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sabato 7 giugno 2014

SIR: Mons. Mazzocato e il Papa a Redipuglia

Sabato 07 Giugno 2014

09:50 - PAPA A REDIPUGLIA: MONS. MAZZOCATO (UDINE), “PER INVOCARE IL DONO DELLA PACE”

Siamo stati “gioiosamente sorpresi” dall’annuncio di Papa Francesco, che il prossimo 13 settembre compirà una visita al sacrario di Redipuglia. Così l’arcivescovo di Udine, monsignor Andrea Bruno Mazzocato, esprime il sentimento della sua Chiesa diocesana alla notizia. “Il Santo Padre - afferma il presule - sarà tra noi in occasione del centenario dell’iniziodella Prima guerra mondiale, che egli definisce ‘enorme tragedia’. Viene a portare la sua preghiera in suffragio dei tanti giovani caduti sul fronte e per invocare il dono della pace tra i popoli nel cuore dell’Europa”. Mazzocato ricorda inoltre che Papa Bergoglio “si sente spinto a fare questo viaggio anche dal ricordo familiare dei racconti del nonno che combatté sul Piave”. “Ci prepariamo, già da ora, ad accogliere con tanto affetto e nella preghiera - prosegue il vescovo - l’arrivo del successore di Pietro, che ci confermerà nella fede e nella comunione tra le Chiese, specialmente quelle che riconoscono le loro radici nella Chiesa madre di Aquileia.

giovedì 6 marzo 2014

Abbiate il Cuore puro



                                             
diocesiudine has uploaded Messaggio dell'Arcivescovo per la Quaresima 2014
Messaggio dell'Arcivescovo per la Quaresima 2014
diocesiudine
"Abbiate il cuore puro": è questo il cuore del messaggio dell'Arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, per la Quaresima 2014.

mercoledì 5 marzo 2014

Omelia delle Ceneri dell'arcivescovo Mons. Mazzocato

MONS.MAZZOCATO NELL'OMELIA DELLE CENERI: «QUARESIMA SIA PREGHIERA, DIGIUNO ED ELEMOSINA»
«Per incontrare Dio non teniamo il cuore e i pugni chiusi»
Mons. Mazzocato amministra le Ceneri in Cattedrale
5.03.2014Se non «sentiamo in noi il desiderio di ritrovare Dio nella nostra vita» o di «pregarlo come un figlio prega il Padre», questo è il segno «che non siamo abbastanza poveri. Che siamo attaccati a delle ricchezze e delle false sicurezze chesono diventate i nostri idoli, il surrogato di Dio». Questo il messaggio centrale dell'omelia (leggi qui il testo integrale) della Messa delle Ceneri, con cui questa sera mons. Andrea Bruno Mazzocato ha aperto in Cattedrale il tempo di Quaresima. Questa è «la strada maestra che ogni anno la Quaresima spinge ad imboccare, lagrande conversione da rinnovare: "Ritornate al Signore, vostro Dio" - ha spiegato l'Arcivescovo di Udine -. Questa è la strada che Papa Francesco raccomanda nel suo messaggio per la Quaresima. Egli ci ricorda che Gesù, il Figlio di Dio, per venire incontro all'uomo "da ricco che era si è fatto povero per noi". Ha messo in pratica per primo la parabola del Buon Samaritano ed è venuto a cercarci lungo le strade della vita, in mezzo a nostri errori e peccati. È venuto a cercarci e, come il Buon Pastore, ci ha preso sulle sue spalle per riportarci a Dio Padre dal quale abbiamo sempre la tendenza ad allontanarci».

Per riscoprire in noi il consolante desiderio di Dio, ha spiegato il Pastore della Chiesa Udinese, è allora necessario «svuotarci» delle illusorie ricchezze e ritrovarci più poveri, ad imitazione di Gesù: «Per vivere questo esercizio spirituale ci vengono incontro i tre impegni quaresimali, che abbiamo ascoltato ancora una volta nel Vangelo: la preghiera, il digiuno, l'elemosina. Sono i modi molto concreti per purificare il nostro cuore e renderlo più povero e disponibile a tornare al nostro Dio».

La preghiera, perchè «nel silenzio l'uomo si spoglia, ritrova il contatto diretto con la sua coscienza. Lì può sentirsi col desiderio di cercare lo sguardo di Dio Padre, l'unico che vede dentro il mistero del cuore dell'uomo».

Il digiuno, perché «svuota da cose materiali che non sono indispensabili per vivere. Fa riscoprire che la vita vale più del cibo e il corpo più del vestito che indossa».

E infine l'elemosina, che «purifica dalla tendenza all'avarizia che porta a tenere il pugno stretto sui beni che abbiamo per paura che qualcuno ce li porti via e ci renda più poveri».

«Proviamo a riaprire il nostri interessi e desideri verso Dio - è stata l'esortazione finale di mons. Mazzocato -. Per far questo, seguendo l'esempio di Gesù - ricordato dal Papa - impegniamoci a diventare più poveri grazie alla preghiera, al digiuno, all'elemosina».

Negli allegati il testo integrale dell'omelia.

martedì 28 maggio 2013

giovedì 10 febbraio 2011

Il Papa in Friuli: il portale della Diocesi con un video-discorso di Mons. Mazzoccato

Il Papa in Friuli. Mons. Mazzocato su Youtube:


è un momento per vivere la comunione nella fede versione testuale

«Questa comunione anche nella tradizione storica credo sarà un’occasione per riviverla, anche nel suo significato più profondo di una tradizione che continua»



UDINE (11 febbraio, ore 17.15) - Per l’arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, «la visita del Santo Padre ad Aquileia e Venezia significa certamente un evento di grande importanza e un momento per vivere la comunione con la Chiesa di Roma».



La tradizione

La tradizione, infatti, «fa ricondurre l’evangelizzazione di Aquileia a San Marco, inviato da San Pietro, e la consacrazione del primo vescovo, S.Ermacora, il fondatore, consacrazione che risalirebbe a San Pietro, presentato questo nuovo vescovo da S.Marco».

Quindi – aggiunge l’Arcivescovo – «questa comunione anche nella tradizione storica credo sarà un’occasione per riviverla, anche nel suo significato più profondo di una tradizione che continua. Tradizione di comunione tra le Chiese».



