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lunedì 3 febbraio 2020

Agenzia Fides 3 febbraio 2020: ammazzato uno dei 4 seminaristi

EUROPA/ITALIA - Simposio internazionale “Pedagogia della santità. Una sfida universale per i fedeli laici
 


Roma (Agenzia Fides) - Cosa significa oggi “santità”, diventare “santi”? Quali sfide la chiamata universale alla santità propria di tutti i cristiani pone ai laici impegnati nella vita quotidiana e in relazione con il mondo? Le sfide sono diverse per adulti e giovani? Nel nord o nel sud del globo?
Di tutto questo si parlerà nel corso del Simposio internazionale “Pedagogia della santità. Una sfida universale per i fedeli laici” che si svolgerà dal 5 al 9 febbraio a Roma (Casa s. Juan de Avila, via Torre Rossa 2). L’iniziativa è proposta dalla Fondazione Azione cattolica Scuola di santità “Pio XI” in collaborazione con il Segretariato del Forum internazionale di Azione cattolica.
Nell’ambito del simposio, cui parteciperanno i responsabili e assistenti nazionali dell’Azione cattolica di 13 Paesi (Albania, Argentina, Burundi, Italia, Malta, Myanmar, Perù, Romania, Ruanda, Senegal, Slovacchia, Spagna e Ucraina) è previsto un Momento pubblico nel pomeriggio del 6 febbraio nella Sala San Pio X.
Alle 16.30 i lavori saranno aperti dalla preghiera presieduta dal card. Baltazar Enrique Porro Cardozo, Arcivescovo di Merida, Amministratore apostolico di Caracas e Presidente della Fondazione Azione cattolica scuola di santità. La Vice Presidente della Fondazione, Silvia Correale, presenterà le attività dell’organismo nato nel 2007 per sostenere il lavoro di documentazione e curare la divulgazione di figure di testimoni formatisi in Azione cattolica “scuola di santità” in collaborazione con le chiese locali.
Seguirà la prolusione del Segretario di Stato, Sua Eminenza il Cardinale Pietro Parolin.
Le conclusioni sono affidate a Matteo Truffelli, Presidente nazionale dell’Azione cattolica italiana e Vice Presidente della Fondazione. I lavori saranno coordinati dalla giornalista Chiara Santomiero, responsabile dell’Ufficio stampa del Fiac.
All’approfondimento della storia di santità fiorita in Azione cattolica e alla promozione delle attività della Fondazione e dell’Azione Cattolica nella prospettiva dell’Esortazione apostolica Gaudete et exsultate sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo, saranno dedicati i giorni successivi del simposio che si concluderà domenica 9 febbraio con la partecipazione alla preghiera dell’Angelus con papa Francesco in piazza s. Pietro. (Agenzia Fides 3/2/2020)
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AFRICA/BURKINA FASO - Il Vangelo del regno di Dio seme dello sviluppo umano integrale
 
