese. Il Capo di Stato arabo ha confermato il suo impegno nel messaggio rivolto ai cristiani in occasione della Pasqua, celebrata ieri dalla Chiese che seguono il Calendario giuliano, vissuta in Palestina come festività nazionale.
“Non è un segreto” si legge nel testo diffuso dal leader palestinese “che il destino dei cristiani in Medio Oriente è carico di insidie”, in una spirale che mette a rischio la convivenza, il pluralismo e la libertà religiosa. Per questo – ha rimarcato Abu Mazen – occorre ccontrastare in ogni modo tutti i tentativi volti a indebolire la presenza dei cristiani autoctoni in Terra Santa.
Nel messaggio pasquale, il Presidente palestinese ha voluto sottolineare che la permanenza di una comunità cristiana araba a Gerusalemme è percepita come una ricchezza e un aiuto a vivere in pienezza il pellegrinaggio ai Luoghi Santi anche dai cristiani provenienti da ogni parte del mondo, che visitano la Terra Santa soprattutto in occasione delle solennità liturgiche.
Nel testo presidenziale, tra le novità positive registrate negli ultimi tempi riguardo alla presenza cristiana in Terra Santa, il Presidente palestinese ha ricordato l'accordo globale tra la Santa Sede e lo Stato palestinese, firmato il 26 giugno 2015 e entrato in vigore all'inizio del 2016. (GV) (Agenzia Fides 2/5/2016).
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ASIA/PAKISTAN - Pastorale giovanile con le opere di misericordia
 
Lahore (Agenzia Fides) - “I giovani hanno bisogno di essere coinvolti, di sperimentare la misericordia e di donare la misericordia. Così il Giubileo ha un senso per loro”: lo dice all'Agenzia Fides P. Jahanzeb Iqbal, sacerdote di Lahore, parroco di St. Antony e Direttore del Servizio di Pastorale giovanile dell'arcidiocesi. Con questo spirito e questa certezza p. Iqbal promuove, durante l'intero anno giubilare, uno speciale programma di iniziative in cui “i giovani cattolici praticano le opere di misericordia”. Per iniziativa di p. Iqbal, i giovani si recano regolarmente negli ospedali o nei quartieri più poveri a visitare le famiglie, si impegnano nel servizio della carità che prepara e distribuisce cibo a emarginati, mendicanti, senza tetto della città. “Si va a celebrare la santa Messa e a portare gioia nelle comunità emarginate, e i giovani si intrattengono con i bambini delle famiglie svantaggiate” racconta a Fides il sacerdote. “Questa è una palestra di misericordia che segna la loro vita e la loro esperienza e che rende la misericordia non una parola astratta, ma estremamente concreta: è la vicinanza a ogni essere umano che soffre” prosegue.
I giovani cattolici di Lahore che, nel complesso, sono oltre 50mila, provenienti dalle 26 parrocchie dell'arcidiocesi, hanno accolto con entusiasmo queste iniziative. P.Iqbal sta organizzando anche il viaggio che porterà una delegazione di giovani pakistani alla GMG di Cracovia, evento che i giovani vedono con grande attesa.
“La priorità per i giovani cattolici pakistani è sicuramente l'istruzione, soprattutto quella molto qualificata, dato che, terminata la scuola superiore, ben pochi di loro riescono a sostenere i costi di iscrizione all'università, vista l'impossibilità delle loro famiglie” spiega. Inoltre, e conclude, si opera per il dialogo e la pace, per formare cittadini consapevoli, pronti a costruire legami di armonia e riconciliazione nella società, soprattutto con i giovani musulmani. (PA) (Agenzia Fides 2/5/2016) 
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ASIA/CAMBOGIA - Formazione per i bambini su vulnerabilità e discriminazione
 
Phnom Penh (Agenzia Fides) - Una sessione di formazione e rafforzamento degli studenti, dedicata al tema del supporto ai bambini più vulnerabili e discriminati, è stata tenuta di recente nelle scuole di Oh Cham Na (centro KSO), all’interno di una comunità agricola, e di Andoumg Thmor (centro KSR). Promotore dell’iniziativa lo staff della onlus CCS in Cambogia. Lavagne piene di foglietti colorati con la definizione, in lingua khmer, che ciascuno studente ha ritenuto più valida per i concetti di vulnerabilità e discriminazione. Alla giornata hanno partecipato in totale 71 persone: 39 alunni, 29 maestri e tre rappresentanti delle autorità locali dell’educazione. I concetti sono stati discussi insieme ai ragazzi e tutti sono stati invitati a condividere con il resto del gruppo la propria idea di vulnerabilità e discriminazione. I ragazzi si sono soffermati in particolare su due temi: come identificare i bambini vulnerabili all’interno della loro scuola, sulla base di quali segnali di disagio, e come aiutarli concretamente. (AP) (2/5/2016 Agenzia Fides)
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AMERICA/NICARAGUA - “Il Nicaragua non è in guerra! Comprare carri armati è contrario alla nostra realtà” afferma Mons. Alvarez Lagos
 