Nel cuore dell’Europa

Prosegue mons. Mazzocato: «Quello che ci auguriamo e speriamo, vista la collocazione in questa area un po’ nel cuore dell’Europa, con questi nuovi scenari che si aprono davanti, è che il Santo Padre abbia una parola che apra gli orizzonti alla comunione tra le Chiese sorelle di dell’Europa».

L’Arcivescovo conferma – in un messaggio su You tube – che «già abbiamo iniziato a sensibilizzare la gente, le persone, le comunità cristiane. Penso che già il fatto che il Papa abbia questa prima tappa ad Aquileia, che poi si completerà a Venezia, motiverà molto la popolazione del Friuli-Venezia Giulia perché il riferimento ad Aquileia è ancora nel cuore e nella memoria di tante persone, anzi possiamo dire della intera nostra popolazione».



I Vescovi del Nordest

In un messaggio i Vescovi del Nordest sottolineano che «il Papa viene per confermarci nella fede, il dono più prezioso che abbiamo ricevuto. Il Suo sarà un incontro con il popolo di Dio del Nordest, che affonda le sue radici ad Aquileia da cui sono scaturite cinquantatre Chiese, che vanno ben oltre i confini della nostra Italia attuale. Il Nordest italiano sente inoltre oggi l’urgenza di vivere appieno la sua nuova vocazione di crocevia di popoli latini, slavi e germanici». La nostra fede – aggiungono i Vescovi – ci insegna che il Papa è una presenza diretta e immediata in ogni Chiesa particolare come l’esprimiamo in ogni celebrazione dell’Eucaristia».



Uno di famiglia

Insomma, «è uno di famiglia. Lo vogliamo pertanto accogliere non solo come un ospite gradito ma come colui che, in quanto successore di Pietro, è il garante della comunione ecclesiale. Di ogni nostra parrocchia, di ogni comunità religiosa, di ogni aggregazione di fedeli egli è il necessario punto di riferimento».

Ecco, dunque, che «ci disponiamo a riceverlo attraverso la preghiera e l’approfondimento del suo magistero».

lunedì 7 febbraio 2011

In cattedrale a Udine Giornata per la Vita

aOmelia dell'Arcivescovo nella «Giornata per la vita» versione testuale


Udine, Cattedrale. 6 febbraio 2010



Ai discepoli che ascoltano il suo discorso della montagna Gesù affida la missione di essere sale della terra e luce del mondo. Tra gli uomini che, a causa dell’abitudine al peccato, avevano progressivamente dimenticato il senso e il valore della vita egli invia i discepoli a spargere il sale del Vangelo che ridona gusto divino alla vita dell’uomo.

In mezzo ad un popolo, che camminava dentro una caligine di morte, i credenti in Cristo riflettono Colui che è la Luce del mondo; Luce che ravviva i colori di ogni persona ed esistenza umana.



Con questa celebrazione della S. Messa nella Giornata nazionale per la vita desideriamo essere un po’ sale e luce evangelica in mezzo al popolo friulano.

Speriamo di essere anche una voce che risveglia alla coscienza il valore intangibile di ogni vita umana perché, a volte, ci sembra di assistere quasi ad un assopimento delle coscienze.



Lo denuncia anche il Messaggio dei Vescovi italiani per la 33° Giornata per la vita: “Il fattore più inquietante è l’assuefazione: tutto pare ormai normale e lascia intravedere un’umanità sorda al grido di chi non può difendersi. Smarrito il senso di Dio, l’uomo smarrisce se stesso: l’oblio di Dio rende opaca la creatura stessa”.

Le statistiche descrivono un Friuli nel quale non s’arresta la diminuzione di bambini che nascono ogni anno. Per un popolo questo dovrebbe essere un dato inquietante perché pone interrogativi seri sul proprio futuro.



Ci sembra, invece, di percepire – come dice il messaggio dei Vescovi – una sorta di assuefazione e di indifferenza; la stessa indifferenza con cui è accettato l’alto numero di aborti praticati annualmente nelle strutture sanitarie.



La vita umana va rispettata nel suo sbocciare e nel suo naturale concludersi su questa terra per aprirsi alla vita eterna. Sappiamo quanto la nostra provincia e la nostra città siano state toccate dalle gravi questioni che investono la fine della vita. Sono state toccate nella persona di una giovane donna che qui è stata lasciata morire.

Ma nei dibattiti, che tornano periodicamente, temiamo di non percepire una sofferta passione per la vita umana; e Dio non voglia che ci sia qualche ombra di strumentalizzazione.

Anche se si riserva la libertà di dire una parola chiara, la Chiesa sa che non si difenderà il valore intangibile della vita umana con dibattiti o manifestazioni ad effetto.



Ho appena citato una forte espressione del documento del Concilio Vaticano II, Gaudium et Spes: “L’oblio di Dio rende opaca la creatura stessa”.

Solo un rapporto vivo con Gesù porta nel nostro debole cuore la sua passione e tenerezza per ogni volto di uomo che ama quando è ancora nel grembo della mamma e continua ad amare quando è nella debolezza della disabilità, della malattia o della vecchiaia.



E’ una tragica presunzione quella di pretendere di conservare il giusto rispetto per la dignità di ogni vita umana se diventiamo indifferenti a Dio e al suo amore per noi.

Il cristiano che non prega, non ascolta la Parola del Vangelo, non invoca perdono per i suoi peccati, non sente fame di Gesù nell’eucarestia diventa meno sensibile anche verso il prossimo perché la sua mente è offuscata e il cuore indurito dal peccato di presunzione. Fatica a capire cosa significhi rispetto della vita specialmente nelle condizioni di debolezza che per ogni uomo sono il momento del concepimento e del morire.



Solo l’amore di Gesù, riversato nei nostri cuori apre anche i nostri occhi verso il prossimo come era-no aperti quelli del buon samaritano.

Care sorelle e fratelli, accogliamo in noi lo Spirito dell’amore di Gesù in questa S. Messa e conti-nuiamo a coltivare con fedeltà l’ascolto della Parola di Dio e la partecipazione all’Eucarestia.



E poi, impegniamoci tutti a favore dei nostri fratelli e della loro vita che è intangibile dono di Dio. Incoraggio quanti già lo fanno anche in modo associato, come sono i membri dei Centri aiuto per la vita così benemeriti nella loro azione a favore delle nuove vite che sono state concepite e delle mamme che le portano in grembo.

