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domenica 16 febbraio 2020

Agenzia Fides 15 febbraio 2020

VATICANO - “Incontro cordiale” tra l’Arcivescovo Paul Richard Gallagher e il Ministro degli Esteri cinese Wang Yi
 
Monaco di Baviera (Agenzia Fides) - L’Arcivescovo Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede, e il Vicepremier e Ministro degli Esteri cinese Wang Yi, si sono incontrati a Monaco di Baviera e hanno avuto un colloquio nel pomeriggio di ieri, venerdì 14 febbraio, nella cornice della Munich Security Conference 2020, la conferenza annuale sulle politiche di sicurezza globale che dal 1963 si svolge ogni anno a Monaco di Baviera. Si è trattato del primo incontro ufficiale di tale livello tra un rappresentante della Sata Sede e un membro del governo della Repubblica Popolare Cinese.
«Nel corso del colloquio, svoltosi in un clima cordiale» riferisce il comunicato diffuso in dalla Sala Stampa vaticana nella tarda serata di venerdì 14 febbraio, «sono stati evocati i contatti fra le due Parti, sviluppatisi positivamente nel tempo». In particolare «si è evidenziata l’importanza dell’Accordo Provvisorio sulla nomina dei Vescovi, firmato il 22 settembre 2018, rinnovando altresì la volontà di proseguire il dialogo istituzionale a livello bilaterale per favorire la vita della Chiesa cattolica e il bene del Popolo cinese».
Nel colloquio è stato espresso anche comune apprezzamento «per gli sforzi che si stanno compiendo per debellare l’epidemia di coronavirus» e solidarietà «nei confronti della popolazione colpita». Inoltre, si è auspicata «maggiore cooperazione internazionale al fine di promuovere la convivenza civile e la pace nel mondo e si sono scambiate considerazioni sul dialogo interculturale e i diritti umani». (GV) Agenzia Fides 15/2/2020).
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VATICANO - La preghiera dei bambini è quella che piace al Signore: il Cardinale Tagle in visita all’ospedale Bambino Gesù
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Il primo impegno ufficiale del Cardinale Luis Antonio Tagle a Roma, dopo la nomina a Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, è stato la visita ai bambini ricoverati all’Ospedale Bambino Gesù di Roma, venerdì 14 febbraio. L’occasione è nata dalla presentazione del libro "I bambini sono speranza" (Salani editore), una raccolta di disegni che i bambini di tutto il mondo hanno regalato a Papa Francesco, da cui padre Antonio Spadaro, Direttore de La Civiltà Cattolica, ha tratto questo libro curandone l'edizione.
“E’ un libro che mi riporta alle radici della mia famiglia, quando la sera sfogliavamo sempre le stesse immagini in semplicità e con tanta serenità” ha raccontato il Cardinale ai bambini che ha più volte invitato ad essere felici e fiduciosi verso il futuro. “La Chiesa ha un futuro perché ci sono i bambini” ha sottolineato il Cardinale Prefetto durante la presentazione del libro. “A Manila le ragazze della casa per bambini di strada ‘Ponte di vita verso la speranza’, che Papa Francesco durante la sua visita ha voluto visitare a sorpresa, quando hanno saputo della mia partenza per Roma hanno organizzato una semplice festa per salutarmi con canti, balli, preghiere e anche molte lacrime. Mi hanno chiesto di dire a Papa Francesco di non dimenticare questa casa, di dirgli che lui rimane in questa casa nella memoria dei bambini. Le ragazze hanno promesso che pregheranno ogni giorno per me e io credo che la preghiera dei bambini senza speculazioni, senza troppe parole, con sorrisi e lacrime, è la preghiera che piace al Signore”.
Il Cardinale Tagle, che prima dell'incontro con i giornalisti ha visitato i piccoli pazienti ricoverati nel nosocomio pediatrico accompagnato dalla presidente Mariella Enoc, intrattenendosi con loro e con i familiari, ha infine salutato i bambini invitandoli a sorridere e a mantenere sui loro visi un ‘sorriso permanente’.
(AP) (Agenzia Fides 15/2/2020)
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AFRICA/NIGER - Padre Pier Luigi Maccali: le spine e i fiori di un rapimento
 
Niamey (Agenzia Fides) - “Nessuna informazione, nessun segno che ci aiuti a dare un vero nome a quello che è successo e a intravedere la strada da percorrere” scrive padre Ceferino Cainelli, Superiore provinciale della Società per le Missioni Africane (SMA) dell'Italia, in prossimità di un altro mese dal rapimento di p. Pier Luigi Maccalli dalla missione di Bomoanga (vedi Agenzia Fides 18/9/2018).
“Il dolore provocato dall’assenza di p. Pier Luigi, dopo un anno e cinque mesi del suo rapimento, si fa sentire. La spina continua ad essere presente e fa molto male" scrive p. Cainelli, il quale aggiunge che “nel frattempo, nell’attesa, sono germogliati dei bei fiori di solidarietà e di speranza, di condivisione e di crescita nella fede.”
“Uno di questi ce lo offre la Diocesi di Crema che, dopo il rapimento di padre Pier Luigi si riunisce ogni mese per manifestare nella fede la sua ‘paziente e insistente speranza’, fiore di luce e di fede, di perseveranza nella preghiera, di comunione profetica, di Chiesa in cammino.
“Noi missionari della SMA – conclude la p. Cainelli - ci sentiamo in profonda comunione con questa diocesi di cui è originario il nostro confratello. Ringraziamo di cuore il suo Vescovo, Mons. Daniele Gianotti, l’Ufficio Missionario e tutta la comunità Diocesana, per averci coinvolti ogni volta in questi momenti di preghiera, che ci incoraggiano e ci consolano nella sofferenza, che ci fanno crescere come Chiesa, e che ci fanno condividere la stessa missione e la stessa speranza”.
(CC/AP) (15/2/2020 Agenzia Fides)
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AFRICA/NIGERIA - Nuovo rapimento di un sacerdote in Nigeria
 
Abuja (Agenzia Fides) - “Siamo sicuri che sia vivo e abbiamo subito intrapreso i passi necessari per assicurare che p. Nicholas Oboh sia rilasciato incolume” ha affermato p. Osi Odenore, Cancelliere della diocesi di Uromi, in una conferenza stampa nella quale ha denunciato il rapimento di p. Nicholas Oboh, che opera nella diocesi di Uromi, nello Stato di Edo, nel sud-est della Nigeria. P. Odenore ha affermato che il sacerdote è stato rapito ieri, 14 febbraio, ma non ha specificato in quale zona sia avvenuto il sequestro. P. Odenore ha concluso il suo intervento chiedendo preghiere per la rapida liberazione di p. Oboh.
I sequestri a scopo di estorsione sono una piaga che colpisce da tempo diverse aree della Nigeria. In concomitanza con il rapimento di p. Oboh, quattro bambini sono stati sequestrati a Umelu, nello Stato di Edo, quando alcuni banditi hanno assalito il villaggio. Dopo aver derubato i residenti, i malviventi sono fuggiti portando con loro i quattro bambini. Nonostante il pagamento di un riscatto, solo uno di loro è stato finora rilasciato.
Tra le persone rapite ci sono sacerdoti e religiosi/e. Gli ultimi in ordine di tempo sono i quattro seminaristi rapiti dal seminario maggiore del Buon Pastore di Kakau, nello Stato di Kaduna, nel nord-ovest della Nigeria, da uomini armati nella notte dell'8 gennaio (vedi Fides 13/1/2020). Il più giovane di questi, Michael Nnadi (18 anni), è stato ucciso mentre gli altri tre sono stati liberati (vedi Fides 3/2/2020).
Al suo funerale (vedi Fides 13/2/2020), Sua Ecc. Mons. Matthew Hassan Kukah, Vescovo di Sokoto, ha rivolto un duro atto d’accusa nei confronti del Presidente Muhammadu Buhari, che era stato eletto sulla promessa di ristabilire la sicurezza nel Paese. Mons. Kukah ha contestato non solo l’insicurezza che regna in Nigeria, ma anche le politiche che hanno approfondito le divisioni etniche e religiose tra Nord e Sud. (L.M.) (Agenzia Fides 15/2/2020)
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ASIA/SINGAPORE - Coronavirus: Messe e incontri sospesi a tempo indeterminato nell’arcidiocesi di Singapore
 
Singapore (Agenzia Fides) - Nella lotta contro la diffusione del coronavirus (Covid-19), l'arcidiocesi di Singapore ha deciso di sospendere la celebrazione di tutte le messe della domenica e dei giorni feriali a partire dal 15 febbraio fino a nuovo avviso. L'arcidiocesi - che comprende 32 chiese - ha avvisato i parroci e le comunità laicali che anche tutti gli altri eventi pubblici che prevedono un gran numero di persone, come incontri di formazione della fede, ritiri e seminari, dovrebbero essere sospesi. Alla fine del mese scorso, l’arcidiocesi aveva già esentato quanti non fossero in piena salute o manifestassero sintomi simil-influenzali dalla partecipazione alla Messa.
In una sua lettera pervenuta a Fides, l'Arcivescovo di Singapore William Goh ricorda che nelle ultime settimane la Chiesa locale si era adoperata per ridurre al minimo il rischio di diffusione dei focolai di Covid-19 nelle sue istituzioni e tra i sacerdoti, invitando a misurare la temperatura delle persone. Tuttavia questo provvedimento non è uno strumento di screening infallibile, in quanto anche le persone asintomatiche possono essere portatrici dell'infezione.
L'Arcivescovo sottolinea che la sospensione delle Messe non significa che i cattolici possono sentirsi esentati dall'adempimento del loro principale obbligo religioso, e aggiunge che possono seguire la trasmissione della Messa su YouTube o sull'applicazione mobile CatholicSG Radio. Invita quindi a pregare perché questo virus sia contenuto e sradicato, e anche per quelli in prima linea - i dottori e le infermiere - che stanno mettendo la propria salute a servizio dei malati.
Ai matrimoni e ai funerali potranno partecipare solo le persone strettamente coinvolte, e
in precedenza dovranno essere presi accordi con il parroco, seguendo tutte le misure precauzionali in base alla Catholic Medical Guild.
Al 14 febbraio a Singapore erano stati registrati 67 casi confermati di Covid-19. Di questi 17 sono stati dimessi dall'ospedale mentre altri 6 rimangono nel reparto di terapia intensiva e sono malati gravi. (SD) (Agenzia Fides 15/02/2020)
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AMERICA/MESSICO - Nuovi strumenti di discernimento per l'animazione, la formazione e la cooperazione missionaria nel continente
 