Matagalpa (Agenzia Fides) – "Il Nicaragua non è in guerra, il Nicaragua non vuole la guerra, il Nicaragua non ha bisogno di guerra, né di armi da combattimento pesanti" ha detto il Vescovo di Matagalpa, Sua Ecc. Mons. Rolando José Álvarez Lagos, criticando l'acquisto annunciato di carri armati da parte del governo di Daniel Ortega, iniziativa che ha descritto "contraria alla realtà nazionale". Mons. Alvarez ha parlato su questo tema dopo la Messa in onore di San Giuseppe Artigiano, patrono della parrocchia che porta il nome del santo nel comune di El Tuma-La Dalia, a Matagalpa, celebrata ieri, 1 maggio.
"Riconosciamo la partecipazione dell'esercito del Nicaragua al lavoro umanitario, come il fatto di proteggere la produzione agricola, l'allevamento del bestiame e perfino di portare l'assistenza medica alla popolazione; ma la militarizzazione di alcune comunità rurali ha provocato paura e panico tra la popolazione rurale, ecco perché l'acquisto annunciato di carri armati è totalmente contrario alla realtà nazionale" ha detto il Vescovo nella nota inviata a Fides da una fonte locale. Secondo Mons. Alvarez la spesa per l'acquisto di carri armati "potrebbe servire per costruire ospedali, scuole, strade, incoraggiare gli investimenti e l'occupazione. Questo acquisto, di conseguenza, è obsoleto e fuori contesto della realtà nicaraguense" ha concluso.
Dai dati della stampa locale si apprende che il Nicaragua vuole acquistare 50 carri armati T-72 e 62 carri armati T-55, facendo diventare l'esercito nicaraguense la potenza militare di terra più grande del centro america.
(CE) (Agenzia Fides, 02/05/2016)
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AMERICA/COLOMBIA - “Accompagnare il dialogo con l’ELN”: la Chiesa per la pace e per il rilascio dei sequestrati
 
Rionegro (Agenzia Fides) – "Ci è arrivata la richiesta non di essere garanti, ma di accompagnare, quindi saremo presenti per moderare i colloqui, si spera che questo possa servire a renderli più efficaci e ci porti velocemente verso la pace": così Sua Ecc. Mons. Luis Augusto Castro Quiroga, IMC, Arcivescovo di Tunja e Presidente della Conferenza Episcopale, ha commentato la richiesta pervenuta alla Chiesa colombiana da parte dell’ELN.
Secondo le informazioni pervenute a Fides, l’Arcivescovo si è espresso la fine del suo intervento al forum sul Post Conflitto “Impactos Sociales y Empresariales”, svoltosi a Rionegro alla fine della settimana scorsa, al quale hanno partecipato diverse autorità del governo locale e nazionale, oltre ad alcuni diplomatici dei paesi che si sono offerti come mediatori per la pace fra i gruppi di guerriglia e il governo colombiano.
Mons. Castro Quiroga ha lanciato anche un appello all’ELN per "liberare tutti gli ostaggi e non chiedere neanche un centesimo", ricordando che è una delle condizioni del governo per avviare i colloqui con l’ELN. Purtroppo ieri l’ELN ha affermato di non tenere sotto sequestro Melisa Trillos né il dirigente contadino Henry Perez, e ciò ha causato ulteriore preoccupazione nelle rispettive famiglie, che non hanno informazioni sul loro stato di salute ed ora nemmeno sul gruppo rapitore.
In seguito a questo aggiornamento, Sua Ecc. Mons. Gabriel Angel Villa Vahos, Vescovo di Ocaña, ieri ha chiesto pubblicamente il rilascio di Melisa Trillos, rapita due settimane fa. Il Vescovo ha chiesto ai rapitori di dare prove certe che Melisa è viva e di rispettare la sua vita, perché possa tornare presto in famiglia.
(CE) (Agenzia Fides, 02/05/2016)
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AMERICA/COLOMBIA - Lezioni nella lingua nativa per un gruppo d bambini indigeni di Medellín
 
Medellín (Agenzia Fides) – Grazie ad un programma di inclusione offerto dal Comune di Medellín nel quartiere di Niquitao, zona dove molti minori vivono in condizioni precarie, 77 bambini indigeni della comunità Embera potranno frequentare le lezioni scolastiche nella loro lingua nativa. Il programma, organizzato con maestri della stessa etnia, si propone di insegnare a leggere e scrivere. Per quelli che già sono in grado di farlo è previsto anche un avanzamento in altre materie di apprendimento. (AP) (2/5/2016 Agenzia Fides)

sabato 23 gennaio 2016

Bollettino Fides News del 22 gennaio 2016

EUROPA/SPAGNA - Emittente televisiva cattolica per l’annuncio del Vangelo e la diffusione della vita della Chiesa
 
Toledo (Agenzia Fides) – E’ stata appena lanciata una nuova sinergia di comunicazione cattolica online, attraverso Radiotelevisión Diocesana di Toledo, che comprende Canal Diocesano de TV e Radio Santa María di Toledo, due mezzi di comunicazione della Fondazione Radio Santa María, presieduta dall’Arcivescovo di Toledo. La Fondazione vuole essere un canale per l’annuncio del Vangelo e la diffusione della vita della Chiesa, partendo dalle esigenze e dalle sfide della società e della cultura del nostro tempo. Essa mira inoltre ad essere uno spazio di incontro e di accoglienza per coloro che non hanno sufficiente possibilità di fare sentire la loro voce ed esprimere le loro preoccupazioni. RTVD sarà presente anche in due delle più importanti reti sociali, Facebook e Twitter. Offrirà, inoltre, la possibilità di recuperare contenuti, audio e video, in due piattaforme online, Ivoox e Youtube. Obiettivo di questa strategia di comunicazione è quello di creare nuovi canali informativi anche per quelli che sono fisicamente lontani, in particolare tutti i missionari, affinchè anche loro abbiano aggiornamenti sulla vita pastorale della diocesi.
Dalla pagina web (www.rtvd.org) si può accedere alle reti sociali e alle due piattaforme online.
(AP) (22/1/2016 Agenzia Fides)
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AFRICA/KENYA - Santa Croce, l’unica parrocchia al mondo all’interno di un campo profughi
 


