collegamento orari cp
Visualizzazione post con etichetta economia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta economia. Mostra tutti i post

mercoledì 29 aprile 2020

Agenzia Fides 29 aprile 2020

EUROPA/SPAGNA - "Gesù vive e ti vuole vivo": il 3 maggio la Giornata di preghiera per le vocazioni e per le vocazioni native
 
Madrid (Agenzia Fides) - Domenica 3 maggio, IV domenica di Pasqua, nota come la domenica del Buon Pastore dal brano evangelico che viene proclamato durante la Messa, si celebra la Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. In Spagna viene celebrata insieme alla Giornata delle vocazioni native. Anche se quest'anno non è possibile celebrarla comunitariamente nelle parrocchie, i cristiani sono ancora una volta chiamati a pregare per tutte le vocazioni di speciale consacrazione nel mondo.
Come ricorda la nota inviata all’Agenzia Fides dalla Direzione nazionale delle POM (Pontificie Opere Missionarie) della Spagna, “in questi giorni assistiamo al grande ruolo che preti, religiosi e consacrati svolgono in questa straordinaria situazione di pandemia. L'importanza della loro presenza è stata sottolineata in tante testimonianze di dedizione e accompagnamento nel nostro paese e in tutto il mondo. Per questo motivo, è necessario pregare affinché molti giovani possano seguire il loro esempio e ascoltare la voce di Dio”.
La Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni e la Giornata delle vocazioni indigene è organizzata congiuntamente da quattro istituzioni ecclesiali, che rappresentano la diversità e la ricchezza delle vocazioni di speciale consacrazione: la Conferenza Episcopale spagnola (CEE), la Conferenza spagnola dei Religiosi (CONFER), la Conferenza spagnola degli istituti secolari (CEDIS) e le Pontificie Opere Missionarie (OMP). Il motto di quest'anno è "Gesù vive e ti vuole vivo".
Oltre a pregare per tutte le vocazioni, la Giornata invita anche a pregare per i tanti giovani che vengono chiamati da Dio a seguirlo nei territori di missione, chiamati “vocazioni native”. La Chiesa spagnola invita quindi a pregare per loro, perchè prendano il posto dei missionari e mantengano viva la fiamma del Vangelo nei loro paesi e culture, e a contribuire economicamente, in modo che nessuna di queste vocazioni vada persa per mancanza di mezzi di sostentamento. (SL) (Agenzia Fides 29/4/2020)
LINK
Per ulteriori informazioni -> https://www.omp.es
 top^ 
 
 
 
AFRICA/UGANDA - Covid-19: il contenimento funziona, ma i danni all'economia sono gravi
 
Gulu (Agenzia Fides) - Il virus non è ancora arrivato a Gulu. Al St Mary's Lacor Hospital però è tutto pronto. I pazienti non gravi sono stati mandati a casa. Il reparto di Medicina è stato attrezzato per i contagiati dal Covid-19. Sono stati allestiti una decina di letti in terapia intensiva, con cinque ventilatori (altri sono in arrivo). "In Uganda – spiega a Fides Cristina Reverzani, medico volontario che lavora nel reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale cattolico, di proprietà della diocesi - l’epidemia di coronavirus è stata presa molto sul serio. Il 22 marzo è stato registrato il primo caso e i confini sono stati bloccati, le scuole e i luoghi sacri sono stati chiusi. Tre giorni dopo è stato fermato il trasporto pubblico e quello privato, ed è stata proclamata la serrata dei mercati. Le forze dell’ordine sono state molto severe. Fin troppo, tanto che il presidente Yoweri Museveni è intervenuto per chiedere più clemenza".
Le misure sembrano aver funzionato. Attualmente non ci sono più di una sessantina di casi e nessun morto. "La maggior parte di questi casi – continua la dottoressa – sono persone che sono state contagiate all’estero e hanno portato il virus al rientro in Uganda. Va detto che alcuni fattori sembrano preservare la popolazione dal coronavirus. La popolazione giovanissima (età media sotto i 17 anni), le vaccinazioni contro la Tbc e il clima temperato (sopra i 20°) pare rappresentino barriere naturali al contagio. Nulla è scientificamente provato, ma i tamponi che regolarmente vengono fatti sugli ugandesi sono praticamente tutti negativi".
La popolazione del Nord Uganda è spaventata, ricorda ancora la devastante epidemia di ebola che colpì la regione agli inizi degli anni Duemila. "Il ricordo di quell’epidemia è particolarmente vivo – continua la dottoressa -. La popolazione acholi che abita questa zona ha fatto un antico rituale per scacciare il virus. Era dai tempi dell’ebola che non veniva ripetuto".
Se il contagio pare non estendersi molto, il virus sta comunque provocando enormi danni economici. "Il lockdown – spiega Elio Croce, missionario Comboniano che dagli anni Settanta presta il suo servizio in Uganda a favore di orfani, ammalati, disabili, soldati bambino, vittime dell’Aids e di ebola – blocca gli spostamenti e ciò danneggia enormemente la povera gente che si guadagna da vivere giorno per giorno. I contadini non possono vendere i loro prodotti. E non hanno nulla da portare a casa. I ragazzi poi non vanno a scuola e così padri e le madri si trovano a dover sfamare altre bocche. Per molte famiglie la situazione si sta facendo difficile".
Il lockdown dovrebbe terminare il 5 maggio: "Dobbiamo resistere fino ad allora – conclude fratel Elio – poi speriamo che ci sia un’apertura che permetta una ripresa della vita se non ai livelli normali, almeno tali da permettere alla povera gente di procurarsi il minimo necessario". (EC) (Agenzia Fides 29/4/2020)
 top^ 
 
 
 
NEWS ANALYSIS/OMNIS TERRA - Zimbabwe, le Chiese in campo per un accordo nazionale
 