Città del Messico (Agenzia Fides) – Si sta svolgendo a Città del Messico, presso la sede delle Pontificie Opere Missionarie (POM), il primo Incontro Continentale di Formazione per docenti di Missionologia ed Ecclesiologia (vedi Fides 14/2/2020), che dal 14 al 16 febbraio vede riuniti i docenti nella materia, i direttori, i coordinatori e altri membri delle POM di Brasile, Porto Rico, Messico, Argentina, tra altri paesi latinoamericani.
Secondo le informazioni inviate a Fides dalle POM del Messico, che fanno notare come il numero di laici impegnati nella Missio Ad Gentes in ogni paese sia considerevole, la dinamica di questo seminario sono i workshop e le tavole rotonde per il dialogo a temi, come preparazione ad un incontro plenario e a un contributo generale finale, al fine di indicare nuove prospettive per spingere il lavoro missionario in tutta l’America Latina.
In precedenza, sempre presso la sede delle POM a Città del Messico, mercoledì 12 e giovedì 13 febbraio, si è riunita una Commissione che, accompagnata dal Coordinatore continentale delle POM, ha presentato le conclusioni del lavoro di ricerca svolto: uno studio dei Congressi Missionari Continentali (COMLA e CAM) che si sono tenuti dal 1977 nel continente. Lo scopo è quello di compilare un rapporto basato su due linee guida: la metodologia utilizzata nei vari Congressi Missionari e la priorità della Missio Ad Gente, oltre naturalmente ad approfondisce temi, contenuti, contesto di ogni Congresso e altri aspetti peculiari.
L'obiettivo di questo lavoro è quello di offrire strumenti di discernimento al servizio dell'animazione, della formazione e dell'attuale cooperazione missionaria in tutto il continente, evidenziando errori, successi, sfide e opportunità sollevate. I partecipanti a questo incontro sono stati: P. Ender Zapata, Direttore nazionale delle POM del Venezuela; P. Alexis Gil, Direttore nazionale delle POM della Colombia, P. Luís A. Nahuelanca, Direttore nazionale delle POM del Cile, una équipe di Porto Rico (sede scelta per il CAM 6 nel 2023) e P. Leonardo Rodriguez, Direttore nazionale delle POM dell’Uruguay e Coordinatore continentale delle POM dell’America.
(CE) (Agenzia Fides, 15/02/2020)
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AMERICA/CILE - Trecento giovani di Concepción in missione per condividere la loro fede e la loro speranza
 
Concepción (Agenzia Fides) - Circa 300 giovani dell'Arcidiocesi cilena di Concepción, nei mesi di gennaio e febbraio hanno svolto le missioni estive in diverse comunità, a sostegno dell'azione pastorale che si svolge durante tutto l'anno. In questo modo hanno voluto rispondere a ciò che Papa Francesco chiede loro nella sua Esortazione apostolica "Christus vivit", dove incoraggia i giovani ad essere missionari coraggiosi: “I giovani sono chiamati a testimoniare il Vangelo ovunque, con la propria vita… Siate capaci di andare controcorrente e sappiate condividere Gesù, comunicate la fede che Lui vi ha donato” (nn.175-176).
Come informa la nota della Conferenza episcopale giunta a Fides, molte zone rurali e urbane, come la prigione di Arauco o l’Isla de Chiloé e l'Isla de Santa María, sono state toccate dall'entusiasmo e dalla gioia dei giovani missionari, che hanno fatto tutto il possibile per portare la loro testimonianza. Nei giorni della missione i giovani hanno visitato ogni casa del settore affidato, hanno organizzato diversi incontri con la comunità locale, in un clima di grande fraternità e fervore spirituale, con la celebrazione dell'Eucaristia come momento principale di ogni giornata.
Il vicario della Pastorale della gioventù dell'Arcidiocesi di Concepción, padre Víctor Álvarez, ha commentato: "assumendosi la responsabilità della loro missione, nella Chiesa e nel contesto sociale in cui viviamo come nazione, i giovani sono andati a condividere la loro fede e la loro speranza in ogni zona missionaria". Ogni area di missione poteva contare sul sostegno di alcuni sacerdoti e religiose, impegnati nei diversi settori della pastorale e in diversi luoghi, rafforzando così la dimensione spirituale e l'incontro con Gesù Cristo come fondamento di tutto ciò che è stato realizzato in quei giorni. (SL) (Agenzia Fides 15/2/2020)
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AFRICA/BURUNDI - Dimissioni del Vescovo di Bururi e nomina del successore
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Il Santo Padre Francesco ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Bururi (Burundi), presentata da S.E. Mons. Venant Bacinoni. Il Santo Padre, contemporaneamente, ha nominato Vescovo della medesima Diocesi il Rev.do Salvator Niciteretse, del clero di Bururi, finora Segretario della Commissione Episcopale per l’Apostolato dei Laici.
Il Rev.do Salvator Niciteretse è nato il 2 agosto 1958 a Rutwenzi, Diocesi di Bururi ed è entrato nel Seminario Minore di Kanyosha (1975-1979). Ha ottenuto un Diploma con indirizzo umanistico nel Seminario medio di Bujumbura (1979-1982), completando poi il Baccalaureato in Filosofia nel Seminario Maggiore di Bujumbura (1982-1985) e quello in Teologia nel Seminario Maggiore di Burasira (1985-1989). È stato ordinato sacerdote il 9 luglio 1989 per la Diocesi di Bururi.
Dopo l’ordinazione sacerdotale ha ricoperto i seguenti incarichi: 1989-1993: Vicario parrocchiale di Murago e poi Parroco della stessa parrocchia e Cappellano Nazionale del Movimento di Azione Cattolica Xavéri (M.A.C. Xavéri); 1993-1998: Parroco della Cattedrale di Bururi e Direttore diocesano delle Pontificie Opere Missionarie; 1998-2002: Studi Superiori presso la Pontificia Università Lateranense dove ha conseguito una Licenza in Teologia Pastorale e un Dottorato in Dottrina Sociale della Chiesa; dal 2003: Segretario della Commissione Episcopale per l’Apostolato dei Laici; Professore nel Seminario Maggiore di Gitega e di Kiryama; Incaricato per l’Africa al Forum Internazionale dell’Azione Cattolica. (SL) (Agenzia Fides 15/2/2020)

martedì 4 febbraio 2020

Agenzia Fides 4 febbraio 2020

VATICANO - "Comunicazione è missione": incontro di formazione missionaria permanente
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – "Comunicazione è missione" è il tema dell’incontro in corso presso il Centro Internazionale di Animazione Missionaria (CIAM) rivolto alle direzioni nazionali delle Pontificie Opere Missionarie (POM) di lingua spagnola. Coordinati dalle POM della Spagna, con la guida di padre José María Calderón Castro, gli interventi previsti hanno come obiettivo un programma di formazione missionaria permanente nel campo della comunicazione, intesa come forma di evangelizzazione. I lavori si sono aperti, ieri lunedì 3 febbraio e finiranno sabato 8 febbraio.
Padre José María la Porte, della Pontificia università della Santa Croce di Roma, ha introdotto i partecipanti alla problematica sempre più attuale della comunicazione del messaggio religioso con e attraverso gli strumenti moderni del mondo digitale. I responsabili della comunicazione delle POM dei paesi latinoamericani, insieme a Canada Angola e Spagna, si sono impegnati a seguire il programma che prevede anche incontri con membri dei Segretariati Internazionale delle POM nella sede di Piazza di Spagna.
Lo scambio di esperienze con i membri della Segreteria per le Comunicazione della Santa Sede è stato molto intenso e apprezzato da tutti partecipanti. (CE) (4/2/2020 Agenzia Fides)
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AFRICA/CONGO RD - Nuovi massacri nell’est portano a 370 il numero dei morti da fine ottobre
 


Kinshasa (Agenzia Fides) - Almeno una quarantina di civili sono stati uccisi in una serie di assalti a sei villaggi nel territorio di Mambasa, nella provincia dell’Ituri (Nord Kivu nell’est della Repubblica Democratica del Congo), nella notte tra Sabato 1° febbraio e domenica 2 febbraio.
Secondo quanto riferito all’Agenzia Fides dall’ONG locale CEPADHO, i massacri sono stati perpetrati da terroristi dell’ADF / MTM (Madina a Tauheed Wau Mujahedeen)”, un gruppo che afferma di aver aderito allo Stato Islamico (ma sul punto le opinioni non sono unanimi), che si sono suddivisi in piccole unità per colpire simultaneamente i diversi villaggi sparsi sul territorio.
Secondo il CEPADHO sono almeno 112 i civili uccisi dai jihadisti nell'arco di 5 giorni la scorsa settimana. I recenti massacri portano il numero di civili uccisi dall'ADF / MTM a 370, in ritorsione per le offensive su larga scala lanciate contro di loro dalle forze armate congolesi (FARDC) dal 30 ottobre 2019. Ciò rappresenta una media di 123 civili massacrati in un periodo di 3 mesi.
A questo numero occorre aggiungere le sette persone uccise nell’assalto ripetuto tre volte contro il posto di polizia di Mamove la notte del 31 gennaio, da parte di una milizia di autodifesa May May.
Sempre un gruppo di May May ha assalito l’ufficio di coordinamento di risposta all’epidemia Ebola di Biakato. Grazie all’intervento delle forze dell’ordine e dell’esercito i miliziani sono stati respinti, non prima però di aver distrutto due autoveicoli in dotazione alla struttura. (L.M.) (Agenzia Fides 4/2/2020)
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AFRICA/COSTA D’AVORIO - A Yopougon migliaia di bambini invitati a diventare missionari della non violenza
 