Su questo campo tutti possiamo fare qualcosa specialmente mettendo insieme le forze e le di-sponibilità. In questo modo diffonderemo anche il sale del Vangelo che è il solo che può risvegliare dall’assopimento nei confronti della vita e del suo mistero.



Mons. Andrea Bruno Mazzocato

Arcivescovo di Udine

domenica 6 febbraio 2011

Bibie: LETTORIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Boom di adesioni per la Lettura della Bibbia in friulano versione testuale


Anziani, bambini, famiglie coinvolti in un evento unico. Sette giorni e sei notti no-stop



UDINE (4 febbraio, ore 10.50) - Dopo la conferenza stampa di martedì di presentazione del progetto «Leture continue de Bibie par furlan - Lettura continua della Bibbia in Friulano», che prevede la lettura integrale, continua e in friulano della Bibbia dalla Genesi all’Apocalisse, nella Chiesa della Purità a Udine, da domenica 3 a sabato 9 aprile per un totale di 140 ore circa (sette giorni e sei notti), il call center attivato per la raccolta di adesioni è stato da subito interessato da numerose chiamate.

Soddisfatti gli enti organizzatori: l’ARLeF – Agjenzie Regjonâl pe lenghe furlane, la Provincia di Udine, l’Arcidiocesi di Udine e l’Associazione culturale Glesie Furlane.

L’iniziativa “Leture continue de Bibie par furlan - Lettura continua della Bibbia in Friulano”, vede anche l’adesione delle Province di Gorizia e di Pordenone, dell’Arcidiocesi di Gorizia e della Diocesi di Concordia-Pordenone.



La lettura in lingua friulana è un omaggio anche alla tradizione della Chiesa di Aquileia, unisce infatti le radici linguistiche, religiose e culturali del territorio friulano e si tratta di un evento unico nel suo genere in quanto per la prima volta il Testo Sacro verrà letto integralmente, no-stop in una lingua minoritaria.

È interessante sottolineare che le adesioni arrivano da persone appartenenti a categorie eterogenee, di ogni tipo, proprio come esortato durante la conferenza stampa dal presidente dell’ARLeF, Lorenzo Zanon: anziani, bambini, famiglie intere, di tutti i mestieri, dall'operaio al medico, dall'uomo di spettacolo a personalità appartenenti al mondo della politica regionale.



Secondo quando dichiarato dagli operatori del call center, inoltre, molte sono le persone che chiedono esplicitamente di leggere di notte, fatto alquanto singolare ed inaspettato.

I promotori inoltre ricordano che vi è la possibilità di iscriversi in gruppi, facilitando così l’organizzazione della lettura ma soprattutto per condividere insieme e a pieno questa esperienza unica nel suo genere.



La necessità di lettori è ancora forte! Ne occorrono ben 1300, che si presteranno alla lettura la quale durerà da 3 a 10 minuti a seconda del testo della Bibbia scelto o assegnato.

È possibile iscriversi, come lettore singolo o come gruppo di lettori, telefonicamente, chiamando il n. 0432/555979 dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 17.00 alle 20.00, oppure scrivendo all’indirizzo bibie@regione.fvg.it. Notizie si possono reperire anche consultando il sito dell’ARLeF e la pagina Facebook (ARLeF Bibie Par Furlan) appositamente creata e che conta già un numero significativo di “amici”.



A proposito dell'iniziativa l’Arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato ha sottolineato che «la Parola di Dio va anzitutto accolta nelle viscere, nel cuore e nella vita, mentre dalle labbra ne esce nella lingua materna friulana, in tutta la sua dolcezza familiare». «Penso dunque a questa lettura solenne come a un evento spirituale, oltre che culturale – ha continuato l'Arcivescovo –, e non solo per i credenti: «tra ciò che proviamo alla lettura dei Salmi e ciò che proviamo alla lettura di Pindaro e Petrarca c'è la stessa differenza che tra la patria e la terra straniera», diceva Nietzsche. Tanto più vero, tutto ciò, se quella Parola è proclamata nella lingua patria».

giovedì 20 gennaio 2011

Portale della Diocesi di Udine: La GMG di Madrid

Iscrizioni aperte per la Gmg di Madrid   versione testuale
Dal 10 al 23 agosto il grande raduno con il Papa

UDINE (20 gennaio, ore 16) - È iniziato il conto alla rovescia per il grande appuntamento con le Giornate mondiali della gioventù (Gmg), in programma a Madrid dal 10 al 23 agosto sul tema «Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede». Sono infatti aperte all’Ufficio diocesano di pastorale giovanile le iscrizioni per le centinaia di giovani friulani che sicuramente non vorranno mancare al grande raduno con Papa Benedetto XVI nella capitale spagnola.
 
Il programma «lungo»Il programma del gruppo friulano prevede la partenza in pullman mercoledì 10 agosto alla volta (con una sosta per il pernottamento a Ventimiglia) della diocesi catalana di Urgell, vicino ai Pirenei e al confine francese. Dall’11 al 15 agosto, infatti, i giovani friulani potranno conoscere da vicino i coetanei spagnoli e vivere con loro un’esperienza di scambio in alcune parrocchie. Da martedì 16 agosto la comitiva sarà a Madrid per la celebrazione della Gmg, che si concluderà sabato 20 e domenica 21 agosto con la grande veglia e l’incontro con Papa Benedetto XVI. Il viaggio di rientro sarà diviso in due parti: un pernottamento in Spagna e il secondo nella diocesi di Ventimiglia.
La quota di iscrizione è di 550 euro. Comprende il viaggio in pullman, il vitto e l’alloggio dal 10 al 23 agosto, la quota di partecipazione alla Gmg e la quota di solidarietà (per permettere ai giovani dei paesi più poveri di partecipare), l’assicurazione e il kit degli italiani. Il versamento della quota verrà diviso in tre parti: 150 all’iscrizione, 200 entro il 10 aprile e altri 200 entro il 15 giugno.
 
Il programma «breve»Nel caso vi sia un sufficiente numero di richieste, verrà organizzato un «viaggio breve» a Madrid dal 15 (o 16) al 22 (o 23) agosto, tenendo presente che i costi saranno di circa 700-800 euro.
 
Chi e come si può iscriverePer i gruppi parrocchiali ogni referente dovrà iscrivere il proprio gruppo presso l’Ufficio diocesano di pastorale giovanile (in via Treppo 3 a Udine; tel. 0432/414514; e-mail giovani@pgudine.it) o sul sitowww.pgudine.it. I singoli devono rivolgersi preferibilmente alla propria parrocchia, e solo dove ciò non fosse possibile direttamente sul sito o presso l’Ufficio diocesano.
 