Harare (Agenzia Fides) - Le Chiese cristiane, storicamente presenza attiva e riconosciuta in Zimbabwe, hanno deciso di strutturare alcune proposte per aiutare il paese a uscire dal tunnel di difficoltà e sofferenza in cui si trova. E hanno lanciato una piattaforma per promuovere un dialogo inclusivo e comprensivo di tutti gli attori, per siglare un patto definitivo di riconciliazione che mira a essere un primo , nuovo passo per un reale rilancio politico e sociale della nazione.
Sono passati due anni e mezzo da quando, tra la sorpresa degli osservatori mondiali, Robert Mugabe, al potere in Zimbabwe per quasi 38 anni, cedette il posto, con risicatissimo margine, a Emmerson Mnangagwa, sebbene attraverso contestatissime elezioni nel luglio 2018, suscitando ugualmente tra i circa 17 milioni di abitanti grandissime speranze. Molte di queste sono andate deluse. E lo scorso 18 aprile, il 40° anniversario dell’indipendenza, anche a causa di una iniziale ma preoccupante diffusione del Covid-19 (i casi accertati sono una trentina con quattro morti), è passato agli atti come uno dei più mesti della sua storia: il rischio di default, tra inflazione record (oltre il 600%), disoccupazione dilagante (95%) e 7,5 milioni di cittadini alla fame
In tale cornice le Chiesa non hanno mai cessato di essere un solido punto di riferimento, nota padre Frederick Chiromba, Segretario generale della Conferenza Episcopale cattolica. “Nel novembre 2017, con l’intervento dell’esercito, lo Zimbabwe sperimentò il passaggio di potere dopo oltre 37 anni di governo di Robert Mugabe. Il cambio accese tante speranze e creò molte attese positive. La popolazione in fermento, si aspettava che il nuovo governo mettesse in atto un processo di transizione in grado di condurre rapidamente alle riforme socio-economiche e politiche assolutamente imprescindibili, unica via per superare le divisioni per il bene del Paese. Ma niente di ciò è mai avvenuto. Il partito al governo ha scelto una strada e una comunicazione diverse dal precedente ma è molto in ritardo nell’implementare le trasformazioni necessarie e le preoccupazioni e i patimenti della popolazione, la stessa che aveva sostenuto il cambiamento rapido, sono inevitabilmente in crescita. Tuttavia, non tutte le speranze sono perdute. Siamo certi che sarà il popolo dello Zimbabwe a spingere il governo a rendere conto del suo operato e a forzarlo ad attivare le riforme così come stabilito dalla costituzione che è stata approvata nel 2013 ma mai implementata. Democrazia e sviluppo arriveranno di sicuro in Zimbabwe (...) - continua
LINK
Continua a leggere la News analysis sul sito web di Omnis Terra -> http://omnisterra.fides.org/articles/view/139
 top^ 
 
 
 
ASIA - L’emergenza del Covid-19 in Asia centrale, tra misure di contenimento e negazione assoluta
 
Dushanbe (Agenzia Fides) - “Rispetto alla risposta alla pandemia che sta interessando tutti i paesi del mondo, le Repubbliche dell'Asia centrale possono essere divise in due gruppi. Da un lato, Kazakistan, Uzbekistan e Kirghizistan, che hanno messo in campo tempestivamente misure sanitarie, sociali ed economiche in linea con quelle dei paesi più avanzati. Dall'altro, Turkmenistan e Tagikistan che, pur con forme diverse, stanno optando per una strategia completamente diversa: quella della negazione assoluta. Ufficialmente, infatti, non si registrano casi di coronavirus, seppure i dubbi siano molti, sia perché in Tajikistan vi sono state decine di morti sospette, sia perché il Turkmenistan condivide un lunghissimo confine con l'Iran, particolarmente colpito dalla pandemia”. E’ quanto spiega all’Agenzia Fides Davide Cancarini, ricercatore indipendente sull’area dell’Asia centrale, illustrando le misure di contenimento del Covid-19 attuate dai governi di quell’area geografica.
La politica altamente rischiosa messa in atto da Tajikistan e Turkmenistan, potrebbe trovare una plausibile spiegazione, secondo il ricercatore, in un elemento ricorrente nella gestione del potere del presidente tagiko Emomalī Rahmon e di quello turkmeno Gurbanguly Berdimuhamedow: “I due leader sono differenti sotto molti punti di vista, ma condividono la granitica volontà di impedire che qualunque elemento potenzialmente destabilizzante si diffonda nei rispettivi territori. In altre parole, per evitare che la benché minima voce critica si possa alzare contro la loro guida o che la popolazione dei due paesi possa risultare in qualche modo destabilizzata dall'ammissione della diffusione del virus, la loro scelta è caduta sulla negazione più assoluta. Con ovviamente tutti i rischi che questo comporta per i cittadini turkmeni e tagichi ma, allargando lo sguardo, per la comunità internazionale nel suo complesso”.
Rahmon, aggiunge Cancarini, “ha perfino cercato di sfruttare questa fase, in cui l'attenzione è quasi tutta catturata dal coronavirus, per assicurare la sua successione: negli scorsi giorni ha infatti nominato il suo figlio maggiore, Rustam Emomali, portavoce del Senato, seconda carica del Paese dopo quella di Presidente”.
L’assenza di casi di Covid-19 in Tajikistan e Turkmenistan, rileva l’esperto, non ha comunque convinto l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che nella settimana tra il 27 aprile e il 3 maggio, invierà delle missioni nei due paesi per valutare la reale situazione sul campo.
Come in molti Stati dell’ex Unione Sovietica, Tajikistan e Turkmenistan hanno ritrovato la propria indipendenza all’inizio degli anni Novanta, dando vita a repubbliche basate su fondamenta piuttosto deboli. Per i cittadini turkmeni, per esempio, il concetto di “povertà” rappresenta un tabù, dato che il governo di Gurbanguly Berdimuhamedov, presidente confermato per la terza volta alla guida del paese a febbraio 2017, vuole mostrare il volto di un paese in crescita e nel pieno sviluppo. Lo stesso dicasi per la diffusione e la pratica dei diritti e delle libertà individuali.
Secondo l’ultimo rapporto sulla libertà di stampa, pubblicato ad aprile 2020 dall’Ong “Reporter Senza Frontiere”, nella classifica dei 180 Paesi del mondo, il Tajikistan risulta 161esimo e il Turkmenistan è addirittura penultimo, seguito solo dalla Corea del Nord. I due paesi figurano molto in basso anche nella classifica di Transparency International: occupando rispettivamente la 153esima e la 165esima posizione, quelli Tajikistan e Turkmenistan risultano quindi tra i governi più corrotti al mondo.
Il tema della libertà religiosa, invece, è caratterizzato, in entrambi i Paesi, da luci ed ombre. La Costituzione del Tajikistan, approvata nel 1994 e modificata nel 2003, riconosce il diritto alla libertà di coscienza, secondo cui ogni individuo ha il diritto di determinare in modo indipendente la propria relazione con la religione e di professare qualsiasi credo individualmente o insieme ad altri. Tuttavia, la “legge sulla religione”, entrata in vigore nel 2009, ha comportato delle limitazioni, tra cui, per esempio, l’obbligo di registrazione dei gruppi di fedeli ed il divieto di educazione religiosa privata. La comunità cattolica del Tajikistan, rinata nel 1997 con la Missio sui iuris istituita da Giovanni Paolo II, conta circa 100-120 fedeli nella parrocchia di S. Giuseppe a Dushanbe e un’altra ventina nella chiesa di Qurǧonteppa, una città a 100 chilometri dalla Capitale.
Per quanto riguarda il Turkmenistan, l’articolo 12 della Costituzione garantisce ai suoi cittadini la libertà di culto, ma vi sono altre disposizioni normative che penalizzano la libera attività religiosa: per esempio, gli articoli 76 e 77 del codice amministrativo prevedono multe salate per attività da parte di organizzazioni religiose non registrate. La comunità cattolica turkmena è costituita da tre sacerdoti Oblati di Maria Immacolata e circa 250 fedeli, che si riuniscono nella cappella della Trasfigurazione del Signore, nella capitale Ashgabat.
(LF-PA) (Agenzia Fides 29/4/2020)
 top^ 
 
 
 
AMERICA/BOLIVIA - Giornata della IAM: “Da casa mia, come Santa Teresina, anche io sono un missionario!”
 
