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venerdì 31 gennaio 2020

PRESENTAZIONE DEL SIGNORE - Domenica 2 febbraio 2020

PRESENTAZIONE DEL SIGNORE
XXIV Giornata mondiale della Vita consacrata
XLII Giornata nazionale per la Vita«Aprite le porte alla vita»
Domenica 2 Febbraio 2020

Camminare incontro al Signore, per possedere la vita eterna

BENEDIZIONE DELLE CANDELE
E PROCESSIONE

Il Celebrante (che indossa il Piviale bianco) con i ministranti (che portano turibolo, Croce, ceri, secchiello con l’acqua benedetta e aspersorio) ed i fedeli si portano luogo indicato, mentre si esegue il canto di accoglienza.

MONIZIONE INTRODUTTIVA
DEL CELEBRANTE
C – Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.   T – Amen.

C – Il Signore, Luce del mondo, sia con tutti voi.  
T – E con il tuo spirito.

C - Fratelli carissimi, sono passati quaranta giorni dalla solennità del Natale. Anche oggi la Chiesa è in festa, celebrando il giorno in cui Maria e Giuseppe presentarono Gesù al tempio. Con quel rito il Signore si assoggettava alle prescrizioni della legge antica, ma in realtà veniva incontro al suo popolo, che l’attendeva nella fede.
Guidati dallo Spirito Santo, vennero nel tempio i santi vegliardi Simeone e Anna; illuminati dallo stesso Spirito riconobbero il Signore e pieni di gioia gli resero testimonianza.
Anche noi qui riuniti dallo Spirito Santo andiamo incontro al Cristo nella casa di Dio, dove lo troveremo e lo riconosceremo nello spezzare il pane, nell’attesa che egli venga e si manifesti nella sua gloria.

Dopo una breve pausa di silenzio, il Celebrante benedice le candele.

BENEDIZIONE DELLE CANDELE
C - Preghiamo.
O Dio, fonte e principio di ogni luce, che oggi hai rivelato al santo vecchio Simeone il Cristo, vera luce di tutte le genti, benedici  +  questi ceri e ascolta le preghiere del tuo popolo, che viene incontro  a te con questi segni luminosi e con inni di lode; guidalo  sulla  via del bene, perché giunga alla luce che non ha fine. Per Cristo nostro Signore.   T – Amen.

Il Celebrante asperge le candele senza dir nulla.
Subito dopo, si avvia in processione.
All’arrivo in Chiesa, si esegue il canto d’introito.


CELEBRAZIONE EUCARISTICA

Giunto in presbiterio, il Celebrante depone il piviale e indossa la casula; bacia l’altare e lo incensa. Poi si porta alla sede, prosegue la celebrazione con la Grande Dossologia e conclude i riti d’introduzione con la Colletta.

GRANDE DOSSOLOGIA

COLLETTA
C - Dio onnipotente ed eterno, guarda i tuoi fedeli riuniti nella festa della Presentazione al tempio del tuo unico Figlio fatto uomo, e concedi anche a noi di essere presentati a te pienamente rinnovati nello Spirito. Per il nostro Signore Gesù Cristo...  

LITURGIA DELLA PAROLA


PRESENTAZIONE DELLA PAROLA DI DIO
G – Il Mistero pasquale è la chiave interpretativa della Parola di Dio della festa odierna. Cristo sulla croce è colui che ci ha purificati e ha offerto sé stesso per noi. È lui che è entrato nel tempio santo di Dio aprendo la via anche per noi. Nell’incarnazione si è fatto talmente simile a noi per venirci in aiuto, sostenerci nella prova e darci la capacità di aprirci alla luce e di accogliere la sua salvezza.

PRIMA LETTURA: Ml 3,1-4
Entrerà nel suo tempio il Signore, che voi cercate.

Dal libro del profeta Malachìa

Così dice il Signore Dio:
«Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate; e l’angelo dell’alleanza, che voi sospirate, eccolo venire, dice il Signore degli eserciti.
Chi sopporterà il giorno della sua venuta? Chi resisterà al suo apparire? Egli è come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai.
Siederà per fondere e purificare l’argento; purificherà i figli di Levi, li affinerà come oro e argento, perché possano offrire al Signore un’offerta secondo giustizia.
Allora l’offerta di Giuda e di Gerusalemme sarà gradita al Signore come nei giorni antichi, come negli anni lontani».