Ouagadougou (Agenzia Fides) – “La corruzione è un male per la nostra umanità, ha effetti dannosi sullo sviluppo umano integrale in generale e in particolare”, ha detto all’Agenzia Fides padre Donald Zagore, teologo della Società per le Missioni Africane, in merito al simposio continentale sulla missione ad gentes dal tema ‘Testimoniare, annunciare e celebrare la fede nella missione di evangelizzazione in Africa oggi’ concluso di recente a Ouagadogou (vedi Agenzia Fides 28/1/2020).
Il missionario è intervenuto con un seminario su ‘Il Vangelo del Regno di Dio e lo sviluppo umano integrale nella lotta alla corruzione’ nel quale ha posto alcuni interrogativi sul fenomeno. “Il vangelo del regno di Dio, che Cristo stesso incarna, può svolgere oggi un ruolo decisivo in questo processo di guarigione e diventare così il seme dello sviluppo umano integrale? In che modo la corruzione è stata in grado di imporsi nel tempo come un parassita invasivo, quasi indistruttibile, che mina seriamente l’equilibrio e il dinamismo delle nostre società in generale e dell'Africa? Cosa ha alimentato e continua ad alimentare la corruzione? Qual è la sua radice? Cosa può fare l'uomo per rimediare? Come si possono curare le istituzioni o le strutture sociali interessate?”
Nella sua riflessione p. Zagore ha sottolineato che: “la corruzione è un peccato e come tale ha la sua fonte nel cuore umano ferito che continua ad essere vittima di due fattori in particolare: la cultura dell'individualismo e l'amore eccessivo per il denaro.”
“Il regno di Dio, con la forza del suo vangelo, - ha spiegato - restituisce all'umanità la sua più sublime vocazione che il peccato ha più volte tentato di pervertire: la libertà. Vivere secondo i valori evangelici del regno di Dio rimane la chiave per la liberazione e la guarigione dal potere del peccato della corruzione. Questo è il motivo per cui, quando viene chiesto se il vangelo che Cristo stesso incarna, può svolgere oggi un ruolo decisivo in questo processo di guarigione e liberazione dell'uomo e diventare così il fermento dello sviluppo umano integrale, rispondiamo di sì.”
Il teologo ivoriano ha concluso il suo intervento dicendo che “anche se la situazione storica può sembrare senza speranza, siamo chiamati ad ascoltare e ad accogliere questa potente e profetica voce di Cristo e del suo Vangelo che lacera le nuvole di angoscia e sofferenza che hanno creato la cultura dell'individualismo che ha generato la corruzione, per aprire una nuova era, quella del Regno di Dio. Per forza del nostro battesimo dobbiamo rimanere autentici testimoni di questa speranza e portatori dei frutti del nostro battesimo nelle nostre società.”
(DZ/AP) (3/2/2020 Agenzia Fides)
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Michael, è stato assassinato
AFRICA/NIGERIA - Ucciso uno dei 4 seminaristi rapiti; il Vescovo di Lagos: “La violenza va fermata, sennò gravi conseguenze sulla psiche dei nigeriani”
 
Abuja (Agenzia Fides) - "Con il cuore affranto, desidero informarvi che il nostro caro figlio, Michael, è stato assassinato dai banditi in una data che non possiamo confermare", ha affermato Sua Ecc. Mons. Matthew Hassan Kukah Vescovo di Sokoto della Nigeria nell’annunciare il 1° febbraio il ritrovamento del corpo di Michael Nnadi il più giovane (18 anni) dei quattro seminaristi rapiti dal seminario maggiore del Buon Pastore di Kakau, nello Stato di Kaduna, nel nord-ovest della Nigeria, da uomini armati nella notte dell'8 gennaio (vedi Fides 13/1/2020).
Uno dei quattro seminaristi era stato liberato sabato 18 gennaio, dopo essere stato rilasciato dai rapitori lungo l'autostrada della Nigeria Kaduna-Abuja (vedi Fides 21/1/2020).
Il 31 gennaio era stati rilasciati altri due seminaristi, ma mancava all’appello Michael Nnadi. Mons. Kukah ha dichiarato che il seminarista "e la moglie di un medico sono stati arbitrariamente separati dal gruppo degli ostaggi per poi essere uccisi”.
La notte dell'8 gennaio, uomini in uniforme militare sono penetrati nel Seminario maggiore del Buon Pastore che accoglie 268 seminaristi. Nel corso dell’operazione durata circa 30 minuti , i banditi dopo aver rubato laptop e telefoni cellulari, sono fuggiti portando con loro i quattro seminaristi: Pius Kanwai, 19 anni; Peter Umenukor, 23 anni; Stephen Amos, 23 anni; e Michael Nnadi, 18.
La notizia dell’uccisione del giovanissimo seminarista sta suscitando forte emozione in Nigeria.
In una dichiarazione pervenuta a Fides, dopo aver espresso la sua “profonda tristezza” per l’assassinio di Michael Nnadi, Sua Ecc. Mons. Alfred Adewale Martins, Arcivescovo di Lagos ha ricordato che quello di Nnadi “è solo uno dei numerosi casi di nigeriani innocenti uccisi quotidianamente da uomini armati mentre i nostri servizi di sicurezza e i loro capi rimangono a guardare come se fossero impotenti”.
Mons. Martins ricorda inoltre la recente uccisione del Lawan Andimi, dirigente locale dell'Associazione Cristiana della Nigeria (CAN) nello Stato di Adamawa (vedi Fides 22/1/2020), e gli attentati commessi da attentatori suicidi in alcune moschee. “Questa situazione spaventosa deve finire. Non possiamo semplicemente incrociare le braccia e permettere a queste mostruose attività di continuare a prosperare. Le conseguenze di queste malvagità sulla psiche dei nigeriani possono solo essere immaginate. Il governo federale deve agire ora prima che le cose sfuggano di mano” avverte il Vescovo di Lagos che chiede la sostituzione dei capi dei servizi di sicurezza. (L.M.) (Agenzia Fides 3/2/2020)
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ASIA/IRAQ- Patriarcato caldeo sul “Piano Trump” per il Medio Oriente: il “diritto alla terra” dei palestinesi è “inviolabile”
 