Santa Cruz (Agenzia Fides) – Adattandosi al tempo in cui viviamo per la pandemia di Covid 19, nell'Arcidiocesi di Santa Cruz, la Giornata nazionale dell'Infanzia e Adolescenza missionaria (IAM), la terza domenica di Pasqua, è stata celebrata con il motto: "Da casa mia, come Teresita, anche io sono un missionario!". Secondo le informazioni diffuse dalla Conferenza episcopale, pervenute a Fides, dalla Cattedrale di Santa Cruz, l’Arcivescovo Mons. Sergio Gualberti, si è rivolto domenica 26 aprile ai giovani missionari sottolineando che il motto è molto appropriato per le circostanze che stiamo vivendo: se non ci è permesso di uscire di casa, non ci può essere impedito di essere missionari, come ha affermato nella sua vita la protettrice delle missioni, Santa Teresa di Gesù Bambino. Bambini e ragazzi missionari, seguendo il suo esempio, nella loro casa compiono piccole azioni come obbedire e collaborare con i genitori, fare i loro compiti e contagiare tutta la famiglia con la gioia della loro giovane vita dedicata al Signore, ha affermato l'Arcivescovo.
Mons. Oscar Aparicio, Arcivescovo di Cochabamba, per la stessa circostanza ha celebrato la Messa trasmessa dai social media, e ha inviato un particolare saluto a tutti i membri della IAM, presente in varie comunità dell’arcidiocesi. Augurando una buona Pasqua, essendo nel tempo pasquale, ha esortato a vivere una buona celebrazione della Giornata, come fonte di gioia, per essere, come la Vergine Maria e gli Apostoli, testimoni della risurrezione. Quindi ha invitato i ragazzi ad annunciare il Cristo Risorto nelle loro famiglie e in tutta l’arcidiocesi.
Mons. Antonio Reimann, Vescovo del Vicariato apostolico Ñuflo de Chávez, che si trova ancora in ospedale perché colpito dal Covid-19, ha inviato un suo messaggio ai bambini e ai giovani missionari, congratulandosi per quanto fanno e incoraggiandoli a continuare nella preghiera.
“In questo periodo della pandemia – ha scritto il Vescovo - , quando le porte delle chiese sono chiuse, i bambini della IAM sono spesso i promotori del saluto, del perdono, della preghiera e della condivisione gioiosa nella loro famiglia. In questo modo la Famiglia viene assimilata ad una piccola Chiesa domestica. Dio, per mezzo della loro preghiera innocente e fiduciosa con tutta la famiglia, ci aiuti a fermare la crescita della pandemia, e possano tornare rinnovati nelle chiese parrocchiali con tutta la loro famiglia, e anche a scuola per continuare gli studi”. (SL) (Agenzia Fides 29/4/2020)
 top^ 
 
 
 
AMERICA/VENEZUELA - "Non mi pesa, è mio fratello": campagna per accogliere chi ritorna
 
Guasdualito (Agenzia Fides) – In occasione del ritorno dei venezuelani nel loro paese, al confine con l'Alto Apure, il Vescovo della diocesi di Guasdualito, in Venezuela, ha lanciato la campagna "Non mi pesa, è mio fratello", per incoraggiare l'ospitalità verso le persone che in questo momento arrivano dal vicino paese della Colombia.
Mons. Pablo Modesto ha affermato che il motivo di questa campagna è di fare uno sforzo e di crescere nella sensibilità del cuore, per motivare la solidarietà nei confronti di chiunque abbia bisogno. "Le cose sono difficili, siamo in tempi difficili, ma questa volta possiamo trasformarle in un'opportunità, non solo per diventare più egoisti e prenderci cura di noi stessi, trascurando gli altri, ma dobbiamo risvegliare il cuore sensibile che abbiamo e condividere dalla nostra povertà, dal nostro bisogno. Questo è il motivo per cui vogliamo invitare questo popolo, che è ospitale per natura, ad attivare in esso quel cuore accogliente e premuroso, che in questi tempi difficili in cui viviamo non faccia diminuire in noi il dono dell'ospitalità" ha detto il Vescovo.
La nota inviata a Fides dalla Conferenza Episcopale, CEV, informa che attraverso il ponte internazionale Jose Antonio Páez, circa 250 persone vengono accolte ogni giorno dalle autorità del comune di José Antonio Páez, grazie al corridoio umanitario che ha permesso l'ingresso di circa 3 mila venezuelani che ritornano nel loro paese e vengono portati nei centri pronti per la quarantena a causa della pandemia. Rispettando le raccomandazioni del governo nazionale, per 14 giorni devono rimanere sotto osservazione in caso di presentazione di sintomi correlati a COVID-19, e solo in seguito possono trasferirsi nelle loro città di origine.
La diocesi di Guasdualito (Venezuela) e la diocesi di Arauca (Colombia) hanno quindi promosso questa campagna "Non mi pesa, è mio fratello", e Mons. Pablo Modesto ha ringraziato per l'accoglienza che i colombiani hanno avuto verso i venezuelani. Attraverso le Caritas diocesane si sono messi in contatto per sostenere il sindaco della regione e sono riusciti, con le autorità di Arauca, a procurarsi stuoie o materassi, facendo tutti gli sforzi possibili per portarli a Guasdualito. “Approfitto di questa circostanza per ringraziare per il lavoro congiunto che si sta svolgendo non solo tra gli Stati, ma anche con la stessa Chiesa, che stiamo mediando, sostenendoci a vicenda" ha dichiarato il Vescovo.
(CE) (Agenzia Fides, 29/04/2020)
 top^ 
 
 
 
AMERICA/VENEZUELA - Prima mondiale su internet: "Pastore di anime", vita di Mons. Salvador Montes de Oca
 