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE: dal Salmo 23

Rit.  Vieni, Signore, nel tuo tempio santo.

Alzate, o porte, la vostra fronte,
alzatevi, soglie antiche, / ed entri il re della gloria.

Chi è questo re della gloria?
Il Signore forte e valoroso,
il Signore valoroso in battaglia.

Alzate, o porte, la vostra fronte,
alzatevi, soglie antiche, / ed entri il re della gloria.

Chi è mai questo re della gloria?
Il Signore degli eserciti è il re della gloria.

SECONDA LETTURA: Eb 2,14-18
Doveva rendersi in tutto simile ai fratelli.

Dalla lettera agli Ebrei

Poiché i figli hanno in comune il sangue e la carne, anche Cristo allo stesso modo ne è divenuto partecipe, per ridurre all’impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che, per timore della morte, erano soggetti a schiavitù per tutta la vita.
Egli infatti non si prende cura degli angeli, ma della stirpe di Abramo si prende cura. Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso e degno di fede nelle cose che riguardano Dio, allo scopo di espiare i peccati del popolo.
Infatti, proprio per essere stato messo alla prova e avere sofferto personalmente, egli è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova.

Parola di Dio

CANTO AL VANGELO: Lc 2,30.32

Alleluia, alleluia.
I miei occhi hanno visto la tua salvezza:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele.
Alleluia.

VANGELO: Lc 2,22-40
I miei occhi hanno visto la tua salvezza.

 Dal Vangelo secondo Luca

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore.
Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele».
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».
C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

Parola del Signore.

PROFESSIONE DI FEDE

PREGHIERA DEI FEDELI
C - Fratelli e sorelle, convocati dallo Spirito Santo per celebrare l’incontro tra Cristo e il suo popolo, ci uniamo a Maria e a Giuseppe per essere presentati a Dio nostro Padre.
L - Preghiamo insieme e diciamo:
O Padre, rivela al mondo la luce del tuo Cristo.
  1. Perché la Chiesa, tempio del Dio vivente, segno e strumento dell’incontro fra Cristo e ogni uomo, porti a tutti l’annunzio missionario del Vangelo, preghiamo.
  2. Perché le persone consacrate rendano grazie a Dio del dono ricevuto e rinnovino l’impegno di seguire Cristo obbediente, povero e casto, e così facciano splendere nella Chiesa e nel mondo la sua luce, preghiamo.
  3. Perché il Signore si degni di mandare a noi nuovi fratelli e sorelle che, nella vita di speciale consacrazione, siano testimoni della Sua Luce nella notte del nostro mondo, preghiamo.
  4. Perché gli anziani della nostra Comunità parrocchiale, che nel nostro tempo necessitano particolarmente di attenzione, non siano relegate nelle prigioni e nell’isolamento delle case di riposo, ma siano riconosciuti nella loro dignità di persone, esperte di umanità, capaci di offrire alle nuove generazioni testimonianza delle esperienze vissute nel cammino della vita, preghiamo.
  5. Perché il dono della vita sia ben custodito e tutelato in ogni creatura dal suo inizio al suo naturale termine e ogni buon cristiano sia capace di condividere tale dono nell’esperienza della fraternità e della alterità, preghiamo.
  6. Perché anche noi sappiamo offrirci come Cristo al Padre nel servizio ai fratelli, recando la luce della fede nelle periferie esistenziali e sociali degli spazi in cui viviamo e operiamo, preghiamo.
C - O Padre, che nel tuo Figlio presentato al tempio manifesti visibilmente l’incontro fra l’antica e la nuova alleanza, fa’ che la tua Chiesa sperimenti con Maria e Giuseppe la gioia messianica e ogni uomo cammini nello splendore della tua luce. Per Cristo nostro Signore.   T - Amen.