Abidjan (Agenzia Fides) - “L'infanzia missionaria significa instillare nei bambini uno spirito missionario, insegnare ai bambini a essere missionari, ad attrarre amici a Cristo con piccoli gesti come la piccola Teresa di Lisieux", afferma p. Fabrice Coulibaly, cappellano diocesano della pastorale dell’infanzia di Yopougon, dove domenica 2 febbraio diecimila bambini provenienti da tutte le parrocchie della diocesi hanno celebrato la giornata mondiale dell'infanzia missionaria, riflettendo sul tema “Cantando la missione, bambino, ci impegniamo a non essere violenti”.
L’appello alla non violenza è stato rilanciato da Sua Ecc. Mons. Jean Salomon Lézoutié, Vescovo di Yopougon su uno dei due siti dove si è celebrato l’evento, il collegio Sebaco. Presentando esempi biblici, Mons. Lézoutié ha esortato bambini e ragazzi al perdono, a dire di no alla violenza e a essere missionari della non violenza nella loro vita quotidiana con amici e parenti.
Per la piccola N'Goua Marie Océane della parrocchia di Sainte Rita de Cascia a Niangon Nord, nella diocesi di Yopougon, il giorno dell'infanzia missionaria è stato un momento proficuo. “Mi è piaciuto molto quello che ha detto il Vescovo: non dobbiamo vendicarci, dobbiamo coltivare l'amore” ha detto a Fides. I bambini hanno infine chiesto di pregare per la pace in Costa d'Avorio, dove vi è preoccupazione che le elezioni presidenziali di ottobre possano degenerare nella violenza. (S.S.) (L.M.) (Agenzia Fides 4/2/2020)
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ASIA/FILIPPINE - Ingiustizia, impunità, abusi: i frutti della "guerra alla droga"
 
Manila (Agenzia Fides) – La “guerra alla droga”, la campagna lanciata nel 2016 dal presidente Rodrigo Duterte allo scopo di liberare la società dallo spaccio e dalla tossicodipendenza, ma condotta con metodi violenti criticati in patria e a livello internazionale, sta mettendo a dura prova la società filippina. Ne sono convinti sacerdoti e religiosi filippini oggi impegnati nell’accompagnamento delle vittime o nella sensibilizzazione per la difesa della dignità umana, della giustizia e dello stato di diritto.
Il francescano padre Baltasar Obico, Ofm, superiore del Santuario di Sant’Antonio a Makati, una delle città che compongono la grande "MetroManila", dice all’Agenzia Fides: “L'approccio violento della campagna anti-droga, promosso dalle istituzioni, sta erodendo il sistema democratico. Il governo, poi, cerca di imporre imponendo silenzio ai dissidenti e a ogni vice critica. Mi sembra che l’atteggiamento sprezzante del Presidente Duterte stia inoltre inducendo un crollo dei valori morali nella società, in quanto è catalizzatore di un ‘cattivo esempio’ in un figura, quella del Presidente, che è comunque un riferimento per tutti. Mi chiedo: come si può tollerare a cuor leggero tanta violenza e ingiustizia? Se i leader politici usano lessico violento e aggressivo, con un populismo che cerca solo consenso, sdoganando molti atteggiamenti ostili e sprezzanti, cosa ci si può aspettare dai giovani e dalla società? In tal quadro, a farne le spese sono avvocati, difensori dei diritti umani, attivisti, membri di Ong e anche preti e religiosi che sono dalla parte dei poveri e degli oppressi”.
Tra i religiosi filippini “in prima linea” vi è padre Angel Cortez Ofm, che per ben due volte nei mesi scorsi si è recato a Ginevra, in rappresentanza della Ong “Franciscans International”, per relazionare e appellarsi al Consiglio Onu per i Diritti umani. Così il religioso di chiara a a Fides: “Vediamo oggi sotto i nostri occhi, nelle Filippine, tante uccisioni extragiudiziali, omicidi impuniti, violenze inaudite in strada, senza alcuna remora. E’ una vera tragedia. Accompagniamo tante famiglie che soffrono e che hanno perso i loro cari, uccisi da bande di uomini mascherati. Non c'è alcuna giustizia nè pace, lo stato di diritto viene calpestato impunemente e la polizia, secondo molte Ong, copre o non indaga su queste uccisioni, che restano opera di ignoti e per le quali nessuno pagherà. Questa ‘guerra alla droga' va avanti da troppo tempo e ha già causato troppe vittime e troppa sofferenza. Non si può continuare su questa strada di morte e di lutto. E' urgente che le coscienze si risveglino e che la politica cambi rotta. E’ urgente una conversione dei cuori, delle mente, delle azioni”.
La “mancata giustizia per migliaia di vittime” della violenta campagna anti-droga è confermata da un nuovo rapporto della Ong “Amnesty International”, diffuso il 30 gennaio scorso. “Le famiglie delle vittime – nota Amnesty – non hanno ottenuto giustizia per i loro cari, a causa degli enormi ostacoli esistenti nel presentare denunce contro i perpetratori, inclusa la paura di ritorsioni. Né è stata individuata alcuna responsabilità significativa per le uccisioni, a livello nazionale”.
Secondo dati ufficiali, nella “guerra alla droga” di Duterte, oltre 6.000 persone sono state uccise in operazioni di polizia, mentre i gruppi per i diritti umani stimano l’esistenza di altre 25.000 vittime di omicidi compiuti da “squadroni di vigilantes”, del tutto impuniti.
Una recente inchiesta del sito di informazione online filippino “Rappler”, rileva che il governo ha tenuto finora un atteggiamento compiacente, lasciando che i casi di tali uccisioni fossero irrisolti, per lacune sistematiche del sistema giudiziario e per il mancato impegno o la complicità delle forze di polizia. (PA) (Agenzia Fides 4/2/2020)
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AFRICA - Popolazioni di Zambia e Zimbabwe messe in ginocchio dalla carestia
 
Lusaka (Agenzia Fides) - Lo spettro della carestia si affaccia su Zambia e Zimbabwe. Nei mesi scorsi, una lunga stagione di siccità, con temperature costantemente sopra i 40 gradi, ha distrutto gran parte dei raccolti e in nelle ultime settimane i due Paesi stanno vivendo una grave carenza alimentare. Secondo il Programma alimentare mondiale (World Food Programme, Wfp), in Zimbabwe più di otto milioni di persone (su una popolazione di 12 milioni di abitanti) e in Zambia 2,3 milioni di persone (su 11 milioni) vivono attualmente in condizioni di grave insicurezza alimentare. Le conseguenze possono essere realmente tragiche.
"In Zambia, la siccità ha colpito duro e la gente soffre. Gli stessi capi tradizionali confermano che si sta vivendo un momento particolarmente difficile" spiegano in una nota inviata all'Agenzia Fides Albert Mulanda di Caritas Mongu e Manuel Castelletti dell’Ong Celim. "Nel 2019, la regione ha conosciuto una prolungata assenza di piogge che ha causato una forte siccità. La Western Province, la regione in cui operiamo ha sofferto in modo particolare".
Quanto sia drammatica la situazione lo si può ben comprendere dall’annullamento di un evento simbolico: il "Kuomboka", il tradizionale viaggio del re dell’etnia Lozi che, su speciali imbarcazioni, si sposta nella savana inondata per trasferirsi dalla residenza della stagione secca a quella della stagione delle piogge. "In passato era già avvenuto che la cerimonia, molto sentita, fosse annullata - si osserva - quest’anno però era desolante vedere la savana secca, le piante gialle, l’aridità che avvolgeva tutto".
La popolazione Lozi ha subito pesantemente il calo di produzione di riso e mais. «La mancanza di acqua - continuano - ha penalizzato le colture di riso. Solo chi ha piantato varietà che crescono anche senz’acqua ha avuto un raccolto decente. Chi ha piantato la varietà tradizionale ha avuto rendimenti molto bassi". Ciò ha inciso sulle entrate delle persone perché il riso tradizionalmente viene venduto per ottenere un surplus di entrate che quest’anno non ci sarà.
Ancor peggio è andata per il mais. "La carenza di piogge, soprattutto nel momento della crescita del mais – ricordano i due leader - ha fatto crollare la produzione. I prezzi di un sacco di farina di mais è raddoppiato. Il dramma è che questa farina è la base dell’alimentazione locale e la carenza mette in crisi tutto il sistema nutrizionale. Molti contadini si recavano in città a vendere la carbonella (ottenuta tagliando, spesso illegalmente, le piante) per poter acquistare farina". Il governo ha iniziato a vendere sacchi di farina a prezzi calmierati e la gente si è ammassata nei luoghi di distribuzione.
Ancora più delicata la situazione in Zimbabwe. "La stagione delle piogge - spiega a Fides il Gesuita p. Bian MacGarry - sarebbe dovuta iniziare a ottobre, ma quasi ovunque le prime precipitazioni sono arrivate i primi giorni di gennaio. In molte province la pioggia è stata comunque insufficiente. Il dramma è che i meteorologi prevedono che febbraio, solitamente il mese più piovoso, sarà asciutto".
In questa situazione si è insinuata la corruzione e il malaffare. "La distribuzione di semi e fertilizzanti è stata portata avanti dalle forze armate in modo corrotto per anni - conclude padre Brian - con un risultato è tragico: molte popolazioni rurali non hanno abbastanza cibo per arrivare fino al prossimo raccolto in aprile e hanno bisogno di donazioni di cibo. Se il raccolto sarà scarso avremo ulteriori problemi. Nei prossimi mesi, il regime militare potrebbe dover affrontare la rivolta più violenta degli ultimi 40 anni e, se questo avverrà, è a rischio l’intero apparato statale, con serie conseguenze di instabilità sociale e politica". (EC) (Agenzia Fides 4/2/2020)
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ASIA/INDONESIA - Il paese ricorda Wahid, leader musulmano, promotore del dialogo e amico dei cristiani
 