Nairobi (Agenzia Fides) - “Siamo due preti qui, e riuscire a servire tutti i fedeli è una sfida” dice p. Augustine Kharmuti, padre salesiano che opera nella parrocchia di Santa Croce, la sola chiesa nel mondo collocata dentro un campo profughi, quello di Kakuma, nella Contea di Turkana, nel nord-ovest del Kenya.
Il campo ospita circa 182.000 rifugiati provenienti da Sud Sudan, Sudan, Uganda, Burundi, Rwanda, Repubblica Democratica del Congo ed Etiopia.
P. Augustine dirige il Don Bosco Technical Institute, che offre una formazione professionale ai rifugiati come carpentiere, elettricista, saldatore, sarto, stilista, meccanico di autoveicoli, segretaria, oltre a corsi di computer e di inglese.
“Formiamo dai 3.000 ai 3.200 studenti ogni anno e accogliamo da 500 a 600 fedeli ad ogni Messa” dice il missionario. Sebbene i due padri abbiano l’aiuto di due catechisti e di tre suore, il recente afflusso di nuovi rifugiati specie dal Sud Sudan pone nuove sfide alla loro opera pastorale ed educativa ed hanno quindi chiesto un sostegno alla Chiesa e al governo per migliorare la qualità dell'istruzione e per formare un numero maggiore di studenti. (L.M.) (Agenzia Fides 22/1/2016)
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AFRICA/GHANA - Preoccupazione nel paese per l’arrivo di due ex detenuti di Guantanamo
 

Accra (Agenzia Fides) - Due importanti associazioni del laicato cattolico si sono unite all’appello lanciato dai Vescovi del Ghana perché il governo di Accra riconsideri la decisione di accogliere due ex detenuti nella base militare statunitense di Guantanamo (Cuba). L’11 gennaio la Conferenza Episcopale del Ghana aveva pubblicato una dichiarazione nella quale si affermava: “In quest’anno elettorale ci aspettiamo che il nostro governo focalizzi la sua attenzione nel garantire la pace e la sicurezza nel Paese (…) e non ponga a rischio la sicurezza della nostra terra ospitando due ex terroristi”.
Il Ghana si è impegnato ad ospitare persone provenienti da aree di crisi come Rwanda, Siria e Yemen, ed ha accettato di accogliere due ex detenuti a Guantanamo, Mahmud Umar Muhammad Bin Atef e Khalid Muhammad Salih Al-Dhuby, dopo aver raggiunto un accordo con le autorità di Washington. Una decisione che sta suscitando un vivo dibattito in Ghana.
In appoggio ai Vescovi sono scesi in campo i Knights and Ladies of Marshall e la Kumasi Province of the Association of Catholic Teachers (ACT).
In una loro dichiarazione, i Knights and Ladies of Marshall affermano di “associarsi alle preoccupazioni poste da diversi gruppi della società civile del Ghana, inclusi la Ghana Catholic Bishops Conference e il Christian Council of Ghana, sul fatto che la questione dei due ex detenuti di Guantanamo è totalmente differente dalle richieste di asilo presentate da altri rifugiati”.
In particolare si nota che “il Ministro dell’Interno ha dichiarato di non aver preso parte alla discussione” sull’accoglienza dei due, sottolineando che “sebbene il governo affermi che i due ex detenuti non sono un rischio per la sicurezza, ci chiediamo perché sono tenuti nel complesso della Sicurezza Nazionale e i loro movimenti sorvegliati 24 ore su 24, sette giorni su sette”. (L.M.) (Agenzia Fides 22/1/2016)
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AFRICA/SIERRA LEONE - Confermato un nuovo caso di Ebola a una settima dal primo
 
Kambia (Agenzia Fides) - Dalla Sierra Leone è arrivata la conferma di un nuovo caso di Ebola. Si tratta di una parente della studentessa di 22 anni morta il 12 gennaio, dopo aver viaggiato dal distretto di Kambia, al confine con la Guinea, fino a quello di Tonkolili, dove è stata sepolta senza seguire le procedure di sicurezza (vedi Fides 16/1/2016). Secondo informazioni della ong Medici con l’Africa Cuamm, pervenute all’Agenzia Fides, il contagio del nuovo caso sarebbe da ricondurre al mancato rispetto delle procedure di sicurezza. Infatti una parente della vittima, che avrebbe partecipato al lavaggio rituale del corpo prima della sepoltura, è venuta a contatto con il virus. “In questi giorni ci si renderà conto della reale dimensione del nuovo focolaio” riferisce Matteo Bottecchia, rappresentante del Cuamm in Sierra Leone. La situazione è al momento molto delicata: prima di morire infatti la giovane ha viaggiato con mezzi pubblici, incontrato parenti e amici. U n rapporto pubblicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che la donna sia entrata in contatto con 256 persone prima di morire: di queste, 42 persone sarebbero ad alto rischio di contagio. (AP) (22/1/2016 Agenzia Fides)
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ASIA/PAKISTAN - Un cristiano ucciso in Punjab
 