Baghdad (Agenzia Fides) – La questione palestinese è una “questione di diritto inviolabile”, visto che tocca il diritto dei popoli e delle nazioni a controllare e amministrare le proprie terre. Con questa espressione lapidaria, contenuta in un breve comunicato ufficiale, il Patriarcato di Babilonia dei Caldei ha espresso un giudizio fortemente critico sul cosiddetto “Piano del Secolo” lanciato a Washington il 28 gennaio dall’Amministrazione Trump come “ultima chance” per porre fine al conflitto israelo- palestinese. Nel comunicato, il Patriarcato caldeo ha ribadito il “diritto al ritorno” dei profughi palestinesi alle proprie terre di provenienza oggi governate da Israele, e ha deplorato l’unilateralismo della proposta statunitense: “Non c’è soluzione” si legge nel comunicato patriarcale “senza tornare sulla strada della diplomazia, attraverso negoziati diretti tra le due parti, che conducano all’istituzione di due Stati vicini in grado di convivere in pace, sicurezza e stabilità, nel reciproco riconoscimento delle rispettive sovranità d del controllo delle proprie risorse”, senza lasciarsi determinare dalle interferenze degli assi di allineamento geopolitico.
L’intervento del Patriarcato caldeo si aggiunge alle altre voci ecclesiali che nei giorni scorsi avevano espresso critiche o vere e proprie stroncature nei confronti di quello che l’Amministrazione USA aveva etichettato come il “Piano del Secolo” per il Medio Oriente (vedi Fides 31/1/2020). Il Patriarca maronita Bechara Boutros Rai aveva definito il “Piano” come “un segnale di odio, guerra e oppressione”, che rischia di mettere “a ferro e fuoco” la Terra Santa dove è nato Gesù Cristo. Forti critiche al piano Usa “Peace for Prosperity” sono arrivate anche dai Patriarchi e i Capi delle Chiese di Gerusalemme, dalla Lutheran World Federation, dall’Assemblea dei Vescovi ordinari cattolici di Terra Santa, dal World Council of Churches (WCC), dalla Conferenza dei vescovi cattolici di Inghilterra e Galles e del Consiglio delle Chiese del Medio Oriente (Middle East Council of Churches, MECC). Nel frattempo, dopo la presentazione del Piano da parte del Presidente USA Donald Trump, il Presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen ha annunciato la rottura di tutte le relazioni della Palestina con Israele e Stati Uniti. Nelle ultime ore è affiorata anche la “delusione” dell’Autorità nazionale palestinese per 'atteggiamento di alcuni Paesi arabi (tra cui Kuwait, Qatar, Emirati ed anche Arabia Saudita) nei confronti del Piano di Trump. Il ministro degli Affari Civili dell'Autorità palestinese Hussein al-Sheikh ha espresso la preoccupazione che le scelte di alcune nazioni arabe possano diventare "un pugnale nel fianco del popolo palestinese". (GV) (Agenzia Fides 3/2/2020).

martedì 16 aprile 2019

Agenzia fides 15 abrile 2019

AFRICA/SUD SUDAN - La pace non ha prezzo: il gesto profetico, storico e rivoluzionario di Papa Francesco
 