Ringraziamento alla Comunione

** G - Ti hanno aspettato tutta la vita, Signore,
nonostante il sorriso ironico di molti
e finalmente sei venuto loro incontro.
Ti hanno riconosciuto
e dal loro cuore sono uscite parole di gioia,
di lode e di ringraziamento
perché i loro occhi avevano finalmente visto
il Salvatore promesso e da loro tanto atteso.
Sono anch’io a ringraziarti, Signore,
per essermi venuto incontro
a dirmi parole che avevano il sapore dell’Amore.
Sono anch’io a ringraziarti, Dio vero,
per avermi fatto conoscere la bellezza
e lo splendore della tua verità
e per aver fatto nascere in me
la gioia dell’appartenenza alla tua grande famiglia.
Sono anch ‘io a ringraziarti, Dio dell’amore,
perché hai squarciato le nubi del mio orizzonte
così che ora posso cantare l’alleluia della vita,
che ogni giorno in me viene
per eucaristicizzare il tempo e le cose.
Sono anch’io a ringraziarti, Dio della luce,
perché mi hai fatto essere come una candela accesa
che spinge la sua luce verso l’alto.
(Averardo Dini)

lunedì 7 febbraio 2011

In cattedrale a Udine Giornata per la Vita

aOmelia dell'Arcivescovo nella «Giornata per la vita» versione testuale


Udine, Cattedrale. 6 febbraio 2010



Ai discepoli che ascoltano il suo discorso della montagna Gesù affida la missione di essere sale della terra e luce del mondo. Tra gli uomini che, a causa dell’abitudine al peccato, avevano progressivamente dimenticato il senso e il valore della vita egli invia i discepoli a spargere il sale del Vangelo che ridona gusto divino alla vita dell’uomo.

In mezzo ad un popolo, che camminava dentro una caligine di morte, i credenti in Cristo riflettono Colui che è la Luce del mondo; Luce che ravviva i colori di ogni persona ed esistenza umana.



Con questa celebrazione della S. Messa nella Giornata nazionale per la vita desideriamo essere un po’ sale e luce evangelica in mezzo al popolo friulano.

Speriamo di essere anche una voce che risveglia alla coscienza il valore intangibile di ogni vita umana perché, a volte, ci sembra di assistere quasi ad un assopimento delle coscienze.



Lo denuncia anche il Messaggio dei Vescovi italiani per la 33° Giornata per la vita: “Il fattore più inquietante è l’assuefazione: tutto pare ormai normale e lascia intravedere un’umanità sorda al grido di chi non può difendersi. Smarrito il senso di Dio, l’uomo smarrisce se stesso: l’oblio di Dio rende opaca la creatura stessa”.

Le statistiche descrivono un Friuli nel quale non s’arresta la diminuzione di bambini che nascono ogni anno. Per un popolo questo dovrebbe essere un dato inquietante perché pone interrogativi seri sul proprio futuro.



Ci sembra, invece, di percepire – come dice il messaggio dei Vescovi – una sorta di assuefazione e di indifferenza; la stessa indifferenza con cui è accettato l’alto numero di aborti praticati annualmente nelle strutture sanitarie.



La vita umana va rispettata nel suo sbocciare e nel suo naturale concludersi su questa terra per aprirsi alla vita eterna. Sappiamo quanto la nostra provincia e la nostra città siano state toccate dalle gravi questioni che investono la fine della vita. Sono state toccate nella persona di una giovane donna che qui è stata lasciata morire.

Ma nei dibattiti, che tornano periodicamente, temiamo di non percepire una sofferta passione per la vita umana; e Dio non voglia che ci sia qualche ombra di strumentalizzazione.

Anche se si riserva la libertà di dire una parola chiara, la Chiesa sa che non si difenderà il valore intangibile della vita umana con dibattiti o manifestazioni ad effetto.



Ho appena citato una forte espressione del documento del Concilio Vaticano II, Gaudium et Spes: “L’oblio di Dio rende opaca la creatura stessa”.

Solo un rapporto vivo con Gesù porta nel nostro debole cuore la sua passione e tenerezza per ogni volto di uomo che ama quando è ancora nel grembo della mamma e continua ad amare quando è nella debolezza della disabilità, della malattia o della vecchiaia.