La preparazioneI mesi che mancano alla Gmg 2011 saranno ritmati da una serie di incontri di preparazione a Udine nei pomeriggi delle domeniche 27 marzo, 22 maggio, 26 giugno. Venerdì 29 luglio è in programma un incontro di preghiera con il «mandato» dell’Arcivescovo, mons. Andrea Bruno Mazzocato. Domenica 8 maggio saranno organizzati dei pullman per consentire ai giovani di partecipare alla celebrazione conclusiva della visita di Benedetto XVI ad Aquileia e a Venezia. L’Ufficio diocesano è disponibile per presentare la Gmg a gruppi giovanili.

sabato 8 gennaio 2011

In ritardo l'omelia dell'Epifania, ma il tema è importantissimo!

Omelia dell'Arcivescovo per l'Epifania   versione testuale
Cattedrale di Udine, 6 gennaio 2011
 
I protagonisti della festa dell’Epifania sono i Magi. Il Vangelo non dice quanti fossero; anche se tradizionalmente ne mettiamo tre nel presepio perché questo è il numero dei doni che offrirono a Gesù: oro, incenso e mirra. L’evangelista Matteo, che narra l’episodio, ci offre, invece, elementi per capire che tipo di persone fossero. Venivano dall’Oriente, da terre lontane e avevano affrontato un viaggio impegnativo per arrivare fino alla culla di Colui che cercavano: “il Re dei giudei che è nato”.
Si erano mossi senza sapere in partenza la meta del loro cammino. Avevano, però, come una bussola luminosa che li guidava: una stella che avevano visto sorgere e che avevano deciso di seguire. Anche questa stella è protagonista della festa dell’Epifania; con la sua luce esteriore indica la vera luce che interiormente guidava i Magi.

Erano uomini che seguivano una stella interiore che illuminava la loro mente e entusiasmava il loro cuore: era la luce della ricerca della verità, della ricerca di Dio.
Era una luce intensa, il desiderio più forte che potessero provare; tanto forte da spingerli a lasciare le sicurezze della casa e del paese dove abitavano e mettersi in cammino senza sapere il punto di arrivo del loro pellegrinaggio.
I Magi erano uomini veri, uomini dignitosi che non si accontentavano di un’esistenza mediocre. Cercavano la risposta alle grandi domande che ogni uomo porta nel cuore: quale sia il senso della sua esistenza su questa terra; quale possa essere una speranza che non delude.

Non fu facile il loro cammino e incontrarono gli ostacoli più grossi là dove pensavano di trovare un aiuto; cioè, a Gerusalemme, la Città Santa. Trovarono una popolazione addormentata nell’indifferenza, che non mostrava alcun interesse alla loro ricerca di Dio che si era fatto uomo, come i profeti avevano preannunciato. Dovettero fare i conti con la politica di Erode e dei notabili del tempo, pronti a strumentalizzare anche la ricerca sincera dei Magi per sete di potere.
Non si scoraggiarono e la stella che li guidava non li deluse. Finalmente giunsero là dove il cielo aveva toccato la terra e il Figlio di Dio si era fatto bambino. Finalmente poterono inginocchiarsi pieni di gioia e, con i doni, offrire tutta la loro vita a Colui che era venuto loro incontro per salvare la loro vita.

I Magi mi portano a pensare ai nostri bambini, ragazzi e giovani. Un bambino che spalanca gli occhi sul mondo ha uno sguardo pieno di attesa e di ricerca. Guarda gli occhi della mamma e le fa una muta e fondamentale domanda: «Perché sono nato?» «Che senso ha la mia vita?» «Dove sta la vera gioia?». Sono le domande che continua a conservare dentro di sé anche quando cresce e diventa ragazzo, adolescente, giovane. E si guarda attorno per cercare chi è più esperto nella vita e ha già cercato la risposta.
Con amarezza dobbiamo riconoscere che i nostri ragazzi e giovani troppe volte vanno incontro alla stessa delusione che i Magi provarono entrando a Gerusalemme, dove pensavano di trovare lì chi conosceva la risposta alla loro ricerca.

Anche i nostri figli si trovano in mezzo ad una società di adulti spesso addormentati nell’indifferenza religiosa, che si accontentano di piccoli espedienti per riempire le giornate e che non cercano più un senso grande per la loro esistenza da trasmettere alla nuove generazioni. Oppure devono fare i conti con una gestione politica (nel senso più ampio del termine) della società che ha dimenticato l’obiettivo del bene delle persone per sete di poteri, piccoli o grandi.
Anche il Presidente della Repubblica, nel messaggio di fine anno, ha sollecitato con forza a non deludere i ragazzi e i giovani. Non vanno delusi nelle loro legittime attese di avere il diritto ad un studio serio e ad una prospettiva professionale ed economica per il loro futuro.
Ma i Magi ci ricordano che non dobbiamo riservare a loro una delusione ancora profonda: quella di non trovare adulti che sanno ascoltare e capire le grandi domande sul senso della vita e sanno essere la loro stella che li guida da Colui che ha portato su questa terra la Luce vera,  quella che illumina ogni uomo.
Per le nuove generazioni, che come i Magi sono in ricerca, ogni adulto può fare qualcosa. Anche solo un uomo, che non ha abdicato alla sua dignità di cercatore della verità  e di Dio, è come una stella luminosa a cui tanti possono guardare.
Chiediamo al Signore Gesù, per intercessione dei Santi Magi, la grazia  di tenere sempre sveglia la mente e il cuore nella ricerca di Dio e nel cammino della fede. E l’unico esercizio che ci tiene svegli è la preghiera.
Saremo una stella di riferimento per i figli che entrano nella vita; un esempio di quale sia una vita degna di una persona umana.
mons. Andrea Bruno Mazzocato
Arcivescovo di Udine