Caracas (Agenzia Fides) – Tra le iniziative della Conferenza Episcopale del Venezuela per esprimere la vicinanza alla comunità credente del paese, sarà trasmesso oggi, 29 aprile, attraverso il canale Youtube della Conferenza Episcopale del Venezuela in una "prima mondiale su internet", il film sulla vita del Servo di Dio Monsignor Salvador Montes de Oca. Nato nel 1895, Vescovo di Valencia (Venezuela) dal 1927, diventò monaco alla Certosa di Farneta in Italia, dove venne fucilato dalle truppe naziste insieme ad altri religiosi per aver accolto i perseguitati dalla guerra.
L'anno scorso, nella Cattedrale di Valencia in Venezuela, è stata celebrata la messa per il 75° anniversario della morte, che è stata presieduta dal Card. Baltazar Porras. Il film intitolato “Pastore di anime”, prodotto dal Dipartimento per le comunicazioni della Conferenza episcopale venezuelana, sarà trasmesso alle 20 (ora del Venezuela).
(CE) (Agenzia Fides, 29/04/2020)

lunedì 4 luglio 2016

Cambiare l'Europa



vaticanit - italiano has uploaded Papa: cambiare l’Europa abbattendo i muri
Papa: cambiare l’Europa abbattendo i muri
vaticanit - italiano
(Papa Francesco)
È ora di mettersi insieme, per affrontare con vero spirito europeo le problematiche del nostro tempo. Oltre ad alcuni muri visibili, si rafforzano anche quelli invisibili, che tendono a dividere questo continente. Muri che si innalzano nei cuori delle persone. Muri fatti di paura e di aggressività, di mancanza di comprensione per le persone di diversa origine o convinzione religiosa. Muri di egoismo politico ed economico, senza rispetto per la vita e la dignità di ogni persona.

domenica 7 febbraio 2016

venerdì 19 giugno 2015

L'enciclica Laudato si' secondo le ACLI

Laudato Si', Bottalico: la lotta alla povertà salva l'ambiente



Laudato Si', Bottalico: la lotta alla povertà salva l'ambiente

«Lotta alla povertà e cura della natura sono due aspetti inscindibili dello stesso problema». Così Gianni Bottalico, presidente nazionale delle Acli, commenta la pubblicazione dell'enciclica di Papa Francesco Laudato Si'. «Quello indicato dal Pontefice è un approccio che chiama in causa tutti a cambiare gli stili di vita, le Associazioni a formare le coscienze alla ricerca della giustizia sociale e del rispetto dell'ambiente.
L'enciclica – prosegue Bottalico - rivolge un messaggio chiarissimo all'umanità: di fronte al deterioramento ambientale del pianeta vanno ripensati i criteri obsoleti, di epoche passate che continuano a governare il mondo. La politica deve recuperare la sua capacità di guida rispetto ai poteri economico-finanziari transnazionali, in funzione del bene comune per una ecologia integrale, ambientale e sociale. Questo cambiamento esige di mettere in discussione la cultura dominante preoccupata solo della massimizzazione del profitto.
L'enciclica evidenzia il pericoloso intreccio tra tecnocrazia e grandi poteri economici che usano la conoscenza come strumento di potere al servizio del profitto di pochi anziché per lo sviluppo di tutta l'umanità. Molto lucida e coraggiosa la denuncia della non neutralità delle direzioni in cui si sviluppano la ricerca scientifica e le applicazioni tecnologiche, in un'epoca in cui queste sono più finanziate da interessi privati che dagli Stati. I prodotti della tecnica finiscono così per influenzare gli stili di vita nella direzione degli interessi di determinati gruppi di potere.
Di fronte a ciò – conclude Bottalico – serve quella rivoluzione culturale, invocata da Papa Francesco, che è indispensabile per il futuro del nostro pianeta e che possiamo contribuire a costruire dal basso e che pertanto, per una associazione popolare e d'ispirazione cristiana come le Acli, costituisce una priorità della nostra formazione».


Leggi di più su: http://www.acli.it/le-notizie/news-nazionali/10015-laudato-si-bottalico-la-lotta-alla-poverta-salva-l-ambiente#ixzz3dWDE2rnr
Fonte: www.acli.it 

lunedì 21 febbraio 2011

M'Illumino di meno da San Giorgio di Nogaro a Piano di Sorrento

Piano di Sorrento fibre ottiche al cimitero




Piano di Sorrento. La tecnologia fa capolino anche all’ombra i cipressi, con un nuovo sistema di illuminazione cimiteriale a basso consumo di energia elettrica. Il brevetto è della 3E di San Giorgio di Nogaro, in provincia di Udine, che ieri pomeriggio ha presentato la propria linea di prodotti nell’ambito della manifestazione «M’illumino di Meno», in programma nelle sale di Villa Fondi, a partire dalle ore 17 e 30. Led e fibre ottiche a illuminare lapidi e cappelle, e che promettono di coniugare risparmio energetico e riduzione in termini di costi e manutenzione, una delle voci di maggior peso per i Comuni. «Questo sistema di luci votive – spiega Carlos Bustamante, che rappresenta in Campania la 3E – oltre ai vantaggi in termini di consumi energetici, presenta notevoli benefici per quanto riguarda i costi a carico dei cittadini, relativi alla manutenzione delle attuali lampade a incandescenza che si trovano su monumenti, cappelle e altre strutture cimiteriali». Queste consentono di creare un’illuminazione che parte da un’unica fonte luminosa, composta da lampade a led, e convogliata attraverso le fibre a un numero elevato di punti luce, fino a un massimo di 352 punti illuminanti per fonte luminosa, posti a distanze anche differenti dalla fonte principale. «Bisogna considerare - aggiunge Bustamante - che le attuali lampade tradizionali hanno un consumo energetico che va da 0,5 watt per ogni ora di accensione a un massimo di 15 watt, mentre ognuna delle lampade led ha un consumo di circa 28,8 watt ripartito tra i 352 punti luce: quindi si ottiene un consumo energetico per punto luminoso pari a 0.082 watt l’ora». I vantaggi, assicurano dall’azienda, non sono solo in termini di costi e consumi, ma anche di sicurezza elettrica. L’assenza di corrente può alimentare questi punti luce cimiteriali, infatti, annulla il rischio incendio».



Giuseppe D’Alise Il Mattino

domenica 6 febbraio 2011

Siamo in ritardo nella comunicazione e , non potendo andarci, pregheremo per la Buona Riuscita

Domenica a Cividale incontro su lavoro e impegno sociale versione testuale


Interventi dell'economista Luigino Bruni e del docente di Economia politica

ed Economia delle organizzazioni non profit Benedetto Gui

CIVIDALE DEL FRIULI (4 febbraio, ore 9.30) - Il Movimento Umanità Nuova del Friuli-Venezia Giulia organizza per domenica 6 febbraio nel Centro San Francesco a Cividale del Friuli una giornata di approfondimento sulle relazioni di reciprocità nei luoghi di lavoro e impegno sociale, in particolare per gli ambiti Economia e lavoro, Salute, Educazione, Politica e Pubblica amministrazione.



L'appuntamento, con inizio alle ore 9.30, prevede momenti comuni e lavori di gruppo corrispondenti alle professioni esercitate o agli ambiti del sociale interessati.