E’ una tragica presunzione quella di pretendere di conservare il giusto rispetto per la dignità di ogni vita umana se diventiamo indifferenti a Dio e al suo amore per noi.

Il cristiano che non prega, non ascolta la Parola del Vangelo, non invoca perdono per i suoi peccati, non sente fame di Gesù nell’eucarestia diventa meno sensibile anche verso il prossimo perché la sua mente è offuscata e il cuore indurito dal peccato di presunzione. Fatica a capire cosa significhi rispetto della vita specialmente nelle condizioni di debolezza che per ogni uomo sono il momento del concepimento e del morire.



Solo l’amore di Gesù, riversato nei nostri cuori apre anche i nostri occhi verso il prossimo come era-no aperti quelli del buon samaritano.

Care sorelle e fratelli, accogliamo in noi lo Spirito dell’amore di Gesù in questa S. Messa e conti-nuiamo a coltivare con fedeltà l’ascolto della Parola di Dio e la partecipazione all’Eucarestia.



E poi, impegniamoci tutti a favore dei nostri fratelli e della loro vita che è intangibile dono di Dio. Incoraggio quanti già lo fanno anche in modo associato, come sono i membri dei Centri aiuto per la vita così benemeriti nella loro azione a favore delle nuove vite che sono state concepite e delle mamme che le portano in grembo.

Su questo campo tutti possiamo fare qualcosa specialmente mettendo insieme le forze e le di-sponibilità. In questo modo diffonderemo anche il sale del Vangelo che è il solo che può risvegliare dall’assopimento nei confronti della vita e del suo mistero.



Mons. Andrea Bruno Mazzocato

Arcivescovo di Udine

domenica 6 febbraio 2011

Foglio Parrocchiale domenica 6 febbraio



Tante voci per la Giornata per la vita

6 febbraio, la grande preghiera per la vita versione testuale


Nella 33ª Giornata per la vita l'Arcivescovo in Cattedrale attende sposi, fidanzati, volontari, amministratori, responsabili sanitari, parroci



UDINE (3 febbraio, ore 17.15) - Domenica 6 febbraio 2011. Una giornata di riflessione e di assunzione di impegni, da parte del Friuli, per il futuro di questa terra e della sua gente, quindi perché nascano più figli, perché non ci siano più aborti, perché le famiglie riscoprano il senso del loro stare insieme, senza il quale non c’è sviluppo e, quindi, non c’è futuro.

Ecco perché l’Arcivescovo mons. Andrea Bruno Mazzocato ha convocato il popolo della vita domenica 6 febbraio, alle 19, in Cattedrale a Udine, intorno alla celebrazione dell’Eucarestia. Per conto dell’Arcivescovo chiamano alla mobilitazione – sì, proprio così – don Giuseppe Faccin, direttore dell’ufficio diocesano per la pastorale della famiglia, e don Alessio Geretti, delegato episcopale per la cultura. I quali hanno inviato quattro lettere ad altrettanti indirizzi. Indirizzi non certo qualsiasi.



Ai Centri di aiuto alla vita e a tutti i loro collaboratori

«Carissimi amici, desideriamo cogliere l’occasione della 33ª Giornata per la vita per ringraziare il Signore con tutti voi per il dono della vita, in particolare per quella dei bambini che allietano le case delle nostre comunità – così scrivono don Faccin e don Geretti –. Al tempo stesso preghiamo con quegli sposi che attendono di poter generare dei figli e confidano nel superamento di difficoltà, di varia natura, che per ora non lo consentono. Non mancano, come ben sapete, situazioni drammatiche in cui talora la tentazione di non accogliere la vita prende il sopravvento, né possiamo ignorare che talvolta alla vita delle persone, specie delle più indifese, non è riconosciuta adeguata dignità. Infine, sempre più dobbiamo reagire culturalmente e spiritualmente alla tremenda crisi demografica che avvilisce il nostro Friuli e l’intero Occidente: questo è forse il più urgente dei problemi che domanda riscatto e conversione».