lunedì 3 gennaio 2011

Il messaggio dell'Arcivescovo di Udine per la Giornata mondiale della Pace

"Senza le religioni la società è un deserto"   versione testuale

Iniziamo questo nuovo anno con la benedizione di Mosè: “Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda la pace”. Desideriamo che il nostro primo passo nel 2011sia fatto nella pace e la invochiamo da Gesù, Figlio di Dio e figlio di Maria, che la Chiesa proclama “Principe della pace”.
Un nuovo anno ha sempre il sapore di un nuovo inizio e quale segno di speranza è che cominci sotto l’auspicio della pace! Questo sognò Paolo VI quando proclamò il primo gennaio “Giornata mondiale della pace”.
Questo è l’augurio che Benedetto XVI rivolge a tutti gli uomini di buona volontà all’inizio del suo tradizionale messaggio: “All’inizio del nuovo anno il mio augurio vuol giungere a tutti e a ciascuno; è un augurio di serenità e di prosperità, ma soprattutto è un augurio di pace” (n. 1).
Il Papa continua il suo messaggio riflettendo su una delle condizioni basilari perché sia salvaguardata la pace tra gli uomini: la libertà religiosa è via per la pace.
Tra la libertà religiosa e la pace c’è un legame profondo che tante volte non è capito e non è rispettato; per questo il Santo Padre si è sentito il dovere di richiamarlo all’opinione pubblica mondiale.
Il suo messaggio è molto denso e articolato anche se scorrevole nel testo. Invito caldamente a leggerlo e, in questa omelia, mi limito a sottolinearne solo qualche passaggio.
Richiamo, prima di tutto, il motivo principale per cui è tanto importante che sia rispettata la libertà religiosa, il diritto di ogni uomo a professare la propria religione sia privatamente che pubblicamente. Scrive il Papa: “Il diritto alla libertà religiosa è radicato nella stessa dignità della persona umana la cui natura trascendente non deve essere ignorata o trascurata” (n. 2). La persona umana ha una natura spirituale. Cerca il senso e la realizzazione di sé fuori di sé, aprendosi a Colui che è l’Essere spirituale, a Dio a cui immagine ogni uomo è stato creato.
Di conseguenza, una persona è rispettata nella sua dignità quando le è offerta la piena libertà ad esprimere il suo rapporto con Dio anche in modo pubblico, secondo la religione a cui appartiene.
Solo una società che salvaguarda la libertà religiosa può vantare di avere ordinamenti giusti e di promuovere, per questo, la pace. Anzi, il Papa si spinge ad affermare che la libertà religiosa “è la cartina di tornasole per verificare il rispetto di tutti gli altri diritti umani, essendone sintesi e vertice” (n. 5).
Quello che è un diritto inalienabile di ogni persona è, purtroppo, ancora troppe volte offeso in diversi Stati del mondo. Per questo il messaggio pontificio ha un tono pressante e, a volte, preoccupato; teme, infatti, che le violazioni alla libertà religiosa arrivino a mettere in pericolo la convivenza pacifica tra i popoli e la pace.
Afferma, in particolare, che proprio “i cristiani sono attualmente il gruppo religioso che soffre il maggior numero di persecuzioni a motivo della propria fede” (n. 1).
Due sono le forme più diffuse di negazione della libertà religiosa che fanno patire molti cristiani e altre persone religiose: il fondamentalismo e il laicismo.
Il fondamentalismo è una negazione evidente e, spesso, violenta della libertà religiosa che tocca purtroppo varie Nazioni specialmente in Africa e in Asia. In questi giorni, anche la cronaca – purtroppo non sempre attenta a queste notizie – ha dovuto occuparsi di vere persecuzioni che hanno mietuto vittime dentro comunità cristiane, qualche volta all’interno degli stessi luoghi di culto e durante pacifiche celebrazioni liturgiche.
Il laicismo riguarda, invece, gli Stati europei ed è una forme, forse, meno evidente ma non meno grave di negazione della libertà religiosa. Può un po’ impressionare l’affermazione che anche in Europa si offende un diritto fondamentale della persona umana.
Di fatto, si sta diffondendo una certa idea di laicità dello Stato che, in nome della uguaglianza di tutti i cittadini, riduce la religione a fatto privato da praticare individualmente o all’interno di gruppi e ambienti ad essa riservati, senza manifestazioni pubbliche.
Da tale concezione nasce l’insofferenza verso manifestazioni e simboli religiosi che abbiano cittadinanza nella vita pubblica. Nascono anche le reazioni contro la Chiesa quando pubblicamente si esprime richiamando l’importanza di valori che per il Vangelo sono indiscutibili; ma tali dovrebbero essere considerati da tutta la società civile.
Questa visione laicista dello Stato impoverisce tutta la società umana perché, volendo cancellare la presenza pubblica delle religioni, più che uguaglianza rischia di creare deserto; un deserto privo di quelle esperienze e di quei valori che ogni persona, intellettualmente onesta, deve riconoscere come radici della nostra civiltà.
Di fronte a queste forme attuali di negazione della libertà religiosa, ci sentiamo in sintonia con il Santo Padre che invita tutti gli uomini di buona volontà a rivendicare questo diritto inalienabile della persona umana. Non possiamo che condividere questo suo appello: “Il mondo ha bisogno di Dio, Ha bisogno di valori etici e spirituali, universali e condivisi e la religione può offrire un contributo prezioso nella loro ricerca, per la costruzione di un ordine sociale giusto e pacifico, a livello nazionale e internazionale” (n. 15).
+ Arcivescovo di Udine
Mons. Andrea Bruno Mazzocato

venerdì 24 dicembre 2010

Egli toccherà il nostro cuore

«Il frutto del Natale è la solidarietà».
Gli auguri dell'Arcivescovo Mazzocato   versione testuale