Sialkot (Agenzia Fides) – Nazir Masih, 50enne cristiano, padre di famiglia e impiegato nell’amministrazione locale di Sialkot, nella provincia del Punjab, è stato ucciso mentre completava il suo lavoro di pulizia delle strade. L’episodio è avvenuto alle 7 del mattino del 14 gennaio, ma solo ora ne è giunta notizia all’Agenzia Fides. Nazir Masih, sposato e padre di cinque figli, è stato aggredito da uomini armati e colpito da quattro proiettili di fucile, risultati letali.
La sua famiglia e i cristiani di Sialkot chiedono un'indagine approfondita che porti all'arresto dei colpevoli e un adeguato risarcimento per la famiglia. Sebbene Nazir fosse in servizio quando è stato ucciso, finora l’amministrazione comunale ha negato ogni assistenza per la famiglia.
I conoscenti ricordano Nazir “come un uomo gentile, umile e devoto, che non aveva nemici”, dunque nessuno comprende le ragioni dell’omicidio. Secondo le ipotesi della polizia “Nazir potrebbe aver involontariamente assistito a un crimine o a un reato e dunque potrebbe essere stato eliminato perché scomodo testimone”. Altre piste non escludono un attacco terroristico mirato. La famiglia di Nazir Masih si trova ora in gravi difficoltà finanziarie. Nazir lascia la moglie Samina e cinque figli tra i 21 e gli 11 anni. (PA) (Agenzia Fides 22/1/2016)
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ASIA/LIBANO - Tour dei Patriarchi delle Chiese sire tra i leader politici libanesi
 
Beirut (Agenzia Fides) – Nella giornata di ieri, i due Patriarchi delle Chiese siro-antiochene - il Patriarca siro ortodosso Mar Ignatius Aphrem II e il Patriarca siro cattolico Ignace Youssif III - hanno voluto realizzare insieme un giro di consultazioni presso i leader delle diverse forze politiche nazionali, in un frangente in cui lo scenario politico libanese appare movimentato dall'appoggio a sorpresa offerto dal Partito maronita delle Forze Libanesi alla candidatura dell'ex rivale Michel Aoun alla carica di Presidente della Repubblica.
Durante i colloqui, i due Primati delle Chiese, accompagnati da Vescovi e collaboratori, hanno esposto preoccupazioni e suggerimenti rispetto alle crisi che travagliano la regione – con particolare riferimento alle sofferenze vissute dalle comunità cristiane - e allo stallo istituzionale in cui versa il Paese dei Cedri. Il tour delle consultazioni patriarcali è iniziato con Mohammad Raad, leader della rappresentanza parlamentare del Partito sciita di Hezbollah. A seguire, ci sono stati gli incontri con l'ex generale Michel Aoun - leader del Movimento patriottico libero -, con Samir Geagea (leader delle Forze Libanesi), con Fouad Siniora (rappresentante del partito sunnita Futuro), con Sami Gemayel (leader del partit Kataeb) e con il Presidente del Parlamento libanese, lo sciita Nabih Berri.
Secondo il delicato sistema istituzionale libanese, la carica di Presidente della Republbica spetta a un cristiano maronita. In tutti gli incontri, la delegazione comune delle Chiese sire ha espresso la speranza che in Libano venga presto eletto un Presidente, per uscire dal vuoto politico e dalla paralisi istituzionale che dura da 18 mesi. Il nuovo Presidente - hanno auspicato i due Primati e i loro accompagnatori - dovà tutelare i diritti delle diverse denominazioni confessionali e religiose, anche minoritarie.A questo riguardo – riferisce un comunicato diffuso dal Patriarcato siro cattolico - i due Patriarchi hanno chiesto a tutti i loro interlocutori politici che almeno un seggio nel Parlamento libanese sia riservato a ciascuna delle due comunità ecclesiali sire. Tale richiesta – sottolinea il comunicato, pervenuto all'Agenzia Fides – ha avuto anche il pieno sostegno del Patriarca maronita Boutros Bechara Rai. (GV) (Agenzia Fides 22/1/2016).
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ASIA/IRAQ - I capi jihadisti in fuga dalla Provincia di Ninive
 
Mosul (Agenzia Fides) – Mentre nell'area di Mosul e della piana di Ninive si intensificano le incursioni aeree della coalizione a guida Usa contro le postazioni dello Stato Islamico (Daesh), un numero crescente di leader militari jihadisti lascia la regione, diretti a ingrossare le milizie collegate al Daesh operanti in Libia e Yemen. La notizia, rilanciata dal sito curdo ARA News, arriva da Rafaat al Zarari, direttore del Niniveh Media Network, che a sua volta raccoglie dati forniti dalle sue fonti ancora operanti a Mosul. Nelle ultime due settimane – riferisce al Zatari – almeno venti leader di punta delle milizie dello Stato Islamico hanno abbandonato la Piana di Ninive e sono usciti dall'Iraq, forse per evitare che l'apparato militare jihadista venga compromesso dall'intensificarsi delle operazioni militari della coalizione anti-Daesh.
La Piana di Ninive è l'area che ospita molte città e villaggi a maggioranza cristiana, abbandonati dalla popolazione tra la primavera e l'estate 2014, con fughe di massa provocate dall'avanzata delle milizie jihadiste. Nei giorni scorsi (vedi Fides 20/1/2016), i bombardamenti aerei compiuti dalla coalizione internazionale su Mosul – conquistata dal Daesh nel giugno 2014 – hanno colpito la chiesa siro-ortodossa dedicata alla Vergina Maria, nella zona del mercato. (GV) (Agenzia Fides 22/1/2016).
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ASIA/CAMBOGIA - Opere di carità e pellegrinaggi nell'Anno della Misericordia
 