Giacarta (Agenzia Fides) - "Gli sforzi di Wahid per stabilire relazioni interreligiose e per promuovere la pace nelle regioni indonesiane agitate da conflitti, saranno ricordati nella storia della nazione", afferma in una nota inviata a Fides Mathews George Chunakara, segretario generale della Conferenza cristiana dell'Asia (CCA) ), organizzazione ecumenica presente in Indonesia. Con questo spirito i cristiani indonesiani ricordano con affetto Salahuddin Wahid, importante religioso musulmano, promotore del dialogo e della democrazia in Indonesia, scomparso il 2 febbraio a Giacarta, all'età di 72 anni. Conosciuto per il suo impegno nel promuovere la tolleranza, l'armonia e la cooperazione interreligiosa, Wahid era a capo della più grande organizzazione musulmana dell'Indonesia, la "Nahdlatul Ulama" (NU) che conta oltre 80 milioni di membri. Salahuddin "Gus Sholah" Wahid, luminare del movimento islamico per la pace e la riconciliazione, era anche capo della "Associazione indonesiana per gli intellettuali musulmani" e il vicepresidente della Commissione nazionale per i diritti umani in Indonesia.
Mathews George Chunakara aggiunge che l'impegno di Wahid nel riconoscere la pluralità religiosa e l'armonia comunitaria è servito da modello per altri leader religiosi asiatici, al fine di rafforzare l'armonia religiosa in tutta l'Asia. L'Arcivescovo protestante indonesiano Willem T.P. Simarmata, moderatore della CCA, rileva: "Il nostro Paese ha perso un grande studioso islamico e un rispettato leader religioso. Il suo impegno e contributo nella difesa della tolleranza religiosa saranno ricordati dalle generazioni future",
Molto attivo sul pino della risoluzione dei conflitti, Wahid ha svolto un ruolo cruciale nel promuovere la pace nella provincia indonesiana della Papua occidentale in collaborazione con il Consiglio dei Vescovi della Papua. Si è inoltre adoperato Ha contribuito a risolvere i conflitti religiosi nelle regioni delle Molucche e di e Central Sulawesi e ha anche indagato sulle violazioni dei diritti umani a Timor Est.
Wahid ha dato priorità alla riconciliazione e all'unità rispetto a tutto il resto, ricordano i leder cristiani.
Lo statista - affermano - era noto per l'atteggiamento di compassione e solidarietà verso le minoranze religiose indonesiane, in particolare verso i cristiani.
Wahid è stato sepolto il 3 febbraio all'interno del collegio islamico Tebuireng a East Java, Indonesia.
L'Indonesia, paese musulmano più popoloso al mondo, con 270 milioni di abitanti, all'87% musulmani, il 9% cristiani (tra i quali 7 milioni cattolici), 1,7% indù e altre minoranze religiose buddiste e animiste. (SD-PA) (Agenzia Fides 4/2/2020).
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ASIA/TURCHIA- Il Patriarca armeno Sahak II: attendo che anche in Turchia siano riconosciute le sofferenze del nostro popolo
 
Istanbul (Agenzia Fides) – Sahak II Masalyan, nuovo Patriarca armeno apostolico di Costantinopoli, attende e desidera vedere presto anche in Turchia “il riconoscimento delle sofferenze del nostro popolo” superando le incomprensioni e gli equivoci di chi oggi come in passato rappresenta le comunità minoritarie presenti in Turchia come delle “élite felici e ricche, mentre questo non è affatto vero, e non è mai stato vero”. Il Patriarca, senza mai usare l’espressione ‘Genocidio armeno’, il Patriarca ha ammesso in un’ampia intervista pubblicata dal giornale turco Hurriyet che la data del 24 aprile, scelta per commemorare ogni anno i massacri di armeni perpetrati tra 1915 e 1916 nella penisola anatolica, in Turchia è stata a lungo considerato “un tabù, un evento divisivo”, fino a quando, nel 2015, il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan “ci ha inviato una lettera di condoglianze, e per la prima volta siamo stati in grado di celebrare le messe nelle nostre chiese per i nostri morti”. Nella stessa intervista, pubblicata lunedì 3 febbraio, il Patriarca armeno di Costantinopoli ha sottolineato che occorre uscire dalla logica antagonistica del “noi contro loro”, riconoscendo la comune appartenenza alla famiglia umana, riscontrabile anche dal punto di vista scientifico, visto che “la nostra costituzione genetica è la stessa” e “siamo tutti degli 'Homo sapiens' ". Il Patriarca ha anche paragonato la recente, tragica esperienza della Siria alle lacerazioni sperimentate da tutta l’umanità durante i conflitti mondiali, quando il virus del nazionalismo “entrò nelle nostre case, e tutti volevano costruire il proprio “stato-nazione” alle spese degli altri. Tra le diverse considerazioni, il Patriarca armeno ha ribadito di considerare l’Akp – il Partito di Erdogan al potere in Turchia dal 2002 – come una formazione politica dotata di una maggiore “sensibilità verso i cristiani”, soprattutto in confronto a stagioni passate, quando “non potevamo nemmeno attaccare un chiodo nelle nostre chiese”, (GV) (Agenzia Fides 4/2/2020).

martedì 21 gennaio 2020

Agenzia Fides 21 gennaio 2020

AFRICA/NIGERIA - Liberato uno dei quattro seminaristi rapiti
 
Abuja (Agenzia Fides) - “Siamo felici di apprendere che uno dei seminaristi rapiti è stato rilasciato, lungo l' autostrada Kaduna-Abuja. Preghiamo che Dio tocchi i cuori dei rapitori e rilasci i rimanenti tre”. Così un sacerdote dell’Arcidiocesi di Kaduna, al termine di un incontro di preghiera per i quattro seminaristi rapiti la sera dell’8 gennaio nel Seminario Maggiore “Buon Pastore di Kakau lungo l'autostrada Kaduna-Abuja (vedi Fides 13/1/2020), ha annunciato la liberazione di uno dei seminaristi sequestrati.
L’insicurezza nello Stato di Kaduna ha raggiunto livelli tali che Sua Ecc. Mons. Matthew Man-oso Ndagoso, Arcivescovo di Kaduna, in Nigeria, aveva denunciato “Siamo sotto assedio” ricordando che quello dei seminaristi è il terzo rapimento di personale ecclesiastico avvenuto nella sua diocesi (vedi Fides 20/1/2020).
La settimana scorsa 10 comunità nelle aree governative locali di Chikun e Brinin Gwari sono state assalite da banditi, che hanno ucciso almeno 35 persone e ne hanno rapite altre 58 a scopo di estorsione. (L.M.) (Agenzia Fides 21/1/2020)
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AFRICA/COSTA D’AVORIO - “Le elezioni di ottobre siano trasparenti, credibili e pacifiche” auspicano i Vescovi
 
Korhogo (Agenzia Fides) - “Alla luce di questa situazione, la prima condizione da osservare nella preparazione delle elezioni deve essere la riconciliazione; la seconda condizione è quella della concertazione e del consenso al fine di tenere conto dei requisiti e delle aspirazioni legittime di tutti gli attori socio-politici e dei saggi consigli della comunità internazionale, infine la terza condizione è l'istituzione e il consolidamento dello Stato di diritto”: lo affermano i Vescovi della Costa d’Avorio nella dichiarazione pubblicata al termine della 114a Assemblea plenaria, tenutasi dal 13 al 19 gennaio presso il centro di spiritualità Notre Dame du Rosaire de Latha, a Korhogo, nel nord del Paese.
I Vescovi hanno espresso la loro preoccupazione per la situazione sociopolitica nella quale vive la Costa d’Avorio a pochi mesi dalle elezioni presidenziali di ottobre, e lanciano un appello urgente alla classe politica perché sia al servizio dell’interesse della nazione.
"Noi Arcivescovi e Vescovi cattolici della Costa d'Avorio, preoccupati per la situazione sociopolitica alla vigilia delle elezioni generali nel nostro paese, vi inviamo questo messaggio come un logico seguito a quello consegnato ad Agboville, nel giugno 2019, intitolato ' 'Evitiamo un'altra guerra' '”.
"Alla fine della crisi post-elettorale del 2010, le autorità statali si erano prefissate le priorità della riconciliazione e si erano impegnate a ricucire il tessuto sociale lacerato dalle divisioni. Questo grande progetto aveva suscitato un’immensa speranza con la successiva istituzione di due istituzioni: la Commissione Dialogo e Riconciliazione (CDVR) e la Commissione Nazionale per la Riconciliazione e il Risarcimento delle Vittime (CONARIV). Sfortunatamente, i risultati del loro lavoro non hanno avuto alcun seguito” osservano i Vescovi.
Secondo la Conferenza Episcopale, la riconciliazione deve avvenire prima del voto di ottobre: "Dobbiamo concordare sul fatto che le prossime elezioni devono essere trasparenti, credibili e pacifiche in modo che tutti accettino i risultati che emergeranno come espressione della volontà della maggioranza degli ivoriani. "
"La questione dell'indipendenza delle strutture che devono organizzare il voto, come la CEI (la Commissione Elettorale Indipendente), sta ancora dividendo e cristallizzando le tensioni", affermano i Vescovi che auspicano che sia garantita la totale indipendenza di questo organo fondamentale per la correttezza del voto.
I Vescovi hanno infine annunciato la pubblicazione a breve di una lettera pastorale dal titolo "La Chiesa in Costa d'Avorio, al servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace”. (S.S.) (L.M.) (Agenzia Fides 21/1/2020)
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AFRICA/TOGO - E’ necessaria una riforma del sistema sanitario contro il traffico di falsi medicinali
 
Lomè (Agenzia Fides) – Nel corso del vertice sulla lotta contro il traffico di medicinali falsi è emersa la necessità di una seria riforma del sistema sanitario. Come appreso dall’Agenzia Fides, dal summit concluso di recente a Lomé, sono emerse due priorità: l'istituzione di strutture adeguate e l'adozione di leggi per arginare il fenomeno e bloccare le diverse forme di traffico. E’ risultata urgente la firma di un accordo tra le parti interessate per definire un quadro giuridico e imporre sanzioni penali.
“Il diritto alla salute è fondamentale per tutti. Nel nostro continente, il traffico di farmaci contraffatti è una vera tragedia, un flagello criminale che dobbiamo denunciare e contro il quale dobbiamo intervenire”, dice all’Agenzia Fides p. Donald Zagore, teologo della Società per le Missioni Africane. “I medicinali falsi stanno uccidendo gli africani e in particolare i più poveri. Per superare seriamente questo fenomeno – insiste il missionario - bisogna che i nostri responsabili politici prendano consapevolezza della gravità dello stesso e creino sistemi sanitari che soddisfino efficacemente le esigenze delle popolazioni. Il traffico di medicinali falsi è solo il lato nascosto di un problema più grande che è la precarietà del sistema sanitario africano.”
“In Africa, - conclude Zagore - è difficile per i poveri ricevere una assistenza sanitaria adeguata perché i nostri sistemi stanno fallendo. I ricchi fanno ricorso agli ospedali europei, i poveri vengono curati per strada. Ed è purtroppo nella strada che fiorisce il traffico di medicine false. Possiamo organizzare conferenze sull’argomento, ma se non affrontiamo l'essenza del problema esse rimarranno sempre improduttive.”
(DZ/AP) (21/1/2020 Agenzia Fides)
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ASIA/TAJIKISTAN - Il cammino della piccola comunità cattolica nel nuovo anno
 