Juba (Agenzia Fides) – L’immagine di Papa Francesco, inginocchiato ai piedi dei leader sudsudanesi per implorare il loro perdono e rendere la pace una realtà tangibile in questo paese africano che soffre da decenni, “porta con sé una grande carica simbolica che è parte della tradizione culturale africana”, spiega a Fides padre Donald Zagore, teologo ivoriano della Società per le Missioni Africane (SMA). “In Africa, in molte culture – spiega il missionario - questo atto di prostrarsi, di umiliarsi ai piedi di qualcuno, avviene in due contesti molto specifici: da una parte vuole essere un segno di ringraziamento e dall’altra implora il perdono o la grazia. In questo contesto (vedi Fides 12/4/2019), il Papa scongiura i leader dei due paesi, a nome del popolo sud sudanese, al perdono e alla grazia e a porre fine alla guerra spietata che continua a martoriare la popolazione”.
P. Zagore aggiunge: “Papa Francesco nel suo ruolo di mediatore non si è limitato ad usare parole ma ha compiuto gesti e simboli forti, specifici della cultura africana dei protagonisti. Tali gesti parlano più delle parole. Il Papa ha messo in pratica il consiglio di San Francesco d'Assisi che esorta: ‘Predica ovunque il Vangelo e, se necessario, usa le parole’. Si tratta di un atteggiamento che apre i cuori induriti dall'ego e dalla violenza per riconciliare l'amore di Dio. Il Papa, nel proporre questo atto, rivoluziona l'intera dinamica della logica della diplomazia e della mediazione nella risoluzione dei conflitti.”
“In Africa, - continua padre Donald - un leader non si prostra davanti ai suoi sudditi. Anche se Salva Kiir e Riek Machar non sono direttamente dipendenti del Papa, sono suoi figli spirituali, in quanto il Papa è Padre spirituale per eccellenza. Così come Gesù nell’Ultima Cena si prostra e lava i piedi dei suoi apostoli, Papa Francesco si mette nei panni del subordinato. Il messaggio del Santo Padre è chiaro: la pace non ha prezzo. Solo abbassando il nostro ego, lasciando morire il nostro Io, che generalmente esclude il Tu e quindi rende difficile l'accesso alla comunità, possiamo d'ora in poi parlare e relazionarci come fratelli, uguali, uniti dalla stessa umanità”. (DZ/AP) (15/4/2019 Agenzia Fides)
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AFRICA/NIGERIA - “Cristiani e musulmani devono essere uniti per la pace e lo sviluppo della nazione”
 
Abuja (Agenzia Fides) – “La principale causa di violenza in Nigeria non è la religione, anche se alcuni dei nostri leader hanno usato la religione a fini politici” ha denunciato p. Cornelius Omonokhua, sacerdote cattolico, Direttore Esecutivo del Nigeria Inter-Religious Council (NIREC), organismo che raggruppa cristiani e musulmani, nella sua relazione al Seminario nazionale dal titolo: Corruzione, insicurezza e le sfide alla coesione nazionale in Nigeria: costruire la sinergia attraverso le fedi”.
"Dobbiamo liberare la religione da questo abuso. La realtà è che la fame è una delle fonti primarie e potenti di divisione dell'esistenza umana, mentre il cibo abbondante è un forte legame” ha detto p. Omonokhua.
"L’indigenza e la fame trasformano le persone in schiavi, in teppisti e adoratori del demonio. Anche il diavolo conosce il pericolo della fame e il modo in cui il cibo può rendere alcune persone adoratrici delle creature invece del creatore” sottolinea p. Omonokhua.
Il sacerdote afferma inoltre che l'avidità di potere e di governo ha fatto apparire la politica come un fattore di divisione molto serio a tutti i livelli nella vita della Nigeria. La bramosia di potere- dice p. Omonokhua- “ha trasformato la politica in una spada a doppio taglio che può persino mettere a rischio l'unità esistente nelle istituzioni tradizionali e religiose”.
Direttore Esecutivo del NIREC ha sottolineato la necessità di una sinergia tra cristiani e musulmani per la costruzione della nazione nigeriana, affermando che la corruzione potrebbe essere eliminata se musulmani e cristiani restassero fedeli agli insegnamenti delle loro fedi.
“Dato che il NIREC è la famiglia di tutti i cristiani e i musulmani in Nigeria, il nostro principio strategico deve ora essere una risposta proattiva alle questioni emergenti, rafforzando nel contempo processi di cambiamento sempre più ampi. Non dobbiamo aspettare che scoppi la violenza prima di battere i tamburi di pace. Se dobbiamo riuscire a usare il dialogo come mezzo per costruire la pace, non possiamo più aspettare che ci siano conflitti prima di costruire buoni rapporti con le persone che ci circondano” ha invocato p. Omonokhua.
Il NIREC è membro affiliato all’Africa Council of Religious Leaders (ACRL) e al Religions for Peace (RfP). (L.M.) (Agenzia Fides 15/4/2019)
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ASIA/INDONESIA - L’impegno politico dei giovani cattolici, chiave per il futuro
 