Arcidiocesi di Udine, 22 dicembre 2010
 
Cari sacerdoti, diaconi e fedeli, un’antica antifona del messale romano annuncia la nascita di Gesù con queste parole: «Nel quieto silenzio che avvolgeva ogni cosa e mentre la notte giungeva a metà del suo corso, la tua Parola onnipotente, o Signore, è scesa dal cielo».
Gesù non nasce sotto i riflettori della pubblicità per attirare, in qualche modo, l’attenzione anche delle persone più distratte. Lui è la Parola che Dio invia in mezzo agli uomini per parlare ad ognuno di loro.
Non si fa, però, precedere da forme di propaganda che stupiscano più degli spettacoli degli imperatori romani. Sceglie di entrare in mezzo all’umanità nel silenzio della notte che avvolgeva uomini e cose.
Chi si accorge che è nato l’Emanuele, il Dio-con-noi e che è possibile incontrarlo e ascoltarlo? Solo poche persone: Maria, Giuseppe e un gruppo di pastori.
Essi hanno qualcosa in comune. sono «poveri di spirito». Non sono pieni di se stessi e tutti occupati dai propri progetti e preoccupazioni. Hanno un cuore povero, senza presunzioni; sono in attesa di Dio, della sua Parola per seguirla con gioia.
Da questi primi testimoni possiamo imparare a vivere il Natale che si rinnova per coloro che hanno il cuore povero, aperto a Dio e alla sua Parola. Gesù incontra realmente anche noi perché è Lui che ci parla nel suo Vangelo e in tutta la Sacra Scrittura.
Ma ci trova nella condizione di Maria e Giuseppe che erano pronti ad accogliere in mezzo a loro Gesù, Parola di Dio, e ascoltarlo?
Care sorelle e fratelli, in quest’anno pastorale ho invitato tutti ad un impegno più forte nell’ascolto della Parola di Dio. Se non troviamo tempo per leggere e meditare la Sacra Scrittura,
Gesù resta lontano e Dio resta lontano perché rifiutiamo di conoscere i suoi pensieri e il suo cuore che suo Figlio, fatto uomo, ha rivelato.In questo Natale, mettiamoci in ginocchio con Maria e Giuseppe ascoltando e pregando Gesù. Egli toccherà il nostro cuore povero suggerendoci i suoi sentimenti di pace tra noi e di compassione verso i più sfortunati di noi. Il tempo che ci sta davanti sarà, probabilmente, ancora difficile per molte persone che chiederanno generosa solidarietà.
Natale porti il suo frutto: una più generosa solidarietà fraterna nelle famiglie e nelle comunità.
Questo sarà un «Buon Natale» accompagnato dalla benedizione del Bambino che ci è stato donato.

Andrea Bruno Mazzocato
Arcivescovo di Udine

mercoledì 8 dicembre 2010

"Vescovo, ministero indispensabile"...il portale dell'Arcidiocesi ci informa

  versione testuale
Solenne celebrazione in Cattedrale per il 10° di episcopato di mons. Mazzocato
“Non è la mia persona che merita espressioni di ringraziamento, ma è il dono di un Vescovo, fatto da Dio alla Chiesa dieci anni fa, che questa sera merita la preghiera di ringraziamento”. Con queste parole l’Arcivescovo di Udine, mons. Andrea Mazzocato si è rivolto ai fedeli della Chiesa udinese che, oggi mercoledì 8 dicembre, da ogni parrocchia della diocesi, sono arrivati in Cattedrale per stringersi attorno a lui nel X anniversario della sua ordinazione episcopale.
Mons. Mazzocato, attorniato da oltre 150 sacerdoti del presbiterio diocesano e del clero trevigiano, aveva al suo fianco il  suo predecessore, l’arcivescovo emerito di Udine, mons. Alfredo Battisti, mentre mons. Pietro, impossibilitato ad intervenire per un leggero malessere, era presente spiritualmente. “Li ringrazio - ha detto- perché hanno accolto, con la delicatezza fraterna che sempre mi dimostrano, l’invito a partecipare alla nostra celebrazione. Li ringrazio, però, per un motivo più profondo: con la loro presenza ci aiutano a capire il vero significato di questo momento di festa e di benedizione a Dio”. Ed ha aggiunto: “Mi sembra bello in questa celebrazione ricordare l’unica chiamata e l’unica consacrazione che rende noi tre vescovi un unico dono di Cristo all’amata Chiesa di Udine… consacrazione che, indegnamente, abbiamo ricevuto e che ci ha reso Vescovi, successori degli apostoli, presenza viva di Gesù Buon pastore nella sua Chiesa”.
E per lui, in particolare, ha chiesto a tutti una preghiera che si aggiunga alle tante che vengono fatte per il vescovo, confessando di aver bisogno “di un supplemento di fede” per credere fermamente nel Signore Gesù mentre si trova a condividere i disorientamenti e le difficoltà a credere di tanti fratelli; di un “supplemento di speranza” perché tocca a lui, come Pastore, stare in testa al gregge e riconoscere, tra le nebbie della storia umana, il sentiero certo che conduce alla vita; ed, infine, “un supplemento di carità” per amare sempre e a qualunque prezzo la Chiesa che Dio gli ha consegnato come sposa.
A conclusione della celebrazione, la Chiesa udinese ha donato a mons. Mazzocato un nuovo “pastorale”, cioè il bastone usato del vescovo nella liturgia; è il “pastorale del buon pastore”, ha spiegato il delegato episcopale per la cultura, illustrandolo. 
Realizzato a Roma, dalla bottega dei fratelli Claudio e Piero Savi, orafi della Casa Pontificia esso è interamente in argento, cesellato e niellato, con il bastone sfaccettato e il riccio sul quale si avvolgono alcune spire di rami d’ulivo. All’interno del riccio è stata collocata la piccola scultura di Gesù Buon Pastore, che porta sulle spalle una pecorella mentre altre due ai suoi piedi volgono a Lui lo sguardo.
L’iconografia che ha ispirato l’immagine nel riccio del pastorale viene dalle Catacombe di Priscilla a Roma, ed è un affresco del III secolo. Nella versione cesellata in argento dai fratelli Savi, Gesù è stato rappresentato con gli abiti della classica iconografia cristiana, mentre la pecorella che porta in spalla volge all’indietro il capo, come segno di conversione.
Numerose le autorità civili e militari presenti alla celebrazione a testimonianza del rapporto cordiale e del dialogo costruttivo per il bene comune che mons. Mazzocato ha saputo vivere in questo suo primo anno di pastore della Chiesa udinese.
L’ordinazione episcopale di mons. Mazzocato è avvenuta il 9 dicembre 2000 nella Cattedrale di Treviso, dopo la sua elezione a Vescovo della Chiesa di Adria-Rovigo l’11 ottobre dello stesso anno. Ha guidato la chiesa rodigina per 3 anni. Poi è stato nominato dal S. Padre vescovo di Treviso, dove ha fatto ingresso il 18 gennaio 2004. Dal 20 agosto 2009 mons. Mazzocato è Arcivescovo di Udine.

venerdì 3 dicembre 2010

L'Arcivescovo di Udine ringrazierà il Signore

Mons. Mazzocato festeggia 10 anni da vescovo versione testuale
Mercoledì 8 dicembre la Chiesa udinese si stringe attorno al suo pastore