Phnom Penh (Agenzia Fides) - Vivere l’Anno della Misericordia all'insegna di opere di carità ispirate dal Vangelo del Buon Samaritano; e compiendo almeno un pellegrinaggio: è l'esortazione che Sua Ecc. Mons. Olivier Schmitthaeusler, Vicario apostolico di Phnom Penh, rivolge ai fedeli in una lettera pastorale dedicata al Giubileo straordinario. Nel testo, inviato dal Vicario all'Agenzia Fides, si rimarca: “Questo è il programma dell’Anno Santo: la misericordia è il nostro cuore che si dilata, convertendosi e agendo concretamente per il prossimo nel modo in cui ha agito Gesù. Lasciate che il Buon Samaritano e il Cristo che lava i piedi ai suoi discepoli ci accompagnino in questo anno 2016”.
Con lo spirito di mettere in pratica la opere di misericordia, il Vescovo invita i fedeli di tutte le parrocchie a scegliere uno specifico apostolato tra le sei priorità definite insieme: istruzione, servizio nella sanità, formazione per i disoccupati, assistenza ai disabili, cura del creato, inclusione dei poveri.
Ogni comunità è inoltre invitata e scegliere un giorno dell'Anno Santo per compiere un pellegrinaggio in uno fra tre luoghi: la Porta Santa della Cattedrale di Phnom Penh; il santuario dei martiri cambogiani; la chiesa di Nostra Signora del Mekong ad Arey Ksat. Tutti i cattolici cambogiani, rimarca, sono chiamati in questo tempo “ad aprire tre Porte Sante nel proprio cuore”, mettendo in pratica la fede, la misericordia e la speranza. (PA) (Agenzia Fides 22/1/2016)
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AMERICA/HAITI - “Esercitare saggezza e dialogo” in modo urgente, appello dei Vescovi per il ballottaggio
 
Port au Prince (Agenzia Fides) – Il Presidente haitiano Michel Martelly, ha confermato ieri, 21 gennaio, durante una trasmissione alla televisione di stato, che il ballottaggio presidenziale si terrà comunque domenica prossima, 24 gennaio, nonostante le proteste dell'opposizione. Martelly ha riaffermato il suo impegno per organizzare le elezioni e ha spiegato che si tratta solo di un gruppo di persone che cercano di "distruggere il processo democratico" ed ha informato di aver mobilitato la Polizia Nazionale per garantire la partecipazione dei cittadini al ballottaggio.
Le dichiarazioni del Presidente sono venute dopo l'annuncio dell'opposizione, guidata dal candidato presidenziale Jude Célestin, che invitava ad una serie di proteste organizzate per oggi, venerdì 22 gennaio. Celestin, che deve vedersela al ballottaggio con Jovenel Moise, rappresentante del partito che governa attualmente Haiti, ha annunciato che non parteciperà alle elezioni, sostenendo le frodi già dal primo turno, lo scorso ottobre (vedi Fides 23/12/2015; 28/12/2015).
La Conferenza Episcopale di Haiti ha preso atto della decisione dell'esecutivo e della Commissione Elettorale Provvisoria (CEP) di andare alle elezioni nelle condizioni attuali. In un comunicato diffuso ieri, i Vescovi osservano però che le raccomandazioni della Commissione Elettorale non sono state chiaramente seguite. "L'ostinarsi di una parte per effettuare le elezioni il 24 gennaio 2016 e dell'altra a non cercare un accordo favorevole per il paese, non farà che peggiorare la crisi elettorale a lungo termine" si legge nella nota dei Vescovi pervenuta a Fides.
La Conferenza Episcopale ha fatto appello al governo, alla Commissione Elettorale e ad altri protagonisti coinvolti nelle elezioni, di esercitare la saggezza, l’intuizione e la capacità di dialogo al fine di trovare una soluzione accettabile e sostenibile per il popolo haitiano nel più breve tempo possibile.
(CE) (Agenzia Fides, 22/01/2016)
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AMERICA/REPUBBLICA DOMINICANA - “Vivere l’Anno della Misericordia coltivando la pace”: la festa della Vergine di Altagrazia, patrona del paese
 
Higuey (Agenzia Fides) – Il Vescovo della diocesi di Higuey, Sua Ecc. Mons. Nicanor Peña, che è il Presidente della Conferenza Episcopale della Repubblica Dominicana, ha chiesto a tutti di trasformare il paese in una patria dove si riesca a vivere nella sicurezza e dove i domenicani non abbiamo paura l'uno dell'altro. Ha anche esortato le autorità politiche a stabilire un dialogo sincero e aperto per discutere le grandi questioni nazionali.
Mons. Peña si è espresso così durante l'omelia della Messa che ha celebrato nella Basilica di Higuey, in occasione della festa della Patrona della Repubblica Dominicana, la Vergine di Altagracia, alla quale era presente il Presidente Danilo Medina e altri funzionari del governo, e centinaia di fedeli provenienti da tutto il paese.
La Vergine di Altagracia ci dà la forza di continuare sulla via del bene, al servizio degli altri, compiendo le opere di misericordia, ha detto il Vescovo: "Nelle sue mani poniamo il nostro paese, tutti i dominicani, perché Lei interceda per noi, per avere la grazia di vivere intensamente la nostra vita di fede senza paura, come Lei stessa ha fatto". Mons. Nicanor Peña ha ricordato che il 2016 è stato dichiarato da Papa Francesco come "Anno della Misericordia", quindi ha invitato tutti i domenicani a coltivare la pace, per essere coerenti con questo invito a tutta la comunità cristiana.
(CE) (Agenzia Fides, 22/01/2016)