Giacarta (Agenzia Fides) – “Negli ultimi dieci anni, la Chiesa è stata molto attiva nel difendere la sua presenza di lievito nella società, intervenendo sulla scena politica per la promozione e la tutela dei princìpi e diritti, ma senza adottare una posizione partitica, ed esortando i giovani e i laici a coinvolgersi politicamente. È cresciuta una forte consapevolezza sociale. Molti cattolici sono candidati e potenziali governanti”, spiega all’Agenzia Fides P. Iwan Rusbani, sacerdote che ha prestato servizio nella Commissione per l'apostolato dei laici della Conferenza Episcopale dell’Indonesia, mentre si avvicina il voto delle elezioni generali del 17 aprile. “La nostra sfida principale oggi è coinvolgere i giovani nella politica reale", aggiunge.
Concorda, in un colloquio con Fides, J. Kristiadi, analista politico al Centre for Strategic of International Studies (CSIS) di Giacarta: “I leader della Chiesa sono ben consapevoli dell'urgenza di sostenere i giovani cattolici a pensare all’impegno diretto nella carriera politica. La vera sfida a lungo termine passa attraverso i concetti di ‘militanza politica’ e ‘integrità morale’, da passare ai giovani: militanza significa impegno personale con equilibrio e ‘autocontrollo’, per non cadere nelle tentazioni del potere o della convenienza personale; integrità significa tenuta morale fatta di onestà e trasparenza, per non compiere atti corruttivi”
Paul Soetopo Tjokronegoro, laico cattolico ed ex direttore della Banca centrale dell’Indonesia rileva a Fides: “Nell’attuale situazione della nazione, in cui intolleranza, corruzione e violenza continuano a dilagare, la voce profetica della Chiesa è essenziale. Ma noi cattolici simo pronti a lasciare la nostra zona di comfort?”.
Tra i politici cristiani, Joseph Umarhadi, parlamentare per tre mandati, osserva che “la Chiesa deve essere presente nel mondo e il dare il suo contributo nel campo della politica”, mentre Julius Setiarto, candidato cattolico per il Parlamento in questa tornata elettorale del 2019, nota: “Come attivista per i diritti umani, la mia vocazione spirituale di cattolico mi porta a lottare per attuare benefici a tutto il popolo. Il mio impegno è chiaro: stare accanto ai politici di ogni fede religiosa, per realizzare il bene comune della nazione”.
Nota Sri Mulyono, candidato cattolico a Yogyakarta: “Il nostro approccio è quello di favorire la crescita e il coinvolgimento di giovani cattolici sulla scena politica, che possano portare il loro patrimonio di valori a beneficio della nazione”. (MH) (Agenzia Fides 15/4/2019)
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ASIA/AFGHANISTAN - Con la Pasqua il dono dell’indulgenza plenaria alla comunità internazionale dei fedeli
 