Attraverso una videoconferenza dell'economista Luigino Bruni verrà affrontata la tematica «Lavoro e oltre: tra sofferenza e fioritura umana». In particolare per l’ambito dell’Economia e lavoro interverrà Benedetto Gui, docente di Economia politica ed Economia delle organizzazioni non profit e delle imprese sociali all'Università di Padova sul tema: «Come coniugare efficienza e reciprocità nei luoghi di lavoro».

martedì 13 luglio 2010

Disinquinare i terreni con le piante

Fonte

Dalla facoltà di Agraria un'innovazione nelle tecniche di phytoremediation Usare le piante per bonificare i terreni inquinati da metalli pesanti. Il gruppo di ricerca coordinato fino allo scorso anno da Flavia Navari, professoressa presso l’allora Dipartimento di Chimica e Biotecnologie Agrarie della Facoltà di Agraria, da anni studia ed applica i sistemi di decontaminazione “verde” delle aree inquinate. Recentemente il gruppo ha perfezionato queste tecniche per renderle ancora più efficaci. I risultati sono stati presentati a metà giugno a Pisa in occasione del convegno internazionale “Environmental Pollution and Clean Bio/Phytoremediation” organizzato dalla sezione di Chimica Agraria del Dipartimento di Biologia delle Piante Agrarie e coordinato dal professor Riccardo Izzo. La sperimentazione nella Laguna di Grado e Marano in provincia di Udine. In provincia di Udine vi è un’area inquinata di circa 3-4 ettari compresa all’interno del sito denominato “Laguna di Grado e Marano e dei corsi d’acqua limitrofi” identificato come sito di interesse nazionale dal Programma Nazionale di ripristino ambientale dei siti contaminati. L’area inquinata è adibita a discarica per lo smaltimento di ceneri di pirite provenienti dai processi di arrostimento del minerale per l’estrazione dello zolfo e la produzione di acido solforico. A seguito di analisi chimiche il sito è risultato gravemente contaminato da cinque metalli pesanti: arsenico, cadmio, piombo, rame e zinco. “I primi tre – spiega Flavia Navari – sono tossici a tutte le concentrazioni, mentre lo zinco ed il rame, elementi indispensabili sia per la crescita delle piante che per gli esseri viventi, lo sono solo ad alte concentrazioni, come riscontrato in questo caso”. La laguna di Grado e Marano è oggetto di studio da parte del gruppo di ricerca della professoressa Navari dal 2005 insieme alle Università di Udine, Padova, Firenze e Milano statale. L'innovazione nelle tecniche di phytoremediation. Il lavoro è partito da uno screening del suolo per individuare i livelli di contaminazione per poi proseguire con la selezione delle piante più adatte a bonificare il terreno e la tecnologia più opportuna da impiegare. “Le piante – racconta Flavia Navari - funzionano come delle specie di ‘pompe’ ad energia solare che assorbono i metalli dal suolo. Nel caso del sito situato nella laguna di Grado e Marano la specie che è risultata più efficace è la Brassica carinata (foto). Infatti, anche se non appartiene alle piante ‘iperaccumulatrici’ propriamente dette, vale a dire a quel gruppo di piante capaci di assorbire altissime quantità di metalli, durante la sperimentazione essa non ha ridotto in maniera sensibile la biomassa e, soprattutto, è riuscita a tollerare le alte concentrazioni di più metalli senza soccombere". “Le piante – continua la professoressa Navari – riescono ad assorbire meglio ed in quantità maggiore i metalli se prima essi sono resi disponibili nel terreno e questo può avvenire in vari modi, ad esempio coltivando specie vegetali che liberano nel suolo attraverso le radici degli ‘essudati radicali’ che solubilizzano i metalli legati alle particelle del terreno oppure utilizzando dei composti chimici di sintesi particolarmente indicati allo scopo". Ed in questa seconda possibilità sta proprio l’innovazione tecnologica studiata dal gruppo della professoressa Navari. Fino a poco tempo fa al suolo veniva addizionato l’acido etilendiamminotetraacetico (EDTA) che però ha come controindicazione il fatto che si degrada lentamente nel suolo e può quindi, a sua volta, inquinare le falde acquifere a seguito di piogge abbondanti o irrigazioni. “Al posto dell’EDTA – spiega Mike Frank Quartacci, ricercatore del Dipartimento di Biologia delle Piante Agrarie e componente del gruppo di ricerca – abbiamo sperimentato con successo un composto simile, vale a dire l’acido etilendiamminodisuccinico (EDDS), che presenta il vantaggio di degradarsi totalmente in pochi giorni senza perciò causare problemi di ulteriore inquinamento. In questo modo è stata eliminata una delle possibili criticità della decontaminazione ‘verde’”. Punti di forza e criticità della Phytoremediation. Dal punto di vista ambientale i terreni decontaminati con questa biotecnologia restano fertili, al contrario di quanto avviene usando i metodi chimico-fisici “tradizionali” che, inoltre, sono assai più costosi. Ma la vera criticità dei metodi di bonifica verde in realtà sta altrove, nonostante i molti vantaggi che essa presenta. “Infatti il vero problema - conclude Riccardo Izzo – sono i tempi. Per bonificare un terreno utilizzando le piante occorrono molti anni in dipendenza del livello di inquinamento, senza contare che in Italia siamo ben lontani dall’avere una completa mappatura delle aree inquinate e quindi passibili di intervento”.

giovedì 1 luglio 2010

“La Selva Planizia” di San Giorgio di Nogaro



fonte
Premio speciale Greenfactor 2010 a CHICZA

Pubblicato il 30/06/2010 | da Gino Di Giacomo


Il premio Grenfactor, promosso dal portale greenfvg.it, è stato assegnato nella città di Udine: un passo verso la cultura della sostenibilità e della green economy a livello regionale.


