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lunedì 7 febbraio 2011

In cattedrale a Udine Giornata per la Vita

aOmelia dell'Arcivescovo nella «Giornata per la vita» versione testuale


Udine, Cattedrale. 6 febbraio 2010



Ai discepoli che ascoltano il suo discorso della montagna Gesù affida la missione di essere sale della terra e luce del mondo. Tra gli uomini che, a causa dell’abitudine al peccato, avevano progressivamente dimenticato il senso e il valore della vita egli invia i discepoli a spargere il sale del Vangelo che ridona gusto divino alla vita dell’uomo.

In mezzo ad un popolo, che camminava dentro una caligine di morte, i credenti in Cristo riflettono Colui che è la Luce del mondo; Luce che ravviva i colori di ogni persona ed esistenza umana.



Con questa celebrazione della S. Messa nella Giornata nazionale per la vita desideriamo essere un po’ sale e luce evangelica in mezzo al popolo friulano.

Speriamo di essere anche una voce che risveglia alla coscienza il valore intangibile di ogni vita umana perché, a volte, ci sembra di assistere quasi ad un assopimento delle coscienze.



Lo denuncia anche il Messaggio dei Vescovi italiani per la 33° Giornata per la vita: “Il fattore più inquietante è l’assuefazione: tutto pare ormai normale e lascia intravedere un’umanità sorda al grido di chi non può difendersi. Smarrito il senso di Dio, l’uomo smarrisce se stesso: l’oblio di Dio rende opaca la creatura stessa”.

Le statistiche descrivono un Friuli nel quale non s’arresta la diminuzione di bambini che nascono ogni anno. Per un popolo questo dovrebbe essere un dato inquietante perché pone interrogativi seri sul proprio futuro.



Ci sembra, invece, di percepire – come dice il messaggio dei Vescovi – una sorta di assuefazione e di indifferenza; la stessa indifferenza con cui è accettato l’alto numero di aborti praticati annualmente nelle strutture sanitarie.



La vita umana va rispettata nel suo sbocciare e nel suo naturale concludersi su questa terra per aprirsi alla vita eterna. Sappiamo quanto la nostra provincia e la nostra città siano state toccate dalle gravi questioni che investono la fine della vita. Sono state toccate nella persona di una giovane donna che qui è stata lasciata morire.

Ma nei dibattiti, che tornano periodicamente, temiamo di non percepire una sofferta passione per la vita umana; e Dio non voglia che ci sia qualche ombra di strumentalizzazione.

Anche se si riserva la libertà di dire una parola chiara, la Chiesa sa che non si difenderà il valore intangibile della vita umana con dibattiti o manifestazioni ad effetto.



Ho appena citato una forte espressione del documento del Concilio Vaticano II, Gaudium et Spes: “L’oblio di Dio rende opaca la creatura stessa”.

Solo un rapporto vivo con Gesù porta nel nostro debole cuore la sua passione e tenerezza per ogni volto di uomo che ama quando è ancora nel grembo della mamma e continua ad amare quando è nella debolezza della disabilità, della malattia o della vecchiaia.



E’ una tragica presunzione quella di pretendere di conservare il giusto rispetto per la dignità di ogni vita umana se diventiamo indifferenti a Dio e al suo amore per noi.

Il cristiano che non prega, non ascolta la Parola del Vangelo, non invoca perdono per i suoi peccati, non sente fame di Gesù nell’eucarestia diventa meno sensibile anche verso il prossimo perché la sua mente è offuscata e il cuore indurito dal peccato di presunzione. Fatica a capire cosa significhi rispetto della vita specialmente nelle condizioni di debolezza che per ogni uomo sono il momento del concepimento e del morire.



Solo l’amore di Gesù, riversato nei nostri cuori apre anche i nostri occhi verso il prossimo come era-no aperti quelli del buon samaritano.

Care sorelle e fratelli, accogliamo in noi lo Spirito dell’amore di Gesù in questa S. Messa e conti-nuiamo a coltivare con fedeltà l’ascolto della Parola di Dio e la partecipazione all’Eucarestia.



E poi, impegniamoci tutti a favore dei nostri fratelli e della loro vita che è intangibile dono di Dio. Incoraggio quanti già lo fanno anche in modo associato, come sono i membri dei Centri aiuto per la vita così benemeriti nella loro azione a favore delle nuove vite che sono state concepite e delle mamme che le portano in grembo.

Su questo campo tutti possiamo fare qualcosa specialmente mettendo insieme le forze e le di-sponibilità. In questo modo diffonderemo anche il sale del Vangelo che è il solo che può risvegliare dall’assopimento nei confronti della vita e del suo mistero.



Mons. Andrea Bruno Mazzocato

Arcivescovo di Udine

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