mercoledì 9 settembre 2015

Bollettino Fides News del 9 settembre 2015

AFRICA /EGITTO - Il Patriarca copto Tawadros: la Chiesa ha una missione spirituale e non fa politica
Il Cairo (Agenzia Fides) – La Chiesa copta è una realtà di natura spirituale che serve tutta la società egiziana, senza eccezioni, e realizza tale servizio senza rivendicare ruoli politici diretti, limitandosi a esercitare la propria missione ecclesiale. Lo ha ribadito con forza il Patriarca copto ortodosso Tawadros II, parlando in un teatro parrocchiale del Cairo. Nel suo intervento, Papa Tawadros ha ripetuto intenzionalmente che la Chiesa copta non offre appoggi diretti e personali a nessun candidato, e anche le sue iniziative sociali, assistenziali ed educative vanno tutte messe in relazione alla sua missione di natura spirituale, a vantaggio della salvezza di tutti.
Il grande Paese africano si sta preparando alle elezioni parlamentari, che si svolgeranno in più turni a partire dal prossimo 17 ottobre. I termini per la presentazione dei candidati e delle liste scadono nei prossimi giorni, e in vista di tale termine aumenta il clima di mobilitazione pre-elettorale. Nelle ultime ore, anche il copto Naguib Gabriel, leader della Federazione egiziana per i diritti umani, ha presentato presso gli organismi competenti la documentazione richiesta per partecipare alle elezioni. E’ intanto confermata la presenza di cristiani copti anche nelle liste del Partito salafita al-Nour. Nei mesi scorsi, per rispondere alle polemiche rilanciate dalla stampa, alcuni leader della formazione di matrice islamista hanno chiarito che l'inserimento di cristiani nelle proprie liste elettorali rappresenta un “atto dovuto”, reso obbligatorio dalla legge elettorale, e rientra nei pre-requisiti costituzionali a cui le formazioni politiche devono ottemperare per essere ammesse alle prossime elezioni parlamentari.
Ha annunciato da tempo la sua scelta di candidarsi nelle liste del Partito conservatore salafita anche l'attivista copto Nader El-Serafy, esponente della formazione politica Ghad el-Thawra e co-fondatore di "Copts 38", il movimento di laici sorto nel 2011 per chiedere il ripristino delle disposizioni canoniche stabilite dalla Chiesa copta ortodossa nel 1938 – e successivamente abrogate – che ammettevano 9 condizioni in cui era concesso ai cristiani copti di divorziare. La Chiesa copta non ha mai esplicitamente condannato la scelta dei cristiani che decidono di militare nei Partiti di ispirazione islamista. La legge elettorale in vigore stabilisce che i cristiani copti devono essere rappresentati da almeno 24 candidati nelle liste di Partito che concorrono a livello nazionale. (GV) (Agenzia Fides 9/9/2015).
AFRICA/MOZAMBICO - Il Presidente Nyusi riconosce il ruolo della Chiesa nella riconciliazione nazionale
Maputo (Agenzia Fides) - “La Chiesa cattolica ha sempre invitato la società mozambicana ad apprezzare tutte le persone, in particolare coloro che sono più vulnerabili e nel bisogno” ha riconosciuto il Presidente del Mozambico, Filipe Jacinto Nyusi, durante il suo intervento in occasione della Messa celebrata nella Cattedrale di Tete lunedì 7 settembre, anniversario dell’indipendenza nazionale dal Portogallo. Secondo le informazioni pervenute a Fides, il Presidente ha espresso apprezzamento per il ruolo svolto dalla Chiesa cattolica nel preservare la pace e per i suoi sforzi per la riconciliazione nazionale.
Il 7 settembre 1974 veniva firmato a Lusaka (Zambia) l’accordo tra il FRELIMO (Fronte di Liberazione Nazionale del Mozambico) e il Portogallo che metteva fine alla guerra per l’indipendenza nazionale. Subito dopo, nel 1975, scoppiava la guerra civile tra il FRELIMO, che aveva assunto il governo del Paese, e la RENAMO (Resistenza Nazionale Mozambicana), un movimento armato d’opposizione. Solo nel 1992 il conflitto civile è stato risolto con l’attiva partecipazione della Chiesa cattolica nella trattativa di pace.
Le celebrazioni per l’indipendenza nazionale coincidevano quest’anno con il 75esimo anniversario dell’erezione dell’Arcidiocesi di Maputo, la capitale del Paese. Essendo impegnato a Tete, il Presidente Nyusi si è fatto rappresentare alle funzioni religiose nello stadio della capitale dal Primo Ministro Carlos Agostinho do Rosario. Questi ha chiesto a tutti i fedeli, e più in generale alla società, di intraprendere azioni concrete per mantenere e consolidare la pace. Riprendendo lo slogan delle celebrazioni dell’anniversario dell’Arcidiocesi (“Ringraziate il Signore per le meraviglie realizzate in questi anni”), il Premier ha sottolineato che “solo una vera pace può permettere ai mozambicani di ‘fare meraviglie’ nell’avvenire”. (L.M.) (Agenzia Fides 9/9/2015)
AFRICA/MALI - Tre milioni di persone nell’insicurezza alimentare, tra loro 715.000 bambini
Bamako (Agenzia Fides) - Più di 3 milioni di persone in Mali (un quinto della popolazione) vive in condizioni di insicurezza alimentare, secondo le agenzie specializzate delle Nazioni Unite. La regione più critica è il nord, dove le condizioni di sicurezza rimangono precarie anche dopo la cacciata dei gruppi jihadisti che avevano conquistato la regione nel 2012.