Impegnati nell’accoglienza e nella difesa della vita, i Centri di aiuto alla vita che operano o che si stanno costituendo nella Chiesa diocesana «sono una risorsa importantissima». Ecco perché la Chiesa friulana confida «nell’azione e nella forza spirituale di tutti quei volontari che ne fanno parte, o che silenziosamente li sostengono in vari modi, perché contribuiscano a tre grandi obiettivi».

Gli obiettivi sono questi. Il primo: promuovere una cultura dell’accoglienza alla vita, risanando le radici spirituali e le cause socioculturali che hanno condotto tanti a non essere aperti al dono dei figli. Il secondo: diffondere la certezza che per tutelare davvero il bene della donna in situazioni drammatiche va rafforzata, e non distrutta, l’alleanza originale tra madre e figlio. Il terzo: operare affinché nessuna donna si trovi mai in condizioni tali da aver sentito l’aborto come unica strada possibile. Nella lettera agli operatori dei Centri per la vita, l’invito è di raggiungere la cattedrale fin dalle 18.30 «per il Santo Rosario, invocando lo speciale aiuto della Vergine Immacolata, che possa sostenere la vostra opera e illuminare cuori e coscienze».



Agli sposi, alle mamme e papà, ai fidanzati

«Carissimi amici – scrivono don Faccin e don Geretti in un’altra lettera – desideriamo cogliere l’occasione della 33ª Giornata per la vita per ringraziare il Signore con tutti voi per il dono della vita, in particolare per quella dei figli che avete generato o di quelli che per ora desiderate e per i quali già state pregando».

«Proprio la bellezza e la forza dell’amore, sostenuti dalla grazia di Dio, danno senso pieno all’esistenza e infondono quella dedizione generosa, quello spirito di sacrificio e quella serena fiducia che permettono a tanti uomini e donne, nonostante tutte le avversità e le precarietà possibili, di generare e di educare nuove creature, accogliendole con entusiasmo», scrivono ancora don Giuseppe e don Alessio, aggiungendo: «Alla celebrazione siete tutti invitati a partecipare – con i vostri bambini, potendo: non c’è canto migliore delle loro voci per dare lode a Dio –; in particolare invitiamo gli sposi che hanno celebrato il loro matrimonio o il battesimo di un figlio nel corso del 2010».



Ai politici, agli amministratori, ai responsabili della sanità

Per la prima volta l’invito alla celebrazione della vita (e della famiglia) viene rivolto espressamente anche agli amministratori pubblici e ai politici, cui l’Arcivescovo si rivolgerà direttamente. «Questa Giornata nasce anzitutto come ringraziamento al Signore per il dono della vita, in particolare per quella dei bambini che allietano le case dei nostri paesi, pregando al tempo stesso per tutti gli operatori della comunità civile, del mondo della sanità e del mondo del volontariato che rendono possibile il miracolo della vita – si legge nella lettera inviata loro da don Faccin e da don Geretti –. Un pensiero va anche a quegli sposi che attendono di poter generare dei figli, talvolta soffrendo a causa di varie difficoltà». Poi un invito molto forte, quasi un ammonimento: «Sempre più dobbiamo reagire culturalmente e spiritualmente alla tremenda crisi demografica che avvilisce il nostro Friuli e l’intero Occidente: questo per noi è forse il più urgente dei problemi, che domanda riscatto e conversione».



Ai vicari foranei e ai parroci

Non manca l’invito ai sacerdoti, perché promuovano pure loro la partecipazione al grande raduno per la vita. «Vi preghiamo di invitare alla celebrazione i fidanzati prossimi al matrimonio e gli sposi, specialmente quelli più giovani e quelli che da poco hanno generato un figlio o che, ad esempio, ne hanno battezzato uno nel corso del 2010. Vengano pure con i loro bambini: non c’è canto migliore delle voci dei piccoli per dare lode a Dio».

sabato 5 febbraio 2011

Domenica 6 febbraio 2011

V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - A

33ª Giornata nazionale per l’accoglienza della Vita

Tema: “Educare alla pienezza della vita”

6 Febbraio 2010

«Il giusto risplende come luce»

PRIMA LETTURA

La tua luce sorgerà come l’aurora.