Mettere in rete le conoscenze e favorire lo sviluppo di buone pratiche è stato il primo passo per rendere Greenfactorun palcoscenico ideale per la diffusione al grande pubblico dei problemi relativi alla tutela e all'impatto ambientale. I progetti partecipanti al Premio sono stati valutati all’interno delle 4 categorie principali e di una categoria speciale: per GreenBusiness, primo classificato “La Selva Planizia” di San Giorgio di Nogaro con l’ammodernamento in chiave eco dell’azienda; al secondo posto l’APE (Agenzia per l’ambiente) di Gemona del Friuli, con il progetto “Sa di legno”, una casa costruita con risorse locali in Val Pesarina; al terzo posto Casambiente dell’architetto Mauro Attura con la costruzione del Villaggio Bioecologico “Borgo Ghersiach”. Per la categoria GreenInnovator: al primo posto Miko srl di Gorizia con “Dinamica”, che ha concorso con la realizzazione di una microfibra ecologica fino al 100%; al secondo posto Valentina Filiputti e Davide Messina del “Malignani” di Udine con Backtkill, un disinfettante detergente con ioni d’argento biodegradabile e, al terzo, la Saf Autoservizi Fvg con il progetto “Driving style tutor” per ridurre l’impatto ambientale e l’emissione in atmosfera dei prodotti di scarto della combustione dei mezzi pubblici. Per la categoria GreenSigns, al primo posto la Scuola Primaria “Maria Boschetti Alberti” di Udine con “Ciurviel v(i)ert”, una macchina a forma di albero, realizzata in alluminio riciclato; al secondo posto Slow Food con l’orto sociale di Cervignano che ha dato l’opportunità a 40 famiglie di coltivare una porzione di terra pubblica in forma individuale e collettiva nel rispetto dell'ambiente e, al terzo posto, “Artinelbosco” di Pordenone con “Percorsi d’arte e natura”, una manifestazione artistica nata nel 2006 per festeggiare la creazione di un parco naturale a Torrate di Chions (PN). L’ultima categoria, GreenExperience, ha premiato nell’ordine: l’Ente Parco Naturale Prealpi Giulie con il progetto “ERA Eco Regio Alpe Adria” che nasce con l’idea di riuscire a costruire uno sviluppo sostenibile in regioni che condividono problematiche simili favorendo la diffusione di buone pratiche; la Sisad, (Scuola internazionale di specializzazione in albergo diffuso) con la “Bici Diffusa”, linea di attività sviluppate per il ciclo turista da cinque alberghi diffusi e Kallipolis (project manager) con la Provincia di Gorizia (lead partner) con il progetto “Stra.de2” Nuove prospettive per lo sviluppo ambientale in Bosnia Erzegovina. Il progetto ha permesso l'elaborazione di un modello di sistema di raccolta differenziata in Bosnia Erzegovina.

Il premio speciale è stato assegnato a Giulio Di Giacomo (Chicza) per la sensibilità dimostrata per la cura dell’arredo urbano e del bene pubblico e al Git di Grado per l’accorta politica aziendale.

giovedì 24 giugno 2010


23-06-2010
FVG/INDUSTRIA: TONDO, COMPLIMENTI A CIMOLAI CHE SA INNOVARE

(ASCA) - Udine, 23 giu - ''Esprimo, anche a nome dell'Amministrazione regionale, il mio compiacimento al Gruppo Cimolai, che con questa scelta dimostra ancora una volta di essere azienda all'avanguardia, sensibile ai temi della tutela dell'ambiente, sempre pronta ad affrontare le sfide della globalizzazione, che implicano capacita' di saper investire anche nel risparmio sulle spese energetiche, nella consapevolezza che essere costituiscono una parte rilevante dei costi del prodotto finito''. Lo ha sostenuto il presidente della Regione, Renzo Tondo, nel corso della visita, oggi nella zona industriale dell'Aussa Corno, nei pressi di San Giorgio di Nogaro (UD), ad uno degli stabilimenti della Cimolai SpA, dove dallo scorso dicembre e' in funzione un impianto fotovoltaico da 1000 kW di potenza (il piu' grande in regione tra gli investimenti privati).

Assieme a Tondo, che e' stato accolto dall'ing. Luigi Cimolai, dalla figlia Paola e dai fondatori del gruppo, Albina e Armando, alla visita hanno partecipato l'assessore regionale all'Ambiente, Elio De Anna, il vicepresidente del Consiglio regionale Maurizio Salvador e il consigliere Franco Dal Mas. Ricordando che anche la nuova sede della Regione di Udine e' dotata di pannelli fotovoltaici (''complimenti a chi ha fatto questa scelta'', ha detto), il presidente ha quindi evidenziato la valenza per l'economia regionale di un'azienda come la Cimolai, che ''anche attraverso questa realizzazione ha dimostrato ancora una volta di volersi innovare e di credere, con crescente fiducia, nella validita' di investimenti sul territorio regionale''.

''Considerato che il costo dell'energia sembra destinato a crescere, sia per le imprese che per l'uso domestico, e che le risorse tradizionali, a cominciare dal petrolio, non sono inesauribili, occorre cambiare cultura, passando da casi episodici ad una logica di sistema, che sappia utilizzare in maniera crescente le fonti rinnovabili, come quella solare o l'eolica'', ha detto dal canto suo l'assessore De Anna.

''Sara' mia cura proporre, compatibilmente con le esigenze di bilancio, anche incentivi regionali che vanno in questa direzione, non dimenticando che le Province gia' fanno qualcosa di importante su questo fronte''. fdm/mcc/alf
(Asca) 

sabato 19 giugno 2010

Tony, nostro corrispondente, segnala l'intervento di Antonio Maria Baggio


Radio Vaticana

Messaggero Veneto — 18 giugno 2010 pagina 02 sezione: ATTUALITÀ

ROMA. Dal punto di vista della dottrina sociale della Chiesa, «oltre al dovere, c’è anche il diritto all’informazione» e, letto in questa luce, il disegno di legge sulle intercettazioni «è una legge che limita il potere d’indagine, e quindi della magistratura, e anche quello d'informazione». Ad affermarlo è la Radio Vaticana, in una intervista a un docente di filosofia politica, Antonio Maria Baggio dell’Istituto universitario Sophia di Loppiano (Firenze), che fa capo ai Focolari. Dal punto di vista della dottrina sociale della Chiesa, dunque, «oltre al dovere c’è anche un diritto all’informazione» e sono diversi gli «interrogativi» posti dal ddl. «Chi accetta un ruolo importante – afferma lo studioso – deve rassegnarsi, per il bene della democrazia e della funzione di controllo, a vedere la propria privacy ridotta e deve dare esempio di virtù civili e trasparenza, non approfittare del suo ruolo». E ancora: «Le perplessità di fronte a questa legge – aggiunge – sono di ordine dottrinale, di coscienza. Non riguardano, cioè, la parte politica, il centrodestra che l’ha prodotta. L’impressione è che ci sia un ceto politico che intende difendersi e questo va contro i principi di base della democrazia, perché si difende nel modo sbagliato». Antonio Maria Baggio ha proseguito affermando che «la Chiesa, nel corso del 1900, ha fatto delle esperienze non sempre positive, ma che hanno maturato una consapevolezza importante: si è capito che bisogna difendere tutto l’uomo, altrimenti si perdono anche i diritti religiosi. Ecco, allora, che gli strumenti della democrazia sono diventati sempre più importanti per la dottrina sociale cristiana». Da qui «ecco perché oggi si deve fare anche una riflessione in termini dottrinari riguardo a queste leggi: non per attaccare una parte politica – ha rimarcato ancora –, ma per mettere in rilievo i pericoli di riduzione della libertà e dell’uguaglianza nella democrazia». Radio Vaticana, quindi, conclude riaffermando che il disegno di legge sulle intercettazioni, così com’è, non è conforme alla dottrina sociale della Chiesa.