UDINE (3 dicembre, ore 16) - Nella solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, mercoledì 8 dicembre, la Chiesa Udinese è invitata a stringersi con affetto filiale attorno all’Arcivescovo, mons. Andrea Bruno Mazzocato, nel 10° anniversario della sua ordinazione episcopale. In Cattedrale alle ore 18 è in programma una solenne concelebrazione eucaristica, presieduta dallo stesso Arcivescovo, durante la quale tutta la comunità diocesana ringrazierà il Signore per il dono del ministero episcopale di mons. Mazzocato e per pregare per lui.
Nella introduzione al libretto liturgico preparato per questa occasione si legge che «le comunità cristiane hanno sempre amato celebrare il giorno anniversario dell’ordinazione del proprio Vescovo, il "natalis Episcopi": secondo le fonti, infatti, esso risulta essere commemorato fin dal IV secolo. Celebri sono i discorsi tenuti da sant’Agostino nell’anniversario della sua ordinazione (Serm. 340), dove il vescovo di Ippona approfitta della circostanza che vede la comunità locale riunita attorno al pastore per chiedere il dono della preghiera affinché il peso del ministero sia più leggero.
L’ordinazione episcopale di mons. Mazzocato è avvenuta il 9 dicembre 2000 nella Cattedrale di Treviso, dopo la sua elezione a Vescovo della Chiesa di Adria-Rovigo l’11 ottobre dello stesso anno. Ha guidato la chiesa rodigina per 3 anni. Poi è stato nominato dal S. Padre vescovo di Treviso, dove ha fatto ingresso il 18 gennaio 2004. Dal 20 agosto 2009 mons. Mazzocato è Arcivescovo di Udine.
«Nelle altre diocesi in cui sono stato Pastore – spiega mons. Mazzocato – ho sempre celebrato questo anniversario che riguarda me personalmente, ma anche tutta la diocesi per l’importanza che ha il ministero del vescovo in essa». La Chiesa Udinese non mancherà certo di stringersi attorno a lui in festa e nella preghiera.

martedì 30 novembre 2010

Primo incontro del «senato del vescovo»


Il nuovo consiglio presbiterale diocesano si riunisce mercoledì a Castellerio
CASTELLERIO (30 novembre, ore 11.15) - Si riunirà per la prima volta mercoledì 1° dicembre il nuovo Consiglio presbiterale diocesano, ovvero l’organismo rappresentativo del clero della Chiesa Udinese.
Il «parlamentino» dei sacerdoti friulani si riunirà per la prima volta al Seminario di Castellerio dalle ore 9.30 alle 12.30. È formato in tutto da 60 membri, più l’Arcivescovo che lo presiede di diritto. Al suo interno eleggerà un moderatore.
 
Venticinque i membri eletti nel «doppio turno» di votazioni svoltesi all’inizio e alla fine dell’estate scorsa. I più votati (erano candidati di diritto tutti i sacerdoti) sono risultati don Luca Anzilutti (parroco di Torviscosa), mons. Ivo Belfio (parroco di Artegna), don Paolo Budai (vicario parrocchiale di Sedegliano), don Claudio Como (parroco di S. Quirino in Udine), don Giordano Cracina (parroco di Imponzo), don Enzo Cudiz (vicario parrocchiale di Tarcento), don Sergio De Cecco (parroco di Pagnacco), don Harry Della Pietra (parroco di Cercivento, Ligosullo, Sutrio e Treppo Carnico), don Angelo Fabris (parroco di Lignano), mons. Rinaldo Fabris (docente di Esegesi), don Roberto Gabassi (parroco del Buon Pastore, Sacro Cuore, S. Valentino e S. Gottardo in Udine), don Alessio Geretti (vicario episcopale per la Cultura), don Carlo Gervasi (parroco di S. Marco in Udine), mons. Giulio Gherbezza (parroco nelle parrocchie del Rojale), don Ezio Giaiotti (parroco di S. Osvaldo e S. Paolo in Udine), don Federico Grosso (amministratore parrocchiale a Campolessi e Ospedaletto), don Maurizio Michelutti (direttore dell’Ufficio diocesano di pastorale giovanile e vocazionale), don Guido Mizza (parroco di Comeglians, Tualis e Ravascletto), don Pietro Moratto (parroco di Orsaria e Premariacco), mons. Angelo Rosso (parroco di S. Caterina e Colloredo di Prato), don Paolo Scapin (parroco di Cornino, Flagogna e Forgaria), don Edoardo Scubla (parroco di Lovaria e Pradamano), don Luciano Segatto (direttore dell’Istituto «Mons. F. Tomadini»), don Simone Vigutto (vicario parrocchiale a Pocenia, Rivignano e Varmo) e don Renato Zuliani (parroco di Passons). 
 
Ad essi si affiancono 5 membri di nomina arcivescovile: don Giovanni Del Missier (delegato arcivescovile per la formazione dei laici), mons. Sergio Di Giusto (direttore dell’Ufficio amministrativo diocesano), don Pierluigi Di Piazza (parroco di Zugliano e presidente del Centro Balducci), don Fabio Filiputti (vicario parrocchiale di Tolmezzo) e don Stefano Romanello (pro direttore dello Studio teologico interdiocesano), i 2 delegati dei religiosi (il Servita padre Cristiano Cavedon e lo Stimmatino padre Francesco Rossi) e i 24 vicari foranei.
 
«Espletate le procedure di elezione – ha sottolineato l’Arcivescovo mons. Mazzocato – ho costituito il nuovo Consiglio presbiterale diocesano. È il "senato del Vescovo" su cui conto molto per la guida pastorale della nostra Chiesa nei prossimi anni».

venerdì 26 novembre 2010

Ascoltare L'Incarnazione, una lettera di Avvento dal nostro fratello Andrea Bruno Arcivescovo di Udine