Dushambe (Agenzia Fides) - Sono attualmente un centinaio, distribuiti tra le due parrocchie di Dushambe e di Qurǧonteppa, i fedeli che formano la comunità cattolica del Tajikistan, “i più assidui sono circa 70 nella capitale e 30 nell’altra città”. Lo racconta all’Agenzia Fides il sacerdote dell'Istituto del Verbo Incarnato, padre Pedro Ramiro López, responsabile della Missio sui iuris del Tajikistan dal 2013. Il missionario, attivo e presente nello stato dell'Asia centrale sin dal 2004, traccia all’Agenzia Fides un quadro incoraggiante, pur nella esiguità di una presenza, quella cattolica, per cui davvero si può usare l’espressione evangelica di Gesù “piccolo gregge”.
Infatti, nota p. Ramiro López, il numero dei partecipanti alla Santa Messa aumenta, come avvenuto durante le recenti celebrazioni natalizie: “La piccola comunità dei battezzati del Tajikistan ha festeggiato il Natale e le solennità dei giorni successivi, come la Gran Madre di Dio e l’Epifania, vivendo insieme le messe più importanti: il 24 dicembre c’è stata la celebrazione in russo a Dushambe, mentre il giorno successivo siamo stati a Qurǧonteppa dove abbiamo celebrato l’Eucarestia in inglese. Inoltre, nella nostra zona, vive un nutrito gruppo di lavoratori italiani, per questo abbiamo celebrato anche una messa nella loro lingua”.
A livello pastorale, la Chiesa si sta occupando di curare la preparazione di 25 bambini del catechismo: “I piccoli hanno vissuto il periodo di Avvento con grande intensità, scrivendo i loro buoni propositi per poi deporli davanti al presepe. Alla fine di questo percorso, il 5 gennaio, hanno realizzato un concerto di Natale dedicato a Gesù Bambino”.
Uno dei rami dall’opera pastorale che la comunità cattolica porta avanti è quello relativo alle attività caritative. Spiega p. López: “Vanno avanti tramite la Caritas, che ha avuto modo di realizzare di recente un piccolo progetto dedicato ad una quarantina di bambini disabili, accompagnandoli nel loro percorso di crescita, con dei volontari che donano loro tempo, sorriso, accoglienza, e anche piccoli regali”. Tutto questo, conclude il missionario, dona “nuova speranza nell’anno 2020, che affidiamo alle mani sapienti del Signore”.
La Missio sui iuris in Tajikistan è stata eretta da Giovanni Paolo II nel 1997: si trattò di una rinascita dopo le campagne antireligiose del dominio sovietico. Attualmente, i cattolici del Tajikistan sono assistiti da 3 sacerdoti argentini dell’Istituto del Verbo Incarnato, 4 suore Missionarie della Carità e 3 religiose dell’Istituto Serve del Signore e della Vergine di Matarà. (LF) (Agenzia Fides 21/1/2020)
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ASIA/SIRIA - Patriarcati siro-ortodosso e greco-ortodosso: nessuna certezza sulla sorte dei Vescovi di Aleppo scomparsi
 
Aleppo (Agenzia Fides) - Negli ultimi mesi sono state diffuse molte ricostruzioni e “dichiarazioni inquietanti” riguardo al destino dei due Arcivescovi di Aleppo – il greco ortodosso Boulos Yazigi e il siro ortodosso Mar Gregorios Yohanna Ibrahim – scomparsi senza lasciare traccia il 22 aprile 2013 nell’area compresa tra Aleppo e il confine tra Siria e Turchia. Ma al momento, i massimi esponenti delle Chiese a cui appartenevano i due Arcivescovi spariti non sono in grado di fornire elementi utili a confermare o smentire tali dichiarazioni. Lo riferisce un comunicato congiunto, diffuso lunedì 20 gennaio attraverso i social media, dal Patriarcato greco ortodosso e dal Patriarcato siro ortodosso. Nel comunicato, i due Patriarcati dichiarano di aver seguito con attenzione le dichiarazioni e le ricostruzioni diffuse attraverso i social media, e nel contempo, sottolineano che tali interventi e ricostruzioni si configurano come iniziative spontanee, “totalmente indipendenti dagli sforzi da noi compiuti nella ricerca dei nostri due arcivescovi scomparsi”.
I massimi responsabili dei due Patriarcati - guidati rispettivamente da Yohanna X Yazigi, Patriarca greco ortodosso di Antiochia, e da Mar Ignatios Aphrem II, Patriarca siro ortodosso di Antiochia – confermano la condivisa determinazione “a non lasciare nulla di intentato” per fare luce sulla sorte dei due Vescovi scomparsi, e in questo orizzonte riconoscono di non avere elementi utili a confermare o smentire la validità delle ricostruzioni e delle considerazioni sul possibile destino dei due ecclesiastici diffuse da fonti diverse negli ultimi mesi. “Mentre manifestiamo la nostra sincera gratitudine verso tutti gli individui e realtà preoccupati per la sorte dei nostri Arcivescovi, e soprattutto verso coloro che portano avanti iniziative per contribuire a far luce sul loro calvario, chiediamo a tutti di pregare per i due Arcivescovi e invitiamo tutti coloro che possono sostenere i nostri sforzi volti a risolvere questo caso umanitario a mettersi in contatto con le nostre Chiese attraverso i canali ufficiali predisposti a questo scopo”.
La dichiarazione congiunta del Patriarcati di Antiochia dei siro ortodossi e dei greco ortodossi si presenta come una misurata e non polemica presa di distanze anche nei confronti della recente inchiesta giornalistica realizzata da una squadra investigativa guidata da Mansur Salib, ricercatore siriano residente negli Usa, e diffusa attraverso la piattaforma digitale medium.com, nuovo social media collegato a Twitter. Secondo tale inchiesta, i due Arcivescovi sarebbero morti come martiri, uccisi nel dicembre 2016 dalla banda di miliziani che li teneva in ostaggio da anni. A uccidere i due Arcivescovi sarebbero stati i militanti di Nour al-Din al-Zenki, gruppo indipendente coinvolto nel conflitto siriano, finanziato e armato durante il conflitto sia dall’Arabia saudita che dagli USA. La ricostruzione pubblicata su medium.com, come già sottolineato dall’Agenzia Fides (vedi Fides 15/1/2020), riporta notizie già note, insieme a illazioni esposte senza riscontri oggettivi. (GV) (Agenzia Fides21/1/2020)

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AMERICA/BRASILE - Al via il Corso universitario in Missiologia, perché la Chiesa assuma sempre di più una coscienza missionaria
 
Brasilia (Agenzia Fides) – Si è aperto ieri, 20 gennaio, presso la sede della Facoltà di Teologia (Fateo) dell'arcidiocesi di Brasilia, il 1° Corso universitario in Missiologia promosso dal Centro Culturale Missionario (CCM) della Conferenza episcopale del Brasile (CNBB), in collaborazione con la Facoltà di Teologia, con il sostegno delle Pontificie Opere Missionarie (POM), della Conferenza dei Religiosi del Brasile (CRB) e della rete ecclesiale pan-amazzonica (REPAM).
Padre Antônio Niemiec, Segretario nazionale della Pontificia Unione Missionaria, Coordinatore del corso, spiega che l’iniziativa rientra nelle indicazioni del Programma missionario nazionale, delle Linee guida generali per l'azione evangelizzatrice della Chiesa in Brasile (DGAE 2019-2023), ed è frutto dell’esperienza vissuta per la preparazione e la celebrazione del Mese Missionario Straordinario dell'ottobre 2019.
L’obiettivo è di offrire ai partecipanti le basi che favoriscano la crescita della loro coscienza missionaria, attraverso lo studio, la ricerca e la riflessione, motivati dalla consapevolezza che “l'azione missionaria è il paradigma di ogni opera della Chiesa” (EG 15). Il corso prevede 360 ore di lezione, suddivise in tre moduli, da gennaio 2020 a marzo 2021, distribuite in aula e in ore di studio virtuali.
Secondo le informazioni diffuse dalla Conferenza episcopale, pervenute a Fides, i circa 50 partecipanti provengono dalle 18 regioni della CNBB, e sono sacerdoti, religiosi e religiose, consacrati e laici. Dopo la messa inaugurale, è seguita la prima lezione, che è stata tenuta dal Direttore generale della Fateo, il sacerdote nigeriano Godwin Nnaemeka Uchego, che ha approfondito il tema della missiologia come fondamento di tutte le scienze teologiche.
Il Sottosegretario generale aggiunto della CNBB, padre Dirceu de Oliveira Medeiros, presente per la celebrazione di apertura, ha affermato che il corso è una risposta all'insistente appello di Papa Francesco sulla Chiesa in uscita e sulle necessità di andare incontro alle periferie esistenziali: “Speriamo che i partecipanti al corso possano diventarne moltiplicatori nelle regioni della CNBB, aiutando a formare altre persone, perché la Chiesa assuma sempre più una coscienza missionaria”. (SL) (Agenzia Fides 21/1/2020)
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AMERICA/MESSICO - Violenza tra bande e gruppi armati: anche la Chiesa ne subisce le conseguenze
 