Dal libro del profeta Isaìa

58, 7-10

Così dice il Signore:

«Non consiste forse [il digiuno che voglio]

nel dividere il pane con l’affamato,

nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto,

nel vestire uno che vedi nudo,

senza trascurare i tuoi parenti?

Allora la tua luce sorgerà come l’aurora,

la tua ferita si rimarginerà presto.

Davanti a te camminerà la tua giustizia,

la gloria del Signore ti seguirà.

Allora invocherai e il Signore ti risponderà,

implorerai aiuto ed egli dirà: “Eccomi!”.

Se toglierai di mezzo a te l’oppressione,

il puntare il dito e il parlare empio,

se aprirai il tuo cuore all’affamato,

se sazierai l’afflitto di cuore,

allora brillerà fra le tenebre la tua luce,

la tua tenebra sarà come il meriggio».

Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE

Dal Salmo 111 (112)

R/. Il giusto risplende come luce.

Spunta nelle tenebre, luce per gli uomini retti:

misericordioso, pietoso e giusto.

Felice l’uomo pietoso che dà in prestito,

amministra i suoi beni con giustizia. R/.

Egli non vacillerà in eterno:

eterno sarà il ricordo del giusto.

Cattive notizie non avrà da temere,

saldo è il suo cuore, confida nel Signore. R/.

Sicuro è il suo cuore, non teme,

egli dona largamente ai poveri,

la sua giustizia rimane per sempre,

la sua fronte s’innalza nella gloria. R/.

SECONDA LETTURA

Vi ho annunciato il mistero di Cristo crocifisso.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

2, 1-5



Io, fratelli, quando venni tra voi, non mi presentai ad annunciarvi il

mistero di Dio con l’eccellenza della parola o della sapienza. Io ritenni

infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e Cristo

crocifisso.

Mi presentai a voi nella debolezza e con molto timore e trepidazione.

La mia parola e la mia predicazione non si basarono su discorsi

persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua

potenza, perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana,

ma sulla potenza di Dio.

Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO

Cf Gv 8, 12

R/. Alleluia, alleluia.

Io sono la luce del mondo, dice il Signore;

chi segue me, avrà la luce della vita.

R/. Alleluia.



VANGELO

Voi siete la luce del mondo.

Dal Vangelo secondo Matteo

5, 13-16

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa

lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e

calpestato dalla gente.

Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta

sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il

moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella

casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano

le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».

Parola del Signore.



PREGHIERA DEI FEDELI

C – Fratelli e sorelle, il Signore si è fatto conoscere tramite la sua parola e il suo esempio. Egli conosce la nostra vita, le nostre ombre, i nostri dubbi, le nostre insicurezze. Conosce anche la nostra capacità di cambiare e i nostri slanci. Rivolgiamoci al Padre con fiducia, perché illumini il nostro cammino e sostenga la nostra debole volontà.

L - Preghiamo insieme e diciamo:

Risplenda in noi la tua Luce, Signore.

1. Perché la Chiesa risplenda della luce di Cristo. Preghiamo.

2. Perché il nostro essere sale non perda il sapore divino. Preghiamo.

3. Per i cristiani perseguitati, perché la violenza e la paura non impediscano il testimoniare Cristo. Preghiamo.

4. Perché ogni famiglia viva appieno la vocazione di essere “Chiesa domestica”. Preghiamo.

5. Perché la vita umana sia promossa e salvaguardata dal concepimento alla morte naturale. Preghiamo.

6. Perché, noi qui presenti, non esitiamo a vivere pienamente il nostro sacerdozio battesimale, preghiamo.

7. Per i nostri fratelli …che Dio ha reso partecipi del Mistero Pasquale di Cristo, perché vivano in eterno la comunione dei santi in paradiso. Preghiamo.