sabato 12 giugno 2010

PESCA: VIOLINO (FVG), FARE SQUADRA PER SUPERARE DIFFICOLTA'

(AGI) - Udine, 9 giu. - "Il problema dei pescatori riguarda non solo Trieste ma l'intera costa friulana. E' bene che pescatori triestini, lagunari e gradesi si mettano d'accordo per riuscire a superare questa situazione". Lo afferma l'assessore alla Pesca del Friuli Venezia Giulia Claudio Violino dopo il confronto con i pescatori di Marano Lagunare. Il regolamento comunitario sulla pesca, recepito dall'ordinamento italiano, rischia infatti di mettere in ginocchio un settore gia' particolarmente colpito dalla crisi. Anche i pescatori lagunari sono convinti che le norme restrittive del regolamento comunitario - che fissa la distanza limite dalla costa per la pesca a strascico e l'ampiezza delle maglie delle reti in dimensioni molto maggiori rispetto a quelle attualmente in dotazione dai pescatori del Friuli Venezia Giulia - siano penalizzanti per l'economia dell'intera filiera ittica della costa. Il settore della pesca conta in regione un migliaio di addetti e una flotta di 500 pescherecci fra Trieste, Grado e Marano Lagunare. Attualmente si sta ancora attendendo la deroga al regolamento che il governo nazionale ha ricevuto da Bruxelles per la pesca a strascico nelle acque delle regioni Sicilia, Liguria e Friuli Venezia Giulia. Dalle riunioni di lunedi' e' emerso che la priorita' e' quella di attivare i passaggi necessari per attingere nel piu' breve tempo possibile ai Fondi europei in aiuto dei pescatori per non lasciare in crisi un comparto che gia' sta attraversando un momento difficile. Particolare attenzione dovra' infine essere riservata al controllo dell'attivita' di pesca in Slovenia e Croazia che, al momento, non applicano la nuova normativa europea alterando il principio di leale concorrenza. (AGI) Cli/Ts/Eli

giovedì 10 giugno 2010

8 Giugno visita a San Giorgio di Nogaro del Presidente della regione Tondo

FVG: TONDO, GRUPPO SANGALLI CONFERMA CAPACITA' ATTRAZIONE AUSSA-CORNO

(ASCA) - Udine, 8 giu - Un progetto che conferma la capacita' del Friuli Venezia Giulia, e in particolare della zona industriale dell'Aussa-Corno, di attrarre investimenti ad alto contenuto tecnologico. Lo ha sottolineato il presidente della Regione Renzo Tondo che oggi a San Giorgio di Nogaro ha visitato il cantiere in cui sta sorgendo un nuovo grande impianto per la produzione di vetro della societa' Sangalli, un intervento da oltre 130 milioni di euro che sara' inaugurato nella prima meta' del 2011 e dara' lavoro fino a 300 addetti.

Il presidente e' stato accompagnato in visita dall'imprenditore Giorgio Sangalli, di una famiglia originaria di Vittorio Veneto che da quattro generazioni opera nel settore del vetro, con stabilimenti nella stessa cittadina veneta e a Manfredonia in Puglia. Assieme al lui, c'erano il consigliere regionale Paride Cargnelutti e il presidente del Consorzio per lo sviluppo industriale dell'Aussa-Corno Cesare Strisino, con il direttore Marzio Serena.

Come ha ricordato Tondo, questo investimento della Sangalli e' stato reso possibile dall'efficienza e dalla celerita' con cui gli Enti locali e il Consorzio hanno saputo rispondere alle esigenze dell'impresa, a cui si aggiunge una partecipazione della finanziaria regionale Friulia nel capitale della societa' veneta.

La scelta di San Giorgio di Nogaro conferma inoltre le potenzialita' dell'Aussa-Corno: lo stabilimento potra' infatti ricevere direttamente la materia prima via nave e si verra' inoltre a collocare in un'area strategica per servire i principali mercati di riferimento, quelli dei Paesi del Centro e dell'Est europeo.

Il nuovo impianto permettera' al gruppo di raddoppiare il fatturato, arrivando a 200 milioni di euro all'anno. Una volta completato, quello di San Giorgio sara' - come ha confermato l'imprenditore - lo stabilimento piu' avanzato in Europa per la produzione del vetro. Notevoli sono stati in particolare gli investimenti nel campo ambientale, pari a 10 milioni di euro, per realizzare fra l'altro una centrale che produrra' energia elettrica riutilizzando, attraverso una turbina, i vapori sprigionati del ciclo industriale.

giovedì 27 maggio 2010

"Seabourn Sojourn" ultra luxury...dai cantieri di San Giorgio

(AGI) - Genova, 26 mag. - E' stata consegnata oggi presso il cantiere T. Mariotti di Genova la nuova nave da crociera ultra luxury "Seabourn Sojourn", seconda delle tre unita' commissionate da Seabourn Cruise Line (il marchio top luxury del Gruppo Carnival) ai Cantieri T. Mariotti - tra i leader nel segmento della progettazione e costruzione di navi da crociera superlusso - per un investimento complessivo di circa 550 milioni di euro.
  La nuova unita', gemella della precedente "Seabourn Odyssey" consegnata nel 2009, e' un esempio dell'eccellenza della cantieristica navale made in Italy di lusso di medie e piccole dimensioni, con una stazza lorda di 32.000 tonnellate.
  "Seabourn Sojourn" e' lunga 198 metri, larga 26 metri e raggiunge una velocita' massima superiore ai 20 nodi.
  All'interno della "Seabourn Sojourn" trovano spazio 225 luxury suites in grado di offrire a 450 ospiti il massimo confort e il rapporto spazio passeggero tra i piu' alti del mercato. Inoltre, tra i dettagli unici per una nave di questa taglia, la presenza di una vera e propria marina a poppa per raggiungere direttamente il mare.
  Come da tradizione per le navi da crociera ultra luxury realizzate da T. Mariotti, anche la "Seabourn Sojourn" possiede innovative dotazioni tecnologiche: in particolare, il Safety Management System Control, un sistema computerizzato di ultima generazione che gestisce la sicurezza funzionale di tutti i dispositivi installati a bordo della nave, e l'Indipendent Propulsion System, ovvero due sale macchina completamente indipendenti che permettono la regolare navigazione anche in caso di emegenza.
  Il livello tecnologico della nave e' dimostrato anche dalla grande quantita' di cavi di automazione installati (80 km), per un valore paragonabile al 75 per cento della dotazione media di una nave da 110.000 GRT ("Seabourn Sojourn" ha una stazza lorda di 32.000 GRT).
  Il raffinato disegno stilistico realizzato dallo studio di architettura norvegese Yran & Storbraaten, caratterizza un'elegantissima Green Ship, concepita per la massima ecocompatibilita', grazie all'impiego di un impianto di smaltimento rifiuti tecnologicamente avanzato e alla certificazione Green Star (la piu' alta garanzia anti inquinamento dell'aria e del mare) e la sicurezza a bordo, assicurata dalla conformita' ai severi regolamenti IMO (International Maritime Organization).
  Le tre navi, sebbene iniziate nel 2007, sono state costruite in ottemperanza alla SOLAS 2009, con stabilita' probabilistica in caso di falla.
  Oltre alla certificazione Green Star, "Seabourn Sojourn" possiede le certificazioni U.S. Coast Guard e U.S. Public Health, indispensabili per l'operativita' in America.
  Lo scafo e' stato realizzato a San Giorgio di Nogaro (Udine) presso la Ci.Mar Costruzioni Navali S.p.A. - societa' collegata a T. Mariotti S.p.A. (50 per cento T. Mariotti e 50 per cento Gruppo Cimolai) - e rimorchiato fino a Genova presso la banchina dei cantieri Mariotti per il completamento delle sovrastrutture e l'allestimento.
  "Con la consegna di Seabourn Sojourn - ha commentato Marco Bisagno, Presidente di T.Mariotti - si consolida lo spirito di squadra tra il team di Carnival Corporation Shipbuilding, di Seabourn e di T.Mariotti; una collaborazione iniziata nel 2006 che in questi anni ha raggiunto elevati livelli di efficienza e affiatamento riscontrabili nell'unita' che oggi stiamo consegnando".
  Soddisfazione anche da parte di Pamela Conover, Presidente di Seabourn: "Siamo molto lieti di prendere in consegna Seabourn Sojourn, della quale i primi ospiti attendono con ansia l'arrivo in Inghilterra per il Battesimo e il viaggio inaugurale".
  cli/ge/mld