La guerra ha costretto alla fuga centinaia di migliaia di persone. Secondo gli ultimi dati dell’Onu, circa 136.000 rifugiati nei Paesi limitrofi e 90.000 sfollati interni sono tornati a casa, ma centinaia di migliaia di persone vivono ancora nei campi d’accoglienza.
Per cercare di sopravvivere, secondo la Fao, dal 10 al 15% della popolazione del Mali è stata costretta a chiedere denaro in prestito, a vendere il bestiame o ad essere coinvolta in attività illecite. Tra i più colpiti molti i bambini: secondo il coordinamento Onu per l’azione umanitaria (OCHA), nel nord del Paese 715.000 bambini sotto i cinque anni soffrono di grave forme di malnutrizione. (L.M.) (Agenzia Fides 9/9/2015)
ASIA/BANGLADESH - Lettera pastorale del Vescovo di Rajshahi: “Un Giubileo di benedizione”
Rajshahi (Agenzia Fides) – “La celebrazione del Giubileo d'argento nella diocesi di Rajshahi intende rendere grazie a Dio per tutte le benedizioni che ha dato alla diocesi nella sua storia”: lo afferma la Lettera Pastorale inviata a tutti i fedeli da Sua Ecc. Mons Gervas Rozario, in occasione del 25° anniversario di fondazione della diocesi cattolica di Rajshahi. Le celebrazioni per l’evento, che prevedono i momenti-clou nei giorni 10 e 11 settembre 2015, saranno impreziosite dalla visita pastorale del Card. Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli
Nella Lettera pastorale, inviata all’Agenzia Fides, il Vescovo ricorda la storia della Chiesa locale: “Il 21 maggio del 1990, la diocesi di Rajshahi è stata eretta canonicamente, guidata prima dal Vescovo Mons Patrick D'Rozario, C.S.C, e negli anni successivi da Mons Paulinus Costa. Alle origini nella diocesi c’erano sette parrocchie, oggi sono 19 e la 20a è in via di creazione. Grazie all’opera pastorale di preti diocesani, di missionari del PIME, di suore, catechisti e fedeli, la Chiesa cammina e coglie i frutti della grazia”.
Tra le priorità pastorali della diocesi, nota il Vescovo nel testo, fin dall’inizio vi furono l'evangelizzazione e l’opera di istruzione, punti ancora oggi fondamentali. L’evangelizzazione è andata avanti tra le popolazioni indigene degli adivasi (delle varie etnie: santal, uraon, mahali, mundari, pahari, mahato etc.) “per diffondere l'amore di Cristo attraverso lo sviluppo economico e sociale dei poveri, fornendo assistenza sanitaria e nella testimonianza di misericordia, giustizia e pace”. Inoltre il cammino di “rinnovamento della Chiesa locale è continuato a partire dalle famiglie, nelle parrocchie, attraverso una profonda adesione al Vangelo”. “Oggi ci sono molte persone che vogliono ascoltare la Parola di Dio. La Parola di Dio deve essere predicata loro con grande cura”, scrive il Vescovo Rozario.
Inoltre “la Chiesa di Rajshahi è sempre attenta ai poveri e impegnata nelle opere di misericordia, cui si dedicano sacerdoti diocesani e religiosi, suore e catechisti”, ribadisce il testo, affermando che l’intera comunità si sta preparando a vivere con gioia e con profondo impegno l'Anno della Misericordia proclamato da Papa Francesco, come nuova opportunità di testimonianza evangelica e di missione. (DC-PA) (Agenzia Fides 9/9/2015)
ASIA/TURCHIA - Una mostra d'arte e un film sul Genocidio armeno
Istanbul (Agenzia Fides) – Alcune opere d'arte legate direttamente o indirettamente alla storia del Genocidio armeno vengono esposte per la prima volta senza censure alla Biennale di Istanbul, in programma dal 5 settembre al 1° novembre. Lo riferiscono fonti turche consultate dall'Agenzia Fides. I curatori della Biennale hanno reso noto che quest'anno la manifestazione – organizzata dalla Istanbul Foundation for Culture and Arts - ospiterà le opere d'arte di 13 artisti armeni, sottolineando che anche in questo caso il potere dell'arte ha permesso di garantire a tutti un approccio nuovo e non conflittuale a una questione considerata ancora tabù in molti ambienti turchi.
La stampa turca informa inoltre che il prossimo 30 ottobre verrà proiettato anche in Turchia il film Lost Birds (Uccelli perduti), la prima pellicola prodotta in Turchia sul Genocidio armeno e realizzata dai registi Ela Alyamac e Aren Perdeci. Nel film le vicende tragiche del 1915 vengono viste attraverso gli occhi di due bambini, fratello e sorella. (GV) (Agenzia Fides 9/9/2015).
ASIA/CAMBOGIA - Famiglie costrette a vivere nei cimiteri, dove i bambini giocano tra le tombe
Phnom Penh (Agenzia Fides) – Centinaia di vietnamiti vivono tra tombe e lapidi: una intera comunità si è vista costretta ad occupare un cimitero a sud di Phnom Penh per far fronte alla povertà e alla disuguaglianza. A Thmor San, un’area del villaggio di Doeum Sleng, i bambini giocano tra le lapidi e gli adulti preparano da mangiare tra i sepolcri. Alcune famiglie hanno occupato il terreno dopo aver abbandonato il mondo rurale in cerca di opportunità di lavoro ma, visti gli affitti troppo elevati degli appartamenti di Phnom Penh, hanno accettato la necropoli come male minore. Alcuni antropologi hanno documentato in Cambogia la diffusa credenza negli spiriti che fanno parte della realtà quotidiana delle persone e sono adorati nelle case con piccoli altari o ‘case degli spiriti’. A Thmor San migliaia gli abitanti sopravvivono con il piccolo mercato, la vendita di spazzatura e gli aiuti delle ong. Tra i problemi più diffusi ci sono alcool, violenza domestica, malnutrizione , mancanza di scolarizzazione, abuso e lavoro minorile, malattie come l’Hiv, il tutto aggravato dalle frequenti inondazioni. (AP) (9/9/2015 Agenzia Fides)