Celaya (Agenzia Fides) – Dopo i violenti fatti della settimana scorsa verificatisi a Celaya, dove un gruppo armato ha sparato colpi di arma da fuoco contro il bar "La Shula" e contro la chiesa della comunità di Pelavacas, il Vescovo della diocesi di Celaya (Guanajuato), Mons. José Benjamín Castillo Plascencia, ha parlato alla stampa locale per chiarire che "benché la Chiesa rispetti tutti, comprese le bande della zona, non possiamo stare apertamente contro nessuno perché ci uccidono, sappiamo che questi ultimi atti violenti sono opera del Cartel de Jalisco".
Mons. Castillo Plascencia ha commentato nella nota inviata a Fides: "Questi gruppi agiscono contro persone concrete, perché la loro guerra è questa, e non mancano anche le minace contro i sacerdoti e gli spari contro le nostre chiese". Poi ha aggiunto: "Non gli importa dei morti e dei feriti, fanno questo per seminare il terrore. Forse sarebbe il caso di consigliare alle autorità di agire con la prevenzione, non con la reazione”.
Il Vescovo ha aggiunto: "Purtroppo quando ci sono scontri tra bande, la gente ha paura di denunciare, molti sanno che ci sarà lo scontro, ma non lo possono denunciare, perché le bande hanno i loro ‘falchi’, quindi possono sapere chi ha denunciato".
Come in altri luoghi del Messico, la violenza fra le bande e i gruppi armati continua per il controllo del territorio, e anche la Chiesa paga le conseguenze di questa realtà vissuta da tutta la popolazione.
(CE) (Agenzia Fides, 21/01/2020)

sabato 21 dicembre 2019

Agenzia fides 20 dicembre 2019

EUROPA/GERMANIA - Al via la Campagna dei Cantori della Stella 2020: “Portare la benedizione, essere benedizione. Pace! In Libano e in tutto il mondo”
 
Aachen (Agenzia Fides) - “Portare la benedizione, essere benedizione. Pace! In Libano e in tutto il mondo” è il motto della prossima campagna dei Cantori della Stella 2020 che come paese simbolo quest’anno ha scelto il Libano. La campagna verrà inaugurato a livello nazionale sabato 28 dicembre a Osnabrück.
Indossando i vestiti dei Re Magi, con la stella cometa ed i loro canti, nei giorni precedenti all’Epifania i “Cantori della Stella” bussano alle porte delle case tedesche. Circa 300mila bambini delle parrocchie cattoliche della Germania porteranno la benedizione “C+M+B” (“Christus mansionem benedicat - Cristo benedica questa casa”) alle famiglie, raccogliendo offerte per i loro coetanei che soffrono in tutto il mondo.
Ogni anno, dal 1984, i Cantori della Stella portano la loro benedizione “C+M+B” anche alla Cancelleria federale, a Berlino: 108 Cantori della Stella verranno nella capitale tedesca con le loro stelle dorate e le loro corone lucenti. Martedì 7 gennaio la cancelliera Angela Merkel accoglierà i piccoli e grandi membri dell’Infanzia Missionaria tedesca per la 15esima volta. I Cantori vengono da tutte le 27 diocesi tedesche in rappresentanza di circa 300.000 ragazze e ragazzi di circa 10.000 parrocchie che partecipano alla 62a campagna dei Cantori della Stella (Aktion Dreikönigssingen). Il giorno dell'Epifania, lunedì 6 gennaio, saranno accolti anche dal Presidente federale, Frank-Walter Steinmeier, nella sua residenza.
Rappresentanti degli Sternsinger di Germania, Austria, Svizzera, Slovacchia, Romania, Ungheria e Italia (Alto Adige) parteciperanno il 1° gennaio alla celebrazione della solennità di Maria Madre di Dio, Giornata Mondiale per la Pace, con Papa Francesco nella Basilica di San Pietro.
“Sono grato per questo nuovo compito e non vedo l'ora di conoscere e affrontare le nuove sfide. Insieme allo staff di Missio Aachen e dell’Infanzia Missionaria (Kindermissionswerk/'Die Sternsinger') continueremo a mettere in pratica la solidarietà universale della Chiesa per darle un volto credibile e vicino alle persone" aveva affermato il nuovo Direttore nazionale dell'Infanzia missionaria tedesca e di Missio Aachen, il rev. Dirk Bingener, dopo la sua nomina.
(MS) (Agenzia Fides 20/12/2019)
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AFRICA/NIGER - “Nella zona di Bomoanga minacce contro i cristiani e uccisioni mirate per gli altri”, riferisce un missionario
 
Niamey (Agenzia Fides) - Come va a Bomoanga? “Male. Le cose peggiorano”. “All’approssimarsi del Natale la domanda era scontata ma la risposta dell’animatore di comunità no” riferisce all’Agenzia Fides P. Mauro Armanino, delle Società delle Missioni Africane (SMA) da Niamey. Bomoanga è il villaggio dove il 17 settembre dell’anno scorso è stato rapito P. Pierluigi Maccalli, sempre della SMA (vedi Fides 18/11/2018), del quale non si hanno da allora notizie.
“L’animatore conferma con una serie di esempi concreti la sua affermazione. E cita, a titolo di esempio, la recente uccisione del capo villaggio e ‘consigliere’ nominato dal governo, del villaggio di Kouadjieni, ad appena una decina di chilometri da Bomoanga” afferma p. Armanino.
“Invece nel villaggio di Koutougou, a una quarantina di Km da Bomoanga, è stato ucciso lo ‘stregone’ locale, sul luogo stesso dove soleva fare i sacrifici rituali prescritti dalla religione tradizionale. La chiesa della comunità cristiana non è lontana dal luogo dell’assassinio. Poco dopo la sua uccisione, è stata la volta del nipote, cristiano, ad essere minacciato e ‘invitato’ dal capo del gruppo ad informare la comunità cristiana del villaggio che, se andranno a pregare in chiesa, le uniche persone a sopravvivere saranno le donne e i bambini”.
“Ciò che lascia perplessi in queste vicende - dice il missionario - è l’assoluta libertà di manovra e di azione di questi gruppi armati che, seppur localizzati, non sono minimamente disturbati dalle forze dell’ordine. Queste ultime sono stazionate nella scuola di Ngoula, ad appena una ventina di chilometri dal villaggio dove i cristiani sono stati minacciati. Testimonianze credibili dei contadini della parrocchia di Bomoanga attestano avvistamenti, in moto e armati, di elementi di questi gruppi terroristi”.
“Il prossimo Natale per la parrocchia di Bomoanga sarà molto vicino all’originale di Betlemme, con gli Erode del momento” conclude p. Armanino. (L.M.) (Agenzia Fides 20/12/2019)
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AFRICA/EGITTO - Sale a 1322 il numero di chiese e edifici ecclesiastici “condonati” dalle autorità egiziane
 
Il Cairo (Agenzia Fides) - Il governo egiziano ha emesso nei giorni scorsi un nuovo decreto in cui riconosce la piena conformità di altre 37 chiese con gli annessi 50 edifici ecclesiastici alle disposizioni che regolano la costruzione dei luoghi di culto cristiani. Con la nuova risoluzione governativa, pubblicata sulla gazzetta ufficiale, sale a 1322 il numero di chiese e edifici di servizio ausiliari che sono stati condonati da quando è iniziato il processo di “legalizzazione” dei luoghi di culto cristiani costruiti in passato senza i permessi richiesti.
La cadenza alquanto ravvicinata degli incontri in cui vengono verificati e approvati i procedimenti che attestano la piena rispondenza dei luoghi di culto cristiani alle norme sulla costruzione di tali edifici (vedi Fides 29/9/2019) conferma la determinazione con cui le autorità egiziane portano avanti il progetto di regolarizzazione delle chiese costruite in passato senza i permessi richiesti.
Il processo di verifica e regolarizzazione è iniziato a partire dall’approvazione della nuova legge sulla costruzione e la gestione dei luoghi di culto, ratificata dal Parlamento egiziano quasi tre anni fa, il 30 agosto 2016.
Le chiese sottoposte al vaglio del Comitato governativo costituito ad hoc sono soprattutto quelle costruite prima che entrasse in vigore la nuova legge sulla costruzione degli edifici di culto cristiani. Il Comitato è incaricato di verificare se migliaia di chiese e luoghi di preghiera cristiani costruiti in passato senza le autorizzazioni richieste, rispondano agli standard stabiliti dalla nuova legge. La verifica si risolve ordinariamente nella regolarizzazione dei luoghi di culto.
Nei decenni scorsi, molte chiese e cappelle erano state costruite in maniera spontanea, senza tutte le dovute autorizzazioni. Ancora oggi proprio tali edifici, tirati su dalle comunità cristiane locali senza permessi legali, continuano di tanto in tanto ad essere utilizzati come pretesto dai gruppi islamisti per fomentare violenze settarie contro i cristiani.
La legge sui luoghi di culto dell’agosto 2016 ha rappresentato per le comunità cristiane egiziane un oggettivo passo avanti rispetto alle cosiddette “10 regole” aggiunte nel 1934 alla legislazione ottomana dal Ministero dell'interno, che vietavano tra l'altro di costruire nuove chiese vicino alle scuole, ai canali, agli edifici governativi, alle ferrovie e alle aree residenziali. In molti casi, l'applicazione rigida di quelle regole aveva impedito di costruire chiese in città e paesi abitati dai cristiani, soprattutto nelle aree rurali dell'Alto Egitto. (GV) (Agenzia Fides 20/12/2019)
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ASIA - La missione nelle società "post-umane": l'Asia ha sete di Cristo
 