Messaggio dell'Arcivescovo per l'Avvento versione testuale

Udine, 25 novembre 2010
L’Avvento, assieme alla Quaresima, è definito un «tempo forte» dell’anno liturgico della Chiesa. È un periodo, di circa quattro settimane, che prepara ogni cristiano ed ogni comunità cristiana a celebrare una delle feste principali della nostra fede: la nascita di Gesù, il Figlio di Dio che si fa uomo.
Prepariamo l’anima al Santo NataleIl S. Natale è annunciato e preparato ogni anno da segni esterni di festa che compaiono lungo le strade dei paesi, attorno e dentro le chiese, in molte scuole e nelle case.
Dovunque, poi, si rinnova la bella tradizione del presepio al quale molte persone si dedicano, in particolare, nel tempo dell’Avvento perché sia pronto il giorno di Natale.
Ho scoperto lo scorso anno quanto sia sentita, in Friuli, la tradizione di creare presepi spesso di valore artistico o di rappresentarli dal vivo coinvolgendo tanta gente Questi preparativi esteriori rivelano quanto il ricordo nella nascita del Signore Gesù sia impresso nei nostri sentimenti più profondi. È una delle tradizioni più care che abbiamo ricevuto dagli antenati e che nutrono la nostra fede e la cultura più autentica della nostra terra. Siamo, però, in un tempo in cui le tradizioni facilmente si indeboliscono e vengono sostituite da mode effimere che durano una stagione. Corre questo rischio anche la celebrazione del S. Natale? Non vorremmo mai che la ricchezza dei suoi simboli, valori e messaggi svanisse nelle famiglie, nelle scuole, nella società. Perché il Natale resti grande festa non bastano i preparativi esteriori. La festa parte dell’anima; per questo il ricordo della nascita del Signore Gesù deve toccare e interessare la nostra anima. Le settimane di Avvento giungono opportune proprio per preparare, prima di tutto, la mente e il cuore a celebrare il S. Natale.
Maria, donna dell’ascoltoIn questo tempo liturgico, la Chiesa ci indica anche un grande esempio da imitare: Maria, la Madre di Gesù. Guardiamo a lei e a come ha accolto nella mente, nel cuore e nel grembo di donna il Figlio di Dio che si è fatto uomo. Ho terminato la Lettera pastorale «Ascolta, figlio, le mie parole» ricordando Maria con il titolo di «donna dell’ascolto» (n. 33). Questa è stata una delle sue più grandi virtù per la quale «ha trovato grazia presso Dio» (Lc 1,29). Possiamo dire che ha potuto diventare Madre di Gesù perché, fin da giovanissima, è stata grande nella capacità di ascoltare e accogliere la Parola di Dio. La visita dell’angelo Gabriele nella sua casa di Nazareth, che le annunciava la volontà di Dio su di lei, la trovò pronta all’ascolto. Nel silenzio del suo animo seppe accogliere le parole divine ed imprevedibili: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù» (v. 20-30). Entrò in dialogo con Dio e gli rispose senza esitazione: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola» (v. 38). Maria sapeva veramente ascoltare con tutta se stessa, con le orecchie, la mente, il cuore, il suo corpo di vergine. Per questo la Parola eterna di Dio Padre poté prendere possesso di lei e in lei «si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1,14). Concepì e partorì Gesù che è la Luce e la Parola che viene da Dio per illuminare ogni uomo. Nell’ascolto Maria si preparò al Natale, alla nascita del Salvatore e vi partecipò attivamente. Il suo esempio è la via maestra per prepararci a vivere il S. Natale come una festa viva che entra nella nostra anima e non solo un momento di svago esteriore e un po’ convenzionale.
Avvento: tempo per la Parola di DioDurante il prossimo Avvento proviamo, allora, a dedicare maggior attenzione all’ascolto e alla meditazione della Parola di Dio, secondo quanto ho suggerito nella lettera pastorale e nelle schede che l’accompagnano. Approfittiamo di ogni occasione in cui possiamo accostare li libro della Sacra Scrittura: le celebrazioni liturgiche, altri incontri comunitari, la lettura personale o in famiglia. Quando, però, ci mettiamo davanti alla Parola di Dio ricordiamo sempre l’esempio di Maria. Il Vangelo rivela che ella «ascoltava» con le orecchie e «custodiva» nella mente e nel cuore le parole che Dio faceva giungere a lei; cioè le «meditava» continuamente (Lc 2,19.51). Per questo è stata – per usare il linguaggio della parabola evangelica – il terreno meglio preparato a lasciarsi fecondare dal Seme della Parola di Dio e da lei è spuntato un germoglio nuovo, il Salvatore (Lc 8,4-15). Nella lettera pastorale «Ascolta, figlio, le mie parole» ho ricordato le condizioni per essere un terreno pronto ad accogliere la Parola del Signore (nn. 16-20). Sono le stesse che viveva Maria: «ascoltare» con le orecchie (o leggere), «meditare» con la mente, «custodire» nel cuore. Esse richiedono un clima di silenzio, di raccoglimento e di preghiera. In tale clima spirituale era abitualmente immersa la Vergine come hanno capito gli artisti i quali, nelle tante splendide opere dedicate all’annunciazione, rappresentano Maria in ginocchio davanti all’arcangelo Gabriele che le porta la Parola di Dio. Le schede che sono state preparate per tutta la Diocesi, guidano a vivere l’ascolto della Parola in un contesto di preghiera.
In chi ascolta l’IncarnazioneQuando Gesù trova nei cuori un terreno ben preparato può continuare in noi il miracolo della sua «incarnazione», iniziata nell’anima e nel corpo di Maria. Egli entra in noi con la sua Parola e il suo Santo Spirito e ci trasforma realmente in Lui. Un po’ alla volta, i suoi Pensieri illuminano i nostri pensieri; la sua Carità converte i nostri sentimenti e ci suggerisce le scelte secondo il suo Vangelo. Gesù nasce anche in noi o, meglio, noi rinasciamo in Lui e le persone possono vederlo attraverso le nostre parole e le nostre opere. Diventiamo autentici missionari che portano Gesù, Parola di Dio, nella loro carne, nella loro mentalità, nel loro cuore, nelle loro scelte. Così fece Maria che portò Gesù subito alla cugina Elisabetta e a Giovanni Battista che aveva in grembo. Così hanno fatto i santi nei quali Gesù ha «incarnato» la sua Parola e ha portato frutti secondo il Vangelo (Lc 1, 39-45). Il giorno ultimo della loro vita terrena è diventato il «dies natalis», il loro Natale, perché Gesù si era pienamente «incarnato» in loro e, con Lui, entravano nella vita senza fine. Questa sia la meta anche della nostra esistenza. Questo è il Natale di salvezza di cui ha bisogno la nostra società.

Andrea Bruno Mazzocato
Arcivescovo di Udine

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

The Chosen ...é sufficiente per me...posso fare molto con questo ..

Ed egli disse: «Portatemeli qui». E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull'erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occ...