AMERICA/EL SALVADOR - “I problemi non si risolvono con le manifestazioni, ma con la buona volontà” afferma Mons. Escobar
San Salvador (Agenzia Fides) – “E' una mancanza di rispetto vedere i leader che litigano per le strade" ha stigmatizzato l'Arcivescovo di San Salvador, Sua Ecc. Mons. Luis Escobar Alas, riferendosi al confronto politico sempre più acceso, mentre la criminalità aumenta senza che le autorità intervengano in modo deciso. L’Arcivescovo sottolinea che questo atteggiamento non porta alcun beneficio, perché la società è stanca di vedere la polarizzazione estrema.
Nella nota inviata a Fides, Mons. Escobar Alas commenta le manifestazioni contro la corruzione, l'impunità e la violenza, che si sono svolte sabato 5 settembre in diversi luoghi della città, promosse dai movimenti legati ai partiti politici, alla ricerca del sostegno dei cittadini. “E' vero che si tratta di questioni complesse, che si devono affrontare con un ragionamento maturo – commenta Mons. Escobar Alas -. Ma la società salvadoregna è maturata, e lo dimostra nelle sue manifestazioni civili.... Vogliamo comportamenti maturi e responsabili, cercando di risolvere i problemi fino in fondo, non le manifestazioni di piazza. Dobbiamo essere seri e cercare una soluzione con buona volontà, altrimenti non andremo avanti".
L’Arcivescovo conclude notando che sia "molto triste e significativo" che tre Presidenti dell'America Centrale si trovino ad affrontare la giustizia a motivo della corruzione: "Se di deve lottare contro la corruzione, si deve fare attraverso le istituzioni dello Stato, che devono essere rafforzate per affrontare questi problemi".
(CE) (Agenzia Fides, 09/09/2015)
AMERICA/CUBA - Festeggiata la Virgen della Carità, Patrona di Cuba, in attesa del Papa
Cienfuegos (Agenzia Fides) – “Ogni anno la festa della Vergine della Carità del Cobre ci riempie di gioia e di speranza, perché ci ricorda la sua presenza amorevole a Cuba da più di quattrocento anni. E poi, una cosa molto importante: il prossimo anno 2016 sarà il centenario della Dichiarazione della Vergine della Carità del Cobre come Patrona di Cuba, quindi preghiamo la Vergine perché il Papa Francesco chieda per noi che l'8 settembre sia giorno festivo". Così è scritto nel messaggio di Sua Ecc. Mons. Domingo Oropesa Lorente, Vescovo di Cienfuegos, per la festa liturgica della Natività della Vergine Maria, 8 settembre, giorno in cui a Cuba viene celebrata “La Virgen de la Caridad del Cobre”, Patrona di Cuba.
Nel testo del Vescovo, inviato a Fides dalla Conferenza Episcopale Cubana, dopo aver ringraziato la principale radio locale della diocesi attraverso cui il messaggio ha potuto raggiungere migliaia di cubani, Mons. Domingo Oropesa invita a riflettere sulla figura della Vergine e sull'importanza della prossima visita di Papa Francesco. "Il rapporto, il modo in cui ci rivolgiamo a Lei, l'amicizia con la Vergine, ci fa crescere, ci ricostruisce e ci rende migliori. Se per ogni bambino la figura di una madre, di una buona madre, lo sostiene e lo fa crescere con amore, figuriamoci quanto può fare l'amore della Virgen de la Caridad de El Cobre" afferma Mons. Oropesa.
Con la festa de “La Virgen de la Caridad del Cobre” in tutta Cuba sono iniziate una serie di attività che si concluderanno con la visita del Santo Padre. Ieri si sono anche conclusi i lavori di ristrutturazione della Basilica de El Cobre, dove il Papa celebrerà la Messa il 22 settembre, nello stesso luogo dove si recò Benedetto XVI nella visita del 2012.
(CE) (Agenzia Fides, 09/09/2015)
AMERICA/HONDURAS - I bambini resistono alla carestia grazie alla merenda scolastica
Intibucá (Agenzia Fides) – La grave siccità provocata da El Niño ha causato la perdita di intere coltivazioni, unica fonte alimentare per tante famiglie honduregne. In alcuni luoghi del Paese la merenda scolastica è l’unico pasto che permette ai bambini di resistere alla carestia. In molte comunità i piccoli vanno a scuola soprattutto per avere qualcosa da mangiare. Uno dei municipi dove la situazione è più precaria è Yamaranguila, Intibucá, che registra un livello di insicurezza alimentare molto critico. Abbondano campi rimasti a secco, animali rachitici e le persone rimaste senza niente da mangiare. Nella scuola del municipio i bambini fanno lunghe file con i loro piatti e bicchieri di plastica per ricevere la merenda. Alcuni ne mangiano solamente una parte, conservando il resto per condividerlo a casa con la famiglia. Complessivamente, in Honduras, la siccità compromette la vita di 161.403 famiglie di 146 municipi. Il Governo sta mettendo in pratica un piano d’azion e per portare cibo e aiuti. Ogni razione viene consegnata alle famiglie con cinque chili di riso, cinque chili di zucchero, cinque chili di fagioli, due chili di farina di mais, un chilo di caffè, due chili di burro, due chili di spaghetti e uno di pasta. (AP) (9/9/2015 Agenzia Fides)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

The Chosen ...é sufficiente per me...posso fare molto con questo ..

Ed egli disse: «Portatemeli qui». E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull'erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occ...