Roma (Agenzia Fides) - "In Asia le grandi trasformazioni sociali, antropologiche, culturali, tecnologiche generano in alcuni casi, società post-umane. Accanto a questo fenomeno, vi è quello di persone che vivono in condizioni sub-umane. Intanto fenomeni come il nazionalismo religioso o l'intolleranza religiosa , già menzionati nel documento post-sinodale 'Ecclesia in Asia' vent'anni fa, continuano a crescere. In questa cornice la Chiesa cattolica annuncia il Vangelo all'uomo di oggi ed esercita la sua missione profetica": lo ha detto il Carmelitano indiano p. Benedict Kanakappally OCD, vice rettore della Pontificia Università Urbaniana, a margine del congresso "Transforming Asia", tenutosi il 18 e 19 dicembre a Roma, organizzato congiuntamente dalla Pontificia Facoltà teologica S. Bonaventura-Seraphicum, dalla Pontificia Università Urbaniana e dalla Pontificia Unione Missionaria. "Ci siamo interrogati su come, e se è possibile, contribuire a trasformare, e come rinnovare l'opera missionaria nel contesto del continente asiatico, così vasto e plurale. L'Asia ha sete di Cristo, diceva Ecclesia in Asia. A vent'anni da quel documento, le comunità cristiane in Asia possono riflettere e fare il punto sull'opera di evangelizzazione e su come è necessario trasformare anche la missione della Chiesa", ha spiegato il vice Rettore.
Ribadisce all'Agenzia Fides il prof. Dinh Anh Nhue Nguyen OFMConv, Preside della Pontificia Facoltà Teologica San Bonaventura e Direttore dell'Istituto Francescano di studi teologici asiatici: "Il continente asiatico è una realtà diversificata e complessa, in tutti i suoi aspetti e le sue dinamiche, nei diversi contesti regionali e nazionali. La Chiesa con il Sinodo e con l'Ecclesia in Asia ha compiuto un 'opera di riflessione sulla presenza della fede in quel continente. Oggi ci chiediamo se l'Ecclesia in Asia sia rilevante e quali sono le nuove sfide che oggi si pongono alla missione della Chiesa in Asia. Crediamo si debba ripartire dalla Bibbia, dalla centralità della Parola di Dio, vissuta, celebrata e annunciata".
"La sfida irrinunciabile - prosegue p. Anh Nhue - è l'annuncio del Vangelo, cui seguono altre sfide come l'inculturazione, la teologia missionaria, l'adattamento della pastorale ordinaria, a seconda dei contesti. Questo annuncio si fa carne nella testimonianza di vita, nelle opere sociali, nella prossimità verso ogni uomo. Queste attività non sono appannaggio solo della Chiesa, ma i cristiani le portano avanti per amore di Gesù Cristo, e questo fa la differenza. E' importante dirlo sempre con chiarezza, dando ragione della speranza che è in noi, senza paura di offendere le cultura o le altre religioni, riscoprendo la ragione profonda del nostro essere e operare".
Conclude il Preside: "L'annuncio del Vangelo in Asia passa anche attraverso il dialogo, ed è una missione molto delicata. Non bisogna avere paura del dialogo, ma rifuggire i due estremi: il primo è evitare il dialogo per non compromettersi; il secondo è compiere una sorta di autocensura della propria identità cristiana, per dialogare. In Asia i cristiani sono comunque ben riconoscibili nelle società: oggi sentiamo il bisogno di un rinnovamento e un ripensamento della missione, di fronte alle nuove sfide". (PA) (Agenzia Fides 20/12/2019)
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AMERICA/HAITI - Avviata la discussione tra governo, opposizione e società civile, ma una soluzione alla crisi è ancora lontana
 
Port au Prince (Agenzia Fides) – E’ purtroppo fallito il secondo incontro fra rappresentanti del governo e membri dell'opposizione per risolvere la drammatica crisi che vive il paese. Mercoledì 18 dicembre, su iniziativa di Helen La Lime, rappresentante speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite ad Haiti, si è tenuto il secondo giorno di discussione nella sede della Nunziatura apostolica, cui hanno preso parte leader di partiti e gruppi di opposizione politica, rappresentanti della società civile, autorità locali, della presidenza, la stessa Helen La Lime e rappresentanti dell'Organizzazione degli Stati americani (OAS), lontani da microfoni e telecamere, nel tentativo di trovare una soluzione consensuale alla crisi.
A questo incontro non era presente Rosemond Pradel, rappresentante del gruppo "Maché kontre", affermando che le discussioni non stavano andando nella giusta direzione e ricordando la posizione assunta da coloro che avevano stipulato l'accordo di Marriott, che richiede le dimissioni del Capo dello Stato come prerequisito.
Alla fine di questo secondo giorno di incontro, i partecipanti hanno rilasciato una dichiarazione congiunta, pervenuta a Fides e pubblicata dai media locali: “Noi, partiti, gruppi politici dell'opposizione, rappresentanti della presidenza, delle organizzazioni della società civile e delle autorità locali riuniti alla nunziatura il 17 e 18 dicembre 2019, abbiamo completato due giorni di riflessioni e scambi intorno della crisi politica, sociale ed economica che ha scosso il paese da diversi mesi. Questo è un passo positivo e un approccio costruttivo che deve continuare per riunire tutti i rappresentanti della società al fine di risolvere la crisi. Cogliamo l'occasione per ringraziare la Nunziatura Apostolica per la sua ospitalità e gli attori internazionali che hanno accompagnato questo sforzo, in particolare le Nazioni Unite e l'OAS. Petion Ville, 18 dicembre 2019".
Il documento è firmato dal senatore Joseph Lambert, coordinatore di Konbit Masyonal (KONA); dall’ex senatore Paul Denis, coordinatore di Inifos; da Éric Jean-Baptiste, segretario generale di RNPD, come testimoni di questo dialogo.
La nota inviata a Fides da un missionario, commenta che, sebbene l'incontro sia già un passo avanti perché il governo ha partecipato alla riunione, si vede che ancora non c'è una via di uscita chiara.
La situazione continua ad essere bloccata nonostante gli aiuti dall’estero per programmi sociali. L’ Unione Europea, attraverso il suo ambasciatore nella vicina Repubblica Dominicana, Gianluca Grippa, ha dichiarato una settimana fa che attende una soluzione veloce per riattivare i programmi di aiuti umanitari offerti ad Haiti da un decennio. Ieri la UE ha destinato più di 15 milioni di euro come aiuti per l'America Latina e i Caraibi, tra cui Haiti.
Due giorni fa la Commissione interamericana per i diritti umani (IACHR), ha iniziato la sua visita ad Haiti, rispondendo all’invito delle autorità, per verificare la segnalazione dell'ONU secondo cui si sono registrati più di 42 morti in due mesi per gli interventi della polizia alle manifestazioni che chiedono le dimissioni del Presidente Jovenel Moïse.
La Chiesa cattolica, presente anche con i missionari in tutto il territorio dell’isola, non riesce ad organizzare il proprio lavoro pastorale e sociale a causa della crisi, come testimoniano a Fides alcuni missionari presenti da tempo ad Haiti.
(CE) (Agenzia Fides, 20/12/2019)

lunedì 9 dicembre 2019

Agenzia Fides 9 dicembre 2019

VATICANO - Il Cardinale Luis Antonio G. Tagle nominato Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli

Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Domenica 8 dicembre, solennità dell’Immacolata Concezione di Maria, il Santo Padre Francesco ha nominato Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli il Cardinale Luis Antonio G. Tagle, finora Arcivescovo di Manila. Al Cardinale Fernando Filoni, finora Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, il Santo Padre ha affidato l’incarico di Gran Maestro dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.
Il Cardinale Luis Antonio Gokim Tagle, è nato a Manila il 21 giugno 1957. Ha frequentato le scuole primarie e secondarie a Parañaque, alla Saint Andrew’s School, all’epoca amministrata dai missionari di Scheut. Dopo il diploma, è entrato nel Saint Jose Seminary della capitale, diretto dalla Compagnia di Gesù. Quindi ha studiato filosofia presso la Manila University e teologia presso la Loyola School of Theology. E’ stato ordinato sacerdote il 27 febbraio 1982 dal Vescovo di Imus, Felix Pérez Paz. Nei primi anni di ministero è stato vicario parrocchiale, direttore spirituale del seminario teologico della diocesi di Imus di cui è poi divenuto rettore, professore di filosofia e teologia in diversi seminari. Nel 1985 è stato inviato alla Catholic University of America a Washington, dove ha conseguito la licenza in teologia e il dottorato summa cum laude.
Rientrato a Imus nel 1992, ha di nuovo assunto l’incarico di rettore del seminario oltre a diversi incarichi diocesani. Ha tenuto conferenze, ritiri e seminari per l’aggiornamento di sacerdoti, religiosi e laici nelle Filippine e all’estero. Dal 1997 al 2003 è stato membro della Commissione Teologica Internazionale, in seno alla Congregazione per la Dottrina della Fede. Nel 1998 ha partecipato come esperto all’Assemblea speciale per l’Asia del Sinodo dei Vescovi.
Nominato Vescovo della diocesi di Imus il 22 ottobre 2001 da Giovanni Paolo II, diede impulso all’attuazione delle direttive scaturite dall’assemblea pastorale diocesana tenutasi nel 1999, rivolgendo l’attenzione soprattutto ai giovani. Nel frattempo ha ricoperto importanti incarichi in seno alla Conferenza episcopale delle Filippine e alla Fabc. Il 13 ottobre 2011 Benedetto XVI lo ha promosso arcivescovo di Manila. Ha proseguito la sua attività anche in seno alla Conferenza episcopale nazionale e alla Fabc. E’ sempre stato attento al mondo dei media, diventando un volto noto della televisione nazionale filippina. Papa Benedetto XVI lo ha nominato Cardinale nel Concistoro del 24 novembre 2012. Nel settembre 2013 Papa Francesco lo ha nominato membro della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. Nel maggio 2015 è stato eletto Presidente di Caritas Internationalis. (S.L.) (Agenzia Fides 09/12/2019)

EUROPA/POLONIA - Solenne affidamento alla Madonna Nera di Czestochowa di tutta la Chiesa missionaria