C – Signore, tu ci proponi una vita vera, buona e felice, che noi siamo chiamati a costruire insieme a te. Ti rendiamo grazie per la tenerezza del tuo amore, per la fiducia che riponi in noi, per la presenza che ci sostiene. Donaci il tuo santo Spirito, perché sia luce nel nostro cammino e forza per le nostre decisioni. Rendici tuoi testimoni, fedeli al nostro Battesimo, capaci di solidarietà con i fratelli. Per Cristo nostro Signore. T - Amen.

sabato 29 gennaio 2011

Veglia A Torviscosa

In vista della 33ª Giornata nazionale per la
Vita, che si celebrerà domenica 6 febbraio, la
forania di Porpetto promuove una veglia di
preghiera che si terrà nella chiesa parrocchiale di Torviscosa venerdì
4 febbraio alle ore 20.30.
Nel corso dell’incontro, organizzato e sostenuto dal
Gruppo foraniale delle famiglie e dall’Associazione «Comunità Papa Giovanni
XXIII», si alterneranno, anche attraverso l’animazione
del Coro foraniale, momenti
di preghiera, testimonianze e meditazioni
attorno al tema «Educare alla pienezza della
vita», come proposto dal messaggio del
Consiglio episcopale permanente. Nel corso
della veglia verrà presentato il consueto segno della vendita delle primule che avverrà
in occasione delle sante messe in tutte le
chiese della forania e il cui ricavato andrà a
sostenere l’attività del Centro per l’aiuto alla
vita di Udine.

domenica 1 febbraio 2009

Grazie ai volontari da parte nostra!

A Udine 98 bambini salvati dall'aborto versione testuale
Domenica 1° febbraio si celebra la Giornata della vita

UDINE (30 gennaio, ore 16.15) - Sono 90 le chiese dell’Arcidiocesi di Udine davanti alle quali, domenica 1° febbraio, alcune centinaia di volontari del Centro di aiuto alla vita racconteranno il loro impegno e offriranno le «primule per la vita», allo scopo di raccogliere i fondi per sostenere le donne in difficoltà. Quest’anno il titolo scelto per la 31ª Giornata per la vita, promossa dalla Chiesa cattolica in tutta Italia, è «La forza della vita nella sofferenza».
«È un buon bilancio quello del 2009 – racconta Flavia De Vitt, portavoce del Centro udinese – perché abbiamo aiutato 280 madri con figli piccoli oppure in attesa e, così, sono nati 98 bambini, tra i quali ben tre coppie di gemelli». Rispetto al 2007, l’aumento delle mamme assistite è pari al 22%, mentre l’incremento dei nati, grazie anche all’attività del Centro, è del 38%. Il sostegno alle donne è di tipo morale, psicologico, informativo, ma anche con aiuti in natura e in denaro. Chi ha bisogno di consulenze mediche o legali, viene indirizzata a professionisti volontari.
Il Centro ha rapporti con consultori, assistenti sociali, sindacati, parrocchie, gruppi giovanili, la Caritas, la San Vincenzo, la Comunità Papa Giovanni XXIII, l’associazione Genitori bimbi down. E da qualche mese la nostra pubblicità viaggia su alcuni autobus di Udine». Al Centro – conclude la De Vitt – hanno fatto ricorso anche 15 donne già in possesso del certificato per abortire; otto di esse hanno poi deciso di proseguire la gravidanza. Negli altri 7 casi sono state, invece, determinanti le pressioni dei padri, che hanno impedito al figlio di venire alla luce. Nella coppia il sostegno dell’uomo è molto importante, perché consente alle donne di affrontare anche situazioni apparentemente difficili.
Il Centro di aiuto alla vita di Udine ha sede in via Roma 35, è consultabile telefonando al numero 0432/509205 e si avvale di volontarie che, oltre a garantire l’accoglienza negli orari di apertura, si recano anche a casa delle donne, se invitate. E a qualsiasi ora una volontaria risponde al cellulare 339/1285365.
Il servizio approfondito sulle pagine del settimanale «la Vita Cattolica» in edicola sabato 31 gennaio

venerdì 1 febbraio 2008

Giornata per la vita 2007: messaggio C.E.I.