Kabul (Agenzia Fides) - La piccola comunità cattolica in Afghanistan vive la Settimana Santa, in vista della Pasqua, con un programma ricco di iniziative. Durante la Domenica delle Palme, davanti alla chiesa presente all’interno dell’ambasciata italiana a Kabul, è stato piantato un ulivo proveniente dalla Terra Santa, a simboleggiare il desiderio e l'auspicio di pace per l'intero Afghanistan. Inoltre, nel corso delle celebrazioni del Triduo pasquale, del giorno di Pasqua e del Lunedì dell’Angelo, viene concessa l’indulgenza plenaria.
In una nota inviata all’Agenzia Fides, padre Giovanni Scalese, missionario Barnabita, responsabile della Missio sui iuris afghana, annuncia, inoltre, il rinnovo della facoltà di benedire gli oli durante la messa crismale del Giovedì Santo. Scrive p. Scalese: “Il Superiore ecclesiastico di una Missio sui iuris è l'Ordinario del luogo e, in quanto tale, secondo il canone 381 § 2, ha valore giuridico equivalente a un Vescovo diocesano. Può quindi fare quasi tutto ciò che fa un Vescovo, sebbene non lo sia. Ci sono prerogative episcopali che possono essere facilmente esercitate dai sacerdoti, come per esempio, conferire il sacramento della Confermazione; altri che non possono essere mai eseguite da sacerdoti, ad esempio, l'ordinazione di diaconi, sacerdoti e vescovi; altri compiti che, in alcuni casi speciali, possono essere delegati a un sacerdote. Tra questi, la consacrazione del crisma e la benedizione degli oli (l'olio dei catecumeni e l'olio degli ammalati). Nel gennaio scorso, la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti ha rinnovato, per tre anni, al Superiore della Missione Cattolica Afghana la facoltà di benedire gli oli e consacrare il crisma. Grazie a Dio”.
L’unica parrocchia cattolica presente in Afghanistan ha sede all’interno dell’Ambasciata italiana a Kabul ed è frequentata da circa un centinaio di persone, quasi esclusivamente membri della comunità diplomatica internazionale. Da alcuni giorni, nella chiesa si può pregare davanti a una nuova statuetta in resina di 40 cm dedicata a San Giuseppe e realizzata da un’azienda di artigianato di Lucca (Italia): la statua è stata benedetta il 16 marzo, all'inizio del triduo in onore di San Giuseppe. Il 19 marzo, alla fine della Messa, è stata posta accanto alla statua di San Michele, della stessa dimensione, dove rimane esposta alla venerazione dei fedeli. (LF) (Agenzia Fides 15/4/2019)
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AMERICA/MESSICO - Il Vescovo di Apatzingán: “La macchina distruttrice della pace continua a lavorare”
 
Apatzingán (Agenzia Fides) – “Di fronte alla situazione di violenza che giorno dopo giorno si manifesta in modi diversi nella nostra terra, sento la necessità, come Pastore di questa amata diocesi di Apatzingán, di alzare la voce per denunciare tale realtà che lacera la vita quotidiana, ferendo la nostra società, le famiglie e ogni persona nelle radici più profonde della sua dignità di figli di Dio e di fratelli”. Così inizia il messaggio di Mons. Cristóbal Ascencio García, Vescovo della diocesi messicana di Apatzingán, diffuso in questi giorni e pervenuto all’Agenzia Fides. La diocesi, suffraganea dell’arcidiocesi di Morelia, comprende parte dello stato del Michoacan, nella parte centrale del paese. Negli ultimi tempi è diventata nota per la forte presenza dei cartelli della droga e la violenza degli scontri tra le bande criminali.
“La macchina che distrugge la pace continua a lavorare” sottolinea il Vescovo, che ricorda gli eventi violenti verificatisi in diversi comuni. Uno dei più gravi è quello di San José de Chila, avvenuto il 19 marzo, che ha suscitato grande indignazione: “Questa comunità è stata vittima di violenti scontri tra gruppi criminali organizzati. Le strutture della chiesa e della casa parrocchiale sono state teatro dello scontro di questi gruppi avversari, lasciando nell’intero edificio le tracce della violenza, oltre al saccheggio”.
Mons. García denuncia che purtroppo la violenza non si ferma, “gli scontri continuano in diverse comunità, provocando il panico e facendo sì che molti degli abitanti siano sfollati, alcune di queste piccole comunità sono rimaste praticamente senza famiglie; all'interno dello stesso comune le persone non possono andare da una comunità all'altra, ci sono furti di veicoli con violenza, omicidi, minacce e persino incendi di case”.
“Ritengo che questi crimini e questi peccati che gridano al cielo e spesso non sono ascoltati da quanti dovrebbero garantire la sicurezza, debbano essere denunciati” scrive il Vescovo, citando il Profeta Isaia (58,1) che parla al popolo per fargli prendere coscienza delle situazioni, causate in buona parte dall’allontamento dai comandamenti di Dio. “Insieme all'invito che ho fatto e che farò ai credenti a vivere autenticamente la nostra fede e a farci tutti strumenti di pace, lancio un appello urgente, specialmente alle autorità, il cui compito principale è garantire le condizioni di sicurezza, perché facciano tutti gli sforzi e usino i mezzi necessari affinché vengano garantite le necessarie condizioni di sicurezza, e questi eventi non si ripetano”.
Infine Mons. Cristóbal Ascencio García auspica che, al termine della Quaresima, ci lasciamo riconciliare dall’amore di Dio e preghiamo per quanti provocano violenza e morte. “Grato per la vostra attenzione a questa denuncia, chiedo a Cristo, principe della pace, di far diventare presto una realtà per il nostro popolo, la pace e la sicurezza che tanto desideriamo”. (SL) (Agenzia Fides 15/04/2019)
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AMERICA/NICARAGUA - Mons. Baez: “il Nicaragua deve risorgere come è risorto il crocifisso del Calvario"
 