Czestochowa (Agenzia Fides) - Circa 400 persone hanno preso parte al Simposio e alla Veglia missionaria che si sono svolte a Czestochowa dal 7 all'8 dicembre. La veglia per l'evangelizzazione del mondo, organizzata dalla Pontificia Unione Missionaria (PUM), è stata preceduta da un Simposio che ha approfondito lo spirito missionario, e ha messo sotto la protezione di Maria il lavoro missionario della Chiesa intera.
L’incontro è iniziato con la Messa presieduta dal Vescovo ausiliare della diocesi di Tarnow, Stanislaw Salaterski, nella Cappella della icona della Madonna, secondo la nota inviata a Fides dalle Pontificie Opere Missionarie (POM) della Polonia. Subito dopo i partecipanti si sono ritrovati nell'auditorium del Santuario per ascoltare le relazioni degli ospiti invitati sul rapporto tra Eucarestia e Missione. Ad aprire i lavori è stato il Direttore nazionale delle POM in Polonia, mons.Tomasz Atlas, che ha commentato lo slogan del nuovo anno pastorale della Chiesa polacca, appena iniziato: "L'Eucaristia dà vita". Il professore di liturgia don Tomasz Herc ha poi sottolineato nel suo intervento che l'Eucaristia, come fonte e culmine della vita cristiana, rafforza i missionari nella loro chiamata e li invia fino ai confini del mondo.
L'Amministratore apostolico nel Kazakistan occidentale, residente ad Atyrau, p. Dariusz Buras, ha dato una testimonianza della Chiesa di cui è a servizio. "I cattolici locali, che sono pochi, circa 600 praticanti, hanno mantenuto la loro fede, incontrandosi solo in piccole comunità senza sacerdoti, subendo persecuzioni, fino all'arrivo dei missionari. Occorre grande umiltà e pazienza in questo lavoro e un grande spirito di adattamento, perché è impossibile trasferire la pastorale polacca nel Kazakistan occidentale" ha sottolineato p. Buras. Mons. Tomasz Atlas e don Maciej Bedzinski hanno infine condiviso l’esperienza della visita ai missionari in Gabon e in Tanzania.
Con la preghiera dell'appello a Maria, è iniziata la Veglia di preghiera, durata tutta la notte. La recita del rosario è stata animata dal gruppo del Rosario vivente della parrocchia di Cristo Re a Jablonów Pomorski, della diocesi di Torun, mentre l'adorazione del Santissimo Sacramento nello spirito missionario, è stata guidata dai seminaristi Clarettiani. Durante la preghiera notturna, i missionari che si preparano a partire il prossimo anno e che si stanno preparando al centro di formazione missionaria a Varsavia, hanno dato la loro testimonianza, chiedendo preghiere.
A mezzanotte la Messa è stata presieduta dal Vescovo ausiliare di Wroclaw, Jacek Kicinski, cui è seguita la preghiera notturna, arricchita dai canti delle suore Francescane Missionarie di Maria. Il Segretario nazionale della PUM, p. Luca Bovio IMC, che ha guidato la veglia, ha accolto 4 nuovi membri della PUM. La veglia si è conclusa alle 4 del mattino, con un solenne affidamento alla Madonna Nera di tutta la Chiesa missionaria.
All'incontro di Czestochowa hanno partecipato persone vicine alle missioni, sacerdoti, suore, seminaristi, laici e anche molte altre persone, in particolare anziani e ammalati, che si sono uniti spiritualmente alla preghiera dalle loro case. (MK/SL) (Agenzia Fides 09/12/2019)

AFRICA/CONGO RD - Nuovi massacri nel Nord Kivu portano a 141 il numero delle vittime dal 30 ottobre

Kinshasa (Agenzia Fides) - Ancora morti e feriti per gli assalti dei miliziani dell’ADF/NALU nel territorio di Beni, nel Nord Kivu (nell’est della Repubblica Democratica del Congo). Secondo l’ONG della società civile CEPADHO, il 5 dicembre, quattordici civili sono stati uccisi a Kolikoko e altri dieci a Mantumbi, in due attacchi delle ADF.
Il primo attacco è stato quello di Kolikoko, nel quartiere di Mabasele, nel comune rurale di Oicha intorno alle 4 del mattino. Secondo la società civile locale, tre uomini sono stati uccisi all’arma bianca sulla strada Oicha-Maliki, proprio di fronte al dispositivo di lavaggio delle mani creato nell’ambito della lotta contro l’epidemia di Ebola. I miliziani ADF hanno tagliato la testa di una vittima e le mani delle altre. Una Bibbia è stata intrisa del sangue di un’altra vittima.
Il secondo attacco si è svolto un po’ più a ovest, nel villaggio di Mantumbi, verso le 14 del pomeriggio. Sono state uccise dieci persone civili, di cui quattro all’arma bianca. Il CEPADHO teme che il bilancio definitivo sia più pesante, perché vi sono ancora delle persone date per disperse.
Secondo il CEPADHO con questi ultimi massacri sono 141 le vittime civili degli assalti dell’ADF in questa area, come rappresaglia alla vasta offensiva lanciata dall’esercito congolese a partire dal 30 ottobre.
I massacri hanno suscitato forti proteste da parte della popolazione locale, che chiede all’esercito nazionale e alle forze della missione ONU nella RDC (MONUSCO) di prendere iniziative concrete per proteggere i civili.
A livello politico, il 26 novembre, una dichiarazione firmata da alcuni parlamentari ha deplorato il fatto che le operazioni militari iniziate il 30 ottobre contro le ADF non siano state accompagnate da azioni preventive di protezione della popolazione civile in caso di rappresaglie.
La dichiarazione lamenta inoltre la mancanza di una chiara identificazione del nemico e l’assenza di una seria inchiesta sulle accuse di complicità da parte di alcuni membri dell’esercito nazionale e della polizia nazionale congolese, sottolineando la necessità di avvicendare gli ufficiali che prestano servizio nella regione di Beni da molto tempo, con il rischio che diventino complici dei gruppi armati attivi sul territorio.
Il 2 dicembre i Vescovi del Kivu hanno decretato la sospensione per un giorno delle attività ecclesiali per protestare per i massacri dei civili (vedi Fides 3/12/2019). (L.M.) (Agenzia Fides 9/12/2019)

ASIA/FILIPPINE - Missione di armonia e servizio alla vita: il Cardinale Tagle parla alla polizia

Manila (Agenzia Fides) - Le forze dell'ordine hanno una missione che significa "lavorare per l'armonia" e servire la vita di ogni cittadino: con queste parole il Cardinale Luis Antonio Tagle, Arcivescovo di Manila, si è rivolto alle forze dell'ordine filippine, celebrando la santa Messa domenicale l'8 dicembre. Come appreso dall'Agenzia Fides, oltre un migliaio di agenti delle forze dell'ordine dell'Ufficio Nazionale di Polizia della Regione Capitale hanno partecipato a una speciale Celebrazione Eucaristica a Manila, insieme al loro capo ad interim, il generale Debold Sinas. Il Cardinale, appena nominato da Papa Francesco Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, ha espresso la speranza che l'istituzione di polizia continui i suoi sforzi "per la conversione morale e spirituale" tra le persone al suo interno. "Spero che diventerete strumenti di armonia nella nostra società che è spesso minacciata dalla disarmonia", ha detto il Cardinale, affermando che "tale missione si può realizzare solo attraverso un'azione e un umile servizio".
Rivolgendosi ai funzionari e dirigenti di Polizia prima della Messa, il Cardinale ha discusso con loro dei preparativi di sicurezza per la processione del Nazareno Nero all'inizio del 2020, una delle grandi manifestazioni della pietà popolare nel paese.
La polizia filippina e le altre forze dell'ordine sono in prima linea nella "guerra alla droga", lanciata dal presidente Rodrigo Duterte. Nel giro di tre anni, almeno 6.700 persone sono state uccise, secondo la polizia tutte persone che hanno resistito all'arresto. I gruppi per i diritti umani e altre agenzie indipendenti affermano che oltre 35.000 persone sono state uccise in casi legati ad arresti per droga. Le organizzazioni per i diritti umani accusano la polizia di "insabbiamenti sistematici ed esecuzioni sommarie".
In un'altra Celebrazione Eucaristica, tenutasi ieri, 8 dicembre, nella Cattedrale di Manila, si è posto il focus sul tema della famiglia: hanno preso parte alla santa messa i fedeli che hanno organizzato, in occasione della festa dell'Immacolata Concezione, una "Marcia per Maria e la famiglia". Nell'omelia della messa, l'Arcivescovo Tagle ha sottolineato che "la famiglia è la prima scuola di virtù sociali, morali e sprituali, di cui ogni società ha bisogno". "Proprio come la Sacra Famiglia di Maria, Giuseppe e Gesù - ha aggiunto - spero che ogni famiglia filippina sia scuola di vita e armonia",. (SD) (Agenzia Fides 9/12/2019))

AMERICA/NICARAGUA - Nuove repressioni contro la Chiesa: il Vescovo di Esteli denuncia “il dolore di un popolo”

Esteli (Agenzia Fides) – Nel giorno della festa mariana più sentita nel paese centroamericano, l’Immacolata Concezione, la Chiesa cattolica ha nuovamente denunciato la dura repressione contro il popolo sofferente e la persecuzione contro la Chiesa stessa. Questa volta lo ha fatto Mons. Abelardo Mata, Vescovo di Esteli, che alla fine della celebrazione della messa dell’Immacolata ha incontrato i giornalisti, per informare sugli ultimi eventi accaduti nella sua diocesi.
Prima di tutto, il Vescovo in persona è dovuto intervenire per liberare il sacerdote Ramón Alcides Peña Silva, parroco della chiesa di Jicaro, che era stato arrestato dalle forze dell'ordine sabato 7 dicembre, verso le 7 della sera, mentre rientrava da una celebrazione nella chiesa di Nueva Segovia.
Il sacerdote, secondo fonti di Fides, è rimasto detenuto per 12 ore con l'accusa di "turbare l'ordine pubblico", mentre, secondo le parole scritte dallo stesso sacerdote sui social media, era andato solo a celebrare una messa.
Mons. Mata ha fatto poi riferimento alla numerosa presenza di elementi della polizia intorno alla cattedrale di Esteli, con l’intenzione di intimidire i fedeli. A questo proposito il Vescovo di Esteli ha commentato: "Forse alcuni dimenticano che non tutto è finito al Calvario, perché dopo è arrivata la Resurrezione. La Chiesa ha sempre visto passare davanti la bara dei suoi persecutori. Inoltre, sappiamo che i sacerdoti sono ogni giorno a fianco del popolo sofferente del Nicaragua. Il governo ha paura che il popolo si esprima, perché sa che non è d’accordo con i programmi proposti. E ci sono tante testimonianze. Ho visto tanti sfilare con le bandiere, e proprio due giorni fa un giovane, alla sua laurea, portava una bandiera macchiata di sangue. Non sapevo che questo ragazzo avesse partecipato ad una delle marce e che un suo compagno fosse stato ucciso, colpito alla testa. E’ caduto tra le sue braccia e lui lo ha avvolto con la bandiera che portava. Non ha mai voluto lavarla, e nel giorno della laurea l'ha portata sull'altare, perché è il dolore di un popolo che chiede la guarigione".
"La gioventù è il punto più debole della corda che poi si è rotta. Adesso, insieme ai contadini, i giovani stanno rivolgendo a tutti i cittadini nicaraguensi una forte chiamata alla propria coscienza, coscienza personale e sociale" ha concluso Mons. Mata.
(CE) (Agenzia Fides, 09/12/2019)








































Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

Dal libretto della Pro Terra Sancta "Il Santo Rosario per la Pace in Terra Santa"

 Clicca per leggere è un libretto che mi è stato recapitato grazie a una offerta di sostegno alla Pro Terra Sancta e siccome bisogna farsi p...