I figli sono una grande ricchezza per ogni Paese: dal loro numero e dall’amore e dalle attenzioni che ricevono dalla famiglia e dalle istituzioni emerge quanto un Paese creda nel futuro. Chi non è aperto alla vita, non ha speranza. Gli anziani sono la memoria e le radici: dalla cura con cui viene loro fatta compagnia si misura quanto un Paese rispetti se stesso.

La vita ai suoi esordi, la vita verso il suo epilogo. La civiltà di un popolo si misura dalla sua capacità di servire la vita. I primi a essere chiamati in causa sono i genitori. Lo sono al momento del concepimento dei loro figli: il dramma dell’aborto non sarà mai contenuto e sconfitto se non si promuove la responsabilità nella maternità e nella paternità. Responsabilità significa considerare i figli non come cose, da mettere al mondo per gratificare i desideri dei genitori; ed è importante che, crescendo, siano incoraggiati a “spiccare il volo”, a divenire autonomi, grati ai genitori proprio per essere stati educati alla libertà e alla responsabilità, capaci di prendere in mano la propria vita.

Questo significa servire la vita. Purtroppo rimane forte la tendenza a servirsene. Accade quando viene rivendicato il “diritto a un figlio” a ogni costo, anche al prezzo di pesanti manipolazioni eticamente inaccettabili. Un figlio non è un diritto, ma sempre e soltanto un dono. Come si può avere diritto “a una persona”? Un figlio si desidera e si accoglie, non è una cosa su cui esercitare una sorta di diritto di generazione e proprietà. Ne siamo convinti, pur sapendo quanto sia motivo di sofferenza la scoperta, da parte di una coppia, di non poter coronare la grande aspirazione di generare figli. Siamo vicini a coloro che si trovano in questa situazione, e li invitiamo a considerare, col tempo, altre possibili forme di maternità e paternità: l’incontro d’amore tra due genitori e un figlio, ad esempio, può avvenire anche mediante l’adozione e l’affidamento e c’è una paternità e una maternità che si possono realizzare in tante forme di donazione e servizio verso gli altri.

Servire la vita significa non metterla a repentaglio sul posto di lavoro e sulla strada e amarla anche quando è scomoda e dolorosa, perché una vita è sempre e comunque degna in quanto tale. Ciò vale anche per chi è gravemente ammalato, per chi è anziano o a poco a poco perde lucidità e capacità fisiche: nessuno può arrogarsi il diritto di decidere quando una vita non merita più di essere vissuta. Deve, invece, crescere la capacità di accoglienza da parte delle famiglie stesse. Stupisce, poi, che tante energie e tanto dibattito siano spesi sulla possibilità di sopprimere una vita afflitta dal dolore, e si parli e si faccia ben poco a riguardo delle cure palliative, vera soluzione rispettosa della dignità della persona, che ha diritto ad avviarsi alla morte senza soffrire e senza essere lasciata sola, amata come ai suoi inizi, aperta alla prospettiva della vita che non ha fine.

Per questo diciamo grazie a tutti coloro che scelgono liberamente di servire la vita. Grazie ai genitori responsabili e altruisti, capaci di un amore non possessivo; ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose, agli educatori e agli insegnanti, ai tanti adulti – non ultimi i nonni – che collaborano con i genitori nella crescita dei figli; ai responsabili delle istituzioni, che comprendono la fondamentale missione dei genitori e, anziché abbandonarli a se stessi o addirittura mortificarli, li aiutano e li incoraggiano; a chi – ginecologo, ostetrica, infermiere – profonde il suo impegno per far nascere bambini; ai volontari che si prodigano per rimuovere le cause che indurrebbero le donne al terribile passo dell’aborto, contribuendo così alla nascita di bambini che forse, altrimenti, non vedrebbero la luce; alle famiglie che riescono a tenere con sé in casa gli anziani, alle persone di ogni nazionalità che li assistono con un supplemento di generosità e dedizione. Grazie: voi che servite la vita siete la parte seria e responsabile di un Paese che vuole rispettare la sua storia e credere nel futuro.



Roma, 2 ottobre 2007

Memoria dei Santi Angeli Custodi



Il Consiglio Permanente

della Conferenza Episcopale Italiana

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

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