venerdì 21 maggio 2010

Seda stabilimento di San Giorgio di Nogaro

La Seda migliora i conti


Uomini e 
Aziende 20 maggio 2010 @ 09:46:18 CEST
Ebitda in crescita del 16% e vendite aumentate del 10% nei primi tre mesi dell'anno.
Il produttore catalano di PET e preforme La Seda de Barcelona ha chiuso i primi tre mesi del 2010 con un margine operativo lordo (Ebitda) di 6,16 milioni di euro, il 16% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (5,3 milioni). Le vendite nel trimestre sono aumentate del 10%, incrementando così il tasso di utilizzazione degli impianti.
Il gruppo spagnolo, reduce da una crisi finanziaria, ha riattivato in aprile il sito di El Prat, mettendo sul mercato 9.000 tonnellate al mese di PET, che si aggiungono alle 12.000 t/mese dell'impianto italiano di san Giorgio di Nogaro, alle 10.000 dalla Turchia, oltre alle 7.000 ton di Volos (Grecia) e alle 4.000 di Portalegre (Portogallo).
La Seda stima un ulteriore miglioramento dei risultati nella seconda parte dell'anno, anche grazie ad una maggiore efficienza operativa, una positiva evoluzione del cambio verso il dollaro e l'attesa approvazione di misure antidumping

venerdì 30 aprile 2010

Messaggio dei vescovi della nostra regione

CRISI: VESCOVI FVG, BANCHE SOSTENGANO RIPRESA CON SPIRITO SOLIDARIETA'

(ASCA) - Trieste, 29 apr - Anche i vescovi sollecitano le Banche a sostenere la ripresa. ''Un invito particolare lo rivolgiamo agli istituti di credito - scrivono in un messaggio dal titolo ''Il lavoro un bene di tutti e per tutti'' mons. Giampaolo Crepaldi, arcivescovo-vescovo di Trieste, mons. Dino De Antoni, arcivescovo di Gorizia, mons.

Andrea Bruno Mazzocato, arcivescovo di Udine, mons. Ovidio Poletto, vescovo di Concordia-Pordenone -, sollecitandoli a sostenere con le loro risorse finanziarie quanto concorre alla ripresa economica e produttiva in un ritrovato spirito di civile solidarieta'''. I vescovi invitano poi le istituzioni, gli imprenditori, i sindacalisti e tutta la societa' civile ''a una generosa disponibilita' nell'operare per le soluzioni che favoriscono un futuro piu' sereno per le persone, per le famiglie e anche per le imprese''. Nel messaggio diffuso oggi dai settimanali diocesani i vescovi si rivolgono ai fedeli cristiani ''incoraggiandoli a non rassegnarsi, a perseverare con coraggio nella fedelta' ai valori della nostra fede, a rimanere ancorati strettamente al senso etico delle comuni responsabilita'''.

Fonte: http://www.asca.it/regioni-CRISI__VESCOVI_FVG__BANCHE_SOSTENGANO_RIPRESA_CON_SPIRITO_SOLIDARIETA_-489417-friuli-7.html

venerdì 29 gennaio 2010

28-01-2010 UNICREDIT: DISPONIBILE PER POLO LOGISTICO TRIESTE MONFALCONE

(ASCA) - Trieste, 28 gen - Un nuovo polo logistico tra i porti di Trieste e Monfalcone, in aggiunta anche quello di San Giorgio di Nogaro. Si tratta di un progetto che la Regione Friuli venezia Giulia ha discusso con il Governo e nel quale e' direttamente interessato Unicredit.

L'investimento previsto e' di un miliardo di euro. A Monfalcone e' previsto un mega-terminal e la capacita' di movimentazione del Molo VII, a Trieste, salirebbe ad oltre 3 milioni di teu. ''C'e' un'ipotesi che riguarda complessivamente il sistema di piattaforma logistica che finalmente fa dialogare diversi sistemi modali .- spiega l'assessore regionale ai trasporti, Riccardo Riccardi -.

C'e' un'importante iniziativa portata avanti da rilevanti gruppi industriali e su questo adesso le istituzioni dovranno capire quali sono i possibili strumenti per avviare un'operazione cosi' importante''. Lo Stato e la Regione hanno definito un tavolo tecnico e il via libera e' stato dato in occasione dell'incontro che il Presidente della Regione, Renzo Tondo, ha avuto con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e con il Ministro degli Esteri Frattini e delle Infrastrutture Matteoli. Del progetto potrebbe far parte anche la societa' Autovie Venete, nell'ambito dei finanziamenti, ma a condizione - precisano il presidente Giorgio Santuz e l'amministratore delegato Dario Melo' - che la concessione autostradale non si concluda nel 2017, ma prosegua per altri 30 o 40 anni.

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

The Chosen ...é sufficiente per me...posso fare molto con questo ..

Ed egli disse: «Portatemeli qui». E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull'erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occ...