Managua (Agenzia Fides) – "Un popolo crocifisso resuscita sempre, vi chiedo soltanto di non permettere a nessuno di portare via la vostra speranza, il Nicaragua deve risorgere così come è risorto il crocifisso del Calvario". Così si è espresso ieri, nella celebrazione delle domenica delle palme in una chiesa della periferia di Managua, nella parrocchia di Esquipulas, il Vescovo ausiliare di Managua, Mons. José Silvio Baez. Quattro giorni fa il Vescovo ha annunciato la sua partenza per il Vaticano dopo la Pasqua (vedi Fides 11/04/2019).
Durante la messa, Mons. Baez ha ricordato che anche oggi c'è la corruzione, la mancanza di giustizia e l'avidità dei potenti, come era accaduto al tempo di Gesù; ma ha precisato che oggi ci sono difensori dei diritti umani nazionali e internazionali, che accusano il governo del presidente Ortega della morte di centinaia di persone in Nicaragua, a partire dal 18 aprile dell’anno scorso.
A questi difensori della pace, Mons. Báez ha chiesto di "approfondire la loro fede in Cristo, con tutta la serietà possibile", e di continuare le loro manifestazioni nel modo in cui hanno fatto finora, cioè "senza mai essere trascinati dalla violenza, e senza negoziare la libertà o la dignità dell'essere umano". "Perché il Nicaragua risorgerà un giorno, per essere una società basata sulla giustizia da cui scaturisce la vera pace, in cui non è un crimine pensare in modo diverso, in cui tutti possiamo esporre le nostre idee e mettere i nostri beni materiali, al di là dell'egoismo, al servizio di tutti" ha sottolineato.
La notizia più diffusa in questi ultimi due giorni, secondo le informazioni raccolte da Fides, è stata il comunicato del governo nicaraguense inviato ai due testimoni internazionali al tavolo del Dialogo (il Nunzio apostolico, Arcivescovo Waldemar Stanislaw Sommertag, e il rappresentante dell’OEA, . Luis Almagro) il 12 aprile, in cui il governo conferma la volontà di continuare il processo di Dialogo con l'Alleanza Civica, anche se non si indicano date.
Dall'aprile 2018 la crisi in Nicaragua ha provocato 325 morti, secondo la Commissione interamericana dei diritti umani (CIDH). Le organizzazioni locali parlano di 568 morti, mentre l'esecutivo ne riconosce solo 199. Inoltre, secondo la stampa internazionale e fonti di Fides, ci sono tra 779 e 809 "prigionieri politici", quasi il doppio del numero riconosciuto dal governo, che li identifica come "terroristi", "golpisti" o "criminali comuni".
La CIDH ha denunciato il governo del Nicaragua come responsabile di crimini contro l'umanità.
L'Organizzazione degli Stati americani (OEA) sta programmando l’applicazione della Carta democratica Interamericana (vedi Fides 11/04/2019), perché l'attuale governo sta violando l'ordine costituzionale. Se questa viene approvata, sospenderebbe il Nicaragua dall’organismo continentale, con ulteriori pesanti conseguenze per il paese e per la popolazione.
(CE) (Agenzia Fides, 15/04/2019)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

The Chosen ...é sufficiente per me...posso fare molto con questo ..

Ed egli disse: «Portatemeli qui». E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull'erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occ...